retail&food 09 2021

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Mystery Shopping Food

Miscusi a Milano-Isola Abbiamo provato un ristorante dalla famosa catena di pasta fresca, in uno dei quartieri milanesi più vivaci. Ecco com’è andata

M

iscusi è la catena di ristoranti specializzati nella pasta fresca, condita con sughi artigianali, arrivata a 13 punti vendita in tutta Italia. Quattro di questi (due a Milano, uno a Torino e uno a Padova) sono arricchiti dalla presenza della “bottega”, dove il marchio vende le sue specialità di pasta fresca o asciutta, sughi e salse a lunga conservazione. Parallelamente è partito il business delle confezioni regalo, vendute anche on line. Miscusi, fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, è in forte espansione. All’inizio dell’estate, ha raccolto un round di finanziamenti da 20 milioni di euro guidato da Mip (Milano Investment Partners), fondo d’investimento focalizzato sulle imprese italiane di Angelo Moratti. Un’iniezione di liquidità che dovrebbe portare presto allo sbarco all’estero. Abbiamo provato il ristorante milanese in zona Isola, quartiere tradizionalmente noto per la presenza di locali e movida notturna, tra ristoranti e happy hour, vicini allo storico Blue Note di via Borsieri.

Buona accoglienza, menù essenziale Complice la serata estiva, ma fresca, l’inizio è perfetto. Arriviamo poco dopo le 20, fuori i tavoli a disposizione sono numerosi e infatti, anche senza prenotazione, ci accomodiamo subito. Siamo fortunati perché i tavolini rialzati, che danno sulla piazzetta, sono i migliori e il deohr non è stretto, e vicino al traffico, come nel resto del quartiere. Il rovescio della medaglia è che in questa zona parcheggiare è un’impresa ardua. Il cameriere che ci accoglie è gentile e solerte. Miscusi, a livello di marketing, si propone come catena che punta all’es66

retail food | settembre 2021

Miscusi

Piazza Tito Minniti (Milano) mercoledì 7 luglio Location Menù Servizio Rapporto qualità prezzo Interattività

** *** *** **** ***

* insufficiente ** sufficiente *** buono **** ottimo

senzialità e a ridurre gli sprechi. Il tavolino di ferro è apparecchiato con piatti fondi e tovaglioli di stoffa senza fronzoli, stile “della nonna”. Il menù si scarica con l’ormai consueto Qr Code. C’è qualche antipastino e una piccola selezione di dolci, ma a dominare è la pasta naturalmente, suddivisa tra le ricette “vai sul sicuro”, dai “paccheri tricolore” ai “rigatoni tonno e pistacchio”, oppure la parte più divertente, che prevede di comporre il proprio abbinamento. Quanto alle bevande, l’acqua in caraffa è gratis a volontà, il vino è solo sfuso “della casa”, niente carta delle bottiglie, così come la birra, disponibile solo alla spina. Chi ha esigenze particolari, però, ha a disposizione una marca in versione “gluten free”.

Porzioni generose e ingredienti di qualità L’inizio è ottimo. Ci sediamo alle 20.15, arriva da bere in pochi minuti e alle 20.25 il cameriere prende l’ordine, suggerendo un tris di bruschette prima delle portate principali. E in sette minuti arriva l’antipasto. Nel frattempo, il

In alto, la bottega interna al ristorante locale si riempie. L’impressione è che Miscusi sia conosciuto, il nome “gira” per dirla in gergo: c’è una coppia di turisti toscani, due studenti inglesi e una comitiva di ragazzi italiani disposta ad aspettare fuori in attesa di un tavolo. Dopo circa un quarto d’ora, con i tempi giusti per consentire di terminare l’appetizer, ecco le paste: una classicissima “carbonara croccante” e una creazione, spaghetti con crema di bufala, guanciale e granella di anacardi. Dal punto di vista gastronomico, l’esperienza mantiene quello che promette: gli ingredienti sono saporiti e freschi e le porzioni generose. Un tris di bruschette da condividere e i primi sono più che sufficienti per essere sazi, anche perché l’offerta comprende il pane “indispensabile per la scarpetta finale” ammicca il cameriere.

Piccolo rallentamento, ma il conto è ok L’unico cortocircuito arriva alla fine. Rinunciamo ai caffè in favore di due amari, che però si perdono per strada. Sarà perché adesso il locale è pieno, ma due bicchierini si fanno aspettare un buon quarto d’ora. È comunque l’unica pecca di una serata che fila liscia. Con uno scontrino finale di 45 euro, che comprende anche una birra e un calice di rosso, si va via con la sensazione che il rapporto qualità prezzo sia più che rispettato. Non è un ristorante, piuttosto una “pasteria”, ma l’esperienza equivale a una cena vera e propria, nessuna sensazione di “fast food”. Alzarsi da tavola sazi a Milano, a poco più di 20 euro a testa e con ingredienti di buona qualità, è un punto a favore di Miscusi. A.L.


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