UP CLIMBING #18 - IL RISCHIO

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Storia La gestione del rischio

Foto: Jeff Achey

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Lo step 5 riguarda un concetto chiave delle Gestione del Rischio, che è quello di informare. Chi partecipa ad una attività deve essere informato sui rischi della stessa, deve sapere cosa fa l’organizzazione in merito (trattamento dei rischi, gestione delle emergenze), e quali sono i rischi residui non eliminabili. Con la Gestione del Rischio viene ribaltato il tradizionale approccio sulle responsabilità: non è l’organizzatore che declina le proprie, ma è il

RESILIENZA La moderna Gestione del Rischio è in continua evoluzione. È significativa la recente adozione dei concetti e metodi della Resilienza (Resilience Engineering) nelle situazioni in cui l’approccio classico del Risk Management ha delle limitazioni, ossia quando: • l’evento è imprevisto o molto raro • ci si trova in una emergenza e non c’è il tempo materiale per una valutazione esaustiva dei rischi; • in generale, quando il sistema allo studio è molto complesso (non lineare) e ad alta correlazione, per cui l’analisi con i modelli causali diventa difficile o impossibile. In questi casi la Resilienza interviene sul modo in cui i parametri di un sistema ne influenzano la stabilità o, tradotto in altri termini, il mantenimento del livello di sicurezza desiderato. La Resilienza mira a riconoscere preventivamente le possibili variazioni di questi parametri (proactive indicators), e fornire strumenti adeguati per una immediata ed efficace azione di risposta, soprattutto tramite la capacità di adattamento alle variazioni dei parametri stessi. Con la Resilienza saremo meglio preparati a reagire ad un imprevisto, a superare un’emergenza e, in certe situazioni di rischio, ad evitare un possibile incidente. E tutto questo senza necessariamente fare ricorso ad una lunga esperienza sul campo o alla conoscenza di procedure. Alcuni concetti già visti nella Gestione del Rischio classica, se applicati, rendono una organizzazione resiliente; per esempio il riconoscimento dei segnali di allarme, la gestione dei margini di sicurezza, la tolleranza agli errori, l’adozione di soluzioni ridondanti. Per uno studio sistematico e approfondito sulla gestione del rischio in montagna, si consiglia di leggere il testo Libertà di rischiare di Filippo Gamba, Versante Sud. Lo stesso autore pubblica sulla pagina www. facebook.com/outdoorriskmanagement news sul tema, aggiornamenti, e case studies (analisi di incidenti).

partecipante che assume le sue, tramite l’accettazione formale (per iscritto) dell’informativa sui rischi. Si vedono in giro molti documenti di “scarico delle responsabilità” o simili. Nella maggior parte dei casi non sono scritti in modo adeguato per una corretta informazione agli utenti e per una valida tutela legale dell’organizzatore in caso di incidente. Spesso includono clausole vessatorie che sono invalidate in sede di giudizio. Suggeriamo perciò l’approccio sopra menzionato (accettazione dei rischi e non scarico delle responsabilità) e, naturalmente, il parere di un legale esperto.

La copertina del manuale di Filippo Gamba, LIBERTÀ DI RISCHIARE. Gestione del rischio in alpinismo, arrampicata e negli sport d’avventura, Versante Sud, 2013


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