ies Trieste Lifestyle #13 - Trieste Open Air

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Città da scoprire

MIRAMARE, UN PARCO DA ASCOLTARE Miramare & its many sounds

TRIESTE LIFESTYLE

IES

N ° 13 — J u ly 2 02 1

di /by Isabella Franco

Massimiliano d’Asburgo a metà del 1800 decise di trasformare quello che era un promontorio carsico aspro e privo di vegetazione in un giardino di sperimentazione botanica. — In the second half of the Nineteenth century Austrian archduke Maximilian I decided to turn this harsh and bare Karst promontory into an experimental botanical garden.

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vete mai provato a passeggiare in un Museo verde lasciando liberi tutti i sensi di appagarsi della bellezza che può regalare questa esperienza? Certo, guardare, annusare, odorare viene più spontaneo percorrendo i sentieri o un piccolo camminamento tra le camelie in fiore ma, nel Parco di Miramare, si può anche ascoltare. È un consiglio che viene direttamente da Andreina Contessa, direttore del Museo e artefice di un profondo rinnovamento che il giardino botanico ha avuto negli ultimi anni, rinascita che lo ascrive a buon diritto fra i più belli e maestosi parchi d’Italia. Quando Massimiliano d’Asburgo a metà del 1800 decise di trasformare quello che era un promontorio carsico aspro e privo di vegetazione in un giardino di sperimentazione botanica,

naturalmente non tralasciò di adornare con ruscelli, fontane e bacini d’acqua i percorsi tra diversi tipi di essenze. Nel corso dei decenni l’aspetto sensoriale legato alla presenza dell’acqua non aveva avuto una giusta attenzione ed è da poco che proprio l’acqua ha riconquistato la cura che merita. Entrando a piedi nel parco dall’ingresso più conosciuto, la Porta della Bora, non si può non essere quasi soggiogati dall’imponenza del mare, dal profumo di salsedine e dal rumore delle onde che si schiantano a volte con un impeto maestoso sulle rocce della scogliera. Del resto, si chiama Porta della Bora proprio in omaggio a un vento che a Trieste quando soffia forte non è per nulla clemente e questo passaggio lo fa “apprezzare” in tutta la sua potenza. È davanti al Castello, dopo aver percorso il viale dei Lecci, che si incontra la prima fontana zampillante. Ma è solo il primo approccio alle acque del parco. Addentrandosi fra i muri verdi di alberi secolari, porticati di glicine, siepi di pittosforo e profumato viburno, ascoltate il rumore dei ruscelli che portano a mare l’acqua dei due laghetti che si trovano appena più in alto. Con un ingegnoso sistema di deflusso delle acque che li riempiono quando piove –acque che provengono dalle falde e che alimentano i laghetti grazie a un impianto appena ristabilito– i ruscelli da poco scorrono regolarmente e fanno rumoreggiare anche diverse piccole cascate, ognuna con un suono diverso, a seconda dell’acqua che vi scende. Nei laghetti, da qualche settimana


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