CONFINDUSTRIA EMILIA
AREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena
Supplemento di “Fare” N. 40 giugno 2018 Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015
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futuro GI
G I O VA N I IMPRENDITORI CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO
“ORA, SFIDA ALL’INSOSTENIBILE” 48° Convegno dei Giovani Imprenditori
Organizzazione e Talenti per le PMI Corso di formazione
Premio Estense Scuola Scuola/Cultura/Creatività
sommario SOCIALE
Sostegno ad ANT
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ASSOCIAZIONE
Marco Arletti Confindustria Emilia rappresenta più di 3.200 aziende sulle tre province di Bologna, Ferrara e Modena. E’ innegabile che tra queste ritroviamo brand conosciuti, multinazionali tascabili, startup ed anche piccole e piccolissime aziende di eccellenza, magari leader nelle rispettive nicchie di mercato. Sono aziende che producono ogni giorno valore per gli azionisti - ovviamente - ma anche per i collaboratori; per la filiera, spesso anch’essa territoriale; per le comunità in cui operano… per gli stakeholder, insomma. Con il Consiglio Direttivo del nostro Gruppo ci siamo dati l’obiettivo di provare a fare emergere e quantificare questo valore.
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Notizie in breve
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VARIE
La contaminazione delle idee
“Ora, sfida all’insostenibile”
Powering change
Quattro Passi in Appennino
FUTURO - Rivista dei Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Area Centro Supplemento di “Fare” N. 40 giugno 2018 Direttore Responsabile: Raffaella Mazzali Coordinatori Editoriali: Francesca Villani, Maria Eleonora Missere Redazione: Matteo Amante, Luca Avagliano, Ivan Franco Bottoni, Giulia Cataldi, Vittorio Cavani, Chiara Cotti, Stefano Fratepietro, Mariacarla Maccaferri, Maria Eleonora Missere, Maria Ginevra Piana, Andrea Pizzardi Elena Sabattini, Marco Tedeschi, Andrea Zanasi Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla stesura degli articoli.
Editore: FARE S.r.l. - Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna Direzione e Redazione: Confindustria Emilia Area Centro - Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna Pubblicità: FARE S.r.l. - Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna Pubbli S.r.l. - Corso Vittorio Emanuele, 113 - 41100 Modena - Tel: 059 212194 - pubbli@pubbli.it Impaginezione: Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro , sede di Bologna Stampa: Labanti e Nanni Industrie Grafiche S.r.l. - Via Giuseppe di Vittorio, 3 - 40053 Valsamoggia - Loc. Crespellano (BO)
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ASSOCIAZIONE
Negli ultimi anni, il tema della misurazione dell’impatto sociale è divenuto sempre più rilevante. Diversi portatori di interesse si sono progressivamente avvicinati ad approcci e metodologie di misurazione dell’impatto sociale. La sua valutazione ha per oggetto gli effetti diretti conseguiti dalle attività svolte, in quanto riconducibili all’interesse generale, nonché, quando rilevabili, i loro effetti indiretti. In letteratura l’occorrenza e il grado di connessione con l’interesse generale degli effetti prodotti dalle organizzazioni vengono valutati tenendo conto delle situazioni in relazione alle quali l’attività ha luogo, ai target cui questa è rivolta, alle condizioni di accesso intese come modalità rispetto alle quali i soggetti coinvolti nelle attività possono prenderne parte e ai benefici che l’attività comporta per i soggetti in essa coinvolti.
FARETE 2018 sarà dunque l’occasione per presentare i risultati di questo Impact Assessment di Confindustria Emilia, che potrebbe essere a tutti gli effetti una edizione zero ripetibile.
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ECONOMIA-DIRITTO
Scuola/Cultura/Creatività
L’avvio del progetto ha visto due attività di focus group, una diretta ai Giovani Imprenditori e la seconda rivolta agli stakeholder. Questi momenti sono stati necessari per indirizzare l’attività e definirne gli obiettivi, confrontandosi su modelli ed indicatori. Lo step successivo vedrà un questionario erogato direttamente a tutte le aziende associate, invitate a valorizzare quantitativamente e qualitativamente le proprie attività interne e le azioni esterne.
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ASSOCIAZIONE
Abbiamo dunque dato avvio ad un importante progetto di Impact Assessment che intende proprio misurare e valorizzare l’impatto sociale che le imprese associate a Confindustria Emilia generano sul territorio di riferimento.
Si tratta quindi di un modello nuovo, che non solo misura le azioni che le nostre imprese compiono in questo ambito ma vuole arrivare a misurarne gli effetti, le ricadute positive che hanno per le persone, l’ambiente e la comunità in cui le imprese operano.
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Organizzazione e Talenti per le PM
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CULTURA 22
ECONOMIA-DIRITTO
La nuova informativa sulla privacy
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ASSOCIAZIONE
UPIDEA! L’accelerazione delle idee
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ECONOMIA-DIRITTO
Cosa cambia se cambiano gli accordi commerciali
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VARIE
Flexible benefits, il nuovo trend del welfare aziendale
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ASSOCIAZIONE
CREI-AMO L’IMPRESA
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Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26/11/1998 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
Marco Tedeschi - Luca Avagliano
sociale
Giovani Imprenditori e volontariato
Sostegno ad ANT Come ogni anno e con uno slancio sempre maggiore, la Fondazione ANT Italia ONLUS ha “arruolato” il Gruppo Giovani Imprenditori per sostenere le proprie iniziative, volte a supportare tutti i malati oncologici che richiedano assistenza domiciliare specialistica e a promuovere la prevenzione e la ricerca in questo settore. Una delle iniziative alle quali i Giovani Imprenditori non possono ormai mancare è la vendita di uova e colombe pasquali, quest’anno con una postazione ad hoc sotto il portico di Piazza Maggiore, all’incrocio con Piazza IV Novembre, a Bologna. Sfidando il maltempo e il lungo inverno che il 17 marzo sembrava non cedere ancora il passo alla primavera, i volontari si sono presentati di buon’ora e hanno cominciato la raccolta fondi. Le offerte sono arrivate subito, accompagnate da testimonianze, alcune delle quali davvero toccanti, di persone che hanno avuto supporto da questa straordinaria associazione, operante già da molti anni su tutto il territorio italiano.
Proprio quest’anno ANT festeggia il proprio 40° anniversario: una storia di successi, di aiuto alle famiglie e alle persone malate di cancro, un impegno che, dall’anno della sua fondazione nel 1978, non ha mai smesso di crescere e coinvolgere istituti, realtà territoriali e aziende. Una simbiosi, questa, che ha contribuito a rendere ANT una delle associazioni più note e rispettate in Italia, i cui “banchetti” sono diventati ormai un must in molti periodi dell’anno, un simbolo di solidarietà noto a molti italiani, che volentieri acquistano un uovo di Pasqua o una stella di Natale per contribuire con poco a qualcosa di grande. Ringraziamo dunque tutti quelli che hanno sostenuto, sostengono e continuano a sostenere la Fondazione, i volontari e soprattutto ANT, che ci ricorda sempre che imprenditorialità e solidarietà possono non solo convivere, bensì aiutare a vivere.
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Corso di formazione per giovani imprenditori
Organizzazione e Talenti per le PMI
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Chiara Cotti
Il Gruppo Giovani di Confindustria Emilia ha organizzato un percorso formativo per il proprio gruppo di iscritti suddiviso in tre appuntamenti; “L’organizzazione di una PMI”, tenutosi a Modena il 18 aprile, “La persona giusta per il team giusto”, presso la sede di Confindustria Emilia di Ferrara, e “Gestire le persone e attrarre e fidelizzare i talenti aziendali”, presso l’Istituto Aldini Valeriani di Bologna. L’obiettivo è quello di aiutare i giovani titolari di imprese medio/ piccole ad attrarre, organizzare e fidelizzare nuovi talenti. La prima sessione del corso si è svolta nella sede di Modena ed ha visto quale relatrice Maria Puricelli, docente di fondamenti di organizzazione presso il dipartimento di management dell’università Bocconi di Milano. La lezione di Maria Puricelli si è aperta con alcuni semplici ma non banali punti fermi. In primo luogo ogni impresa ha un obiettivo, quello di massimizzare il proprio profitto sia nel medio sia nel lungo periodo. Il secondo punto verteva sulla strategia aziendale volta ad orientare le decisioni in riferimento a tre parametri: 1. il prodotto o servizio offerto; 2. il mercato di riferimento declinato nel canale distributivo utilizzato nell’area geografica di riferimento e nel posizionamento di mercato scelto; 3. l’organizzazione aziendale scelta come strumento per attuare la strategia aziendale ottenendo di conseguenza la massimizzazione del profitto. L’organizzazione aziendale dipende a sua volta da tre fattori. Il primo di questi fattori è condizionato dalla tipologia di azienda in cui si opera, classificabile come “azienda debole” o “azienda forte”. Le prime sono attività che non hanno un proprio prodotto, come per esempio i terzisti, ma anche aziende che subiscono adottando una tecnologia, quindi “utilizzatrici” o “Aziende commerciali” che commercializzano prodotti realizzati da altre realtà.
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accade già per le figure dei responsabili per l’estero. La seconda lezione è, invece, stata tenuta da Antonello Bisogno, genearal manager Insights Italia e senior expert facilitator coach insight discovery. Tale lezione ha avuto come tema il profilo personale e la creazione di un team corretto per strutturare una squadra di successo. La creazione di un team, è stato spiegato all’interno del corso, si struttura in varie fasi, che non riguardano esclusivamente le selezione inziale delle persone per le loro competenze, ma che constano nel formare e valorizzare una persona all’interno della squadra, costruendo così un rapporto di fidelizzazione dell’individuo e di maggiore coesione all’interno del gruppo, necessario per il raggiungimento degli scopi comuni. La creazione di un team è un tassello importantissimo all’interno delle società, come è importante la leadership di questo e la formazione di un leader che bene sappia guidare le persone spingendole a migliorare sempre. Il terzo incontro è invece stato tenuto da due docenti; la prima fase, inerente la gestione delle persone, da Massimo Montorzi, funzionario relazioni industriali e lavoro Confindustria Emilia Area Centro; la seconda parte, più incentrata sul welfare e l’ambito motivazionale delle persone, è stata tenuta da Marcella Gubitosa, co-Founder & CEO Star & Cowns, esperta di approcci e benchmark provenienti dal mondo della grande impresa e mutuati per PMI.
Le aziende forti sono invece quelle imprese che commercializzano un proprio prodotto o servizio puntando su una costante innovazione in modo da mantenere quote di mercato significative. Il secondo fattore dipende dalla situazione competitiva in cui opera l’azienda che può essere facile con pochi concorrenti o difficile con molti concorrenti. Il terzo fattore dipende dal profilo professionale medio dei collaboratori. Questo è legato all’anzianità anagrafica e aziendale degli operatori, ma anche all’anzianità funzionale e scolastica. La lezione si è poi conclusa commentando il dato secondo il quale la maggior parte delle piccole e medie imprese si trovi in un assetto collaborativo e cioè rappresentato da un imprenditore al di sotto del quale si trovano tanti dipendenti esecutori. In queste situazioni, considerate le difficoltà di gestione e l’eccessiva burocratizzazione, una scelta interessante può essere quella di esternalizzare come, per fare un esempio, 5
Smau Bologna – Premio Lamarck Si è tenuto il 7 e 8 giugno presso Bologna Fiere lo Smau, ovvero l’appuntamento dedicato alla ricerca ed all’innovazione delle imprese, che ha riunito non solo imprese, ma anche enti pubblici startup, laboratori e centri di ricerca. Lo Smau che nasce come “piazza” di incontro in cui i vari partecipanti possono confrontarsi per collaborazioni, alleanze e scambi di informazioni, ha visto al suo interno la premiazione del vincitore al Premio Lamarck, rivolto a team italiani e dedicato al rapporto tra le aziende del territorio e i player dell’innovazione. Il Premio Lamarck prende il nome del naturalista che presentò per primo la teoria evoluzionistica, secondo cui gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi agli ambienti, così come le idee che si adattano nel trovare applicazioni nuove sul mercato e contribuiscono ad un maggiore sviluppo e rinnovamento. Quest’anno, il premio, svolto in collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria, è stato vinto da Horo, PharoSuite e Prometheus ed è stato consegnato dal vicepresidente del Gruppo Giovani regionale Vittorio Cavani.
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Elena Sabattini
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Alta Scuola Riparte come tutti gli anni Alta Scuola, uno dei progetti di formazione dedicato ai giovani imprenditori e al management del sistema di Confindustria. Il percorso è infatti rivolto a imprenditori provenienti da tutta Italia, che con esperienze diverse possono arricchire ognuno il bagaglio culturale dell’altro. Questo percorso, strutturato in tre moduli, vuole essere una palestra di leadership e si prefigge lo sviluppo di formazione e confronto delle reti di relazioni e conoscenze di giovani imprenditori portandoli a pensare in grande verso una sempre maggiore competitività del nostro Paese e delle nostre imprese. I moduli prevedono una parte di formazione in Italia e una lezione a Bruxelles, quest’ultima fondamentale per l‘apertura al mercato e a una maggiore conoscenza delle strutture della Comunità Europea, oggi essenziale per una più corretta e approfondita analisi dei cambiamenti legislativi e politici. Il percorso che si svolge tutti gli anni è estremamente ambito e a numero chiuso, per cui è necessaria una presentazione dei candidati a livello territoriale.
Incontro del nord-est Si è svolto il 14 giugno il primo incontro del nord-est; tale incontro consiste nella riunione delle territoriali dei Gruppi Giovani di Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto. Questi incontri programmatici sono propedeutici alle attività di coordinamento regionale per lo svolgimento di progetti comuni, ovvero, oltre che per la costruzione del convegno annuale del nord-est, anche per tutte le attività di formazione e i viaggi formativi, prevedendo così una maggiore partecipazione degli iscritti provenienti dalle quattro regioni ed uno scambio informativo necessario per uno sviluppo di progetti di sempre maggiore spicco per Confindustria.
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TEDx Modena
La contaminazione delle idee Si è svolta sabato12 maggio l’edizione 2018 del TEDx Modena, andata in scena all’interno del Teatro Storchi, circondato dall’“Innovation garden”, un laboratorio scientifico all’aperto.
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Andrea Zanasi
Nati con il motto “L’unione fa la forza”, i TEDx sono eventi indipendenti organizzati da enti locali che seguono precise regole dettate da TED, una organizzazione apartitica che ha l’obiettivo di diffondere idee a livello globale. Il tema del TEDx Modena 2018 è stato “Gimme hope – when passion meets reason” e durante il percorso si sono succeduti vari oratori che hanno saputo raccontare le loro storie e i loro progetti con ardore. Tra le varie presentazioni: Chiara Comastri, esperta in public speaking e miglioramento personale, ha spiegato alla platea il proprio metodo innovativo, che ha permesso a lei stessa e a migliaia di persone di superare la balbuzie. L’idea è quella di spostare il focus da se stessi e dal proprio deficit all’ascoltatore.
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l’imbarazzo e dell’importanza di non dimenticarsi mai che nei team vincenti l’interesse del gruppo è sempre prioritario rispetto a quello del singolo. In tema salute Antonella Samoggia ha parlato alla platea del crescente aumento di patologie legate ad un eccessivo utilizzo di “cibi spazzatura”. Il suggerimento dato è quello di riformulare le ricette gustose ma poco sane in varianti sì gustose, ma anche sane, sostituendo gli elementi dannosi con equivalenti benefici. Un esempio è quello di sostituire lo zucchero con la stevia. Graziella Pellegrini, specialista in medicina rigenerativa, ha invece parlato dello stato dell’arte e delle potenzialità di questo ramo della medicina e di come siano state salvate vite umane facendo trapianti di tessuti danneggiati ricostruiti in laboratorio. Ha però invitato a diffidare dei falsi miti e dei falsi profeti che utilizzano l’ignoranza a scopo di lucro, portando a titolo di esempio il recente caso del metodo Stamina, un trattamento privo di qualsiasi validità scientifica creato e promosso da Davide Vannoni, un laureato in Scienze della comunicazione e non in materie medico-scientifiche.
Enrico e Gabriele Grassi, imprenditori, hanno invece parlato di come, attraverso la fiducia e la passione per il proprio lavoro, si possano ricostruire i rapporti padre-figlio oltre che creare aziende con centinaia di dipendenti che competono a livello globale con i leader del settore. Hanno sottolineato come la passione e la ragione, due forze spesso in contrasto, debbano bilanciarsi in un equilibrio sinergico, Un pomeriggio perché la passione è quella che ci spinge a cercare mete sempre nuove, ma per arrivarci è all’insegna necessario ragionare su un percorso fattibile.
Antonella Samoggia e Graziella Pellegrini, con metodi e linguaggi differenti, hanno evidenziato come il nostro corpo debba essere rispettato e amato attraverso una sana alimentazione e un sano stile di vita.
Infine, Chiara Zanoli, studentessa del Liceo Fanti di Carpi, ha sorpreso il pubblico per la maturità e la naturalezza con cui ha raccontato di avere aiutato un’amica a gestire un disturbo alimentare, sottolineando di aver imparato e allo stesso tempo commesso errori nel gestire questa esperienza. Tra le lezioni imparate, quelle più significative sono l’importanza dell’ascolto e del trattare l’altro come una persona sana e non come un malato.
di storie di passione e ragione.
Sul tema dell’innovazione Micaela Piccoli, direttore presso la Chirurgia Generale dell’Ospedale Sant’Agostino Estense di Modena, ha sorpreso il pubblico mostrando le nuove frontiere della chirurgia robotizzata, che permettono livelli di precisione inarrivabili per qualsiasi essere umano. Il concetto è che il robot chirurgo, comandato da remoto dal chirurgo in carne e ossa, conferisce a quest’ultimo “superpoteri” che gli consentono maggiore precisione e migliore visuale. L’impulso che ha portato a questa evoluzione è stato lo spostamento del focus da “bravura del medico” a “benessere del paziente”, il quale deve nel minor tempo possibile riprendere la normalità.
Giuseppe Alonci, dottorando in chimica, sta ricercando metodi innovativi per colpire e annientare i tumori ad oggi ancora incurabili realizzando “proiettili” chimici capaci di schivare le cellule del paziente sane e colpire quelle tumorali. La strada per il successo è ancora lunga ed è proprio la passione per il proprio lavoro a spingere Giuseppe e i suoi colleghi a non mollare, continuando a ricercare soluzioni. A toccare un argomento più personale sono stati i theShow, Leonardo Milani e Guido Marangoni, che hanno approfondito il tema della gestione della timidezza e di come superarla, analizzando come lo stress influenzi negativamente la nostra vita e perché vada gestito. Hanno parlato di come superare
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48° convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria
“Ora, sfida all’insostenibile” Ha preso il via lo scorso venerdì 8 giugno a Rapallo il 48° convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in un clima perfettamente descritto dal titolo dell’evento.
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Maria Eleonora Missere
Ha preso il via lo scorso venerdì 8 giugno a Rapallo il 48° convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in un clima perfettamente descritto dal titolo dell’evento: “Ora, sfida all’insostenibile”.
Fare impresa in Italia è diventato insostenibile, ma le persone, gli imprenditori, vanno avanti.
Ha affermato in apertura il presidente Alessio Rossi: “Lo stallo degli ultimi 88 giorni ha dimostrato una fragilità politica che si è ripercossa sui mercati e sullo spread, che è aumentato esponenzialmente. Fare impresa in Italia è diventato insostenibile, ma le persone, gli imprenditori, vanno avanti. Dopo questi 88 giorni, ci devono dimostrare che il tempo usato per formare il governo è stato un investimento per il nostro Paese: speriamo che sia stato solo un brutto inizio, come in un film futuristico”, ha dichiarato in apertura Alessio Rossi, presidente dei Giovani Imprenditori, che ha proseguito affermando che il recente discorso del Presidente del Consiglio entrante è stato carente riguardo alle politiche industriali: noi siamo una potenza ed è dal 1910 che l’obiettivo è quello di far crescere l’industria italiana. Per fare ciò, secondo Rossi, ci sono tre punti da rispettare nei confronti delle imprese: partecipazione, ascolto e trasparenza. Per quanto riguarda poi il sistema di tassazione, la nostra generazione oggi si ritrova subissata da un debito pubblico pro capite troppo importante. Abbiamo bisogno di un sistema di tassazione giusto e sostenibile, che possa essere messo in atto, e non piatto e insostenibile. Se perciò la Flat tax non è attuabile e richiede sacrifici ulteriori, noi diciamo: “No, grazie”. Siamo parte del processo e del successo e prima di chiamarla “sostenibilità”, noi la chiameremo “responsabilità”. Occorre innanzitutto reinventarsi e non ristrutturarsi, perché il mercato va sfidato e non subito. Sfidare l’insostenibile è
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possibile se sappiamo cosa ci sarà dopo: un futuro sostenibile 4.0 con i robot che guideranno ogni progetto. La spaccatura che attualmente viviamo è invece insostenibile. Con il nuovo Governo eletto è necessario creare un patto generazionale, ci sono 243 deputati under 40 con i quali è necessario “contaminarsi” e confrontarsi per stringere un accordo comune.
Nel corso del convegno, Rossi ha poi proposto sei azioni che potrebbero aiutare questo patto di coesione, tre delle quali rivolte agli imprenditori: è bene che i giovani assumano i giovani, facilitati però da un cuneo fiscale a zero per riuscire a dare lavoro a chi dà lavoro; è importante creare efficienza energetica, sia idrica che ambientale; occorre avere un vero e proprio alfabeto digitale all’interno delle proprie aziende, incrementandone la digitalizzazione. Le altre tre proposte sono invece state rivolte alla classe politica: un welfare sostenibile, per donne e giovani; una pubblica amministrazione 4.0; infrastrutture sostenibili. Facendo ciò si creerebbe una spirale positiva per noi, giovani e imprenditori. A seguire, il primo ospite è stato Donato Iacovone, EY Managing Partner Italia, Spagna e Portogallo, che ha spiegato di vedere il cambiamento del nostro Paese attraverso le tecnologie. Viviamo l’era della trasformazione continua, in cui ogni processo ha una tecnologia. Tutto sta evolvendo e le tecnologie stesse stanno cambiando così come i settori: guardando il settore energetico, si stanno cercando investimenti per l’eolico per poter produrre energia immagazzinabile. Entro il 2030 ci saranno competenze che andranno a sparire come tutte le attività con skills basse. È necessario, perciò, rendere sostenibile l’approccio alla tecnologia facendo ad 11
esempio il match tra settori e competenze e garantendo il lifelong learning.
Ventures, ha fatto capire quanto sia importante investire negli imprenditori, essendo loro stessi i primi ad accollarsi un rischio.
È poi stato il turno di Carmelo Papa, AD ST Microelectronics Italia, ed Eugenio Sidoli, AD Philip Morris, che si sono confrontati sul tema “Interpreti del cambiamento”. La sostenibilità è la parola chiave, e non va dimenticato che c’è la possibilità che alcuni prodotti, se non vengono cambiati, aggiornati e migliorati, potrebbero andare a sparire.
La seconda tavola rotonda, dal tema “In direzione domani”, ha chiaramente riguardato la sostenibilità dei processi. Livia Cevolini, AD Energica, e grande conoscitrice di questa tematica, ha raccontato di come abbia reagito nel momento di crisi del 2008, investendo nel prodotto, nel buon livello e nella qualità. Cesare Salvini, marketing director Mercedes Italia, ha proseguito presentando i progetti futuri dell’azienda (come l’auto elettrica con guida autonoma) nella creazione di un prodotto autorevole e non una semplice automobile. Roberto Naldi, vicepresidente Toscana Aeroporti, ha continuato descrivendo la costruzione dell’aeroporto a impatto zero.
Ha poi parlato Lucia Morselli, World Economic Forum for the Climate Change Chapter, che ha sottolineato come l’economia mondiale sia minacciata dal cambiamento climatico e quanto sia però evidente che lo stesso cambiamento del clima può portare all’apertura di nuovi mercati con il cambio dei metodi di produzione. A metà mattinata sono seguite due interessanti tavole rotonde. La prima, dal tema “Investire nel coraggio”, è stata aperta da Diego Selva, direttore Investment Banking Banca Mediolanum, grande sostenitore dello sviluppo inteso come sostenibilità nei confronti delle persone mettendosi in prima linea nel rapporto con il cliente; a seguire, Sergio Buonanno, ad Invitalia
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La mattinata è proseguita con un tema che ha visto al centro l’energia, efficiente e rinnovabile. Si sono confrontati sul palco Edoardo Garrone, presidente ERG, Paolo Quaini, head of Energy Services Division EDISON e Sebastiano Sella, AD Kitenergy. Il messaggio chiaro che è scaturito è che nel sistema energetico attuale va fatto un investimento sulle reti di transizione per abbassare il costo dell’energia. In chiusura della giornata la platea ha fatto un salto nel
supporto, altrimenti non si riesce a procedere e la strada è in salita. Il sindaco ha raccontato di puntare tutto su sicurezza, trasporti e pulizia della città. Questo però è possibile solo se effettivamente ogni città, ogni regione fa la sua parte, integrandosi, così si potrà creare stabilità a lungo termine. A proseguire, uno spaccato sul tema “Futuro capitale” che ha visto prendere la parola Thomas Miorin, presidente Rebuild, che ha affermato di vedere nell’edilizia una vera e propria industria promotrice di sviluppo: ci sono 17 milioni di case da riqualificare, l’obiettivo è renderlo possibile diminuendo i costi; l’immobiliare è, come in tutte le epoche industriali, un forte indicatore di ripresa. Ci sono avvisaglie positive ma ancora non si può dire che si sia fuori dal tunnel degli ultimi anni. futuro con Luca Rossettini, CEO D-Orbit e Vincenzo Russi, AD eNovia. Con Rossettini abbiamo visto le potenzialità dello spazio e dei satelliti, fondamentali per erogare servizi per tutto il globo. Insieme a Russi abbiamo toccato con mano la novità del suo “urban delivery” per evitare sprechi con imballaggi e inquinamento dovuto all’utilizzo dei camion di trasporto. I lavori della seconda giornata sono stati aperti da Eleonora Anselmi, Presidente G.I. Confindustria Toscana. Si sono poi susseguiti sul palco ospiti della classe politica: oltre questi Giuseppe Sala, sindaco di Milano, città che sta vivendo un momento di apertura e crescita; Sala ha affermato che “la città ospita turisti e studenti stranieri, impossibile chiudersi in se stessi” e ha proseguito affermando che solidarietà e welfare sono fondamentali per l’amministrazione, ma servono fondi a
Ha proseguito Marcello Segato, AD Zehus, presentando la nuova Smart Wheel che elettrifica e connette le biciclette. Con un investimento di 10 milioni di euro la sua azienda lancerà a Milano la prima bici con flusso libero, pubblica ed elettrica. Andrea Panconesi, AD Luisaviaroma, ha invece spiegato di puntare tutto sulla sua bottega: è la storia e il DNA dal quale partire per intraprendere sempre vie nuove, come l’on line che oggi l’affianca, un modo nuovo di parlare ai clienti, il futuro. Ha poi preso la parola Carlo Ratti, founding partner di Carlo Ratti Associati, che ha proposto un’interessante presentazione sulla convergenza tra mondo fisico e digitale in cui la natura prende un ruolo fondamentale, (come ad esempio il MIND a Milano, la trasformazione di Expo). Ha aggiunto che la tecnologia sta cambiando e cambieranno anche i modi in cui
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verranno utilizzate le infrastrutture, che vengono costruite con lungimiranza in modo da potersi adattare ai vari scenari del domani. Sono poi saliti sul palco i presidenti di Regione EmiliaRomagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria, che hanno trattato l’argomento “I progetti del territorio”: Stefano Bonaccini, Emilia-Romagna, ha chiesto a gran voce indipendenza per poter gestire parte delle risorse, essendo la sua regione tra le più manifatturiere e in crescita.
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di gestione e struttura.
Massimiliano Fedriga, Friuli Venezia Giulia, che ha presentato una situazione già in corso di una regione autonoma come il Friuli, rendendo concreto questo tipo di amministrazione del tutto sostenibile.
Direttamente da Barcellona abbiamo potuto apprezzare la testimonianza dell’italiana Francesca Bria, assessore all’innovazione digitale Barcellona, che ci ha raccontato che nella capitale della Catalogna troviamo già la città intelligente al servizio del cittadino: è stata creata una piattaforma con codice libero dove il cittadino può scegliere che dati condividere o meno, l’innovazione blockchain. I dati di utilizzo sono molto importanti perché servono per prendere decisioni e sviluppare politiche pubbliche, il cittadino dando il consenso all’utilizzo dei suoi dati, aiuta nel miglioramento dei servizi offerti dalla città.
Giovanni Toti, Liguria, ha confermato le tesi già sostenute in quanto l’Italia al momento si trova in una situazione di corsa per colmare il deficit infrastrutturale; sarebbe un bene che le regioni avessero maggiore autonomia, vista la loro peculiarità
Alla fine della mattinata, l’ultima tavola rotonda, dal tema “L’alfabeto del millennio”, ha visto Silvia Candiani, AD Microsoft Italia, raccontare come l’istruzione umanistica sia la base per uno spirito critico e per la capacità di problem solving,
da aggiungere al nuovo alfabeto digitale, fondamentale punto di partenza di oggi (ha ricordato infatti che in Italia ci sono ancora il 40% di analfabeti digitali). In accordo Ugo Salerno, ad Rina, che ha aggiunto che l’innovazione digitale cambierà il nostro modo di lavorare (es. intelligenza artificiale). In tema di intelligenza artificiale, Federico Ferrazza, direttore Wired, ne ha spiegato i vantaggi portando interessanti esempi come la produzione nel farmaceutico che dimezza i tempi di produzione del farmaco, oppure negli incidenti stradali che con l’utilizzo di questa tecnologia vedrebbero abbattuti i numeri di morti; questi dati positivi dimostrano un futuro in cui verrà generata una nuova ricchezza da poter ridistribuire in altri ambiti.
abbattendo il primo ostacolo nel lavoro, la disoccupazione e l’occupazione a breve termine: deve avvenire un cambiamento culturale, si deve puntare sulla valorizzazione della formazione. Il secondo ostacolo è il PIL, l’Italia è sotto la speculazione dei mercati. Il terzo ostacolo è dato dal fatto che il nostro Paese risulta troppo complicato e poco attrattivo: è necessario un riassetto dell’economia. L’ultimo ostacolo sono le infrastrutture, occorre valutare quelle strategiche e sostenibili. La presidente del Senato ha concluso con un messaggio positivo, un ritratto del Paese dato da libertà e bellezza: esse rendono felici e questo è l’Italia. Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, è salito sul palco a chiusura dei lavori, lasciandoci con parole di saggezza sulla situazione presente: “La politica deve trasformare le speranze in certezze, deve dare speranza al futuro. La mission è proiettata verso una maggiore crescita, volta ad abbassare il debito pubblico, contro inclusiva verso i giovani”.
A concludere i lavori di questa interessantissima manifestazione sono arrivati i grandi ospiti della giornata: Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente Senato della Repubblica, ha asserito Chi è che questa sfida all’insostenibile è diventata la l’industria nostra conquista della libertà, nel fare e nel far In pieno accordo con il discorso di apertura è contro l’Italia fare. In aggiunta, per dare una certezza nel del presidente dei Giovani Imprenditori, futuro, è bene avere forti radici nel passato: anche Vincenzo Boccia intravede una questo infatti genera un meccanismo perfetto possibilità nell’accordo generazionale con il per l’uomo, che si articola in una maggiore nuovo Governo: può esistere sviluppo se c’è produzione di prodotti in tempi sempre più brevi, resa possibile solidarietà, ma non il contrario. dall’automazione dei processi produttivi, dalla robotica e dal Ci confrontiamo con il nuovo paradigma che contraddistingue web. Occorre tenere sempre presente, però, che l’intelligenza la nostra società, che prevede istruzione e incentivi verso i artificiale andrà a supporto e contributo, ma non certo a giovani: “Se studi vai a lavorare, se non studi, stai a casa”. sostituire l’intelligenza umana. Chi è contro l’industria è contro l’Italia. Le istituzioni, ha continuato la Casellati, dovranno contribuire alla corsa imprenditoriale come supporto verso il futuro, 15
Giornata mondiale della Proprietà intellettuale
Women in innovation and creativity
Powering Change
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Il 26 aprile si è celebrata la Giornata mondiale della Proprietà intellettuale, una celebrazione annuale dell’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale). Il tema del 2018 è stato ”Le donne e il loro ruolo nell’innovazione, nella creatività e nella società nel suo complesso”. La campagna della Giornata mondiale della Proprietà intellettuale di quest’anno, infatti, ha celebrato la genialità, l’ingegnosità, la curiosità e il coraggio delle donne che “guidano il cambiamento nel nostro mondo e danno forma al nostro futuro comune”.
identifica alcune delle barriere che le donne sono costrette ad affrontare quando innovano e creano. Queste barriere includono una disuguaglianza di genere diffusa, il cosiddetto “soffitto di vetro” ed altri preconcetti e stereotipi. Inoltre, sono stati scritti per l’occasione numerosi articoli che analizzano i ruoli delle donne nei differenti ambiti dell’innovazione, dalla figura del consulente in proprietà intellettuale a quello di ricercatrice, ed è opinione condivisa che sia ancora presente un sensibile divario tra il coinvolgimento del genere femminile nei processi innovativi rispetto a quello del genere maschile.
Per l’occasione, l’OMPI ha pubblicato un interessante articolo dal titolo “Innovazione, creatività e divario di genere”, che
Ogni giorno le donne escogitano invenzioni rivoluzionarie e creazioni che migliorano e trasformano la vita e fanno avanzare
Giulia Cataldi
la comprensione umana, dall’astrofisica alla nanotecnologia, dalla medicina all’intelligenza artificiale e alla robotica. Nella sfera creativa, che si tratti di film, animazione, musica, moda, design, scultura, danza, letteratura, arte e altro, le donne stanno re-immaginando la cultura, mettendo alla prova i limiti dell’arte e dell’espressione creativa, trascinandoci in nuovi mondi di esperienza e comprensione. Oggi più che mai, le donne assumono ruoli di leadership e possono esprimersi nella scienza, nella tecnologia, negli affari e nelle arti. I contributi importanti e stimolanti di innumerevoli donne in tutto il mondo stanno alimentando il cambiamento e la loro attitudine positiva del “si può fare” è una grande fonte d’ispirazione. Inoltre, le donne inventrici hanno raggiunto in questi ultimi anni notevoli risultati, che sono un’eredità inestimabile per le ragazze di oggi e devono essere fonte di ispirazione per le inventrici e le creatrici di domani. Pertanto, la celebrazione della Giornata mondiale della Proprietà intellettuale di quest’anno ha celebrato la genialità, l’ingegnosità, la curiosità e il coraggio delle donne, che guidano un positivo cambiamento nel nostro mondo e danno forma al nostro futuro comune, con l’intenzione di incrementare il contributo positivo delle donne in questi processi. I settori della biotecnologia, farmaceutico e chimico sono quelli con il più alto numero di domande di brevetto internazionali che nominano delle donne come inventrici. I dati rivelano che il 31% delle 243.500 domande di brevetto internazionali pubblicate nel 2017 nominano una donna come inventrice. Tale percentuale è in crescita rispetto al 23% di circa dieci anni fa e il 12.2% del 1990, mostrando un trend positivo. Il gap di genere, tuttavia, è ancora elevato.
economia - diritto
La partecipazione delle donne all’attività innovativa è principalmente concentrata nei settori biotecnologico (58% per le pubblicazioni OMPI del 2017), farmaceutico (56%) e chimico (55%) e le aziende che hanno depositato domande di brevetto con un numero più alto di inventrici nel 2017 sono: LG Chemicals; F. Hoffman –La Roche; L’Oreal; Dow Global Technologies; Henkel Kommanditgesellchaft Auf Aktien. Molto bassa, invece, è la percentuale di donne citate come inventrici nel settore meccanico, dove rimangono in generale al di sotto del 16%. Tra gli istituti accademici che citano donne come inventrici, primo si è classificato il Republic of Korea’s Electronics and Telecommunications Research Institute, con l’83,3% di domande PCT nel 2017. Seguono quattro istituti cinesi: Shenzhen Institute of Advance Technology (82,7%), Jiangnan University (82,5%), Tsinghua University (80%) and Jiangsu University (80%). Purtroppo, gli istituti italiani non rientrano nella classifica dei primi 20, che annoverano sostanzialmente solo istituti asiatici ed americani. Dal report dell’OMPI pubblicato in occasione della Giornata mondiale della Proprietà intellettuale 2018 si ottiene quindi un interessante spaccato a livello globale non solo del ruolo delle donne nell’innovazione, ma in generale dell’innovazione. La Corea del Sud e la Cina sono lanciate verso numeri da record, che quasi doppiano quelli dei Paesi immediatamente successivi in classifica, mentre i Paesi del vecchio continente rimangono indietro. Questa differenza sembra data da barriere culturali e da tradizioni che relegano la partecipazione delle donne solo a determinati settori tecnologici piuttosto che ad altri. Nonostante sia senz’altro possibile guardare con ottimismo la crescita costante della partecipazione delle donne ai processi innovativi, c’è ancora molto da fare ed è auspicabile che le donne possano avere sempre più la possibilità di accedere al mondo scientifico, indipendentemente dal settore, e di essere coinvolte sempre più spesso in attività di ricerca e di protezione dell’innovazione, sia all’interno degli istituti accademici, sia all’interno delle aziende.
Tra i 152 Paesi che aderisco al Patent Cooperation Treaty (PCT) dell’OMPI, quello con il più alto tasso di donne innovatrici è la Corea del Sud, che presenta circa il 50% di inventrici, seguito dalla Cina (48%), dal Belgio (36%) dalla Spagna (35 %) e dagli Stati Uniti (33%). L’Italia è al 19° posto, con il 18,64%.
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Premio Estense Scuola
Scuola/Cultura/CreativitĂ 18
Andrea Pizzardi
associazione
4a A - ITC Bachelet di Ferrara
Il Premio Estense Scuola nasce nel 1995, grazie all’allora Unindustria Ferrara, con lo scopo di coinvolgere il mondo della scuola a partecipare a uno dei grandi eventi culturali della città, il Premio Estense, stimolando gli studenti a rielaborare il tema del libro vincitore del Premio letterario cittadino in chiave innovativa attraverso progetti di gruppo che consentano loro di esprimere i sentimenti e le emozioni scaturiti durante la lettura del libro.
trasformandolo così nel bersaglio diretto dei corleonesi di Totò Riina.
«Non vi è dubbio che Giovanni Falcone fu sottoposto a un infame linciaggio - prolungato nel tempo, proveniente da più parti, gravemente oltraggioso nei termini, nei modi e nelle forme - diretto a stroncare per sempre, con vili e spregevoli accuse, la reputazione e il decoro professionale del «Per essere valoroso magistrato. Non vi è alcun dubbio che Quest’anno Andrea Pizzardi, amministratore Giovanni Falcone - certamente il più capace credibili delegato di Iperwood, ha guidato la giuria magistrato italiano - fu oggetto di torbidi giochi bisogna essere – composta, tra gli altri, dagli imprenditori di potere, di strumentalizzazioni a opera Leopoldo Santini e Valentino Caselli e dagli della partitocrazia, di meschini sentimenti di ammazzati, in insegnanti Anna Finetti, Simonetta Maestri e invidia e gelosia (anche all’interno delle stesse questo Paese?» Davide Mancini – nella selezione dei lavori istituzioni), tendenti a impedirgli che assumesse presentati dagli alunni; alla premiazione quei prestigiosi incarichi i quali dovevano, Giovanni Falcone hanno partecipato inoltre Cristina Corazzari, invece, a lui essere conferiti sia per essere egli il assessore alla Pubblica Istruzione del Comune più meritevole, sia perché il superiore interesse di Ferrara, Giovanni Desco, dirigente generale imponeva che il crimine organizzato dell’Ufficio Scolastico provinciale di Ferrara, e fosse contrastato da chi era indiscutibilmente il i rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti tra più bravo e il più preparato, e offriva le maggiori garanzie cui il presidente, Gianluca Sandri. - anche di assoluta indipendenza e di coraggio - nel contrastare, con efficienza e in profondità, l’associazione Il libro oggetto del concorso era “L’assedio – Troppi nemici criminale» - Dalla sentenza della seconda sezione Penale per Giovanni Falcone” del giornalista Giovanni Bianconi, della Corte di Cassazione. Roma, 6 maggio 2004. che narra la storia di un uomo che ha segnato il declino di Cosa Nostra, attraverso documenti e ricordi dei protagonisti Il vincitore del Premio Estense Scuola è stata la classe 4^ A dell’ultimo periodo di vita del magistrato siciliano. dell’ITC Bachelet di Ferrara con il lavoro “Uno contro tutti”, con il quale i ragazzi hanno proposto sul palco un processo All’interno del libro sono individuati coloro che, di nascosto, hanno contrastato l’uomo, tentato di delegittimarlo e isolarlo, a Falcone, durante il quale egli spiegava e sosteneva con 19
4a B - IPSIA Ercole D’Este
forza i valori contro la mafia, mentre in sottofondo i corleonesi, impersonati da un altro gruppo di ragazzi, recitavano in forma di dialogo la decisione di condurre a morte Falcone. A guadagnare il secondo gradino del podio è stata la classe 4^ B dell’IPSIA Ercole D’Este con il progetto “Capaci”. Gli studenti di questo istituto sono ragazzi già attivi nel sociale, che con le loro capacità musicali hanno creato un gruppo di cantanti rap che mettono in evidenza tantissimi temi cari ai giovani, ad esempio la lotta al bullismo. Avendo registrato vari brani e video, hanno aperto un canale YouTube proprio per promuovere e sensibilizzare i giovani su questi argomenti. Il terzo posto invece è toccato alle classi 4^ U, 2^ C e 2 ^ M dell’IIS Bassi Burgatti: anch’essi attraverso la musica rap hanno narrato il dramma di un uomo che è stato simbolo di una lotta e di un periodo buio del nostro Paese. Altri progetti si sono susseguiti sul palco, tra cui una raccolta fotografica di volti di tanti di coloro che hanno lottato contro
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4a U, 2a C e 2a M - IIS Bassi Burgatti
la mafia, volti giovani e vecchi che tramite le loro storie e i loro sacrifici hanno portato alla luce vicende macabre, regni di mafia e di soprusi nascosti con l’omertà . La bellezza di questi progetti ha fatto passare una mattinata unica a tutti i partecipanti, che hanno rivissuto attraverso gli occhi dei ragazzi e i loro linguaggi moderni il buio e la luce rappresentati nel libro. Nuovi metodi espressivi rispetto solo a qualche anno fa, ma che appieno arrivano agli spettatori.
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Atlante digitale dei Cammini d’Italia
Quattro passi in Appennino 22
Vittorio Cavani
Nel 2016 l’allora Ministro Dario Franceschini proclamò l’“Anno dei Cammini” con l’obiettivo di valorizzare il ricco patrimonio composto dalla rete di percorsi storici, naturalistici, culturali e religiosi che, da nord a sud, solcano la Penisola rappresentando una porzione, spesso poco conosciuta ma fondamentale, nell’offerta del turismo lento italiano.
cultura
Toscana; la Piccola Cassia, uno dei tanti sentieri che portava a Roma congiungendosi con la Via Francigena; la Via di Linari, in territorio parmense; il Cammino di Dante, che collega Ravenna a Firenze.
Da qui l’impegno del MiBACT per creare una rete organica di mobilità slow che doti il sistema Paese di una vera e propria infrastruttura intermodale di vie verdi. Una possibilità di muoversi lungo l’Italia a piedi promuovendo una nuova dimensione turistica. Nell’ambito di questo progetto ministeriale, nell’autunno scorso è stato presentato ufficialmente l’“Atlante digitale dei Cammini d’Italia”: una piattaforma web che raccoglie e valorizza i numerosi percorsi turistici che ricalcano antiche vie di comunicazione, spesso di origine medievale o anche antecedenti: http://www.turismo.beniculturali.it/homecammini-ditalia/atlante-dei-cammini/. Quattordici di questi Cammini attraversano longitudinalmente la nostra regione. Antiche vie di pellegrinaggio su tracciati pedonali e ciclabili, caratterizzate da una forte valenza spirituale, storica e naturalistica, a testimonianza che il territorio emiliano-romagnolo è da sempre cerniera geografica fra l’Europa centro-settentrionale e il Mediterraneo, con i suoi luoghi di pellegrinaggio. I passi dell’Appennino, infatti, davano e danno accesso alla Toscana e all’Umbria alla volta di Assisi e Roma. In alternativa la strada costiera, toccando Ravenna, Classe, Cervia, Cattolica e incrociando in più punti la via Emilia e Flaminia, conduceva agli imbarchi della Puglia per Gerusalemme e la Terra Santa.
Da febbraio 2018 questi Cammini dispongono di una mappa interattiva, consultabile sul sito dedicato, scaricabile anche su navigatore satellitare, fruibile in modalità “open data” dagli operatori turistici dei territori interessati e implementabile con nuove informazioni in grado di offrire al turista indicazioni relative a tutto quello che si trova attorno all’itinerario, nel raggio di 5 chilometri. Oltre ai punti d’interesse di carattere storico e culturale in genere, sono state georeferenziate anche aziende di prodotti tipici e tutte le strutture ricettive in grado di offrire ospitalità, dagli agriturismi ai bed & breakfast, passando per gli affittacamere e la ricettività religiosa.
Un investimento promozionale ingente, sostenuto da APT e Regione Emilia-Romagna, giustificato dai trend in costante crescita del mercato. Tra gennaio e settembre 2017 i cammini dell’EmiliaRomagna hanno registrato una media di 5.800 transiti mensili, con 19.000 pernottamenti complessivi (permanenza media di 2-4 notti a persona). I siti web dei singoli cammini e la sezione cammini del sito di APT Servizi hanno registrato complessivamente oltre 2 milioni di visualizzazioni uniche, mentre si sono registrati 150.000 contatti sui gruppi Facebook. A ciò si aggiungono oltre 30 pacchetti di esperienze di viaggio, che Per i pellegrini, riguardano diversi tra i 14 Cammini e Vie dei un tempo, Pellegrini, con proposte di escursioni giornaliere a questi percorsi piedi o in bici, con soggiorni da 1 a 7 notti con o senza guida, tra natura incontaminata, luoghi di erano fonte di culto e borghi storici, antiche pievi, centri termali spiritualità e il e aziende di produzione enogastronomica.
“Per i pellegrini, un tempo, questi percorsi erano fonte di spiritualità e il segno stesso della cultura dell’accoglienza. Oggi sono anche i tesori di una mappa che conduce all’anima del territorio. Mete di turismo religioso attorno alle quali ruotano mondi riconducibili all’arte, all’esperienza sostenibile e slow, alla tradizione e alle eccellenze di una regione tutta da scoprire”. Dalla Via Francigena, riconosciuta oggi dal Concilio Europeo come itinerario culturale; alla Via Romea Germanica, passando per la Via Romea Nonantolana e Romea Longobarda, secolari itinerari europei di pellegrinaggio verso Roma; la Via degli Abati, che ripercorre i percorsi seguiti dagli Abati per attraversare gli Appennini; il Cammino di Sant’Antonio, il Cammino di Assisi, il Cammino di San Vicinio, il Cammino di San Francesco, legati ai luoghi caratterizzati dalla vita di San Francesco e Sant’Antonio; la Via degli Dei, che collega Bologna a Firenze; il Sentiero di Matilde di Canossa, che unisce l’Appennino reggiano alla
segno stesso della cultura dell’accoglienza.
Insomma una ghiotta occasione per organizzare un fresco soggiorno e riscoprire il nostro meraviglioso Appennino in questa estate ormai alle porte, che si annuncia particolarmente torrida. 23
Tutela dei dati personali
La nuova informativa sulla privacy
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Stefano Fratepietro
Le sanzioni previste dal nuovo regolamento sulla protezione dei dati nell’Unione Europea (GDPR) sono entrate in vigore ufficialmente il 25 maggio 2018. Qualcuno se ne è accorto perché conosce già da tempo la normativa, altri perché sono stati sommersi da e-mail con la comunicazione della nuova informativa sulla privacy, altri ancora continuano invece a ignorare l’argomento, volutamente. Secondo alcune fonti giornalistiche, quasi un’organizzazione su quattro nel mondo si dichiara impreparata al passaggio e non ha ancora completato la fase di adeguamento. In Italia la situazione sembrerebbe essere ancora più critica. Il mancato rispetto delle nuove regole sulla protezione dei dati dei cittadini e sul modo in cui verranno gestiti e archiviati nei data center può portare a una multa salata, fino a 20 milioni di euro (sino al 4% del fatturato annuo). Il problema, ad oggi, è che nonostante se ne parli da tempo c’è ancora un’elevata percentuale di imprese che non si è data da fare. Secondo una nuova indagine Efficienti P/Coleman Parkes, “The global Gdpr survey findings”, c’è un 28% di aziende assolutamente impreparato al cambiamento. Certamente, tra i fattori che più influiscono sull’adozione del GDPR nelle imprese c’è la questione finanziaria. In media, fino ad ora, la spesa per singola azienda è stata di 1,58 milioni di dollari. In Europa, sono le aziende tedesche ad aver speso di più in media, con 1,96 milioni di dollari, seguite da quelle britanniche, con 1,8 milioni, e da quelle francesi, con 1,78 milioni. Guardando ancora più lontano, le aziende americane hanno speso in media 1,56 milioni di dollari, mentre a Singapore circa 1,5 milioni di euro. In linea di massima, le imprese di grandi dimensioni hanno speso fino a 5 milioni di dollari per conformarsi al nuovo regolamento, mentre le piccole e medie imprese sono arrivate a sborsare quasi 1,3 milioni di dollari. Che impatto ha il GDPR sulle piccole e medie imprese? Ricordiamo che il regolamento coinvolge chiunque abbia a che fare con dati personali. Dove per “dato personale” si intende, secondo l’Art.4, “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile («interessato»); si considera identificabile la persona fisica che può essere
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identificata, direttamente o indirettamente, con particolare riferimento a un identificativo come il nome, un numero di identificazione, dati relativi all’ubicazione, un identificativo online o a uno o più elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o sociale”. Pertanto, se gestite anche solo una anagrafe clienti BTC oppure una newsletter, state trattando dati personali. Una delle tante novità introdotte è la figura del DPO (Data Protection Officer). Anche su questo tema c’è molta confusione su chi è obbligato a nominare un DPO e chi no; tale figura non è necessaria se l’impresa non monitora regolarmente i dati su larga scala e non tratta dati sensibili, ovvero dati come quelli sanitari, quelli relativi alle opinioni politiche, al credo religioso, all’orientamento sessuale. L’adozione di un DPO è d’obbligo, secondo l’Art. 37: a) se il trattamento è svolto da un’autorità pubblica o da un organismo pubblico, con l’eccezione delle autorità giudiziarie nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali; b) se le attività principali del titolare o del responsabile consistono in trattamenti che richiedono il monitoraggio regolare e sistematico di interessati su larga scala; c) se le attività principali del titolare o del responsabile consistono nel trattamento su larga scala di categorie particolari di dati o di dati personali relativi a condanne penali e reati. Si tenga presente che la designazione obbligatoria di un DPO può essere prevista anche in casi ulteriori in base alla legge nazionale o al diritto comunitario. Inoltre, anche ove il regolamento non imponga in modo specifico la designazione di un DPO, può risultare utile procedere a tale designazione su base volontaria. Pertanto, secondo le indicazioni del Garante, non si deve nominare un DPO nei casi di “trattamenti effettuati da liberi professionisti operanti in forma individuale; agenti, rappresentanti e mediatori operanti non su larga scala; imprese individuali o familiari; piccole e medie imprese, con riferimento ai trattamenti dei dati personali connessi alla gestione corrente dei rapporti con fornitori e dipendenti”. Buon “nuovo regolamento sulla protezione dei dati” a tutti!
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UPIDEA! L’accelerazione delle idee
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Ivan Franco Bottoni
Giovedì 24 maggio, dopo la tappa al Tecnopolo di Reggio Emilia, presso il Fantini Club di Cervia si è svolto il secondo e ultimo Investor Day del progetto Upidea! Startup Program, con la presentazione a investitori e imprenditori delle startup che hanno portato a termine il percorso realizzato con il contributo di LUISS ENLABS. Upidea! Startup è il programma regionale di accelerazione che seleziona idee imprenditoriali e startup e ne supporta lo sviluppo attraverso un percorso di accelerazione realizzato utilizzando know-how, network e competenze imprenditoriali. Lo scopo è semplice: incentivare la nascita di nuove imprese tecnologiche sul territorio emiliano-romagnolo, favorire l’incontro e la collaborazione delle migliori idee imprenditoriali, stimolare un nuovo modo di fare innovazione e attrarre investimenti.
associazione
Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna – possono rappresentare una straordinaria opportunità di sviluppo e di crescita per l’Emilia-Romagna. Nel registro della Camera di Commercio a fine 2017 la nostra regione, con 892 startup innovative, era terza in Italia dopo Lombardia e Lazio. Un sistema industriale ricco e diffuso come il nostro è un terreno fertile per la nascita e la crescita di startup, che sono spesso portatrici di innovazione e riescono, per le proprie caratteristiche, a cogliere nuove interessanti opportunità di mercato”. “In tre edizioni di Upidea abbiamo selezionato circa 50 startup e sostenuto con l’accelerazione 30 di queste. Abbiamo
Giunto alla terza edizione, Upidea ha dimostrato di poter guidare e sostenere le nuove imprese nei primi mesi della loro attività, grazie all’impegno dei promotori, il Comitato Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, i Giovani Imprenditori di Unindustria Reggio Emilia, Confindustria Romagna, Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Emilia Area Centro. L’Investor Day rappresenta lo step conclusivo di un’iniziativa partita nel settembre 2017, che anche in questa edizione ha visto il coinvolgimento di oltre 80 idee e progetti d’impresa provenienti da tutta Italia. Dopo la call iniziale, i progetti sono stati valutati secondo il grado di innovatività e coerenza con il sistema produttivo del territorio da una giuria di imprenditori e mentor angels. Le startup selezionate hanno avuto accesso al Boot Camp, ovvero i “Training Day”, giornate di formazione composte da sei seminari tematici con esperti e professionisti. Al termine di questa fase, l’accelerazione si svilupperà in cicli bisettimanali di lavoro coordinati e condivisi tra la startup e i referenti del programma, con valutazione periodica dei progressi fatti, nei cosiddetti “Demo Day”. In questa fase si sono svolti anche i “Working Day”, giornate di approfondimento, incontri con aziende e fondi, networking. Al termine del programma le startup verranno sostenute e monitorate, ma lavoreranno anche in autonomia sulla base di quanto appreso nella fase di accelerazione. In tale fase le startup potranno essere fisicamente ospitate presso l’incubatore di riferimento o presso la sede di imprese del territorio interessate a collaborare nello sviluppo del progetto Le startup finaliste, giunte al termine del percorso di accelerazione, hanno avuto inoltre l’opportunità di presentarsi e di conoscere investitori e imprenditori in occasione dell’Investor Day: Fortune, Green Idea Technologies, Mach 3d, Marina, My Peter Pan, Origami, Otellio, Packtin, Prometheus, Second Opinion. “Le nuove imprese – dichiara Kevin Bravi, presidente dei
realizzato un centinaio di matching con le imprese dei nostri territori e permesso ad alcune di queste startup di ottenere importanti finanziamenti o di essere addirittura acquisite da aziende locali che hanno voluto innovare o differenziare la propria attività – ha affermato Enrico Giuliani, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Reggio Emilia – con questo progetto abbiamo raggiunto in modo concreto degli obiettivi importanti: incoraggiare e diffondere la passione del fare impresa, attivare network tra le aziende, favorire l’innovazione e la ricerca, basi fondamentali per la crescita e lo sviluppo. E li abbiamo raggiunti grazie alla rete regionale tra i Gruppi Giovani e alla qualità del nostro partner LUISS ENLABS”. “È importante – commenta Elena Babini, presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Forlì Cesena – dare visibilità e spazio alle nuove leve e alle eccellenze dell’inventiva italiana. Sono impressionata dalla qualità delle idee e del lavoro che ho visto e sono certa che potenziali investitori saranno in grado di cogliere la possibilità di sostenere l’imprenditorialità giovane che costituisce il futuro economico del Paese”. Upidea! Startup Program è stato realizzato, come detto, con il contributo di LUISS ENLABS, uno dei maggiori acceleratori di imprese sul territorio nazionale, e la collaborazione degli incubatori Fondazione REI, Democenter e AlmaCube. Gli organizzatori sono al lavoro per i lancio della nuova call. 27
Dazi tra i vari Paesi
Cosa cambia se cambiamo gli accordi commerciali 28
Matteo Amante
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Cosa accadrà dopo la decisione di Trump di imporre tasse doganali del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio? Una misura definita “una necessità per la sicurezza” degli Stati Uniti che, applicata anche sull’UE, penalizza soprattutto i grandi esportatori come l’Italia. Trump ha invitato i Paesi interessati da tali norme a negoziare eventuali esenzioni del dazio solo nel caso in cui tali Paesi siano disponibili a ridimensionare la minaccia che le loro esportazioni provocano all’economia statunitense. A rischiare di più è proprio l’Italia, grande esportatore verso gli Usa. Sia sui consumatori che sulle famiglie italiane ricadrebbe l’onere. Mentre le trattative sono in stallo e Trump minaccia di tassare le auto europee ed altri prodotti, se la UE non abbasserà le proprie barriere e tariffe ci saranno conseguenze reali e immediate della guerra sui dazi. La guerra commerciale con gli Stati Uniti infatti metterebbe a rischio 40,5 miliardi di esportazioni made in Italy, che hanno raggiunto nel 2017 il record storico grazie ad un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti sono il principale mercato di riferimento per il made in Italy fuori dall’Unione Europea, con un impatto particolarmente rilevante per l’agroalimentare. La nuova strategia Usa, denominata “America First”, sembra avere avuto fino ad ora i primi effetti in una politica monetaria aggressiva che rischia di costare molto caro all’Italia anche in campo alimentare, considerato che le esportazioni di cibo e bevande nel 2017 sono aumentate del 6% (per un totale di circa 4 miliardi di euro). La guerra dei dazi che sta per scoppiare tra Stati Uniti ed Europa rischia di determinare una pesante stangata a carico delle famiglie italiane; il pericolo è che a fare le spese dei dazi siano i consumatori finali, attraverso un inevitabile aumento dei prezzi al dettaglio. Le industrie italiane colpite dagli effetti dei dazi dovranno aumentare i prezzi per recuperare i guadagni perduti, ma soprattutto eventuali contromisure da parte dell’UE determineranno rincari di una miriade di prodotti di largo consumo venduti in Italia e importati dagli Stati Uniti (succo d’arancia, alcolici e dolciumi vari). Secondo le stime, l’eventuale ritorsione dell’Unione Europea ai dazi statunitensi colpirebbe 328 milioni di euro di importazioni statunitensi annuali in Italia che riguardano principalmente manufatti in ferro, acciaio e ghisa, barche a vela e a motore da diporto e l’agroalimentare. Nella black list varata dall’Unione Europea sulla quale applicare dazi ci sono abiti (t-shirt, pantaloni, biancheria, scarpe) che l’Italia importa dagli Usa, cosmetici (rossetti, ciprie, manicure) e le motociclette. Tra i prodotti agroalimentari Usa colpiti dai dazi europei, secondo l’ipotesi della Commissione Europea, ci saranno il bourbon whiskey, i mirtilli e il burro d’arachidi. Queste le parole di Trump: “L’Unione europea, Paesi meravigliosi che trattano gli Usa molto male sul commercio, si stanno lamentando delle tariffe su acciaio e alluminio. Se lasciano cadere le loro orribili barriere e tariffe su prodotti Usa in entrata, anche noi lasceremo cadere le nostre”. Non è così che funziona l’economia mondiale e meno che meno quella italiana.
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Welfare
Piani efficaci per rispondere alla richiesta sempre piĂš frequente di un modello di organizzazione flessibile del lavoro
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Mariacarla Maccaferri
varie
Flexible benefits, il nuovo trend del welfare aziendale Il tema del welfare aziendale, inteso come investimento da parte delle aziende sul benessere dei propri dipendenti, è un argomento che ormai nel nostro Paese si è fatto strada e si sta consolidando già da molti anni; infatti, seppur non esista una normativa organica e uniforme in merito, viene già da tempo riconosciuto, almeno in parte, dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Negli ultimi tempi si stanno però facendo passi avanti: è infatti evidente come sia ormai imprescindibile la necessità di prevedere degli strumenti di welfare aziendale finalizzati a incentivare la produttività e il benessere del dipendente nel contesto lavorativo offrendo la possibilità di implementare piani di flexible benefits. Cosa sono? Con “flexible benefits” si intendono veri e propri “benefici” di cui i dipendenti possono godere: una serie di servizi o di beni che l’azienda mette a disposizione per aumentare il potere d’acquisto dei propri dipendenti e, di conseguenza, il loro benessere personale e familiare. Il lavoratore, sulla base della propria situazione individuale, può decidere di percepire la propria retribuzione variabile sotto forma monetaria o se sostituire la stessa accedendo a piani di benefit. Come funzionano? I flexible benefits rappresentano un modello alternativo di remunerazione del lavoro dipendente che non prevede né carichi impositivi né contributivi. L’insieme di beni o servizi messi a disposizione dal datore di lavoro viene letteralmente chiamato “carrello della spesa”. Il dipendente può dunque disporre di un budget spendibile in determinati beni o servizi messi a disposizione dall’azienda e può scegliere liberamente di quali usufruire, mediante erogazione o rimborso da parte di quest’ultima, secondo un piano condiviso e prestabilito. Ogni singolo dipendente può quindi comporre liberamente il paniere di beni e servizi che più rispecchia le proprie necessità. La crescente richiesta di un modello di organizzazione del lavoro flessibile e l’ascesa della domanda di welfare per la famiglia spiega le principali voci di spesa di cui si compone il “carrello”: • trasporto collettivo (come ad esempio le navette per
raggiungere il posto di lavoro); • voucher e buoni acquisto; • benefits di utilità sociale; • assistenza sanitaria integrativa; • casse di previdenza complementare; • interessi agevolati su mutui e prestiti; • asili nido e servizi per l’infanzia. Maggiore benessere sul luogo di lavoro, una gestione del tempo all’insegna della flessibilità, un maggiore supporto alla famiglia: sono queste le aree su cui fare leva per aumentare la motivazione, la produttività e il benessere dei lavoratori. L’azienda, dal canto suo, oltre ai vantaggi di natura “intangibile” che si riflettono in maniera significativa anche sul senso di appartenenza dei dipendenti all’organizzazione, attiva un significativo risparmio di costi usufruendo dei vantaggi della detassazione e della riduzione del cuneo fiscale. Se è vero che in Italia, in questi ultimi anni, l’investimento in servizi di welfare ha un peso sempre maggiore, è altrettanto significativo segnalare che siano principalmente le aziende più grandi e strutturate ad utilizzare questi piani; è auspicabile che anche le PMI possano essere facilitate nell’avere accesso a questi sistemi di incentivazione, anche attraverso il supporto e l’ausilio delle reti e delle associazioni di categoria.
Il ruolo attivo del Terzo Settore Molto spesso per l’erogazione dei piani di benefit le aziende si appoggiano ad enti del Terzo Settore e questo rappresenta un’opportunità di sviluppo per gli enti stessi e per l’intera comunità di riferimento. Proponendosi parte attiva per l’incentivazione di piani welfare da introdurre nelle aziende, gli enti aiutano e supportano le organizzazioni a offrire programmi che possano tradursi in un beneficio non solo per il dipendente, ma anche per il contesto sociale e l’ambiente in cui vive.
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Alternanza scuola - lavoro
Giovani imprenditori tra i banchi di scuola
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Maria Ginevra Piana
associazione
CREI-AMO L’ IMPRESA! Il 1 giugno 2018 si è conclusa presso la sede Carisbo di Bologna l’edizione 2017-2018 del progetto “CREI-AMO L’IMPRESA!”, promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna e dall’Ufficio Scolastico Regionale per l’EmiliaRomagna in collaborazione con AlmaLaurea. L’ iniziativa si è svolta nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro, con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi alla cultura d’impresa e all’autoimprenditorialità. Le scuole selezionate sul territorio hanno costituito gruppi di lavoro inter-classe composti da studenti di terze e quarte classi, volti alla realizzazione e presentazione di progetti d’ impresa innovativi. Gli studenti hanno diligentemente lavorato durante tutto l’anno scolastico con l’affiancamento dei docenti e dei giovani
illustrare l’organizzazione d’impresa, le varie figure professionali e le diverse aree aziendali. La visita è stata l’occasione per stimolare la creatività per il business plan da realizzare. La valutazione dei progetti è avvenuta sulla base di cinque differenti criteri: 1 - originalità del progetto; 2 - realizzabilità dell’impresa; 3 - attinenza alle vocazioni e opportunità del territorio; 4 - attinenza al settore\prodotto\servizio dell’impresa oggetto della visita aziendale; 5 - presentazione del progetto. I vincitori del progetto sono stati: il progetto HYPERION del Liceo Morgagni e SKEYE dell’Istituto Tecnico Aeronautico Francesco Baracca, entrambi di Forlì. Il primo, ispirato dalla visita all’azienda ER Lux, riguarda un tavolo di design in alluminio con pannello solare e profilati estrusi di alluminio che sviluppa energia, utilizzabile anche per la ricarica degli smartphone. Il progetto si è aggiudicato il primo premio per la qualità della presentazione.
imprenditori che hanno avuto piacere di guidarli rivestendo il ruolo di business angel. Per la realizzazione del progetto, le classi hanno partecipato a una visita guidata presso un’azienda del territorio, pensata per
Il secondo, realizzato dopo la visita alle aziende VEM Sistemi e myDEV, è un sistema di rilevamento per la tariffazione a percorrenza, sensoristica per il controllo dinamico dei valori degli inquinanti atmosferici e acquisizione on time di flussi di traffico e modelli di scenari di traffico previsionali. Secondo classificato il progetto ARMONIA DI VERDURE del Polo Tecnico Professionale di Lugo, Ravenna: una gamma di pasta arricchita con farina di verdure essiccate e macinate 33
a temperatura negativa, in tre differenti e colorate linee di prodotto, progettato dopo la visita all’azienda Molino Spadoni. Il progetto è stato vincitore del premio realizzabilità.
dopo la visita all’azienda Ferri Mobili, tramite la quale gli utenti potranno visionare le liste delle librerie e delle biblioteche, oltre che proporre o acquistare offerte per privati.
Il terzo classificato è stato il progetto PARMA LUXURY PACKAGING dell’ITIS Leonardo Da Vinci di Parma con il prodotto Ceeskeis, un moderno packaging adatto al trasporto, alla conservazione e presentazione di una intera forma di Parmigiano Reggiano, con differenti personalizzazioni. Il progetto, ispirato dalla visita all’azienda Zanetti, si è distinto anche per attinenza alle vocazioni e alle opportunità del territorio.
Alle due classe vincitrici ex aequo sono stati assegnati due premi da 500 euro l’uno per l’acquisto di libri. Tutti gli studenti hanno ricevuto l’attestato di frequenza rappresentante di credito formativo e gadget offerti da Franco Cosimo Panini e Carisbo. “CREI-AMO L’IMPRESA è un progetto regionale importantissimo, che permette ai ragazzi di vivere il mondo aziendale dal punto di vista imprenditoriale. Mira a formare gli imprenditori di domani a partire dall’esperienza sul campo scolastico. La soddisfazione dei ragazzi nei confronti dell’iniziativa che ha permesso loro di mettersi in gioco proprio come se fossero parte di una vera azienda è stata profondamente sentita anche dai giovani imprenditori, i quali hanno seguito i ragazzi con grande entusiasmo e passione coinvolgendoli e motivandoli a ragionare come veri e propri strateghi d’ impresa”, ha dichiarato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria EmiliaRomagna, Kevin Bravi.
La giuria ha premiato per l’originalità il progetto DOUBLE WASHER del Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara: un elettrodomestico di design, insieme lavatrice e lavastoviglie, in grado di ridurre l’impatto ambientale, il risparmio di spazio e il riciclo responsabile dell’acqua, la cui progettazione ha preso avvio dalla visita all’azienda Motori Bonora. Il progetto LES BREAK del Collegio San Luigi di Bologna si è distinto per attinenza al settore/prodotto/servizio dell’impresa oggetto della visita aziendale, la Filicori Zecchini: una macchina distributore automatico di caffè che garantisce al consumatore la scelta di una miscela personalizzata, assieme alla possibilità di ordine e di pagamento direttamente dallo smartphone. L’Istituto d’Istruzione Superiore Bertrand Russell di Guastalla, Reggio Emilia, ha presentato il progetto SMART-SWITCH: un interruttore universale a comando vocale per la domotica della vita quotidiana, nell’ottica di favorire un’economia ecosostenibile, il cui business plan è stato progettato dopo la visita all’azienda Canali&C. Infine, PAPERBOOK dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale Belluzzi-L. Da Vinci di Rimini: un’applicazione, realizzata 34
Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti anche la vicepresidente dei Giovani Imprenditori, Camilla Zanichelli, i dirigenti dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Chiara Brescianini e Giovanni Schiavone, il rappresentante di AlmaLaurea Matteo Marchesini e il vicedirettore generale Carisbo Erico Verderi. L’iniziativa si collega al Progetto COKLEECO, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, che intende avvicinare il mondo della scuola e quello dell’impresa con iniziative atte a rendere più efficaci e costruttivi i rapporti tra la realtà educativa e produttiva.
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