la dimensione patrimoniale della fattoria medicea e del paesaggio agrario storico
la sua Cascina e di attuare le ultime necessarie bonifiche intorno all’ancor insicura asta fluviale dell’Ombrone, mettendo al riparo dal rischio di esondazione le nuove terre strappate agli acquitrini e da recuperare al fine di incrementare la produzione cerealicola per i bisogni di Firenze onde evitare gli allora paventati rischi di carestia. Si tratta di una vicenda storica plurimillenaria che solo in questi ultimi vent’anni è balzata in primo piano, sulla scorta di nuovi studi geo-ambientali e, soprattutto, della scoperta a Gonfienti in Val di Marina di un’estesa città di fondazione etrusca e del suo strategico porto fluviale realizzato sul Bisenzio dopo averlo canalizzato in un unico alveo, unitamente al rettificato corso della Marinella, deviandolo in direzione S-SE per andare a confluire, piuttosto che nell’Ombrone, direttamente in Arno presso il porto di Signa, posto a Nord della stretta della Gonfolina (Centauro, 2018). Su questo assetto idrografico dovuto alle regimazioni di matrice etrusca, dopo il depauperamento e l’abbandono delle terre legato alla profonda crisi demografica e politica dell’epoca barbarica, interagirà il complesso sistema idrico medievale (a partire dal XI sec.) che andrà a realizzare quella capillare rete di canali che, dipartendosi dal cosiddetto Cavalciotto, pescaia posta allo sbocco vallivo del Bisenzio (loc. San Lucia), recupererà questi antichi saperi e secolari e mai sopite vocazionalità caratterizzanti tutta la Piana con i suoi 55 km di gore (cfr. fig. 1), modellando la peculiare ossatura del paesaggio agrario pratese (si veda, ultra, cap. 1.4). 1.2.2 Il recupero delle “buone terre” come principio fondativo del paesaggio etrusco nella Piana In questa prima parte affronteremo le origini di questa remota antropizzazione, consapevoli che per quasi tutto il XX sec. la conoscenza di questi territori sia stata dominata dagli studi archeometrici sulla sedimentazione centuriale romana, la cui storia è iniziata solo a partire dal I sec. a.C., cioè dopo la definitiva conquista sillana e la conseguente ripartizione delle terre della piana fra i legionari (n.d.A.: quasi che prima di allora non vi fosse stata alcuna preesistente forma strutturata di sfruttamento agricolo di quelle stesse terre). Dimostreremo, al contrario, come la piana fosse già stata organicamente ripartita secondo i principi di articolata griglia fondiaria disposta dagli Etruschi. L’Etruscologia, sollecitata dalle più recenti acquisizioni archeologiche, ha messo in evidenza in modo definitivo come si debba attribuire alle élites principesche precocemente insediate nelle Valli dell’Arno, la realizzazione di ingegnosi e capillari sistemi di drenaggio sviluppando le tecniche idrauliche praticate in Egitto, Mesopotamia e, soprattutto, nelle regioni mediterranee di provenienza, al fine di riconvertire le aree paludose in fertili territori agricoli. D’altronde, proprio l’agricoltura rappresentava nell’organizzazione tribale etrusca, la principale risorsa per la vita e la crescita economica
29