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la fattoria medicea di cascine di tavola • a. g. centauro, d. fanfani
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Fig. 13 Il luogo del Castello di Colonica con la Chiesa di San Giorgio, che si trovava all’interno della sua cinta muraria, e con la contigua gora, utilizzata per alimentare l’acqua del fossato, 1820, ASF, Catasto Generale Toscano, Mappe, Paperino, 294-L12A.
pagina a fronte Fig. 14 Il complesso della Pieve di San Giusto in Piazzanese, circondato dal fossato medievale che risulta alimentato dall’omonima gora proveniente dal Bisenzio, 1820, ASF, Catasto Generale Toscano, Mappe, S. Giusto, 294-F12L.
1.4 Gli insediamenti, l’appoderamento e la costruzione del sistema delle gore nel medioevo Il disegno del paesaggio agrario realizzato in epoca romana, fortemente impresso nel territorio di pianura, è riuscito a sopravvivere all’abbandono altomedievale che ha favorito, per secoli, la rinaturalizzazione dei coltivi e il consolidarsi delle preesistenti foreste planiziali e vaste aree paludose. Il permanere dei segni centuriali ha così influenzato la successiva colonizzazione, iniziata nel X secolo e portata avanti in modo sistematico dall’XI al XIV secolo, per soddisfare il crescente bisogno alimentare della popolazione, in continuo aumento fino alla metà del Trecento. Questo territorio, nonostante i diffusi fenomeni di rinaturalizzazione, risulta insediato anche nell’Alto Medioevo; qui infatti sono stati eretti importanti fortilizi, come il castello di Colonica (fig. 13), a est, e il castello di Iolo3 (Vicus Aioli), a ovest, appartenenti alla famiglia feudale degli Alberti, entrambi costruiti a sud del decumano massimo (attuale 3 L’aggregato rurale di Iolo o Aiuolo S. Piero (Vicus Aioli) è nato da un accampamento romano, aiolum appunto, ovvero pezzo di terra o aiuola, situato a sud del decumano massimo. Il termine vicus che lo precede sta invece ad indicare un insieme di edifici, ovvero un villaggio; vedi anche Guarducci G., Melani R., 1993, p. 15. La zona dove si ergeva il castello altomedievale di Iolo, era caratterizzata dalla presenza di case torri, la cui testimonianza è giunta fino ad oggi, grazie a quella ancora esistente all’incrocio tra la via Traversa di Iolo e via Risorgimento. Vicino a tale castello è stata edificata, nel 1040 circa, la nuova pieve di San Pietro con l’obiettivo di garantire una maggiore protezione all’edificio religioso; nel 1038 circa, l’originaria pieve di Tobbiana (San Pietro) è così decaduta a vantaggio di quella realizzata a Iolo, che in un primo momento prese il nome di San Donato.