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Anemie macrocitiche – megaloblastiche............................. »
Therapy 2020). Anche se il miglioramento si ottiene entro le prime 3 settimane, la terapia va continuata per 1 anno, possono infatti verificarsi recidive. 8. MORBO DI WIPPLE
Se non trattata è una malattia mortale. È caratterizzata dall’infiltrazione intestinale e linfatica da parte del Tropheryma Whipplei. Nel 75% dei casi si hanno disturbi intestinali, nel 40% iperpigmentazione, nel 50% febbre non elevata, la tosse non è rara e nell’80% un’artralgia migrante non deformante, disturbi neurologici nel 10% (demenza, letargia, convulsioni, mioclonie, segni ipotalamici e coma). Alimentazione adeguata. Non è stabilito quale sia la terapia antibiotica ideale. Di solito sono preferibili gli antibiotici che passano la barriera emato-encefalica per prevenire complicanze irreversibili. Si inizia con Ceftriaxone o Meropenem per 2 settimane seguite da Cotrimoxazolo Bactrim alle dosi di 960 mg/12h per almeno 12 mesi (The Sanford Guide Antimicrob. Ther.,2019). Il Cotrimoxazolo determina in alcune settimane (1-3 mesi) un notevole miglioramento e riduce la frequenza di recidive a un terzo dei casi. La terapia, anche se necessita di giorni o settimane per dare risultati, dovrebbe essere continuata per mesi o anni per le recidive frequenti (Schiller, Current Therapy 2020). In alternativa al Cotrimoxazolo si potrà ricorrere alla Doxiciclina e all’Idrossiclorochina se non c’è interessamento del SNC. Pazienti con interessamento del SNC refrattario alla terapia antibiotica sono stati recentemente trattati con successo con l’Interferon µg. I cortisonici sono da riservare ai casi più gravi (interessamento del SNC, insufficienza surrenalica). Associare ferro, acido folico, calcio e magnesio, che possono avere un ridotto assorbimento.
9. COLON IRRITABILE
Classificata come una Sindrome Somatica Funzionale (vedi cap 85 par 20) a) Riconoscere al paziente che si tratta di una vera malattia anche se la fisiopatologia non è nota. Rassicurare il paziente sulla benignità della malattia. Un buon rapporto medico-paziente è alla base di ogni successo al fine di evitare il “Doctor shopping”. Utile spesso un supporto psicologico. Aiutare il paziente a riconoscere i fattori scatenanti, tra cui anche certi farmaci e lo stress. Agopuntura, aloe vera e reflessologia non sono utili (Ford, BMJ 345, e5836; 2012). b) Dieta e stile di vita. Un’errata alimentazione è uno dei fattori principali della malattia. Diversi recenti studi retrospettivi e prospettici hanno suggerito che una dieta povera di oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli è benefica (Halland, BMJ 350, h1622; 2015): utile quindi evitare i fritti, alcool, cioccolato, caffè, tè, alcuni soft drink/sodas e tabacco. In molti casi una dieta priva di lattosio, cereali o fibre insolubili può ridurre quasi completamente il quadro. Si consiglia una dieta con fibre (12 g/die), iniziando con piccole dosi e aumentando lentamente, anche se la sua efficacia è ancora da dimostrare pienamente (Ford, BMJ 345, e5836; 2012). L’attività fisica si è dimostrata in grado di ridurre la severità dei sintomi dell’intestino irritabile.
c) Terapia farmacologica
Da riservare a quel 30% che la terapia dietetica non risolve. Nessun farmaco si è mostrato sicuramente efficace (Velasco, Current Therapy 2017). Terapia della stipsi o della diarrea (vedi cap 40). Prodotti di erboristeria: sembrano presentare beneficio sulla sintomatologia (Halland, BMJ 350, h1622; 2015) come formulazioni a base di
Iberogast, Padma Lax e Olio di menta piperita.
Aspetti Clinici 47.9.1 JAMA http://com4pub.com/ qr/?id=346
Antispastici (vedi cap 4) utilizzati al bisogno per gli attacchi acuti di dolore addominale o prima dei pasti nei pazienti con sintomi postprandiali, come dolore, gas, gonfiore o urgenza fecale (The Med. Letter 23; 2016) (Velasco, Current Therapy 2017). Utilizzabili anche prodotti come l’olio di menta e l’Ispaghul (vedi prontuario erboristico). La loro efficacia è dubbia, comunque utili nelle forme in cui prevale il dolore. Simeticone e carbone attivo (vedi par 3), in caso di spiccato meteorismo e dolori addominali anche se l’efficacia non è provata. Somministrare 15 min dopo i pasti. Antiserotoninici: Ciproeptadina Periactin 2-3 cps/die. Può essere utile se prevale la diarrea. Antidepressivi triciclici sono di seconda scelta. Possono ridurre il dolore addominale e alterare il tempo di transito gastrointestinale. Sono in genere utilizzati quando i sintomi (in particolare il dolore addominale) sono di natura moderata o grave (The Med. Letter 23; 2016). L’Amitriptilina, 10-75 mg/die, utile in caso di diarrea e la Sertralina in caso di stipsi (Velasco, Current Therapy 2017). Antagonisti dei recettori della Serotonina - Alosetron (non in commercio in Italia), antagonista dei recettori 3 del tratto gastrointestinale, alle dosi di 1 mg 2 volte/die, si è dimostrato utile nei casi nei quali prevale la diarrea ma, per motivi non chiari, solo nelle donne (Velasco, Current Therapy 2017) (vedi cap 40). La vendita negli USA è stata limitata a seguito di segnalazioni di gravi effetti collaterali quali eccessiva costipazione con occlusioni e coliti ischemiche mortali (Jones, Current Therapy 2008) (Ford, BMJ 345, e5836; 2012). È sotto studio un suo impiego in casi selezionati a dosaggi inferiori. - Tegaserod cpr 2-6 mg (non in commercio in Italia), antagonisti dei recettori 4 del tratto gastrointestinale approvato dalla FDA per trattamenti brevi in donne con stipsi prevalente. Dosaggio 6 mg 2 volte/die prima dei pasti. Efficace nel 60-70% dei casi (Nandurkar, Current Therapy 2004). Il farmaco può provocare diarrea ma in genere è ben tollerato. Sembra aumentare il rischio cardiovascolare ed è stato al momento sospeso (The Med. Letter 1260; 2007). Farmaco analogo il Prucalopride, utile per la stipsi cronica idiopatica (Ford, BMJ 345, e5836; 2012). - Ondansetron Zofran, Setofilm, antagonista dei recettori della 5-HT3 approvato per la prevenzione di nausea e vomito indotti da chemioterapia post operatori. Recenti studi hanno documentato che l’uso dell’Ondansetron ha ridotto la frequenza di feci pressoché liquide e ha diminuito l’urgenza e il gonfiore, ma non ha migliorato in modo significativo i punteggi sul dolore (The Med. Letter 23; 2016). L’effetto avverso più comune era la stipsi, che si è verificata nel 9% dei pazienti che assumevano il farmaco (The Med. Letter 23; 2016). Benzodiazepine (vedi cap 15) da sole o associate ad antispastici, sono raramente utili. Sotto studio la Fedotozina agonista oppiaceo k e la Leuprolide. Eluxadolina Truberzi agonista dei recettori µ degli oppioidi e un antagonista dei recettori ∂ degli oppioidi, recentemenene approvato dalla FDA e non ancora disponibile in Italia (The Med. Letter 23; 2016). La stimolazione dei recettori µ degli oppioidi nel tratto gastrointestinale determina una riduzione della contrattilità muscolare, l’inibizione della secrezione di acqua ed elettroliti e un aumento del tono degli sfinteri rettali. L’antagonismo dei recettori ∂ degli oppioidi presenti nell’apparato intestinale può ridurre il rischio di costipazione iatrogena e dolore addominale.
Effetti collaterali: stipsi, nausea e dolore addominale; riportati inoltre spasmi dello sfintere di Oddi e pancreatite, per cui è controindicata nei pazienti con ostruzione nota o sospetta dei dotti biliari, del dotto pancreatico o del tratto gastrointestinale, con malattia o disfunzione dello sfintere di Oddi, insufficienza epatica grave (Child-Pugh C) o un’anamnesi di