#cheauto! Novembre 2018

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

30

€ 0,00

Novembre 2018

OFF ROAD

MANIA

Tour de Corse storico

Bentley Bentayga V8 nuova Mazda CX-3 Subaru Levorg 2018


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

30

Novembre 2018

checosac’è #chefoto

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#cheroba 14 • La magia del Tour de Corse • Porsche

#chebella 36 • Hyundai Le Fil Rouge

#chemacchina 46 • Mazda CX-3 • Subaru Levorg • Bentley Bentayga

#chestoria 90 • • • •

Mercedes Kitty 4 x 4 Fest - Carrara Monroe: comfort e sicurezza Nunc Est Bibendum

#checorse 124 • Oltre il drift: Vaughn Gittin Jr. - VIDEO

#cheleggenda 134 • Abarth: una cartolina da Bolzano

#chenovità 142 • Kia Sportage • Opel Combo




chefoto Il 70° compleanno della Lotus è stato festeggiato lo scorso 29 settembre a Hethel, nel Norfolk (Inghilterra). Il mega-raduno ha visto la presenza di ben 1.600 (!!!) Lotus provenienti da tutto il globo. Dalle vetture di Formula 1 (nella fotografia la bellissima 43 del 1966) alle Sunbeam Lotus da rally, dalle Lotus Cortina degli anni sessanta sino alle recenti Evora, Exige ed Elise


chefoto

Questa immagine, colta in occasione del Monaco Yacht Show di ottobre potrebbe intitolarsi “potere blu�. Vede infatti ritratta una Lamborghini Aventador, capace di circa 740 cavalli, accanto al super gommone Bernico 43 Leverage, spinto da ben quattro motori Mercury Verado da 440 cavalli ciascuno (quindi 1.600 in totale). Nel complesso la fotografia mette in scena 2.340 cavalli!!!


FRONT PAGE


chefoto


Questa fantastica istantanea ritrae il francese Cyril Despres impegnato a Erfoud, durante il Rally del Marocco di qualche settimana fa. La vettura si chiama X-raid MINI JCW‌ ma tecnicamente con la Mini non ha nulla a che vedere. Forse la FIA dovrebbe rivedere la regola che permette di assegnare il nome di una vettura commerciale a questi veri e super-specialistici prototipi Foto Flavien Duhamel/Red Bull Content Pool


chefoto


Paolo Andreucci e Anna Andreussi, Peugeot 208 T16, si sono aggiudicati il Campionato Italiano Rally 2018 al termine di una stagione combattutissima, risolta solo negli ultimi chilometri. Ben quattro piloti erano ancora in lizza alla partenza del rally Due Valli a Verona, che ha chiuso il campionato. Subito fuori Simone Campedelli (problemi alla sua Fiesta), Umberto Scandola ( Skoda Fabia R5) e Andrea Crugnola (Ford Fiesta R5) hanno costretto Andreucci a non mollare fino alla fine. Per il varesino Crugnola la soddisfazione è stata comunque grande in quanto ha vinto il C. I. Rally Asfalto, dedicato a piloti e squadre privati. Con questo risultato di Crugnola il titolo tricolore Costruttori è stato assegnato a Ford, davanti a Skoda e Peugeot


chefoto La Nuova Mazda6 propone un design esterno più elegante e raffinato con un frontale profondamente scolpito e nuovi gruppi ottici con funzione fendinebbia. Gli interni sono stati totalmente ridisegnati e combinando comodità con qualità e finiture di un’ammiraglia di classe superiore. Disponibile nella versione berlina e wagon, la 6 offre elevato comfort e avanzatissime dotazioni di sicurezza e assistenza alla guida, di serie su tutte le versioni, quali l’Active Driving display, che proietta ora le informazioni sul parabrezza e il regolatore di velocità radar Mazda Radar Cruise Control. Nuove tecnologie hanno aumentato le prestazioni di tutti i propulsori SKYACTIV, mentre il comportamento su strada è stato migliorato attraverso l’aumento della rigidità della scocca, interventi su sterzo e sospensioni. Sul fonte sicurezza Mazda6 offre un’importante gamma di sistemi di assistenza alla guida con l’adozione delle avanzate dotazioni i-ACTIVSENSE. Tutti i motori della Nuova Mazda6 (benzina SKYACTIV-G 2.0 165 CV e SKYACTIV-G 2.5 da 194 CV, SKYACTIV-D 2.2 150 CV e 184 CV) sono omologati secondo i requisiti del nuovo ciclo di test nell’uso reale quotidiano e soddisfano la normativa Euro 6d TEMP sulle emissioni, con un anno di anticipo rispetto alla loro entrata in vigore. La Nuova Mazda6 arriva in questi giorni presso gli showroom di tutta Italia con un listino che va da 32.800€ della versione 2.0L 165 CV Business fino a 37.750€ per la 2.5L 194 CV, dotata di sistema di disattivazione dei cilindri per le versioni benzina. Il listino delle versioni diesel spazia invece da 33.650€ della versione 2.2L 150 CV Evolve fino a 43.250€ della 2.2L 184 CV Exclusive con carrozzeria Wagon, trazione integrale i-ACTIV AWD e cambio automatico


#ca

CONTENUTO PUBBLIREDAZIONALE


cheroba

UNA MEMORABILE EDIZIONE DEL RALLY STORICO

MAGICA CORSICA IL DICIOTTESIMO TOUR DE CORSE HISTORIQUE NON HA DELUSO LE ASPETTATIVE. IL RALLY STORICO DISPUTATO IN CORSICA DAL 8 AL 13 OTTOBRE È STATO CARATTERIZZATO DA UN PERCORSO PARTICOLARMENTE TECNICO, CHE HA MESSO A DURA PROVA LE VETTURE ISCRITTE, COSTRUITE TRA IL 1947 E IL 1990 Fotografie DPPI Images / Tour de Corse Historique


La magnifica Peugeot 205 T16 degli argentini Sucari e Pecoroff


magica corsica

Non

bastavano le mille e una curva del tracciato più insidioso del mondo! Durante l’edizione 2018 i partecipanti al Tour de Corse Historique hanno dovuto affrontare un meteo particolarmente spietato, che ha contribuito a continui ribaltamenti alla classifica al termine di ogni giornata, ma che ha soprattutto messo a dura prova la resistenza di uomini e macchine. Una vera impresa! La mitica prova speciale “Notre Dame de la Serra”, lunga ben 44 chilometri, è risultata essere la più stressante per gli equipaggi. Il tracciato faticosissimo e il meteo impietoso hanno trasformato la prova in una vera a propria maratona, senza un attimo di respiro, senza potersi permettere la minima disattenzione, pena il ritiro. Ma, si sa: quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare… e queste sono parole scolpite nella mente e nel “piede” di ogni rallista degno di questo nome.

Il supercampionissimo Didier Auriol (navigato da Denis Giraudet) con la sua Ford Sierra Cosworth

Quest’anno ha anche segnato il trentesimo anniversario dell’ultima vittoria di Didier Auriol in Corsica. Il Campione del Mondo Rally del 1994, trionfatore in sei edizioni e detentore del record per il maggior numero di vittorie al Tour de Corse, ha deciso di rimettersi alla guida preparando la sua vecchia Ford Sierra Cosworth per la gara. Vera star di questa edizione, Auriol ha ha condiviso con i colleghi i suoi ricordi dei tempi passati e ha avuto modo di confessare che anche per lui la “Notre Dame de la Serra” rappresentava un vero e proprio incubo, così stancante per mente e fisico che in più di una occasione… “mi era successo di guidare gli


La bella A112 Abarth della coppia francese Nicoules-Nicoules


magica corsica

ultimi chilometri in uno stato di assoluta spossatezza, quasi in trance, incapace perfino di ascoltare le indicazione del mio navigatore”. Proprio le condizioni estreme descritte da Auriol si sono ripetute quest’anno, con l’aggravante che le vetture (e pure molti equipaggi) avevano sulle spalle qualche annetto in più. Anche i piloti più esperti, nel corso dei cinque giorni di gara, non hanno potuto fare altro che “subire” le condizioni meteo, mirando più che altro a preservare la meccanica per arrivare in fondo. Ma sul volto di tutti, all’arrivo, non mancavano sorrisi e soddisfazione vera. Dal canto loro i nativi della Corsica, che notoriamente passano per essere grandi interpreti del tracciato, non hanno deluso, assicurandosi ottimi risultati così come era solito succedere nei decessi scorsi.

La BMW M3 dei fratelli Rivet (Francia)

Il mitico Tour de Corse, una delle più note ed emozionanti prove del Mondiale rally, è nato nel 1956 . Nel 2001, con l’intento di non disperdere l’eredità di quegli anni pioneristici, Jose Andreani decise di dare vita al Tour de Corse Historique. Nella sua prima edizione la rievocazione vide al via 21 automobili ma da allora il numero degli iscritti non ha mai smesso di aumentare, sino al record di 240 partecipazioni nel 2017. La gara presenta un mix di equipaggi professionisti o semi-professionisti, molti esperti ex piloti ma anche tanti gentleman, che semplicemente vogliono condividere un’avventura all’insegna della competizione, della passione e dell’amicizia. Per questo motivo il parco chiuso del Tour


Uno spettacolare passaggio dell’equipaggio locale Marchetti-Buresi su Ford Escort MK1


magica corsica

Historique è un vero e proprio museo all’aria aperta, che spesso offre agli spettatori veri e propri gioielli.

Bouffier-Yvernault sulla loro Renault R5 Turbo

Venendo a fatti più tecnico/sportivi va ricordato che, in questa edizione 2018, in testa alla categoria VHC Porsche e Ford sono sembrate imprendibili, con Jenot/Milosa Vljevic a farla da padrone con la loro Ford Escort RS Mk2. I due hanno respinto i continui attacchi degli “indigeni” Villa/Savignoni e Marchetti/ Buresi che, sempre su Ford Escort, non si sono mai arresi hanno concluso con un risultato comunque ottimo. Abbiamo anche assistito alla bellissima lotta tra le Ford Sierra Cosworth guidate da Cazaux/Vilmot e Auriol/Giraudet, entrambe iscritte nella categoria J2. Il campione del mondo Didier Auriol ha rispolverato il suo grande talento per affrontare il difficile percorso con la sua Sierra a due ruote motrici, si è battuto sino all’ultimo chilometro dell’ultima prova speciale ma si è dovuto infine arrendere alla superiorità del duo Cazaux/Vilmot, che avevano dalla loro l’indiscutibile vantaggio di essere al volante di una Sierra a trazione integrale. Protagonista della categoria VHRS è stata invece l’incertezza, con quattro equipaggi a scambiarsi la prima posizione in classifica nell’arco dei primi giorni di gara. Nel corso della quinta giornata però l’equipaggio Baillet/Baillet, su Porsche Carrera RS, ha trovato il giusto ritmo e ha agguantato la prima posizione concludendo in testa con solo 7 punti di vantaggio su Schon/Giammarino su Porsche 911, mentre Euvrard/Paquier hanno completato il podio su un’altra Porsche 911.


Un assaggio della coppia Pietri-Pietri su Ford Escort MK1


magica corsica

La splendida Alpine A110 dei francesi Clerc e Mary


La corsa “storica” 2018 prevedeva cinque giorni di gara immersi in un’atmosfera davvero unica. Il percorso è stato molto rinnovato, per un totale di 840 chilometri di cui 500 di trasferimenti e ben 340 di Prove Speciali, che hanno toccato le località più note del rally iridato, quali Porto-Vecchio, L’Île-Rousse, Porto, Bastia, Porticcio and Ajaccio. 202 gli equipaggi al via su vetture leggendarie quali Lancia Stratos, Ford SierraCosworth, Renault R5 Turbo Cevennes, Alpine A110, Lotus Elan 26r, Abarth131, Lancia Beta Monte Carlo, Renault 12 Gordini, Alfa Romeo Giulia Gt Bertone, Fiat 124 Abarth Rally, Lancia Delta Hf


magica corsica

La Lancia Stratos di Vandromme-Vivier sotto un acquazzone


CLASSIFICA ASSOLUTA 1. Cazaux/Vilmot – Ford Sierra Cosworth 2. Auriol/Giraudet – Ford Sierra Cosworth 3. Jenot/Milosa Vljevic – Ford Escort RS Mk2 CLASSIFICA CATEGORIA VHRS 1. Baillet/Baillet – Porsche 911 Carrera RS 2. Schön/Giammarino – Porsche 911 SC 3. Euvrard/Paquier – Porsche 911

I vincitori Cazaux/Vilmot (Ford Sierra Cosworth)

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cheroba

NEI PRESSI DI MARSIGLIA IL MUSEO CHE NON TI ASPETTI

LUCI DELLA RIBALTA

Oltre ad essere un visionario imprenditore, Régis Mathieu è un grande appassionato di Porsche, tanto che ha voluto le vetture di Stoccarda nel museo dedicato agli straordinari lampadari creati dell’azienda di famiglia. Ma si è anche ispirato alle innovazioni Porsche per rilanciare la Maison, fondata dal padre Henri nel 1948

di Marco Cortesi



luci della ribalta

L’arte

di reinventarsi è propria del mondo dell’automobile, in cui le necessità cambiano col cambiare dei tempi ed il progredire della tecnologia. Si tratta di un’arte in cui Porsche ha saputo sempre destreggiarsi al meglio, e questo, in fondo, è il motivo che ha portato il costruttore tedesco a diventare uno dei brand più iconici, ma anche più redditizi, dell’intero settore. Dal primo Maggiolino fino al debutto della 911, e poi ancora al rinnovamento che ha portato alla Mission E e alla sua controparte di produzione, la Taycan, a Stoccarda hanno sempre saputo evolvere e ricostruire gli schemi, mantenendo però come filo conduttore la tradizione. Non c’è pertanto da sorprendersi che un personaggio come il transalpino Régis Mathieu, creatore di lampadari d’arte apprezzati in tutto il mondo e capitano di un’azienda dal blasone unico, abbia trovato con Porsche un feeling particolare. Nel museo che ripercorre la storia dei lampadari Mathieu, a Gargas, in Provenza, le Porsche hanno non a caso un posto predominante, in un’inconsueta unione tra capolavori d’arte industriale. Porsche 904 Carrera GTS, 356 Speedster, 911 RS 2.7, 718 RSK e altre vetture storiche riflettono e si accompagnano a creazioni artistiche che spaziano dal classico al moderno.



luci della ribalta

La prima 356, comprata a poco più di vent’anni di età, è stata uno dei pochi sfizi per Mathieu, che sin dalla scomparsa prematura del padre, si era lanciato a capofitto nel lavoro, per salvare un brand storico ma caduto un po’ in disgrazia. Oggi i risultati parlano da soli: a quarantasette anni, l’imprenditore marsigliese ha rivoluzionato il mondo dell’illuminazione e dei lampadari d’autore, prendendo un prodotto che, all’alba degli anni duemila, sembrava diventato desueto e superfluo, e reinventandolo. Entrato in azienda ancora studente, ha trovato una situazione che sembrava segnata: e pensare che la “Lustrerie Mathieu” era arrivata ad avere 200 dipendenti. In poco più di vent’anni è arrivata però una ripresa che non solo ha salvato il business, ma l’ha anche imposto, col suo uomo chiave, come una vera e propria leggenda, premiata perfino dal Governo transalpino col titolo di “Impresa dal patrimonio vivente”. Tra riedizioni di prodotti passati e grandi novità futuristiche, Régis Mathieu è diventato protagonista di un successo globale che ha puntato su un mix tra innovazione e fascino classico. Oltre ad adattare e modernizzare il design, Mathieu ha infatti anche saputo rompere gli schemi più prettamente tecnici, inventandosi ad esempio un tipo di LED in grado di emettere una luce simile a quella di una candela.



luci della ribalta

Oggi i suoi lampadari splendono nella Galleria degli Specchi di Versailles, all’Opera House di Filadelfia e in tante altre location esclusive, ma a far felice Mathieu è anche, ovviamente, la sua eccezionale collezione di auto storiche. Anche per motivi finanziari, per lui il primo acquisto fu il più... economico: un Maggiolino del 1972. Proprio nel Maggiolino, Mathieu rinvenne per la prima volta il barlume di un’idea e di un’attitudine che, evolute e migliorate, rendono tutt’ora le Porsche uniche nel loro genere. Tra le altre sue vetture c’è anche una rarissima Carrera Abarth, progetto affidato da Porsche all’amico di famiglia Carlo Abarth, ma mai andato a buon fine, con pochissimi esemplari prodotti. “Sono anche molto orgoglioso della 904 GTS del 1964, che sono riuscito ad acquistare con solo 1.813 chilometri di vita. Un vero gioiello! La 911 è il modello più emblematico per il marchio Porsche, e sono molto orgoglioso di possedere una 911, appartenuta a Ferry Porsche, e che era presente su tutti i manifesti di quei tempi. Ma la mia auto preferita della collezione rimane la 356... non l’ho più abbandonata.”



luci della ribalta

“Ho sempre amato le cose belle - spiega Mathieu - e anche da ragazzo ero affascinato dalle auto d’epoca: adoravo la Porsche 911. Porsche era un simbolo di successo e velocità. Ma ho anche apprezzato il lato senza pretese del marchio. Mi piace il Maggiolino, economico, affidabile, popolare ma anche esteticamente valido. Poi ho scoperto la 356, ed è stata una rivelazione: è il collegamento tra il Maggiolino e la 911. Da quel momento, l’ho voluta guidare ogni giorno!”


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Un nuovo affascinante concept Hyundai

funzionale Emozione


Presentato a Parigi, “Le Fil Rouge� offre un chiaro indizio sulle linee guida del design Hyundai dei prossimi anni. Questo concept riafferma come passato, presente e futuro della marca coreana siano in costante relazione tra di loro, a prescindere dal periodo storico in cui ci troviamo


emozione funzionale


Sang-yup Lee,

capo del Centro Stile di Hyundai, ha commentato così il battesimo della Le Fil Rouge: “Il nostro obiettivo è quello di far si che la marca venga amata per le grandi emozioni suscitate dal design delle proprie creazioni. Vogliamo modificare il panorama del design automobilistico”. Il nuovo concept vuole infatti introdurre un nuovo approccio della marca coreana al design: il tema “Sensuous Sportiness” verrà integrato in tutte le Hyundai del futuro, dalle berline ai SUV, con il chiaro obiettivo di creare emozioni, valore e appeal. Il nuovo design si appoggia sull’armonia di quattro elementi fondamentali: proporzione, architettura, stile e tecnologia. Le Fil Rouge mostra linee molto proporzionate, basate sul rapporto aureo, un rapporto matematico comune in natura, che ha permesso ai disegnatori di Hyundai di creare un oggetto carismatico e piacevole, che appare figlio della natura stessa. Questa particolare proporzione è stata ottenuta grazie ad un passo macchina allungato, a ruote voluminose e a sbalzi ridotti. La distanza tra le ruote e la base dei finestrini porta oltretutto alla possibilità di creare una posizione di guida di tutto comfort. Hyundai, con Le Fil Rouge, ha lanciato un il nuovo approccio Light Architecture, che reinterpreta gradualmente l’identità storica


emozione funzionale


del marchio. “Le Fil Rouge è una reinterpretazione dello stile nato con la Hyundai Coupe Concept del 1974 – ha affermato Luc Donckerwolke, capo dello Hyundai Design Center – partendo dal nostro DNA, e dalla nostra storia che ha visto creazioni uniche e sportive, diamo il via ad una nuova era per Hyundai”. Il concetto di Light Architecture è responsabile del look dinamico, che conferisce alla vettura un effetto di costante movimento. I montanti dell’anteriore e posteriore, cosi come il tetto, sembrano integrati senza interruzione nella silhouette della vettura, come se l’auto fosse stata disegnata da una singola pennellata. Tube Architecture invece, mescola gentilmente il design degli esterni con quello degli interni, mantenendo coerentemente il carattere sportivo una volta entrati nella vettura. Il principio cardine di Tube Architecture è proprio quello di generare nei clienti le stesse emozioni sia stando al di fuori fuori che all’interno il veicolo. L’architettura degli interni abbraccia infatti i passeggeri, per creare un senso di spazio e di comfort, ed è pensata per soddisfare i bisogni sia del guidatore che dei passeggeri. Il sedile del guidatore è infatti ergonomico, per non far mancare l’aspetto del divertimento nella guida, mentre per i passeggeri va rilevato il grande spazio a disposizione per le gambe, per poter affrontare anche i viaggi più lunghi e stressanti in assoluta comodità.


emozione funzionale

Secondo l’ultima classifica di Best Global Brands, Hyundai è ancora una volta tra i brand più quotati al mondo. Dal 2017 il valore globale del marchio è infatti cresciuto del 3%, raggiungendo il record di 13,5 miliardi di dollari e confermando Hyundai nella “top 40” dei maggiori brand al mondo per il quarto anno consecutivo. Nonostante le difficili condizioni globali, dovute all’incertezza di molti mercati, la Casa coreana si classifica infatti al 36° posto. Inoltre Hyundai mantiene la sesta posizione nella classifica globale dei costruttori automobilistici, a seguito di un lungo periodo di forte crescita, che ha visto la casa quadruplicare il proprio valore dal 2005 a oggi



emozione funzionale


Un altro obiettivo dei progettisti è stato quello di creare una vettura immediatamente riconoscibile, anche da lontano, come una Hyundai. Ciò è stato possibile attraverso una mescolanza di linee morbide ed elementi voluminosi, soprattutto sui lati dell’auto. Ulteriori tratti distintivi si riscontrano all’anteriore, soprattutto grazie alle proporzioni abbondanti e alla griglia futuristica, dall’aspetto tridimensionale. Ma un veicolo non può essere soltanto bello ed emozionante, deve essere anche funzionale. I designer e gli ingegneri di Hyundai non lo hanno certo dimenticato e il sano principio della funzionalità è sempre rimasto nei loro pensieri, cardine attorno al quale far ruotare la creatività: design funzionale uguale a funzionalità piacevole. Infine vanno ricordate alcune altre preziosità della Le Fil Rouge. Ad esempio, prendono ispirazione dalla tecnologia aeronautica i due bocchettoni che soffiano aria nell’abitacolo sfruttando le superfici curve di legno e di altri materiali eco sostenibili (abbondantemente presenti negli interni). Questo dettagli fa del viaggio un’esperienza unica, dando la sensazionedi trovarsi costantemente all’aria aperta. Bello e ricercato anche il display multifunzionale, che consente a che si trova al volante di tenere sotto controllo le varie configurazioni della vettura grazie a comandi semplici e intuitivi.

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chemacchina


Nuova Mazda CX-3 2018 La Mazda CX-3 2018 arriva sul mercato con una serie di miglioramenti tecnologici ed estetici. Ad un design deciso e robusto il SUV compatto Mazda abbina un abitacolo confortevole e una minuziosa attenzione al dettaglio

MAZDA MIA!


mazda mia!

Mazda

da parecchi anni sparge tecnologia a piene mani in tutte le vetture della propria gamma. Prima di addentrarci nella descrizione della CX-3 ci piace registrare un ulteriore interessantissimo passo avanti, il G-Vectoring Control Plus, che sarà disponibile sulle nuove CX-5 che stanno per arrivare dai concessionari giapponesi. Il G-Vectoring Control attuale migliora la stabilità, e il comfort di marcia, attraverso un continuo, preciso e immediato mutamento della distribuzione della coppia sulle ruote anteriori/posteriori. Monitorando costantemente la posizione dello sterzo e della farfalla il sistema trasferisce la coppia motrice dove più serve, con il risultato di una percorrenza in curva fluida e stabile. Ma Mazda ora alza l’asticella con il GVC Plus, che utilizza in maniera intelligente ed autonoma anche i freni. Infatti quando il guidatore sta riallineando la vettura in uscita di curva GVC Plus aziona leggermente i freni delle ruote esterne, smorzando le forze di rollio e garantendo un’uscita di curva confortevole e sicura. E’ un nuovo passo avanti (di cui gode per ora solo la sorella maggiore della CX-3) totalmente coerente con la filosofia del Jinba Ittai, la stretta connessione tra la vettura e chi laconduce, che guida tutte le scelte della Casa del Sol Levante. Tornando a noi, e cioè alla CX-3 2018, c’è subito da dire che mantiene tutto quanto di buono c’era nella precedente versione (ed era parecchio, tanto che oggi L CX-3 è la



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La Mazda CX-3 2018, già disponibile nei saloni Mazda, è in vendita con prezzi a partire da 21.470 Euro con motore benzina SKYACTIV-G 2.0L 121 CV e da 23.070 Euro con motore diesel SKYACTIV-D 115 CV. Questi prezzi riguardano l’allestimento Evolve: serie di cerchi in lega, sistema di frenata di emergenza in città con rilevamento pedoni, clima automatico e sistema infotainment MZD Connect, che può essere integrato a pagamento con le interfacce per Apple CarPlay e Android Auto. Alla versione top di gamma Exceed si affiancano i nuovi allestimenti intermedi Business ed Executive, quest’ultimo impreziosito da nuovi cerchi in lega da 18”

seconda Mazda più venduta in Europa) e aggiunge una serie di migliorie che la rendono una protagonista assoluta del suo segmento. Partiamo dai motori, tutti nuovi e interessanti. La Mazda CX-3 2018 è disponibile con tre motori: un diesel SKYACTIV-D 1.8 litri da 115 CV e due varianti dell’unità a benzina SKYACTIV-G 2.0 litri da 121 CV e da 150 CV . Tutti e tre i motori sono finalizzati ad ottenere prontezza e fedeltà di risposta ai comandi sull’acceleratore e tutti e tre sono omologati secondo il nuovo ciclo di test nell’uso reale quotidiano WLTP/RDE e soddisfano le norme Euro 6d-TEMP sulle emissioni. I propulsori sono accoppiati con un cambio manuale o un cambio automatico, entrambi a 6 rapporti. Il motore diesel può essere abbinato sia alla trazione anteriore che a quella integrale mentre il benzina da 121 CV è abbinato ad una trazione anteriore e quello da 150 CV ad una trazione integrale. I motori dispongono anche di tecnologie destinate a ridurre le fluttuazioni nei consumi dovute al tipo di impiego o alle temperature esterne. Ciò significa una combustione più efficiente, quando il motore è molto sollecitato, come in salita o a pieno carico, e una tecnologia di gestione termica che riduce i consumi in caso di basse temperature. Noi abbiamo potuto provare una vettura spinta dal motore a benzina da 120 cv, che offre una coppia massima di 206 Nm a 2.800 g/min. abbinata un consumo medio (fonte Mazda) di 6.1-6.2 l/100 km ed emissioni di CO2 pari a 140-141 g/km. Ulteriori caratteristiche di questo propulsore



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Puntando a minori consumi, migliori prestazioni e comportamento in marcia più uniforme, la cilindrata del motore diesel è stata aumentata da 1.5 a 1.8 litri. L’unità da 1.759 cc sviluppa 115 CV a 4.000 g/min e una coppia massima di 270 Nm tra i 1.600 e i 2.600 g/min. Abbina un consumo medio di 4,4-5,2 l/100 km ed emissioni di CO2pari a 114-137 g/km. Il motore beneficia di una nuova tecnica di Combustione Rapida Multistadio, basata su iniettori del carburante piezoelettrici multiforo, dalla reazione velocissima; oltre alla iniezione in quattro fasi, la precisione di controllo della fasatura e della quantità dell’iniezione ha ridotto la durata della combustione abbattendo il battito in testa. La sovralimentazione è assicurata da un singolo turbocompressore a geometria variabile. Di maggiori dimensioni, in coerenza con l’aumentata cilindrata, il turbocompressore è in grado di funzionare ottimamente in una gamma più ampia di regimi

comprendono la riduzione degli attriti meccanici, tramite l’ottimizzazione del mantello dei pistoni e l’evoluzione del profilo dei segmenti. Inoltre l’adozione di un sistema di controllo del liquido di raffreddamento per la gestione termica favorisce un riscaldamento da freddo più rapido per ridurre i consumi di carburante. Inoltre, grazie ai nuovi iniettori, l’atomizzazione del carburante a elevata pressione aumenta l’efficienza della combustione ed evita che la benzina aderisca alle pareti della camera di combustione. L’insieme di queste migliorie inoltre aumenta l’economicità nei consumi e riduce drasticamente il particolato nelle emissioni allo scarico. Esteticamente la nuova CX-3 non è cambiata molto. Si conferma la fedeltà al design tradizionale giapponese, che elimina gli elementi superflui per svelare forme armoniche, totalmente in linea con la filosofia stilistica KODO - Soul of Motion del Marchio. La nuova calandra presenta otto barre, abbinate con due linee di diverso spessore; una configurazione che rende il frontale più deciso e gli conferisce un maggior senso di profondità. Il collegamento visivo fra paraurti anteriore cromato e cornici laterali (insieme alla finitura nera lucida di fendinebbia, montanti delle porte e profili laterali) conferisce al nuovo modello un senso di maggiore qualità. Nel complesso la CX-3 appare ben “piazzata”, trasmette senza dubbio un senso di stabilità, ma non convince al 100%. Il profilo sinuoso della fiancata è bello ma porta



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con se una finestratura posteriore estremamente ridotta il che, a nostro parere, combinato con una lunghezza totale contenuta rende l’auto un filo troppo”arroccata” su se stessa. Grazie ad una esclusiva tecnologia di verniciatura la tinta Soul Red Crystal presenta riflessi vivaci e una finitura più profonda e lucente ma sono ben otto le altre colorazioni disponibili: Deep Crystal Blue Mica, Titanium Flash Mica, Jet Black Mica, Snowflake White Pearl Mica, Ceramic Metallic, Machine Grey, Eternal Blue Mica e Artic White. Le nuove ruote in lega d’alluminio multirazze da 18 pollici hanno un bel design possente e scolpito, mentre la lucentezza metallica delle superfici lavorate ben si combina con i profili laterali cromati della carrozzeria. A bordo, gli interni sono privi di elementi non essenziali, in armonia con l’estetica giapponese che per creare bellezza elimina tutto il superfluo, in modo da creare un abitacolo confortevole ed ergonomico, con una ambientazione complessiva coordinata e di qualità. L’adozione di un freno di stazionamento elettrico ha permesso di ridisegnare la consolle centrale con una forma più elegante, che confluisce visivamente nella plancia. E’ poi stato aggiunto un bracciolo imbottito che cela un vano portaoggetti. Anche per i sedili posteriori è stato adottato un bracciolo centrale con portabicchieri integrato, offrendo così agli occupanti maggiore comodità e una postura più stabile anche se lo spazio non può certo dirsi abbondante. I sedili anteriori, in pelle, beneficiano



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Tutti i motori della nuova gamma della Mazda CX-3 2018 sono equipaggiati con il sistema di spegnimento al minimo i-stop Mazda. Le versioni a 4 ruote motrici con motore SKYACTIV-G 2.0 e cambio automatico sono dotate anche di sistema i-ELOOP. Abbreviazione di “Intelligent Energy Loop”, i-ELOOP è un sistema d’avanguardia che immagazzina l’elettricità recuperata in un avanzato condensatore anziché in una batteria dedicata. Il condensatore a doppio strato di grande capacità (EDLC) cattura e immagazzina l’energia molto rapidamente in fase di decelerazione, che dura di solito solo 10 secondi. Utilizzato per far funzionare i sistemi elettrici del veicolo, i-ELOOP può migliorare i consumi reali fino ad un massimo del 10% a seconda delle condizioni di marcia. Il sistema di spegnimento al minimo utilizza l’energia della combustione per riavviare il motore e richiede solo un motorino d’avviamento elettrico per fornire un piccolo spunto nella prima fase del riavvio

dell’impiego di schiuma uretanica a elevato smorzamento nei cuscini di seduta. Ciò migliora il comfort di marcia grazie a un maggiore isolamento, pur facendo percepire al guidatore le informazioni essenziali sul fondo stradale. Anche il capitolo “sicurezza” merita attenzione. La Mazda CX-3 2018 combina la scocca SKYACTIV-Body leggera e ad elevata rigidità con un’ampia gamma di avanzate tecnologie di sicurezza i-ACTIVSENSE. Tra questi il posto d’onore va al regolatore della velocità di crociera radar Mazda (Mazda Radar Cruise Control - MRCC), che calcola la velocità relativa e la distanza dal veicolo che precede e gestisce automaticamente motore e freni per mantenere la vettura a velocità e distanza ottimali da esso. L’evoluto MRCC impiega sia il radar a onde millimetriche che la telecamera anteriore. Ciò ha permesso di ridurre la velocità minima di funzionamento da 30 km/h a 0 km/h. Disponibile su tutti i modelli con cambio automatico, il sistema ora agisce a tutte le velocità e può seguire la vettura che precede anche partendo da fermo. Notevole anche il supporto intelligente alla frenata: il sistema impiega una telecamera sul frontale per rilevare veicoli e pedoni davanti e aiuta ad evitare le collisioni o a mitigarne le conseguenze. La Mazda CX-3 2018 beneficia inoltre di tutte le dotazioni di sicurezza passiva del modello precedente, tra le quali la scocca SKYACTIV ad alta resistenza, il sistema di ritenuta supplementare (Supplemental Restraint



mazda mia!

La Mazda CX-3 2018 viene fornita con un aggiornato sistema di gestione smartphone in opzione per tutti gli esemplari equipaggiati con il sistema umanocentrico multimediale MZD Connect di Mazda. Tale sistema di connettività permette ai possessori di iPhone di godere dell’integrazione Apple CarPlay, che consente durante il viaggio di effettuare in sicurezza telefonate, inviare messaggi, ascoltare Apple Music e ottenere le indicazioni di percorso di Apple Maps tramite Siri o sistema MZD Connect. Come accessorio è disponibile anche l’integrazione Android Auto, che offre una analoga serie di funzioni per chi dispone di smartphone Android mediante Google Voice User Interface o sistema MZD Connect

System - SRS) airbag, sedili posteriori che prevengono la penetrazione dei bagagli nella zona passeggeri, un piantone dello sterzo ad assorbimento d’urto e attacchi ISOFIX per i seggiolini di sicurezza per i bambini. Detto che il motore a benzina, a freddo, è insolitamente rumoroso, in tutta sincerità non riusciamo a trovare molto altri difetti al comportamento della CX-3 2018. La vettura è vivace, reattiva e precisa. Ottima la stabilità: il piccolo suv è agile, addirittura divertente su tracciati misti e presenta trasferimenti di carico contenuti. A questo comportamento più che buono hanno senz’altro contribuito le migliorie apportate alle sospensioni, con montanti MacPherson all’anteriore e barra di torsione al posteriore, mentre l’ingegnoso sistema G-Vectoring Control è stato ulteriormente affinato. Nuove molle elicoidali ed ammortizzatori sono stati adottati sia all’avantreno che al retrotreno, per offrire una migliore risposta alle variazioni nella distribuzione dei pesi, migliore assorbimento degli urti e reazione elastica più costante. In autostrada si fanno apprezzare i sistemi di assitenza e il Mazda Radar Cruise Control. In generale la CX-3 risulta abbastanza confortevole e silenziosa. La rumorosità è stata ridotta con l’aggiunta di uretano alle giunzioni delle porte, ed aumentando lo spessore dei pannelli esterni delle porte e dei cristalli posteriori. Inoltre, è stato aumentato da sei a otto millimetri, lo spessore del rivestimento del padiglione.


caratteristiche tecniche prinicipali

SKYACTIV-G 2.0 (121 CV) (150 CV)

SKYACTIV-G 2.0 (115 CV) diesel

SKYACTIV-D 1.8

Tipo motore

I4 DOHC 16 valvole

I4 DOHC 16 valvole

I4 DOHC 16 valvole

Cilindrata (cm3)

1.998

1.998

1.759

Iniezione carburante

Iniezione diretta

Iniezione diretta

Iniezione diretta

Rapporto di compressione

14,0:1

14,0:1

14,8:1

Sistema di controllo emissioni

Catalizzatore a tre vie

Catalizzatore a tre vie

Catalizzatore ossidante & DPF

Potenza max - kW (CV) / g/min

89 (121) / 6.000

110 (150) / 6.000

85 (115) / 4.000

Coppia max - Nm / g/min

206 / 2.800

206 / 2.800

270 / 1.600 - 2.600

Freni anteriori

A disco ventilato

Freni posteriori

A disco

SospensionI anteriori

Montante MacPherson

Sospensioni posteriori

Assale a barra di torsione

Dimensioni ruote

16 X 6.5J / 18 X 7J

Dimensioni pneumatici

215/60 R16 / 215/50 R18

Lunghezza totale (senza portatarga) - mm

4.275

Larghezza totale - mm

1.765

Altezza totale (con antenna a pinna di squalo) - mm

1.535

Altezza da terra fra gli assali (con carico) - mm

155

CapacitĂ copribagagliaio, sedili alzati (VDA)1 - l

350

CapacitĂ tetto, sedili post abbattuti (VDA)1 - l

1.260

Cambio

6MT 6AT

6MT 6AT

Trazione

ANT/ AWD ANT/ AWD

ANT/ AWD ANT/ AWD

Vel. max (con limitatore) - km/h

192/ 200

187/195

184/181

Accelerazione (0-100 km/h)1 - secs.

9,0/ 8,8

9,9/9,7

9,9/ 10,5 11,0/11,5

Consumi Urbano - l/100 km

7,5/ 8,5

7,2/ 7,7

4,8/ 5,4

5,3/5,6

Consumi Extra urbano - l/100 km

5,4/ 6,1

5,5/6,1

4,1/ 4,5

4,7/5,0

Consumi Combinato - l/100 km

6,2/ 7,0

6,1/6,7

4,4 /4,8

4,9 /5,2

Emissioni CO2 (combinato) - g/km

141/ 160

140/152

114/126

129/137

Norme emissioni

183/179

Euro 6d-TEMP

#ca


chemacchina


Subaru Levorg 2018

Legacy, Revolution, Touring… LEVORG!

“INNOVATIVE TOURER” QUESTO IL CONCETTO ALLA BASE DELLA SUBARU LEVORG, NATA TRE ANNI OR SONO CON L’OBIETTIVO DI CONIUGARE LE PERFORMANCE DI UNA SPORTIVA CON LA VERSATILITÀ DI UTILIZZO DI UNA STATION WAGON… IL TUTTO DANDO LA MASSIMA PRIORITÀ ALLA SICUREZZA DEGLI UTENTI


legacy, revolution, touring… levorg!

Questa

volta partiamo dalle conclusioni! Per essere estremamente sintetici, si potrebbe affermare che Levorg offre grandi contenuti tecnici, riuscendo nell’impresa di far convivere due anime: quella sportiva (ottimo comportamento su strada e look grintoso) e quella funzionale, garantita dal buon comfort e da un bagagliaio che non delude… il tutto condito da eccellenti dotazioni di sicurezza attiva e passiva. Ed è proprio sull’aspetto della sicurezza che Subaru sta insistendo parecchio da alcuni anni a questa parte. Infatti che il concetto di “sicurezza” faccia parte del DNA progettuale di Subaru ce lo provano gli studi iniziati dalla casa delle Pleiadi nel lontano 1965, quando decise di sottoporre le proprie vetture ai primi crash test, passando poi all’introduzione del motore

boxer e di scocche estremamente robuste (la struttura ad anello che coinvolge tetto, porte, montanti e pavimento) e successivamente con l’applicazione, su tutte le sue auto, della trazione integrale permanente Symmetrical AWD. Ma torniamo a Levorg. Al suo debutto, nel 2016, questo modello ottenne il punteggio totale di cinque stelle European New Car Assessment Program (Euro NCAP), superando a pieni voti una serie di test sulla sicurezza preventiva. Il programma di certificazione europeo valuta infatti la sicurezza dei passeggeri adulti, la sicurezza dei passeggeri bambini, la protezione del pedone e le performance del sistema sulla sicurezza generale. Proprio nel 2016 era inoltre stato inserito un nuovo test per verificare la precisione di rilevazione autonoma della presenza di pedoni, al fine di evitare gli investimenti. E il sistema Subaru EyeSight della Levorg dimostrò ottime prestazioni nel corso del nuovo test. L’EyeSight (brevettato da Subaru) è il primo sistema di assistenza alla guida a utilizzare solo le telecamere “stereo” per rilevare oggetti come veicoli, pedoni, ciclisti e motociclisti. Eye Sight monitora costantemente quanto si trova davanti alla vettura e, basandosi sull’elaborazione delle immagini fornite da due telecamere a colori (posizionate nella parte alta del parabrezza) interviene sul sistema VDC (controllo dinamico del veicolo),



legacy, revolution, touring… levorg!

sul motore, sul cambio, sul Cruise Control e su numerose altre funzioni, per adattare al meglio le condizioni di marcia della vettura, avvisare il pilota di potenziali situazioni di pericolo e ad intervenire tempestivamente. Ad esempio, se in una situazione di emergenza il sistema rileva che l’azione frenante messa in atto dal guidatore non è sufficiente, il sistema interviene automaticamente rafforzandola. Detto del sistema EyeSight, va comunque sottolineato che sulla nuova Subaru Levorg 2018 sono applicate tutte le più moderne tecniche e tecnologie in termini di sicurezza attiva e passiva. Ad esempio, è stata modificata la forma degli airbag a tendina (sono di serie assieme agli airbag frontali, laterali anteriori e posteriori e per le ginocchia del conducente)

assicurando così una migliore protezione per la testa dei passeggeri. Nelle porte è stata aggiunta una barra longitudinale di rinforzo mentre non va dimenticato che l’utilizzo del motore boxer congiunto alla progettazione specifica del pianale, fanno sì che in caso di urto frontale, il motore ed il cambio “scivolino” sotto l’abitacolo anziché penetrarvi. Ad innalzare ulteriormente il livello di sicurezza attiva contribuiscono anche le funzioni comprese nell’Advanced Safety Package (di serie per le versioni Sport Style e Sport Unlimited) composto da: • HBA (High Beam Assist): una telecamera posta nello specchietto retrovisore, regola automaticamente i fari abbaglianti, in funzione delle condizioni della strada e del traffico • SRVD (Subaru Rear Veichle Detection): se viene inserito un indicatore di direzione l’SRVD avvisa il pilota della presenza di vetture nei lati ciechi posteriori • RCTA (Rear Cross Trafic Alert): se la vettura lascia una zona di parcheggio a marcia indietro questo sistema avvisa il conducente che ci sono veicoli in avvicinamento Ma la sicurezza di un’automobile parte ovviamente dalle sue doti dinamiche. Levorg risulta piacevole nella guida grazie a indubbie doti telaistiche e ad un’ottima combinazione motore/trasmissione. All’asse anteriore si trova una sospensione MacPherson,


Sulla Levorg esistono 7 marce “virtuali”. In pratica, quando si affonda l’acceleratore oltre il 65% della corsa, invece di utilizzare la progressione lineare e continua del rapporto tra i giri del motore e quello delle ruote, il cambio Lineartronic CVT “salta” parte della rampa, inserendo 7 step in successione, che simulano l’inserimento delle marce. L’accelerazione diventa così più pronta. Lo stesso tipo di marce virtuali viene utilizzato anche se il cambio viene manovrato manualmente con i paddle al volante: i rapporti di trasmissione delle marce sono elettronicamente programmati nella centralina di gestione indipendentemente, in questo caso, dalla posizione del pedale dell’acceleratore


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mentre al posteriore è impiegato uno schema a doppio braccio oscillante; il risultato è una vettura è reattiva in curva e che manifesta sia rollio che beccheggio contenuti. La scocca (composta da 4 diversi tipi di acciai multifase) è stata realizzata per avere elevati valori di rigidezza torsionale, per migliorare la dinamica di guida e anche la sicurezza passiva. Per ottenere questo risultato i tecnici sono intervenuti soprattutto nelle zone nevralgiche come l’attacco del montante anteriore e le giunzioni tra corpo vettura e vano di apertura posteriore. L’unità motrice è a 4 cilindri 1.6 (Euro 6) e mantiene l’architettura “boxer”, tradizionale Subaru, a cilindri orizzontali contrapposti. Si tratta di un motore dalla cubatura contenuta che offre l’iniezione diretta di benzina all’interno delle camere di combustione e un

gruppo di sovralimentazione con turbina di diametro ridotto. Il combinato disposto di queste soluzioni tecniche riesce a far sviluppare a questo propulsore ben 170 CV di potenza, con un utilizzo particolarmente fluido, in un regime tra i 4.800 giri/min e i 5.600 giri/min con una coppia altrettanto corposa di 250 Nm tra i 1.800 giri/min e i 4.800 giri/min. Su questa Subaru è stata inoltre sviluppata una versione ad hoc del cambio a variazione continua della casa delle Pleiadi. Rimane il piccolo convertitore di coppia (per migliorare lo spunto in partenza) che viene poi bloccato da una apposita frizione. Anche adottando uno stile di guida che sfrutti al massimo la generosa coppia motrice ai bassi regimi, questa soluzione consente delle partenze e una marcia a bassissima velocità fluida e senza scossoni. In pratica, a parità di spinta sull’acceleratore, la centralina di gestione è in grado di analizzare l’accelerazione della vettura, utilizzando dapprima solamente il cambio e poi, se la progressione non appare ottimale, facendo progredire i giri del motore. Al cambio Lineartronic è accoppiato un sistema di trazione integrale elettro-idraulico Active Torque Split che, attraverso un piatto di frizioni in bagno d’olio, distribuisce in modo attivo e continuo la coppia motrice tra l’asse anteriore e quello posteriore.


Con la modalità Intelligent, automaticamente selezionata ogni volta che la vettura si avvia, la risposta della vettura è dolce e progressiva, per un elevato comfort di viaggio e un contenimento dei consumi, grazie a risposte più lente della farfalla dell’acceleratore. Quando il guidatore inserisce la modalità Sport la reattività della farfalla è immediata e, ogni volta che si affonda sull’acceleratore, il motore garantisce immediatamente la potenza richiesta. In entrambi i casi se si affonda fino a fondo corsa dell’acceleratore la propulsione garantisce le massime prestazioni


legacy, revolution, touring… levorg!

Parte da una base del 60% all’anteriore e del 40% al posteriore. In caso di totale o parziale perdita di aderenza dell’asse anteriore, le frizioni vengono bloccate in modo che, anche tutta la coppia motrice possa arrivare all’altro asse in presa. Il sistema è anche in grado di correggere la stabilità di marcia in curva. Se per esempio, su fondo viscido, la vettura fosse soggetta a sottosterzo, parte della coppia motrice verrà ridotta all’asse anteriore e “trasferita” all’asse posteriore. In questo modo si riduce il carico sulle ruote anteriori, che possono “recuperare” la traiettoria impostata col volante. Da ricordare anche che un guidatore attento e concentrato impiega circa 0,5 secondi per del sotto o sovrasterzo, mentre questo sistema reagisce in circa 0,1 secondi.

Abbiamo provata a lungo la Levorg 2018, sia in città che in autostrada e pure su impegnative su strade di montagna. Volendo la Levorg è veloce e divertente, agile e precisa grazie ad una risposta rapida e diretta ai movimenti dello sterzo e ad un assetto rigido, ma non tale da penalizzare il comfort di bordo. La tenuta di strada nel complesso è ottima ma se si esagera può capitare che si inneschi un leggero sovrasterzo, facilmente recuperabile anche in virtù dell’assistenza garantita dalla trasmissione “intelligente”. L’abitacolo comodo e ben insonorizzato, in combinazione con le peculiarità del Cruise Control, rendono la guida in autostrada piacevole mentre in città lo sterzo leggero aiuta non poco. L’assetto è abbastanza rigido (quindi si soffre un po’ sulle sconnesse strade delle nostre città) ma retrovisori, assistenze varie e telecamere il più delle volte fanno pensare: “…ma come facevamo a guidare quando non c’erano tutte queste diavolerie?” Le generose dimensioni della Levorg (4,69 metri di lunghezza, 2.65 di passo, 1.78 di larghezza e di 1.48 di altezza) rendono comoda la vita a bordo e hanno permesso ai designer si trovare soluzioni interessanti. Ad esempio il montante allungato verso l’anteriore e gli specchietti esterni ancorati alle portiere, hanno creato lo spazio per una quarta luce laterale anteriore, cosa che indubbiamente migliora la visibilità.


La Levorg 2018 è equipaggiata con il sistema di intrattenimento audio Subaru STARLINK, dotato di display touchscreen a colori da 7” e impianto radioDAB con 6 altoparlanti. Nelle versioni Sport Style e Sport Unlimited lo STARLINK è dotato di sistema di navigazione con scheda SD. La grafica in stile smartphone presenta 4 menù principali: Audio, Telefono, Apps, Impostazioni. Funzione radio DAB con AM/FM, RDS, lettore CD, Bluetooth audio streaming, USB e AUX. L’accesso a questo sistema multimediale non avviene solo grazie alla funzione touch (o con i comandi vocali) ma anche attraverso ai tasti al volante. E’ inoltre installato l’upgrade Gen2.1 del sistema di riconoscimento vocale “Siri Eyes Free”. Questa particolare funzione da la possibilità al pilota di interagire con il proprio iPhone, attivando il sistema con la pressione dell’apposito tasto


legacy, revolution, touring… levorg!

Da parte sua il tetto che si abbassa verso il posteriore crea una linea filante, raccordando con continuità la parte anteriore a quella posteriore. Esternamente la Levorg è gradevole ma manca di una sua spiccata personalità e nel complesso il design risulta “sportivo/aggressivo” piuttosto che elegante.

pertura aerodinamica in materiale sintetico. Il risultato estetico è ottimo e combina la superficie nera lucida del cerchio di alluminio con il grigio scuro e l’argento della copertura. Le versioni Sport Style e Sport Unlimited montano pneumatici 225/45R18 91W su cerchi da 18” in lega leggera d’alluminio.

Però il design guarda molto alla funzionalità e ne guadagna anche la capacità di carico. Il posteriore è studiato nel dettaglio per ottenere un risultato del tutto originale con uno spoiler di grandi dimensioni oltre ad un paraurti pronunciato, al di sotto del quale si notano i due silenziatori di scarico ai lati del diffusore inferiore. La versione Free monta pneumatici 215/50R17 91V su cerchi da 17” in lega leggera d’alluminio con una co-

I tecnici Subaru hanno dedicato agli interni molta parte degli interventi, mirati a rendere la nuova Levorg 2018 più accogliente, silenziosa e sicura. Gli interni neri sono impreziositi da elementi in piano-black, argentati o satinati, e inserti lucidi di metallo, il tutto per accentuare la sportività anche all’interno dell’abitacolo. Il quadro strumenti è caratterizzato da due grandi strumenti circolari analogici, tachimetro e contagiri, in mezzo ai quali è collocato un display LCD da 3,5”. Però la presenza contemporanea di informazioni sul quadro e sui due display centrali in alcune occasioni crea un po’ di imbarazzo e un filo di distrazione dalla strada, perlomeno quando ancora non si è totalmente abituati a questa disposizione. I sedili sono particolarmente accoglienti e avvolgenti in tutte le versioni (moltissime le opzioni di regolazione) mentre dal vano bagagli è possibile abbattere lo schienale del sedile posteriore (frazionabile 40/20/40) per incrementare la capacità di carico. Il piano di carico risulta completamente uniforme e la superficie è piana e regolare.


Per ottenere gli obiettivi di prestazioni significativi interventi hanno riguardato un po’ tutto il motore, a partire dalla testata, dall’inclinazione delle valvole di aspirazione, dalle bielle, dalla forma della camera di combustione per passare a pistoni, all’albero motore fino alla catena di distribuzione. Lo scambiatore di calore dell’intercooler è posizionato sulla sommità del motore boxer e l’ingresso dell’aria fresca troneggia al centro del cofano motore. Questo posizionamento rende esteticamente aggressiva la Subaru Levorg, ma è dovuto al fatto che il cofano anteriore è caratterizzato da un profilo molto basso


legacy, revolution, touring… levorg! caratteristiche tecniche prinicipali

Symmetrical AWD (All-Wheel Drive)

1.6GT EyeSight 1.6GT EyeSight FREE SPORT STYLE Lineartronic

Tipo

1.6GT EyeSight SPORT UNLIMITED

Cilindri orizzontali contrapposti, 4 tempi, turbocompresso, benzina (DOHC 16 valvole)

Alesaggio/Corsa - mm

78,8 × 82,0

Cilindrata - cc

1.600

Rapporto di compressione

11,0

Sistema di alimentazione

Benzina a iniezione diretta (DIT)

Capacità serbatoio - lit.

60

Potenza max (DIN) - kW (CV) / gmin

125 (170) / 4.800 – 5.600

Coppia max (DIN) - Nm (kgfm)/ gmin

250 (25,5) / 1.800 – 4.800

Velocità max - km/h

210

Accelerazione (0-100 km/h) - sec.

8,9

Consumo Urbano - l/100 km

8,5

8,8

Consumo Extra-urbano - l/100 km

6,2

6,3

Consumo Combinato - l/100 km

7,0

7,2

Emissioni CO2 - Urbano - g/km

192

199

Emissioni CO2 - Extra-urbano - g/km

140

144

Emissioni CO - Combinato - g/km

159

164

2

Trasmissione Tipo AWD - Sistema AWD con ripartizione attiva della coppia DIMENSIONI E PESI Lunghezza - mm

4690

Larghezza - mm

1780

Altezza - mm

1485

Passo - mm

2650

Carreggiata - Ant - mm

1530

Carreggiata - Post - mm

1540

1490

TELAIO Sterzo Servosterzo elettrico applicato al pignone della guida Sospensioni (4 ruote indipendenti) - Ant

MacPherson

Sospensioni (4 ruote indipendenti) - Post

A doppio braccio oscillante con molle elicoidali

Raggio di sterzata minimo alle ruote - m

5.4

FRENI Ant

Freni a disco ventilati

Post

Freni a disco ventilati

Dimensioni pneumatico/ruota

215/50R17, 17 x 7.0”J 225/45R18, 18 x 7.5”J


A dare un’immagine da predatore contribuiscono i gruppi ottici anteriori incorniciati da una luce a forma di “C” rovesciata, ormai noti come “Occhi di falco” Subaru, dove i fari abbaglianti, alogeni, utilizzano anch’essi una lente di concentrazione del fascio luminoso. La finitura in carbon look della zona nella quale sono inseriti i fari fendinebbia contribuisce ad aumentare la sensazione di sportività mentre gli elementi laterali del paraurti anteriore, in stile aeronautico, sono ottimizzati per le prestazioni aerodinamiche

#ca


chemacchina

NUOVA BENTLEY BENTAYGA

IL LUSSO OGGI E DOMANI Mentre pensa al lusso del futuro Bentley lancia una versione più sportiva del suv Bentayga, spinto da un potentissimo motore V8. Centro di gravità della gamma Bentayga il nuovo modello V8 combina la ricercata esclusività con la potenza, la guidabilità e l’impronta di una vera Gran Turismo

ELEGANT AUTONOMY di Enuji Choi



il lusso oggi e domani

Come

sarà l’auto di lusso fra trent’anni? O meglio: come sarà declinato il lusso nei veicoli autonomi che ci porteranno a spasso nel 2050 o giù di li? Bella domanda, alla quale Bentley sta cercando di dare una risposta attraverso una stretta collaborazione con il Royal College of Art… mica noccioline! Si tratta infatti della più blasonata università del mondo in fatto di arte e design, classificata al primo posto del settore tra tutti gli istituti del mondo nel 2015, 2016 e 2017. “Tramite questa collaborazione chiediamo ai “millenial” la loro visione del futuro – spiega Stefan Sielaff, direttore del design di Bentley nonché ex-alunno del Royal College – chiediamo loro idee e concetti che ci guidino in nuove e interessanti direzioni. Vogliamo vedere le cose in modo differente, attraverso la mente di questi “nativi digitali” provenienti da tutto il mondo”. Tra i lavori dei 24 studenti del secondo anno che hanno accettato la sfida ne sono stati selezionati 4, che sono parsi particolarmente interessanti e hanno destato particolare attenzione tra i docente del College e tra i membri del “design team” di Bentley. Tutti e quattro sono infatti clamorosamente intriganti e meritano qualche riga. Irene Chiu considera che il lusso sarà sempre più legato allo stare bene e alla larga dallo stress. Irene ha quindi immaginato che il veicolo di lusso del futuro sarà in grado di selezionare i suoni all’interno dell’abitacolo,


LUXURY SOUBNDSCAPES di Irene Chiu (Airglow Creative Studios)


il lusso oggi e domani

bloccando quelli fastidiosi e lasciando filtrare soltanto quelli piacevoli. La tesi, intitolata “LUXURY SOUBNDSCAPES” (letteralmente “Paesaggi acustici di lusso”) dimostra quanto l’ambiente sonoro sarà in grado di influenzare il benessere, la salute e l’esperienza di viaggio dei passeggeri. Rilassante. Il ragionamento di Kate NamGoong, autrice di “MATERIAL HUMANITY” è invece spiazzante. La studentessa ipotizza che, in un mondo ove tutti i veicoli saranno dei robot autonomi, il vero lusso e il vero godimento saranno costituiti dalla possibilità di “guidare” un’automobile “meccanica”… proprio come a noi capita tutti i giorni. Meglio ancora se il “giocattolo” in questione sarà spinto da un buon vecchio e rumoroso motore a pistoni e, come ciliegina sulla

torta, Kate immagina che un ulteriore tocco di gran lusso sarà offrire la possibilità di vedere la meccanica, un po’ come oggi accade con quegli orologi di super-lusso detti “gran complications”. Muscolare. Jack Watson ha invece pescato a piene mani nei 100 anni di storia e di innovazione che Bentley si porta appresso. Il titolo dello studio già dice tutto “STRATOSPHERIC GRAND TOURING”. Jack ipotizza che i viaggi di lusso non saranno limitati ai luoghi dove la gente vive e lavora e ci propone quindi una vera Gran Turismo-Navetta Spaziale. Bella e possibile. Infine Enuji Choi getta uno sguardo sull’importanza che dovranno continuare ad avere l’eleganza e la rigida “etichetta” British anche nei futuri veicoli autonomi, padroni delle “smart cities”. Il lavoro di Enuji è intitolato “ELEGANT AUTONOMY” e si concentra in particolare sui momenti di entrata e di uscita dal veicolo, su come questi passaggi si siano evoluti dai tempi delle carrozze sino ad oggi e su come evolveranno nei prossimi decenni. Prego si accomodi. Tutte visioni del lusso futuro intriganti e da non liquidare con un sorriso… del resto chi avrebbe potuto immagine, solo vent’anni or sono, che il livello di lusso e di comfort di un’automobile avrebbe potuto raggiungere le vette di raffinatezza offerte oggi, nel 2018, dalla Bentley Bentayga?


MATERIAL HUMANITY di Kate NamGoong

STRATOSPHERIC GRAND TOURING di Jack Watson


il lusso oggi e domani

Il

suv dei suv è ora disponibile in una versione decisamente più sportiveggiante, che abbiamo avuto l’opportunità di provare a lungo, spinta da un muscolosissimo 8V a benzina da 4 litri, capace di 550 cavalli e 770 Mn di coppia. Mai come prima questa Bentley riesce a sdoppiarsi e a soddisfare le due anime del brand: lusso e comfort da una parte, potenza e prestazioni dall’altra. Una miscela unica fra prestazioni, eleganza, raffinatezza e potenza: insomma, una vera Gran Turismo celata sotto le massicce forme di un suv. L’estetica della nuova V8 infatti non cambia sostanzialmente rispetto alle versioni conosciute e, a nostro parere, ne mantiene pregi e difetti. Una linea molto, probabilmente troppo, massiccia vede oggi l’arrivo di alcuni dettagli destinati a sottolineare l’anima sportiva di questa nuova versione. Anzitutto l’ampia griglia nera a nido d’ape che domina l’anteriore, contrapposta ai nuovi terminali di scarico “twin-quad” di Bentley. E poi le pinze dei freni sportive rosse per gli impianti frenanti standard anteriore e posteriore,

verniciate con un tono Tornado (uno speciale rosso) resistente alle alte temperature. Infine, Per caratterizzare ancor più l’espressività della vettura sono disponibili ben 11 tipi di cerchi ruota, incluso un cerchio a razze inclinate da 22’’ con finitura verniciata in nero e lucidata. A bordo anche questa V8 trasuda lusso come le sorelle maggiori. Come sempre si apprezzano la meticolosa attenzione riservata alla realizzazione a mano di gran parte degli interni. I clienti possono scegliere fra diversi stili di cuciture a mano incrociate, che mettono in risalto forme dei sedili e dei pannelli delle portiere. Vengono offerte tre innovative opzioni per gli interni: una finitura lucida in fibra di carbonio (che trasmette sportività e sostituisce le superfici in radica tradizionali), un volante in radica pelle e una nuova e ricca pelle in colore rosso Cricket Ball. Secondo la tradizione per sostituire la radica sui pannelli Bentley ha sempre offerto una superficie opaca in fibra di carbonio, incluse la plancia, la consolle centrale e le fasce laterali delle portiere, questa volta invece viene offerta una finitura lucida, che permette di esaltare la trama tecnica della vettura. La pelle Cricket Ball fa il suo debutto nel Bentayga V8. Il nuovo colore si ispira alla tradizionale e profonda tonalità marrone e si integra perfettamente alla gamma di 15 colori interni e cinque colori personalizzati offerti da Bentley. Il cuore del nuovo Bentayga V8 è nuovissimo propulsore V8 da 4 litri, 32 valvole con turbocompressori twin-scroll, localizzati all’interno della “V” del motore.


Per la prima volta, i freni opzionali in carboceramica sono offerti nel Bentayga. L’impianto frenante è il piĂš grande e potente sistema a disco mai montato su una Bentley e pare sia il piĂš grande impianto frenante anteriore disponibile su qualsiasi automobile di serie. I dischi dei freni anteriori misurano 440 mm di diametro, mentre quelli posteriori misurano 370 mm, e sono abbinati a grandi pinze con logo Bentley, ciascuna con 10 pistoncini, che forniscono una forza frenante di circa 6.000 Nm


il lusso oggi e domani

Questo muscoloso V8 sviluppa 550 CV 770 Nm di coppia, per una velocità massima di 290 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi, dato davvero clamoroso considerata la massa della vettura di circa 2.400 chilogrammi. Le prestazioni sono accompagnate da un’autonomia di 746 km, con emissioni di CO2 pari a 260 g/Km. Questa efficienza (11,4 l/100 km) è possibile grazie alla capacità del motore di disattivare quattro dei suoi otto cilindri in determinate condizioni, senza mai compromettere la guidabilità. Da parte sua anche la tecnologia Stop-Start, che contribuisce a ridurre consumi e quantità di emissioni. Il propulsore è accoppiato ad un efficace gruppo cambio, con una reattività eccezionale di 20 millisecondi. Bentayga V8 è disponibile con la tecnologia Bentley Dynamic Ride, il primo sistema elettronico di controllo attivo del rollio da 48V. Questo sistema controbilancia le forze laterali che generano il rollio in curva e garantisce la massima aderenza degli pneu-

matici, offrendo un abitacolo con stabilità ai vertici della categoria, comfort di guida e una maneggevolezza sorprendente viste le dimensioni e il peso. Il sistema adattativo e reattivo di Bentley produce una resistenza torsionale variabile che rende il Bentayga dinamicamente particolarmente performante su qualsiasi tipo di superficie stradale. Il comportamento su strada è garantito da un telaio estremamente sofisticato e al controllo elettronico della stabilità (ESC). Oltre all’evoluto sistema di controllo della trazione a più modalità, il Bentayga è dotato di controllo della velocità in discesa, utilissimo (quasi indispensabile) su superfici innevate. Questo sistema regola automaticamente la velocità della vettura quando si affrontano tratti molto ripidi, consentendo quindi al guidatore di concentrarsi sulla guida e su eventuali ostacoli. La velocità può essere pre-impostata tra 2 e 30km/h (in entrambe le direzioni); il sistema entra in funzione su tratti con pendenza superiore al 5%. Questa intrigante Bentley offre una più che ampia gamma di impostazioni di guida su strada e in fuoristrada grazie al Drive Dynamics Mode di Bentley e alle specifiche opzionali All-Terrain. Sono disponibili fino a otto modalità (quattro su strada e quattro fuoristrada), che consentono ai conducente di selezionare la configurazione dinamica più adatta alla superficie o condizione stradale, semplicemente ruotando un selettore. La specifica All-Terrain permette al cliente di selezionare la modalità di guida


Il Bentayga viene equipaggiato con il servosterzo elettronico (EPAS). Il nuovo sistema migliora la risposta al conducente ed evita contraccolpi al volante, su strada e fuoristrada. Inoltre questo servosterzo elettronico è dotato di un rapporto variabile della cremagliera, che permette di sterzare rapidamente e senza fatica quando si eseguono manovre a bassa velocitĂ . Viceversa lo sterzo garantisce una risposta maggiormente progressiva p alle alte velocitĂ


il lusso oggi e domani

della vettura appropriata per un’ampia gamma di superfici fuoristrada, tra cui Neve e Erba, Sterrato e Ghiaia, Fango e Piste, e Sabbia e Dune. Allo stesso tempo, il pannello informativo del conducente visualizza informazioni su beccheggio, rollio, articolazione delle ruote, angolo di sterzata, rilevamento della bussola e altitudine. Il Bentayga V8 è dotato di sospensioni pneumatiche multimodali. Il guidatore può scegliere tra quattro diverse modalità: High 2, High 1, Normal e Low. Per esempio, la modalità High 2, selezionabile manualmente, è perfetta per affrontare i percorsi fuoristrada più impegnativi. I clienti potranno inoltre abbassare le sospensioni posteriori semplicemente premendo un interruttore nel vano bagagli, per facilitare le operazioni di carico e scarico. Sul fronte assistenza alla guida e infotainment Bentayga propone una serie di innovativi sistemi. Il regolatore di velocità adattivo, che consente al conducente di mantenere una distan-

za predefinita dalla vettura che lo precede, include anche la funzionalità Stop & Go. Il sistema ACC adattivo (predittivo) utilizza i dati forniti dal navigatore, i sensori e le telecamere al fine di prevedere curve, perimetri urbani e limiti di velocità, variando di conseguenza la velocità della vettura. Numerosi sono gli ausili alla guida che il Bentayga V8 offre per la percorrenza su ciclo urbano. Tra questi figurano il sistema di rilevamento della segnaletica stradale, che rileva i segnali stradali e mostra al conducente le relative informazioni, mentre l’avviso di attraversamento posteriore si avvale di tecnologia radar per rilevare attraversamenti all’uscita in retromarcia da un parcheggio. Infine il sistema Top View consente di visualizzare, grazie a quattro telecamere, un’immagine complessiva dei dintorni della vettura. Inoltre, è disponibile il sistema Park Assist, che individua spazi paralleli o perpendicolari adeguati e muove automaticamente lo sterzo per facilitare le manovre di parcheggio. Altri sistemi innovativi comprendono il Night Vision, che si avvale della tecnologia a infrarossi per identificare potenziali ostacoli davanti alla vettura. Il sistema di Infotainment del Bentayga con schermo tattile da 8” include una tecnologia di navigazione leader di categoria, un disco rigido da 60 GB e la possibilità di scegliere fra ben 30 diverse lingue. I passeggeri dei sedili posteriori avranno a disposizione in esclusiva il Bentley Entertainment Tablet: un dispositivo Android



il lusso oggi e domani

dotato di display da 10,2 pollici e connettività 4G, WiFi e Bluetooth che incarna un nuovo concetto di connettività multimediale a bordo. I fortunati possessori di questo gioiello potranno infine scegliere tra tre diversi tipi di impianti audio: Bentley Standard Audio, Bentley Signature Audio e Naim for Bentley Premium Audio. Quest’ultimo è l’impianto più potente della sua categoria, con 1.950 watt, un sistema di 18 altoparlanti e super tweeter per una riproduzione eccellente persino delle frequenze più alte. Su strada questo nuova Bentley non delude e riesce a far convivere perfettamente prestazioni e comfort. Sorprende la maneggevolezza e la facilità di guida anche su percorsi misti. In un ambiente silenzioso che più silenzioso non si può ci si può anche divertire grazie ad un comportamento dinamico ottimo in ogni situazione. Da sottolineare l’eccellente network di assistenze alla guida. Il sistema che vi aiuta a

restare in corsia è talmente preciso ed evoluto che, percorrendo lunghi curvoni autostradali, le continue correzioni ( millimetriche e fluide) permetto in pratica all’auto di percorre autonomamente la curva. Manovra da non fare ovviamente ma il sistema è da applauso. Detto che il sound del V8 è gradevolissimo, va sottolineato che, in modalità Sport, sia il sound che le concrete prestazioni fanno un ulteriore passo in avanti. Le performance risultano eccitanti e ben vengano freni di enormi proporzioni, capaci di rallentare il suv in modo progressivo ed efficace. Ma sia ben chiaro, se volete divertirvi preparatevi a consumi da yacht. Al contrario, se adottate uno stile di guida rilassato Bentayga è capace di essere veramente parsimoniosa. In città Bentayga non mette in imbarazzo (fatte salve le dimensioni da incrociatore) ma un grosso neo lo abbiamo rilevato sul fronte dei sensori radar anteriori, che dovrebbero aiutarvi nelle manovre ma che, inesplicabilmente, si attivano solo quando viene inserita la marcia indietro (e la vettura ”capisce” che state manovrando). Ne consegue che se aspettate di sentire il classico beep (che non arriva) andrete a toccare con l’anteriore. Il lusso, ca va sans dire, è generosamente offerto in ogni dettaglio interno e il comfort in marcia ne risente positivamente. Un dettaglio superlativo tra tutti: i numerosi tipi di massaggio previsti dalle poltrone anteriori (perché di poltrone si tratta, non di sedili). Grande libidine!



il lusso oggi e domani


caratteristiche tecniche prinicipali

MOTORE Tipo V8 biturbo 32 valvole da 4,0 litri Potenza massima 404 kW / 550 CV* a 6.000 giri/min Coppia massima 770 Nm a 1.960-4.500 giri/min. TRASMISSIONE Cambio automatico ZF a otto rapporti, trazione integrale permanente con ripartizione della coppia tra avantreno e retrotreno 40:60 FRENI, CERCHI E PNEUMATICI Freni anteriori Dischi ventilati in metallo da 400 mm Freni posteriori Dischi ventilati in metallo da 380mm Cerchi Opzionali 20’’; standard 21’’; opzionali 22’’ Pneumatici Pirelli 275/50 R20, 285/45 R21, 285/45 ZR21, 285/40 ZR22 STERZO Tipo Servosterzo elettronico a rapporto variabile Diametro di sterzata 12,4 m SOSPENSIONI Anteriori - Doppi bracci trasversali 4-link, barra antirollio con sistema elettrico di controllo attivo da 48V opzionale Posteriori - Multi-link trapezoidali, barra antirollio con sistema elettrico di controllo attivo da 48V opzionale Sospensioni pneumatiche autolivellanti, con controllo costante degli ammortizzatori (CDC) DIMENSIONI Lunghezza totale 5140 mm Larghezza (carrozzeria) 1.998 mm Larghezza (specchietti inclusi) 2224 mm Altezza totale 1.742 mm Capacità serbatoio 85 litri Peso in ordine di marcia (UE) 2395 kg (variante a cinque posti) Peso lordo veicolo 3.250 kg PRESTAZIONI valori provvisori e soggetti a omologazione Velocità massima 290 km/h 0-100 km/h 4,5 secondi CONSUMO DI CARBURANTE (ciclo EU) valori provvisori e soggetti a omologazione Urbano 15,6 litri/100 km Extraurbano 9,0 litri/100 km Misto 11,4 litri/100 km Emissioni CO2 260 g/km Normative su Emissioni EU 6

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Tra film, auto mitiche e futuribili concept

Chitty Chitty Bang


g Bang

Viaggiando tra California e Inghilterra alla scoperta di una storia curiosa, fatta di incredibili connessioni … e c’è Mercedes al centro del triangolo di Marco Cortesi

Non

crediamo possano esistere luoghi tanto diversi tra loro quanto Pebble Beach (California-USA), Canterbury (Hampshire_UK) e Beaulieu (Hampshire - UK). Tanto assolato e glamour il primo quanto uggiose e riservate le due città inglesi. Eppure in questo 2018 che volge al tramonto c’è stato un sottile comune denominatore a legare le tre località: Mercedes. Un paio di mesi or sono, alla Car Week di Monterrey (Pebble Beach), Mercedes ha proposto una concept car che richiama, nel concetto e nelle forme, vetture del passato. Anzitutto, ed esplicitamente, la Mercedes W125 del 1937… ma noi abbiamo scovato anche un’altra clamorosa somiglianza, quella con la Chitty Bang Bang del 1921.


chitty chitty bang bang

E’ una storia che merita di essere raccontata quella della Chitty Bang Bang: l’origine del nome non è certa, ma si crede possa derivare da una canzone dei soldati durante la prima guerra mondiale o più semplicemente dal caratteristico (ed esageratissimo) rumore del motore. Quello che è certo è che il telaio di questa ultrapotente monoposto era derivato da una Mercedes e il motore era un Maybach di derivazione aeronautica, un 6 cilindri da ben 23 litri! Le Chitty (ne furono costruite in successione parecchie versioni) erano dovute alle fervida immaginazione del conte inglese Louis Zborowski e dal suo ingegnere di fiducia Clive Gallop. Realizzata nella residenza del conte a Canterbury (nel Kent) la prima Chitty si distinse in alcune competizioni a Brooklands, oltre che in alcune gare di accelerazione sulla spiaggia di Pendine Sands. La sua breve carriera terminò ingloriosamente con un incidente nel “22 a Brooklands. Ne furono costruite altre (di cui parliamo a parte) ma il singolare nome deve la sua fama planetaria ad un altro motivo. Accadde infatti, nel 1968, che la vecchia Chitty Bang Bang fornì l’ispirazione per un film di gran successo, chiamato per l’appunto “Chitty Chitty Bang Bang”. Tratto da un romanzo di Ian Fleming, lo stesso autore e inventore di 007, il film entrò nella top-10 al botteghino del 1969, trovando unanimi pareri positivi tra il pubblico e la critica. Si trattava di un musical dedicato ai bambini ma che, in un’epoca di grandi cambiamenti e dibattiti, riscosse i favori anche di tanti adulti, che ne apprezzavano la spensieratezza e la semplicità. Per certi versi simile ad una commedia

Il conte Zborowski al volante della mastodontica Chitty bang bang del 1921


L’avveniristico concept Vision EQ Silver Arrow, presentato da Mercedes in agosto a Pebble Beach

La fantasiosa Chitty Chitty Bang Bang realizzata per il film del 1968‌ era in grado di volare e di navigare!


chitty chitty bang bang

disneyana, narrava la storia di due bambini a bordo di una vettura fantascientifica, chiamata Chitty Chitty Bang Bang, che era in grado di volare e navigare. Protagonista l’inventore Caractacus Potts, ovvero Dick Van Dyke, diventato celebre come Bert, lo spazzacamino di Mary Poppins. Ed è a questo punto che la nostra storia atterra finalmente a Beaulieu, nell’Hampshire. Per festeggiare i 50 anni dall’uscita del film, il British National Motor Museum di Beaulieu, ha infatti dedicato al film una interessante mostra, che vede presente un paio delle vetture di scena originali costruite all’epoca dall’Alan Mann Racing. Presenti anche i costumi originali dei personaggi e le rappresentazioni a grandezza naturale di questi ultimi. La Chitty Chutty Bang Bang non vola davvero ma, ancora oggi, non manca di far sorridere e sognare. Invece sembra una scultura, una bellissima scultura, la nuova Mercedes Vision EQ Silver Arrow, che ha ammaliato migliaia di visitatori in California. A ben vedere le similarità estetiche tra la Chitty del 1921 e la Vision EQ Silver Arrow sono sorprendenti: dimensioni imponenti, layout monoposto, guida arretrata, muso lunghissimo, potenza e coppia strabilianti. Ma nonostante la somiglianza esteriore e la comune voglia di sorprendere, emerge chiaramente la differenza tra le due epoche, enfatizzata dalla silenziosità tipica dell’elettrico. Chitty Bang Bang era infatti così rumorosa che Zborowski, in un’epoca in cui la sensibilità ambientale non era certo ai massimi, si vide vietare l’ingresso tra le mura della città di Canterbury. A quasi cent’anni di distanza le regole



chitty chitty bang bang

Dopo l’incidente di Brooklands la Chitty del 1921 fu modificata in una versione a due posti e partecipò a qualche competizione. Successivamente ebbe un incidente passò nella proprietà dei figli di Arthur Conan Doyle. La Chitty 2 non ebbe successo, aveva un passo più corto, un motore aeronautico Benz IV da 18,8 litri e prese parte ad una spedizione nel deserto del Sahara nel 1922. La Chitty 3 (anch’essa basata su telaio e motore aeronautico Mercedes) fece registrare un record sul giro a Brooklands alla media di 112,68 miglia orarie. Infine la Chitty 4 fu la più potente auto di Louis Zborowski. Detta anche Higham Special, utilizzava un motore aeronautico V12 Liberty da 450 hp di 27 litri di cilindrata. Non ancora completamente sviluppata alla morte di Zborowski (novembre 1924) venne acquistata da J.G. ParryThomas per 125 sterline.



chitty chitty bang bang

si sono fatte ancor più restrittive e le linee guida sono dettate dalla necessità di garantire un futuro sostenibile. La tecnologia, che un secolo fa era riversata sulla ricerca “bruta” di prestazioni, oggi mira a facilitare la nostra vita di tutti i giorni. Vision EQ Silver Arrow è un concept futuristico, dotato di struttura in materiali compositi, ma che, considerando la rapidità con l’industria automobilistica propone nuove soluzioni di mobilità, potrebbe essere tutt’altro che fantascientifica. E’ vero, la Vision EQ Silver Arrow sembra una nave spaziale: il design, come detto, è figlio dei riferimenti alla W125 degli anni trenta, un’auto da record che ha un suo prestigioso posto nella storia della Stella. Di “spaziale” però c’è molto altro. L’unità motrice sviluppa 750 cavalli e l’accumulatore piatto, montato nel sottoscocca, ha una capacità utile di circa 80 kWh, che si traducono in 400 chilometri di autonomia nel ciclo WLTP. Un valore considerato un reale obiettivo da raggiungere da parte della grande maggioranza dei produttori di veicoli elettrici. Anche l’interno, così come la linea esterna, vede la coesistenza tra il classico, con l’alluminio lucidato, il legno e la pelle color marrone cuoio, e la modernità delle soluzioni high-tech. Una in particolare lascia strabiliati: sullo schermo viene proiettata una rappresentazione 3D dell’ambiente circostante, e visualizza un circuito di gara virtuale su quello reale. Il pilota vede l’avversario davanti o dietro a sé come “ghost”, e la funzione di assistenza «Virtual Race Coach», fornendo indicazioni al pilota durante la corsa, lo aiuta a migliorare le prestazioni.


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A Carrara la grande festa del fuoristrada

VIVA LA

LIBERTA’ CON 200 BRAND PRESENTI È ORMAI TRA LE PIÙ BLASONATE RASSEGNE SPECIALIZZATE D’EUROPA. L’EDIZIONE 2018 DI 4X4FEST HA LETTERALMENTE FATTO IL BOTTO! NELL’OCCASIONE ABBIAMO FATTO IL PUNTO DEL MOVIMENTO FUORISTRADISTICO CON MARCO PACINI, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA FUORISTRADA


viva la libertà

“La

passione per il fuoristrada nasce sostanzialmente da un’esigenza di libertà, dalla possibilità di esplorare luoghi e paesi diversi ma anche, in un contesto più domestico, di approfondire la conoscenza del territorio dove si è nati e dove si vive che, inevitabilmente, conosciamo solo attraverso le arterie asfaltate, e soltanto da quel “punto di vista”. In un certo senso il fuoristrada permette di scoprire un’altra faccia della viabilità e nel momento in cui la si scopre… scatta la passione!“

A parlare così è Marco Pacini. Toscano verace, venuto su a pane e off road, Pacini è da qualche tempo dinamico presidente della Federazione Italiana Fuoristrada (FIF) e, come tale, partner insostituibile e affidabilissimo nell’organizzazione di 4x4Fest, la kermesse che ad ogni autunno concentra su Carrara decine di migliaia di appassionati italiani e non. Ed è proprio in occasione della fiera toscana che lo abbiamo voluto incontrare per fare il punto sul fuoristrada in Italia.

“Da passione scaturiscono poi una serie di “effetti collaterali”, che permettono di vivere il fuoristrada come sport o semplicemente come momento di aggregazione e condivisione di una passione comune. La FIF oggi rappresenta ben 230 Club con 8.500 tesserati, in un contesto di 12/13.000 praticanti in totale. Ciò significa che c’è ancora una larga fetta di appassionati che ancora utilizza il proprio mezzo fuoristrada “in navigazione solitaria”, senza condividere con altri le proprie esperienze. Invece i Club per noi sono estremamente importanti in quanto , sui vari territori, rappresentano un baluardo per il rispetto delle regole e soprattutto il mezzo per trasmettere l’essenza vera della nostra passione: il fuoristrada non è un “fine” ma è un “mezzo” e quindi non si tratta di avere il veicolo superpreparato o nuovissimo… “. Certo, ma senza un buona vettura non si va da nessuna parte… “Vero. Ma fare fuoristrada non significa acquistare un veicolo e prepararlo, non si è fuoristradista solo in virtù del possesso di un veicolo. Essere fuoristradista è soprattutto un modo di pensare e non significa affrontare, sempre e comunque, ostacoli sempre più difficili; questa semmai è una conseguenza ma non la vera natura della “passione”. I Club sono importanti proprio per questo: perché sono una scuola, permettono ai giovani di avvicinarsi, condividere esperienze, educare la propria passione e imparare ad essere un vero fuoristradista”. Il fuoristrada però per migliaia di italiani, ormai non è più solo una passione ma è


“La diciottesima 4x4Fest si è rivelata la migliore edizione di sempre – ha spiegato Fabio Felici, Presidente di IMM CarraraFiere – sia in termini di gradimento dei visitatori, che stanno, felicemente, condividendo sui nostri social l’apprezzamento per la qualità dei circuiti e dell’accessoristica offerta, sia in termini di espositori che ci comunicano la loro soddisfazione per un’edizione che ha fatto, qualitativamente, un salto in avanti”. Per celebrare adeguatamente la diciottesima edizione di 4x4Fest, CarraraFiere ha conferito una targa celebrativa ai 42 Espositori fedeli alla manifestazione da dieci anni e più


viva la libertà

Nell’ambito di 4x4Fest, la Federazione Italiana Fuoristrada ha conferito al pneumatico BFGOODRICH MUD-TERRAIN T/A KM3 il premio “Best Innovation approved by FIF” per il suo utilizzo in condizioni estreme. BFGoodrich ha introdotto in questo nuovo pneumatico tecnologie che migliorano ulteriormente le prestazioni in arrampicata, motricità e robustezza su terreni fangosi e rocce. Ultima innovazione tecnologica BFGoodrich in 40 anni di storia off-road, il pneumatico KM3 è stato concepito per una robustezza e una motricità ottimali e costituisce un equipaggiamento essenziale per gli appassionati di fuoristrada



viva la libertà

divenuto un vero lavoro. “Si per molti è un lavoro ma questo aspetto non riguarda la FIF. Noi siamo riusciti (e sono passati 45 anni dalla nostra fondazione) a rimanere su un piano di assoluto volontariato. Tutti i membri della FIF, dai dirigenti agli istruttori, agli organizzatori, prestano volontariamente e gratuitamente il loro tempo e la loro competenza. La struttura della FIF è grande e importante e a disposizione tesserati ci sono una serie di servizi che vengono ovviamente ricompensati. Un altro aspetto rilevante (e strettamente commerciale) della nostra attività si rivolge alle Case automobilistiche, a Enti, Organizzazioni e Aziende per le quali organizziamo apprezzati corsi di guida off road. La FIF è nata nel 1973 e nel 1982 è sorta la nostra Scuola Federale, ormai la più importante e qualificata a livello europeo. Ad oggi abbiamo 180 istruttori, iscritti ad un albo, affidabili e costantemente aggiornati attraverso corsi specifici.”

Qual è il sogno segreto del presidente della FIF? “Il sogno è quello di riuscire a far capire al grande pubblico che il fuoristrada non è devastazione. Purtroppo c’è la tendenza (anche da parte dei mass media) di identificare l’eventuale malcostume del conducente con la tipologia del veicolo. Spesso ci capita di leggere “SUV travolge…” ecc. . Al di la del fatto che spesso si fa confusione tra SUV e fuoristrada, resta di fondo una criminalizzazione di questo tipo di automobili. … quando in realtà anche una Panda ti può uccidere! Io spero che tutte queste iniziative della FIF possa servire. Noi siamo molto attivi sul fronte dell’istruzione e della educazione e approfitto dell’occasione anche per ribadire alle Case automobilistiche, e alle loro reti commerciali, che andrebbe ben specificato che un fuoristrada è un veicolo che consente molto ma che può nascondere delle insidie. E’ molto pesante, è molto alto da terra… e quindi necessita di competenza e di corsi di guida appropriati. Altrimenti si rischia di innescare un meccanismo pericoloso: se io compro un fuoristrada pensando che potrò andare a sciare in tutta tranquillità poi (se non ho un’adeguata preparazione) mi ritrovo in situazioni, anche pericolose, che non so gestire”. Lei ha spesso accennato al fatto che la passione per il fuoristrada è tuttora una “nicchia”. Ma in Italia abbiamo migliaia di chilometri di catene montuose e migliaia di utenti usano i mezzi 4x4 per lavoro e per gli spostamenti quotidiani su territori impervi. Come mai allora il fuoristrada in Italia è ancora una “nicchia”? “Perché ciò che rema contro sono le disposizioni legislative, in quanto frutto del


Quest’anno il tradizionale Tour delle Cave si è raddoppiato, offrendo due appuntamenti distinti: la tradizionale visita alle Cave di Marmo di Fantiscritti e il Nuovo Tour alle Cave di Marmo Apuane, più tecnico e “100% off-road”, riservato solo ai fuoristrada “duri e puri” con ridotte. L’inedito tour ha portato alla scoperta della Cava 37 Fossagrande, mai visitata in precedenza dal pubblico (e men che meno da mezzi a quattro ruote) lungo un percorso in forte pendenza che ha richiesto altissima attenzione e grande abilità. Le auto registrate per questi tour (realizzati con il supporto FIF) sono state ben 117. Poco lontano da Carrara si è anche svolto il 7° Raduno Ufficiale Suzuki 4x4, con partenza da Castelnuovo Magra e le fasi clou nel Carrarese


viva la libertĂ


Per festeggiare i diciotto anni del Salone principe della vettura integrale, quest’anno 4x4Fest di Carrara ha offerto agli appassionati con un calendario ricco di intrattenimenti, novità e nuove proposte delle Case, incluse tre anteprime nazionali. Sono cresciute le presenze degli espositori e la pista esterna è risultata molto più tecnica. Sono stati anche organizzati Tour e Raduni differenziati per ogni esigenza e capacità, corsi di guida e la prima edizione di MotoCross Fest…. e non sono mancati convegni e talk show. 4x4Fest è organizzata da Carrara Fiere in collaborazione e con il supporto tecnico di F.I.F. (Federazione Italiana Fuoristrada) e con la partecipazione di ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani), CSEN Nazionale e UISP (Unione Italiana Sport per Tutti)


viva la libertà

tentativo da parte delle Amministrazioni di tamponare un fenomeno che non conoscono. Scontiamo la mancanza di una profonda promozione nel tessuto sociale e l’incapacità di farsi ben comprendere da chi poi legifera. Ad esempio: l’arco Alpino è un mondo bellissimo, che potrebbe essere ancora più conosciuto e apprezzato attraverso le auto fuoristrada, ma che è quasi totalmente inibito al traffico veicolare. Resta la catena degli Appennini, che costituisce la nostra palestra principale, e le due isole maggiori, che sono molto importanti dal nostro punto di vista perché meno cementificate e con zone dove si può praticare il fuoristrada con grande libertà. E collegato a questi aspetti arriva il secondo sogno”.

Che sarebbe? “Realizzare un viaggio, una grande avventura a cui stiamo lavorando da un po’ di tempo. Facendo leva su tutti i nostri club, ben radicati nei loro rispettivi territori, vorremmo organizzare un viaggio in carovana che attraversi tutta la penisola, utilizzando soltanto percorsi sterrati, la cosiddetta viabilità alternativa. E’ un’iniziativa che oltretutto potrebbe portare un po’ di turismo specializzato nel nostro Paese e al contempo valorizzare territori e paesaggi splendidi e mai toccati dagli itinerari tradizionali”.

E in attesa di questa grande “cavalcata italiana” per ora godiamoci il 4x4fest di Carrara. Quest’anno sono stati oltre 33.000 gli appassionati che hanno raggiunto Carrara da ogni parte d’Italia, con un’alta percentuale di persone che hanno visitato 4x4Fest per la prima volta. Secondo un’indagine effettuata da Carrara Fiere, un’alta percentuale è stata rappresentata da visitatori storici, a cui si è aggiunta un’importanti fetta di pubblico giovane, che si è avvicinato per la prima volta al mondo dell’off road. Sono stati registrati il 37% di visitatori provenienti dal Nord Italia, il 47% dal Centro e il restante 14% dal Sud Italia. E poi parecchi visitatori esteri, soprattutto di provenienza inglese, svizzera e francese. Con 52.000 mq. totali (di cui 20.000 adibiti all’area pista esterna per test drive e show) e con 200 marchi presenti (di cui 169 diretti e 31 indiretti), l’edizione 2018 della 4x4Fest 2018 ha letteralmente fatto il botto ! 17 le regioni italiane rappresentate (in testa Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Lazio) ma numerose anche le presenze estere (USA, Gran Bretagna, Australia, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Malaysia, Olanda, Sud Africa, Spagna, Svizzera, Taiwan e Thailandia). Suzuki, Toyota e Jeep sono state le Case presenti direttamente mentre erano rappresentate attraverso la rete Dacia-Renault, Land Rover, Mazda, Mercedes e Mitsubishi. Tre infine le anteprime nazionali: Mercedes Classe G, la nuova Vitara Suzuki e Hilux Executive+ di Toyota.


Altra nota interessante del 4x4Fest 2018 è stato il primo Raduno “Rosa Integrale”, nato per offrire spazio e opportunità di confronto alle fuoristradiste che, tra l’altro, avevano a disposizione un’area ad hoc allestita all’interno del Salone e la possibilità di effettuare test drive dedicati. I cinque equipaggi “Rosa Integrale” (su Toyota, Land Rover Defender, Suzuki Vitara e Jeep Wrangler) che hanno partecipato al Raduno Nazionale CarraraFest si sono distinti per preparazione tecnica dei mezzi, capacità fuoristradistiche ed organizzative, confermando (se ce n’era bisogno) che le donne al volante di mezzi 4x4 non sono seconde a nessuno

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CONTENUTO PUBBLIREDAZIONALE

Tenneco fornisce sistemi di sospensioni al SUV Jaguar E-PACE

COMFORT E SICUREZZA

I PIÙ RECENTI SISTEMI DI SOSPENSIONI SEMI-ATTIVE MONROE CONSENTONO DI BENEFICIARE DI UN COMFORT DI ALTO LIVELLO, DEL MASSIMO CONTROLLO E DELLA LIBERTÀ DI SELEZIONARE IL TIPO DI GUIDA PIÙ ADATTO ALLE PROPRIE ESIGENZE

WWW.MONROEINTELLIGENTSUSPENSION.COM


comfort e sicurezza

L’

estate appena trascorsa ha portato una serie di interessanti aggiornamenti per la Jaguar E-Pace, il “mid” suv della casa inglese. E-Pace sta conquistando fette di mercato sempre maggiori in un segmento altamente competitivo e oggi può vantarsi di essere disponibile con un nuovo propulsore pulito e potente (4 cilindri, 2 litri turbo, 200 cavalli per un consumo medio – stimato dal costruttore – di 8,2 litri per 100 chilometri).

Ma la cosa che rende ancora più esclusivo questo suv britannico è l’arrivo di una nuova (e sorprendente) tecnologia delle sospensioni, fornita da Tenneco. Il montante anteriore e l’ammortizzatore posteriore classici di Tenneco sono infatti equi-

paggiamento di serie del veicolo, mentre il sistema di sospensioni Semi-Attive Costantemente Variabili (CVSAe) del portafoglio Sospensioni Monroe® Intelligenti, è incluso nel pacchetto Adaptive Dynamics di JLR. L’impianto Tenneco CVSAe, uno dei sistemi di sospensioni tecnologicamente avanzati più collaudati degli ultimi dieci anni, rileva le condizioni di guida e della strada in tempo reale, regolando ogni ammortizzatore in modo indipendente per garantire un’esperienza di guida più confortevole e consentire un maggiore controllo. E questo sistema funziona alla perfezione sulle Jaguar E-Pace dotate del pacchetto Adaptive Dynamic. “Regolando continuamente i livelli degli ammortizzatori, la tecnologia ingegneristica di precisione di Tenneco CVSAe offre al conducente un equilibrio ottimale fra comfort e facilità di utilizzo,” ha detto Neville Rudd, vice presidente senior di Tenneco Ride Performance. “Il segmento dei SUV compatti è competitivo e in forte crescita, e le soluzioni tecnologicamente avanzate delle sospensioni Tenneco forniscono ai produttori un modo per differenziare i propri modelli sul mercato. Inoltre, i clienti possono beneficiare di un



comfort e sicurezza

comfort di alto livello, del massimo controllo e della libertà di selezionare il tipo di guida più adatto alle loro esigenze”. Tenneco è un’azienda leader nella produzione di sistemi per il controllo dell’assetto di guida e offre ai produttori di veicoli una gamma sistemi di sospensione passivi all’avanguardia. Il montante anteriore e l’ammortizzatore posteriore della Jaguar E-Pace provengono dagli impianti di produzione di Gliwice, Polonia e

Hodkovice, Repubblica Ceca, mentre il sistema di sospensioni CVSAe arriva dall’impianto di produzione di Ermua, Spagna. Ma l’estate ha portato buone notizie anche per i clienti Mercedes e in special modo per coloro che scelgono la nuova classe G.

Infatti Tenneco ha recentemente annunciato che la nuova fuoristrada della “stella” adotta di primo equipaggiamento le sospensioni semiattive a variazione continua CVSA2. Questo impianto è di serie sulla AMG G 63 e offerto invece come optional sulla G 350d e sulla G 500. Il CVSA2 è un sistema di sospensioni semi-attive disegnato attorno ad un leggerissimo ammortizzatore che presenta due valvole elettro-idrauliche (montate esternamente) che, in modo indipendente, controllano la compressione e l’estensione dell’ammortizzatore. Questa tecnologia permette di scegliere tra varie soluzioni, comportano un miglioramento del comfort, della maneggevolezza e della stabilità del veicolo. “Le nostre ricerche tra i consumatori ci dicono che c’è sempre maggiore richiesta di sistemi di sospensioni avanzati, in differenti segmenti di vetture.” ha affermato Martin Hendricks, capo del dipartimento Ride Performance di Tenneco. “Uno dei nostri impianti più avanzati ed efficienti, il CVSA2, è perfetto per i grandi suv, essendo in grado di offrie incredibili performance in termini di dinamica di marcia e allo stesso tempo di comfort”.



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L’Omino Michelin compie 120 anni

nunc est bibendum FEDELE A SE STESSO NELL’INDOLE E NEGLI OBIETTIVI, OLTRE CHE IMMEDIATAMENTE RICONOSCIBILE, L’OMINO MICHELIN NON HA MAI SMESSO DI MUTARE ASPETTO NEL CORSO DI PIÙ DI UN SECOLO



nunc est bibendum

In

occasione della Esposizione Universale e Coloniale di Lione del 1894, monsieur Édouard Michelin, osservando una pila di pneumatici disposti artisticamente, ebbe una geniale idea: “Guarda, con un paio di braccia in più sembrerebbe un omino!” Questa frase fu l’inizio di tutto, di una magia avventura che ancora oggi, a 120 anni di distanza, non pare avere fine. Ma bisognerà attendere 4 anni, sino al 1898, per celebrare la nascita ufficiale dell’Omino. Fu l’artista Marius Rossillon, conosciuto con il nome d’arte di “O’Galop”, a realizzare il personaggio che da allora accompagna generazioni di viaggiatori, rendendolo protagonista di uno straordinario manifesto dal titolo “Nunc est Bibendum” (“Adesso bisogna bere”), in cui cita l’Ode di Orazio per affermare che, in pratica, il pneumatico Michelin “beve” ogni ostacolo. L’Omino Michelin suscitò subito simpatia e da allora iniziò sistematicamente ad apparire su ogni canale pubblicitario, impegnato a fornire informazioni tecniche relative all’uso corretto del pneumatico. O’Galop fu stato pertanto il primo a dar vita all’Omino Michelin, ma Bibendum, nel suo lungo percorso, ha acquisito una personalità umana forte, divertente ed estroversa anche grazie ad altri grandi nomi del mondo del design pubblicitario, come Hautot, Grand Aigle, Riz, Cousyn e René Vincent, ognuno dei quali gli conferito un proprio stile e proprie idee, sviluppandolo in forme e design diversi. Ma per rendere l’Omino Michelin facilmente riconoscibile a tutti, era necessario


1898: 1901: 1920: 1986: 2000: 2009: 2017: 2018:

Nascita del personaggio da un disegno del fumettista O’Galop Spuntano le gambe all’Omino Michelin, di cui fino ad oggi si vedeva solo il busto L’Omino Michelin èuna star internazionale La campagna pubblicitaria dell’agenzia francese BDDP fornisce ulteriore conferma della popolarità del personaggio L’Omino Michelin viene votato miglior logo di tutti i tempi dal Financial Times Diventa un personaggio in 3D Prima campagna pubblicitaria mondiale: “Il giusto pneumatico cambia tutto” Nuova identità visiva: l’Omino Michelin torna al 2D, in linea con il nuovo essenziale “flat design” L’Omino Michelin compie 120 anni


nunc est bibendum

uniformarne l’immagine. L’obiettivo fu raggiunto allorquando, negli anni venti, gli artisti dediti a Bibendum furono infine invitati a lavorare nello studio grafico Michelin. Con un numero ben preciso di pneumatici come struttura per il corpo e forme definite, a poco a poco l’Omino Michelin divenne il personaggio conosciuto in tutto il mondo: sorridente, gentile, protettivo e pronto ad aiutare ogni utente della strada e a risolvere ogni suo problema. Lo sviluppo dell’Omino Michelin dice molto della storia dell’industria dell’automobile. All’inizio, i suoi tratti rispecchiano quelli dell’unica classe sociale che poteva permettersi i nuovi mezzi di trasporto (monocolo, sigaro, anello con sigillo, gemelli). Più avanti, grazie alla diminuzione dei prezzi delle automobili, ormai più accessibili, l’Omino Michelin abbandonò gli accessori, diventando per tutti un compagno di viaggio amichevole e ideale. Anche in campo internazionale la carriera di Bibendum cominciò molto presto. Conosciuto in tutto il mondo sin dagli anni Venti, il suo successo continuò a crescere fino ad essere sancito dal massimo tributo ricevuto nel 2000, quando viene riconosciuto “miglior logo di tutti i tempi” da una giuria di esperti del Financial Times. Quello stesso anno, l’Omino Michelin diventa tridimensionale, grazie ad un design high-tech in 3D, che ne sottolinea la predisposizione per l’innovazione e la tecnologia. Per il 120o compleanno dell’Omino Michelin, L’Aventure Michelin, un luogo unico, aperto a tutti, che custodisce e testimonia la storia e il patrimonio culturale del Gruppo, celebra l’evento con una mostra dedicata, fino al 31 dicembre 2018.


Fin dalla sua fondazione, nel 1889, Michelin è dedita alla produzione e commercializzazione di pneumatici per tutti i tipi di veicoli. Inoltre, Michelin ci accompagna con un’ampia gamma di carte e atlanti stradali, guide turistiche, guide alberghi-ristoranti, il sito Internet viamichelin.it e app e sviluppa materiali ad alta tecnologia per l’industria della mobilità. Il Gruppo ha sede a Clermont-Ferrand (Francia), è presente in 171 Paesi e ha 70 siti produttivi in 17 paesi diversi, che hanno prodotto 190 milioni di pneumatici (2017). Oggi in Michelin lavorano oltre 114.000 persone

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checorse

Intervista a Vaughn Gittin Jr.

Oltre il drift


PER CHI NON LO SAPESSE VAUGHN GITTIN JR., DI BALTIMORA, STATI UNITI, È UNA VERA CELEBRITÀ DEL DRIFTING MA È ANCHE UN IMPRENDITORE A CAPO ANCHE DI RTR, UNA SOCIETÀ DI TUNING, DEDICATA ALLA PRODUZIONE DI COMPONENTI PER MIGLIORARE STYLING E PRESTAZIONI DELLE ATTUALI GENERAZIONI DI MUSTANG di John Close fotografie Monster Energy


oltre il drift

Rilassato. Non è il primo aggettivo che di solito si abbina ad un pilota super-impegnato in pista e in varie attività commerciali. Ma è esattamente come appare Vaughn Gittin Jr. mentre ci apprestiamo a chiacchierare un po’.

Per chi non lo sapesse, Gittin Jr., di Baltimora, Stati Uniti, è qualcosa di simile ad una vera celebrità del drifting. Finora è stato campione di Formula Drift (2010), tre volte campione della serie World Drift (2011, 2012, 2013) ed è l’unico americano ad aver vinto un evento (il D1 Grand Prix) in Giappone, ovvero sul suolo natale di questa specialità. Lontano dalla pista, il 37enne è a capo anche di RTR, una società di tuning, partner di Ford, dedicata alla produzione di componenti per migliorare styling e prestazioni delle attuali generazioni di Mustang e F-150. Più recentemente ha anche testato le sue abilità sull’off-road, gareggiando nel campionato Ultra-4: una competizione riservata a buggy da 500-800 cavalli, che incredibilmente riescono a scalare pareti rocciose, quasi verticali. Tuttavia, parlando a lungo con Vaughn appare chiaro che lui è molto di più che “l’uomo sulla Mustang con le gomme fumanti”.

“Sto alla grande – inizia Gittin jr. – in questo momento sto vivendo un sogno che continua a crescere… e sono sempre più impegnato. Il mio team ed io pensiamo sempre più in grande. Staimo anche cercando di rendere la nostra vita nel motorsport più sostenibile: sapete, per un paio di stagioni ho partecipato a quasi 30 eventi ogni anno… ma orara ho un compagno di squadra in Formula Drift, Chelsea DeNofa, e abbiamo strutturato meglio il team. Sono concentrato sulla promozione del divertimento e della “cultura automobilistica” vorrei riuscire a convincere più persone a uscire là fuori, a sentire l’odore di gomma bruciata e i motori ruggire arrivando a limitatore!” E COSA BOLLE IN PENTOLA? “L’anno scorso a novembre sono andato al Nürburgring, è sempre stato un mio sogno poter driftare lì. Ci avevo provato per molto tempo e quando mi hanno comunicato la disponibilità delle date a novembre… beh, sapevo che ci sarebbe stata l’incognita del clima, ma ho deciso di provarci comunque. Abbiamo colto l’occasione, imballato la nostra attrezzatura e spedito l’auto. Il giorno che siamo arrivati, il tempo era stupendo ma purtroppo il giorno seguente, a causa di pioggia e nebbia, la sessione in pista è stata cancellata dagli organizzatori. Il giorno successivo,



oltre il drift


il tempo era migliorato, anche se non di molto, e la direzione del Nürburgring ha deciso di non annullare la sessione. Non volevamo perdere il tempo pagato, e poiché il meteo era pessimo per una vera auto da competizione… alla fine abbiamo driftato sulla Nordschleife a bordo di un Ford Raptor! È stato molto divertente e una sfida davvero interessante, ma non esattamente ciò che avevamo programmato. Quindi quest’anno i ragazzi del Nürburgring hanno voluto aiutarci e ci hanno offerto due giorni a luglio. E finalmente ho realizzato il mio sogno di driftare l’intero Nordschleife. Si è rivelata essere una delle cose più spaventose, stimolanti e divertenti che abbia mai fatto nella mia vita. Il video uscirà in autunno e onestamente non vedo l’ora di mostrare a tutti ciò che abbiamo realizzato.” ORA STAI GAREGGIANDO ANCHE IN ULTRA 4… “Sì! Ultra 4 è una sorta di riassunto di tutte le cose che ho fatto in passato: drifting, motocross, stare all’aria aperta. Ha un elemento di tutto: il deserto, i tracciati brevi, far derapare il buggy, cercare il grip mentre si prova a scalare le rocce. Attualmente sono primo in classifica nel campionato orientale della mia classe, con il mio migliore amico come co-pilota. È una bella esperienza.”

SEI PIUTTOSTO DIVERSO OGGI COME PILOTA RISPETTO AGLI INIZI DELLA TUA CARRIERA. COME TI VEDI ADESSO? “Negli ultimi anni penso che le persone abbiano visto la mia vera essenza emergere: sono un professionista del divertimento, sfido me stesso e regalo sorrisi condividendo tutte le esperienze. Per me è importante questo, competere in Formula D e stare di fronte la folla, in modo che le persone possano vedere bene quello che stiamo facendo, è… è questo che mi motiva. Peraltro credo che qualsiasi cosa tu possa fare per essere al volante il più spesso possibile sia utile. Per quanto riguarda la Formula Drift – continua Gittin Jr. – sfortunatamente abbiamo avuto uno degli anni peggiori nella mia carriera. Gareggiare non è mai facile: abbiamo preso alcune decisioni tecniche sbagliate, che hanno richiesto un po’ di tempo per essere poi migliorate. Stavamo cercando più prestazioni e avevamo bisogno di più potenza per tenere il passo. Questo è uno sport che progredisce velocemente e abbiamo mancato il bersaglio, anche se poi abbiamo rimediato a questi problemi, apportando alcune modifiche. Come pilota mi sento bene, il mio stato mentale e il modo in cui affronto i percorsi sono ottimi. Ho avuto molto successo in Formula D fino ad oggi; sono stato sempre in lizza per il titolo negli ultimi cinque anni e ora è questo l’obiettivo: tornare a quei livelli. Abbiamo alcune novità in arrivo per il prossimo anno, possiamo farcela!”


oltre il drift

Ford Performance ha presentato poche settimane or sono la più veloce Mustang Drag di tutti i tempi, capace di sfiorare i 250 km/h sul quarto di miglio (circa 400 metri). La Mustang Cobra Jet 2018 è una vettura da gara, prodotta in edizione limitata per ricordare il debutto nelle gare di accelerazione della prima Mustang Drag, che dominò le scene nel 1968. La vettura, già ora in vendita, verrà prodotta proprio in 68 esemplari soltanto. Si tratta senza dubbio della più potente e veloce versione della Mustang mai prodotta. Progettata e sviluppata direttamente dal team di Ford Performance Parts, rappresenta al meglio la stretta collaborazione tra i team di ingegneri della produzione di serie con quelli del motor sport



oltre il drift

E finalmente Vaughn è riuscito nella sua impresa e nel settembre del 2018 ha percorso “driftando” l’intero leggendario Nurburgring, al volante della fida Ford Mustang RTR Performance 5.0 Aluminator XS da 900 cavalli. In alcuni tratti l’americano ha toccato i 240 kmh. e per completare l’opera a consumato tre treni di pneumatici… e per farsene un’idea non resta che dare un’occhiata al video!!!


COME VEDI IL FUTURO DEL DRIFTING? “Ogni cambiamento richiede tempo. Gli sport motoristici tradizionali sono in circolazione da molto: in Europa, in particolare, gli appassionati non sono stati veloci ad abbracciare il drifting, ma ai loro figli piacciono i nuovi format, come il drift e il World Rallycross. Questo non vuol dire che alcune corse debbano scomparire a favore di altre: voglio solo che il drifting si adatti e si superi, continuando ad essere eccitante. Voglio vedere anche i piloti dei campionati tradizionali uscire dal proprio guscio, mostrare personalità e divertirsi un po’, cosa naturale per noi piloti di drift.” CHE MI DICI DELLA PROPULSIONE ELETTRICA? “È divertente che tu me lo chieda! Essendo appassionato di informatica sono sempre entusiasta delle nuove tecnologie. Ho spinto il team FIA a lavorare su come rendere questo sport più facile da comprendere, in termini di integrazione tecnologica. La propulsion elettrica èo un tema caldo in questo momento, molto interessante e potrebbe far bene al nostro mondo. Ovviamente, ci sono alcune cose che non si possono sostituire, come il rombo dei motori, ma ci sono modi creativi e davvero fantastici per dare alle persone nuove ed inedite esperienze. Sapendo che questa tecnologia è il futuro hai solo due approcci

possibili: tirarti indietro, e lasciare che le cose ti passino accanto, oppure stare al passo. E, personalmente, preferisco sempre guardare al futuro e spingermi oltre i limiti. Di recente, ho partecipato ad un workshop sul futuro degli sport motoristici a Goodwood, dove ho avuto l’onore di fare da speaker di fronte ad un pubblico di piloti prestigiosi… e tutti vorrebbero approfittare delle novità che il drifting e l’elettricità possono offrire”. OLTRE A TUTTO CIÒ, GESTISCI ANCORA RTR? “Si. RTR sta andando molto bene: lavoriamo su Mustangs, F-150 e presto anche su altre vetture Ford, aggiungendo loro un po’ più di stile e prestazioni. In questo settore mi piace confrontarmi con le altre aziende di fascia alta, che lavorano a stretto contatto con i costruuttori. RTR è ormai un marchio globale e ha circa 25 dipendenti che lavorano a tempo pieno. Quindi per meè un completamento: sono un appassionato, un pilota e un imprenditore. È bello vedere questi progetti che si completano a vicenda, attraversando tutto l’universo degli sport motoristici. RTR sta per Ready To Rock, ed è esattamente ciò che facciamo: ci concentriamo sull’esperienza di guida e sviluppiamo un’auto che non è necessariamente la migliore, ma è molto buona in tutto, progettata in modo lineare e per non “morderti”… ne sono davvero orgoglioso.”

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cheleggenda

Š foto a colori Enrico Ballestrazzi


LA MOSTRA: Carlo Abarth e le auto della passione

a n i l o t r a C una da Bolzano Nato a Vienna e trasferitosi poi a Bolzano, Carlo Abarth, pilota, imprenditore e geniale costruttore, merita un posto importante nel pantheon dell’automobilismo mondiale


una cartolina da bolzano

Tazio Nuvolari alla guida della Cisitalia della squadra Abarth. In piedi a destra un elegantissimo Carlo Abarth


In Negli ultimi anni, i saloni dedicati al motorismo storico si sono notevolmente evoluti, passando da semplici mercati a luoghi di più ampia condivisione ed eventi ad alto livello culturale. Modena Motor Gallery, la cui sesta edizione si è svolta a fine settembre, non ha certo fatto eccezione, anzi. Il format ideato dagli organizzatori ha avuto, sin dal suo esordio, un ottimo successo in virtù di una impostazione culturale ed emozionale. Come epicentro della ineguagliabile Motor Valley, Modena Motor Gallery rappresenta oggi un “hub passionale” capace di unire tutti i filoni del collezionismo. Ad iniziare dalle preziose mostre tematiche sino al “racconto” di uomini e mezzi che hanno scritto la storia del motorismo

questi ultimi anni sul mercato e nell’attenzione degli appassionati si è assistito al prepotente ritorno del marchio Abarth, sinonimo di vetture di impronta sportiva, derivate dalla grande produzione di serie. Carlo Abarth, pilota, imprenditore e geniale costruttore merita un posto importante nel pantheon dell’automobilismo mondiale e per questo motivo la 6° Modena Motor Gallery, che si è tenuta il 22 e 23 settembre a Modena Fiere, ha dedicato a Karl Albert Abarth un appassionante e ricco percorso espositivo. Nato a Vienna il 15 novembre 1908 (esattamente 110 anni or sono), dopo il secondo conflitto mondiale, Carlo Abarth si trasferì dal padre a Merano, nei pressi di Bolzano, per cercare lavoro nel campo delle competizioni automobilistiche e dare così sfogo alla sua smisurata passione e alla sua grande competenza in materia. Pochi sanno che Abarth incrociò e collaborò anche con Nuvolari, nell’ultimo periodo della carriera del mantovano. Infatti, poco dopo il suo trasferimento in Italia, da Bolzano partì una cartolina all’indirizzo di Tazio Nuvolari, che prontamente rispose e convocò a Mantova Carlo Abarth, mettendolo successivamente in comunicazione con Piero Dusio, proprietario della nascente Cisitalia.


una cartolina da bolzano

La bella e rara Abarth 750 Alemanno Spider, che ha fatto carriera nelle gare USA


Nacque un formidabile così connubio, ricostruito nella mostra modenese, che portò Tazio Nuvolari ad ottenere l’ultima vittoria della sua formidabile carriera il 10 aprile 1950, in occasione della gara in salita Palermo-Monte Pellegrino, al volante di una Cisitalia 204 Abarth Spider Corsa. Altro momento particolarmente ricordato con la mostra di Modena è il record di accelerazione che Carlo Abarth ottenne a 57 anni all’autodromo di Monza, a bordo di una Abarth classe E. Va detto che non fu semplice per il costruttore austro/italiano calarsi nell’abitacolo della monoposto da lui stesso concepita. In ossequio alle esigenze dell’aerodinamica, la vettura era decisamente troppo stretta per la sua mole… e fu soltanto dopo aver perso 30 chili di peso, grazie ad una ferrea dieta a base esclusivamente di mele del Trentino Alto Adige, che Abarth riuscì a entrare nella sua affusolata creatura… e a stabilire il record. Nella mostra gli appassionati, tra le tante, hanno potuto ammirare anche la rarissima Abarth 750 Alemanno Spider, di proprietà del collezionista Bertolero e la preziosa Fiat Ritmo Abarth 85 appartenuta ad Enzo Ferrari e certificata Abarth Classiche. “Per noi è un motivo di grande orgoglio poter esporre all’interno della mostra “Carlo Abarth e le auto della passione” la nostra Abarth 750

La Fiat-Abarth 850 TC resta una delle pietre miliari della costante evoluzione che l’Abarth ha realizzato partendo dalla Fiat 600 D. Grazie ad una raffinatissima elaborazione le 850 TC raggiungevano i 140 km/h per merito del peso contenuto (610 kg) e dei 52 cavalli ottenuti dal motore portato a 847 cc.. La vettura della foto (risalente ad Automotoretrò – Torino - dello scorso inverno) ha una storia unica, perché non si tratta della “solita” auto da competizione, ma di una “civetta” utilizzata dalla Guardia di Finanza per contrastare il contrabbando. Una vettura dalle sembianze miti, come quella della Fiat 600, ma in grado di sfoderare prestazioni di assoluto rispetto. Si tratta di un esemplare che FCA Heritage sottoporrà ad un accurato restauro


una cartolina da bolzano

L’indimenticabile A112 Abarth che fece innamorare un’intera generazione di neo-patentati

Carlo Abarth al volante di una sua monoposto durante una sessione di record a Monza nel 1965


La strepitosa 2400 carrozzata da Allemano è l’esempio concreto dell’abilità di Abarth quale costruttore in proprio di vetture granturismo di fascia alta. Questo meraviglioso coupé porta la firma di Michelotti e fu presentato a Ginevra nel 1959. Si tratta di una versione Gran Turismo della Fiat 2100 che fu prodotta presso gli stabilimenti della carrozzeria Allemano dal 1962 al 1964, dapprima sotto il nome di 2200 coupé e nell’ultimo anno (quando fu realizzata su base Fiat 2300) come 2400 coupé. Il 6 cilindri in linea della 2400, capace di erogare 140 CV, consentiva al modello di raggiungere una velocità massima di 200 km/h. La vettura è appartenuta a Carlo Abarth in persona

Alemanno Spider – spiega Simone Bertolero – si tratta di un esemplare da competizione, certificato Abarth Classiche, piuttosto raro, destinato al mercato americano, dove partecipò a parecchie competizioni.” Come dimenticare poi la A112 Abarth? Presentata al Salone di Torino nell’ottobre 1969, l’Autobianchi A112 era una piacevole utilitariasportiva, ideale per la città grazie alle dimensioni compatte. Fu un grande successo, soprattutto tra i giovani di allora che ne fecero un’icona della sportività a buon mercato. Molto interessante era lo schema meccanico: il motore, anteriore e disposto trasversalmente, era derivato dal 4 cilindri ad aste e bilancieri della Fiat 850; la trazione era anteriore e le sospensioni a ruote indipendenti. Nel 1971 debuttò la A112 Abarth, versione sportiva studiata in collaborazione con la Casa dello Scorpione, che beneficiò di un aumento di cilindrata, potenza e coppia. Le prestazioni, ovviamente, ne risentono positivamente: la A112 Abarth superava i 150 km/h e accelerava da 0 a 100 km/h in poco più di 12 secondi. Anche l’estetica della vettura venne modificata per darle una connotazione più sportiva. La grintosa A112 (protagonista a Modena di un riuscito mega-raduno curato dal Club Motori Modena) ricorda l’ingresso di Abarth nel Reparto Corse Fiat, dopo l’acquisizione della Casa dello Scorpione nel 1971.

ca


chenovità

Nuovo Kia Sportage

SEMPRE PIU’

SPORTAGE!


Sono

tante e tali le novità del nuovo Sportage che risulta assai arduo riassumerle in poche righe. Cominciamo dall’estetica, che ora pone l’accento soprattutto sugli aspetti sportivi e dinamici. Il nuovo attraente volto di Sportage esprime già nel frontale il cambiamento più evidente, grazie a un paraurti anteriore ridisegnato, ai nuovi alloggiamenti per i fendinebbia e agli inserti nero lucido, o cromati, che raccordano la presa d’aria inferiore. L’inconfondibile griglia a naso di tigre, è ora disponibile nella versione nera lucida o nera opaca. La vista posteriore del nuovo Sportage è invece ridefinita dalle sottili luci che, pur mantenendo un andamento orizzontale, adottano ora un nuovo design dei LED a forma di C. Le modifiche introdotte si estendono anche ai modelli GT Line, che presentano una serie di aggiornamenti inediti e novità negli allestimenti. Sportage è il primo modello ad offrire l’innovativo sistema EcoDynamics + diesel, disponibile con la motorizzazione “R” 2 litri “Eco”. Si tratta di un sistema composto da una batteria a 48 Volt, uno starter/generator e un convertitore DC/DC. Per l’accumulo di energia impiega una batteria compatta agli ioni di litio da 0,44 kWh a 48 Volt. Lo speciale starter/generator Mild-Hybrid Starter-Generator (MHSG) è in grado di fornire spinta in modalità motore, mentre trasforma l’energia cinetica in potenza elettrica quando lavora in modalità generatore. In accelerazione il sistema mild-hybrid fornisce fino a 12 kW di potenza elettrica, riducendo così il carico del motore diesel


sempre più sportage!

e le vibrazioni in partenza, oltre ad abbattere consumi ed emissioni. Il debutto di questa tecnologia consente a Kia di offrire motori diesel più puliti ed efficienti, oltre che più piacevoli da utilizzare.

Nel caso delle versioni GT Line le sospensioni hanno caratteristiche specifiche, mirate ai gusti della clientela europea più sportiva, che privilegiano la maneggevolezza e la rapidità di risposta.

Sul versante dei motori diesel la novità è costituita dal propulsore 1.6 CRDi “U3”, il diesel più pulito ed efficiente mai prodotto da Kia. Il nuovo motore, disponibile nelle versioni da 115 o 136 CV, con emissioni nominali combinate secondo i test WLTP, rispettivamente, di 145/157 g/km e 152/165 g/km (valori minimi e massimi). La nuova motorizzazione 1.6 è disponibile nella versione a trazione anteriore con cambio manuale a 6 rapporti e per la prima volta, per la versione più potente da 136 CV, anche con la trazione integrale AWD e l’apprezzata trasmissione Kia DCT a doppia frizione e 7 marce.

Nuovo Sportage adotta una serie di sistemi avanzati di assistenza alla guida quali lo Smart Cruise Control con Stop & Go, AroundView Monitor per manovre di parcheggio più facili e Driver AttentionWarning, per contrastare la fatica e la disattenzione al volante. Anche il Kia Vehicle Stability Management (VSM) fa parte della dotazione di serie per tenere sotto controllo la stabilità in frenata e in curva, affiancando le funzioni dell’ESC (Electronic Stability Control) e del servosterzo elettrico per intervenire in caso di necessità.

La gamma a benzina parte dal classico 1.6 GDI che eroga 132 CV e 161 Nm di coppia massima e comprende il più prestazionale 1.6 T-GDI (Turbo Gasoline Direct Injection). Grazie ai suoi 177 CV questo motore offre eccellenti caratteristiche di efficienza e prontezza di risposta ai comandi dell’acceleratore. Entrambi i motori a benzina sono dotati di nuovi filtri antiparticolato per la benzina che riducono ulteriormente le emissioni nocive, garantendo la piena conformità allo standard di emissioni TEMP Euro 6d. Le sospensioni mantengono l’apprezzato schema indipendente. Al retrotreno, nelle versioni a trazione anteriore, le sospensioni sono indipendenti con doppio braccio inferiore.

Sul fronte infotainment l’ultima evoluzione del sistema Kia AVN (Audio-Visual Navigation) si presenta con un’estetica moderna al centro della plancia e dispone di schermi touch screen da 7 pollici o 8 pollici “frameless”, elegantemente senza cornice, e con l’integrazione del sistema radio digitale DAB e della telecamera posteriore con l’indicazione degli ingombri in manovra. A integrazione del sistema di navigazione è presente l’esclusivo KiaConnected Services con il quale si ha la disponibilità di una serie di informazioni importanti (fornite attraverso il circuito TomTom) come dati aggiornati sul traffico, previsioni meteo e indicazioni di controlli di velocità. I prezzi vanno dai 24.500 euro della 1.6 GDi a 2 ruote motrici sino ai 38.500 euro della versione top 2.0 CRDi AWD… nel mezzo altre 14 versioni per tutti i gusti e tutte le tasche.


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chenovitĂ

Nuovo Opel Combo Life e Van

Il veicolo TRASVERSALE


Pratico,

comodo e innovativo, il nuovo Opel Combo è disponibile in versione Life per il trasporto di passeggeri e Van (commerciale), entrambe in numerose varianti. Combo Life e Combo Van sono disponibili in versione standard M (4,40 metri) o lunga XL (4,75 metri). Il van famigliare è disponibile a richiesta con 5 o 7 posti e tanto spazio per ben 2.693 litri di bagagli. Il furgone (veicolo commerciale leggero) è invece disponibile anche in versione doppia cabina e con portellone sul tetto. Offre un volume di carico massimo di ben 4,4m3, spazio per due Euro pallet e ha una portata massima di 1.000 kg. La nuova generazione di Combo offre un numero di tecnologie innovative e sistemi di assistenza alla guida senza eguali nel segmento, sia nella versione per il trasporto di passeggeri sia nel veicolo commerciale. Infatti Combo è stato sviluppato fin da subito in base agli standard seguiti per le auto passeggeri e non come un veicolo commerciale al quale aggiungere altre funzioni in un secondo tempo. Sono presenti numerosi sistemi di assistenza alla guida e di sicurezza, che vanno dal Cruise Control adattivo all’Allerta Incidente con rilevamento pedoni e Frenata Automatica di emergenza, dal Sistema per la prevenzione dei colpi di sonno all’Allerta angolo cieco laterale. Inoltre il sistema adattivo di controllo della trazione IntelliGrip con cinque modalità permette a Combo di abbandonare le strade

asfaltate per dedicarsi alle attività del tempo libero o per accedere facilmente ai cantieri caratterizzati da fondi stradali fangosi, sabbiosi o persino innevati. Ulteriori funzioni di sicurezza sono disponibili per la versione Van. Ad esempio il sistema Surround Rear Vision, a richiesta, migliora notevolmente la visibilità a pieno carico, mentre una seconda telecamera nello specchietto retrovisore esterno, sul lato passeggero, permette a chi guida di non preoccuparsi più dell’angolo cieco su questo lato del veicolo. Il nuovo Combo può montare inoltre il nuovo sistema di protezione della fiancata Flank Guard che, grazie all’uso di sensori, aiuta a prevenire fastidiosi e costosi urti o graffi. E non potevano mancare i sistemi di infotainment di ultima generazione compatibili con Apple CarPlay e Android Auto con schermo touch a colori da 8 pollici. Sotto il cofano, i clienti possono scegliere all’interno di una gamma di motori turbo benzina e diesel. Tutte le unità si distinguono per l’elevata agilità e un’esemplare efficienza nei consumi di carburante.


il veicolo trasversale

Per quanto riguarda le trasmissioni, Combo Van e Combo Life sono disponibili con trasmissioni manuali a cinque o sei rapporti e, per la prima volta nel segmento (a richiesta) c’è anche un cambio automatico a 8 velocità. Una gamma di motori benzina e diesel, brillanti e frugali assicurano prestazioni adeguate. Il motore top-di-gamma è il nuovo diesel 1.5 litri da 96 kW/130 CV con Start/Stop e turbo a geometria variabile (consumi di carburante: ciclo urbano 4,9-4,8 l/100 km, ciclo extraurbano 4,3-4,0 l/100 km, ciclo misto 4,5-4,3 l/100 km, emissioni di CO2118114 g/km – i dati WLTP sono convertiti in

valori NEDC a fini comparativi). Questa unità genera una coppia massima di 300 Nm già a 1.750 giri ed è abbinata a una trasmissione manuale a 6 velocità. Combo Life accelera così da 0 a 100 km/h in 10,6 secondi e passa da 80 a 120 km/h in quinta marcia in 10,1 secondi. Per garantire un trattamento ottimale dei gas di scarico, il sistema di riduzione delle emissioni montato sul motore 1.5 Diesel – composto da catalizzatoredi ossidazione /assorbitore perNOx, iniettore di soluzioneAdBlue, catalizzatoreSCR (riduzione catalitica selettiva) e filtro anti-particolato diesel(DPF) – è integrato in una singola unità compatta, il più possibile vicina al motore. Inoltre Combo Life è disponibile per la prima volta anche con una modernissima trasmissione automatica a otto velocità, disponibile con il diesel quattro cilindri da 96 kW/130 CV. Sono disponibili anche altre unità diesel 1.5 litri da 75 kW/102 CV e Start/Stop e l’unità d’ingresso da 56 kW/76 CV. Entrambi questi motori sono abbinati alla trasmissione manuale a 5 velocità. Chi preferisce il motore benzina può ordinare Opel Combo Life con il Turbo a iniezione diretta 1.2 da 81 kW/110 CV (consumi di carburante: ciclo urbano 6,9-6,3 l/100 km, ciclo extraurbano 5,2-5,0 l/100 km, ciclo misto5,8-5,5 l/100 km, emissioni di CO2 pari a 133-125 g/km). Questa unità tre cilindri, compatta ed efficiente, è dotata di Start/ Stop e trasmissione manuale a 6 velocità. Prezzo d’ingresso: Euro 21.400 (prezzo chiavi in mano, IPT esclusa).


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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

ero m u n o im s s ro p il te e rd e p n no

ONLINE IL 1° DICEMBRE #cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati

Pubblicazione online ILLIUM llc. (Dania Beach - FL - Usa)

Seguiteci su facebook: Cheauto magazine TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.


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