e-borghi travel magazine: 06 Laghi e borghi

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LAGHI

Rivista digitale di viaggi, borghi e turismo slow

LAGO D’ISEO,

seduzione a filo d’acqua

LAGO TRASIMENO,

battito blu

LAGO DI LESINA,

Numero 06 2019 Edizione gratuita

#arteborghi

quadri di ecosostenibilità

Finlandia, dedalo naturale

Leggende di sponda

silenzio e poesia

www.e-borghitravel.com






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COPR

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Lago Trasimeno, Castiglione del Lago REDMASON/Shutterstock.com


® e-borghi travel 06 www.e-borghitravel.com Publisher Salvatore Poerio direzione@3scomunicazione.com Coordinamento editoriale Luciana Francesca Rebonato coordinamento@e-borghi.com Art director Ivan Pisoni grafica@e-borghi.com Segreteria di redazione Simona Poerio segreteria@e-borghi.com Hanno collaborato a questo numero Antonella Andretta, Cinzia Meoni, Marino Pagano, Luca Sartori, Nicoletta Toffano, Carola Traverso Saibante Traduzioni Beatrice Lavezzari Revisione Bozze Joni Scarpolini Promozione e Pubblicità 3S Comunicazione – Milano Cosimo Pareschi pareschi@e-borghi.com Sviluppo area commerciale Maurizio Bevilacqua commerciale@e-borghi.com Redazione 3S Comunicazione Corso Buenos Aires, 92, 20124 Milano info@3scomunicazione.com tel. 0287071950 – fax 0287071968 L’uso del nostro sito o della nostra rivista digitale è soggetta ai seguenti termini: Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di www.e-borghitravel.com può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa, in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronica, meccanica, fotocopia, registrazione o altro, senza previa autorizzazione scritta da parte di 3S Comunicazione. Nonostante l’accurata verifica delle informazioni contenute in questo numero, la 3S Comunicazione non può accettare responsabilità per errori od omissioni. Le opinioni espresse dai contributori non sono necessariamente quelle di 3S Comunicazione. Salvo diversa indicazione, il copyright del contributo individuale è quello dei contributori. È stato fatto ogni sforzo per rintracciare i titolari di copyright delle immagini, laddove non scattate dai nostri fotografi. Ci scusiamo in anticipo per eventuali omissioni e saremo lieti di inserire l’eventuale specifica in ogni pubblicazione successiva. © 2019 e-borghi

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Marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra del Touring Club Italiano



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eLuciana Francesca Rebonato facebook.com/lfrancesca.rebonato

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laghi. Profondi e intimi, con verità rispecchiate e aneliti sommersi. Apparentemente immobili, talvolta così estesi da non vederne i confini, giochi di sponde che si animano di borghi e di territori creando mosaici di unicità. È questo lo spirito del numero di e-borghi travel interamente dedicato ai laghi e alle destinazioni in cui sono incastonati, icone di malìa e non solo. L’inaspettato intriga e diventa il fil rouge di viaggi alla scoperta di specchi lacustri d’atmosfera, a iniziare dal lombardo lago d’Iseo: intimo e raffinato, punteggiato da dimore affacciate sull’acqua e con una primadonna, Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia, che campeggia al centro del lago. Qui macchine sono bandite e una volta raggiunta con il traghetto va scoperta lentamente, per percepirne tutto il magnetismo. Percorriamo poi la Penisola per giungere in Umbria e a uno dei suoi monili più preziosi, il lago Trasimeno: un battito blu che pulsa nel verde della regione, cinto da uno scenografico anfiteatro collinare e costellato da borghi e centri medievali. Castiglione del Lago, Città della Pieve, Passignano e Piegaro sono alcuni dei pit stop imprescindibili in questo territorio. Proseguiamo quindi verso sud e arriviamo in Puglia, per scoprirne un volto nuovo. Non quello intessuto di ulivi e città bianche, di mare cristallino e di barocco, bensì lo scenario del lago di Lesina, dove la natura si intreccia al silenzio, il tempo sembra scorrere più lentamente rispetto al vicinissimo litorale adriatico e le rive sono permeate di poesia. È un ritmo slow e sostenibile, quello che regalano i laghi, anche oltreconfine e in Finlandia, con i suoi borghi suggestivi che si susseguono dalle coste baltiche alla Lapponia. Un circuito di natura e umanità che emerge anche nel romanzo Resto qui di Marco Balzano, vincitore del premio letterario Rigoni Stern 2019: l’Italia profonda dei borghi che (ri)emerge, la storia che ha molto da aggiungere alla nostra contemporaneità. E così anche l’arte, con Stendhal che nel 1817 scriveva: «Niente al mondo può essere paragonato al fascino di giornate trascorse ai laghi (…) nei boschi (…) così verdi che sembrano immergere i loro rami nell’acqua». Ora come allora, ecco i laghi: piccoli universi unici e irripetibili, con la danza della vita che vi si riflette. Luciana Francesca Rebonato coordinatore editoriale


Sommario Lago d’Iseo

Lago Trasimeno

Lago di Lesina

#arteborghi: L’arte e l’ambiente


Laghi, specchio di bontĂ

Oltreconfine: Finlandia

Vacanze fuori posto

Leggende

CuriositĂ

Recensione

In copertina: Passignano sul Trasimeno Claudiovidri/Shutterstock.com


Lago d’Iseo,

seduzione tra Valle Camonica e Franciacorta


Cinzia Meoni

facebook.com/cinzia.meoni

Sergio Monti Photography/Shutterstock.com


Santuario della Madonna della Ceriola, Monte Isola MC MEDIASTUDIO/Shutterstock.com


Andrew Mayovskyy/Shutterstock.com

È

un piccolo angolo di paradiso, custodito tra le province di Brescia e Bergamo: borghi in pietra, antiche pievi, castelli, monasteri, ville e forti costellano le rive del lago che, peraltro, costituiscono una fra le mete più amate dai viaggiatori gourmet. Qui, infatti, si brinda con le bollicine del Franciacorta davanti a risotti di pesce persico, aole fritte, anguilla cucinata in tutte le sue varianti e salmerini al forno. Il lago, conosciuto anche come lago Sebino, è il sesto per estensione

sul territorio nazionale, ma ospita l’isola lacustre più grande d’Europa: Monte Isola, che letteralmente emerge al centro del lago ed è disseminata di minuscoli borghi ricchi di storia e folclore come Senzano o Cure, dove viene portata avanti la tradizionale produzione del salame artigianale. Nelle belle giornate, è piacevole salire al Santuario della Madonna della Ceriola, in cima a Monte Isola, da cui si gode un emozionante panorama sul lago.


Dal battello, scenari mozzafiato

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l miglior modo per ammirare il lago d’Iseo è via lago, mentre all’orizzonte si intravedono le nevi perenni dell’Adamello che alimentano le acque del lago attraverso il fiume Oglio. A bordo di un’imbarcazione privata o dei numerosi battelli che solcano le acque del lago, si può apprezzare la varietà dei paesaggi che circonda questo sinuoso specchio d’acqua dalla storia millenaria. Scenari modellati dall’acqua, dal vento e dall’attività di erosione verificatasi nel corso dei secoli oltre che dall’opera dell’uomo:

pareti rocciose che si tuffano a picco nel lago intervallate da pendii più dolci, torbiere che digradano verso le colline della Franciacorta e le tre isole che sembrano fluttuare sulle acque. Non è un caso che nel 2016 l’artista internazionale Christo abbia progettato proprio per questo territorio “The Floating Piers”, un’installazione che permetteva ai visitatori di camminare appena sopra la superficie dell’acqua tra il borgo di Sulzano e le tre isole: Monte Isola e le due isolette private di Loreto e San Paolo.

Riccardo Meloni/Shutterstock.com


s74/Shutterstock.com


Ekaterina Kondratova/Shutterstock.com



Andrew Mayovskyy/Shutterstock.com


Un gioiello incastonato nel verde

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ungo le sponde del lago si incontrano ben tre riserve naturali tutte da esplorare. Innanzitutto la piccola Valle del Freddo, nei pressi del borgo di Solto Collina, a 360 metri di altezza dove crescono, grazie alle correnti gelide, piante e fiori che generalmente si trovano a 1.500 metri. Per gli amanti del birdwatching, le Torbiere di Sebino costituiscono un eden che si estende per 360 ettari di canneti e specchi d’acqua coperti da ninfe

Torbiere del Sebino Andrea Belussi/Shutterstock.com

e dove nidificano ben 17 specie di uccelli come la cannaiola, il tuffetto e il cuculo. Imperdibile è la Riserva Naturale Piramidi di Zone, nella quale svettano colonne di terreno morenico alte fino a trenta metri - sormontate da grossi massi - create dall’azione corrosiva dell’acqua. Di particolare interesse naturalistico, infine, è anche l’Orrido del Bögn di Zorzino, una parete rocciosa caratterizzata da altissimi strati di calcare e a picco sul lago.


Torbiere del Sebino UMB-O/Shutterstock.com



Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri Aigars Reinholds/Shutterstock.com

Borghi, tradizioni e opere d’arte

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l lago e i suoi dintorni raccontano una storia millenaria di civiltà antiche: i Camuni (da non perdere il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, Patrimonio Unesco), di eserciti, di guerre e di arte. L’esplorazione “via terra” del lago può idealmente iniziare dal borgo medievale da cui il lago prende il nome, Iseo, antico centro dominato dal Castello Oldofredi e dalla Pieve di Sant’Andrea. Il lungolago della vicina Pisogne è invece il punto migliore per godersi i colori del tramonto sull’acqua dopo aver ammirato gli af-

freschi del Romanino, pittore bresciano del ‘500, custoditi nella Chiesa di Santa Maria della Neve. Opere dell’artista si trovano anche a Capriolo, a Bienno e a Breno. Immancabile è una sosta a Lovere, fra i borghi più belli d’Italia grazie alla quattrocentesca Basilica di Santa Maria in Valvendra e al suggestivo percorso che porta al santuario delle sante Vincenza Gerosa e Bartolomea Capitanio. A Lovere, inoltre, merita una visita l’Accademia Tadini, che custodisce anche opere di Antonio Canova.


Monte Isola Sergio Monti Photography/Shutterstock.com

Castello Oldofredi Sergio Monti Photography/Shutterstock.com


Sergio Monti Photography/Shutterstock.com



Lago d’Iseo davanti a Lovere Sergio Monti Photography/Shutterstock.com

Imbarcadero a Pisogne Legati Tiziano/Shutterstock.com


Un lago da scoprire all’aria aperta

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li oltre sessanta chilometri di litoranea che corrono lungo le rive del lago possono essere percorsi a piedi, in bicicletta in moto o in macchina tra scorci mozzafiato e borghi storici da vivere dodici mesi all’anno. Gli itinerari più suggestivi da percorrere sono numerosi, fra i quali spiccano l’antica Via Valeriana, che unisce il borgo di Pisogne a quello di Pilzone in trenta chilometri e tra boschi e antichi casolari; la vecchia strada Vello-Toline che costeggia

il lago e l’itinerario più impegnativo ad anello tra i borghi di Lovere, Bossico e Ceratello, un percorso con pendenze che raggiungono il 30% sulla sponda bergamasca. In estate, inoltre, è davvero ricco il calendario degli eventi - anche goderecci - per vivere a tutto tondo le tradizioni del lago. Fra i numerosi esempi, la “Sagra del Casoncello” a Castro, la “Settimana della Tinca” a Clusane e la “Bià del pes”, due giornate dedicate al pesce sott’olio a Monte Isola.


Zorzino Andrew Mayovskyy/Shutterstock.com


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Lago Trasimeno, piccolo mare d’Umbria

Torre Trulli Stefano_Valeri/Shutterstock.com


È

il piccolo mare dell’Umbria. Un immenso specchio d’acqua circondato da uno scenografico anfiteatro collinare. Quarto lago più esteso d’Italia dopo il Garda, il Maggiore e il lago di Como - nonché il più grande dell’Italia centrale -, non supera la profondità di sei metri, è sprovvisto di un emissario naturale ed è alimentato principalmente dalle piogge e da alcuni torrenti. Abitato sin dall’epoca preistorica, le sue rive sono state teatro della battaglia del

Reimar/Shutterstock.com

lago Trasimeno che ha visto le forze cartaginesi di Annibale sconfiggere le legioni romane del console Gaio Flaminio. Alle tre isole del lago, la Polvese - la più grande -, la Maggiore e la Minore, si unisce una corona di pittoreschi borghi ricchi di storia e tradizioni. Tra gli eventi che animano la zona, spicca l’importante “Festival Trasimeno Blues”, uno dei più importanti festival europei del genere, occasione per apprezzare la ricca offerta culturale e naturalistica del bacino.


Isola Maggiore Novikov Aleksey/Shutterstock.com


MilaCroft/Shutterstock.com

Carpe e gabbiani

I

l grande bacino lacuale del Trasimeno unisce il patrimonio delle acque a quello della terra con una particolare varietà di specie: è infatti zona di sosta per l’avifauna migratoria nonché sede vitale di importanti specie ittiche. Le colline e le campagne che gli fanno da cornice sono un’alternanza di campi coltivati e zone boscose, punteggiati da borghi affacciati sulle acque e centri storici fortificati dal sapore medievale. Storicamente chiamato “il lago di Perugia”, è contraddistinto da

un ecosistema particolarmente fragile, con la fascia spondale popolata dalla cannuccia di palude. Le zone boscose sono invece contraddistinte da salici, olmi campestri e ontani neri. Tra i mammiferi, oltre alla volpe, al cinghiale e all’istrice, è presente il toporagno, mentre l’avifauna, regolata dalle migrazioni, è composta, tra gli altri, da folaghe, fagiani, fischioni, aironi, germani reali e gabbiani. Tra le specie ittiche indigene del lago vi sono tinche, cavedani, carassi, carpe e lucci.


Fabio Lotti/Shutterstock.com



Vista da Castiglione del Lago REDMASON/Shutterstock.com


Isola Polvese PaoloBruschi/Shutterstock.com


Isole d’arte

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lementi importanti dello scenario naturalistico del Trasimeno sono sicuramente le sue tre isole. La più grande, la Polvese, appartiene al Parco Regionale del Trasimeno e regala suggestivi scorci e diversi punti d’interesse come la chiesa di San Giuliano, le rovine della Chiesa Olivetana di San Secondo e la Rocca. Delle tre isole l’unica abitata è la Maggiore, tra i luoghi cari di San Francesco d’Assisi, che qui sostò e meditò durante la Quaresima del 1211. Da vedere in quest’ultima sono gli edifici della zona d’attracco, poi la Chie-

Isola Maggiore CarloDG/Shutterstock.com

sa di San Salvatore, i ruderi della chiesetta monastero delle Suore di San Leonardo e quelli della Torre di epoca romana, la Chiesa di San Michele Arcangelo, la Cappella di San Francesco, dov’è custodito il giaciglio del Santo, lo Scoglio e la fonte di San Francesco, la Chiesa di San Francesco, il Castello Guglielmi e il mulino a vento. Chiamata fin dai primi del novecento “isoletta”, l’Isola Minore è privata e non visitabile. Parte del comune di Passignano sul Trasimeno, è disabitata anche se popolata da numerose famiglie fino al XV secolo.



Vista da Passignano su l Trasimeno elleon/Shutterstock.com


Riflessi medievali

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a Castiglione del Lago a Città della Pieve, da Paciano a Magione, da Passignano a Piegaro, da Panicale a Tuoro, il piccolo mare dell’Umbria è costellato di pittoreschi borghi di lago e suggestivi centri medievali. Alle acque poco profonde ma ricche di fascino fanno da cornice una serie di paesi ricchi di storia e tradizioni, luoghi talvolta magici, altre volte espressione dell’essenza più vera di quest’angolo di centro Italia carico di suggestioni. Ben quattro centri del Trasimeno sono parte del club de “I

Borghi più belli d’Italia”: Passignano, dove partono i traghetti per le isole e dove visitare la Rocca Medievale; Castiglione del Lago, dove vedere la Rocca del Leone e il cinquecentesco Palazzo Ducale, dove soggiornarono Niccolò Macchiavelli e Leonardo Da Vinci, con le sale affrescate dal Pomarancio; Paciano, dall’intatto e bellissimo centro storico; e Panicale, quest’ultimo anche Bandiera Arancione del Touring Club, dall’antica struttura del castello medievale, tra antiche porte, vicoli e piazzette.


Passignano sul Trasimeno Claudiovidri/Shutterstock.com

Castiglione del Lago REDMASON/Shutterstock.com


Passignano sul Trasimeno Celli07/Shutterstock.com



Castiglioone del Lago Claudiovidri/Shutterstock.com

Fagiolina del Trasimeno Claudiovidri/Shutterstock.com


Pesci del Trasimeno drieshondebrinkfoto/Shutterstock.com

Fagiolina e brodo di pesce

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a cucina del Trasimeno è il trionfo del pesce di lago. Dal riso preparato con il sugo bianco a base di filetti di persico e anguilla al brodo di pesce condito con l’olio dei colli del Trasimeno, dall’anguilla affumicata alla frittura di persico, la cucina locale celebra il pesce delle sue acque. Tra i prodotti tipici c’è sicuramente l’olio, ricavato dai vasti oliveti collinari che si affacciano sulle acque, il vino, frutto di una zona vitivinicola che affonda le sue radici in epoca etrusca, lo zafferano di

Città della Pieve, utilizzato in molti piatti serviti nei ristoranti della zona, e la fagiolina del Trasimeno, dal 2000 Presidio Slow Food, già coltivata da Greci e Etruschi, un legume di piccole dimensioni utilizzato per la preparazione di piatti della tradizione ma anche per nuove ricette. Al ricco patrimonio enogastronomico si unisce poi la forte vocazione artigianale di questa parte di Umbria, che propone i merletti dell’Isola Maggiore e oggetti in ferro e ceramiche.


“Twister” di Michele Ciribifera, Castiglione del Lago REDMASON/Shutterstock.com


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Lago di Lesina, silenzio e poesia


Luca Sartori

twitter.com/LucaSartoriIT

Lesina TREKKINGLOVER/Shutterstock.com


Francesca Sciarra/Shutterstock.com

Lesina robypangy/Shutterstock.com


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on è la Puglia degli ulivi e delle città bianche, del mare cristallino e del barocco, quella del lago di Lesina, bacino lacustre salmastro situato tra il Tavoliere delle Puglie e il promontorio del Gargano. È una Puglia a tinte meno accese ma intrise di poesia, dove la natura si mescola alle ampie zone di silenzio, dove il tempo pare scorrere più lento rispetto al vicinissimo litorale adriatico. Stretta lingua d’acqua di 22 chilometri di lunghezza e poco più di 2 di larghezza, il lago di Lesina è il secon-

do lago più grande dell’Italia del sud. Numerosi torrenti ne assicurano l’apporto d’acqua dolce, che si unisce al contributo ipogeo delle falde freatiche, così come quello meteorico. È il meno profondo tra i laghi italiani, con una profondità media minore al metro, ed è collegato al mare da due canali artificiali, l’Acquarotta e lo Schiapparo, che uniscono l’acqua salata dell’Adriatico a quella dolce creando quella salmastra, così importante per lo sviluppo della pesca del bacino.


La capitale della laguna

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iccola capitale dell’omonimo lago, Lesina affonda le sue radici in epoca romana, quando il territorio era noto con il nome di Alexina. Contea del ducato di Benevento, fu poi rifondata da pescatori dalmati, accogliendo prima i profughi della vicina Lucera - in fuga dall’imperatore Costante II - e, dopo otto secoli, i fuggiaschi provenienti dall’arcipelago delle Tremiti. Situata sulla sponda meridionale del lago, sorgeva un tempo sulla lingua di terra tra mare e lago, ma terremo-

ti, inondazioni e la malaria spinsero i suoi abitanti a spostarsi sulla penisola dove il borgo si è poi sviluppato. Oggi Lesina è un importante centro turistico del nord della Puglia che compendia la pace di una delle lagune più grandi del Mediterraneo a cui fa da cornice un ricco patrimonio naturalistico protetto nel quale si pesca la sua apprezzata anguilla, Presidio Slow Food. A questo si aggiunge una vivace porzione di litorale dove sorge Marina di Lesina, rinomata meta balneare.


Francesca Sciarra/Shutterstock.com

Francesca Sciarra/Shutterstock.com


Cattedrale di Lesina robypangy/Shutterstock.com


Francesca Sciarra/Shutterstock.com

L’acquario e i musei

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esina si racconta anche attraverso i suoi musei - l’etnografico e il naturalistico - e il suo acquario. Denominato “Casa del pescatore”, il Museo etnografico raccoglie diversi oggetti che raccontano la storia della presenza umana su questo territorio fin dal lontano passato. Allestito grazie all’aiuto dei cittadini di Lesina, che hanno donato al comune gli oggetti che oggi costituiscono la dotazione del museo, quest’ultimo è una vetrina della cultura lagunare, delle tradizioni e del-

le esperienze legate all’economia, al lavoro, alla vita e alla società locale, profondamente legata alla terra e all’acqua. La natura locale si celebra al Museo naturalistico, con diorama di flora e fauna lagunare e con l’orto botanico “La via delle erbe”, per un approfondimento relativo alle peculiarità che caratterizzano il territorio di Lesina, e all’acquario di acqua salmastra, popolato da diverse specie ittiche lagunari, collegato con la laguna di Lesina per vie sotterranee.


Anguille e salicornia

È

l’anguilla, la regina della tavola di Lesina, straordinaria materia prima con la quale si preparano vari piatti della tradizione locale. La minestra d’anguilla è uno dei piatti tradizionali della laguna e viene preparata con il pomodoro, il sale, il peperoncino, l’aggiunta di verdure “scottate” e servita con fette di pane. Altra specialità locale è lo “scapece di anguilla di Lesina”, del quale risulta fosse particolarmente ghiotto l’imperatore Federico II di Svevia, preparato con anguille arrostite o fritte e poi conservate in

olio di oliva. Altro prodotto tipico del lago di Lesina è la “salicornia”, anche nota come asparago di mare o asparagina, inserita nell’”Atlante dei prodotti tipici agroalimentari di Puglia” per la tipica ricetta della salicornia sott’olio. La colorata tavola di Lesina è un tripudio di profumi e sapori che vanno dall’ottimo olio extravergine di oliva alle verdure selvatiche, dal pesce ai crostacei e ai molluschi, completandosi con il pane e la pasta casareccia, le saporite bruschette, la caponata e il pancotto.


Giado/Shutterstock.com

FEDERICO DESSARDO/Shutterstock.com


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Fenicotteri rosa e mountain bike

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hi visita Lesina non può perdersi un giro in barca sul lago. È dalle acque, infatti, che il bacino esprime il meglio delle sue atmosfere e da cui ammirare il borgo appoggiato sulla penisola. Giro in barca che consente anche di navigare intorno all’isolotto lacustre di San Clemente, dove sono stati ritrovati i resti di una villa romana risalente al periodo compreso tra il II e il I secolo a.C., e di ammirare la ricca flora e fauna della laguna, luogo di sosta per uccelli migratori come il fenicottero

Dancar/Shutterstock.com

rosa, il cormorano e l’airone rosso. Altro luogo da non perdere è Bosco Isola, la lingua di terra tra i due canali che separano la laguna dal mare, paradiso per gli amanti del trekking ma anche per chi predilige il turismo in mountain bike, sfruttando la rete ciclabile. Lesina offre anche la possibilità di godersi la natura praticando il birdwatching, ma anche la possibilità di apprezzare soste enogastronomiche alla ricerca degli antichi sapori di quest’angolo di Puglia ai margini del Gargano.


Fotonazario/Shutterstock.com


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Nicoletta Toffano

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Bandiera nera nella gabbia sospesa opera esposta alla 54° Biennale di venezia

Fotografie di Massimiliano Ruta

#arteborghi

L’arte e l’ambiente


#arteborghi L’arte e l’ambiente

L

’impegno “a volte grandioso, a volte immane” di Antonio Fraddosio per l’ambiente, una deflagrazione dello spirito contro il degrado ambientale. È l’esplosivo messaggio artistico dello scultore Antonio Fraddosio (Barletta, 1951) che afferma: «L’arte e ogni manifestazione creativa dell’intelletto non possono prescindere da valori spirituali». Sono queste le parole di un artista che si definisce militante, per il quale «creare un’opera d’arte in questo momento storico è soprattutto un atto politico di reazione a un potere economico-finan-

ziario globalizzato che ci costringe sempre di più a una condizione servile». Così l’installazione Le tute e l’acciaio (Galleria d’Arte Moderna, Roma; 1° novembre 2018 - 3 marzo 2019) ha riesumato il problema ambientale del caso Ilva di Taranto, e il coinvolgimento emotivo dell’artista pugliese sulla problematica è evidente: «I miei ricordi di Taranto prima dell’Italsider sono netti, ancora vivi nella mia memoria. Taranto era una splendida città, posata tra due mari (…) colori e odori che da troppo tempo non esistono più (…) una città di pietra dorata».


#arteborghi L’arte e l’ambiente

Compressione su monolite (lato b) (2004) legno, ferro, cemento, gesso, stucchi 310 x 131 x 47 cm


#arteborghi L’arte e l’ambiente installazione alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale (2018)


Il caso Ilva

«A

rrivavo da Martina Franca - prosegue Antonio Fraddosio - Taranto non c’era più. Vidi un inferno di fuoco e di fumo. La più grande acciaieria d’Europa aveva mangiato la città». Toccanti le parole dell’artista, intense le sue opere: «Il mio lavoro - spiega l’autore - non si limita a denunciare il degrado ambientale in sé, ma vuole indicarne le cause originarie». Ed è da questa volontà che scaturiscono, secondo una citazione di Gabriele Simongini (Catalogo GAM Roma), le «dieci grandi lamiere lacerate e contorte, potenti e misteriose, dai colori velenosi, mortali ispirati al

manto di ruggine, alla polvere pesante, rossastra, dalle sfumature marroni e nere, che avvolge e soffoca la città». Lamiere che, come tute di operai appese fuori dalle docce dopo il turno lavorativo, portano impresso il calco dei corpi e trasmettono dolore, morte e distruzione. Un’opera di grande impatto per i forti ideali dell’artista, che commenta: «La mia installazione è dedicata ai gravi effetti che il degrado ambientale ha sul territorio e sulle persone» ed è attraverso la denuncia del terribile disastro, da quelle lamiere contorte che emerge anche una visione di speranza.

#arteborghi L’arte e l’ambiente


#arteborghi L’arte e l’ambiente

La tuta dedicata al Piombo 82Pb

La tuta dedicata al Nichel 28Ni


#arteborghi L’arte e l’ambiente


#arteborghi L’arte e l’ambiente

I temi universali

R

acconta l’autore il suo percorso artistico: «Sono arrivato a questi miei ultimi lavori dopo una serie di cicli di opere che osservano l’evoluzione complessiva degli ultimi decenni». Le tute e l’acciaio fa parte infatti di un ciclo artistico intitolato Quello che resta dello sviluppo, ma molti altri sono i temi di carattere universale portati avanti nell’opera di Antonio Fraddosio. Già negli anni 90 aveva dato il via al ciclo Animale sociale, ispirato alla condizione esistenziale dell’umanità contemporanea, seguito dal ciclo La costruzione della di-

struzione, ovvero gli effetti drammatici di una crisi senza confini che si evidenzia nelle grandi tragedie umane. Ed è in questo lavoro che l’autore pugliese mette in evidenza il concetto di “distruzione costruita”: «L’immagine caotica dell’opera (materie spezzate, incastrate, tese al limite di rottura) è il frutto di un’attenta composizione. Così come la reale e sistematica distruzione dell’ambiente è realizzata attraverso una precisa e attenta strategia, tesa solo al raggiungimento dei massimi profitti economici».


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Il ferro come l’oro, il piombo come l’argento (2013)


#arteborghi L’arte e l’ambiente Ruderi metropolitani (2006) ferro, rete metallica, cemento, gessi, garza, ossidi 312 x 150 X 60cm


Le onde nere (2011)

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La venere di Palestina (2013)

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A

ntonio Fraddosio continua a raccontare il proprio percorso artistico: i cicli Resistenti oltre si ispirano a figure che si sono battute per gli ideali di libertà e Salvarsi dal naufragio solleva invece il tema del grande esodo dei popoli del sud del mondo visto più nell’ottica di una deportazione. Nel 2011 interviene, come ospite, alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia - Padiglione Italia e presenta l’opera cardine La bandiera nera nella gabbia sospesa. Afferma l’autore: «Si tratta di una grande bandiera lacera-

ta e pietrificata nel suo sventolare. Il colore nero simboleggia la più alta utopica forma di democrazia: l’anarchia. Quel vessillo non sventola più, è lacerato, chiuso in una vera e propria gabbia sospesa che, attraverso una serie di ingranaggi, ne consente pochi rigidi movimenti. Al contrario, una bandiera dovrebbe sventolare morbida, libera. In fondo il potere questo fa: distrugge lentamente l’essenza stessa dell’essere umano». (Testi originali liberamente tratti da un’intervista di Carmelita Brunetti all’artista)

#arteborghi L’arte e l’ambiente

Umanità e libertà


#arteborghi L’arte e l’ambiente


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#arteborghi L’arte e l’ambiente

Stratificazioni urbane (2005) legno, carta stampata, gessi, cemento, resine 185 x 500 cm



Carola Traverso Saibante

Laghi, specchio di bontĂ

S_Photo/Shutterstock.com


Laghi, specchio di bontà

O

cchi di lago, pupille d’acqua che ti guardano attraverso ciglia d’alberi. Occhi dolci, che ammirano paesaggi di terraferma. Bocche che apprezzano gusti oramai inusuali, come quello dei pesci che non hanno mai visto il mare. Il lavarello è un pregiato pesce appartenente alla famiglia dei Salmonidi. Dove mangiarlo? In uno dei meravigliosi borghi che si affacciano sul lago di Bracciano, in Lazio, lungo la strada panoramica che lo cinge. Qui il lavarello è chiamato coregone e viene preparato arrosto, insaporito

con un trito di prezzemolo nella pancia e poi condito con olio d’oliva, sale e limone. Per accompagnare un buon pesce ci vuole un buon vino, non necessariamente bianco, anzi. Assaggiamo quello del lago di Caldaro, il più grande specchio d’acqua nella provincia di Bolzano. Il Kalterersee è un DOP “allrounder” nell’abbinamento, da servire ben freddo (10 gradi). Portavoce della comunità di produttori locali è la storica cooperativa Kaltern, cantina da scoprire che produce vini premiati quale il Quintessenz e il Leuchtenberg.


Lago Caldaro Sergio Monti Photography/Shutterstock.com

Laghi, specchio di bontĂ

Lavarello Katoosha/Shutterstock.com


Laghi, specchio di bontĂ Essicatura dei pesci sul lago di Iseo Nico3232/Shutterstock.com


Sotto un lago di sole L

ago di Como, verdeblu a metà strada tra il mediterraneo e il prealpino. Qui, nella zona del borgo barocco di Tremezzo, la tradizione culinaria è quella dei missoltini, sofisticata preparazione di pesce essiccato, Presidio Slow Food. I pesci prediletti sono gli agoni, ricchissimi di grassi e Omega-3, che si mantengono anche quando il pesce è secco. Vengono conservati a strati, con foglie d’alloro, nella “missolta”. Quando è il momento di gustarli, i Missoltini passano sulla griglia; caldi vengono marinati in olio, aceto,

prezzemolo e aglio e infine serviti con polenta abbrustolita e vino rosso. Dalle acque del lago emerge una montagna, gigantesca punta di cono in perfetto verdone: siamo sempre in Lombardia, ma abbiamo cambiato lago. Lago d’Iseo, con la sua isola lacustre più grande d’Italia, Monte Isola. Un fascino impagabile abbinato alla sostenibilità che i suoi borghi difendono, insieme ai loro prodotti tipici. A partire dal pesce essiccato, in primis sarde o sardine, conservato in recipienti di legno che qui si chiamano “tole”.

Laghi, specchio di bontà

Agoni Scisetti Alfio/Shutterstock.com


Laghi, specchio di bontà

Guizzi gustativi Q

ual è il pesce che guizza per antonomasia? L’anguilla? Esatto. E questa volta a guizzare via non potrete essere voi: se non l’avete mai fatto, è l’ora di assaggiarla! Case bianche di Puglia in contrasto con il blu del lago ed eccoci sul lago di Lesina: un lago pescosissimo, dominato da questo pesce dallo scheletro osseo. I suoi esemplari femmina, grandi di taglia e d’età, sono i famosi capitoni. Sono loro che finiscono “in scapece” e costituiscono Prodotto Agroalimentare Tradizionale di

Andrea Mingaroni/Shutterstock.com

questo territorio in provincia di Foggia. Fritti, e marinati nell’aceto, dunque. Anguilla docet anche sul lago di Bolsena, uno dei più belli d’Italia, quello vulcanico più grande d’Europa, nell’Alta Tuscia, Lazio. Qui il serpentiforme abitante delle acque viene anche allevato; le sue carni tenere, grasse e saporite si gustano arrosto, fritte, in umido, alla vernaccia o alla cacciatora. Quelle dei capitoni, invece, vengono conservate per la preparazione più tipica: l’affumicatura.


Laghi, specchio di bontĂ Alessio Orru/Shutterstock.com


Laghi, specchio di bontĂ

Non solo pesci I

territori lacustri offrono specialità che provengono anche dalla terra. Come la Fagiolina del Trasimeno, un legume autoctono di questo lago umbro dai borghi antichissimi e dalle tre isole. I terreni umidi e il clima del bacino sono propizi alla crescita di questa eccellenza rustica, un seme piccolo e morbido color crema. Presidio Slow Food, si consuma semplicemente con un buon olio extravergine, sale e pepe oppure in una raffinata zuppa Fagiolina e Tartufo. Il lago del Matese, nell’omonimo Parco

Vitalina Rybakova/Shutterstock.com


Laghi, specchio di bontà

Regionale in Campania, con le sue aree montane e le sue rocce calcaree, i suoi boschi di faggio e i suoi campi incontaminati dove le mucche pascolano libere, è noto per le produzioni casearie. Da provare le “scamorzine”, le stracciatelle e il caciocavallo del piccolo borgo di San Gregorio Matese, paesino in cui il tempo sembra essersi fermato e dove il latte che arriva per essere filato è di altissima qualità, proprio come quello che bevevano appena munto in un’altra epoca…


Laghi, specchio di bontĂ Bellano, lago di Como JohnKruger/Shutterstock.com


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Laghi, specchio di bontà


Nicoletta Toffano

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Oltreconfine: Oltreconfine:Finlandia Francia

Finlandia, borghi sospesi tra le acque


Rauma Mikko Lemola/Shutterstock.com

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a Finlandia è un paese di forti contrasti fatti di luce e oscurità, terra e acqua, tecnologia e natura. Ed è anche la nazione dove un terzo della superficie è stata dichiarata area protetta tramite l’istituzione di 40 parchi nazionali, situati praticamente lungo tutto il territorio. Un paesaggio in cui si possono compiere esperienze autentiche nella natura e scoprire borghi tipici disseminati in ambiente singolare, composto per il 10% da laghi. Il nostro viaggio, dalle coste baltiche alla Lapponia, ci racconta i principali volti della

Finlandia: fenomeno antropologico, geografico e culturale. Sono storie di attività commerciali, quelle dei borghi del sud, un tempo completamente costruiti in legno: uno dei più intatti è Rauma, affacciato sul golfo di Botnia, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Nella sua parte antica, intorno alla chiesa di Santa Croce, si allineano centinaia di casette del XVIII-XIX secolo dalle tenui tinte pastello; alcune oggi ospitano caffè, gallerie d’arte e botteghe artigiane dedicate all’antica lavorazione dei pizzi al tombolo.


Oltreconfine: Finlandia

Rauma Igor Grochev/Shutterstock.com


Rauma Finestock/Shutterstock.com


Oltreconfine: Finlandia


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Zabotnova Inna/Shutterstock.com


Oltreconfine: Finlandia

La dolce Porvoo

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postandoci a est e a 50 chilometri da Helsinki, ecco Porvoo, oggi pittoresco borgo fondato nel XIII secolo come uno dei porti strategici del Nord Europa per il commercio delle pelli. Il modo migliore per raggiungere la cittadina dalla capitale, in un bel percorso che attraversa un intricatissimo dedalo di isole, è con la motonave d’epoca datata 1912. Il quartiere antico, su cui si staglia la cattedrale in stile gotico, si snoda lungo il fiume Porvoonjoki tra vicoli pavimentati in ciottoli e casette verniciate in rosso

Omri Eliyahu/Shutterstock.com

acceso, un tempo adibite a depositi di pesce secco, caffè e spezie, che oggi ospitano locali e botteghe. Oltre all’interesse storico, Porvoo è famosa per la sua pasticceria e, in particolare, per il cioccolato al sapore di salmiakki, la liquirizia salata finlandese e per la tortina dalla singolare forma cilindrica con la decorazione di marmellata di lampone, servita nei caratteristici caffè della città storica e dedicata a Johan Ludvig Runeberg, poeta e scrittore finlandese del XIX secolo che visse proprio a Porvoo.


Porvoo Omri Eliyahu/Shutterstock.com


Oltreconfine: Finlandia


Lago Saimaa Aleksey Stemmer/Shutterstock.com

La regione dei laghi

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i sale verso il centro della Finlandia, un territorio formato da un labirinto di laghi, isole e canali, intersecati da foreste e declivi, che si estende per centinaia di chilometri. Ci sono molti modi di vivere queste acque interne, un eden per gli appassionati di kayak e di pattinaggio sul ghiaccio, ad esempio compiendo un itinerario a bordo di un vero battello a vapore dal lago Saimaa al Golfo di Finlandia. Le cittadine di questa regione sono spesso dotate di bastioni e castelli a testimonianza di travagliate storie di confine. Come la fortezza Linnoitus a Lappeenranta, iniziata dagli svedesi e

completata dai russi nel 1774, quando la località fu ceduta all’impero degli zar. Oggi ospita diversi musei e, nell’ex edificio del circolo ufficiali, il Cafè Majurska dove degustare un calice di spumante Mannerheim. Altra tappa immancabile nella regione dei laghi è la vivace Savolinna, con il castello quattrocentesco di Olavinlinna che si erge su un’isoletta di fronte al porto e con il Retretti, un centro d’arte moderna ambientato in grotte sotterranee. Merita inoltre una sosta il vicino borgo di Kerimäki con la chiesa di legno più grande del mondo.


Oltreconfine: Finlandia

Castello di Olavinlinna Karasev Victor/Shutterstock.com


Lago Saimaa Ekaterina/Shutterstock.com


Oltreconfine: Finlandia


Jyväskylä, la capitale del design

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el cuore della regione dei laghi Jyväskylä si può considerare un museo a cielo aperto: lavorò qui l’architetto Alvar Aalto, uno dei maestri del Movimento Moderno, teorico dell’architettura organica, ossia della ricerca di armonia fra costruito e elementi naturali. In questa cittadina ben 37 edifici costituiscono una sorta di personale dell’artista. Tra i “pezzi” più particolari: il circolo dei lavoratori, opera giovanile ispirata alle forme del Rinascimento italiano, l’università e il teatro comunale, il Keski-suomen Museo dedicato alla

Mariia Golovianko/Shutterstock.com

Finlandia centrale e l’Alvar Aalto Museo che oggi ospita progetti, modelli e più di 1.500 oggetti di design dell’architetto. Una curiosità nel vicino borgo di Muurame dove, oltre ad ammirare la chiesa bianca progettata da Aalto negli anni Venti, si può visitare il Museo delle Saune che espone open air esemplari di saune ricostruiti su modelli dal XVII al XIX secolo. D’altronde in Finlandia la sauna è una vera istituzione nazionale visto che se ne contano, tra pubbliche e private, più di tre milioni, ossia una ogni due finlandesi!


Oltreconfine: Finlandia

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Jyväskylä Raland/Shutterstock.com


Oltreconfine: Finlandia


Diocesi di Oulu, Kemi Pixelshop/Shutterstock.com

Puntando verso la Lapponia

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a rete ferroviaria finlandese, orgoglio della nazione, è molto estesa e permette di arrivare sino alle porte della Lapponia, a Kemi, a 11 ore di treno da Helsinki. La cittadina è il punto di partenza per le crociere d’inverno a bordo della nave rompighiaccio Sampo. Qui, inoltre, si può trascorrere una notte davvero speciale presso Lumi Linna, spettacolare albergo di ghiaccio che viene costruito ogni anno e si scioglie alla fine di aprile. Ancora più a nord, a Inari, nell’estrema Lapponia, si arriva invece in pullman. Si

tratta di un piccolo centro sami, la popolazione indigena, la cui cultura è raccontata nel Museo Siida. Il borgo, interessante per i suoi negozi di artigianato la cui originalità è garantita dal marchio Samiduodji, si affaccia sul lago Inarinjärvi costellato da oltre tremila isole, molte delle quali raggiungibili con un idrovolante. Partono da qui anche le escursioni verso la Riserva Naturale di Kevo: paradiso di specie rare di flora e fauna artica, è un suggestivo canyon tettonico, tra i luoghi più incontaminati del pianeta.


Oltreconfine: Finlandia

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Lumi Linna Leonard Zhukovsky/Shutterstock.com


Kemi Mikko83/Shutterstock.com


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Oltreconfine: Finlandia



Antonella Andretta

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E Z N A VAC

o t s o P i Fuor

I fiumi questi sconosciuti

I

l fiume, metafora di mille concetti: lo scorrere della vita, la pazienza dell’attesa, il cammino verso una meta. Ma anche culla di civiltà , tassello fondamentale del paesaggio, elemento geografico, contraltare del lago (tema di questo numero). In queste pagine i fiumi sono invece luoghi di svago e vacanza, a volte un po’ dimenticati in favore di altri lidi.

Triora Valeria Cantone/Shutterstock.com


VACANZE FUORI POSTO

I fiumi questi sconosciuti

Delta del Po cristian ghisla/Shutterstock.com

Laguna di Marano davidephotonature/Shutterstock.com


I

n realtà molti sono gli spunti, da nord a sud, e di vario genere. Iniziamo dalle crociere fluviali da effettuare a bordo di case galleggianti, e per quanto in Italia questo modo di viaggiare “slow” sia meno praticato rispetto alla Francia o all’Olanda, gli operatori che noleggiano houseboat (per le quali non serve la patente nautica) sono comunque numerosi anche nel nostro Paese. I percorsi fluviali sono soprattutto al nord e si dipanano tra canali e fiumi navigabili della Lombardia (nella zona di Mantova), del Delta del Po, del Veneto e del Friuli

e sono di vari livelli di difficoltà. Tra i più apprezzati vi sono gli itinerari lagunari che, tra fiumi, canali e chiuse, consentono di andare, per esempio, dal fiume Stella alla Laguna di Marano (Udine) per poi proseguire fino a Bibione e Caorle e poi ancora, fino al Lido di Jesolo per poi entrare nella Laguna Veneta e approdare a Burano. Tutto questo si può fare in circa una settimana, con tappe nei luoghi più belli e nei borghi più suggestivi (durante le escursioni a terra, l’houseboat si può ormeggiare nei vari approdi segnalati lungo i percorsi). Chi

I fiumi questi sconosciuti

VACANZE FUORI POSTO

Burano waku/Shutterstock.com


non se la sente di condurre un’imbarcazione può invece optare per la classica crociera organizzata: anche in questo caso i percorsi sono numerosi e contemplano tour sul Brenta con le sue ville e itinerari tra Chioggia, Comacchio e Venezia. Dal nord al centro si approda in Toscana dove i fiumi balneabili sono numerosi. Tra le tante spiaggette disseminate un po’ ovunque, segnaliamo che nei pressi di Stia (Arezzo) è possibile immergersi nientemeno che nell’Arno, precisamente nel parco fluviale Canto alla Rana, dove le due vasche in cui tuffarsi sono facilmente accessibili an-

VACANZE FUORI POSTO

I fiumi questi sconosciuti

Ponte Buriano, Arezzo Marco Taliani de Marchio/Shutterstock.com

che dai bambini: non lontano si trova una trattoria dove ristorarsi dopo una passeggiata tra i sentieri ombrosi. Impossibile poi, restando in Toscana, non ricordare le sorgenti termali dove poter entrare liberamente: da Sasso Pisano (a Castelnuovo in Val di Cecina) a Petriolo (tra Siena e Grosseto), da Bagni San Filippo (Siena) fino alle celeberrime terme di Saturnia (Grosseto), lo spettacolo naturale è garantito e il bagno caldo all’aperto tra rocce e vasche naturali è sempre un piacere. E dopo il relax delle terme, arriviamo al sud per una bella scossa di adrenalina con il rafting sui


Bagni di San Filippo Krisztian Juhasz/Shutterstock.com

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I fiumi questi sconosciuti

Rafting sul fiume Lao Dionisio iemma/Shutterstock.com


VACANZE FUORI POSTO

In canoa sul fiume Coghinas andscapespecialist/Shutterstock.com

fiumi della Calabria: nel Parco Nazionale del Pollino, nella valle del fiume Lao, molti sono gli operatori che offrono questa emozionante esperienza tra natura incontaminata e acque cristalline. Il parco offre tante altre attrattive e custodisce paesaggi incontaminati ricchi di corsi d’acqua: partendo per esempio da Fosso Iannace si entra in un sentiero che si snoda lungo i bordi del torrente attraversato più volte da ponti di legno. Gli appassionati di trekking possono proseguire per un paio d’ore e raggiungere le sorgenti del torrente Pitt Accurc’ e magari spingersi verso la Basilicata per raggiungere il santuario della Madonna del Pollino (che si trova in territorio di San Severino Lucano). Ultima ma non per ordine di importanza è la Sardegna per

un tranquillo birdwatching alla foce del fiume Coghinas, a Valledoria: un operatore locale (L’Alta Bhanda) offre una bella escursione con una pontoon boat (una barca larga e dal fondo piatto) che risale il fiume per circa sette chilometri. Durante l’escursione sono possibili numerosi avvistamenti di uccelli e altri animali, dall’airone cenerino alla garzetta, dal falco di palude fino alle testuggini palustri: gli incontri si susseguono senza posa, soprattutto in primavera, essendo la zona una tappa importante delle migrazioni. Tutto l’ambiente attorno alla foce è suggestivo, soprattutto al tramonto, tra canneti e dune di sabbia che separano il tranquillo ambiente fluviale dalle acque spesso impetuose del Golfo dell’Asinara.

I fiumi questi sconosciuti

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Ivan Pisoni

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Leggende d’amori e di laghi

Michele Brusini/Shutterstock.com


Leggende d’amori e di laghi

La leggenda dell’amore tra Agilla e Trasimeno S

ulle sponde del lago Trasimeno - la cui forma, ai più romantici, può ricordare un cuore - in passato viveva la splendida ninfa Agilla, perdutamente innamorata del principe Trasimeno, figlio del re etrusco Tirreno. Un giorno, intonando un suadente canto, la ninfa riuscì ad attirare l’amato al centro del lago, vicino all’isola di Polvese. Alla vista di Agilla, Trasimeno si innamorò. Il principe riuscì a fatica a convincere il padre a dare il suo benesta-

Lago Trasimeno Gimas/Shutterstock.com

re alle nozze e alla fine ci riuscì ma il loro amore era destinato a finire in tragedia. Dopo solo un giorno, infatti, mentre la bella Agilla lo guardava dalla riva, Trasimeno scomparve nelle acque del lago. Invano Agilla lo cercò per giorni e giorni, scandagliando i fondali, le rive e la superficie del grande bacino lacustre. Da allora, la ninfa disperata cerca il suo amato intonando un canto suadente nelle serate d’estate, sperando di ritrovarlo.


Lago di Monate Gianandrea Villa/Shutterstock.com

La leggenda di Bianca e la nascita del lago di Monate tava la madre malata. A quel punto Bianca si vide costretta a implorare la pietà del signorotto il quale rifiutò dicendo: «Che muoia pure assetata quella strega di tua madre». Disperata, Bianca lanciò una terribile maledizione che condannava il signorotto ad avere un’insaziabile sete per l’eternità. In quel momento, un forte vento si alzò scatenando un violentissimo uragano e dal pozzo del castello iniziò a fuoriuscire tanta acqua da inondare il maniero e tutte le terre adiacenti. Quando l’uragano si calmò, in quelle lande si era formato il lago di Monate. Oggi nessuno osa attraversare i suoi gorghi. Si dice che siano formati dal castellano maledetto che, dal fondo del lago, non riesce a placare la sua sete.

Leggende d’amori e di laghi

B

ianca era bellissima. La sua bellezza era paragonabile al suo amore per il fidanzato, un soldato che combatteva al fronte. Bianca viveva con l’anziana madre nei pressi di Usmate. Il signorotto locale, un giorno, vide Bianca e se ne invaghì ma la fanciulla non ne voleva sapere. Questa reazione scatenò l’ira del signorotto il quale fece comunicare alla popolazione che avrebbe fatto mozzare la testa a chiunque avesse fornito acqua a Bianca. La coraggiosa fanciulla, per provvedere alla giornaliera necessità d’acqua per lei e per la madre, ogni giorno si recava alle fonti di Monteggia ma un giorno la madre si ammalò e l’acqua che la bella riusciva a trasportare non bastò più. «Ho sete», lamen-


Leggende d’amori e di laghi Lago di Tovel gualtiero boffi/Shutterstock.com

La leggenda del lago rosso di Tovel e della principessa Tresenga I

n Val di Non c’è un lago che ogni estate e fino al 1964 si tingeva di rosso. La leggenda vuole che fosse il colore del sangue della bella principessa Tresenga. Tresenga era l’unica figlia del re del Regno di Ragoli. Tanto bella quanto desiderata, Tresenga rifiutava ogni richiesta di matrimonio per non far cadere il

regno in mano straniera. Il re di Tuenno, Lavinio, mandò ricchi doni ma anch’essi vennero rifiutati. Adirato per l’affronto, Lavinio dichiarò guerra al Regno di Ragoli per costringere Tresenga a sposarlo ma la coraggiosa principessa, per tutta risposta, si schierò a capo del suo piccolo esercito per fronteggiare il nemico.


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Lo scontro fu durissimo e la principessa resistette fino all’ultimo, lottando con estremo valore, ma alla fine morì e il suo sangue, versato sul campo di battaglia, tinse le acque del lago di Tovel. Si dice che ogni notte di luna piena lo spirito

Leggende d’amori e di laghi

Lago di Tovel BNFWork/Shutterstock.com

di Tresenga si aggiri ancora in zona, sospirando. Il fenomeno, comunque, ha una spiegazione scientifica: il colore era dovuto alla presenza dell’alga “Tovellia sanguinea” che si riproduceva in estate, dando al lago il caratteristico colore.



Ivan Pisoni

facebook.com/pisoni.ivan.7

lo sapevate che...

noicherrybeans/Shutterstock.com


lo sapevate che... curiosità lacustri

A

ltro che Loch Ness... anche il Lago di Como ha il suo mostro. Lo chiamano affettuosamente Larrie, il “Lariosauro del mistero” che dal 1946 fa parlare di sé lungo tutte le sponde del lago. Nel 1954 qualcuno disse di aver visto un essere lungo ben 80 metri con zampe palmate dal muso e dalla coda arrotondati. Nel 2003 c’è stato chi ha affermato di aver visto un’enorme anguilla di oltre 10 metri. Mistero? Realtà? Vi consiglio di visitare il Castello di Vezio per visionare una particolare testimonianza.

Lago di Como COLOMBO NICOLA/Shutterstock.com

A

Pettenasco c’è una gigantesca fionda per lanciare uova di drago nel lago d’Orta. È l’installazione chiamata ”Vers l’autre côté” di Roselyne Erutti, comunemente chiamata “Fionda” e posta alla fine del tratto sud della passeggiata sul lago. C’è chi afferma che questa fionda serva per scagliare uova di drago nel lago per favorirne la “draghizzazione”...

Nick_Agile/Shutterstock.com

N

uotare in un lago è ben diverso che nuotare in mare. È provato che a nuotare nelle acque lacustri si faccia più fatica che nelle acque marine. Nel mare, infatti, la maggiore densità dell’acqua salata favorisce il galleggiamento. Nuotare nei laghi, inoltre, è anche più difficoltoso - e potenzialmente pericoloso - a causa della presenza di mulinelli non visibili in superficie.

s-ts/Shutterstock.com


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I

l lago di Garda vanta delle “Marmitte dei Giganti”. Nei pressi di Torbole troviamo dei pozzi enormi, larghi circa 5 metri e profondi fino a 12: un’atmosfera simile a quella lunare. Il nome deriva dalla fantasia popolare che vuole spiegarsi la presenza di questi pozzi giganteschi formatisi durante la glaciazione oltre 130.000 anni fa: grazie a ritrovamenti di ceramiche e punte di freccia, infatti, possiamo affermare che le Marmitte dei Giganti erano abitate durante la preistoria.

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D

ue laghi italiani anche su… Titano! Si tratta dei laghi di Bolsena e di Albano, due tra i più noti laghi dell’Italia centrale, che trovano i loro omonimi anche sul lontanissimo satellite di Saturno. Titano, infatti, è l’unico corpo del nostro sistema solare a vantare la presenza di bacini allo stato liquido ma, a causa delle temperature di circa 180 gradi sotto lo zero, questi bacini non hanno acqua bensì metano ed etano.

I

l Fucino è l’”ex” terzo lago per estensione in Italia. Il Fucino era un lago nella conca della Marsica, in Abruzzo. Il lago venne fatto prosciugare nella seconda metà dell’’800 a opera del principe Alessandro Raffaele Torlonia in quanto l’irregolare livello dell’acqua provocava diverse inondazioni e secche malsane. Già ai tempi dell’imperatore Romano Claudio (52 d.C.) si era provata un’impresa simile. Oggi il Fucino è suddiviso in 46 strade ma c’è chi dice che la somma di queste strade contrapposte dia sempre, come numero, 50.

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lo sapevate che... curiosità lacustri

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Recensione

Resto qui di Marco Balzano

U

n lago, un paese antico, una chiesa che emerge e che sopravvive, nonostante tutto. È davvero un bel romanzo Resto qui, di Marco Balzano: l’Italia profonda dei paesi che (ri)emerge, il passato che non va del tutto via, la storia che ha ancora da dire alla nostra difficile contemporaneità. Un lago artificiale per la produzione di energia elettrica è da costruire a Curon, provincia autonoma di Bolzano, Italia alta e alpina. E così un paese intero è coattamente costretto a lasciare storie e case. Siamo nel 1950 e, malgrado le proteste degli abitanti, il lago “s’ha da fare”. È attorno a questa storia reale che l’immaginario di Balzano

ha poi preso il sopravvento. Il romanzo, edito da Einaudi nel 2018, è diventato un autentico successo editoriale. Si racconta come, a eterna testimonianza di quell’evento poco gradito dalla memoria del paese, sia rimasto ancora oggi solo il campanile della chiesa di Santa Caterina, mentre la stessa chiesa fu rasa al suolo. Così come il resto del piccolo centro. La storia allagata d’oblio. E allora ecco l’eroica resistenza (resilienza?) del protagonista del romanzo, uomo legato alle sue origini che si oppone tenacemente, quanto inutilmente, all’inderogabile cambiamento. Su questa storia anche un film documentario, a firma di Georg Lembergh, Il paese sommerso. Balzano racconta la vita del paese, nella sua quotidianità antropologica e familiare. Siamo nell’Alto Adige italianizzato nei nomi dei paesi stessi, persino sulle lapidi dei defunti. Anche a questa non graditissima realtà sociale e politica di imposizione i personaggi del romanzo si ribellano. Memoria e forza, allora, in


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Marino Pagano

facebook.com/marino.pagano.3

pagine che catturano e che creano una comunanza culturale tra lettore e protagonisti dell’intreccio narrativo attorno a questa necessaria e coriacea tutela. Balzano riesce a perseguire con la giusta attenzione emotiva questi passaggi dirimenti, senza cedere alla retorica iden-

titaria eccessiva o al mito del nostalgismo romantico. Pagine tenui e dolci di attaccamento ai discorsi che vengono da lontano. Quando tutto era più semplice, mentre tuttavia il tempo passa, a volte senza il giusto rispetto per chi c’è stato prima di noi.

Recensione

Il vecchio campanile nel lago di Resia, Curon MC MEDIASTUDIO/Shutterstock.com



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