#ATTRAVERSARE - Storie di neve, di sci e di uomini
SULLE ORME DI ANGELO E FRANCO
2018 - La Traversata scialpinistica delle Orobie
Passo San Marco con lo storico rifugio Cà San Marco
Sono le quattro e mezzo del mattino, suona la sveglia. È sempre duro abbandonare il caldo abbraccio del sacco piuma. Recupero la frontale dal fondo del sacco, l’accendo. Il fascio di luce taglia come una lama il buio. Lo spazio è minuscolo e tutto è a portata di mano. Sul tavolo di legno è già tutto pronto. Sfilo solo le braccia e le spalle, mi sporgo quanto basta per afferrare l’accendino, azionare la rotellina, fare sprizzare la fiamma e avvicinarla allo stoppino della candela. Una luce tremula prende forza, il piccolo ed accogliente locale invernale del Benigni s’illumina. Aziono ancora l’accendino e tengo premuta la levetta che eroga il gas, si sprigiona nuovamente una fiamma, prontamente, con l’altra mano, ruoto la rotella che eroga il butano della bomboletta nel bruciatore. Con un rumore sordo le fiammelle esplodono e si contengono,
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coronando concentriche l’acciaio del bruciatore. Regolo la fiamma sino a quando il sibilo non è stabile ed il colore non si fa azzurro. Vi appoggio sopra il pentolino colmo di acqua e lo chiudo con il suo coperchio. Attendo che l’acqua bolla per preparare del the e del caffè. Mi godo ancora qualche minuto di riposo e mi riinfilo nel sacco a pelo. Chiudo la cerniera e lascio solo un piccolo pertugio per gli occhi, nel tentativo di trattenere ancora un poco il calore. Osservo il nostro rifugio e mi illudo che la luce tremula della candela e il soffio della fiamma del fornelletto possa scaldarlo. Fa freddo, la condensa ha intarsiato il vetro della finestrella con lamine di ghiaccio sottili, simili a foglie. Marco si rigira nel suo sacco piuma e mugugna qualcosa. Gli zaini sono pronti per essere riempiti e tutto il materiale è sparso sul tavolo e le panche, le pelli di