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Cantine Fina fiora bonelli
Bruno Fina iniziò a lavorare nel mondo del vino nei primi anni Ottanta, anche se la svolta per la sua carriera arrivò nel 1993 quando, entrato come enologo presso l’Istituto Regionale della Vite e del Vino di Palermo, cominciò a collaborare col grande enologo Giacomo Tachis che in quegli anni, come consulente esterno, stava svolgendo uno studio sperimentale sul territorio siciliano che in poco tempo cambiò il corso dell’enologia isolana, proclamando la Sicilia “continente enoico”.
VINI DI TERROIR DAVANTI ALLE SALINE DI MOTHIA UN BICCHIERE CONTEMPLANDO UNO DEI PIÙ ROMANTICI TRAMONTI AL MONDO Per le condizioni climatiche, le temperature miti, le terre collinari, la leggera brezza marina e il sole, questa regione di millenaria vocazione alla viticoltura, che affonda le proprie radici già ai tempi dei Greci, presenta un ambiente perfetto per la coltivazione della vite e la produzione di vino. “Da subito, con Tachis, un uomo di gran rigore morale e sicura onestà intellettuale – racconta Bruno, allora giovane enologo responsabile delle microvinificazioni della cantina sperimentale dell’Istituto a Virzì – nacquero un’amicizia e un’ammirazione intense, avendo l’incredibile opportunità di vinificare tantissime varietà, sia autoctone che alloctone,
che erano coltivate in tutto il territorio regionale nei vari campi sperimentali. Ho avuto il privilegio di passare molto tempo con lui, circa 10 anni, ascoltando i suoi preziosi indirizzi – le direttive le trasmetteva sempre scritte rigorosamente a mano – che sono stati di fondamentale importanza nel prosieguo della mia vita professionale”. Fina deve infatti al suo maestro l’idea di mettersi in gioco e creare assieme ai figli Marco, Sergio e Federica una propria
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