L'Industria della Gomma 4/2022

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SANZIONI E MATERIE PRIME GOMMA E AMBIENTE INCHIESTA MESCOLE

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • Aprile 2022

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SOMMARIO

MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it

ANNO 65 - APRILE

Abbiamo letto 10

Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Grafica e impaginazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Grafiche Arrara Grafiche Arrara s.r.l. – Abbiategrasso (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it

RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA

Mondogomma

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SOSTENIBILITÀ, LA PAROLA CHIAVE PER IL FUTURO

Con questo numero de L’Industria della Gomma trovate in allegato una nostra pubblicazione speciale. Si intitola Green Rubber e illustra le molte strade con cui tutta la filiera del nostro settore può contribuire a un rapporto più sano e più equilibrato con il nostro pianeta. Un ruolo centrale in questo percorso è giocato dalla gomma naturale. Un recentissimo rapporto, uscito mentre andavamo in stampa con Green Rubber, fa un punto aggiornatissimo del settore. Ne parliamo anche insieme a due esperti italiani che da anni si occupano di questo delicato tema.

20 UN’AGENDA PER LA SOSTENIBILITÀ Con una lunga e vasta esperienza nel mercato delle commodity e nel campo della sostenibilità, Salvatore Pinizzotto dal 2017 è il Segretario Generale dell’International Rubber Study Group (Irsg), organizzazione intergovernativa fondata nel 1944 a Londra, che si occupa di trasparenza del mercato mondiale della gomma e di rafforzare la cooperazione internazionale sulle questioni che interessano il settore. Dal 2008 la sede dell’organizzazione è a Singapore.

22 FARE SQUADRA PER IL CAMBIAMENTO Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Srl - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.r.l. Viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

Fisico, con oltre 10 anni di esperienza nel campo della sostenibilità per le commodity agricole, Stefano Savi è il direttore della Global Platform for Sustainable Natural Rubber (Gpsnr), un’organizzazione multi-stakeholder, con sede a Singapore, che mira a costruire una catena del valore della gomma naturale equa e sostenibile.

26 LA RICERCA SUL GRAFENE: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE Da tempo si parla del grafene come di un possibile additivo per la gomma in grado di conferire alla mescola caratteristiche particolari ed “esotiche”, capaci di immaginare nuovi prodotti. Costi alti e difficoltà di approvvigionamento in grandi quantità hanno finora frenato una sua larga diffusione. Qual è però lo stato dell’arte? Proponiamo qui la traduzione parziale di un articolo scientifico di ricercatori cinesi, indiani e polacchi sulla rivista scientifica “Journal of Science: Advanced Materials and Devices.

34 IL PESO ECONOMICO DELLA CRISI UCRAINA Difficoltà sempre maggiori nel reperimento di materie prime, rincari e problemi nella logistica. La crisi ucraina sta acuendo le difficoltà già manifestatesi nel corso del 2020 e del 2021 su tutta la catena delle forniture. Ecco un quadro della situazione.



SOMMARIO

MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

ANNO 65 - APRILE

Rassegna Stampi

39 MESCOLE, DALLA CRESCITA ALLA PREOCCUPAZIONE Soltanto lo scorso settembre, quando avevamo pubblicato la nostra ultima inchiesta sul settore del compounding, tutto sembrava volgere per il meglio. L’evolversi della pandemia lasciava presagire un momento di ripresa che, in effetti, si è verificato e ha consentito a molti operatori di chiudere il 2021 in modo positivo. La guerra in Ucraina, però, mette tutto il mercato delle mescole sotto una nuova prospettiva, con problemi possibili non solo per approvvigionamento e trasporti, ma anche per costo dell’energia e inflazione.

Comet Compounds AG u Der-Gom u Eurorubber

PMG Tovo Gomma u TSF

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Normative

48 RUMORE: CAMBIA LA NORMATIVA Un decreto del 14 gennaio modifica la vecchia normativa sul rumore recependo due direttive europee che riguardano i metodi per misurare e determinare gli effetti nocivi dei disturbi sonori e la loro grandezza. L’occasione ci consente così di rivedere il complesso delle leggi sull’inquinamento acustico in relazione alle imprese manifatturiere.

News

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54 IL TACCUINO Sale l'inflazione in Italia: +6,7% su base annua secondo Istat Aumento dei costi e shortage, la preoccupazione di Amaplast u Due corsi di formazione di Assogomma su Reach e CLP a maggio e giugno u Yokohama acquisisce Trelleborg Wheel System Holding, che produce pneumatici agricoli e industriali u UTH dota il suo stabilimento produttivo di Fulda di un impianto fotovoltaico da 100 chilowatt di picco u Aumento di capitale per Rubber Conversion, la startup veronese pioniera del riciclo della gomma u Mitsubishi Chemical lancia una sfida su termoplastici ed economia circolare u Cambio al vertice per Desma in Cina u u

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64 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012

INTERVIEWS

Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK

EXPO REVIE

Letter of I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche the law internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y

Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI L’EFFETTO DI AMEO COME AGENTE LEGANTE SULLE PROPRIETÀ DI VULCANIZZAZIONE E MECCANICHE DEI COMPOSITI DI GOMMA NATURALE E POLVERE DI GUSCI DI SEMI DI PALMA S. Daud, H. Ismail, A. Abu Bakar, School of Materials and Mineral Resources Engineering, University Sains Malaysia, Nibong Tebal, Pulau Pinang (Malaysia) email: ihanafi@usm.my - Procedia Chemistry 19 (2016), pag. 327-334 ggigiorno le cariche naturali sono ampiamente conosciute dai tecnologi della gomma per i loro vantaggi e, a causa della domanda globale per prodotti ecologici, sono stati fatti moltissimi lavori di ricerca per studiare il loro utilizzo in compositi di gomma e il loro potenziale di commercializzazione. Le cariche naturali sono infatti rispettose dell’ambiente, interamente degradabili, abbondanti, economiche e di bassa densità, ma la loro polarità è uno svantaggio, poiché la loro natura idrofila è incompatibile con la gomma naturale che è idrofoba, così come sono svantaggi la tendenza a formare agglomerati durante la lavorazione e la scarsa resistenza all’umidità. Si utilizza così un silano come legante o si ricorre ad altri metodi di trattamento

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PICTURE-PERFECT

THE NEXT TOP MODEL

UNIVERSITY FOCUS

Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers

We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?

Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain

della superficie della carica, in modo che si migliori il grado di bagnabilità della carica naturale da parte del polimero e si promuova l’adesione interfacciale. In Malesia esistono molte fibre naturali come risorse di cariche: questa ricerca si prefigge di utilizzare il guscio dei semi della palma (PKS = Palm Kernel Shell) come carica potenziale nell’ambito dei polimeri, con l’obiettivo è di studiare la vulcanizzazione e le proprietà dei compositi a base di questa carica e gomma naturale, in funzione del livello di carica e di AMEO come agente legante. Nella parte sperimentale si specifica la formulazione utilizzata per le prove, a base gomma naturale SMR L con vulcanizzazione a zolfo, con la quale si preparano nove mescole, una di riferimento senza carica e silano, quattro con carica a livello di 5, 10, 15 e 20 phr e cinque con carica agli stessi livelli e con silano, mentre una tabella illustra dettagliatamente la composizione chimica della carica naturale in esame. La sezione risultati e discussione affronta i seguenti argomenti: • effetto del silano sulle caratteristiche di vulcanizzazione, evidenziate in una tabella, i cui valori indicano una riduzione di tempo di scottatura e di vulcanizzazione all’aumentare del li-

vello di carica, con una vulcanizzazione prematura a causa della forza di taglio durante la mescolazione, che richiede di conseguenza tempi più lunghi di incorporazione di carica e ingredienti; • effetto del silano sulle proprietà meccaniche, con il carico di rottura che diminuisce all’aumentare della carica e alla conseguente minor adesione e incompatibilità fra PKS e matrice gomma, con valori comunque migliori per le mescole con silano; analoga situazione per l’allungamento a rottura, per il quale le mescole con silano offrono comunque i valori migliori; • proprietà di rigonfiamento in toluene: anche in questo caso l’aggiunta di silano fornisce valori migliori, grazie al miglioramento dell’adesione fra carica e matrice gomma; • studio della morfologia di superficie, con due interessanti micrografie SEM, che mostrano chiaramente la diversità fra compositi con e senza silano ed evidenziano la forte adesione interfacciale fra carica e matrice gomma provocata dal silano. La conclusione della ricerca ribadisce semplicemente i buoni risultati ottenuti con l’utilizzo del silano, che consente così l’adozione di PKS come carica in mescole di gomma naturale.


ABBIAMO LETTO PER VOI

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI POLIMERI LIQUIDI A BASSO PESO MOLECOLARE MODIFICATI CON SILANO IN MESCOLE DI COPOLIMERI STIRENEBUTADIENE E SILICE M. Greundkena,b, M.M. Velncosob, D. Kodac, A. Blumea, aElastomer Technology and Engineering, Department of Mechanics of Solids, Surfaces and Systems (MS3), Faculty of Engineering Technology, University of Twente, Enschede (The Netherlands), bKuraray Europe, Hattersheim (Germany), cKuraray Elastomer Development & Marketing Department, Tokyo (Japan) email: a.blume@utwente.nl - Polymer Testing 93 (2021), pag. 1-13 a lunga introduzione dello studio costituisce un’interessante ed esaustiva panoramica dell’utilizzo di gomme (NR, BR ed SBR) e cariche (carbon black e silice) per pneumatici, con riferimenti alla resistenza al rotolamento, come indicatore della prestazione, da ridurre secondo il programma di diminuzione del-

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le emissioni di anidride carbonica, e al miglioramento dell’interazione silice-polimero mediante silani e polimeri liquidi a basso peso molecolare. Da qui l’obiettivo dello studio, che si propone di arrivare ad una maggiore comprensione dell’interazione dei polimeri liquidi funzionalizzati e non funzionalizzati con silice e polimero di base, prendendone in esame sei diversi, di cui tre funzionalizzati con gruppi etossi-silano e tre non funzionalizzati combinati con tre silani differenti (uno bifunzionale e due mercapto con pesi molecolari diversi). La gomma base, utilizzata per le prove, è un’SSBR (SPRINTANTM SLR 3402 di Trinseo), la silice è un grado ad alta disperdibilità (Ultrasil® di Evonik), i silani sono Si66, NXT ed Si363, mentre tutto il resto della formulazione rimane invariato, con SSBR e silice a 100 e 80 phr rispettivamente e con sistema di vulcanizzazione a zolfo. Dopo avere parlato della preparazione delle mescole, delle apparecchia-

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Dal 1967 Der-Gom Produce mescole di gomma con la stessa cura di sempre. La Der-Gom è partner sicuro in grado di creare la ricetta giusta per ogni cliente.

ture per le prove reologiche e meccaniche, per la solubilità e il rigonfiamento, lo studio espone i risultati delle prove, con abbondanza di grafici e figure, che ben li evidenziano visivamente in modo immediato e che illustrano efficacemente gli argomenti passati in rassegna: • caratteristiche di vulcanizzazione; • densità di reticolazione; • viscosità Mooney; • effetto Payne; • proprietà meccaniche. La conclusione dello studio, partendo dalla domanda se i polimeri liquidi idrofobizzano la superficie della silice e vengono incorporati nel reticolo principale della gomma, asserisce che dal punto di vista statistico è molto probabile che essi siano integrati o perlomeno connessi parzialmente con il reticolo. Inoltre, le curve di vulcanizzazione e le densità di reticolazione indicano chiaramente che si forma un reticolo addizionale, generato dal polimero liquido con si-

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lano funzionalizzato e basato su di un legame polimero principale-polimero liquido-silice e che avvengono reazioni fra polimero liquido e silano o polimero liquido con silano e silice, il che riduce le interazioni per mezzo di una forte idrofobizzazione della superficie della silice. Dalla valutazione fornita dall’analisi meccanica dinamica (DMA) il valore di modulo di conservazione E’ mostra i più alti valori del mercaptosilano ad alto peso molecolare e del polimero liquido funzionalizzato con silano ad alto peso molecolare. Tuttavia i valori di tan δ mostrano una più favorevole indicazione del bilanciamento di prestazioni (aderenza sul bagnato e resistenza al rotolamento) con i tipi a basso peso molecolare, per i quali, in confronto ai tipi non funzionalizzati, il bilanciamento potrebbe chiaramente essere migliorato, ben sapendo che questa è solo un’indicazione della prestazione reale. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI SISTEMI DI VULCANIZZAZIONE A PEROSSIDO APPLICATI ALLA RETICOLAZIONE DI MESCOLE DI GOMMA A BASE SBR J. Kruželák, A. Kvasničáková, I. Hudec, Department of Plastics, Rubber and Fibres, Faculty of Chemical and Food Technology, Slovak University of Technology, Bratislava (Slovakia) - email: jan.kruzelak@stuba.sk - Advanced Industrial and Engineering Polymer Research 3 (2020), pag. 120-128 on è mai tempo sprecato ricordare i fondamenti della vulcanizzazione e questo è quanto ci offre l’introduzione dello studio. Il principio della vulcanizzazione è quello di formare legami chimici fra le catene della gomma per generare così un reticolo tridimensionale, grazie alle reazioni fra i gruppi funzionali delle catene elastomeriche e gli agenti di vulcanizzazione. Questi agenti sono lo zolfo e i perossidi. Lo zolfo, in combinazione con opportuni acceleranti, costituisce il metodo più frequentemente usato per le gomme insature, dando luogo a legami mono o polisolfurici fra atomi

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di carbonio delle catene della gomma. I perossidi si possono invece usare per vulcanizzare sia gomme insature che sature, con la formazione di legami carbonio-carbonio molto stabili termicamente, che conferiscono al vulcanizzato resistenza all’invecchiamento ad alte temperature e basso compression set ad elevate temperature, oltre a buone proprietà elettriche, stabilità all’immagazzinamento e resistenza alla scolorazione. Ci sono però alcuni svantaggi rispetto allo zolfo, come bassa sicurezza di scottatura, peggiori proprietà tensili e di lacerazione, inferiori proprietà elastiche e dinamiche. Esiste comunque un modo per migliorare la vulcanizzazione con perossidi, ossia il ricorso a coagenti, che sono composti organici multifunzionali a basso peso molecolare, altamente reattivi verso i radicali liberi, usati per aumentare l’efficienza di reticolazione del processo di vulcanizzazione e la densità di reticolazione dei vulcanizzati. In base alla loro struttura chimica, i coagenti reagiscono durante la vulcanizzazione di elastomeri insaturi per addizione ed estrazione di idrogeno o solamente per addizione, e sono classificati in due gruppi: • tipo I - coagenti tipicamente polari, che producono radicali molto reattivi soprattutto con reazione di addizione e possono omopolimerizzare o aggraffare fra le catene della gomma; di solito aumentano la velocità di vulcanizzazione e contribuiscono ad aumentare la densità di reticolazione; • tipo II - sono generalmente molecole meno polari, che formano radicali liberi più stabili, contengono idrogeno allilico estraibile e contribuiscono all’aumento della densità di reticolazione con scarsa influenza sulla velocità di vulcanizzazione. Lo scopo dello studio è quello di esaminare l’influenza del sistema di vulcanizzazione perossidica su reticolazione e proprietà di mescole a base SBR (Kralex 1502), partendo da mescole vulcanizzate solo con dicumil-

perossido DCP (si valuta l’influenza di temperatura di vulcanizzazione e di contenuto di perossido), per poi combinarlo con diversi coagenti dei due tipi, valutando l’influenza delle combinazioni su caratteristiche di vulcanizzazione, densità di reticolazione e proprietà fisico-meccaniche dei vulcanizzati. I coagenti usati nelle prove sono DEGDA, DEGDMA, TMPTA e TMPTMA di tipo I, TAIC, TAC, DAP e DVB di tipo II. La sezione relativa al solo DCP, che prende in esame l’influenza della temperatura di vulcanizzazione e del contenuto di perossido sul processo di vulcanizzazione e sulle proprietà dei vulcanizzati, vede nel primo caso il livello di DCP sempre a 1 phr, mentre le relative mescole sono vulcanizzate a 160, 170, 180 e 190 °C, nel secondo caso la temperatura sempre a 170 °C, valore ricavato dal primo caso come migliore per la riduzione del tempo ottimale di vulcanizzazione, mentre i relativi livelli di DCP variano a 1, 2, 3 e 5 phr. Passando alla sezione relativa ai coagenti, la trattazione diventa molto più articolata ed impegnativa. Vengono mantenuti i valori di DCP a 1 phr e di temperatura a 170 °C, mentre i livelli dei coagenti sono a 5, 10 e 15 phr. Ben corredata da figure della struttura chimica e del meccanismo di reazione dei due tipi di coagenti, nonché da numerosi grafici che evidenziano il comportamento dei vari coagenti nelle caratteristiche di vulcanizzazione, nella densità di reticolazione e nelle proprietà fisicomeccaniche dei vulcanizzati, questa parte spiega esaurientemente i motivi per cui si utilizzano i coagenti, entrando molto in dettaglio nell’analisi delle azioni da loro svolte in base alla specifica struttura chimica e alle reazioni che si verificano durante il processo. In conclusione, l’utilizzo dei coagenti di tipo I porta all’accelerazione del processo di vulcanizzazione e all’aumento della densità di reticolazione dei vulcanizzati, contribuendo alla formazione di una struttura più complessa all’interno della matrice gom-


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ma, con conseguente miglioramento del carico di rottura. Dal canto loro i coagenti di tipo II praticamente non influenzano la cinetica di vulcanizzazione e la loro presenza, ad eccezione del DVB, causa diminuzione della densità di reticolazione, con un leggero miglioramento delle caratteristiche di vulcanizzazione. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI TBP COME ALTERNATIVA, ESENTE DA NITROSAMMINE, AD OTOS IN MESCOLE DI GOMMA NATURALE I. Yarzabal, MLPC International, Rion des Landes (France) - email: i.yarzabal@mlpc-intl. com - RFP n. 4/2021, pag. 188-194 l vulcanizzante OTOS (N-ossidietilentiocarbamil-N’-ossidietilene sulfonammide) forma preferenzialmente ponti di zolfo corti, che offrono buon compression set e ottime proprietà dinamiche dei vulcanizzati, ed è quindi usato in applicazioni dinamiche come sistemi antivibranti

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(AVS) o spazzole tergicristalli. Tuttavia, poiché il prodotto è considerato cancerogeno, nonché pericoloso per l’ambiente e fonte di nitrosammine durante la vulcanizzazione, è necessario trovare un sostituto: come alternativa esente da nitrosammine viene proposto il TBP, che è un poli-t-butilfenil disolfuro, disponibile come predispersione in polimero al 75 % di sostanza attiva, messo a punto da MLPC in collaborazione col centro francese R&D di Arkema. Lo studio si serve di una formulazione AVS in gomma naturale per supporto motore, riadattandola per soddisfare il sistema di vulcanizzazione proposto, che si articola in nove mescole con gomma naturale a 152 phr, zolfo a 0,5 phr e DPG a 0,6 phr costanti, mentre vengono variate le quantità di TBP, MBTS e ritardante PBS-R. Lo svolgimento dello studio è molto dettagliato e si avvale di numerose tabelle e grafici tridimensionali, che

accompagnano la descrizione delle prove effettuate riguardo alle proprietà di vulcanizzazione e meccaniche, ai confronti tra la mescola di riferimento con OTOS e quelle alternative esaminate e alla comparazione di diversi ritardanti (CTPI, acido salicilico, butilborato e toliltriazolo), tutti però inferiori alla prestazione offerta dal PBS-R per la resistenza alla scottatura, vicina a quella del sistema OTOS. I risultati ottenuti dimostrano che è possibile sostituire OTOS in gomma naturale con una combinazione di TBP, MBTS e PBS-R, che offre praticamente gli stessi valori di compression set e proprietà dinamiche. Tuttavia il tempo di scottatura diventa troppo breve per produzioni industriali, ma l’inconveniente viene risolto sostituendo DPG con ZDPT (zinco dialchilditiofosfato), che mantiene le proprietà meccaniche e dinamiche, compreso il basso compression set.


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PROVE E MISURAZIONI CONDIZIONI DI PROVE DI LABORATORIO OTTIMIZZATE PER PREVEDERE L’USURA DI BATTISTRADA PNEUMATICO H. Mouri, Bridgestone Americas Center for Research and Technology (retired), Akron, Ohio (USA) - RubberWorld, gennaio 2022, pag. 26-30 hi pensa che l’usura del battistrada pneumatico sia fuori da ogni possibile controllo di laboratorio, ma affidato solo al piede del guidatore del veicolo, troverà intrigante l’introduzione dello studio che, dopo avere ricordato che per più di un secolo è stata fatta ricerca sul meccanismo che la causa e sui metodi per mettere a punto una prova valida, illustra alcuni dei quattordici metodi, standardizzati dalla ISO 23794:2015. Viene così citato, in particolare, quello di Lambourn che, come quello di Akron, introduce il concetto di slittamento fra la superficie della strada e il campione di gomma. In effetti Lambourn fu il primo a proporre un’apparecchiatura di laboratorio che fosse in grado di correlarsi con i risultati ottenuti con la prova di usura del pneumatico. Interessante ed anche curiosa la storia delle successive ricerche in merito, che mettono in evidenza il meccanismo di base della frizione della gomma, relativa alla temperatura di transizione vetrosa del polimero, e della sua correlazione con la velocità di usura del pneumatico. L’apparecchiatura FPS (Frame Per Second) wear tester, prodotta da Ueshima Seisakusho e basata sul meccanismo ideato da Lambourn, è in grado di effettuare prove sia con costanza di sforzo che di deformazione ed offre un’accuratezza di prova di ripetibilità entro il 5 %, come previsto dalla norma ISO 23337. Questo è dovuto alla sua capacità di controllare la temperatura della superficie della strada, il che riduce la variazione causata dall’aumento di temperatura, specialmente quando si effettua una rotazione ad alta velocità. Per la mescola di prova si usa una formulazione standard a base SBR 1502

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con carbon black e antiossidante 6PPD, vulcanizzazione a zolfo per 15 minuti a 165 °C, con la preparazione di un campione cilindrico di spessore 10 mm e diametro 50 mm. L’esposizione dei risultati della prova e relativa discussione è semplice e di facile lettura e si articola nei seguenti argomenti: • determinazione della velocità di usura, del carico sul campione e del rapporto di slittamento; • superficie usurata e detriti di usura, in cui si evidenzia che il meccanismo di usura adottato è lo stesso di quello reale su strada, con l’ulteriore osservazione che, rimuovendo i detriti dalla superficie del pneumatico, si riduce la velocità di usura e si aumenta la trazione, come se i detriti diminuissero il coefficiente di frizione. La conclusione dello studio non riprende i risultati della prova, ma esprime alcune considerazioni sulle prestazioni future dei pneumatici, alla luce dei cambiamenti in atto nel settore automotive. L’auto elettrica ha un impatto di potenza più morbido, il che fa presupporre una diminuzione dell’usura, risultato che sarà rafforzato dall’ulteriore tendenza a ridurre il peso dei veicoli, anche se questo effetto rimarrà scarso fino a quando non cambierà la pressione di gonfiaggio dei pneumatici. Anche la resistenza al rotolamento dovrà esser migliorata e a questo proposito si può ipotizzare un possibile ricorso a pneumatici con battistrada più stretto con alta pressione di gonfiaggio. A sua volta la gomma riciclata diventerà importante in futuro, dal momento che riduce la resistenza al rotolamento, e dovrà quindi essere riconsiderata nell’applicazione pneumatico. In pratica sarà necessario progettare una mescola per battistrada in grado di ottimizzare la resistenza al rotolamento senza sacrificare la tenuta sul bagnato, ma a conti fatti è auspicabile che si riesca a sviluppare nuove materie prime, che possano superare le prestazioni conflittuali fra le componenti del ben noto triangolo magico del pneumatico, in cui la resistenza all’usura migliora a scapito della resistenza

al rotolamento che migliora a scapito della tenuta sul bagnato che migliora a scapito della resistenza all’usura. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI CARBON BLACK ECOLOGICO PRODOTTO CON METODO AL PLASMA COME SOSTITUTO EFFICACE DI CARBON BLACK FURNACE L.A. Lucas, A. Wilke, D.A. Karsten, T.R. Maier, N.J. Hardman, Monolith, Lincoln, Nebraska (USA) - RubberWorld, gennaio 2022, pag. 28-34 azienda americana Monolith produce un carbon black ecologico, che per ogni tonnellata prodotta emette due tonnellate di CO2 in meno rispetto ad un carbon black tradizionale. Con un processo sviluppato circa 80 anni fa, che gli conferisce le stesse proprietà fisiche e colloidali di un carbon black furnace, questo carbon black viene prodotto con gas naturale ed elettricità rinnovabile, così che si ottiene un prodotto più pulito. Lo stabilimento in Nebraska produce 14.000 tonnellate l’anno e, grazie al fatto che utilizza una tecnologia senza ossigeno e quindi senza combustione dal reattore, non si sviluppano CO2, SOX ed NOX. Un breve paragrafo mette in evidenza che i vari tipi di carbon black disponibili sul mercato (acetylene, thermal, furnace e channel), di cui la stragrande maggioranza (più del 90 %) è prodotta col metodo più economico, ossia con la tecnologia furnace, dalla fine degli anni ’40, emettono molta CO2 per ogni tonnellata di carbon black prodotto (2,3 tonnellate nel caso del carbon black furnace) rispetto al processo al plasma. Il processo Monolith permette inoltre di ottenere un coprodotto idrogeno pulito, che può essere trasformato in ammoniaca mediante il processo Haber-Bosch. Vengono quindi esposte le proprietà fisiche del carbon black Monolith, molto simili a quelle di un carbon black furnace, così come quelle colloidali e di superficie, con una morfologia che micrografie SEM dell’articolo rivelano essere esattamente la stessa dei tradizionali carbon black furnace. Le prestazioni del carbon black Mono-

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lith vengono analizzate con due mescole per inner liner pneumatico, autocarro e autovettura, a base gomma bromobutile Exxon BIIR 2222, in cui sono utilizzati M772 di Monolith e un tradizionale N772. La caratterizzazione eseguita sulle proprietà di vulcanizzazione e di processo, fisiche e dinamo-meccaniche, dimostra chiaramente che M772 ed N772 sono materiali simili per quanto riguarda tutte le caratteristiche di prestazione, con valori di resistenza al calore superiori per il prodotto Monolith. Se la produzione globale annua di carbon black (15 milioni di tonnellate) fosse effettuata col processo Monolith e il coprodotto idrogeno fosse usato per produrre ammoniaca, la conseguente riduzione delle emissioni di CO2 sarebbe all’incirca di 80 milioni di tonnellate/anno. Se poi si usasse gas naturale rinnovabile, il totale delle emissioni si abbasserebbe ancora di più.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI TRIOSSIDO DI ALLUMINIO SIL ANIZZATO COME CARICA GREEN PER MIGLIOR ARE LE PRESTAZIONI DEL PNEUMATICO R. Ametha, K. Aritha, S, Ramakrishnan, S.K.P. Amarnath, D. Lorenzetti, P.K. Mohamed, Apollo Tyres, Gurugram, Aryana (India), S. Venkatakrishnan, Anna University, Chennai, Tamil Nadu (India) - RubberWorld, gennaio 2022, pag. 36-44 li elastomeri di base, utilizzati nel settore pneumatico, sono NR, BR ed SBR e le relative formulazioni comprendono sempre cariche rinforzanti per assicurare buone prestazioni. In questo studio viene proposta, come alternativa alla silice, l’allumina triidrata (ATH), carica ritardante di f iamma più utilizzata al mondo nei polimeri, molto efficace se presente nella formulazione

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in grande quantità, caratterizzata da forte polarità e miscelata con silani per l’inserimento in matrici polimeriche idrofobe. Con due formulazioni, una su base SSBR/BR ed una su base NR/SSBR/ BR, entrambe con 60 phr di carbon black, vengono valutate le prestazioni di ATH e MATH (ATH modificata con silano TESPD) in confronto alla silice, in mescole contenenti 10, 20, 30 e 50 phr della singola carica nel caso della prima formulazione, mentre nella seconda formulazione il livello di carica vene mantenuto costante a 25 phr. Esposte tut te le carat teriz zazio ni effettuate sulle mescole di prova, diverse per le due formulazioni adottate, la conclusione dello studio met te in evidenz a come l’incorporazione di ATH migliori tenuta sul bagnato, resistenza al rotolamento e accumulo di calore.


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di Riccardo Oldani

Sostenibilità, la parola chiave per il futuro Con questo numero de L’Industria della Gomma trovate in allegato una nostra pubblicazione speciale. Si intitola Green Rubber e illustra le molte strade con cui tutta la filiera del nostro settore può contribuire a un rapporto più sano e più equilibrato con il nostro pianeta. Un ruolo centrale in questo percorso è giocato dalla gomma naturale. Un recentissimo rapporto, uscito mentre andavamo in stampa con Green Rubber, fa un punto aggiornatissimo del settore. Ne parliamo anche insieme a due esperti italiani che da anni si occupano di questo delicato tema.

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ostenibilità è un termine molto in voga e lo sarà sempre di più in futuro, perché si accompagna anche a utilizzo oculato delle risorse, riduzione delle emissioni e contenimento dei consumi energetici. È un tema su cui tutta la filiera della gomma può fare molto, ancora più di quello che già sta facendo. Riteniamo che

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oggi sia ancora più attuale parlarne, in un momento in cui la guerra è stata portata vicino a casa nostra. La guerra che è, purtroppo, quanto di peggio possa esistere in fatto di spreco: di vite umane, di beni, di infrastrutture, di risorse naturali. Dobbiamo con urgenza tornare tutti a un equilibrio diverso con il nostro piane-

ta e tutti possiamo contribuire a farlo. Va detto che al momento si è mosso su questo versante soprattutto il settore della gomma naturale, mentre quello della gomma sintetica fa più fatica ad affrancarsi dalla dipendenza da un comparto considerato impattante per antonomasia, quello petrolifero.


AMBIENTE

UNA PUBBLICAZIONE SPECIALE Allegato a questo numero de L’Industria della Gomma trovate un prodotto editoriale che ci è costato molta fatica ma che abbiamo voluto fortemente per illustrare i progressi fatti da tutta la filiera verso la sostenibilità. È una pubblicazione ricca di contenuti che vi invitiamo a sfogliare e leggere per aggiornarvi sul tema e trovare spunti da portare all’interno delle vostre attività. Molte aziende italiane, del resto, sono fortemente impegnate in una svolta “green”, di cui non abbiamo mancato di rendere conto, con un’ampia sezione dedicata ai loro sforzi. LA FILIERA DELLA GOMMA NATURALE Con questo articolo vogliamo tracciare un ulteriore approfondimento sulla gomma naturale rispetto a quanto già scritto su Green Rubber prendendo spunto da un rapporto uscito alla fine di gennaio per iniziativa di Spott, una piattaforma aperta online pensata

per tutti coloro che entrano nelle filiere della produzione e del commercio delle commodity e che sono attenti all’ambiente. Spott non si occupa soltanto di gomma, ma anche di olio di palma per esempio, o di altri settori basati su colture estensive che possono interferire sullo sviluppo spontaneo e naturale degli ecosistemi. Secondo il rapporto di Spott, intitolato “Sustainability in the natural rubber supply chain - Getting the basic right”, le imprese che operano a valle della produzione della gomma naturale e le istituzioni finanziarie detengono la chiave per spingere un cambiamento ambientale e sociale significativo nell’industria della gomma naturale. FLUSSI FINANZIARI L’associazione pensa per esempio ai buyer. «Sebbene il settore della gomma naturale», si legge nel rapporto, «sfugga ancora a un’analisi approfondita sui flussi di denaro che lo interessano, i responsabili politici sono consapevoli

della necessità di reindirizzare gli investimenti finanziari dalle attività dannose verso quelle sostenibili e stanno incoraggiando approcci settoriali che dovrebbero estendersi alle catene di approvvigionamento della gomma. Nel frattempo, le iniziative di sostenibilità nel settore stanno guadagnando slancio, alzando il livello delle aspettative minime di best practice. I rischi dell’acquisto e del finanziamento di gomma naturale non sostenibile sono quindi sempre più concreti, mentre il passaggio a pratiche sostenibili porta vantaggi sempre più tangibili». INTERNATIONAL RUBBER STUDY GROUP In questa direzione operano anche due organismi internazionali di primaria importanza, l’International Rubber Study Group e GSPNR, la Global Platform for Sustainable Natural Rubber. Entrambe le organizzazioni sono guidate da due esperti italiani, che abbiamo intervistato in questo numero.


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L’International Rubber Study Group (IRSG), un’organizzazione intergovernativa composta da parti interessate produttrici e consumatrici di gomma, ha lanciato la Sustainable Natural Rubber Initiative (SNR-I) nel 2014 per garantire che l’industria della gomma possa basarsi sulle sue migliori pratiche, oltre a dimostrare e comunicare nel suo complesso la catena del valore della gomma naturale. SNR-I fornisce una serie di linee guida volontarie fondate su cinque criteri: (1) aumento della produttività; (2) qualità migliorata; (3) sostenibilità forestale; (4) gestione dell’acqua; e (5) rispetto dei diritti umani e del lavoro. Ogni criterio ha indicatori di performance e le aziende sono invitate ad autovalutare i propri progressi rispetto a ciascuno di essi. Gli obiettivi dell’SNR-I sono garantire un’economia globale sostenibile della gomma naturale che offra vantaggi lungo l’intera catena del valore della gomma naturale, attraverso: • la promozione dello sviluppo delle migliori pratiche di sostenibilità nel settore della gomma naturale a livello globale; • il sostegno al miglioramento della gomma naturale; • la produttività delle piantagioni; 18

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• il miglioramento della qualità della gomma naturale; • il sostegno alla sostenibilità forestale attraverso la protezione/conservazione delle aree protette; • l’attenzione a un’adeguata gestione dell’acqua; • il massimo rispetto per l’uomo e per i diritti del lavoro. L’SNR-I comprende rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali, associazioni di settore nazionali o regionali e rappresentanti di produttori, trasformatori, commercianti e aziende a valle. A dicembre 2021 contava 28 membri in tutte le categorie. UNA PIATTAFORMA GLOBALE La GPSNR invece è stata avviata nel 2018 dal World Business Council for Sustainable Development, per affrontare le questioni relative alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica della catena di approvvigionamento della gomma naturale. La visione di GPSNR è di promuovere una catena del valore della gomma naturale equa, giusta e rispettosa dell’ambiente. La sua missione è guidare il miglioramento delle prestazioni socio-economiche e ambientali della catena del valore della gomma naturale.

GPSNR si impegna a promuovere l’adozione della gomma naturale sostenibile nel mercato globale affrontando la conversione delle foreste, la perdita di biodiversità, le violazioni dei diritti umani e del lavoro e le iniquità nella catena di approvvigionamento della gomma naturale. A dicembre 2021, GPSNR contava 156 membri (organizzazioni della società civile, piccoli produttori, trasformatori e commercianti, produttori di pneumatici e produttori di automobili) impegnati nella visione, nella missione e nei 12 principi della piattaforma. Nell’Assemblea Generale del 2021, i membri hanno votato a favore dell’adozione di particolari regole per segnalare situazioni da tenere sotto controllo. Le aziende dovranno raccogliere e riferire su un’ampia gamma di indicatori chiave di sostenibilità relativi ai principi dell’organizzazione, che puntano alla sostenibilità, tutela delle foreste, gestione dell’acqua, tracciabilità e molto altro. BISOGNA FARE DI PIÙ In conclusione, osserva il rapporto Spott, «promuovere la sostenibilità nell’industria della gomma è un investimento impegnativo ma meritevole. La crescente domanda di gomma na-


AMBIENTE

turale ha causato la conversione delle foreste in piantagioni di gomma con conseguenti impatti negativi come la perdita di biodiversità. Allo stesso modo, la volatilità del prezzo della gomma naturale ha provocato gravi impatti sociali come perdita di reddito e mezzi di sussistenza per i produttori e violazioni dei diritti umani». Nonostante il crescente slancio da parte di produttori, acquirenti e trasformatori intorno alla produzione sostenibile e all’approvvigionamento di gomma naturale, è necessario quindi, sostiene l’organizzazione, «fare di più per promuovere pratiche sostenibili che promuovano la protezione ambientale, la sufficienza economica e i guadagni sociali nella catena di approvvigionamento della gomma naturale. Pertanto, sono necessarie azioni urgenti per promuovere i progressi verso una maggiore sostenibilità tra gli attori dell’industria della gomma naturale. La gomma naturale sostenibile migliora i mezzi di sussistenza e promuove la riduzione

della povertà per milioni di piccoli proprietari in tutto il mondo». INIZIATIVE POSITIVE Allo stesso modo, l’attuazione di buone pratiche agricole e di tecniche agroforestali ben mirate può aiutare a sostenere i mezzi di sussistenza e ridurre la deforestazione nelle piantagioni di gomma. Iniziative di sostenibilità multi-stakeholder come GPSNR stanno cercando di armonizzare gli standard per migliorare il rispetto dei diritti umani, proteggere la biodiversità e aumentare la trasparenza e la tracciabilità della catena di approvvigionamento. Le ultime valutazioni Spott sulla trasparenza hanno mostrato che i membri GPSNR (6 società) hanno ottenuto punteggi più alti nelle informative ambientali, sociali e di governance (ESG) rispetto ai membri non GPSNR (9 società), rispettivamente del 58,4% contro il 29,8% in media. In quanto maggiori consumatori di gomma naturale, i produttori di pneumatici svolgono un ruolo fondamentale

nel migliorare la tracciabilità nella catena di approvvigionamento della gomma naturale attraverso le loro interazioni con i piccoli proprietari. Le aziende che non affrontano le considerazioni sulla sostenibilità nella produzione e nell’approvvigionamento della gomma naturale devono affrontare rischi finanziari, operativi, reputazionali e normativi significativi che possono influire sulla loro legittimazione sociale a operare in favore di ambiente, salute e sicurezza. Al contrario, le aziende trasparenti che affrontano questioni ambientali, sociali e di governance possono beneficiare di un controllo regolamentare ridotto, costi operativi ridotti, una migliore reputazione aziendale e prestazioni finanziarie più solide. Pertanto, le aziende devono imporre le proprie politiche ambientali e sociali ai propri fornitori, ai produttori a monte e a tutti gli attori della filiera. Infine, le aziende dovrebbero adottare una cultura di responsabilità condivisa, lavorando e condividendo i costi degli sforzi per la sostenibilità. u


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di Giuseppe Stabile

Un’Agenda per la sostenibilità Con una lunga e vasta esperienza nel mercato delle commodity e nel campo della sostenibilità, Salvatore Pinizzotto dal 2017 è il Segretario Generale dell’International Rubber Study Group (Irsg), organizzazione intergovernativa fondata nel 1944 a Londra, che si occupa di trasparenza del mercato mondiale della gomma e di rafforzare la cooperazione internazionale sulle questioni che interessano il settore. Dal 2008 la sede dell’organizzazione è a Singapore

DI COSA SI OCCUPA L’IRSG? L’International Rubber Study Group (IRSG) è un’organizzazione intergovernativa che opera con l’obiettivo di migliorare la trasparenza del mercato mondiale della gomma, attraverso l’elaborazione di statistiche che riportano i maggiori indicatori di produzione, consumo e commercio della gomma naturale e sintetica, e di rafforzare la cooperazione internazionale sui temi che interessano il settore. Tra questi anche la sostenibilità, dove, già dal 2011, l’organizzazione è stata coinvolta nello sviluppo della prima iniziativa multistakeholder sulla gomma naturale, la SNR-i (Sustainable Natural Rubber Initiative). Un progetto di natura volontaria, promosso dai principali protagonisti dell’industria della gomma, cui hanno aderito vari stakeholder, e che ha portato all’individuazione di alcuni indicatori e step verso la sostenibilità da poter implementare lungo tutta la “supply chain”. Il segretariato del Gruppo di Studio ha anche sviluppato un’Agenda sulla sostenibilità focalizzata sugli SDGs promossi dalle Nazioni Unite, cominciando a lavorare su specifiche tematiche senza dimenticare la stretta interdipendenza tra i diversi obiettivi. CON L’AGENDA SI FA UN SALTO DI QUALITÀ… L’Agenda è uno strumento indispensabile per promuovere i tre pilastri della 20

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sostenibilità a vari livelli e interagendo con tutti gli stakeholders. L’Irsg è impegnata a promuovere la produzione e il consumo sostenibile di gomma naturale e sintetica e a ridurre il livello di diseguaglianze e di povertà presenti nei vari paesi produttori e utilizzatori. L’organizzazione è stata la prima a occuparsi dell’uguaglianza di genere nel

settore, una tema a lungo trascurato, nonostante vi lavorino molte donne e siano, soprattutto nelle piantagioni di gomma naturale, le figure più deboli socialmente ed economicamente. Stiamo svolgendo un lavoro enorme sul tema dei cambiamenti climatici per capire da un punto di vista scientifico l’impatto che potranno avere sulle piantagioni di

Salvatore Pinizzotto, Segretario Generale dell’International Rubber Study Group, incarico che ricopre dal 2017.



IRSG

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gomma naturale sia in termini di resa qualitativa e quantitativa, come già sta accadendo in aree del Sudest asiatico, ma anche il ruolo che le coltivazioni potranno svolgere per mitigarli. Un tema cruciale per il futuro del comparto e che portiamo avanti in collaborazione con i maggiori centri di ricerca mondiali ed esperti di gomma naturale, come Cifor/ Fta, Cirad, Cifor e l’International Rubber Research and Development Board (IRRDB), l’organizzazione che raccoglie tutti i centri di ricerca e sviluppo sulla gomma naturale dei maggiori Paesi produttori. L’Irsg, Cifor/Fta e IRRDB stanno organizzando un “side event” per il XV World Forestry Congress, in Corea del Sud dal 2 al 6 maggio, il cui tema sarà Promoting Green Economy Growth in Natural Rubber Systems and Beyond. QUALI I TEMI PRIORITARI PER LA SOSTENIBILITÀ DEL SETTORE? Le questioni sono diverse, di natura ambientale, sociale ed economica e tra loro strettamente legate. Credo però che la priorità sia mettere al riparo i piccoli coltivatori, dai quali dipende la quasi totalità della produzione, dalle fluttuazioni del prezzo della gomma naturale, garantendo loro un livello di reddito sempre sufficiente non solo per mantenere le famiglie, ma anche per implementare le migliori pratiche agricole. Ciò permetterebbe di avviare una conduzione sostenibile delle coltivazioni, ottimizzando l’uso delle risorse, migliorando la produzione e contrastando efficacemente la deforestazione. Formazione, reddito e, aggiungo, investimenti in tecnologia sono fondamentali anche per agevolare il ricambio generazionale in atto nel settore, che non riesce più ad essere attrattivo per i giovani. IN QUESTO PERCORSO QUAL È IL RUOLO DELL’IRSG? Da una parte sensibilizzare sulle varie problematiche, dall’altra approfondire le conoscenze su questi temi e condividere a livello di sistema tutte le informazioni per identificare delle soluzioni, facendo, altro aspetto fondamentale, da connettore tra imprese e governi. Proprio per la complessità delle questioni in gioco, le soluzioni vanno infatti 22

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identificate a livello di sistema. Soluzioni che vanno poi tradotte sul campo in azioni e progetti attuabili che portino risultati concreti sui territori, che potranno essere diversi da Paese a Paese. Il coinvolgimento in questo processo di tutta la filiera, della parte pubblica e degli istituti finanziari è indispensabile, anche perché richiederà importanti investimenti, per dare attuazione a una reale strategia di sostenibilità a lungo termine. ACCENNAVA ALLE TECNOLOGIE: QUALI SI POSSONO APPLICARE? Per esempio l’uso di droni per controllare lo stato di salute degli alberi e prevenire le loro malattie. Una soluzione ancora poco utilizzata, ma che si sta

cominciando ad applicare in Africa e anche in alcune regioni asiatiche. L’uso delle immagini satellitari per capire gli impatti dei cambiamenti climatici o l’avanzamento della deforestazione in certe aree. La blockchain potrà essere utile per garantire la tracciabilità totale del materiale. Sono tecnologie disponibili che possono dare un contributo importante nella gestione di diverse problematiche, che però richiedono investimenti anche infrastrutturali per abilitarle, come una rete internet anche in aree remote. Sarò importante anche creare figure di coltivatori in grado di utilizzare in modo efficiente questi tool innovativi e quindi investire in formazione. u


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di Giuseppe Stabile

Fare squadra per il cambiamento Fisico, con oltre 10 anni di esperienza nel campo della sostenibilità per le commodity agricole, Stefano Savi è il direttore della Global Platform for Sustainable Natural Rubber (Gpsnr), un’organizzazione multi-stakeholder, con sede a Singapore, che mira a costruire una catena del valore della gomma naturale equa e rispettosa dell’ambiente

CON QUALI OBIETTIVI È NATA GPSNR? È stata fondata nel 2019 come organizzazione multistakeholder con l’obiettivo di medio lungo tempo di trovare soluzione ai problemi sistemici presenti nella filiera della gomma naturale. Problemi rilevanti come la deforestazione, le condizioni di lavoro e di vita di piccoli proprietari, lavoratori delle piantagioni e delle popolazioni delle aree dove queste sorgono, emersi in tutta la loro portata a seguito del forte incremento del prezzo del materiale, nel periodo 20092011, quando c’è stata una nuova forte espansione delle coltivazioni. È quindi apparsa chiara l’urgenza di agire per una trasformazione in chiave sostenibile del settore, ma anche che tale processo andasse oltre la capacità di iniziativa delle singole aziende, richiedendo un approccio che includesse tutti gli attori della filiera, attraverso una collaborazione formalmente strutturata. CHI SONO I MEMBRI DELL’ORGANIZZAZIONE? Oggi contiamo 130 membri che rappresentano tutta la filiera, dai piccoli produttori all’industria dello pneumatico, dalle grandi piantagioni ai trader e ai trasformatori, fino agli utilizzatori finali e agli istituti finanziari, che costituiscono circa il 60% del volume della gomma naturale. A questi si aggiungono realtà della società civile impegnate nel settore, come Wwf, società di certificazione 24

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e altre. Questi costituiscono i membri ordinari, suddivisi in cinque categorie, ognuna con diritto di veto nell’Assemblea generale, l’entità dove si prendono le decisioni. Aspetto fondamentale dell’organizzazione è infatti il principio di consenso: ogni mozione per passare deve ottenere la maggioranza in ogni categoria e del totale dei membri, in modo che nessuna delle parti abbia più potere delle altre. Inoltre abbiamo i membri affiliati, come associazioni, istituzioni accademiche, centri ricerca, organizzazioni governative, service provider, che non votano in Assemblea, ma partecipano ai gruppi di lavoro. COME SI STA SVILUPPANDO IL LAVORO? Il primo passaggio è stato allineare gli impegni al cambiamento delle aziende, creando il Policy framework, uno standard di visione che tutte le realtà che aderiscono a Gpsnr dal 2021 devono includere nelle policy di approvvigionamento e di produzione della gomma naturale, modellato su 12 principi di sostenibilità, dal contrasto alla deforestazione al rispetto dei diritti umani e del lavoro, al miglioramento del livello di vita dei piccoli produttori e delle comunità. Adesso stiamo lavorando alla loro implementazione e abbiamo approvato il Reporting Requirements, un questionario al quale le aziende devono rispondere annualmente per riferire sui progressi nell’attuazione degli impegni. Inoltre, con i vari gruppi di lavoro stia-

mo approfondando vari temi, come la trasparenza e la tracciabilità della filiera e abbiamo avviato i primi progetti sul campo. QUALI I TEMI DA AFFRONTARE CON PIÙ URGENZA NEL PERCORSO DI SOSTENIBILITÀ? Il tema della sostenibilità è complesso, perché abbraccia vari aspetti tra loro

Stefano Savi, direttore della Global Platform for Sustainable Natural Rubber.


GPSNR

fortemente connessi. La deforestazione, per esempio, è legata anche al problema della povertà dei piccoli coltivatori, che non hanno modo di migliorare i loro introiti se non aumentando lo sfruttamento di risorse. Per cui i problemi vanno affrontati insieme perché nel medio lungo periodo le questioni rimaste irrisolte tornano a manifestarsi con tutte le loro conseguenze. Nell’attuale momento, con i prezzi della materia prima così bassi, tuttavia, proprio la povertà dei piccoli coltivatori è uno dei temi cruciali da risolvere, sia per migliorare i livelli di vita di milioni di persone sulle quali si basa l’economia della gomma naturale sia per evitare che quando i prezzi torneranno a salire ci sia una nuova corsa alla deforestazione. CHE COSA STATE FACENDO IN PROPOSITO? Abbiamo avviato diversi progetti di capacity building finanziati da sponsor istituzionali e dalle realtà gel Gpsnr. Un primo, già partito in Tailandia, Indonesia e Costa d’Avorio, consiste nella distribuzione del

manuale di best practices agricole, sviluppato lo scorso anno con le università e centri di ricerca dell’organizzazione, come Cifor e Cirad, per migliorare la produttività delle coltivazioni e la loro sostenibilità. Un altro riguarda l’individuazione di altre colture da abbinare a quella della gomma naturale per diversificare gli introiti dei piccoli produttori e metterli al riparo

delle fluttuazioni del prezzo del materiale. Un lavoro che portiamo avanti con stakeholder locali per trovare le migliori soluzioni per le specifiche aree e condizioni ambientali. Inoltre stiamo istituendo dei centri per la produzione e distribuzione ai coltivatori di materiale clonale per il rinnovo delle coltivazioni per incrementarne resa e qualità. u


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di Gianpaolo Brembati

Fonte originale doi.org/10.1016/j.jsamd.2020.01.006

La ricerca sul grafene: stato dell’arte e prospettive Da tempo si parla del grafene come di un possibile additivo per la gomma in grado di conferire alla mescola caratteristiche particolari ed “esotiche”, capaci di immaginare nuovi prodotti. Costi alti e difficoltà di approvvigionamento in grandi quantità hanno finora frenato una sua larga diffusione. Qual è però lo stato dell’arte? Proponiamo qui la traduzione parziale di un articolo scientifico di ricercatori cinesi, indiani e polacchi sulla rivista scientifica “Journal of Science: Advanced Materials and Devices”

N

ell’ambito dei materiali 2D, negli ultimi vent’anni il grafene ha suscitato una grande attenzione di ricerca, grazie alle sue proprietà che ne consentono l’utilizzo in ogni settore applicativo, e continua a fornire grande stimolo e nuova dimensione alla ricerca sui

materiali e alla nanotecnologia. La moderna ricerca sul grafene è focalizzata sull’esplorazione di suoi nuovi derivati e sul loro utilizzo per ottenere prodotti e dispositivi con il miglioramento delle proprietà mediante funzionalizzazione o modifica della superficie. Questo studio offre

una panoramica sulle proprietà fondamentali del grafene, sulla sua ricerca avanzata e sulle sue applicazioni. DI CHE COSA SI TRATTA È dal 2004 che il grafene è considerato un eccezionale risultato nel campo della scienza e della tecnologia.

La struttura esagonale con cui si distribuiscono sul piano gli atomi di carbonio per costituire il grafene.

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MATERIALI

La sua struttura esagonale (la forma più semplice e uno dei più importanti allotropi cristallini di atomi di carbonio con una distanza di legame C-C di 0,142 nm) ha ricevuto enorme attenzione nel campo di sensori, biomedicali, materiali compositi e microelettronica, con conseguenti applicazioni ormai collaudate e consolidate come pellicole trasparenti, sensori chimici ultrasensibili, transistor a film sottile, dispositivi a punti quantici e rivestimenti anticorrosione. Per tutte queste applicazioni rimane tuttavia il limite di una produzione su scala industriale attuata con facilità di processo, che solo recentemente è stata migliorata. Il grafene è l’unico allotropo di carbonio, in cui ogni atomo di carbonio è strettamente legato a quelli vicini da una nuvola elettronica peculiare, ed esiste in diverse forme come nanonastri, nanofogli, nanopiastrine e grafene 3D, ciascuna delle quali fa intravedere applicazioni sorprenden-

ti, ma le sue proprietà elettroniche e quantistiche sono ancora materia di studi fondamentali. Nel grafene ogni atomo di carbonio è ibridato sp2, con tre legami collegati con diversi atomi di carbonio vicini (Fig. 1), combinazione di orbitali diversi di tipo s e p: nella fase esagonale, tre distinti atomi di carbonio si fortificano covalentemente a ciascun atomo di carbonio e tutti sono essenzialmente ibridati sp 2, con il risultato di un elettrone libero per ogni atomo di carbonio. I due elettroni pi, presenti in ogni esagono dei fogli di grafene, sono responsabili dell’eccezionale conduttività del grafene. STRUTTURA E PROPRIETÀ Nella struttura elettronica dell’unità di base del grafene si notano buchi strutturali, che permettono ai fononi di non essere ostruiti, il che consente una significativa conduttività termica, che tuttavia non si riscontra nell’ossido di grafene e in al-

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tri suoi derivati, a causa dell’alterata struttura di banda. Si sta ancora discutendo sulla classificazione del grafene come metallo, non metallo o semimetallo ma, vista la presenza di strati metallici con energia di gap molto bassa, lo si può trattare come un semimetallo con un eccezionale background teorico. Le caratteristiche del grafene dipendono esclusivamente dal numero di strati e dai difetti in essi presenti: la superficie teorica del grafene puro, ad esempio, è circa 2630 m 2/g, molto più alta di quella del carbon black (850-900 m 2/g) e dei nanotubi di carbonio (100-1000 m2/g) ma, d’altra parte, l’area superficiale di pochi strati di grafene, ossido di grafene e molti altri derivati, è molto inferiore in confronto al grafene a strato singolo. Sono proprio queste caratteristiche a far sì che il grafene agisca come un materiale perfetto per molte moderne tecnologie, comprese le applicazioni elettroniche insieme a

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Figura 1 Proprietà dei legami del grafene e un’immagine del singolo strato di grafene ottenuta con microscopio a scansione elettronica. molti altri materiali come substrato o modello. Una delle proprietà importanti del grafene è la sua impareggiabile conduttività elettrica, essenziale per le tecnologie di nuova generazione: si è scoperto che la resistenza elettrica di un foglio di grafene è molto inferiore a quella dell’argento, già vantaggiosa per applicazioni elettroniche, e i risultati applicativi per dispositivi e gadget elettronici saranno disponibili nel giro di pochi anni. Il grafene possiede, inoltre, eccellenti caratteristiche ottiche, termiche e meccaniche: • ogni strato di grafene è in grado di assorbire fino al 2,3 % della luce bianca con una riflettanza inferiore allo 0,1 %, per cui il suo singolo strato è estremamente trasparente insieme ad un alto grado di flessibilità; • a temperatura ambiente il grafene monostrato può offrire una conduttività termica di 3000-5000 W m -1K-1, ma anche a valori inferiori il grafene si comporta molto meglio del rame; • un singolo strato di grafene può sopportare fino a 42 N m -1 di sollecitazione, con modulo di Young di 1.0 TPa. NANOSTRUTTURE A BASE DI GRAFENE Il grafene puro contiene un monostrato di atomi di carbonio, che esiste comunemente come film ultrasottile, che può essere utilizzato in forma solitaria, oppure scremato e ridepo28

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sitato su substrato per applicazioni elettroniche. Forme diverse di grafene (Fig. 2) comprendono GO (ossido di grafene), GNP (nanopiastrine di grafene), GNR (nanonastri di grafene), rGO (ossido di grafene ridotto), GQD (punti quantici di grafene) e anche elementi potenziati da grafene come inchiostri e masterbatch. Per la sintesi del grafene sono stati sviluppati vari metodi, fra cui la deposizione chimica da vapore (CVD), la scissione meccanica da grafite naturale e metodi chimici. FILM DI GRAFENE MONOSTRATO La tecnologia CVD è la più ampiamente riconosciuta per la preparazione di grafene a singolo strato quando è indirizzata al rilevamento di studi elettronici e teorici flessibili, ma non può essere utilizzata per applicazioni commerciali a causa del costo elevato e della bassa resa produttiva. Comunque tra i molti substrati idonei a questo processo, il rame si rivela idoneo a produrre un alto livello di grafene, permettendone la semplice crescita di un singolo strato in superficie. 3.2 Ossido di grafene (GO) Posto che la grafite è un materiale 3D organizzato e costruito da milioni di strati di grafene, attraverso un processo di ossidazione i gruppi funzionali contenenti ossigeno sono attaccati alla superficie della grafite, convertendola così in ossido di

grafite. Una volta sonicato, l’ossido di grafite dà luogo a un grafene a uno o pochi strati chiamato ossido di grafene. È importante notare che l’ossido di grafite e l’ossido di grafene sono diversi l’uno dall’altro: mentre infatti l’ossido di grafite è un sistema multistrato, l’ossido di grafene è un sistema a pochi o a singolo strato e le sue caratteristiche possono essere alterate mediante funzionalizzazione sulla base dell’applicazione specifica. A causa della sua bassa conduttività elettrica, l’ossido di grafene offre una grande applicabilità per la somministrazione di farmaci e può anche essere utilizzato come nanofiller per compositi polimerici, oltre ad essere solubile in numerosi solventi, compresi fluidi sintetici e naturali. OSSIDO DI GRAFENE RIDOTTO L’ossido di grafene può essere trasformato in ossido di grafene ridotto attraverso un processo di riduzione chimica, termica ed elettrochimica. Mentre la riduzione chimica può comportare una bassa resa e utilizza materiali tossici come l’idrazina e, a sua volta, la riduzione termica rischia di distruggere la struttura del grafene con alta pressione di anidride carbonica a causa di un riscaldamento eccessivo, la riduzione elettrochimica si rivela la scelta migliore in termini di qualità, paragonabi-


MATERIALI

le a quella del grafene puro. Inoltre l’ossido di grafene ridotto mostra di avere un elevato rapporto carbonio/ ossigeno e offre una conduttività simile a quella dell’argento. Anche l’ossido di grafene ridotto può essere funzionalizzato per le applicazioni desiderate. NANOPIASTRINE (NANOPLATELET) Le nanopiastrine di grafene sono una nuova forma di specie di carbonio, che si formano dalla grafite in determinate condizioni e la loro sintesi viene eseguita grazie alla rottura micromeccanica della grafite, con lo sviluppo di nanocompositi di grafene con proprietà barriera migliorate. Esse possono migliorare le caratte-

ristiche meccaniche di diversi compositi, come rigidità e resistenza alla trazione, grazie alla forte interazione interfacciale con le relative matrici. Il metodo di esfoliazione al plasma permette di produrre GNP in grandi quantità per applicazioni commerciali che, visto il basso costo dei materiali utilizzati, lo spurgo del plasma e la facile funzionalizzazione, le rendono un materiale economico rispetto ai nanotubi di carbonio e al grafene monostrato in applicazioni simili con prestazioni migliori. PUNTI QUANTICI DI GRAFENE E OSSIDO DI GRAFENE Vari studi spettroscopici dimostrano che i GQD sono grafene multistrato costituito da un massimo di dieci

strati di ossido di grafene ridotto di dimensioni 10-60 nm. Preparati con numerosi metodi (litografia a fasci di elettroni, sintesi chimica, metodo CVD etc.), essi possiedono proprietà desiderabili come bassa tossicità, fotoluminescenza stabile, proprietà fisiche sintonizzabili e alta stabilità chimica. Simili agli altri nanomateriali derivati dal grafene, i GQD mostrano caratteristiche significative in diverse applicazioni, come il bioimaging, le terapie contro il cancro, il rilevamento della temperatura, la somministrazione di farmaci, i tensioattivi, i convertitori di luce a LED, gli schermi LED, le batterie agli ioni di litio, i supercondensatori e le celle solari. Nonostante la molteplicità di applicazioni possibili, esiste tuttavia per i GQD il gros-

Figura 2 Forme diverse di grafene: a) ossido di grafene; b) grafene originario; c) grafene funzionalizzato; d) quantum dot di grafene; c) ossido di grafene ridotto.

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so problema di realizzare una produzione a livello industriale in modo competente. NANONASTRI DI GRAFENE I nanonastri di grafene sono una forma di grafene quasi 1D, con una larghezza ultrasottile, inferiore a 2-5 nm, e sono conosciuti anche come nastri di nanografite. Con caratteristiche elettriche sintonizzabili a seconda della loro dimensione, della morfologia dei bordi, dal difetto del bordo e dal tipo di funzionalizzazione, essi offrono promettenti applicazioni per elettronica e dispositivi di energia. AEROGEL DI GRAFENE (GA) Gli aerogel di grafene sono materiali adatti per applicazioni relative all’energia, grazie alla loro area superficiale ad elevata massa specifica, all’alta conduttività elettrica, alla superiore compatibilità ambientale, alla leggerezza e all’inerzia chimica. Considerata la loro nanoarchitettura porosa, questi materiali sono promettenti candidati per supercondensatori e batterie flessibili. MASTERBATCH DI GRAFENE I masterbatch di grafene sono costituiti da polimeri e da materiali di

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grafene usati per modificarne le caratteristiche, essenzialmente per migliorarne la conduttività elettrica. LE ECCEZIONALI PROPRIETÀ FISICHE Il grafene puro è considerato un conduttore unico ad energia di gap zero, poiché la sua banda di conduzione e le bande di valenza si incontrano nei punti di Dirac. Posto che il grafene e i suoi derivati (GO, rGO, GQD e GNR) hanno tutti proprietà elettroniche diverse, il grafene possiede eccezionali proprietà ottiche per quanto riguarda la capacità di assorbimento e di saturazione, grazie alla quale trova ampie applicazioni nella fotonica ultraveloce e nei supercomputer. Il trasporto termico nel grafene e nei suoi derivati rappresenta un’area vigorosa ed esigente per una ricerca fondamentale sul suo grande potenziale per le applicazioni di gestione termica, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di supercomputer di alta qualità. L’esatta lunghezza del legame C-C nel grafene è circa 0,142 nm e un suo strato si accatasta, per formare gra-

fite, con una disposizione interplanare di 0,335 nm: questi due parametri rendono il grafene il più forte materiale mai esaminato, con il modulo di Young di 1 TPa (150.000.000 psi) e una resistenza intrinseca alla trazione di 130,5 GPa. Una prova di piegatura di un suo monostrato ad angolo su una sagoma è stata effettuata con una deformazione insignificante, il che indica una grande robustezza meccanica di questa nanostruttura di carbonio 2D, che può inoltre mantenere un’eccellente mobilità portante. Tuttavia il grafene è relativamente fragile, con una tenacità alla frattura di circa 4 MPa/m2. Il grafene monostrato offre anche una capacità di erogare forza da un impatto più alta di ogni altro materiale conosciuto, nell’ordine di circa dieci volte quella dell’acciaio per unità di peso. Oltre a tutto quanto già detto, il grafene offre anche molte applicazioni biologiche, grazie alla sua buona compatibilità con i biosistemi. APPLICAZIONI POSSIBILI Il grafene è considerato un materiale rivoluzionario, che offre davvero in-


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finite applicazioni, molte delle quali devono ancora essere immaginate, ma alcune possono essere già esaminate. Il transistor a base grafene è un dispositivo su scala nanometrica, che comporta il suo attraversamento da parte di un solo elettrone contemporaneamente: il suo vantaggio principale è che si può azionare facilmente a temperatura ambiente ed è in grado di funzionare a bassa tensione con alta sensibilità. Estremamente flessibile e pieghevole, il transistor a base grafene è migliore di quello a base silicio per le qualità citate ed anche in termini di mobilità degli elettroni. SENSORI Il grafene è perfetto per i sensori, grazie al suo ampio rapporto superficie/volume, alle proprietà ottiche uniche, all’eccellente conduttività elettrica etc., che gli permettono di riconoscere adeguatamente i cam-

biamenti nell’ambiente circostante a livello di misurazioni micrometriche con un alto livello di influenzabilità. In generale il grafene potrebbe essere utilizzato in aree distinte di biosensori, diagnostica, transistor ad effetto di campo, sensori DNA e sensori di gas. BATTERIE LITIO-ZOLFO Nelle batteria litio-zolfo generalmente lo zolfo agisce come catodo e il litio come anodo, con reazioni singole dei due elementi e fra di loro quando la batteria si scarica. Per risolvere questi problemi si può usare il grafene sia nel catodo che nell’anodo in diverse strutture di batteria, di cui determina l’efficacia e migliora la velocità del ciclo di carica e scarica. L’utilizzo del grafene si concretizza così in batterie agli ioni di litio, batterie litiozolfo, supercondensatori e componenti di energia.

DISPLAY Il grafene è un materiale adatto per l’utilizzo in display EED (Electron Emission Display), poiché mostra un elevato rapporto di aspetto e i due legami alle estremità del foglio esibiscono un efficace tunnel elettronico. Display di grafene sono già sul mercato (in Fig. 4 ne viene mostrato uno schema per telefono cellulare) e studi in merito hanno stabilito che il grafene potrebbe essere il candidato ideale per i display flessibili touch di prossima generazione. COMPOSITI STRUTTURALI Il grafene entra a far parte di diversi compositi, in cui qualità e peso limitano i componenti idonei, ad esempio in aeronautica, settore in cui un tale composito più leggero dell’acciaio conferisce la qualità richiesta e fa risparmiare sul carburante. Generalmente i compositi con grafene risultano più resistenti, di maggior

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valore e più leggeri, ed hanno quindi un enorme potenziale per sostituire numerosi materiali attualmente in uso. SUPPORTI DI CATALIZZATORI Grazie alle proprietà superficiali, alla morfologia dei fiocchi, all’elevata area superficiale e all’alta mobilità degli elettroni, il grafene e i suoi derivati si dimostrano molto efficienti come materiali catalitici. Pur agendo come una sostanza chimicamente inerte, il grafene diventa adatto a fungere da supporto catalitico con l’aggiunta di gruppi funzionali, con il vantaggio di aumentare le interazioni interfacciali tra substrato e catalizzatore con la sua superficie planare e uniforme. Nel complesso il grafene è ottimo come supporto catalitico, in particolare nell’emergente tecnologia del supporto non legato covalentemente, che offre sistemi a basso costo come le celle a combustibile. MASTERBATCH POLIMERICI Un modo per sfruttare le proprietà del grafene per applicazioni innovative è quello di incorporare fogli di grafene in sistemi polimerici, ottenendo così compositi con migliori proprietà elettriche, termiche e meccaniche. Dispersi omogeneamente nelle matrici polimeriche, il grafene e i suoi derivati aumentano per esempio la resistenza alla trazione fino a quattro/cinque volte tanto e prolungano la durata di vita dei compositi. INCHIOSTRI FUNZIONALI Il grafene è utilizzato per produrre inchiostri funzionali per elettronica, che diventano così conduttivi e lavorabili grazie alle sue proprietà. L’inchiostro al grafene non è tossico, è ecologico, più economico rispetto ad altri inchiostri conduttivi, anche nano di recente sviluppo, e abbastanza riciclabile. L’elevata stabilità termica del grafene rende gli inchiostri resistenti al calore in applicazioni elettroniche e con la sua elevata stabilità chimica (è un materiale inerte) li mette in grado di fornire una barriera stabile per proteggere i materiali da sostanze chimiche e corrosione. 32

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RECENTI PROGRESSI DELLA RICERCA In tutte le applicazioni appena citate si registrano continui progressi nell’utilizzo di grafene e suoi derivati, che si estendono inoltre allo sviluppo di materiali per elettrodi di superconduttori, sfruttando in questo caso anche tecnologia green, alle celle solari, per la loro elevata trasparenza ottica, resistenza meccanica e mobilità di vettore, e ai biosensori. Oltre a tutto questo, il lavoro di ricerca si estende ad una vasta gamma di applicazioni in campi diversi di scienza e tecnologia, tra le quali si possono citare superlattici al grafene con eccezionale superconduttività, la sintesi di ossido di grafene ottenuta in pochi secondi con un processo green di sintesi, basato sull’ossidazione elettrolitica di grafite in acqua, membrane a base ossido di grafene con più alte proprietà di permeanza all’acqua delle attuali membrane commerciali etc. Nell’ambito della gomma, con risultati commerciali pratici finora riferiti a pneumatici bicicletta, non si possono dimenticare gli sviluppi di mescole per pneumatici autovettura (con migliori prestazioni per resistenza al rotolamento e tenuta sul bagnato), di mescole di gomma siliconica (con migliori proprietà tensili, di conduttività elettrica e termica e di permeabilità al vapore) e di suole per calzature sportive (con base più solida e maggiore elasticità e resistenza all’usura). PROSPETTIVE PER IL FUTURO Allo stato attuale il grafene e le sue nanostrutture ibride sono molto interessanti come nuovi materiali per la nanotecnologia, l’ingegneria biomedica, la scienza dei materiali, la fisica e la chimica verde, grazie alle loro proprietà fisiche sintonizzabili, l’alta area superficiale, le elevate proprietà elettroniche e termiche. Di conseguenza si sono già sviluppate applicazioni commerciali nel campo della nanoelettronica, dei compositi, del bioimaging e dei nanofarmaci, con prospettive per applicazioni di bioingegneria multifunzionale di prossima generazione e persino di condutture. Tuttavia la produzione di strati di grafene ultrapuro economico resta

ancora materia di ricerca approfondita ed un facile e piacevole percorso per la produzione del grafene è una sfida estrema e un mal di testa per gli scienziati dei materiali. Nella stessa ottica, la compatibilità in dipendenza dal tempo e le interazioni del grafene e dei suoi derivati in condizioni in vivo e in vitro rappresentano uno dei compiti più impegnativi per i ricercatori che lavorano sui diversi aspetti del grafene. Si può dire, pertanto, che il grafene si dimostra idoneo per applicazioni in ogni ramo della scienza e della tecnologia, ma è necessario un grande supporto per ulteriori ricerche da parte dei governi e delle industrie per sfruttare appieno il potenziale del grafene e dei suoi derivati nei vari settori applicativi. Occorre infine rilevare che il grafene è stato lo stimolo per altri materiali 2D, come nitruro di boro esagonale, germanene, silicene etc., che stanno emergendo come nuove e innovative nanostrutture per la nanoscienza e la ricerca nanotecnologica di nuova generazione e che in alcuni casi sembra offrano prestazioni superiori a quelle del grafene. Si stanno conducendo indagini approfondite su questi nuovi nanosistemi con sempre più risultati per applicazioni prototipali, ma sono necessari ricerca più intensa e maggiori finanziamenti per le loro applicazioni su scala industriale: questi materiali 2D sono le nuove sfide per gli scienziati dei materiali e una grande opportunità per ulteriori ricerche e sviluppi. u

Riferimento bibliografico Graphene research and their outputs: Status and prospect a b Santosh K.Tiwari , SumantaSahoo , Nana c nanWang , AndrzejHuczko . a Key Laboratory of New Processing Technology for Nonferrous Metals and Materials, Ministry of Education, School of Resources, Environment and Materials, Guangxi University, Nanning, China b Department of Chemistry, Madanapalle Institute of Technology and Science, Madanapalle, Andhra Pradesh, 517325, India c Laboratory of Nanomaterials Physics and Chemistry, Department of Chemistry, Warsaw University, 1 Pasteur Str., 02093 Warsaw, Poland. Pubblicato su Journal of Science: Advanced Materials and Devices, Volume 5, nuvero 1, marzo 2020, pag. 10-29.



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di Riccardo Oldani

Il peso economico della crisi ucraina Difficoltà sempre maggiori nel reperimento di materie prime, rincari e problemi nella logistica. La crisi ucraina sta acuendo le difficoltà già manifestatesi nel corso del 2020 e del 2021 su tutta la catena delle forniture. Ecco un quadro della situazione, con qualche riflessione sugli impatti per il settore della gomma. Le difficoltà sono anche frutto di politiche poco lungimiranti condotte in passato che ora richiedono un profondo ripensamento

«L

a guerra in Ucraina ha esacerbato le criticità sulle catene di fornitura originate dalla pandemia, con forti aumenti dei prezzi di alcune materie prime e con crescenti ritardi e rincari della logistica merci che

ostacolano la normale operatività delle imprese». Così esordisce un’analisi del Centro Studi Assolombarda sull’impatto che la guerra in Ucraina sta producendo alla nostra industria. «Nel primo trimestre 2022», si legge an-

cora, «più della metà delle imprese manifatturiere del Nord-ovest (51%) ha dichiarato di subire ostacoli alle esportazioni. Tra i principali fattori avversi, emergono i “prezzi e costi” (per il 24% delle imprese) e “l’allungamento dei tempi di

Una raffineria a Novorossisk. Dalla Russia dipendiamo fortemente non solo per petrolio e gas naturale, ma anche per le importazioni di prodotti chimici e di commodity come carbon black e gomma sintetica. Foto Pavel Neznanov/Unsplash.

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consegna” (per il 15%). Inoltre, è aumentata in modo considerevole, dall’8% del quarto trimestre 2021 al 26% del primo trimestre 2022, la quota di imprese che evidenzia “altri fattori” tra i principali ostacoli che condizionano l’export, un incremento almeno in parte riconducibile all’instabilità causata dalla guerra tra Russia e Ucraina». IMPATTI SULL LOGISTICA L’analisi di Assolombarda passa poi a un esame più dettagliato. Per quanto riguarda la logistica, i tempi medi di consegna, che sembravano essersi ridotti a inizio 2022, hanno ripreso con lo scoppio della guerra a crescere in tutta l’area euro. L’impatto si è visto anche sui rincari considerevoli dei noli in tutte le rotte marittime interessate dal conflitto e, quindi, «con riferimento sia alle petroliere di piccola taglia impiegate tra il Mar Nero e il Mediterraneo, sia alle navi cargo che trasportano grano e cereali passando dal Mar Nero. I rincari locali connessi alla guerra per il momento non incidono sugli indici aggregati, con i costi di spedizione globali che proseguono a muoversi lungo i trend precedentemente in atto (stazionarietà su alti livelli dei costi del cargo aereo e soprattutto dei noli container, alta volatilità per le portarinfuse)». REPERIBILITÀ DELLE MATERIE PRIME Un secondo focus condotto da Assolombarda riguarda i prezzi delle materie prime che, a oltre un mese dall’inizio del conflitto, «si mantengono su livelli più alti di quelli di inizio febbraio 2022 e soprattutto ben superiori rispetto al periodo pre pandemia». Tutti conosciamo l’evoluzione del prezzo del gas naturale europeo, che da gennaio del 2020 è aumentato ben oltre l’800%, mentre è inferiore, per quanto pur sempre considerevole, l’impatto sul prezzo del petrolio. Materie prime alimentari come frumento, mais e olio di girasole, e fertilizzanti come urea e nitrato d’ammonio si stanno apprezzando moltissimo, vista la difficoltà a importarli da Ucraina e Russio. Le conseguenze si notano già in un aumento dei prezzi dei generi alimentari, che sta generando una spinta all’inflazione, misurata nel mese di marzo a oltre il 6,6% e, quindi, con una crescita non

Il porto di Mariupol, oggi completamente distrutto. Da qui fino a inizio anno partivano l’acciaio e la ghisa usati dalle nostre industrie siderurgiche e meccaniche. Ora la totale devastazione della città e delle grandi acciaierie Azovstal ha chiuso questo canale di approvvigionamento. Foto Viktor Hesse/Unsplash.

più sperimentata nell’ultimo trentennio. Si tratta per il momento, spiegano gli esperti, di un’inflazione “importata”, quindi determinata da fenomeni esterni al nostro sistema economico e produttivo, e quindi ammortizzabili senza grossi problemi se la crisi resterà circoscritta a pochi mesi. Se però la guerra dovesse prolungarsi gli effetti ricadrebbero a cascata anche sulla nostra industria e sull’occupazione, per la ridotta capacità d’acquisto della popolazione. Per quanto riguarda i metalli, l’acciaio, spiega Assolombarda, «non riesce a riassorbire l’aumento registrato dopo lo scoppio del conflitto (+208,3%); il prezzo del nichel continua a caratterizzarsi per elevata volatilità (+154,3%); alluminio e rame restano a livelli particolarmente elevati (+106,0% e +71,2%)». Queste dinamiche interessano soprattutto i produttori di macchine e di stampi. L’impatto sull’acciaio è anche dovuto alla distruzione pressoché totale dello stabilimento dell’ucraina Azovstal a Mariupol, la città martire dell’Ucraina.

GOMMA, CARBON BLACK E CHEMICALS Quali le conseguenze per l’industria della gomma? «Gomma sintetica e carbon black sono materie prime per cui l’industria europea dipende fortemente dalle esportazioni russe», ci dice Sergio Padova, grande esperto di trading nel settore e fondatore di Epichem, dealer con sede in Svizzera che lavora molto con l’Italia e in tutto il Vecchio Continente. «Soprattutto la Germania è molto legata ai prodotti russi. Di recente ha dismesso due grossi impianti produttivi sul suo territorio, cedendo le attività proprio alla Russia e alla Repubblica Ceca. Per il nero di carbonio la situazione è ancora peggiore, perché il 50% di quello acquistato in Europa arriva dalla Russia. E sarà soprattutto con questa commodity che prevedo le maggiori difficoltà in futuro». Un impatto pesante su tutte le commodity del settore chimico è previsto anche da Michele Valetti, direttore commerciale di Torchiani, uno dei principali distributori italiani. Valetti conferma l’aL’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

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MERCATO

MONDOGOMMA

nalisi di Assolombarda sui costi dei noli, «passati in breve da un livello troppo basso e illogico, di 1.000 euro a container, fino a 18.000 €, per poi attestarsi sui 12.000/14.000 euro di inizio 2022. Questi valori incidono ovviamente sul costo dei prodotti a più basso valore aggiunto. Ci aspettavamo per l’inizio di quest’anno una normalizzazione dei prezzi, che in effetti aveva cominciato a mostrarsi, ma poi con la guerra tutto è tornato a peggiorare». Oltre a questo problema la filiera viene impattata anche dai crescenti costi energetici, che per alcuni settori sono diventati insostenibili. «Per quanto riguarda il settore chimico», dice ancora Valetti, «vediamo i maggiori problemi nel campo dei fertilizzanti, dal momento che le materie prime per produrli arrivano in modo massiccio da Ucraina, Russia e anche Bielorussia. Per materie prime come urea, potassio, azoto, fosforo e cloro non esistono alternative di fornitura attivabili a breve». ERRORI STRATEGICI Una situazione difficile che è figlia anche di scelte discutibili fatte nel passato. La sindrome Nimby (not in my backyard) ci ha spinto a non volere più in Italia tutta una serie di attività legate al settore energetico e chimico, dalle prospezioni per nuovi giacimenti agli impianti di produzione. «Ci sono state anche ragioni finanziarie», spiega Valetti, «che hanno portato alla parcellizzazione dei grandi colossi industriali della chimica, per dare vita ad aziende più specializzate e più piccole. Molte di queste attività sono poi state rilevate da gruppi cinesi, creando situazioni che forse il pubblico conosce poco, ma che sono per certi versi sorprendenti. Per esempio, oggi, dipendiamo completamente dalla Cina per l’import di vitamina C, che in Europa praticamente non si produce più. Lo stesso vale per materie prime come terre rare e litio che sono necessarie per la produzione di auto elettriche, e di batterie in particolare, per le quali sicuramente andremo incontro a una forte dipendenza dalla Cina». In una situazione così complessa per quanto riguarda il reperimento di molti prodotti essenziali per l’industria, compresa quella chimica, in Europa i distributori hanno acquisito un’importanza 36

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

sempre maggiore. «E i distributori», ricorda Valetti, «soprattutto nel settore chimico hanno da tempo optato per tenere “bassi” i magazzini, anche per effetto della lezione appresa dopo la crisi del 2008» (che vide il crollo dei prezzi quando le scorte erano alte, ndr). Se dovesse innescarsi una crisi della domanda in seguito alla guerra in Ucraina, si verificherebbe di nuovo un crollo dei prezzi, per cui i distributori al momento non hanno interesse a tenere i magazzini pieni e lavorano, dice Valetti, «realizzando margini soprattutto con i prodotti di grandissima rotazione, mentre su quelli meno diffusi si fanno di volta in volta accordi con le aziende fornitrici». IL NODO ENERGETICO Sempre per quanto riguarda gli errori strategici va infine rilevato quello compiuto da anni in Europa sulla politica energetica. Errori evidenziati da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel e grande “guru” delle rinnovabili, che in una recente intervista al Financial Times ha evidenzato come «il

blocco europeo avrebbe dovuto affrontare aggressivamente la sua dipendenza dal gas importato molto tempo fa». Starace invita gli stati membri a passare rapidamente ad altre fonti energetiche per interrompere i legami con la Russia, dopo che la mossa di Vladimir Putin di emettere la fatturazione del gas in rubli si è aggiunta alle tensioni sulla guerra in Ucraina. Sempre Starace ha affermato che le nazioni europee avrebbero dovuto iniziare a preoccuparsi della loro dipendenza energetica dai Paesi terzi anni fa. «Questo è il turno della Russia», ha sottolineato l’ad di Enel, «ma non dimentichiamo quello che è successo in Libia 10 anni fa. Da dove arriva oggiil gas in Europa è un problema, e l’europa avrebbe dovuto gestire la sua dipendenza dai combustibili fossili, in particolare il gas, in un modo migliore e più aggressivo». A questo si aggiunge una nota tecnica: «Bruciare gas per generare elettricità è totalmente stupido, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale. Il gas è prezioso e dovrebbe essere utilizzato dove è insostituibile». u

Un campo di girasoli, coltura tipica dell’Ucraina. La carenza dell’olio prodotto con i loro semi si sta ripercuotendo in modo pesante sulla nostra industria alimentare. Foto Eugene Mykulyak/Unsplash


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FOCUS

Le nostre domande 1.

Quali valutazioni date all’anno 2021 per quanto riguarda le vostre attività? Come sono andate le cose dal punto di vista di produzione e fatturato?

COMPOUNDING

Mescole, dalla crescita alla preoccupazione

2.

Il mondo ultimamente pare impazzito. Proprio si vedeva uno spiraglio per l’uscita dalla crisi del Covid, che ci ha quasi paralizzati per due anni, la guerra in Ucraina ci ha sprofondati tutti nell’incredulità e nell’angoscia. Dal vostro punto di vista quali conseguenze subiremo per questa nuova crisi dal punto di vista dei rapporti internazionali e per l’economia italiana?

3.

Prima la crisi delle supply chain, con le difficoltà di approvvigionamento, poi quella russo-ucraina, che probabilmente creerà problemi nell’approvvigionamento di materie prime indispensabili per il settore gomma. Questi anni di sconvolgimenti che cosa vi hanno “insegnato” per quanto riguarda la conduzione delle vostre imprese e la gestione delle materie prime? Quali contromisure state cercando di prendere per ovviare alle nuove incertezze?

Soltanto lo scorso settembre, quando avevamo pubblicato la nostra ultima inchiesta sul settore del compounding, tutto sembrava volgere per il meglio. L’evolversi della pandemia lasciava presagire un momento di ripresa che, in effetti, si è verificato e ha consentito a molti operatori di chiudere il 2021 in modo positivo. La guerra in Ucraina, però, mette tutto il mercato sotto una nuova prospettiva, con problemi possibili non solo per approvvigionamento e trasporti, ma anche per costo dell’energia e inflazione

4.

Quali previsioni fate per il 2022? Ci sono comunque motivi per essere ottimisti?

5.

Come sta evolvendo il mercato delle mescole? Quali richieste ricevete dai committenti nei settori per cui lavorate? Riscontrate nuove esigenze dei clienti, per esempio nel comparto automotive, oppure non registrate particolari evoluzioni? L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

39


FOCUS

Le risposte degli esperti "Per il 2022 non facciamo previsioni. Vogliamo sopravvivere all’aumento dei costi e seguire bene i clienti storici"

“I Paesi europei hanno stanziato risorse eccezionali per far ripartire l’economia, quindi c’è spazio anche per un po’ di ottimismo”

Comet

Compounds AG

Emanuele Goffi Direttore vendite

1.

Il 2021 è stato un anno di crescita disordinata. La situazione venutasi a creare già a fine 2020 ed acuitasi dal secondo quarto 2021 in termini di prezzi e disponibilità materie prime, ci ha obbligati a mantenere il focus sui clienti esistenti, tralasciando praticamente ogni nuova opportunità che derivava dalla semina del periodo ante-pandemia. Al di là dei numeri, sicuramente interessanti, il giudizio di Comet non è poi così positivo.

2.

Difficile fare previsioni. Ci saranno indubbiamente ricadute negative, sia a causa del conflitto sia a causa dell’inflazione, in Italia e in Europa.

3.

La regola del “buon acquisitore”, da letteratura, insegna che non bisogna mai affidarsi a una sola fonte di approvvigionamento, poiché pericoloso ed anti-strategico. I tempi odierni, tuttavia, sono anche capaci di dimostrare il contrario. Investire nei rapporti storici, a volte, è infatti l’unica winwin solution per riuscire ad aiutarsi vicendevolmente durante le fasi più acute della difficoltà. Nonostante tutto, Comet, non ha mai abbandonato alcun fornitore/partner storico. Al contrario, chi in passato ha condotto (o conduce ancora oggi) politiche d’acquisto esclusivamente price-driven, nell’anno 2022 ne pagherà le conseguenze.

4.

Non facciamo nessuna previsione per il 2022, a parte cercare di sopravvivere a questo continuo aumento dei costi. L’altro obiettivo è non abbandonare i clienti strategici, garantendo loro continuità di fornitura, accompagnata da servizio di assistenza al meglio delle nostre concrete possibilità.

5.

I requisiti tecnici sono sempre più sfidanti; il trend dei “desiderata” è lo stesso del recente passato. Il rimescolamento dei prezzi per linea di prodotto, come già avvenuto, rimescola anche i materiali più idonei, a seconda dei target di performance combinati al rapporto qualità/prezzo. u 40

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

Daniela Marchese Direttore commerciale

1.

A dispetto delle aspettative negative dovute al lockdown ed alla carenza di materie prime, l’anno è andato per noi molto bene. Abbiamo potuto aumentare il nostro fatturato e soprattutto siamo stati in grado, nonostante le difficoltà, ad essere un partner su cui i nostri clienti hanno potuto contare in termini di affidabilità nelle consegne.

2.

Io credo che le difficoltà vanno al di là dei confini nazionali quindi anche noi con la sede produttiva in Svizzera avremo probabilmente alcuni problemi comuni, come per esempio il prezzo del gas ed il suo approvvigionamento. Non abbiamo risolto il tema delle materie prime che comunque continuano a scarseggiare. In aggiunta a ciò ci troviamo a fare i conti con uno scambio Franco Svizzero/ Euro sfavorevole per le esportazioni. Quindi anche nel 2022 non ci annoieremo sicuramente, ma dovremo essere molto attenti a trovare il giusto equilibrio per poter restare nel mercato.

3.

Certamente il fatto di avere una produzione in Svizzera e di affidarci in prevalenza a fornitori presenti nel territorio europeo dovrebbe anche per questo anno aiutarci a trovare delle soluzioni alla mancanza di prodotti. Inoltre noi lavoriamo in settori di nicchia molto specifici ( mescole specifiche per il settore dell’ acqua potabile e per le ferrovie) pertanto siamo un po’ meno soggetti alle variazioni di mercato. Inoltre il nostro dipartimento di Ricerca e Sviluppo continua a lavorare a delle alternative più ecologiche, facendo ricerca su materiali presenti in natura che possono essere utilizzati al posto di sostanze chimiche che in futuro saranno sempre meno disponibili.

4.

L’entrata ordini per i primi 3 mesi ci fa ben sperare, speriamo di non avere una battuta di arresto nel mese di aprile come molto spesso accade. Sicuramente molto dipenderà dalla durata del conflitto in Ucraina. I motivi per essere ottimisti ci sono, in quanto tutti i paesi dell’Unione Europea hanno messo a disposizione delle risorse eccezionali per far ripartire l’economia. Dobbiamo solo fare in modo che i progetti partano veramente ed essere presenti con delle soluzioni adatte.


COMPOUNDING

5.

Noi siamo specialisti nel settore delle mescole per la produzione di articoli tecnici volti all’impiego sia nel settore acqua potabile ( Aquaflex) e antifiamma( Dragonflex). Per quanto riguarda le prime, a partire dal primo gennaio è entrata in vigora una nuova legge che regola il mercato tedesco, legge che verrà anche ripresa a livello europeo (EU)2020/2184 al più tardi nel 2025. Questa nuova legge impone una lista positiva diversa da quella fino ad ora esistente e pertanto abbiamo dovuto sviluppare delle mescole totalmente nuove, cercando di mantenere per quanto possibile delle caratteristiche meccaniche e di processabilità simili a quelle precedenti. Siamo molto orgogliosi di poter dire di aver centrato l’ obbiettivo e di avere un portafoglio di mescole idonee e soprattutto certificate in tutti i paesi europei che hanno una rilevanza in questo settore. Per quanto riguarda le mescole antifiamma, il settore ferroviario (sul quale tutti i paesi puntano per realizzare la svolta ecologica decisa anche dall’UE) necessita urgentemente di mescole con proprietà meccaniche migliorate. Le attuali mescole antifiamma a base EPDM soddisfano solo in parte le richieste di un mercato, che deve diventare più sicuro e sostenibile. La sfida ora è di proporre materiali molto performanti da utilizzare al di fuori dei vagoni ma nella parte più delicata e difficile e cioè le sospensioni; le mescole moderne devono essere in grado di avere le certificazioni EN45545-2 in classe R9- HL2 o 3. Per queste applicazioni abbiamo sviluppato mescole a base gomma naturale le quali soddisfano la richiesta del mercato. u

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Le nostre domande 1. Quali valutazioni date all’anno 2021 per quanto riguarda le vostre attività? Come sono andate le cose dal punto di vista di produzione e fatturato? 2. Il mondo ultimamente pare impazzito. Proprio si vedeva uno spiraglio per l’uscita dalla crisi del Covid, che ci ha quasi paralizzati per due anni, la guerra in Ucraina ci ha sprofondati tutti nell’incredulità e nell’angoscia. Dal vostro punto di vista quali conseguenze subiremo per questa nuova crisi dal punto di vista dei rapporti internazionali e per l’economia italiana? 3. Prima la crisi delle supply chain, con le difficoltà di approvvigionamento, poi quella russo-ucraina, che probabilmente creerà problemi nell’approvvigionamento di materie prime indispensabili per il settore gomma. Questi anni di sconvolgimenti che cosa vi hanno “insegnato” per quanto riguarda la conduzione delle vostre imprese e la gestione delle materie prime? Quali contromisure state cercando di prendere per ovviare alle nuove incertezze? 4. Quali previsioni fate per il 2022, al di là di tutto? Ci sono comunque motivi per essere ottimisti? 5. Come sta evolvendo il mercato delle mescole, dal vostro punto di vista? Quali richieste ricevete dai committenti nei settori per cui lavorate? Riscontrate nuove esigenze da parte dei clienti, per esempio nel comparto automotive, oppure non registrate particolari evoluzioni?


FOCUS

“In seguito a questa crisi, che secondo me segnerà uno spartiacque, dovremo ridefinire le fonti di approvvigionamento energetico”

“Le parole chiave sono due, flessibilità e diversificazione, concetti che riducono gli ambiti di rischio aziendale”

Der-Gom

Eurorubber

Giorgio Bolis Amministratore delegato

1.

Il 2021 è stato senz’altro uno dei migliori anni del nuovo secolo. Sia i volumi che il fatturato, influenzato anche dai rincari dovuti alle materie prime, hanno avuto incrementi in doppia cifra ed a mio avviso sarà difficile riconfermare quest’anno questi lusinghieri risultati.

2.

Temo che questa crisi segnerà uno spartiacque tra l’economia del XX e quella del XXI secolo. Nel breve mi aspetto una recessione di ampie proporzioni che ridisegnerà la mappa dell’industria europea. Nel medio termine dovremo ridefinire le fonti di approvvigionamento energetico, abituarci a lavorare in un regime di carenza di offerta di materie prime e trovare nuovi equilibri ed alleanze economiche. In tutto questo il vero dominus sarà la Cina, dalle cui scelte dipenderanno le sorti dei nuovi equilibri mondiali. Quel che è certo è che nulla sarà più come prima. Purtroppo stiamo pagando il conto della globalizzazione selvaggia.

3.

Non è una novità che gli effetti della globalizzazione avrebbero potuto creare gravi conseguenze sugli equilibri economici generali. La scelta di delegare all’Asia il compito di “Fabbrica del Pianeta” si è rivelata un boomerang micidiale. Nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di avere fornitori in diverse aree geografiche per evitare problemi principalmente logistici, ma oggi queste scelte ci stanno premiando, permettendoci di avere meno problemi di approvvigionamento.

4.

una grave recessione perché i prezzi hanno raggiunto livelli insostenibili e la mancanza di materie prime rischia di inceppare le filiere produttive con un effetto domino su tutta l’economia. Una rapida soluzione della crisi russo-ucraina potrebbe migliorare un poco la situazione, ma temo che gli effetti perdureranno comunque per lungo tempo.

5.

Riscontriamo un generale rallentamento nella domanda, dovuto soprattutto ai prezzi troppo alti ed alla difficoltà della supply chain. Notiamo nuove richieste di offerte da parte di nuovi clienti alla ricerca di quotazioni più vantaggiose o di maggior disponibilità di materiali. Non ravvisiamo invece significative variazioni nel mix produttivo o importanti progetti di sviluppo su nuovi prodotti. Preciso però che, date le nostre dimensioni, il nostro osservatorio è molto limitato. u 42

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

Nicola Pizzoli Amministratore delegato

1.

Il 2021 è stato per noi caratterizzato da un buon andamento sia della produzione che del fatturato. Tale risultato si inserisce comunque in un generale contesto economico congiunturale positivo, relativamente all’esercizio in questione, sia per l’Italia che per il resto dell’Europa. La pandemia ha fatto deragliare l’economia con i ben noti effetti derivanti dall’emergenza sanitaria e dai relativi lockdown. La forte ripresa ha generato una necessità di materie prime superiore all’offerta. Questa situazione ha causato grossa tensione sui prezzi e sulla disponibilità delle stesse in aggiunta al congestionamento della logistica.

2.

Dopo la pandemia ci attendevamo una fase di maggiore tranquillità, con nuovi investimenti e crescita. Invece, ci è toccato un bagno di realtà che ci ha proiettato in uno scenario crudo e complesso: frena l’economia, calano i consumi, cresce l’inflazione e tutto sta impattando sui piani di ripresa. Le conseguenze economiche di questa guerra sono gravissime. Da una parte con l’ulteriore aumento della pressione sui prezzi energetici, che potrebbero restare su livelli eccezionalmente alti per molto più tempo del previsto; dall’altra con l’effetto specifico delle sanzioni economiche imposte alla Russia che potrebbero risultare un vero e proprio boomerang contro di noi. La nostra dipendenza non solo energetica dalla Russia è netta e preoccupante e pone un problema drammatico, in prospettiva, se le forniture dovessero interrompersi. In tal caso, non sarebbero immediatamente sostituibili. Pagheremo cara una politica di scarsa diversificazione delle fonti e delle rotte del gas alla ricerca di nuovi partner internazionali.

3.

In un contesto di economia instabile e di incertezza del mercato che si manifesta spesso in elevata imprevedibilità degli scenari, forti e repentine oscillazioni della domanda, isteria nel reperimento di materie prime e volatilità dei prezzi, l’attività di pianificazione aziendale diventa critica sia nel breve che nel medio-lungo termine. Tale attività strategica deve essere espletata in modo dinamico ponendo in continuo collegamento scenari, obiettivi ed azioni in modo tale che al manifestarsi di eventi inattesi la reattività dell’azienda sia la più immediata ed efficiente possibile in relazione al cambiamento del contesto. Per essere preparati a ciò, penso che le parole chiave siano due: flessibilità e diversificazione. Si tratta di concetti che, se tradotti in chiave operativa, riducono gli ambiti di rischio aziendale. La crisi pandemica ha messo in evidenza una grande area di debolezza, ovvero una diffusa impreparazione nella gestione dei rischi. Un processo di pianificazione ben strutturato dovrebbe considerare una mappatura dei rischi, siano essi esogeni o endogeni, e contemplare l’adozione di misure di contenimento degli stessi.


COMPOUNDING

4.

Naturalmente ci auguriamo tutti che la durata di questo conflitto sia breve e che presto si possa trovare una soluzione diplomatica ed alternativa. Tuttavia, se la situazione dovesse protrarsi, le conseguenze di questa crisi dell’economia europea, ed italiana in particolare, saranno pesanti. Le dimensioni dello shock avranno prevedibilmente implicazioni ad ampio raggio per la crescita globale e l’inflazione, che è già salita ai valori più alti da vari decenni a questa parte. È prematuro oggi poter stabilire le implicazioni complete e più ampie della crisi in corso che sta influendo pesantemente sul commercio internazionale e potrebbe aggravare ulteriormente le pressioni sulle forniture globali che si erano già viste dopo la pandemia. D’altro canto, già oggi stiamo affrontando i primi effetti negativi; stiamo facendo i conti con una bolletta energetica più che raddoppiata rispetto all’anno scorso e con dei costi della logistica insostenibili. Ovvio che lo scarico dei maggiori costi sui prezzi finali di vendita comporta evidenti e notevoli problemi su tutta la filiera.

5.

Il nostro mercato ha avuto un’evoluzione positiva post-pandemia. La domanda è stata sostenuta e in parte limitata in alcuni comparti a causa dello shortage di alcuni polimeri. Rinnovato interesse è rivolto ad alcuni progetti in specifici settori come la “trazione elettrica”, le “energie alternative” e lo sviluppo di mescole legate al concetto di “Green” e “Circular Economy” che pone l’accento sull’utilizzo etico delle risorse. u

Le nostre domande 1. Quali valutazioni date all’anno 2021 per quanto riguarda le vostre attività? Come sono andate le cose dal punto di vista di produzione e fatturato? 2. Il mondo ultimamente pare impazzito. Proprio si vedeva uno spiraglio per l’uscita dalla crisi del Covid, che ci ha quasi paralizzati per due anni, la guerra in Ucraina ci ha sprofondati tutti nell’incredulità e nell’angoscia. Dal vostro punto di vista quali conseguenze subiremo per questa nuova crisi dal punto di vista dei rapporti internazionali e per l’economia italiana? 3. Prima la crisi delle supply chain, con le difficoltà di approvvigionamento, poi quella russo-ucraina, che probabilmente creerà problemi nell’approvvigionamento di materie prime indispensabili per il settore gomma. Questi anni di sconvolgimenti che cosa vi hanno “insegnato” per quanto riguarda la conduzione delle vostre imprese e la gestione delle materie prime? Quali contromisure state cercando di prendere per ovviare alle nuove incertezze? 4. Quali previsioni fate per il 2022, al di là di tutto? Ci sono comunque motivi per essere ottimisti? 5. Come sta evolvendo il mercato delle mescole, dal vostro punto di vista? Quali richieste ricevete dai committenti nei settori per cui lavorate? Riscontrate nuove esigenze da parte dei clienti, per esempio nel comparto automotive, oppure non registrate particolari evoluzioni?

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FOCUS

“Già nel 2021 abbiamo iniziato un programma di diversificazione delle forniture per ovviare alla crisi della supply chain”

PMG

Davide Poletto Direttore esecutivo

1.

Dopo la battuta di arresto del 2020 per le ragioni che conosciamo il 2021 è stato caratterizzato da una netta ripresa della domanda, già peraltro evidenziata nell’ultimo trimestre dell’anno precedente. L’anno è stato chiuso con un risultato decisamente positivo e vicino per valore a quanto fatto nel 2018, che era stato caratterizzato da una domanda di mercato ai massimi livelli. Inoltre il 2021 è stato in qualche modo penalizzato da i primi segnali di mancanza di materiali con i quali avremmo potuto anche ottenere risultati migliori.

2.

Per quanto riguarda i rapporti commerciali internazionali, PMG non ha business sostanziale con i paesi coinvolti nel conflitto e da questo punto di vista non vediamo conseguenze dirette. Quello che temiamo è una ripercussione di nuovo sulla disponibilità materie prime e sui prezzi, anche se non acquistiamo direttamente dai paesi ex-sovietici, ma riteniamo che alcuni prodotti intermedi di loro esportazione possano avere ripercussioni su materiali che acquistiamo dai nostri fornitori “occidentali”. Abbiamo già avuto comunicazioni in questo senso.

3.

La crisi di approvvigionamento delle materie prime è ancora ben viva in questi mesi e come detto sopra la situazione della crisi Ucraina in alcuni casi peggiorerà la situazione. Da parte nostra abbiamo iniziato un programma di diversificazione delle forniture già nel corso del 2021 anche prima di questi avvenimenti recenti. Tuttavia la crisi della supply chain investe tutte le regioni economiche dall’occidente ai produttori nel Far East, forse anche in misura maggiore, e la diversificazione non è semplice né possibile in alcuni casi.

4.

Per quanto abbiamo visto nel primo trimestre la domanda di mercato rimane molto buona anche se leggermente in flessione rispetto al 2021. Purtroppo non vediamo una soluzione a breve per la crisi delle disponibilità materie prime, che anche a detta dei nostri fornitori non si risolverà a breve e neppure entro la fine di quest’anno. È prevedibile che anche nel 2023-2024 la situazione non migliori in modo sostanziale. Oltre a questa situazione di disponibilità bisogna fare un’accenno ai prezzi delle materie prime che, perdurando questa situazione sbilanciata di domanda/offerta, continuano a crescere e la mancanza di alcuni intermedi di produzione degli elasto44

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

meri speciali che caratterizzano la nostra produzione sarà ancora più critica nel prossimo futuro per una concorrenza funzionale che ne limita la disponibilità sul mercato.

5.

Il mercato, e quindi le richieste da parte dei nostri clienti, si stanno concentrando soprattutto sulle nuove tecnologie e le nuove specifiche relative allo sviluppo dei motori elettrici e ibridi, che richiedono l’applicazione di elastomeri speciali. Il nostro laboratorio R&D, di conseguenza, sta lavorando da diverso tempo per cercare di trovare alcune soluzioni tecniche per soddisfare queste nuove esigenze di mercato. u

“Le misure di embargo e ritorsione potrebbero eliminare un player che ha una forte presenza in alcune filiere specifiche”

Tovo Gomma

Stefano Tornaghi General Manager

1.

I volumi produttivi nel 2021 hanno ripreso a crescere, dopo la battuta d’arresto del periodo Covid nel 2020. La crescita di fatturato rispetto all’anno precedente è stata anche superiore, a causa della crescita continua nel costo delle materie prime e degli altri input produttivi quali energia, materiali ausiliari e imballi che ci ha purtroppo costretti a ritoccare verso l’alto i listini. La difficoltà a reperire le materie prime, causata dagli sbilanciamenti nelle catene di fornitura internazionali i cui effetti non sono ancora terminati, ha caratterizzato l’intero esercizio causando inefficienze e costi crescenti. Siamo comunque riusciti a proteggere i nostri clienti, ai quali abbiamo sempre assicurato la continuità delle forniture.

2.

La gravissima crisi che si è scatenata con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia avrà sicuramente effetti duraturi negli assetti internazionali. Il peso economico dei paesi direttamente coinvolti non è molto alto, se li consideriamo come mercati di sbocco per noi e per la gran parte dei nostri clienti. La prospettiva cambia completamente se consideriamo invece l’importanza della Russia e, in misura minore, dell’Ucraina, come fornitori di materie prime per la nostra industria e per tutti i consumatori di energia, famiglie incluse. Mentre ancora era in corso il rimodellamento delle supply chain mondiali a causa degli shock causati principalmente dalle politiche di risposta messe in atto dai governi per contenere il diffondersi della pandemia, siamo entrati in una situazione di guerra e di possibili misure di embargo e ritorsione che potrebbero eliminare dal tavolo un giocatore che non ha un peso altissimo nel suo insieme, ma ha una presenza fortissima in alcune filiere specifiche. Per il gas e per alcune materie prime in ingresso nel nostro pae-


COMPOUNDING se, così come per alcune categorie in export, penso a quella ad alti margini del lusso, il mercato è radicalmente cambiato in pochi giorni e prevedibilmente in maniera strutturale.

3.

La prima cosa che mi viene in mente di quanto abbiamo appreso dai recenti eventi è l’importanza di interpretare la gestione aziendale come un continuo processo di risk assessment, in base al quale pianificare in anticipo risposte organizzate. Il rischio geopolitico è stato per molti anni poco presente nelle nostre valutazioni, abituati come eravamo a un mondo di liberi scambi in un contesto stabile come quello dell’Unione Europea e dei suoi principali partner internazionali. Prima la pandemia poi questa guerra, che sono seguite ad alcune precedenti avvisaglie come le minacce di dazi tra Cina e Stati Uniti fortunatamente rimaste in gran parte sulla carta, assegnano un peso inimmaginabile in precedenza alle componenti esterne delle quali l’azienda è costretta a tener conto, pur potendo fare poco o nulla per modificarle. Da questo deriva la necessità di una maggiore diversificazione della supply chain e di una maggiore disciplina finanziaria, improntate a mettere l’azienda in grado di resistere a crisi impreviste e violente: quello che con un termine un po’ abusato si chiama resilienza.

4.

Il 2022 sembrava dgts_210x146_2018_TR.ai

essere iniziato all’insegna di una graduale 1 20/03/18 10.53

Le nostre domande 1. Quali valutazioni date all’anno 2021 per quanto riguarda le vostre attività? Come sono andate le cose dal punto di vista di produzione e fatturato? 2. Il mondo ultimamente pare impazzito. Proprio si vedeva uno spiraglio per l’uscita dalla crisi del Covid, che ci ha quasi paralizzati per due anni, la guerra in Ucraina ci ha sprofondati tutti nell’incredulità e nell’angoscia. Dal vostro punto di vista quali conseguenze subiremo per questa nuova crisi dal punto di vista dei rapporti internazionali e per l’economia italiana? 3. Prima la crisi delle supply chain, con le difficoltà di approvvigionamento, poi quella russo-ucraina, che probabilmente creerà problemi nell’approvvigionamento di materie prime indispensabili per il settore gomma. Questi anni di sconvolgimenti che cosa vi hanno “insegnato” per quanto riguarda la conduzione delle vostre imprese e la gestione delle materie prime? Quali contromisure state cercando di prendere per ovviare alle nuove incertezze? 4. Quali previsioni fate per il 2022, al di là di tutto? Ci sono comunque motivi per essere ottimisti? 5. Come sta evolvendo il mercato delle mescole, dal vostro punto di vista? Quali richieste ricevete dai committenti nei settori per cui lavorate? Riscontrate nuove esigenze da parte dei clienti, per esempio nel comparto automotive, oppure non registrate particolari evoluzioni?


COMPOUNDING

FOCUS crescita del mercato che si poteva interpretare come un ritorno alla normalità, pur con il permanere di qualche difficoltà nel reperimento di alcune materie prime e con tensioni ancora presenti sul fronte dei prezzi. L’inizio del conflitto in Ucraina apre una prospettiva di nuova incertezza, sulla quale è impossibile formulare una previsione. Nel breve riesce difficile essere ottimisti, ma sono sicuro che le dinamiche di mercato sapranno ricreare rapidamente nuovi equilibri e nuove opportunità, per cogliere le quali è assolutamente necessario mantenere un atteggiamento positivo.

5.

Il mercato automotive sarà sicuramente oggetto di transizioni profonde, di cui oggi si possono cogliere solo i primi segnali, dal nostro punto di vista. L’evoluzione green e il dipanarsi della transizione all’elettrico non hanno ancora raggiunto la fase della produzione di massa, nella quale la nostra filiera è maggiormente coinvolta. Le esigenze dei clienti rimangono quelle di prodotti performanti, economici e costanti. Tovo Gomma si è specializzata nell’ottenere queste caratteristiche con prodotti fortemente personalizzati e anche per questa ragione le evoluzioni di prodotto sono per noi la norma. u

“Il rientro in patria degli autotrasportatori ucraini si aggiungerà ai problemi dei trasporti su strada in Europa”

TSF

Federico Saggio Operation Manager

1.

1. Quali valutazioni date all’anno 2021 per quanto riguarda le vostre attività? Come sono andate le cose dal punto di vista di produzione e fatturato? 2. Il mondo ultimamente pare impazzito. Proprio si vedeva uno spiraglio per l’uscita dalla crisi del Covid, che ci ha quasi paralizzati per due anni, la guerra in Ucraina ci ha sprofondati tutti nell’incredulità e nell’angoscia. Dal vostro punto di vista quali conseguenze subiremo per questa nuova crisi dal punto di vista dei rapporti internazionali e per l’economia italiana? 3. Prima la crisi delle supply chain, con le difficoltà di approvvigionamento, poi quella russo-ucraina, che probabilmente creerà problemi nell’approvvigionamento di materie prime indispensabili per il settore gomma. Questi anni di sconvolgimenti che cosa vi hanno “insegnato” per quanto riguarda la conduzione delle vostre imprese e la gestione delle materie prime? Quali contromisure state cercando di prendere per ovviare alle nuove incertezze? 4. Quali previsioni fate per il 2022, al di là di tutto? Ci sono comunque motivi per essere ottimisti? 5. Come sta evolvendo il mercato delle mescole, dal vostro punto di vista? Quali richieste ricevete dai committenti nei settori per cui lavorate? Riscontrate nuove esigenze da parte dei clienti, per esempio nel comparto automotive, oppure non registrate particolari evoluzioni?

problema immediato e in parte inaspettato del richiamo in patria degli autotrasportatori ucraini, che erano una quota considerevole dei guidatori di autotrasporti circolanti in Europa. Accanto a questo si aggiunge l’obbligo di permanenza in patria dei cittadini Europei dell’Est (ad esempio Polacchi) in quanto richiamabili nell’esercito in caso di guerra.

3.

L’annunciato “rimbalzo economico” post-Covid è stato sicuramente molto importante, oserei dire al di sopra delle aspettative di tutti. Tanto è vero che è andato in competizione con un altro fenomeno, ovvero quello dell’insufficienza delle materie prime necessarie ad evadere la domanda. TSF ha quindi sperimentato un significativo incremento percentuale della produzione e del fatturato, quest’ultimo collegato anche all’aumento dei costi di materie prime ed energia.

La ricerca di maggiore flessibilità è la strategia che viene perseguita a tutti i livelli della filiera; ciò si traduce prima di tutto in un ampliamento del portafoglio dei fornitori. Inoltre per molti business importanti relativi all’automotive, i clienti hanno iniziato a omologare più formulazioni alternative in modo d’avere un back-up pronto, in caso di carenza o shortage di alcune materie prime (specialmente per quanto concerne i polimeri).

2.

4.

Preferirei lasciare agli analisti di professione l’onore di fare previsioni che probabilmente verranno smentite. Sicuramente è facilmente intuibile che le prime criticità che emergeranno da questa situazione sono l’incremento del costo energia e dei trasporti e il loro impatto diretto sui costi di produzione dei beni. Ad esso si potranno aggiungere ritardi dei trasporti via mare, dato che dovranno assorbire parte del dirottamento dei beni di prima necessità che provenivano o transitavano da Ucraina e Russia. Inoltre c’è stata segnalata anche una nuova criticità legata al 46

Le nostre domande

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

Per il primo semestre si prevedono ulteriori inasprimenti sia in ambito logistico che di reperibilità e costi delle materie prime ed utilities. Per il secondo semestre invece, per ora possiamo dire che bisogna sempre essere ottimisti.

5.

La situazione è globalmente complessa e densa di segnali contrastanti. Non vediamo movimenti relativi a nuove specifiche automotive, segno di scarsa ricerca nell’uso di nuovi materiali. Si nota invece un incremento delle richieste per mescole ad uso medicale, semi-con e per contatto con alimenti. u



NORMATIVE

di Beatrice Garlanda

Rumore: come cambia la normativa Un decreto del 14 gennaio modifica la vecchia normativa sul rumore recependo due direttive europee che riguardano i metodi per misurare e determinare gli effetti nocivi dei disturbi sonori e la loro grandezza. L’occasione ci consente così di rivedere il complesso delle leggi sull’inquinamento acustico in relazione alle imprese manifatturiere

INQUINAMENTO ACUSTICO AMBIENTALE In premessa va evidenziato che, oltre che dal decreto 14 gennaio 2022, il corpus normativo italiano che regola l’inquinamento acustico ambientale è contenuto principalmente nella legge quadro sull’inquinamento acustico (legge 26 ottobre 1995, n.447), nel DPCM primo marzo 1991 (limiti massimi di rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno) e nel DPCM 14 novembre 1997 (determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore), nonché nel già menzionato D.Lgs. 194/2005. È anche importante ricordare che la disciplina del rumore nell’ambiente di lavoro non è contenuta nelle norme sopra citate, bensì nel Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08)

C

on decreto 14 gennaio 2022 (G.U. 14 febbraio 2022) il ministro della Transizione ecologica, di concerto con i ministri della Salute e delle Infrastrutture, ha aggiornato la normativa nazionale in materia di rumore ambientale, contenuta nel decreto legislativo 195/2004 di recepimento della direttiva madre 2002/49/CE (G.U. 23 settembre 2005) Il nuovo provvedimento attua due direttive di modifica di quella precedente del 2002: la direttiva (UE) 2020/367 del 4 marzo 2020, riguardante la definizione di metodi di determinazione degli effetti nocivi del rumore ambientale e la direttiva (UE) 2021/1226 del 21 dicembre 2020, riguardante i metodi comuni di determinazione del rumore. In quest’articolo vogliamo offrire una panoramica delle disposizioni sul rumore ambientale, anche alla luce dei recenti cambiamenti, per poi soffermarci sul problema del rumore nell’ambiente di lavoro 48

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

LA DIRETTIVA 2002/49/CE La direttiva di riferimento per la materia di cui si tratta è la 2002/49/CE (Environmental Noise Directive - END) relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale (G.U. UE 18 luglio 2002) . Scopo del provvedimento è definire un approccio comune per evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al rumore ambientale, attraverso tre principali azioni: a) determinazione dell’esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica realizzata sulla base di metodi di determinazione comune agli Stati membri; b) informazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti; c) adozione da parte degli Stati membri di piani d’azione in base ai risultati della mappatura acustica, allo scopo di evitare o ridurre il rumore ambientale dove necessario. L’ambito di applicazione riguarda il rumore generato dalle fonti principali, quali strade, ferrovie, industrie. Va da sé che il rumore provocato dalle diverse sorgenti varia nel tempo e, perciò, la direttiva END prevede che la mappatura acustica e i piani d’azione degli Stati siano aggiornati almeno ogni cinque anni. La direttiva (UE) 2015/996


NORMATIVE

Una sostanziale modifica della direttiva base è avvenuta con la direttiva (UE) 2015/996, recepita in Italia dal D.Lgs. 42/2017 (Disposizioni in materia di armonizzazione della normativa nazionale in materia di inquinamento acustico) Quest’ultimo, all’articolo 7, recita: “a decorrere dal 31 dicembre 2018, in luogo dell’applicazione dell’allegato 2 - Metodi di determinazione dei descrittori acustici - del decreto legislativo 194/2005, si applicano i metodi comuni per la determinazione del rumore stabiliti, a norma della direttiva 2002/49/CE, dall’allegato alla direttiva (UE) 2015/996”. Si fa presente che la direttiva del 2015, rettificata in Gazzetta Ufficiale Europea il 10 gennaio 2018, rappresenta la conclusione del percorso incominciato nel 2008 dalla Commission UE con il progetto CNOSSOS-EU (Common Noise Assesment Methods in Europe). Scopo del progetto era quello di standardizzare le procedure per quantificare l’esposizione al rumore in tutti gli Stati membri. Il metodo più idoneo per quantificare il livello di rumore e l’esposizione della popolazione attraverso le mappe acustiche è stato individuato nei descrittori acustici Lden e Lnight (il primo è l’indicatore giorno/sera/notte relativo al disturbo per l’esposizione al rumore, il secondo è il descrittore acustico notturno relativo al disturbo del sonno). È palese che metodi comuni per la determinazione dei valori degli indicatori consentono una stima omogenea del rumore a livello europeo e, quindi, la possibilità di mettere

a punto politiche comunitarie per la riduzione dell’esposizione. Sulla base dei risultati del progetto CNOSSOS-EU, la direttiva in oggetto è riuscita a stabilire metodi di determinazione comuni che gli Stati membri hanno dovuto utilizzare a decorrere dal 31 dicembre 2018. Il corposo allegato della direttiva (UE) 2015/996 ha sostituito l’allegato II della direttiva END. Consta di più di ottocento pagine e descrive dettagliatamente gli elementi generali per la definizione del rumore, distinguendo tra traffico veicolare, ferroviario e industriale. Illustra i metodi di calcolo della propagazione del rumore dalle diverse sorgenti e affronta in modo dettagliato il problema del rumore generato da aeromobili. Una sezione dell’allegato è dedicata al rapporto tra rumore degli edifici e popolazione residente. Nell’appendice, infine sono pubblicate diverse base dati da utilizzare per il calcolo del rumore, per le sorgenti del traffico stradale, del trasporto ferroviario, delle sorgenti industriali e delle sorgenti legate agli aeromobili. Va precisato che l’allegato II della direttiva 2002/49/CE è stato ulteriormente modificato dalla direttiva (UE) 2021/1126. METODI DI DETERMINAZIONE DEI DESCRITTORI ACUSTICI L’articolo 1 del decreto del 14 gennaio 2022 stabilisce che, per l’applicazione dell’allegato 2 del D.Lgs. 194/2005 e successive modifiche, si applicano i metodi di determinazione dei descrittori acustici dallo stesso previsti (ovvero quelli

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NORMATIVE

NORMATIVE

Sono, però, stati riscontrati nessi tra quest’ultimo e specifici effetti nocivi: ictus, ipertensione , diabete e altri disturbi metabolici, declino cognitivo dei bambini, declino della salute e del benessere mentale, disabilità uditiva, acufene, complicazioni alla nascita. Nei considerando della direttiva (UE) 2020/367 si evidenzia anche che esiste un nesso tra cardiopatia ischemica e rumore da traffico ferroviario e da aeromobili, ma non si riesce ancora a quantificare l’aumento del rischio di tale patologia riconducibile alle due sorgenti in questione. Ricordiamo che, entro il 31 dicembre 2021, gli Stati membri avrebbero dovuto conformarsi alla direttiva in oggetto. L’allegato alla direttiva (UE) 2020/367 per la determinazione degli effetti nocivi, prende in considerazione: • la cardiopatia ischemica, corrispondente ai codici della classificazione internazionale dell’OMS; • il fastidio forte (high annoyance, HA); • i disturbi gravi del sonno (high sleep disturbance, HSD).

della direttiva 2015/996) con le modifiche introdotte dalla direttiva delegata (UE) 2021/1226. Si precisa che per “descrittore acustico” s’intende la quantità fisica che descrive il rumore ambientale avente un rapporto con un effetto nocivo. La direttiva del 2021 sopra richiamata ha modificato in diversi punti l’allegato II della direttiva 2002/49/CE per i necessari adeguamenti al progresso tecnico scientifico nel calcolo del rumore ambientale. In particolare l’allegato della direttiva delegata ha fornito chiarimenti sulle formule usate per calcolare la propagazione del rumore, ha adeguato delle tabelle alle conoscenze più recenti e ha migliorato la descrizione dei passaggi di calcolo. Gli adeguamenti riguardano i calcoli del rumore prodotto da traffico stradale, ferroviario, dall’attività industriale e dagli aeromobili. Gli Stati membri erano tenuti ad applicare questi metodi a partire dal 31 dicembre 2021. METODI DI DETERMINAZIONE DEGLI EFFETTI NOCIVI L’articolo 2 del decreto del 14 gennaio 2022 stabilisce che l’allegato 3 del D.Lgs. 194/2005, sui metodi per la determinazione degli effetti nocivi del rumore, è sostituito dai metodi per la determinazione degli effetti nocivi stabiliti dall’allegato della direttiva (UE) 2020/367 (G.U. UE 5 marzo 2020) e successiva rettifica pubblicata nella G.U UE dell’8 aprile 2020. L’allegato alla direttiva in oggetto sostituisce l’allegato III della direttiva 2002/49/CE. Quest’ultimo fa riferimento a relazioni dose-effetto introdotte mediante adeguamenti dell’allegato stesso al progresso tecnico scientifico Va osservato che, quando è stata approvata la direttiva (UE) 2020/367 , le informazioni significative disponibili erano quelle reperibili negli orientamenti sul rumore ambientale per l’Europa pubblicati dall’OMS, che presentano relazioni dose-effetto per gli effetti nocivi causati dall’esposizione. Non è stato possibile definire un metodo comune per la determinazione degli effetti nocivi del rumore ambientale. 50

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

IL RUMORE NELL’AMBIENTE DI LAVORO Le disposizioni che disciplinano la materia nell’ambiente di lavoro sono contenute nei capi I e II del titolo VIII del D.Lgs. 81/08. Il primo capo detta norme di carattere generale sugli agenti fisici, mentre il secondo riguarda specificatamente il rumore. Nell’ambito della valutazione del rischio, il datore di lavoro deve valutare tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici (quindi anche a rumore) in modo da identificare e adottare le misure di prevenzione e protezione opportune. La valutazione di cui si tratta è programmata ed effettuata almeno ogni quattro anni da personale qualificato e aggiornata ogni qualvolta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla sorpassata o quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione. I dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione sono parte integrante del documento di valutazione del rischio. I rischi derivanti dall’esposizione agli agenti fisici devono essere eliminati alla fonte o ridotti al minimo, tenuto conto del progresso tecnico e della disponibilità di misure del controllo del rischio. In nessun caso i lavoratori devono essere esposti a valori superiori ai valori limite d’esposizione al rumore, come definiti dal capo II. Se, nonostante i provvedimenti presi dal datore di lavoro, i valori limite di esposizione sono superati, il datore deve adottare misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto di tali valori, individuare le cause del superamento degli stessi e adeguare di conseguenza le misure di protezione e prevenzione per evitare un nuovo superamento. Le misure di cui sopra devono adottate alle esigenze di lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio, incluse donne in gravidanza e minori. INFORMAZIONE DEI LAVORATORI Nell’ambito degli obblighi di informazione e formazione dei lavoratori, il datore provvede affinché i lavoratori esposti a



NORMATIVE

rischi derivanti da agenti fisici sul luogo di lavoro e i loro rappresentanti siano informati e formati in relazione al risultato della valutazione dei rischi con particolare riferimento: a) alle misure adottate in conformità al titolo VIII del D.Lgs. 81/08; b) all’entità e al significato dei valori limite di esposizione e dei valori d’azione definiti nel capo II del titolo VIII, nonché ai potenziali rischi associati; c) ai risultati della valutazione, misurazione o calcolo dei livelli di esposizione al rumore; d) alle modalità per individuare e segnalare gli effetti negativi dell’esposizione per la salute; e) alle circostanze nelle quali i lavoratori hanno diritto a una sorveglianza sanitaria e agli obiettivi della stessa; f ) alle procedure di lavoro sicure per ridurre al minimo i ischi derivanti dall’esposizione; g) all’uso corretto di adeguati dispositivi di protezione individuale e alle relative indicazioni e controindicazioni sanitarie all’uso. SORVEGLIANZA SANITARIA La sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti al rumore è svolta secondo i principi generali di cui all’articolo 41 del D.Lgs. 81/08 ed è effettuata dal medico competente nelle modalità e nei casi previsti al capo II del titolo VIII ,sulla base dei risultati della valutazione del rischio che gli sono trasmessi dal datore di lavoro per il tramite del servizio di prevenzione e protezione. Nel caso in cui la sorveglianza sanitaria riveli in un lavoratore una modifica significativa dello stato di salute correlata ai rischi lavorativi il medico competente ne informa il lavoratore e, rispettando il segreto professionale, il datore di lavoro. Quest’ultimo deve provvedere a: • sottoporre a revisione la valutazione dei rischi; • sottoporre a revisione le misure predisposte per eliminare o ridurre i rischi; • tenere conto del parere del medico competente nell’attuazione delle misure necessarie per eliminare o ridurre il rischio. Nella cartella sanitaria e di rischio, il medico competente riporta i dati della sorveglianza sanitaria, compresi i valori di esposizione individuali, ove previsti, comunicati dal datore di lavoro tramite il servizio di prevenzione e protezione. PROTEZIONE: REQUISITI MINIMI Il capo II del titolo VIII stabilisce i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi dall’esposizione al rumore. L’art. 189 definisce così i principali termini utilizzati: a) pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza “C”; b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX, 8h):[dB(A) riferito a 20 µPa]:valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli d’esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma ISO 1999:1990; c) livello d’esposizione settimanale al rumore (LEX,w):valore 52

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli d’esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giorni lavorativi di otto ore, definito dalla norma ISO 1999:1990. I valori limite d’esposizione e i valori d’azione, in relazione al livello d’esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco sono: a) valori limite d’esposizione rispettivamente LEX=87 dB(A) e ppeak=200Pa (140 dB(C) riferito a 20µ Pa); b) valori superiori d’azione rispettivamente LEX=85 dB(A) e ppeak=140Pa (137 dB(C) riferito a 20µ Pa); c) valori inferiori d’azione rispettivamente LEX=80dB(A) e ppeak=112Pa (135 dB(C) riferito a 20µ Pa). È vietato superare il valore limite d’esposizione, mentre i valori d’azione rappresentano soglie di riferimento che obbligano il datore a determinati adempimenti per ala riduzione e il controllo dell’esposizione. Se l’esposizione giornaliera al rumore varia in modo significativo da una giornata all’altra, è possibile sostituire, per applicare i valori limite d’esposizione e d’azione, il livello d’esposizione giornaliera al rumore con il livello d’esposizione settimanale purché il livello d’esposizione settimanale al rumore non sia superiore al valore limite d’esposizione di 87 dB(A) e siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati alle attività. COME VALUTARE L’ESPOSIZIONE AL RUMORE Ai seni dell’art.190, comma 1, il datore di lavoro valuta l’esposizione dei lavoratori al rumore prendendo in considerazione in particolare: • il livello, il tipo e la durata dell’esposizione; • i valori limite d’esposizione e i valori d’azione, sopra citati; • tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore; • per quanto possibile tecnicamente, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni tra rumore e sostanze ototossiche connesse con l’attività svolta e tra rumore e vibrazioni; • tutti gli effetti indiretti sulla salute e sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni tra rumore e segnali d’avvertimento o altri suoni che sono da tenere sotto osservazione per ridurre il rischio di infortuni; • le informazioni sull’emissione di rumore fornite dai costruttori dell’attrezzatura di lavoro conformemente alle vigenti disposizioni in materia; • l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l’emissione di rumore; • il prolungamento del periodo d’esposizione al rumore oltre l’orario di lavoro normale; • le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria; • la disponibilità di dispositivi di protezione dell’udito con adeguate caratteristiche di attenuazione. Se, sulla base della valutazione del rischio effettuata, si può ritenere che i valori inferiori d’azione possono essere superati, il datore di lavoro deve misurare i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti, i cui risultati sono riportati nel documento di valutazione.


NORMATIVE

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Va precisato che la valutazione del rischio effettuata ai sensi del comma 1 dell’art. 190 individua le misure di prevenzione e protezione necessarie ai sensi degli artt. 192, 93, 194, 195 e 196 ed è documentata in conformità all’art.28. Si segnala che il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo mediante le seguenti misure di prevenzione e protezione (art.192): a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, che emettano il minore rumore possibile c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro d) adeguata informazione e formazione sull’uso coretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo la loro esposizione al rumore e) adozione di misure tecniche per il contenimento del rumore trasmesso per via aerea o strutturale f ) opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro g) riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell’intensità dell’esposizione e l’adozione di orari di lavoro appropriati

Se, a seguito della valutazione dei rischi, risulta che i valori superiori d’azione sono superati, il datore è tenuto a elaborare e applicare un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l’esposizione al rumore. I luoghi di lavoro dove i lavoratori possono essere esposti ad un rumore al di sopra dei valori superiori d’’azione sono indicati da appositi segnali. Il datore, nei casi in cui i rischi derivanti dal rumore non possono essere evitati con le misure di cui all’art.192, fornisce i dispositivi di protezione individuale per l’udito in conformità alle disposizioni del Titolo III e alle condizioni previste dall’art.193. Si fa anche presente che, nell’ambito degli obblighi di cui agli artt .36 e 37, il datore di lavoro garantisce che i lavoratori esposti a valori uguali o superiori ai valori inferiori d’azione vengano informati e formati in reazione ai rischi provenienti dall’esposizione al rumore. Deve, inoltre, sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore eccede i valori superiori d’azione. La sorveglianza è effettuata periodicamente, di norma una volta l’anno o con periodicità diversa decisa dal medico competente. Essa è estesa ai lavoratori esposti a livelli superiori ai valori inferiori di azione, su loro richiesta o se ritenuto opportuno dal medico competente.. u


NEWS

TACCUINO

Sale l'inflazione in Italia: +6,7% su base annua secondo Istat

S

econdo le stime preliminari di Istat, nel mese di marzo 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente). L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

mese prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%), e, in misura minore, ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4,0%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%) e a quelli dei Beni du-

revoli (da +1,2% a +1,9%); i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio). I Servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1,0%). L’“inflazione di fondo”, al netto de-



NEWS

gli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +2,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%. Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +10,2%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,4). Accelerano sia i prezzi dei Beni

alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,3% a +6,9%). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+8,9%) e in misura minore dei Beni alimentari lavorati (+1,0%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Beni durevoli (+0,7%) e degli Alimentari

Aumento dei costi e shortage. La preoccupazione di Amaplast

C

ontinua a crescere la preoccupazione per l’incremento dei costi di produzione e lo shortage di materie prime e componentistica. Una sfavorevole congiuntura già in atto nel 2021 e che la guerra in Ucraina ha aggravato ulteriormente. L’incontrollato aumento dei costi energetici e l’indisponibilità dei materiali, con conseguente incremento dei prezzi per l’acquisto, rischia di mettere in serio pericolo la produzione e di conseguenza di bloccare intere filiere, minando da un lato la forte ripresa in atto e dall’altro indebolendo la compe-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

titività internazionale della meccanica avanzata made in Italy. I comparti delle macchine e delle attrezzature per la ceramica, la plastica, la gomma e l’imballaggio avevano già denunciato negli scorsi mesi tale situazione critica che in questi giorni sta assumendo sempre più i toni dell’emergenza: nel giro di pochi giorni infatti, i costi energetici sono schizzati alle stelle e si stanno drasticamente riducendo le disponibilità di alcune materie prime essenziali per la produzione delle complesse macchine automatiche, ad iniziare dagli acciai e dai metalli di cui

non lavorati (+0,6%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,3% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,6% su base mensile, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto, e del 7,0% su base annua (da +6,2% di febbraio). u

le aree interessate dal conflitto sono grandi produttori. A questo si aggiunge la difficoltà di reperire, se non con notevolissimi ritardi e a prezzi salatissimi, componentistica industriale, materie plastiche e argille. Un ulteriore colpo alla tenuta dei tre settori è dato dal blocco degli ordini degli impianti diretti in quelle zone e in quelle limitrofe. Dopo un 2021 chiuso con una crescita che confermava la ripresa in atto nel paese – con un fatturato aggregato dei tre settori di oltre 15 miliardi di euro, in aumento del 13,2% rispetto al 2020 – Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e Uci-


TACCUINO

ma (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) si uniscono all’allarme già lanciato da altri settori e rivolgono un appello alle istituzioni per avere aiuti immediati e duraturi e non palliativi temporanei. «Siamo nel mezzo di una situazione paradossale: le nostre aziende hanno un corposo portafoglio ordini che non riescono ad evadere. Il rischio che si sta facendo via via più reale», sottolinea Paolo Mongardi, Presidente di Acimac, «è quello dello stop produttivo. La situazione è arrivata al limite e, salvo inversioni di marcia improvvise, ci avviciniamo ad un punto di non ritorno». «Servono subito proposte mirate», prosegue Dario Previero, Presidente di Amaplast, «per calmierare non solo il costo di gas ed elettricità ma anche quello delle materie prime necessarie per la produzione dei nostri macchinari e quello delle materie plastiche usate dai trasformatori nostri clienti. Non pos-

siamo permetterci un rallentamento di un settore strategico per il Pil del paese come quello dei beni strumentali, ma il rischio di scivolare in una crisi peggiore di quella pandemica è concreto». «Se già alla fine dello scorso anno», conclude Matteo Gentili, Presidente di Ucima, «il rincaro dei costi di produzione e delle materie prime, i ritardi di consegna della componentistica, gli incrementi delle tariffe per i trasporti e la crescita smisurata dei costi energetici erano elementi che ci facevano stare in allerta, adesso il paese è vicino a fermarsi. Per evitarlo è fondamentale intervenire al più presto a livello nazionale ed europeo». I vertici delle tre associazioni chiedono a gran voce che Unione Europea e Governo nazionale si adoperino per scongiurare in futuro una situazione come quella attuale. Gli ultimi due anni, infatti, hanno mostrato tutte le fragilità dei sistemi di approvvigionamento globali. «Per questo è necessaria una

seria politica industriale continentale che consenta alla manifattura nazionale ed europea di ridurre la sua dipendenza da materie prime e semilavorati proveninti da altre regioni», avvertono i tre presidenti. «Chiediamo che istituzioni e mondo industriale si mettano al lavoro al più presto per un nuovo Industrial New Deal europeo che tuteli la manifattura continentale con misure di breve periodo che supportino le aziende in questo difficile momento, ma soprattutto che ne salvaguardino il futuro». Vanno in questa direzione le misure legislative della Commissione Europea a sostegno dell’industria europea dei semiconduttori, a cui però devono essere aggiunte nuove misure su materie prime, energia e logistica. «Ci mettiamo dunque a disposizione delle istituzioni», chiosano Mongardi, Previero e Gentili, «per costruire assieme un futuro di sviluppo per il nostro tessuto industriale».. u


NEWS

Due corsi di formazione di Assogomma su Reach e CLP a maggio e giugno

G

li argomenti relativi alle sostanze impiegate nel settore della gomma sono sempre all'ordine del giorno. Assogomma segue da vicino l'evoluzione di tecnologie e normative e ha programmato due interessanti corsi di formazione. Il 18 maggio è previsto un seminario sulla classificazione delle miscele secondo il regolamento CLP. Il corso si propone di fornire gli elementi necessari alla classificazione delle miscele, fra cui le mescole in gomma, sotto il profilo della pericolosità, guidando il partecipante nella complessa procedura prevista dal Regolamento CLP, tenendo conto delle interconnessioni con il Regolamento REACH. Con un approccio operativo, la teoria sarà illustrata con esempi tratti da casi reali del settore gomma. Il corso si rivolge a tutte le aziende del settore della gomma, siano esse trasformatrici e/o fornitrici. È destinato sia ai profili tecnico-ambientali, sia al risk management, come pure ai responsabili di produzione, della logistica e della sicurezza. L'8 giugno è invece in programma un altro corso di formazione. Le nuove

disposizioni previste dai Regolamenti REACH e CLP hanno determinato la necessità di revisionare le Schede Dati di Sicurezza (SDS). Alla luce di tali aggiornamenti, è stato pubblicato un Regolamento che va a modificare l’attuale Allegato II del REACH. I partecipanti avranno la possibilità di conoscere gli elementi del Regolamento 2020/878 e la sua tempistica di attuazione, identificando le novità che la normativa europea apporterà alle

Schede Dati di Sicurezza (SDS). A chi è rivolto il Corso Il corso si rivolge a tutte le aziende del settore della gomma, siano esse trasformatrici e fornitrici. È destinato sia ai profili tecnico-ambientali, sia al risk management, come pure ai responsabili di produzione, della qualità, della logistica e della sicurezza. Entrambi gli eventi si terranno online e prevedono una quota di partecipazione di 400 euro per i soci Assogomma e di 600 euro per i non soci. Per informazioni si può contattare Sviluppo Servizi Gomma al seguente indirizzo di posta elettronica: assogomma@federazionegommaplastica.it. u

Yokohama acquisisce Trelleborg Wheel System Holding, che produce pneumatici agricoli e industriali

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okohama ha annunciato di aver stipulato un accordo per l’acquisizione di Trelleborg Wheel Systems Holding AB, la divisione di Trelleborg che produce pneumatici off highway (OHT) per macchine agricole e industriali. L’enterprise value di TWS è di 2.040 milioni di euro. Ma l’accordo di acquisizione include una clausola di earn-out legata alla performance, che potrebbe far aumentare il prezzo dell’acquisizione fino a 60 milioni di euro, a seconda dei risultati finanziari 2022 di TWS. E quindi Trelleborg definisce la vendita un affare da 2,1 miliardi di euro. 58

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2022

L’acquisizione dovrebbe essere completata nella seconda metà del 2022, dopo il completamento delle necessarie procedure richieste dalle leggi sulla concorrenza dell’Unione Europea e di altri Paesi. L’impatto dell’acquisizione sui risultati finanziari consolidati di Yokohama Rubber è attualmente in studio. L’operazione contribuirà all’espansione del business OHT di Yokohama Rubber, che l’azienda ha posizionato come un driver di crescita futura per il business dei pneumatici commerciali della società.

Il rapporto tra pneumatici vettura e commerciali nel mercato globale è 1:1, mentre le vendite di Yokohama Rubber sono maggiormente spostate verso il vettura, con un rapporto di 2:1 rispetto ai pneumatici commerciali. Per allineare maggiormente la composizione delle vendite al mercato generale e garantire stabilità e crescita degli utili, una delle sfide chiave che deve affrontare l’attività di pneumatici commerciali di Yokohama Rubber è la crescita di un’attività OHT in grado di garantire guadagni stabili e elevati. u


TACCUINO

UTH dota il suo impianto produttivo di Fulda di un impianto fotovoltaico da 100 chilowatt di picco

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TH è uno dei più importanti produttori di macchinari per il processo di elastomeri e silicone. Con sede a Fulda, in Germania, realizza filtri e linee per l'estrusione venduti in tutto il mondo. È anche un'azienda attenta alla sostenibilità e di recente ha investito per dotarsi di un impianto fotovoltaico di grandi dimensioni, in grado di generaTecno Compounds re circa il 30% del suo fabbisogno annuo di energia elettrica, eliminando al tempo stesso emissioni per 50 tonnellate all'anno di anidride carbonica. L'e- Tecno Compounds lettricità in eccesso che non può essere Tecno Compounds a suitable solution for every challenge impiegata sul momento dall'azienda viene ceduta alla rete di distribuzione pubblica. a suitable solution for every challenge a suitable solution for every challenge «La sostenibilità», dice Peter Uth, direttore operativo di UTH, «è l'obiettivo L'impianto fotovoltaico UTH a Fulda, in Germania. principale della nostra strategia atDa oltre 35 anni forniamo macParker Hannifin Italy s.r.l. tuale. chine e sistemi all'industria globale Tecno Compounds della gomma e del silicone. Le nostre Parker Hannifin Italy s.r.l. soluzioni sono sempre state caratteTecno Compounds rizzate da un alto livello di efficienza a suitable solution for every challenge energetica, fornendo anche un importante contributo alla conservazioa suitable solution for every challenge ne di risorse naturali come la gomma stessa. Il risultato di questo nostro impegno è che le nostre macchine rollex® da tempo aiutano i nostri clienti a produrre in modo sostenibile, generando al tempo stesso risparmi fino al 70%». L'impianto fotovoltaico installato a Fulda sul tetto dell'impianto di produzione di UTH è costituito da 267 moduli e occupa una superficie di 550 metri quadri, garantendo una potenza di 100 chilowatt di picco (kWp). «Per raggiungere la massima efficienza i moduli sono stati orientati in modo da catturare i raggi solari proveSales: Plant: nienti da sud, ma anche da est e da Sales: Plant: Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl ovest», spiega ancora Peter Uth. Un Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 – Italy 27010 Siziano (PV) data-logger monitora l'impianto e in20094 Corsico (MI) – Italy20094 Corsico 27010(MI) Siziano (PV) 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 dica l'energia prodotta e quella con36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax sumata. L'impianto è in grado di funwww.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds zionare anche con luce diffusa, quindi Sales: climate control electromechanical filtration Plant: non soltanto quando è colpito diretaerospace fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: Plant: aerospace climate control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl tamente dai raggi solari. u

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NEWS

Aumento di capitale per Rubber Conversion, la startup veronese pioniera del riciclo della gomma

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ubber Conversion, la startup innovativa attiva nel riciclo della gomma da prodotti e scarti pre e post consumer, ha chiuso un round di raccolta da 2,5 milioni di euro. L’aumento di capitale, comunicato alla fine di marzo, è stato realizzato grazie alla partecipazione di CDP Venture Capital Sgr attraverso il Fondo Evoluzione; LIFTT, la Holding operativa di Venture Capital presieduta dall’imprenditore-scienziato Stefano Buono; ENET ENERGY, società svizzera attiva nel settore dell’energia e delle materie prime, e a un gruppo di angel investor internazionali. Rubber Conversion è nata nel 2017 a Cerea (Verona) e ha brevettato una tecnologia industriale all’avanguardia per la devulcanizzazione della gomma (nella foto). La startup ha realizzato una tecnologia proprietaria che consente di produrre mescole di gomma devulcanizzata di altissima qualità, prive di sostanze chimiche nocive e a basso impatto ambientale. Queste mescole, realizzate a partire da prodotti post consumo, inclusi gli pneumatici fuori uso e scarti di produzione, sono utilizzabili anche in percentuali significative nella produzione di prodotti e articoli nuovi in gomma e rappresentano una soluzione efficace per ottimizzare la sostenibilità del ciclo produttivo, riducendo l’impiego di materia prima vergine. La startup è stata co-fondata e ancora oggi mantiene una partnership strategica con Innovando, società leader nel settore della gestione sostenibile e innovativa dei rifiuti industriali, che fornisce servizi di management compliance, soluzioni logistiche e IoT per implementare programmi di gestione di prodotti consumer a fine vita, alternative fuel e consulenza. «Siamo molto contenti della positiva chiusura di questo round di finanziamento», afferma Francesco di Pierro, co-founder di Rubber Conversion, «che conferma la nostra visione di diventare un attore importante in grado di abilitare strategie ancora più sostenibili per la progettazione di materiali e la gestione degli scarti di produzione per

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il settore della gomma. Grazie ai nuovi capitali potremo potenziare la capacità produttiva, anche per implementare nuovi modelli di business e crescere in nuovi mercati, evolvere ulteriormente la tecnologia, sviluppare la gamma prodotti e rafforzare il team». Il mercato della gomma riciclata è in costante crescita, con un fabbisogno europeo di circa 200mila tonnellate all’anno e un trend destinato a quintuplicare nei prossimi 25 anni. A guidarne la crescita saranno soprattutto le nuove normative europee e internazionali, che incentivano una gestione integrata del fine vita prodotto nell’ottica di una maggiore sostenibilità. Oggi la produzione europea annua di rifiuti di produzione dell'industria di trasformazione della gomma supera le 150mila tonnellate, che possono essere destinate al riuso anziché allo smaltimento o recupero energetico. Rubber Conversion è attiva in entrambi i settori, sia fornendo soluzioni per il ciclo chiuso attraverso il recupero degli scarti, sia producendo –

a partire da feedstock di prodotti post consumer come polverini e granuli da pneumatici fuori uso – mescole devulcanizzate che ritengono gran parte delle proprietà statiche e dinamiche della materia prima originale. «La tecnologia sviluppata da Rubber Conversion rappresenta una best practice dell’innovazione sia in termini di sostenibilità ambientale sia di ottimizzazione del costo della materia prima che oggi è fortemente critico», commenta Enrico Resmini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital. «Contribuire alla crescita di un’eccellenza italiana della circular economy in linea con i parametri ESG rappresenta per noi motivo di grande soddisfazione». «Da tempo abbiamo individuato nella proposta di Rubber Conversion un enorme potenziale», ha detto Giovanni Tesoriere, CEO di LIFTT. «Le sue innovative soluzioni tecnologiche proprietarie si inseriscono infatti perfettamente in una direttrice fondamen-

tale per l’economia prossima ventura: la circolarità del ciclo produttivo e il riutilizzo delle materie prime, in un momento in cui queste ultime si apprestano a diventare sempre più rare e, quindi, sempre più costose. Un’idea di business basata sulla sostenibilità e sull’impatto sul territorio che coincide esattamente con la nostra vision ed il nostro approccio ad un’idea di sviluppo che non può e non deve prescindere dal contesto circostante». Rubber Conversion ha ricevuto importanti riconoscimenti come il Premio Nazionale Startup Economia Circolare 2018 assegnato dal Circular Economy Network Italia e il Keynes Sraffa Award 2019. Sta inoltre sviluppando progetti di Ricerca & Sviluppo in partnership con Bridgestone e Stellantis (con il contributo dell’Unione Europea attraverso il progetto LIFE GREEN VULCAN co- finanziato dal programma LIFE19 ENV/ IT/000213) e con la Fondazione Caritro (Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) e l’Università di Trento. u

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NEWS

Mitsubishi Chemical lancia una sfida su termoplastici ed economia circolare

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itsubishi Chemical, la divisione per la chimica del colosso giapponese, ha lanciato la sua terza Mitsubishi Chemical Growth Garage Challenge, un sfida in cui invita start-up, scale-up e business innovativi di tutti le dimensioni a proporre idee per migliorare le i processi di recupero e riciclaggio meccanici o chimici per i polimeri termoplasici. L'obiettivo consiste anche nel proporre sistemi di produzione di parti o prodotti innovativi con termoplastici a bassa impronta carbonica, in modo da accelerare l'adozione dell'economia circolare. La challenge prevede l'assegnazione di quattro premi fino a 25.000 dollari in aiuti al business e alla produzione. Secondo Mitsubishi Chemical, il riciclaggio chimico e quello meccanico sono la chiave per produrre elastomeri termoplastici sostenibili, riducendo al minimo l'uso delle discariche, e per facilitare la diffusione dell'economia circolare. La challenge si rivolge a ingegneri e progettisti affinché propongano idee originali per risolvere problemi concreti in due aree specifiche, le tecnologie per

il riciclaggio e la produzione di parti e prodotti per l'economia circolare. I vincitori parteciperanno a un programma pilota con Mitsubshi Chemical per realizzare un dimostratore, dal prototipo alla produzione, per un valore fino a 25.000 dollari. Avranno inoltre la possibilità di mostrare la loro tec-

Cambio al vertice per Desma in Cina

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al primo di aprile alla guida di Desma China è in carica il nuovo direttore generale Kevin Wang (in cinese Wang Jun) che ha rilevato il posto di Haozhong Chen. Quest'ultimo, alla guida dell'azienda dal 2017, rientra come concordato nel quartier generale tedesco del gruppo. Kevin Wang ha 40 anni e negli ultimi 17 ha lavorato nell'industria dei macchinari della gomma e della plastica. Dopo aver ricoperto vari incarichi di rilievo in gruppi di importanza primaria è entrato nella consociata cinese di Engel, WinTec, dove ha svolto le funzioni di vicepresidente alle Vendite. Dal primo dicembre 2021 è in forza in Desma per prendere confidenza con i suoi nuovi incarichi. Haozhong Chen, 39 anni, continuerà a mantenere l'incarico di Di62

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Kevin Wang, a sinistra, e Haozhong Chen.

nologia attraverso la rete di Mitsubishi Chemical e di avere accesso a esperti in fatto di economia circolare, tecnologie per la prototipazione e la produzione, business intelligence. Potranno trovare inoltre opportunità di finanziamento e di promozione del marketing, oltre a mantenere il 100% della proprietà intellettuale delle loro soluzioni innovative. Per avere informazioni dettagliate e per partecipare è stato creato il sito growthgarage-resources. mcam.com. u

rettore di Desma China. Come direttore Global Strategy & Change Management si occuperà anche per il gruppo di business development, global sourcing e cultura corporate. u



GLI INSERZIONISTI

Gli inserzionisti di questo numero CAMIMPIANTI

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GAMMA CHIMICA

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PEZZATO

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CDG TRADING

III COP

IMCD ITALIA SPA

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PRESMA

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COATING TECHNOLOGY

IV COP

IMG SRL

PRODICON INTERNATIONAL

57

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COLOR SERVICE

23

IN4TEK SRL

DE GRANDI

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INDIAN/INT’L RUBBER JOURNAL 9

ROGITEX

II COP

DER-GOM SPA

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INNOVATIV GUMMI TECH

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S.I.G.E.A.

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DGTS

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INTERBUSINESS

51

SERMAC

17

DP GOMMA SRL

13

INTERSEALS

19

SUPREMA

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ELASTOMERS UNION

55

JP-TECH SRL

47

T.S.F.

37

LAGORIO & DUFOUR

33

VI-MACH VIGEVANO MACCHINE 27

LTE

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PARKER

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EPICHEM

I COP

EURORUBBER/CERTECH GROUP 25 G3

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R.P.M.

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