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Enoteca Pinchiorri E X P E R I E N C E paolo baracchino fine wine critic info@paolobaracchino.com www.paolobaracchino.com
Quando mai un ristorante con 3 stelle Michelin ha permesso ai comuni mortali di poter andare a cena a un prezzo, tutto compreso, di 200 euro? Io non ne ho notizia. Giorgio Pinchiorri, in barba alla crisi economica dovuta al Covid, nel suo ristorante di Firenze ha permesso a chiunque di poter fare una cena principesca in un ristorante curato in ogni particolare con cibo d’altissimo livello, servizio ineccepibile e vini francesi di Borgogna, diversi a seconda della serata. Sono state fatte plurime serate dedicate a diversi produttori. Ho partecipato a tre serate, perché ero curioso di risentire certi vini. La mia prima serata è stata quella dedicata a J.J. Confuron, la seconda quella dei vini di Denis Mortet, mentre la terza quella dei vini di Rossignol Trapet. In ogni serata inizialmente viene servito uno Champagne e poi tre
Da sinistra: Paolo Baracchino, Annie Feolde e Sara Baracchino
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vini dell’azienda, accompagnati a tre piatti della fantastica cucina dell’Enoteca. Alla prima serata, dedicata a tre vini del domaine J.J. Confuron, sono andato insieme agli amici Sauro Rafanelli ed Enesto Mazza. Al nostro arrivo all’Enoteca ci è venuto incontro Giorgio Pinchiorri, persona di carisma, sempre gioviale, carico d’ottimismo, sostenuto dalla volontà di fare. Uomo d’energia inesauribile, che è riuscito a creare una cantina tra le più importanti del mondo. Io, da lui, e di ciò gliene sono grato, ho imparato tanto. Veniamo ai vini della serata del Domaine J.J. Confuron, azienda che si trova nella Côte de Nuits, a Premeaux-Prissey. I proprietari del domaine sono Alain Meunier e Sophie Confuron. Il Domaine è stato creato da Jean Confuron e Anne Marie Bouchard nel 1926. Dal loro matrimonio nasce Jean Jacques che sposa André Noellat di Vosne, che porta in dote vigne eccezionali di Nuits-Saint Georges, Clos Vougeot e Romanée Saint Vivant. Il Domaine negli anni Settanta e Ottanta è rimasto un pò nell’ombra e solo nel 1988 riprende vigore: Sophie, figlia di Jean Jacques, ritorna a Premeaux rivoluzionando completamente la coltivazione della vigna, usando solo prodotti naturali e rispettando al massimo i suoli e le tipicità delle vigne. Addirittura dal 2003 una vigna sita a Chambolle Musigny viene coltivata solo con l’aiuto del cavallo e non con mezzi meccanici per evitare il compattamento dei suoli. I vini acquisiscono un’elegante succosità ricca d’aromi di frutta fresca. I vini vanno letteralmente a ruba poiché questo nuovo stile, più che naturale, incontra il gusto degli appassionati. Alain, marito di Sophie, crea una nuova operazione quale Negociant, acquista uve che vinifica e affina sotto il nome Fery-Meunier. Torniamo adesso alla serata. Accompagnati al tavolo, ci viene servito lo Champagne Louis Roederer Philippe Starck
annata 2012 che a me personalmente, a differenza di Sauro che l’ha gradito, non mi ha entusiasmato molto a causa del finale gustativo un pò amarino. In contemporanea allo Champagne ci vengono servite alcune piacevoli amuse bouche. Il vino Nuits Saint Geroges Aux Boudots annata 2018 è stato abbinato a “chiocciole vignaiole cotte in tegame, zucchine in scapece, pomodori acerbi e levistico, cocco e lime”. Piatto ben strutturato, come pure il vino, ottimo accostamento nel quale il piatto e il vino hanno espresso la propria personalità ed entrambi si sono fusi tra loro. Il secondo piatto è stato: “maialino di razza mora romagnola allo spiedo, puré d’aglio in agrodolce, millefoglie di patate del Mugello croccante e cipollotti”, abbinato al Vosne Romanée Beaux Monts annata 2018. Piatto piacevole, meno strutturato del precedente, come pure il vino. Perfetto connubio di piacevolezza. Il terzo piatto è stato: “tortelli di salama, crema allo zafferano, pesto di pistacchio e camomilla”. Piatto associato a un vino da grande entusiasmo e piacevolezza, il Clos Vougeot annata 2018. Vino fine ed elegante con un corpo delicato che si è ben coniugato con questo piatto. Sia il piatto che il vino hanno la propria