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degustazioni
Argiano L’azienda Argiano ha origini molto antiche. Fu la famiglia Pecci a costruire nel 1581 la Villa e la cantina. Ci sono stati poi, nel tempo, numerosi passaggi di proprietà di famiglie nobili senesi. Inutile dire che l’azienda è una delle più antiche di Montalcino e che nel 1967 è stata una delle 25 fondatrici del consorzio del Brunello. Si deve a Giacomo Tachis, padre dell’enologia italiana, che qui creò il primo Supertuscan di Montalcino, il Solengo. Nel 2012 la proprietaria Noemi Marone Cinzano ha venduto l’azienda al brasiliano André Estevens, che ha rivoluzionato completamente tutto: vigneti, personale e studio dei terreni. Nel 2013 il geologo Pedro Parra e l’agronomo Francesco Monari iniziano a studiare le micro-parcelle dei terreni aziendali. E sempre nel 2013 avviene la conversione completa a coltivazioni organiche ed ecosostenibili. Nel 2014 vengono identificati i primi 6 cru di Sangiovese. La 2015 è la prima annata di Brunello Vigna del Suolo, che già al suo esordio ha dato il meglio di sé. Nel 2016 viene costruita la nuova cantina e viene ristrutturata la cantina sotterranea. La villa viene restaurata in modo conservativo nel 2017. Il professionista che ha ristrutturato la villa e le cantine è il
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paolo baracchino fine wine critic info@paolobaracchino.com www.paolobaracchino.com
LUOGO UNICO IN QUEL DI MONTALCINO
giovane architetto Gastone Filippo Scheggi. Nel 2019 Argiano acquisisce il primato di prima azienda plastic-free di Montalcino. I terreni insistono nella frazione di Sant’Angelo in Colle, a sud-ovest della denominazione. Questa zona ha un clima mite rispetto alla zona nord ed estati più secche, sempre rispetto alla zona nord. Importante è anche l’influenza del mare con frequenti venti provenienti da ovest. I vigneti sono di sangiovese per 40 ettari, 7 di Cabernet Sauvignon, 4 di Merlot e 4 di Petit Verdot. Ci sono poi 10 ettari di oliveti. L’azienda si trova a un’altitudine che va dai 290 ai 315 metri slm. I suoli sono ricchi di marna e calcare. La nuova filosofia aziendale è quella di creare vini che s’identifichino perfettamente coi suoi terreni. Da qui lo studio meticoloso dei tipi di suolo e stratigrafia del terreno con identificazione di microterroirs, che sono: terroir n°1 – Poggio al Vento: ha un primo strato profondo un metro ed è composto da argilla oceanica (azzurra), compatta ma ricca di piccole fratture in estate. L’argilla mantiene l’umidità nel terreno e le sue fratture fanno si che le radici scendano in profondità. Scendendo di 120 cm. dalla superficie si trova la marna, ricca di calcare che dà struttura e mineralità al vino; terroir n°2 – Poggio al Vento: qui c’è l’argilla oceanica che arriva a una profondità di 150 cm., abbiamo delle fratturazioni ma più nette e ciò da grande resistenza alla carenza d’acqua e ciò comporta che le radici siano più decise nell’andare ancor più in profondità, al-
la ricerca del loro sostentamento. A una profondità di 170 cm. le radici trovano una marna molto fratturata che agevolerà una maggior distribuzione delle radici che assorbiranno dosi generose di minerale; terroir n°3 – Poggio al Vento: assomiglia al n°2 però ha una minor fratturazione sia nello strato argilloso che in quello marnoso, le fratture sono più nette e ciò permette alle radici di scendere in modo forte e deciso fortificando e rendendo più longevo l’apparato radicale; terroir n°4 – Fornace: il primo strato è di 170 cm., composto da terreno argilloso e di calcare più scuro, non compatto e poroso. Tutto questo conferisce eleganza e struttura al vino. Il vigneto risale al 1965. Le radici vanno a oltre 3 metri di profondità con un vecchio portinnesto 140 Ruggeri. Il secondo strato è formato da marna calcarea ricca di minerali con radici omogenee e ben distribuite che favoriscono un perfetto assorbimento. Tutto questo fa si che i vini siano strutturati, minerali e profumati; terroir n°5 – Fornace Nuova: il primo strato è di un nero d’argilla oceanica con sedimenti metamorfici e calcarei che lo fanno esser meno compatto con un colore più scuro. Il secondo strato arriva a 2 metri e ha strati minerali cristallizzati con fasci di radici che l’attraversano. Oltre i 2 metri c’è un terzo strato composto da marna calcarea con abbondanti fratturazioni che per-