La Fattoria Medicea di Cascine di Tavola | Giuseppe Alberto Centauro, David Fanfani

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la fattoria medicea di cascine di tavola • a. g. centauro, d. fanfani

Tavola, ecc.) che, in forma aggregata o singola, costellano il territorio della piana, sia con funzioni agricole-zootecniche e abitative, che religiose, difensive (torri, castelli, ecc.) e produttive (mulini, tintorie, ecc.). 1.5 La nascita e l’assetto della Fattoria Medicea al tempo di Lorenzo Come abbiamo visto, intorno al XII-XIII secolo prende forma e si realizza così una maglia idrografica artificiale, conosciuta come il sistema delle Gore, contraddistinta da una duplice struttura idrica: da un parte quella ‘modificata’ ottenuta intervenendo sugli alvei dei corsi d’acqua preesistenti per liberare la parte occidentale della piana dalle frequenti alluvioni dell’Ombrone e dei suoi affluenti a contrasto con quanto al contrario stava facendo il Comune di Pistoia e dall’altra quella ‘creata’ ex novo con le gore, propriamente dette, per mettere a coltura le aree centrali. Un sistema complesso di acque ed insediativo, assai articolato che, seguendo l’ultima fase feudale degli incastellamenti e la prima formazione delle ville, accompagnerà il processo dell’autonomia comunale di Prato per completarsi nel XIV sec e in seguito con i primi appoderamenti, fino ad approdare all’alba del XV secolo. Il progetto laurenziano per la Cascina prendeva le mosse dall’occupazione della tenuta e delle proprietà avite di Palla di Onofrio Strozzi. I beni espropriati a Palla Strozzi comprendevano anche un malconcio castello che era stato a sua volta edificato su un preesistente fortilizio medievale situato a presidio del ponte sull’Ombrone e delle darsene dell’antico porto fluviale, costruito un secolo e mezzo prima dai pratesi per le spedizioni delle loro merci via fiume verso lo scalo marittimo di Pisa passando per l’Arno. Del resto era solamente dal secolo XII che la repubblica comunale di Prato, che aveva fatto costruire un ponte a scavalco dell’Ombrone, aveva occupato le due sponde del torrente edificando un fortilizio sulla collinetta antistante al fiume per il controllo del territorio. Quel presidio fortificato passò di mano nel 1420 ai Cancellieri che lo cedettero riadattato a casino di campagna con terre agli Strozzi che però le tennero per poco tempo perché sia la tenuta che la ‘rocchetta’ furono confiscate da Cosimo il Vecchio nella prospettiva di erigere una sontuosa dimora di campagna a capo di una nuova “spettacolare” bandita. Tuttavia, fu il figlio, Lorenzo, a portare avanti l’idea del capostipite, sostenendo un progetto per certi versi ancor più ambizioso che comprendeva la rifondazione agraria di un territorio un tempo fertile ma divenuto nei secoli malsano e acquitrinoso a causa dell’abbandono delle antiche regimazioni idrauliche, e soprattutto la realizzazione di una ‘fattoria modello’ (che sarà la “Cascina”) per sopperire ai fabbisogni dei fiorentini malversati da decenni di carestie. A questo iniziale intendimento si aggiunse però (e ben presto) l’idea


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