La Freccia - dicembre 2022

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PER CHI AMA VIAGGIARE ANNO XIV | NUMERO 12 | DICEMBRE 2022 | www.fsitaliane.it | ISSN 2785-4175 ALLA RICERCA DI ARMONIA INTERVISTE Pandolfi, Ayane, Canzian, Vicari TRAVEL Bergamo Brescia 2023, Dolomiti lucane, Bardonecchia ARTE E PHOTO Ernst, Carmi, Barbieri, Venturi

L’EQUILIBRIO

DELL’ARMONIA

Il 2022 sta per lasciarci. Ci saremmo aspettati di viver lo con più serenità. Liberati dalla pandemia, avrem mo voluto tornare a respirare a pieni polmoni. Sotto un cielo non sporcato dalle traiettorie di missili bellici, non straziato dalla sofferenza di un popolo a noi vicino, non reso spettatore impotente di un melmoso fiume d’odio – in Ucraina come in altre terre martoriate da luttuosi conflitti –nel quale sguazza un uomo ancora una volta homini lupus Abbiamo tuttavia provato a concederci un ritorno alla nor malità (che poi cosa davvero sia nessuno lo sa), riconqui stando riti e abitudini che il Covid-19 ci aveva strappato di mano. Innanzitutto, viaggiare. Del resto, senza di voi a bordo dei nostri treni o in viaggio sulle nostre strade quel che facciamo, noi del Gruppo FS, non avrebbe senso. E poi stare di nuovo insieme,

vicini. A teatro, al cinema, a un concerto. E gioire, per un successo sportivo. O per la vittoria di un Palio. A Siena si è tornati a correrlo dopo 35 mesi di astinenza. Non accadeva dalla Seconda guerra mondiale. Ora, giunti a fine anno, cosa aspettarsi, o meglio, cosa chie dere al 2023? Noi lo abbiamo scritto sulla copertina di que sta Freccia di dicembre: armonia. Come la divinità greca, figlia di Ares, dio della guerra e della furia brutale, e di Afro dite, dea dell’amore e della bellezza. Armonia quale sintesi e frutto di un equilibrio tra le due opposte pulsioni. Le due facce di noi stes si. Quelle che accompagnano la nostra esistenza e la vita dell’umanità tutta. L’invito è a cercare quell’equilibrio, l’augurio è trovarlo. In noi, tanto per co minciare. Buon 2023.

EDITORIALE
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© Julien Bastide/AdobeStock © Adobe Stock / New Africa

UNA CAPITALE PER DUE

Sono Bergamo e Brescia le città della cultura 2023. Una vittoria condivisa per un anno di iniziative pronte a stupire, tra tesori storici e quattro siti patrimonio Unesco

4 102 96 25 SOMMARIO DICEMBRE 2022 8 RAILWAY HEART 33
La Freccia
Zeruya
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UN TRENO DI LIBRI Nell’Invito alla lettura di questo mese
propone l’ultimo lavoro di
Shalev, Stupore
ASPETTANDO IL 2023 Concerti, maratone, escursioni in montagna e djset. Da nord a sud, tanti eventi per accogliere il nuovo anno in allegria
22 GUSTA & DEGUSTA 18 AGENDA 14 L’ITALIA CHE FA IMPRESA 24 WHAT’S UP pag. 42 IN COPERTINA BARDONECCHIA LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO 111 SCOPRI TRA LE PAGINE LE PROMOZIONI E LA FLOTTA DELLE FRECCE i vantaggi del programma Carta FRECCIA e le novità del Portale FRECCE 58 65 48 LA VITALITÀ DEL CONFLITTO 56 IL PARADISO DEGLI SCIATORI 60 ASCOLTARE IL SILENZIO 65 PICCOLE DOLOMITI MAGICHE 68 LA TERRA DELL’ALLEGRIA 72 UNA CULLA DIVINA 80 CAPODANNO DA CHEF 82 SOGNI DA COSTRUIRE 86 LE ALI DELLA CREATIVITÀ 90 SURREALISTA TOTALE 94 SGUARDI INQUIETI 98 IL SUONO DELLA VITA 102 INEDITA BELLEZZA 106 GUARDARE AL FUTURO 125 PRIMA DI SCENDERE 76

Tra le firme del mese

I numeri di questo numero

14

i baluardi delle Mura veneziane di Bergamo [pag. 53]

120

Da marzo 2017 è direttore editoriale di Exibart.com ed Exibart on pape r. Manager culturale per diverse fondazioni italiane, svolge anche un’intensa attività di consulenza di comunicazione strategica d’impresa e per l’internazionalizzazione del made in Italy

i chilometri di piste del comprensorio dell’Alto Sangro [pag. 58]

1.088

i metri di altitudine di Pietrapertosa, in Basilicata [pag. 66]

150

le fotografie di Lisetta Carmi in mostra a Torino [pag. 99]

READ ALSO

MASSIMILIANO CATONI

Autore e editor, collabora con Mondadori e HarperCollins. È docente dell’Accademia

GIULIANO COMPAGNO

Ha pubblicato 24 volumi tra saggistica, narrativa, aforismi e comica, oltre ad aver scritto quattro libretti di opera contemporanea per il maestro Vittorio Montalti. Vive a Roma, da dove in genere parte e ritorna

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

PER CHI

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XIV - NUMERO 12 - DICEMBRE 2022

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997

CHIUSO IN REDAZIONE L’1/12/2022

Foto e illustrazioni Archivio FS Italiane AdobeStock Copertina © Luca/AdobeStock Tutti i diritti riservati

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In redazione

Segreteria di redazione Coordinamento creativo Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero

Marco Mancini Davide Falcetelli Michela Gentili

Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre

Gaspare Baglio, Angela Alexandra D’Orso, Irene Marrapodi Francesca Ventre Giovanna Di Napoli Claudio Romussi Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Peppone Calabrese, Massimiliano Catoni, Claudia Cichetti, Giuliano Compagno, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Sandra Jacopucci, Valentina Lo Surdo, Giuliano Papalini, Michela Passarin, Enrico Procentese, Andrea Radic, Elisabetta Reale, Gabriele Romani, Davide Rondoni, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it

VALENTINA LO SURDO

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino

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AMA VIAGGIARE
PROGETTO
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce,
CREATIVO
PER CHI AMA VIAGGIARE CHI AMA VIAGGIARE VIAGGIARE
CESARE BIASINI SELVAGGI Molly Bloom

FRECCIA COVER

MAGNIFICHE OSSESSIONI

La primavera rappresentata con pennellate di legno o bronzo color magenta vivace, e ritratta a forma di ali pron te a spiegarsi. La materia scolpita come se fosse pasta su cui imprimere linee vellutate da gelato cremoso. È la scultura immersiva e coinvolgente di Tony Cragg, tra i maggiori interpreti internazionali della statuaria, in mostra a Firenze, fino al 15 gennaio, al Museo del Novecento e all’Istituto degli Innocenti. La monografica Transfer, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, propone una serie di sculture e opere su carta dell’artista inglese, conosciuto soprattutto per il contribuito a rinnovare il lessico plastico grazie a tecniche nuove sperimentate fin dagli esordi, ne gli anni ‘70. Un confronto persistente col bronzo, il legno, l’acciaio ed anche il vetro che vengono modellati, scolpiti, piegati, svuotati e riempiti. Un corpo a corpo con la mate

ria capace di dar vita ad architetture dall’aspetto libidino so, sacro, alieno, umano e sovrumano allo stesso tempo. L’incantesimo delle forme che, pur astratte, riescono a intraprendere una relazione dialogica con chi le osserva. Cragg è un artista capace di raccontare la natura e l’am biente, onorando le molteplici e articolate possibilità del la realtà e delle forme che ci circondano. In mostra molte delle sue sculture, quelle magnifiche ossessioni che lo caratterizzano, tra cui Spring, nelle due versioni, accesa e di grandi dimensioni. E una selezione, meno nota, di opere in piccolo e medio formato, insieme a disegni e acquerelli che vogliono raccontare la sua generosa e variegata atti vità. Ancora in fieri. museonovecento.it museonovecento

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di Sandra Gesualdi sandragesu Tony Cragg Transfer Firenze, fino al 15 gennaio Tony Cragg Spring #12 (2015) r

PHOTO STORIES

Attese © Giuseppe P. giuseppepiscitelli
RAILWAY heART
Verso Torino © Antonio C. antonio_castellano
PEOPLE IN VIAGGIO

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, FS Italiane.

LUOGHI

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a cura di Enrico Procentese enry_pro LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME
Simone, capotreno sui treni regionali © Edoardo Cortesi eddiecortesi AT WORK Milano Centrale © Andrea S. andrea.sosio

A TU PER TU

Vincenzo Maddaloni segue per Rete Ferroviaria Italiana (RFI) l’iter finanziario e realizzativo degli apparati tecnologici impiegati per la gestione della circolazione ferroviaria.

In cosa consiste la tua attività?

Lavoro all’interno della Direzione Operativa Infrastrutture - Interlocking Building. La struttura si occupa di sostituire su scala nazionale i sistemi per la gestione della circola zione dei treni, ormai superati, con strumenti digitalizzati che prendono il nome di Apparato Centrale Computeriz zato (ACC), contribuendo all’ammodernamento di diverse linee regionali e interregionali. Seguiamo la parte finan ziaria, contabile e realizzativa delle installazioni.

Come funzionano questi nuovi sistemi?

Parliamo del passaggio da una tecnologia elettromec canica a un’altra più evoluta caratterizzata da sistemi informatici di ultima generazione, monitorati e governati da remoto. Gli ACC consentono di gestire in maniera più performante la circolazione ferroviaria, migliorandone gli standard di sicurezza e la puntualità. In più, offrono la possibilità di intervenire in maniera più reattiva nei casi di criticità o perturbazione della circolazione. Come sei arrivato in FS Italiane?

Dopo gli studi da perito informatico, ho lavorato in alcune società del settore meccanico e delle telecomunicazioni, contesti professionali che hanno acceso il mio interesse verso il mondo della ferrovia. Ho deciso così di presentare la domanda di assunzione nel Gruppo FS e, da lì a poco, sono stato convocato. Dopo aver superato le selezioni, ho cominciato la formazione. A settembre ho festeggiato il mio primo anno in RFI, un percorso lavorativo intenso. Come ti vedi nel prossimo futuro?

Col tempo avrò la possibilità di approfondire anche altri aspetti del mio lavoro. Ho conseguito nuove abilitazioni che mi consentiranno di seguire gli interventi sul campo e approfondire l’iter realizzativo dei nostri apparati.

La loro installazione nasconde un lavoro di squadra esemplare e preciso, fatto di pianificazioni, attività can tieristiche e tutto ciò che comprende la fase esecutiva e realizzativa.

Cosa ti piace della tua professione?

In una parola, il coinvolgimento. Da subito mi sono sentito parte di una squadra e dopo la presentazione del Piano industriale, a maggio, ho cominciato a raccontare la nuova fase di cui è protagonista l’intero Gruppo.

Sono stato scelto come ambassador del neonato Polo In frastrutture, di cui RFI è capofila, diventandone portavoce e rappresentante insieme ad altri colleghi. Un’iniziativa volta alla comunicazione, ma anche un modo per sentirsi parte integrante dell’azienda in modo creativo.

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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE

Federico Prodon è uno chef e pasticciere. Dalla stazione di Roma Termini, dove ha aperto la sua boutique di dolci, parte per tutta Italia alla scoperta di sapori tradizionali e nuovi gusti da sperimentare. Come nasce la passione per la pasticceria?

Volevo fare questo lavoro fin da bambino. Negli anni ho intrapreso un percorso di studio e sperimentazione che mi ha aiutato sempre di più a capire che la pasticceria mi completava. È un’arte culinaria basata sulla precisione e sulla chimica, una materia che ho appro fondito. Ho imparato a dosare gli ingredienti utilizzando le formule, e a lavorare la materia prima studiandone ogni componente. Roma Termini è uno snodo cruciale. Come mai ha deciso di aprire lì la sua attività?

Avevo già inaugurato un laboratorio a Borgo Pio, quartiere storico vicino al Vaticano, ma desideravo essere in connessione con un universo ancora più ampio. Così non mi sono lasciato sfuggire l’oc casione di aprire una boutique gastronomica all’interno del Merca to Centrale, a Termini. Il dolce è una coccola genuina e lo è ancora di più in un luogo di arrivi e partenze. Viaggi e dolci sono un connubio perfetto, quindi?

Far assaggiare a chi passa in stazione una mia specialità, con tutta la storia che si porta dietro, è un’esperienza gratificante. Le persone arrivano con il trolley, si lasciano incuriosire dai colori della vetrina e spesso mi inviano foto con i miei dolci. Il viaggio è sempre al cen tro del mio lavoro. In particolare il treno, che mi ha accompagnato spesso alla scoperta di culture e tradizioni gastronomiche. Oltre a essere un’eccezionale fonte di ispirazione per la progettazione dei miei dolci e la stesura dei libri che scrivo. Una vita in movimento. Cosa le lascia ogni viaggio? Ogni luogo d’Italia ha una sua ricchezza, per questo sono sempre alla ricerca delle migliori materie prime. Mi sposto per scoprire le bellezze del nostro Paese e cercare nuovi prodotti di qualità e so stenibili. La nostra è una terra generosa, e il mio compito è valoriz zare le peculiarità di ogni territorio, da nord a sud. In valigia porto sempre eccellenze culinarie e ricette che poi diventano esperienze sensoriali. I miei dolci hanno un’estetica tipicamente francese, ma l’essenza e il gusto sono autenticamente italiani. La purezza del la materia prima è la protagonista della mia filosofia: mi considero un artigiano, amo la dimensione e l’accoglienza che la bottega sa offrire.

Si può essere green anche in cucina?

I gesti quotidiani hanno un grande valore e possono certamente fare la differenza: in laboratorio siamo attenti al risparmio energeti co, dalla corrente elettrica all’acqua, bene primario. Poi collaboria mo con aziende che rispettano l’ambiente e, per il packaging dei prodotti, scegliamo materiali riciclabili. Tutto il processo, dalla scel ta delle materie prime alla lavorazione fino alla vendita, ha questa impronta green. La sostenibilità è l’ingrediente segreto e un “vizio” al quale è impossibile rinunciare, proprio come il cioccolato per i miei dolci.

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INTORNO AL MONDO #INTRANSITO

A ROMA TIBURTINA, DAL 5 ALL’11 DICEMBRE, LA TERZA EDIZIONE DEL PROGETTO INTERATTIVO PER RIFLETTERE SUL VALORE DEL VIAGGIO di Angela Alexandra D’Orso

Viaggiare non significa solo spostarsi da un luogo verso un altro ma equivale a un movimento dell’a nima, un percorso interiore che rigenera la mente e il corpo. Se si è disposti ad aprirsi all’altro, è un’occasione di conoscenza in grado di migliorare le capacità relazionali e la sensibilità di ognuno. La terza edizione di #InTransito - espe rienze creative, dal 5 all’11 dicembre all’interno della galleria commerciale di Roma Tiburtina, propone una visione globale della Terra nella sua dimensione fisica e politica, con il focus Le rotte di Gaia: i viaggi dell’umanità. L’evento, realizzato dall’associazione culturale Music Theatre International in collaborazione con Grandi Stazioni Retail e con il supporto del Gruppo FS, invita le persone che attraver sano gli spazi della stazione a riflettere sul valore del viaggio come esperien za inclusiva, creativa e soste nibile. Il programma è ricco e punta al coinvolgimento del pubblico con attività partecipati ve. Dal so

cial wall che consente di consultare una mappa digitale del mondo e visualizzare i contributi video dei “sustainable trave ler”, alla Capsula del tempo, una postazione audio digitale in cui i visitatori potranno registrare brevi messaggi per lasciare un pensiero sul viaggio percorso o da percorrere. Punta all’interazione con il pubblico anche la grande installa zione in cartone dell’artista Sergio Gotti che illustra l’impatto dell’uomo sulla Terra e necessita del contributo dei parteci panti per essere assemblata. Ad affiancare l’opera una mostra con gli scatti di tre fotografe di fama internazionale, Lucia Bal dini, Nicoletta Diamanti, Rosellina Garbo, che ha come tema la memoria delle tradizioni vissute nelle comunità. Spazio anche alle parole con quattro incontri, moderati dal giornalista Gioacchino De Chirico, in cui autori e filosofi come Andrea Pomella e Ilaria Gaspari raccontano la loro idea di movimento. Previsti anche laboratori per bambini con giochi e percorsi multisensoriali, performance live e appuntamen ti con comunità internazionali per entrare in contatto con le culture del mondo. Un progetto formativo dell’istituto artistico Enzo Rossi dà invece voce agli studenti, impegnati nell’idea zione di un itinerario creativo. Perché, come sostiene lo scrit tore Marcel Proust, «il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi». contemporaneamenteintransito.it contemporaneamenteInTransito intransitoevent

PREMIO TIEPOLO A LUIGI FERRARIS

L’amministratore delegato del Gruppo FS, Luigi Ferraris, riceve il prestigioso riconoscimento assegnato dal 1996 alle personalità italiane e spagnole che hanno contribuito allo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi. Il premio arriva dopo il debutto, in Spagna, dell’Alta velocità di Trenitalia. Dal 25 novembre, infatti, il Frecciarossa 1000 viaggia nelle principali città della penisola iberica attraverso Iryo, società partecipata da Trenitalia, promuovendo una visione lungimirante di cooperazione. italcamara-es.com

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L’ITALIA che fa IMPRESA CASE DI RISO TRASFORMARE GLI SCARTI DELLA LAVORAZIONE DI QUESTO CEREALE IN MATERIALI NATURALI PER L’EDILIZIA. COSÌ LA STARTUP BIELLESE RICEHOUSE HA CREATO UN ESEMPIO PERFETTO DI ECONOMIA CIRCOLARE di Michela Passarin 14 © suparat1983/AdobeStock

Una casa nella risaia in mezzo a un campo bru ciato. Un paesaggio tipico del territorio tra Biella e Pavia a set tembre e ottobre quando, una volta raccolto il riso, tutto quello che non si può mangiare viene dato alle fiam me. Nasce da qui l’idea di Ricehouse, startup innovativa fondata da Tiziana Monterisi, architetta specializzata in edilizia naturale, e Alessio Colombo, geologo, che hanno pensato di rici clare i residui della lavorazione del riso trasformandoli in materiali edili e biodegradabili. «Abbiamo capito che quello che restava sul campo per noi poteva diventare una grande op portunità, una grande materia prima. Così, abbiamo iniziato a fare esperi menti finché, convinti della bontà del progetto, nel 2016 abbiamo pensato di creare l’azienda», spiega Monteri si. Un esempio perfetto di economia circolare grazie alla quale i fondatori hanno vinto il Compasso d’Oro, il più prestigioso premio dedicato al desi gn italiano, e ricevuto una men zione speciale all’Eni Award 2022.

Ricehouse ha infatti innovato la filie ra dei sottoprodotti del riso, creando un’opportunità per realizzare nuovi materiali destinati a un’architettura sostenibile. La startup fa da raccor do tra il mondo dell’edilizia e quello dell’agricoltura, creando un’oppor tunità di rigenerazione che risolve il problema dell’impatto ambientale delle costruzioni e quello dello spre co di risorse agricole.

Riso e architettura: da dove nasce questo binomio un po’ insolito? Sono un’architetta con specializza zione in ecologia e da sempre cerco soluzioni naturali per rendere l’attività delle costruzioni non altamente in quinante come è oggi, ma sostenibile e rigenerativa. Poi, 20 anni fa sono an data a vivere nel biellese e il paesag gio della risaia mi ha suscitato tante domande. Ho imparato a conoscere questo prodotto e soprattutto i suoi scarti. L’Italia è il primo produttore di questo cereale in Europa e il 50% di tutta la lavorazione avviene tra Biella e Pavia.

Ricehouse ha un forte legame con il territorio, quindi. Colla borate con altre azien de della zona?

Certamente, è uno dei punti focali del nostro progetto. Siamo una startup innovativa, ma anche una società be nefit: abbiamo la mission del profitto, ma vogliamo raggiungerlo in manie ra etica, minimizzando l’emissione di CO 2 e rispettando l’ambiente e la società. Per questo abbiamo cercato di creare una filiera sul territorio che parte dall’agricoltore e dagli stabili menti che trattano il riso con processi industriali, per arrivare al mondo della trasformazione delle materie prime fino ai cantieri. Tutto avviene nel rag gio di 300 chilometri: raccogliamo lo scarto della lavorazione del riso tra Biella e Pavia e realizziamo i nostri prodotti tra il Piemonte e il Veneto. Il 2022 è stato per voi un anno ricco di riconoscimenti. Sì, davvero pieno di soddisfazioni. Ab biamo vinto il Compasso d’Oro: per la prima volta la giuria ha scelto di pre miare un materiale e non un oggetto. E questo per noi è stato molto signi ficativo perché focalizzarsi sulla ma teria anziché sul prodotto finito può veramente cambiare il mondo del design e dell’architettura. A ottobre, poi, abbiamo ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella l’Eni Award 2022, con la menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship per l’innovatività e la sostenibilità del nostro progetto imprenditoriale. E, non ultimo, ho ot

Un’abitazione costruita con materiali naturali e progettata dalla startup Ricehouse © Barbara Corsico

tenuto poche settimane fa il premio Women for Women da Bain & Com pany, società di consulenza strategica: un riconoscimento che riassume i no stri tre pilastri di innovazione, sosteni bilità e gender parity, che io promuovo fermamente all’interno dell’azienda. Tanti premi, ma anche tanti risultati… Sì, abbiamo realizzato già una cin quantina di edifici tra l’Italia e la Sviz zera e più di cento cantieri hanno utilizzato i nostri materiali biodegra

dabili e con un impatto ambientale pari a zero.

Un progetto in particolare al quale siete legati?

A novembre abbiamo inaugurato un cantiere a Milano, in periferia, per un lavoro significativo di rigenerazione urbana su quattro torri di proprietà dell’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale (Aler). Le oltre 200 unità abitative del complesso, grazie agli incentivi statali, saranno completa

mente riqualificate dal punto di vista energetico per abbattere i consumi. È un progetto a cui tengo molto perché è partecipato dal basso: abbiamo la vorato per anni con gli inquilini prima di arrivare in cantiere. Oltre al cap potto termico in lolla di riso, saranno realizzati tetti a giardino per ricreare la biodiversità: in pratica questo edifi cio, nella sola fase di cantiere, andrà a sottrarre circa 250 tonnellate di CO2 Nei prossimi due anni, il Politecnico di Milano farà le valutazioni dell’impat to ambientale, mentre l’ateneo Iulm si occuperà di misurare la ricaduta sociale del piano, per capire come migliorerà la vita del quartiere e so prattutto degli inquilini. Un progetto sfidante e appassionante allo stesso tempo.

Il vostro obiettivo per il futuro?

Cambiare il mondo delle costruzioni: vorremmo che diventasse un setto re veramente rigenerativo e non solo energivoro ed estrattivo. Non so se ci riusciremo, ma continuiamo a provar ci con piccoli progetti. Un mattone di riso alla volta.

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che fa IMPRESA
ricehouse.it ricehouse
L’ITALIA
© Barbara Corsico
© Ricehouse
Il tetto di una casa in materiale biodegradabile ricavato dagli scarti agricoli del riso Alessio Colombo e Tiziana Monterisi, fondatori di Ricehouse

AGENDA

a cura di Irene Marrapodi - i.marrapodi@fsitaliane.it e Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save the date DICEMBRE 2022

SALVADOR DALÍ THE EXHIBITION

NICHELINO (TORINO) FINO AL 19 FEBBRAIO 2023

Le cucine storiche della Palazzina di caccia di Stupini gi accolgono per la prima volta i poliedrici capolavori di Salvador Dalí. Tra i più conosciuti ci sono le sculture in bronzo, affiancate da libri illustrati e oggetti in pasta di vetro. Opere che hanno girato il mondo tra cento musei internazionali e sono state apprezzate da oltre 12 milioni di persone.

Lungo il percorso, si propone in tutta la sua magia il gio co delle connessioni e delle trasformazioni. Le ossessio ni visive dell’artista prendono forma attraverso la mani polazione fisica degli oggetti. Tra le creazioni del genio spagnolo, La danza del tempo II e L’elefante spaziale mo strano i due simboli identificativi di Dalí: l’orologio molle e l’elefante con le gambe sottili, che rappresentano la relatività del tempo e la distorsione dello spazio. La mo stra, prodotta da Next Exhibition in collaborazione con The Dalí Universe, fa conoscere al grande pubblico an che le opere in vetro-cristallo, i mobili e i gioielli realizzati

dal Maestro del Surrealismo. Tra questi due preziosissimi Caducei, serpenti attorcigliati in oro 18 carati, argento e ametista. A rivelare le sue capacità di illustratore, infine, contribuiscono alcune grafiche a colori come Dopo dieci anni di Surrealismo e Immaginazioni e oggetti del futuro daliexhibition.it

ZEROCALCARE. DOPO IL BOTTO  MILANO FINO AL 7 APRILE 2023

Inaspettato come un meteorite, il Covid-19 ha incrinato le fondamenta del mondo conosciuto, mandando in crisi l’umanità. E, allo stesso tempo, offrendole la possibilità di creare una base migliore, ripensando i legami collettivi. Ma per Michele Rech, alias Zerocalcare, non è successo. Dopo il botto è il nome scelto dal fumettista romano per la mostra alla Fabbri ca del vapore che analizza con spietata ironia i progressi non avvenuti a seguito della pandemia. Un’opera site specific, 500 tavole originali, vi deo, bozzetti e illustrazioni gettano luce sulla frammentazione di alcune battaglie sociali, sulle paure acuite da una crisi mondiale e dalla guerra, sulla solitudine e lo sfaldamento comunitario. Ma anche sulle realtà che resistono, con impegno e fiducia. fabbricadelvapore.org

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Defend Afrin (2018) di Zerocalcare Courtesy Zerocalcare
La danza del tempo II (1979-1984) di Salvador Dalí
©
AIP - Art Investment Partners SL

STREGHERIE

MONZA FINO AL 26 FEBBRAIO 2023

Le sovversive della storia sono protagoniste dell’espo sizione ospitata all’ultimo piano della Villa reale di Monza, chiamato il Belvedere. Stampe antiche, trattati cinquecenteschi, locandine cinematografiche e amuleti provenien ti dal Museo della stregoneria e della magia di Boscastle, in Cornovaglia, ricostruiscono l’intrigante figura femminile del la strega, tra verità e leggende. Con un allestimento ispirato al film Suspiria di Dario Argento, il percorso della mostra è strutturato come un “viaggio iniziatico” nell’esoterismo, al termine del quale comprendere in quale tipologia di strega identificarsi. Sempre accompagnati da sussurri, urla e voci intente a recitare antichi rituali, o dalle storie scritte sul tema dalla drammaturga Magdalena Barile. stregherie.it

PRODIGY KID. FRANCESCO CAVALIERE

RAVENNA FINO ALL’8 GENNAIO 2023

La mostra è intitolata a Leonardo Pivi, nato nel 1965, e a Francesco Ca valiere, del 1980, due artisti visivi che dal 2018 hanno fatto convergere le loro pratiche nella creazione di sculture e installazioni a soggetto fanta stico. L’esposizione nel Museo d’arte della città di Ravenna (Mar) presen ta un allestimento sperimentale in cui l’archeologia dialoga con le loro opere contemporanee, accogliendo sia l’attività condivisa che le espe rienze singole. In particolare, tra i lavori realizzati insieme, sono esposti il Ciclo del Solimandante, ispirato allo scrittore francese Raymond Rous sel, e l’installazione Anubis vs Baboon (2019), affiancata all’antico mosai co di Anubi, conservato solitamente a Rimini e per l’occasione visibile al Mar. In mostra anche i lavori dedicati alla leggenda del Mostro di Raven na, tra cui un prezioso disegno di Leonardo da Vinci riconducibile a una delle sue iconografie circolate nei primi decenni del ‘500. mar.ra.it

GIULIO II E RAFFAELLO

BOLOGNA FINO AL 5 FEBBRAIO 2023

Al centro della mostra, che descrive una nuova stagione del Rinascimento nella città emiliana, c’è il prestito eccezionale del Ritratto di Giulio II, opera di Raffaello Sanzio conservata alla National Gallery di Londra. Nella Pinacoteca nazionale sono ospitati altri capolavori che sottolineano la presenza in città dell’artista, ma anche di Michelangelo e Bramante, nel periodo in cui papa Giu lio II della Rovere, a partire dal 1506, riconduce Bologna sotto il dominio della Chiesa. Tra le opere si possono ammirare l’Estasi di Santa Cecilia di

e sono messe a confronto anche due opere del Parmigianino: la Santa Mar gherita della Pinacoteca con la Madonna di San Zaccaria degli Uffizi. L’even to propone in abbinamento un itinerario attraverso nove luoghi emblematici dell’epoca, dalla Pinacoteca alla basilica di San Petronio. pinacotecabologna.beniculturali.it

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E LEONARDO PIVI Raffaello Sorcières (1888) di Joseph Apoux, Collezione Invernizzi Eidolon Acquaflame Creature di Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi (2022) © Chiara Pavolucci Ritratto di papa Giulio II (1511/1512) di Raffaello Sanzio © National Gallery, Londra

CIRCUMNAVIGANDO

GENOVA FINO AL 30 DICEMBRE

Esplorare il potenziale espressivo del corpo nell’ambiente urba no. Questo l’obiettivo della 22esima edizione del Festival interna zionale di circo teatro, quest’anno intitolata Architetture circensi, che porta nelle strade e nelle piazze cittadine le acrobazie di 18 compagnie internazionali. Oltre alle iniziative che per tutto il mese animano il Teatro nazionale di Genova, il Teatro della tosse e il Palazzo ducale, sono previste azioni performative anche nell’area archeologica di San Donato, nel vicino comune di Campomorone e in periferia con il progetto #Circodiquartiere. circumnavigandofestival.it

MR & MRS CLARK

PRATO FINO ALL’8 GENNAIO 2023

Quaranta look, dal primo abito a pois del 1965 fino alle creazioni del 1974, ma anche taccuini, foto d’autore, disegni inediti e video con sfilate di moda compongono la prima esposizione in Italia – ospitata al Museo del tessuto – dedicata alla coppia di stilisti Ossie Clark e Celia Birtwell. Lui, protagonista della Swinging London, debuttò nel 1964 con i disegni per la boutique Quorum di Chelsea e divenne celebre per le forme ico niche di abiti a vita alta e pantaloni svasati con pattern floreali. A scuola conobbe Celia, diventata poi sua moglie, la prima a produrre tessuti per arredamento seguendo l’optical art. Insieme hanno definito lo stile in confondibile del Flower Power. museodeltessuto.it

LUCCA PUCCINI DAYS

LUCCA FINO AL 29 DICEMBRE

Nella città che ha dato i natali al compositore Giacomo Puccini e nel mese che l’ha visto nascere e morire, un susseguirsi di concerti al Teatro del giglio ne celebra l’eredità artistica. Mada ma Butterfly, La fanciulla del West e Turandot sono le tre opere intorno a cui ruota il festival, che invita ad aprirsi a culture diver se, proprio come le arie pucciniane rendevano omaggio alle bellezze di mondi lontani. Tra gli appuntamenti da non perdere il concerto di Natale Quanto cielo, quanto sole, quanto mar - Il fascino del Giappone nell’opera europea con il soprano Yasko Sato e l’orchestra della Filarmonica Arturo Toscanini. In pro gramma anche spettacoli di teatro e danza per ragazzi, lirica giapponese, masterclass e conferenze. teatrodelgiglio.it

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AGENDA
Lo spettacolo La punta del mio naso della compagnia Kolektivo Konika La statua di Giacomo Puccini a Lucca © Kolektivo Konika The Souper Dress (1967) con la riproduzione della Campbell’s Soup, uno dei soggetti preferiti di Andy Warhol © Campbell Soup Company, collezione Massimo Cantini Parrini © Roberto Giomi

VIRGINIA WOOLF E BLOOMSBURY. INVENTING LIFE

ROMA FINO AL 12 FEBBRAIO 2023

Nel 1905, ogni giovedì sera, un gruppo di giovani donne e uomini inglesi si riuniva nella casa al numero 46 di Gordon Square, nel quartiere di Bloomsbury, a Londra. Lì viveva l’intellettuale Vir ginia Stephen, che solo dopo il matrimonio con Leonard Woolf assunse il cognome con cui tuttora è conosciuta. Oggi Palazzo Altemps, nel cuore di Roma, ospita una mostra dedicata al fer mento culturale che animava quell’appartamento, decisivo per il fiorire di figure di spicco della società, come l’economista John Maynard Keynes, il critico e pittore Roger Fry e la stessa Woolf. Con un percorso articolato in cinque sezioni, la rassegna rende omaggio ai pensieri e al tentativo del gruppo di Bloomsbury di “inventare la vita” in modo più libero ed equo. museonazionaleromano.beniculturali.it

PALERMO FINO ALL’8 GENNAIO 2023 Macchie di colore vivace abbozzano le sagome degli oggetti poveri della quotidianità siciliana: dall’Apecar pronta a sfrecciare tra i vicoli, all’ombrellone chiuso al crepuscolo, fino alle lenzuola bianche stese al sole. A dieci anni dalla scomparsa di Andrea Di Marco, uno dei fondatori della Scuola di Palermo, la sua città natale espone circa 30 lavori dell’artista nelle sale di Palazzo Bran ciforte, gioiello cinquecentesco restaurato dall’architetta Gae Aulenti. Gli oggetti, ri tratti tra attesa e pigrizia, richiamano le pic cole proprietà lasciate in pegno, con il loro bagaglio emotivo di malinconia e speranza di tornare un giorno tra le mani del proprietario. Da qui il singolare nome della mostra, semplice e circostanziato. archivioandreadimarco.org

IL POSTINO DIETRO LE QUINTE PROCIDA FINO

AL 6 GENNAIO 2023

La bicicletta usata da Massimo Troisi nella sua ultima interpretazione cinematografica, Il postino, è uno dei cimeli esposti nell’isola Capitale italiana della cultura, dove è stata girata la pellicola. Nel complesso monu mentale di Palazzo d’Avalos trovano spazio 66 opere contemporanee, realizzate da 49 autori, giovani e af fermati, che raccontano chi era Troisi come uomo e in terprete. Ideata dal nipote Stefano Veneruso, la mostra raccoglie anche oggetti personali dell’attore napoleta no, come la scultura in bronzo Eccomi qui - Pulcinella per Massimo Troisi, 1992, realizzata su commissione da Lello Esposito ed esposta all’ingresso della sua casa romana. scabec.it

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ANDREA DI MARCO. PEGNO Musical Group (1913 ca) di Paul Nash © National Portrait Gallery, London La bicicletta usata da Massimo Troisi nel film Il postino Apecasse L11 (2010) di Andrea Di Marco

LA CANTINA ROENO DELLA FAMIGLIA FUGATTI, ELEGANZA E TRADIZIONE

Siamo sulle sponde del fiume Adige, nella valle che porta il suo nome, con lo sguardo sul Monte Baldo, dove si subisce il fascino di un territorio che pare sospeso nel tempo. Una bellezza immutabile. La famiglia Fu gatti coltiva qui da generazioni le viti che disegnano il panora ma, realizzando vini che esprimono l’eleganza e la freschezza minerale dei terreni tra Veneto e Trentino. Cristina, la sorella Roberta e il fratello Giuseppe guidano la cantina di Belluno Veronese seguendo direttamente ogni fase enologica e pro duttiva, oltre all’agriturismo e a una locanda con cucina locale abbinata alle diverse etichette Roeno.

Il Dèkatos respira il vento delle latitudini trentine, dove la vo cazione per i grandi spumanti Metodo classico ha scritto belle pagine della storia enologica italiana. Cento mesi di perma nenza sui lieviti. Il Riesling Renano Collezione di Famiglia na sce da un vitigno unico e sensorialmente irripetibile per un vino armonioso.

Il Cristina Vendemmia Tardiva è intenso e persistente nella dolcezza mai eccessiva. Altra gemma è Enantio Riserva 1865 Prefillossera. Viti di oltre 150 anni che sprigionano forza e no biltà, un vino che affonda le radici nel tempo e ne restituisce una profonda emozione, figlio di un’agricoltura autentica che la famiglia Fugatti ha reso contemporanea senza smarrirne la tradizione. cantinaroeno.com

LA CUCINA DI ROBERTO DI PINTO AL SINE: EMOZIONE, RICORDO, ENERGIA

Eleganza e stile, contemporaneità e sostanza, tecni ca e allegria. Sono i binomi che si vivono frequen tando questo ristorante di Milano, Sine by Di Pinto, che decisamente esprime il carattere del suo chef e patron. Lo chef Roberto Di Pinto è di Napoli e ne possiede la forza e la gioia che, unite a una profonda esperienza, gli consentono di elaborare con creatività i suoi piatti. Ora con minimalismo, come nell’Ostrica al pisco sour, ora con didascalica ironia, come nel predessert dedicato a Diego Armando Marado na, ora con ricchezza come nel Risotto al latte di mandorla, caviale e caffè di verdure. Minimo comune denominatore è il sapore che affascina per equilibrio e contrasto nel medesi mo tempo. Capitone, foie gras e mela verde oppure Sgom bro, tzatziki, rapa rossa e salicornia ne sono ghiotta dimo strazione. Il Piccione, babaganoush, melograno e ostrica è una tavolozza di cotture e consistenze. Gran lavoro in cucina con una brigata giovane e motivata. La chef’s table con vista e menù dedicato è un’esperienza da vivere. Sala accogliente e servizio perfetto, con Andrea Primerano e Sabrina Fumagalli: danze e sorrisi, gesti misurati e compe

tenza. Andrea Gaito, maître e sommelier, cura una carta dei vini che si muove con il medesimo obiettivo dei piatti: soddi sfare pienamente il cliente. Nel capitolo dessert, Eruzione è un trionfo di sapori. sinerestaurant.com

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La famiglia Fugatti Gnocchi ripieni di ricotta ed erbette, tartufo e crudi di scampi dello chef Roberto Di Pinto

PRONTI AI BRINDISI DELLE FESTE CON LE BOLLICINE DI MONTAGNA DI FERRARI TRENTO

Le festività che si avvicinano chiamano a gran voce bollicine di qualità, simbolo della convi vialità e della gioia. Ferrari Trento, simbolo ita liano del Metodo classico, scrive una storia di passione da 120 anni, quando Bruno Lunelli la raccolse da Giulio Ferrari per continuare a narrarla. Oggi i nipoti di Bruno, terza generazione della famiglia, dedicano al caposti pite il Ferrari Riserva Bruno Lunelli 2006, realizzato in soli 6.891 esemplari numerati. Un vino complesso e articolato nei profumi e nelle sen sazioni che caratterizzano il sorso, con una lunghissima persistenza della bollicina che regala forza ed elegan za. «Un atto di amore e riconoscenza verso nostro non no», sottolinea Matteo Lunelli, presidente e ammini stratore delegato di Ferrari Trento, «una sintesi perfetta dei suoi valori e del suo spirito visionario». Da stappare per le Feste e non solo la raffinata gamma delle bollicine della cantina trentina, tra le quali la linea Maximum con il Rosè e il Blanc de Blancs. Il primo rega la al naso piene sensazioni aromatiche e note di frutta esotica, con un sorso rotondo ed equilibrato. Il secondo spicca per freschezza e fragranza della frutta matura e scende al palato con fascino agrumato e minerale. Un must anche il Giulio Ferrari Riserva del fondato re, lunghi anni sui lieviti nel silenzio della cantina per consegnare un’intrigante nota floreale e una profonda e vellutata persistenza. Un vino capace di reggere con stile l’incedere del tempo. ferraritrento.com

TUSA ISOLA: LA MIXOLOGY DI ALTO LIVELLO CHE CELEBRA LE DONNE FAMOSE

Eva Kant a base di gin infuso allo zafferano e bitter al pompelmo, oppure Alda in nome della poetessa Merini. A Franca Valeri è dedicato un cocktail a base di rum bianco, ma anche Ornella Vanoni e Maria Callas hanno ispirato il talento del barman Yuri Tireno che mixa con maestria profumi e botaniche, di stillati, bitter e vermouth.

Il locale elegante guidato dall’imprenditrice Norma Gal damez, brillante padrona di casa, si trova nel quartiere Isola, zona della movida chic milanese. Arredi vintage essenziali nella sala accogliente e piacevole dominata dal bancone anni ‘50, rendono l’ambiente perfetto per gustarsi un cocktail. Anche i grandi classici sono in lista con qualche twist contemporaneo che li rende davvero intriganti. Ampio dehor esterno con vista sul passeggio e una scelta di ghiotti taglieri con prodotti selezionati di piccoli artigiani del gusto completano la proposta di un indirizzo sfizioso e di grande soddisfazione. Piena mente coerente con le tendenze raffinate della capitale meneghina.

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Una bottiglia di Ferrari Riserva Bruno Lunelli Norma Galdamez e Yuri Tireno del Tusa Isola a Milano

THE BAD

GIRL

DALL’8 DICEMBRE, CLAUDIA PANDOLFI DEBUTTA SU PRIME VIDEO INSIEME A LUIGI LO CASCIO CON UNA DARK COMEDY SULLA MAFIA

di Gaspare Baglio gasparebaglio

Sa essere intensa, ironica, commovente. Insomma, sa usare ampiamente tutte le sfaccettature della sua anima. Clau dia Pandolfi è una delle attrici più ta lentuose che abbiamo sulla piazza. Dopo il meraviglioso Siccità di Paolo Virzì, nel 2023 la vedremo nelle serie Noi siamo leggenda, su Rai2, Un pro fessore, su Rai1, I Leoni di Sicilia, su Di sney+, e Un’estate fa, su Sky. Dall’8 dicembre, invece, è protagoni sta, insieme a Luigi Lo Cascio di The Bad Guy, una dark comedy in sei epi sodi di Amazon Prime Video sull’in credibile storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che lotta contro la mafia e viene accusato di es sere uno dei criminali che ha sempre combattuto. Pandolfi interpreta Luvi, la compagna del protagonista. Cosa ti è piaciuto di lei?

Ho accettato questo ruolo con entu siasmo, perché la serie parla in ma niera dissacrante di mafia, giustizia, verità. Il mio personaggio ha una svol

ta inaspettata, ma non posso spoile rare di più. È un crime sui lati oscuri, con donne e uomini imperfetti, scioc chi, ironici e scaltri: ci si può identifica re nelle loro caratteristiche umane. La lotta e la dicotomia tra bene e male è il vero perno della nostra vita, bisogna capirne l’equilibrio nelle scelte che facciamo.

Le caratteristiche di Luvi che hai an che tu?

La capacità di riconoscere il bene e il male. Tutti dovrebbero imparare a farlo.

Come scegli i ruoli?

Io vengo scelta, ogni volta. Per diven tare Luvi ho sostenuto un super provi no e ho dovuto imparare diversi arti coli del Codice penale: dovevo avere dimestichezza con certi argomenti. Per ogni donna interpretata ho fatto un lavoro molto attento, così come in questa serie diretta da due registi straordinari, educati, entusiasti ed estremamente preparati: Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana.

Che rapporto hai con il viaggio? Contraddittorio. Sono abbastanza stanziale, mi piace spostarmi ma con l’idea di tornare. Per lavoro sono por tata a muovermi più di quanto vorrei: il mestiere che faccio è talmente bello che lo scopo vale il tragitto.

Il tuo viaggio più significativo?

La tournée teatrale per lo spettaco lo Io e mia figlia, nel 1995: era la pri ma volta che andavo via da casa, mi sembrava di non vedere la fine. Mi stavo affacciando alla mia nuova vita. Lì, forse, lavorando con persone sco nosciute, che non avevo scelto per fare quell’esperienza, sono diventata adulta.

Cosa diresti a quella ragazzina? Forse non le direi niente, ma le farei un occhiolino.

Parafrasando il titolo del serial, sei una bad girl?

Certo che lo sono, l’importante è te nerla a bada.

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WHAT’S UP
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Claudia Pandolfi nella serie The Bad Guy
WHAT’S UP
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© Nicola D’Orta

LA PASSIONE E

L’EMOZIONE

MALIKA AYANE VA IN SCENA AL TEATRO SISTINA DI ROMA, DAL 7 DICEMBRE, CON IL MUSICAL CATS. UNO SHOW CHE AMA FIN DA QUANDO ERA BAMBINA

Malika Ayane passerà il Natale a Roma con tutta la famiglia, gatti com presi. Dal 7 dicembre 2022 al 22 gen naio 2023, infatti, è in scena al Teatro Sistina, nei panni di Grizabella, con il musical Cats . Lo spettacolo, diret to da Massimo Romeo Piparo, a 40 anni dal suo debutto a Broadway ha ottenuto l’autorizzazione dall’autore, Sir Andrew Lloyd Webber, per esse re ambientato a Roma, in un’ipote tica e futuristica discarica di opere d’arte e reperti archeologici, con il Colosseo sullo sfondo. Una versione italianizzata in cui c’è anche un per sonaggio destinato a fare breccia nel cuore degli appassionati delle rotaie: Skimbleshanks The Railway Cat, che tradotto prende il nome di Freccia Rossa gatto star dell’Alta Velocità.

Dopo Evita torni al musical, quindi. Per me quel ruolo è stato un batte simo importante. Un’esperienza me ravigliosa ma davvero impegnativa. Ero stressata e tesa come una cor da di violino e, spesso, dimenticavo di divertirmi. Ora sono più grande,

serena, maggiormente consapevole di me stessa. E Cats è uno show che conosco da quando ero bambina: penso che Memory sia stato uno dei primi brani che ho cantato. Come sarà la tua Grizabella?

Amo le biografie dei grandi artisti: leggendo quelle di Aretha Franklin, Jane Fonda e Tina Turner ho com preso che l’unico modo per non morire giovani è vivere un periodo di decadenza, in cui non interessi a nessuno, sei fuori moda, a metà strada tra una giovane promessa e un esimio maestro. Le carriere e le vite sono fatte di queste onde, in cui sottovalutiamo la discesa verso il basso. La mia Grizabella, nono stante la sofferenza e la tristezza di essere respinta, è una gatta consa pevole di essere stata grandissima senza elemosinare nulla.

In cosa ti assomiglia?

Artisticamente parlando so far pian gere e far ballare. L’idea del dramma di Grizabella mi assomiglia molto. E, a livello strettamente musicale, le canzoni sono vicine alla scrittura classica, allo standard jazz e al pop.

Non a caso molte interpreti, per fare un po’ le fighe, cantano Memory L’importante è mettere in ogni nota la passione e l’emozione giusta. La scorsa estate sei tornata in tour. Com’è andata?

Dopo le restrizioni per la pandemia, era chiaro che le persone avessero bisogno di scambiarsi qualcosa ed è stato bello ritrovare questo mec canismo di fiducia. C’è necessità di emozionarsi, ricevere e dare amore, anche attraverso gli spettacoli. Nel la tournée estiva mi sono goduta il palco come il posto più bello del mondo. La regola era andare a suo nare ovunque, da posti meravigliosi a quelli più randagi. Cos’hai capito?

Siamo circondati da una spettaco larizzazione crescente, si vede da quante notizie girano sui vari feno meni del momento. Ma per me quel lo che conta – mettendoci sempre la massima cura – è fare musica e godermela.

malikaayane.com cats-italia.it

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di Gaspare Baglio gasparebaglio

DRITTO CUORE AL

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RED CANZIAN RIPORTA IN TOUR IL MUSICAL DEI RECORD CASANOVA OPERA POP, PRONTO A FARE INNAMORARE IL PUBBLICO. SI PARTE DA VENEZIA IL 3 DICEMBRE

di Gaspare Baglio gasparebaglio

Parte ufficialmente da Venezia il 3 dicembre il tour del ko lossal Casanova Opera Pop firmato da Red Canzian, che girerà l’Italia fino a marzo 2023. Un succes so capace di fare innamorare anche i produttori di Mamma Mia!, folgorati dalle musiche in grado di regalare «un fascino romantico a quello che succede on stage», come spiega lo stesso autore. «Fin dall’overture, l’inno a Venezia dei gondolieri, lo spettatore è coinvolto emotivamente. Inoltre, le scenografie di Massimo Checchet to del Teatro La Fenice sono molto belle e, con la realtà immersiva delle proiezioni, ci si dimentica di essere a teatro. Si ha l’impressione di muoversi tra le calli e piazza San Marco, insieme ai protagonisti dell’opera vestiti con i meravigliosi costumi di Stefano Nico lao».

Com’è il tuo Casanova?

Diverso. Arriva in scena dopo l’esilio di tre anni a Vienna e incontra le sue amanti: Rosa, Gretchen ed Elena Da Padova, cortigiana molto famosa, pre

sente addirittura nell’archivio di Stato: era soprannominata “caigo”, che si gnifica nebbia, perché era talmente bella da far sparire le altre. Quando Casanova incontra la giovane France sca Erizzo, però, si innamora e cambia. Cercherà di smascherare le malefatte dell’inquisitore corrotto, pronto a di ventare doge cedendo Venezia nelle mani della Contessa von Steinberg, al servizio dell’Austria. C’è anche l’intrigo politico, quindi.

Nella prima tournée il pubblico era entusiasta. Soddisfatto di questo successo?

Ho visto molti spettacoli, ma non mi è capitato molto spesso di assistere ad applausi a scena aperta. Devo dire grazie a tutto il cast e alla sensibilità dell’attore che interpreta il protago nista, Gian Marco Schiaretti: artista di musical tra i più ricercati al mondo, ha una voce unica con intonazioni che ri tenevo determinanti.

Casanova Opera Pop andrà anche all’estero?

Bisogna procedere per step: prima

si porta lo show in italiano in Paesi come Emirati Arabi, Corea e Taiwan.

Poi bisognerà venderlo in Germania, Francia e Spagna, adattato nelle loro lingue. L’ultimo passo, il più difficile, è in inglese, a Londra.

Stai portando in scena anche il reci tal Stasera non sono solo, in cui duetti virtualmente con tanti amici in video. Il 10 dicembre suono a Merano con l’orchestra. E sarò all’Ara Pacis di Roma per un live natalizio. Poi mi de dico solo a Casanova e riparto a mag gio.

Buoni propositi per il 2023?

Un album di inediti che uscirà a set tembre o, nel caso in cui andassi a Sanremo, nel febbraio 2024.

Quindi torneresti al festival?

Ci andrei per fare vedere dove sono arrivato con la mia creatività. Non ho bisogno di vincere, ma solo di comu nicare. E si può fare anche in punta di piedi. Il palco è casa mia: voglio arriva re al cuore delle persone.

casanovaoperapop.it

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Angelica Cinquantini (Francesca Erizzo) e Gian Marco Schiaretti (Casanova) nel musical Casanova opera pop

LA CULTURA

FA TENDENZA

COME INVIATA DEL MAGAZINE TOP, SU RAI2, GLORIA AURA BORTOLINI RACCONTA STORIE E CURIOSITÀ SU VILLE, CASTELLI E MUSEI ITALIANI ED EUROPEI

Reporter, documentarista e storyteller. Gloria Aura Bortolini, trevigiana, classe 1982, fa parte del team di inviati che ogni settimana conduce i telespet tatori alla scoperta delle ultime cu riosità su moda, costume e made in Italy nel magazine di Rai2 Top - Tutto quanto fa tendenza. In ogni puntata, il sabato pomeriggio alle 15 fino al 29 aprile, c’è una città diversa da scoprire per la squadra guidata dalla condut trice Greta Mauro e di cui fanno parte anche Valeria Oppenheimer, Marco Scorza, Guenda Goria, Elisa Scheifler e Bianca Luna Santoro. Si raccontano i trend del momento e l’artigianato più esclusivo, ma anche i tesori e le bel lezze italiane ed europee. Come nasce la tua passione per le storie e i luoghi?

Ho cominciato con la fotografia, mi piace perché può rivelare l’anima delle persone anche attraverso un dettaglio. Poi mi sono dedicata al do cumentario, perché l’altra mia grande passione è il cinema: a Treviso, la mia città, ho dato vita all’Edera Film Festi val, dedicato ai film indipendenti pro dotti da registi under 35. Infine, sono passata dall’altra parte dell’obiettivo e ho cominciato con il giornalismo, fra interviste, reportage e podcast.

Da quanto tempo lavori a Top - Tutto quanto fa tendenza?

Questa per me è la terza edizione. Nella prima mi sono dedicata alle tendenze nelle capitali europee, so

prattutto a Londra, città cosmopolita. Poi la pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere e ci siamo concentra ti sulle eccellenze del made in Italy a Venezia, Firenze, Roma e Napoli. Ab biamo raccolto le storie di artigiani le gati a questi luoghi in cui il nostro sa per fare viene valorizzato. Nell’ultima edizione, invece, mi occupo dei luoghi di cultura: viaggio fra ville, castelli e musei e cerco di proporli in chiave cu riosa, personalizzandoli e portando in tv un po’ del mio mondo. Giro sempre con la macchina fotografica e, spesso, i dettagli che trovo diventano spunti per altri racconti. C’è un luogo che ti è rimasto nel cuo re?

Da appassionata di cinema, sicura mente il settecentesco Palazzo Gangi, a Palermo, dove è stata girata l’iconi ca scena del ballo nel film di Luchino Visconti Il Gattopardo Un oggetto che non può mancare nei tuoi viaggi?

Oltre alla macchina fotografica, un diario dove lasciare scorrere parole e pensieri.

Qual è il tuo rapporto con il treno? È in assoluto il mio mezzo preferito, appena posso lo scelgo per raggiun gere le mie destinazioni. Mi piace perdermi nei paesaggi attraversati. E mi lascio sempre ispirare da quel che vedo dal finestrino.

gloriaaurabortolini.com gloria_aura_bortolini

30 WHAT’S UP
bergader.it
Il gusto della montagna ogni giorno sulla tua tavola.

UN TRENO DI LIBRI

STUPORE

NELL’ULTIMO LAVORO DI ZERUYA SHALEV LA STORIA DI DUE DONNE, ATARA E RACHEL, E DEI LEGAMI FAMILIARI CHE LE UNISCONO IN NOME DEL CONFLITTO

Non c’è dinamica coniu gale o familiare che nei romanzi di Zeruya Shalev alla fine non si risolva in conflitto. Mariti e mogli, genitori e figli, fra telli e sorelle, tutti vulnerabili e re criminanti, oltremodo risentiti, sog ghignanti, gravati da sensi di colpa spesso immotivati ma pur sempre tormentosi, si volgono gli uni contro gli altri invocando ciascuno il proprio diritto a esistere. E cioè a dibattersi nella confusione che impedisce alle loro vite di raggiungere il porto paci fico di una relazione risolta, costrin gendole nel mare in burrasca che annienta e disperde, eppure, strana mente, tonifica, perché niente è più vitale del conflitto.

In Stupore Shalev offre la ribalta ad Atara, architetta cinquantenne che al primo marito, il mansueto e sollecito Doron, ha preferito il più introverso e litigioso Alex, narcisista e permalo so, ma appunto vitale, infinitamente più vitale nel suo egoismo, talvolta sfacciatamente esibito perché in sopprimibile, dell’ex marito, pure dotato di un buon senso disarmante. Anche Atara è inquieta e non meno litigiosa, inspiegabilmente infeli ce, nonostante la realizzazione del suo desiderio più grande, sposare quell’uomo coniugato come lei, di nome Alex. Anni prima non ha esita to a strappare Abigail, la figlia avuta

da Doron, a un contesto di idilliaca serenità chiedendole, per amor suo, di reinventarsi in una nuova famiglia, con dei fratelli acquisiti, e il patri gno, il pungente Alex, sempre pron to a contenderle l’adorata madre. E adesso, nel fare i conti con il proprio egoismo e il senso di colpa che ne deriva, Atara si risolve a pensare che dopotutto ne è valsa la pena, per ché vivere accanto ad Alex in modo conflittuale l’ha resa migliore rispet to alla donna che viveva accanto a Doron in modo pacifico. E che dire di Rachel, l’altra protago nista del romanzo: dall’alto dei suoi 90 anni, un terzo dei quali speso nella resistenza contro l’invasore inglese, al tempo della fondazione dello Stato di Israele, contempla or mai fuori dai giochi la sua vita pas sata, sentendosi al tempo stesso invischiata nel presente non tanto dai ricordi che rocambolescamente la portano sulla strada di Atara, alla quale dovrà rivelare un segreto sul padre che nessuno conosce, quanto dai rapporti involuti con il figlio mag giore Yair, astioso e astrattamente rivendicativo, e ciononostante più amato del secondogenito, Amichai, il rabbino, un uomo gentile e ponde rato che si prodiga senza riserve per la madre inquieta, ancora combatti va e sarcastica. Lotta per riportarla sulla via maestra della salvezza in

teriore, una mano tesa che Rachel ri fiuta infastidita, come rifiuta, nel suo laicismo orgoglioso, la religiosa de vozione a un’idea di bontà superiore. La saggezza, sembra ci dica Shalev, non appartiene veramente alla vita. Chi sceglie di vivere lotta. E sbaglia. Senza moralismi. Contro ogni forma di stoicismo. Sbagliare, sbagliare e ancora, sbagliare. Altra possibilità non è data.

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Feltrinelli,
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Invito alla lettura
pp. 313 €
di Massimiliano Catoni [autore, editor e docente di Molly Bloom*]

Farselo bastare

Alla fin fine tutte quelle delusioni le hanno fatto bene, pensava a volte, perché chi è troppo protetto resta vulnerabile mentre chi è abbando nato a se stesso si tempra, cosa che era successa a lei, tanto da portar la a credere che le doti del partner contassero meno di quelle che si acquisiscono grazie a lui. La perso na che lei è diventata accanto ad Alex è molto migliore di quella che era accanto a Doron, e ogni tanto se ne compiace, ogni tanto se lo fa bastare.

[…]

Su questa terra Così tante persone in quegli anni erano morte e avevano continua to a vivere, a vivere e continuare a morire, ovunque nel grande e tre mendo mondo. Era il più crudele dei secoli, saturo di violenza omicida e malvagità, dolore e sofferenza. An che il loro giovane Stato risorto nella terra atavica, piccolo territorio divi

no per il quale avevano combattuto con un eroismo supremo si andava riempiendo di morti che cammina vano, sradicati dai quattro angoli del mondo, e nessuno più a ricordare i compagni di lei. Di notte bussavano alle finestre rotte del suo sonno, vivi per noi, Rachel, realizza i nostri so gni, rendi eterni i nostri nomi, e ogni volta si udiva anche la voce roca di lui, invano abbiamo combattuto, Ra chel, su questa terra pesa una ma ledizione.

[…]

Ogni notte ce ne andiamo «Stanotte pensavo che me ne sta vo andando», racconta al figlio mi nore quando lui la chiama come fa sempre alla vigilia del giorno festivo per augurarle buon sabato, e lui ri sponde con la sua bella voce: «molti sono i pensieri nel cuore dell’uomo ma vale il consiglio del Signore. Ogni notte ce ne andiamo, mamma, il tempo se ne va goccia a goccia come i battiti del cuore. Fra un bat tito e l'altro c'è la morte. Ti ricordi il cuore e la sorgente?» «Ricordo a malapena», stringe le

labbra. Non di questo vorrebbe par lare con lui, piuttosto del fratello che la fa così soffrire, ma lui va avanti come suo solito, «alla fine di ogni giornata la sorgente è quasi a secco perché è finito il tempo, allora il cuo re concede in dono ancora un giorno e così salva tutto il mondo».

«Non so se sia un dono o un casti go», sospira, «vorrei andarmene, ormai. Ho avuto una conversazione tremenda con tuo fratello, ieri. Non reggo più, non capisco perché lui ce l'abbia così tanto con me», e il figlio dice, «neanche lui capisce, mamma, la collera spazza via la sapienza. Mi dispiace tanto per te, e ancor di più per lui. È tutta una vita che respinge la propria luce».

«Solo la sua mamma, respinge», protesta lei, «altro che la luce». […]

«Che ne dici di un uovo sodo?» Si sveglia con un dubbio, che viene inghiottito da un altro dubbio più grande e famelico: ha l'impressione che qualcosa sia cambiato nel mon do ma non sa cosa, non sa neanche se in bene o in male. Era di questo

UN TRENO DI LIBRI 34 © Mary Long/AdobeStock

che discutevano i corvi, bucando il suo sonno con le loro stridule gri da? Allarga le lunghe braccia, cer ca di afferrare i pensieri ma quelli sfuggono via, sprofondano in fondo al mare, si impigliano in cima alle fronde, sbucano dietro una nuvola grigia. Che strano questo nuvolone grigio in piena estate, non è che ha sbagliato strada e il suo nugolo lo ha lasciato indietro? «Alex, guarda», mormora, ma le persiane sono chiu se e anche i suoi occhi sono ancora chiusi, e il letto è vuoto, si dev'essere di nuovo svegliato prima di lei. Vor rebbe raccontargli qualcosa di quel che è venuto alla luce solo ieri, ma la parola "ieri" le desta uno stupore im provviso. «Ieri, ieri, ieri», mormora, che parola sorda, due sillabe casuali che si sono unite per formare una parola, come io e Alex che insieme abbiamo creato Eden. Solo in quel momento l'ieri si riem pie di colpo, trabocca di suoni e im magini, salta giù dal letto, sono già le dieci e mezzo, era un sacco che non dormiva così tanto, eppure è stanca come se avesse guidato per tutta la notte la sua utilitaria fra im

mensi autocarri. In camicia da notte, tutta spettinata, scende per le sca le, passa davanti alla stanza vuota di Abigail, alla stanza vuota di Yoab, alla stanza chiusa di Eden che starà di sicuro dormendo, trova Alex di steso sul divano in salotto quasi nel la stessa posizione, il piumone sul tappeto ai suoi piedi, le braccia in crociate sul petto ma gli occhi spa lancati e lo sguardo vigile.

«Eccoti! Stavo già pensando che non ti saresti svegliata mai più», di chiara, ha un'aria un po' strana con la divisa bianca che gli hanno mes so ieri al Pronto Soccorso, come se stesse per andare a giocare a tennis: si siede di fronte a lui sul tavolino di vetro, gli posa una mano sulla fronte.

«Mi sono scordata di mettere la sve glia, ero sfinita», dice, «tu come stai? Non sembra che tu abbia la febbre».

«Verso l'alba ha preso una piega po sitiva», riferisce con enfasi, come se si parlasse di un'operazione bellica, ha una parvenza di sorriso sulle lab bra un poco screpolate, «ma ho una strana sensazione, come se il mio corpo fosse suddiviso in tante par ti», aggiunge con quella sua serietà

esagerata, con il suo amor proprio. Ma questa volta non la indispone, anzi, domanda interessata, «davve ro? Quali parti?», come fosse il suo bambino tornato dall'asilo e lei si di vertisse a sentire il suo chiacchieric cio, seppure senza dargli peso. «Non saprei di preciso, come se ci fossero delle parti che si sono chiu se e altre che si sono aperte, forse?» dice con tono interrogativo, indican do il proprio corpo con un gesto non chiaro, un fiato acidulo viene dalla sua bocca o forse è quello di lei, che mormora, «strano davvero», e va in cucina a farsi un caffè, come quel la madre che non ha tempo e deve portare avanti una giornata appena cominciata, «Che vuoi mangiare?» domanda, «che ne dici di un uovo sodo con una galletta di riso? O uno yogurt?»

[…]

Lo sguardo sui vecchi mobili Scendendo per la superstrada va piano, ha in faccia un sole d'argen to rotondo come una luna piena che fende la cappa di calura fra i monti di Gerusalemme e il massiccio del

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Un assaggio di lettura
© Gorodenkoff/AdobeStock

UN

Carmelo. Fra le sue due città, una che ha abbandonato e l'altra che ha fatto propria. Fra i suoi due uo mini, uno che le ha dato la vita e l'altro con cui è fuggita per viver la, la propria vita. Il condizionato re le ronfa nelle orecchie, emette aliti tiepidi, neanche il finestrino aperto porta sollievo. Che spreco. Giornata sprecata, denaro sprecato, promessa sprecata. Così tanta fa tica per cercare di conversare con quella vecchia decrepita dal viso impenetrabile di sfinge, che l'ha re spinta manco fosse appestata. Non toccarmi, Rachel, sono colui che bestemmia, aveva urlato suo padre l'ultima volta che lei era andata a trovarlo. Non era forse per questo che l'aveva cercata? «Lasciala perdere, che cosa pensi di cavarne», le ha detto stamattina sua sorella, ma a lei comunque non importava niente, «sarà sicuramen te rincitrullita, figurati se si ricorda qualcosa, una di novant'anni». Ma a

quanto pare non era quello il pro blema. Ha una memoria eccellente, ma non gliene importa. Che cosa nasconde? Forse è solo che non le va di rievocare quel periodo. Mica tutti sono intrigati dal passato come te o ci ricavano di che vivere, anche se mai abbastanza.

All'ultimo momento si era pentita e per sicurezza aveva pure mobilitato quel gigante di suo figlio per bloc care con il suo corpo la conversa zione, le tue domande, tanto quelle esplicite quanto quelle non fatte. Che strano, era stata bene con lui. Certo, non l'aveva guardata dritto negli occhi, ma s'era accorta che era attento, che cercava di aiutarla a trovare quello di cui lei andava in cerca. Aveva risposto con gentilez za alle sue domande, raccontando la storia della loro famiglia. I suoi genitori si erano conosciuti subito dopo la fondazione dello Stato, era no entrambi reduci della Resisten za, il che rendeva loro difficile tro

vare lavoro, farsi strada nella vita. Suo padre era una persona sem plice, cordiale, faceva l'impiegato da Zim, la compagnia di trasporti, la madre era sempre un po' distac cata, immersa nel suo mondo. «La cosa faceva imbufalire mio fratello maggiore, ma io l'ho sempre presa com'è», aveva aggiunto con un sor riso, lisciandosi la barba grigio fumo con le grosse mani. «Immersa nel suo mondo?» aveva chiesto lei passando con lo sguar do sui vecchi mobili, per non im barazzarlo, una credenza di legno nero, un divano marrone scuro con dei cuscini scuri pure loro, che non davano nessuno colore. «Lavorava sodo e badava a noi, ma era come se non fosse mai del tutto con noi», aveva risposto, «parlava molto del periodo della Resistenza, dei suoi compagni morti che non avevano fatto in tempo a vedere quel che avevano costruito. Aveva tanta no stalgia di quegli anni».

ACCADEMIA MOLLY BLOOM*

La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business.  mollybloom.it

36 Un assaggio
di lettura
TRENO DI LIBRI © FrameAngel/AdobeStock

LA FAMIGLIA SHAW

Rebecca Kauffman

Edizioni Sur, pp. 220 € 17,50

Imperdibile romanzo corale di una scrittrice capace di cogliere sfumature, mai banali, attorno alle quali costruire personaggi indimenticabili. Tutto ruota intorno alla storia di una famiglia della Virginia fra gli inizi del ‘900 e la fine degli anni ‘50. L’autrice segue le vicende di sette fratelli e sorelle dopo la morte prematura della madre e ne ricama la rete di rapporti, ricordi, incomprensioni e segreti. Sullo sfondo ci sono la Grande Depressione, la Seconda guerra mondiale e gli albori della controcultura.

PRANZI D’AUTORE

Oretta Bongarzoni

Minimum Fax, pp. 125 € 20

Il Christmas pudding di James Joyce, l’omelette alle erbe di Sostiene Pereira, le quaglie en sarcophage del Pranzo di Babette, le melanzane all’amore di Gabriel García Márquez sono solo alcune delle ricette capaci di deliziare il morale proprio come un buon libro. L’autrice, guidata dalla curiosità e dalla lettura dei grandi classici, costruisce un ricettario godibile e ricco di nozioni. Del resto anche la cucina, come la letteratura, è parte integrante di una cultura.

RAGAZZE DI CITTÀ

Elin Wägner

HarperCollins, pp. 176 € 15

Arriva in Italia il romanzo, mai tradotto prima, di una delle pioniere del movimento femminista svedese.

A Stoccolma, agli inizi del ‘900, l’impiegata 25enne Elisabeth divide un minuscolo appartamento con Eva, Baby ed Emmy. Nonostante vivano in una società che non vede di buon occhio il desiderio di indipendenza delle donne, le tre ragazze condividono un’atmosfera allegra, solidale e stimolante, cercando un futuro migliore senza farsi intimidire dalle difficoltà.

MATTA Sebastián Matta

Treccani, pp. 288 € 29

Un volume illustrato con colori pastello e delicatezza in cui sono raccolti bigliettini, lettere, comunicazioni personali e disegni che il pittore cileno Sebastián Matta ha recapitato alla sua amica, collaboratrice e confidente Luisa Laureati. Tra saggi, passaggi biografici, schizzi d’autore e contributi critici di storici dell’arte, emerge il profilo inedito, intimo, quotidiano e meno noto di uno degli artisti più originali del ‘900.

IL LAMPADARIO

Clarice Lispector

Adelphi, pp. 282 € 19

Virgínia decide di tornare nella tenuta di Granja in cui è cresciuta con il fratello Daniel, tra stanze sempre più vuote e mobili che sparivano per essere venduti. Qui solo un lampadario, unico sopravvissuto di antichi fasti, ha resistito ed è diventato ricordo di un tempo perduto. Quando riparte, sul treno che la riporta di nuovo lontano dal luogo dell’infanzia, arriva a una considerazione: «Il posto dove si è stati felici non è il posto dove si può vivere». Uno struggente racconto visionario sull’iniziazione alla vita.

TI ASPETTO A CENTRAL PARK

Felicia Kingsley

Newton Compton, pp. 480 € 9,90

Dall’autrice di commedie brillanti e seguitissime arriva un nuovo romanzo, divertente e ironico. Knight è l’editor di punta della newyorkese Pageturner Publishing. Ha bestseller da record nel curriculum ma si sente minacciato dall’arrivo di Victoria.

I due si sfidano a colpi di pagine, finché non vengono a conoscenza di un segreto che potrebbe mettere a rischio le loro carriere. E da rivali giurati potrebbero ritrovarsi alleati per il bene dei libri.

37 Lo scaffale della Freccia a cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi

Invito alla lettura ragazzi

NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI

L’INCREDIBILE VIAGGIO DI UN BAMBINO AFGANO DAL PAKISTAN ALL’ITALIA NEL LIBRO ILLUSTRATO SCRITTO DA ALESSANDRA VIOLA E ROSALBA VITELLARO E TRATTO DAL BESTSELLER DI FABIO GEDA

«Nessuno mette i propri figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra». Dice così il verso più famoso della poesia Home di Warsan Shire, scrittrice britannica d’origine somala. Un’affermazione potente e puntuale che dà la misura di quanta fatica costi decidere di se pararsi dalle persone amate – specie un figlio – nella speranza di assicura re loro un futuro migliore. La storia vera di Enaiatollah Akbari ha un prologo simile: nato in Afgha nistan, è ancora piccolo quando sua madre lo lascia da solo in Pakistan per salvarlo dai talebani che vogliono portarlo via. Inizia da qui, per lui, un viaggio per la salvezza fino in Italia, attraverso l’Iran, la Turchia e la Gre cia. A raccontare per la prima volta l’incredibile vita di Enaiatollah è sta to lo scrittore Fabio Geda, nel 2010, con il best seller tradotto in tutto il mondo Nel mare ci sono i coccodril li. Oggi la sua storia rivive in un libro illustrato omonimo, rivolto ai lettori e alle lettrici più giovani, grazie alla scrittura compatta e delicata di Ales sandra Viola e Rosalba Vitellaro, già sceneggiatrici di uno speciale d’ani mazione sullo stesso tema prodotto da Rai Kids.

Pagine intense, in grado di commuo vere chiunque abbia voglia di capire

cosa significhi mettersi in mare, ma gari senza averlo mai visto prima, sfi dando la fame e la sete solo per gua dagnarsi il diritto di essere felici. La storia, narrata da Enaiat in prima per sona, ha una prosa semplice così da non tradire mai il punto di vista di un bambino che, nonostante le difficol tà, mantiene uno sguardo sognante sul mondo.

Le illustrazioni di Annalisa Corsi raf forzano le parole e traducono in im magini le fantasie di cui il protagoni sta si serve per interpretare la realtà. Le persone sconosciute hanno per Enaiat l’aspetto di alberi rugosi e la voce che suona come legna spezza ta. Uomini incastonati nella terra a cui appartengono, incapaci di tendere la mano a chi chiede aiuto. Al contrario, chiunque pratichi gentilezza ha sem bianze umane e parla una lingua pla netaria, diffusa e riconosciuta in tutti i Paesi.

Quella raccontata nel libro è una sto ria di speranza e di solitudine, perché «quando migri non hai il tempo di le garti a nessuno, devi salvarti». Que sto significa avvicinarsi e allontanarsi continuamente dai propri compagni di viaggio, sapere di poter contare solo su se stessi e magari decidere, nonostante questo, di condividere le proprie esigue risorse. Sono gesti di solidarietà che ricordano, a chi vuo

le cogliere la suggestione, l’ordine karmico per cui le azioni compiute da ogni persona coinvolgono altri esseri viventi, direttamente o indirettamen te.

Questa narrazione sulle migrazioni ha una forza inedita perché è diver sa da quella a cui siamo abituati. Non più un flusso di persone senza nomi e volti riconoscibili ma la storia di un singolo che, per quanto unica, assu me valore universale e riporta l’uma nità al centro, esattamente dove do vrebbe essere.

Baldini+Castoldi, pp. 160 € 18

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UN TRENO
LIBRI
DI

QUANDO ARRIVANO I CANI

Jessica Schiefauer

Camelozampa, pp. 304 € 16,90 (da 14 anni)

Quattro personaggi che tessono i loro destini. Esther e Isak vivono un amore coinvolgente e fisico e si sentono inseparabili. Anton, l’introverso fratello minore di Isak, è attanagliato dalla solitudine e fa di tutto per assecondare Ruben. Una notte Anton rientra con i vestiti sporchi di sangue e tutto frana: l’amore, la famiglia, un’intera comunità. Quando la violenza si insinua nella normalità del quotidiano il mondo crolla. Un romanzo che scuote le coscienze, miglior libro dell'anno per ragazzi in Svezia.

LE RAGAZZE

Annet Schaap

La Nuova Frontiera Junior, pp. 208, € 16,90 (da 9 anni)

Sette fiabe storiche reinventate per dare voce al nostro tempo. Al centro di ognuna un personaggio femminile che devia dal racconto tradizionale e diventa protagonista di una storia originale. La bella addormentata non si sveglia, la principessa tiene con sé il ranocchio, cappuccetto rosso desidera incontrare il lupo. Dopo il successo di Lucilla, l’autrice e illustratrice olandese ci regala un libro che invita a immaginare nuove strade, da percorrere sempre con gli occhi della meraviglia.

GABBIE

Guido Quarzo, Anna Vivarelli

Uovonero, pp. 192 € 16 (da 6 anni)

Un omicidio scoperto in un museo delle scienze. Una comunità di studiosi divisa tra darwinisti e creazionisti. Un ragazzo autistico, all’epoca dei fatti considerato pazzo, che diventa detective. Ambientato alla fine dell’800 a Torino, il racconto riflette sulle contraddizioni di una società in fermento tra gabbie, materiali e mentali, che condizionano le scelte. Anche in versione audiolibro.

NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS - IL RICETTARIO UFFICIALE

AA. VV.

Panini, pp. 192 € 35 (da 12 anni)

«Bimbi e bimbe di ogni età, ecco qualcosa che vi stupirà!». Con queste strofe inizia il primo brano di Nightmare Before Christmas, il film animato partorito dall’immaginazione del regista Tim Burton capace di creare un cult per grandi e piccini. Il ricettario non è da meno: 50 prelibatezze, per rendere il Natale spettrale e divertente, che arrivano direttamente dal re delle zucche Jack Skeletron. Non mancano idee per addobbi, inviti e creazioni fai da te. G.B.

MIO FIGLIO È UNO SGUSCIATO

Mimmo

Pesce

De Agostini, pp. 144 € 15,90 (da 12 anni)

Perché papà Mimmo e suo figlio Tommaso vanno tutti i giorni in gelateria anche se c’è una pioggia torrenziale?

E qual è il motivo per cui Tommi è così fissato con i cartoon Disney? Per scoprirlo si deve conoscere la realtà degli “sgusciati”, in cui suoni, colori ed emozioni passano attraverso un guscio speciale, simile a quello di una tartaruga, che ragazze e ragazzi autistici costruiscono per sentirsi protetti. Un libro delicato e ironico con la prefazione del leader del gruppo Elio e le storie tese. G.B.

E ORA VI RACCONTO CHEIKH MAESTRO DI FELICITÀ

Emanuela Nava, illustrazioni Anna Sutor Beisler, pp. 96 € 14,90 (da 13 anni)

I maestri di felicità conoscono vie nascoste verso la leggerezza e considerano le prove della vita avventure da cui è sempre possibile imparare. Cheikh Diattara è uno di loro. Suonatore di djembe e campione di basket in sedia a rotelle, è protagonista di una storia incredibile che inizia a Diender, in Senegal, e prosegue a Milano, dove apre una sartoria sociale in cui si realizzano abiti colorati e pieni di contaminazioni. Un viaggio tra Europa e Africa e un inno alla forza delle relazioni. A.A.D.

39 Lo
scaffale ragazzi
a cura di Claudia Cichetti
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FERMATA DEL MESE SULLE MONTAGNE DI BARDONECCHIA OLTRE 20 IMPIANTI DI RISALITA E 100 CHILOMETRI DI PISTE. DALL'11 DICEMBRE RAGGIUNGIBILI ANCHE CON IL FRECCIAROSSA MILANO-PARIGI DESTINAZIONE NEVE di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it 42

Il comune più a ovest d’Italia si trova nella provincia di Torino, più esattamente nell’alta Val Susa, e si chiama Bardonecchia. La montagna di Rocca Bernauda, compresa nella sua municipalità e posta proprio sul confine transalpino, segnala con una stele il punto più occidentale dello Stivale, e ci ricorda che questa terra ha rappresentato una zona di transito sin dai tempi antichi, contando il pas saggio di eserciti, pellegrini, mercanti e contrabbandieri al suono di lingue mescolate tra italiano, francese e occitano. Le ragioni per cui fermar si a Bardonecchia, dall'11 dicembre raggiungibile anche con il Freccia rossa che corre sulla linea Milano-To rino-Lione-Parigi, collegando l’Italia alla Francia, sono molteplici.

Durante la stagione invernale bisogna onorare la tradizione sciistica di que sta località, come sottolinea Alber to Surico, responsabile delle attività montane e sportive di Turismo Torino e provincia, l’ufficio che si occupa di promuovere il capoluogo piemontese e il suo territorio. «Bardonecchia ha rappresentato una delle prime locali tà internazionali da un punto di vista sciistico. Lo Sci club della città, nato nel 1908, è uno dei più antichi in Italia. E proprio qui, l’anno dopo, fu costru ito il primo trampolino italiano dove i due fratelli norvegesi Harald e Tryg ve Smith stabilirono diversi record nel salto, tra cui quello mondiale raggiun to da Harald». Da quel momento, il movimento spor tivo e turistico legato agli sci esplose a

Bardonecchia, ancor prima che nella vicina e più nota Sestrière. E, a ricordo della gloriosa impresa, ancora oggi la zona di accesso principale alle piste si chiama Campo Smith: qui troneggia un locale chiamato proprio Harald’s, in omaggio allo scandinavo più amato nella zona.

Bardonecchia vanta oltre 20 impianti di risalita e circa 100 chilometri di pi ste, circondate da una corona di ma estose montagne come la Pierre Me nue, la più alta vetta della Alpi Cozie settentrionali che, da oltre 3.500 me tri, domina l’abitato con la sua elegan te silhouette piramidale.

Tre aree sciistiche – Colomion-Les Ar nauds e Melezet, collegate sci ai pie di, e Jaffreau – lo rendono il secondo comprensorio per estensione intera

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Bardonecchia (Torino)
FERMATA DEL MESE 44
© Matteo Marchesini/EyeEm/GettyImages Passeggiata a cavallo tra le nevi

mente compreso in Piemonte, dopo la Vialattea. I versanti presentano di verse esposizioni al sole e ricevono un differente trattamento d’innevamento: il profilo dolce della prima parte del comprensorio prende avvio dalle basse quote, 1.300 metri, con un dise gno di piste adatte alle famiglie, ma si arriva a uno scenario del tutto diverso con i 2.800 metri dell’area del Monte Jafferau, dove la neve dura per tutto l’anno.

L’intermodalità è una delle caratte ristiche vincenti di Bardonecchia: la stazione ferroviaria, posta al centro del paese, è connessa a tre linee di bus che accompagnano gratuita mente i visitatori nei punti strategici della villeggiatura, tra alberghi, luoghi di svago e i vari punti di accesso alle attività sciistiche. Senza dimenticare l’aspetto più rilevante che ha facilitato

l’avvento dei flussi turistici, ovverosia l’estensione della rete ferroviaria che, sin dalla fine dell’800, ha fortemente accorciato le distanze tra Bardonec chia e i tre poli industriali del nord Ita lia, Milano, Torino e Genova.

L’inaugurazione del traforo ferrovia rio del Fréjus, che dal 1871 la collega a Modane, in Savoia, e del parallelo traforo stradale, aperto oltre un se colo dopo, hanno reso la città uno dei principali punti di accesso alla Francia e una delle più raggiungibili dagli ita liani, rispetto alla maggior parte delle località sciistiche geograficamente isolate. A Bardonecchia, dunque, si può arrivare con i treni ad Alta Velo cità da tutta Italia e dalla Francia, con i Regionali e con l’autostrada, essen do una delle rare zone montane con un’uscita dedicata. Per questo, il più grande centro della Val Susa con

ta su un patrimonio ricettivo di oltre 300mila presenze all’anno, distribuite per il 60% nei mesi invernali, mentre il restante 40% è presente da giugno a settembre.

Lo sci resta dunque l’attività turistica dominante, al fianco degli immanca bili percorsi a piedi con le ciaspole, del fondo e delle passeggiate a ca vallo anche d’inverno. Ma sono molti altri ancora i risvolti culturali di un ter ritorio che, per le sue caratteristiche di confine, presenta un patrimonio va riegato capace di spaziare dai reperti del XII secolo testimoniati dal Parco archeologico della Tur d'Amun, dove è presente anche l’antico castello me dievale di Bardonecchia, a una serie di cappelle con affreschi rinascimen tali disposte lungo le vie percorse dai pellegrini, fino al forte militare di Bra mafam, la più grande opera fortificata

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© Matteo/AdobeStock Bardonecchia al tramonto

di fine ‘800 delle Alpi Cozie. Molto frequentate, dunque, anche le attività non legate alla neve. La regina dell’estate è la bicicletta, sia nelle sue declinazioni mountain sia in quelle da strada, grazie alla presenza di salite importanti come quella al Colle della Scala che collega la Val di Susa con

la Val della Clarée, fino a Névache, in Francia, o come la salita allo Jaffe rau, per tre volte teatro di una tappa del Giro d’Italia. Spettacolare anche il tragitto che porta al ghiacciaio del Sommeiller e detiene il record di stra da carrozzabile più alta d’Italia, su perando i tremila metri di altitudine.

Notevole, poi, l’offerta per chi aspira a emozioni alpinistiche, con cime im portanti come quelle del gruppo del Thabor, dei Re Magi, o la Guglia Rossa. Bardonecchia rappresenta inoltre l’u nico accesso alla Valle Stretta, che da italiana è divenuta francese dopo la Seconda guerra mondiale, carat terizzata dalla presenza del monte Thabor e famosa tra gli appassionati di arrampicata per la mitica Parete dei militi, luogo di culto negli anni ‘70 e ‘80, e teatro di uno uno dei primi Rock Master, evento di punta di questo mo vimento sportivo. A chi non ama il brivido dell’altezza la località offre invece un’accoglienza ri lassante, nella sua conca a 1.300 me tri di altitudine che rende questa zona adatta anche per le vacanze estive, grazie a una morfologia in grado di riparare dai venti di tramontana e un territorio ampio e non ripido. Fu sco perta come luogo di villeggiatura dal turismo d’élite già a fine ‘800, quando lo statista Giovanni Giolitti ne divenne tra i più assidui frequentatori. Oggi appare come una cittadina vivace capace di coniugare un’accoglienza internazionale alla tutela delle tradi zioni locali, con una speciale atten zione all’enogastronomia. Impossibile perdere la visita alla pasticceria del maestro Franco Ugetti, un’eccellenza assoluta del territorio.

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FERMATA DEL MESE
© Archivio FS Italiane © Ascent/PKS Media Inc./GettyImages Una discesa nel comprensorio sciistico di Bardonecchia La stazione di Bardonecchia
IN VIAGGIO
CON
Daniele Vicari
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© Alfredo Falvo

LA VITALITÀ DEL CONFLITTO

PER IL REGISTA DANIELE VICARI È NEL CONTRASTO, SOCIALE E CARATTERIALE, CHE NASCONO LE STORIE PIÙ VERE. COME

Figlio di una famiglia contadina, è cresciuto a Collegiove, un piccolo paese sulle monta gne della provincia di Rieti. Per andare a scuola, doveva prendere tutti i gior ni un autobus e un treno. E, fino ai 20 anni, non è mai stato al cinema. «Dove vivevo io non c’era», racconta Daniele Vicari, oggi regista di talento, che ha conquistato innumerevoli premi cine matografici, tra cui due David di Dona tello.

Dal 1° dicembre è nelle sale il suo ulti mo film, Orlando, una co-produzione Rosamont con Rai Cinema e Tarantula Belgique, prodotto da Marica Stocchi e Joseph Rouschop e distribuito da Euro pictures, con Michele Placido e Ange lica Kazankova che mettono in scena una storia di rapporti generazionali e umani di grande intensità. «Ognuno ha il suo modo di narrare storie, io cerco di approfondire i contrasti, non solo socia li ma umani e caratteriali. È da questi che nascono le trame più vere», spiega il regista.

Dove si colloca il tuo film nella nuova fase che il cinema sta vivendo?

Orlando è un uomo molto contempo raneo, anche se è un contadino come suo padre e vive in montagna, fermo nel passato. La nostra civiltà urbaniz zata esclude l’idea che un mondo fuori dalla città possa avere a che fare con il tempo presente. Da un paesino di mon tagna in provincia di Rieti, Orlando arri va a Bruxelles e si ritrova nel futuro con frontandosi con Lyse, la nipotina di 12 anni che non sapeva di avere. Così, a 75 anni, ha in mano la chance di ricomin ciare da capo potendo tenere insieme

passato, presente e futuro e vivendo quei contrasti che caratterizzano que sto insieme temporale, accorgendosi che la vita, fino a che hai respiro, non finisce mai. Il confronto generazionale accomuna Orlando e Lyse, che hanno lo stesso carattere. Anche la bambina vive una condizione feroce e dura della sua esistenza, ma l’unione tra l’espe rienza dell’anziano e la bramosia verso il futuro della bambina completa i due essere umani.

Le tue pellicole hanno un comune de nominatore dato dalla profondità del lo sguardo sull’essere umano.

La mia inclinazione è quella di ficcare il naso nei conflitti, non solo quelli sociali ma anche quelli tra personalità. Perché proprio lì trovo quella vitalità di cui, se condo me, hanno bisogno le storie. Io stesso ho fatto uno sforzo per esistere socialmente: vengo dal paese dove vive Orlando.

Hai ricevuto il primo David di Donatel lo nel 2003 come miglior regista esor diente per il film Velocità massima. A questo sono seguiti riconoscimenti di grande prestigio. Come vivi questo successo?

Ricevere premi è sempre un grande piacere. Ma, forse a causa della mia origine contadina, li vedo un po’ come la grandine: qualcosa che ti arriva in testa e, se non ti copri in fretta, può an che farti male. I premi, insomma, vanno presi come una spinta ad andare avanti, non come una soddisfazione definitiva. Cosa apprezzi di più nelle persone e cosa, invece, non sopporti?

Non sopporto l’elusività. Quando le persone, anche se non mentono, na

scondono. Ti lasciano nei guai o non ti danno gli elementi per reagire. Suc cede nella vita, nel lavoro, nell’amici zia, nell’amore. Mi fa paura anche più dell’odio che invece è esplicito, ricono scibile. L’elusività si nasconde dietro un angolo e, all’improvviso, ti salta addos so. Ciò che invece amo nelle persone è lo slancio vitale. C’è sempre bisogno di mettersi in gioco, anche nel lavoro fisi co: quando torno a Collegiove, dove vi vono mia sorella e mio cognato, non mi sottraggo a dare una mano in campa gna. Ma amo anche chi, pur sbagliando, corre qualche rischio. Qual è il profumo della tua infanzia? L’odore, per certi versi insopportabile, dei pulcini che d’inverno venivano por tati in casa, in cucina, per non farli mo rire di freddo. Stavano in una gabbietta, non troppo vicino né troppo lontano dalla stufa. Quindi crescevano insieme a noi bambini che giocavamo con loro e poi, quando andavamo a scuola, ave vamo addosso l’odore dei pulcini. Nel paese era così: un mio amico aveva l’o dore della legna, un altro quello dell’af fumicatura, perché nelle case si porta va il maiale “a sfumare”, appendendo salami e salsicce al soffitto della cucina. A tavola preferisci cercare sapori an tichi o scoprire la contemporaneità gastronomica?

Mi piace assaggiare tutto e in cucina mi diverto, anche perché mia madre è una bravissima cuoca. Per lungo tempo abbiamo avuto una trattoria e mi ha in segnato tanto. Per dirne una, sono piut tosto bravo a fare gli gnocchi. Un’attivi tà divertente e piacevole, è bello poter dare forma a qualcosa con le mani.

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SUCCEDE NEL SUO ULTIMO FILM ORLANDO di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019

È una risposta a quella cosa che chiamiamo alienazione. I fi losofi dell’800 ne parlavano in questi termini: quando non si produce più qualcosa ma un reddito, l’oggetto ci è alienato. Non puoi riconoscerti in ciò che realizzi perché è solo un sa lario. L’opportunità pazzesca di chi vive in campagna è quella di poter preparare qualcosa con le mani, come gli gnocchi appunto. Ed è molto meno costoso che andare dallo psica nalista.

Le attrici e gli attori che “animali” sono? Meravigliosi. Insieme ad Ettore Scola, ho fondato a Roma la Scuola d'arte cinematografica Gian Maria Volonté, pubbli ca e gratuita, finanziata dalla Regione Lazio con fondi europei. Mi dedico principalmente ai registi ma sono terribilmen te attratto anche dagli attori e dalle attrici: per me rappresentano l’80% della forza espressiva di un film. Coinvolgerli nel processo creativo è determinante, perché hanno un istinto creativo prorompente e vanno lasciati liberi di interpre tare. A questo proposito, lavorare con Placido e Kazankova è stata una delle più grandi emozio ni della mia vita profes sionale.

Ti commuovi mai sul set? Assolutamente sì. Anche sul set di Orlando è successo, in re altà durante una pausa, quando ho sentito Michele che di ceva ad Angelica, guardandola negli occhi: «Grazie, mi hai molto aiutato».

Anche tua moglie è una regista. Chi dice «azione» in fami glia?

Lei non solo è regista, intellettuale e studiosa, ma è anche pa lermitana. Quindi è molto difficile che sia io a dirlo. Recentemente, hai pubblicato per Einaudi il libro Il cinema, l'immortale. Come è nata l’idea?

Mi è venuta viaggiando in treno da Roma a Mestre su un vago ne dell’Alta Velocità. Stavo andando a un convegno e, di fron te a me, era seduta una ragazza che guardava lo schermo del suo smartphone. Ho subito pensato a un paragone tra il treno e il cinema perché noi abbiamo scoperto la velocità attraver so le Ferrovie, e come dice lo scrittore francese Jacques Aumont, attra verso il treno «il nostro occhio è diventato inter minabile». Lo sguardo va sempre oltre perché non si tratta solo di uno spostamento fisico ma di un viaggio dell’anima. Comunque, ho avuto la curiosità di capire cosa stesse interessando così tanto la ragazza e mi sono alzato per sbircia re. La pensavo immersa nei social e invece stava guardando 2011: Odis sea nello spazio. Mi sono reso conto sempre di più che il cinema è immortale e sta dappertutto, anche su un di spositivo che consente di vedere un film mentre viaggiamo. Se un giorno dovessero scomparire le sale cinematografiche, paura che tutti abbiamo, il cinema continuerebbe a sopravvi vere, così come i film sopravvivono agli autori.

IN VIAGGIO CON 50
Michele Placido e Angelica Kazankova in una scena del film Orlando © Dominique Houcmant e Jean Francois Ravagnan

UNA CAPITALE

PER DUE

Due città per un’unica Ca pitale. Si sono scelte e riconosciute sorelle, dopo aver sofferto insieme duran te la prima fase della pandemia, e nel 2023 Bergamo e Brescia hanno ricevuto entrambe la nomina a Ca pitale italiana della cultura. È stato Emilio Del Bono, sindaco della cit

tà Leonessa d'Italia, nell’anomala estate del 2020, quando il Covid-19 si propagava senza sosta causan do molte vittime, a proporre un gemellaggio al primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori. Alla risposta positiva di quest’ultimo è seguito il ritiro delle altre città che aspiravano a candidarsi. Ma la scelta obbligata non ha significato meno impegno e senso di responsabilità, bensì ha dato vita a un programma generoso e sfaccettato.

Ecco, quindi, due città alleate che vogliono stupire e combattere al cuni luoghi comuni. Tante sono, in fatti, le offerte culturali, artistiche e sociali proposte da queste due mete turistiche non certo tradizio nali, capaci di sorprendere e stupire raccontandosi come luoghi di bel lezza e non solo di produttività e in dustria. Il loro invito congiunto, che è anche il claim del grande evento 2023, è proprio: Esci dalla bolla! Scopri la città che non ti aspetti. Messo da parte il campanilismo, le due città hanno invece rafforzato la loro simbiosi, forti di due siti inseriti nel Patrimonio Unesco, due pinaco teche tra le più importanti in Italia, gallerie contemporanee, teatri di prestigio internazionale, chiese e

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SONO BERGAMO E BRESCIA LE CITTÀ DELLA CULTURA 2023. UNA VITTORIA CONDIVISA PER UN ANNO DI INIZIATIVE PRONTE A STUPIRE, TRA TESORI STORICI E DUE SITI PATRIMONIO UNESCO di Francesca Ventre – f.ventre@fsitaliane.it
© lucaeugeni/Adobestock

palazzi storici. Senza trascurare le bellezze naturalistiche e la tradi zione enogastronomica. Un gioco di squadra vero, spinto anche da un’intesa femminile d’eccezione tra due assessore alla cultura: Nadia Ghisalberti, a Bergamo, e Laura Ca stelletti a Brescia, che riveste anche il ruolo di vicesindaca. I due centri mostrano così un volto nuovo, tutto da godere e scoprire. Circa 100 grandi eventi e 500 inizia tive tra musica, teatro, arte e inno vazione si distribuiscono in quattro aree tematiche. La prima, chiamata la città dei tesori nascosti, punta a valorizzare il binomio tra i monu menti in senso classico presenti nel centro storico e i percorsi paesag gistici extraurbani. La città natura si concentra invece sul rapporto dei singoli, della collettività e delle imprese con le risorse naturali, ridi segnando le relazioni tra i sistemi di trasporto e le risorse ambientali in chiave sostenibile. La terza è la città che inventa e coinvolge le imprese, le Camere di commercio, le univer sità e le istituzioni culturali, puntan do sui talenti e le innovazioni volte alla costruzione del futuro. E infine la quarta, la cultura come cura, si pone come risposta all’esperienza della pandemia che ha drammati camente colpito questo territorio. La festa di Capitale della cultura parte il 20 gennaio 2023 con un’i naugurazione spettacolare di tre giorni: le istituzioni aprono la ce rimonia ufficiale del venerdì e le iniziative pubbliche proseguono tra il sabato e la domenica. E poi, per tutto l’anno, si susseguono gli even

ti per scoprire le città sorelle, che vantano due siti nella lista Unesco.

A Bergamo sono le mura, opere di difesa veneziane costruite tra il XVI e il XVII secolo, un tracciato di oltre sei chilometri e ancora oggi qua si intatto, con 14 baluardi, quattro porte, vari passaggi e cunicoli. An che se il simbolo del comune è per molti la funicolare, che da più di 120 anni congiunge il centro con la Cit tà alta. A Brescia, invece, il gioiel lo Patrimonio dell’umanità è Brixia - Parco archeologico di Brescia romana, insieme allo straordinario Museo di Santa Giulia, ex comples

so monastico oggi sede di una ricca collezione d'arte e di mostre tem poranee internazionali, oltre che al centro di un app game per bambini che consente di viaggiare nel tem po con Geronimo Stilton.

Nella città Leonessa d’Italia, il 29 gennaio riapre dopo un lungo pe riodo di chiusura il Museo del Ri sorgimento, in una veste rivolta ai giovani e all’attualità, caratterizzata da un approccio multimediale che racconta gli avvenimenti storici in modo dinamico, con documenti, fotografie, stampe e disegni in ver sione digitale. La Pinacoteca Tosio

Panorama di Bergamo dalle mura della Città Alta

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LafunicolarediBergamo © Ky n a Stud io/AdobeStock

Brixia -ParcoarcheologicodiBrescia romana

Martinengo sfoggia invece un nuovo allestimento delle sale dedicate al ‘700, il secolo dei Lumi. Mentre Palaz zo Martinengo, dal 21 gennaio all’11 giugno, accoglie l’esposizione Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campio ni della pittura a Brescia e Bergamo Un derby artistico tra i grandi maestri

attivi nelle due città tra Rinascimento e Barocco, come il pittore veneziano Lorenzo Lotto, che vis se per oltre 12 anni nella Città dei Mille. Sempre a Brescia, dal 14 febbraio al 28 maggio, il Mu

seo di Santa Giulia prosegue il filone con la mostra Giacomo Ceruti, pittore europeo del ‘700, che sottolinea il suo respiro internazionale. Risponde Bergamo con la monogra fica Cecco del Caravaggio. L’allievo modello, aperta dal 26 gennaio al 4 giugno all’Accademia Carrara. Un’oc casione per conoscere il più miste rioso tra i seguaci diretti di Michelan gelo Merisi. Guarda al

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© D o r ian Pe l lumb i

benessere sociale e al senso di comuni tà, soprattutto in fase post pandemica, l’edizione spe ciale del Mantello

di Arlecchino, progetto ideato dal Teatro tascabile di Bergamo che – pro prio come la maschera multicolore in cui sono mischiati e ricuciti brandelli di stoffa – prevede spettacoli di stra da e partecipati che uniscono per sone con esperienze e vissuti diversi collegando le due città dal centro alle periferie.

A febbraio si punta sulle luminarie: nel centro storico di Brescia, dal 10 al 19, è prevista una gioiosa Festa delle luci, mentre Bergamo illumina la Città alta dal 17 al 26, con fonti rin novabili a beneficio del risparmio e dell’ambiente. Mentre il 24 e 25 feb braio la Grande notte del jazz, avvol ge le due capitali della cultura in un gemellaggio musicale. Prima di uscire dai centri urbani è bene ritagliarsi del tempo an che per qualche assaggio enogastronomico. In entrambe le città sono da gu

stare i casoncelli, ravioli ripieni di car ne o verdura, serviti con burro fuso e salvia, che la tradizione fa risalire addirittura al XV secolo. Bergamo, inoltre, tenta il viaggiatore con nove formaggi Dop, il maggior numero in Europa, primato che nel 2019 le ha fatto ottenere il titolo di Città creativa Unesco per l’enogastronomia. Anche il territorio circostante è pron to ad accogliere molti viaggiatori. A primavera, vengono inaugurate la Via delle sorelle, un cammino a pie di, e una nuova ciclovia tra Bergamo e Brescia, che attraversa 800 beni di interesse storico e culturale e tre parchi regionali. Infine, largo a eventi speciali per tut to il 2023. In particolare a giugno: a Brescia, il 9 e 10, è in programma la Festa dell’opera del Teatro Grande e dal 13 al 17 c'è la Mille Miglia. Il 3 dello stesso mese, a Bergamo, va in scena la Donizetti night che prosegue in au tunno con il Donizetti opera festival. C’è tutto l’anno davanti. bergamobrescia2023.it bgbs2023

Piazza Paolo VI a Brescia
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© Rapuzzi
TRAVEL IL PARADISO DEGLI SCIATORI SULLE NEVI DELL’ALTO SANGRO, IL PIÙ GRANDE COMPRENSORIO D’EUROPA ALLA PIÙ BASSA LATITUDINE. CELEBRE META TURISTICA GIÀ DAL 1920 GRAZIE A UNA LINEA FERROVIARIA di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it 56

Il paradiso degli sciatori: così un giornale del 1927 definì Rocca raso durante la visita di re Vitto rio Emanuele III per l’inaugurazione dell’Hotel Savoia. L’aneddoto, che la dice lunga sull’importanza storica di questa località in provincia dell'Aquila, ci viene raccontato da Dario Colecchi, presidente di Federturismo Abruzzo e di Abruzzo innovazione turismo e a capo, con il fratello Luca, della società Pizzalto che gestisce una parte impor tante degli impianti dell’Alto Sangro. Una realtà sciistica che, con i suoi 140 chilometri di piste, è tra i primi set

te comprensori d’Italia e il più vasto sotto la cinta alpina. «Su queste mon tagne si è fatta la storia del turismo invernale. Tutto merito dei nostri non ni, che sono stati capaci di affrontare il periodo della distruzione e di una coraggiosa ricostruzione», esordisce Colecchi, riferendosi a quando Roc caraso, posta sulla linea fortificata Gustav, venne rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale. «Si è trattato di rimettere in piedi una tradi zione turistica fenomenale, quella di una stazione climatica nota ben prima della guerra, frequentata dai reali e

dalla crème dell’alta società romana e napoletana, che popolava hotel dai nomi altisonanti durante la stagione estiva». Roccaraso aveva allora un teatro datato 1698, distrutto poi nel 1943 come la gran parte degli edifici della cittadina: era il tempo in cui le vacanze invernali avevano eguaglia to il prestigio di quelle estive e le foto d’epoca, riportate in vari libri sulla zona curati da Ugo Del Castello, rac contano di come l’imponente flusso turistico sulle nevi d’Abruzzo sia co minciato per merito di un’avveniristica linea ferroviaria risalente al 1920-21.

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Le piste di Roccaraso (L’Aquila)

Proprio grazie a questa, Umberto I di Savoia divenne uno dei frequentatori più illustri della zona. Il paesaggio che lo affascinò è lo stesso di oggi, fatto di quella vastità tibetana caratteristica dei cosiddetti altipiani maggiori d’A bruzzo. Una vista a perdita d’occhio fino al mare Adriatico, descritto così da Gianluca Boccabella, maestro, al lenatore e presidente della Scuola sci azzurra: «L’Alto Sangro si estende dal comune di Rocca Pia fino a Roccara so, comprendendo anche Rivisondoli e Pescocostanzo. Rappresenta la par te centrale dell’Altopiano delle cinque miglia che insieme a quelli di Aremo gna, Palena-Pescocostanzo e Quar to Santa Chiara forma l’altopiano più vasto d’Europa, offrendo una veduta che porta a scorgere persino la costa jugoslava d’oltremare». Dai punti apicali dell’Aremogna (2.200 metri) e di Monte Pratello (2.100), si possono inoltre contemplare il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quello della Maiella, quello del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco naturale regionale Sirente Velino, ac carezzando anche il profilo del monte

Greco, il Matese in Molise e il lato la ziale dei monti della Meta.

Un’esperienza diversa da quella do lomitica, perché qui si scia sempre in quota beneficiando di una visuale sgombra, con uno sguardo che può allungarsi per decine e decine di chi lometri sin dalla primissima mattina: «A ridosso della chiusura di stagione apriamo gli impianti alle 7:30 e con cludiamo la giornata mangiando ar rosticini o uova al tartufo, come quelli preparati sulle piste dalla Baita Para diso», sottolinea Colecchi.

La vastità del comprensorio, con i suoi 120 chilometri (su 140 totali) di piste, è impressionante. E la forza numerica è espressa anche dal volume di turisti gestito dall’Alto Sangro, che conta su 60mila posti letto, 20mila nella sola Roccaraso (su 1.300 residen ti). Numeri che si sommano a quelli di un movimento sciistico radicato soprattutto a Napoli, non a caso ribattezzata “città di mare e di sciatori”: sono ben tremila, infatti, i bambini-atleti che dal centro Italia vengono ad allenarsi qui grazie a sei scuole di sci, 650 maestri e un cen

tinaio di allenatori, contando su club prestigiosi come il Vesuvio di Napoli o lo storico Roccaraso, che ha compiuto cento anni ed è stato tra i primi fondati in Italia.

Anni in cui la cittadina vide anche la costruzione del trampolino di salto con sci Roma, che ospitò gare capaci di appassionare in particolare Umber to I di Savoia.

Nel 1937, il principe ereditario venne a Roccaraso a inaugurare la prima slit tovia mai costruita sugli Appennini, la seconda d’Italia. Un atteggiamento imprenditoriale all’avanguardia che è ancora attuale, come ribadisce Colec

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Lezioni di snowkite a Roccaraso La partenza della pista Direttissima © B. Boone

chi: «Siamo i primi in Europa per rag gio d’azione dell’innevamento artifi ciale e all’avanguardia anche sul tema della sicurezza. Recentemente sono state realizzate quattro nuove cabino vie, e ci siamo attrezzati per rendere più sicuro il comprensorio con 80 km di fibre ottiche cablate per il rileva mento preventivo delle valanghe, ma anche per contrastare eventuali furti, grazie all’installazione di numerose telecamere».

Lo sguardo al futuro di Colecchi vuole onorare la memoria dei pionieri come l’omonimo nonno Dario: «Se oggi la mia famiglia gestisce cinque alberghi e parte degli impianti a fune lo dob

biamo a lui. Ora è tempo di incremen tare l’intermodalità con il treno, visto che già Umberto di Savoia veniva da noi grazie alla rete ferroviaria. Oggi promuoviamo il progetto di una fu nivia dalla stazione di Roccaraso agli impianti di risalita. Così il pubblico cit tadino potrà raggiungerci senza usare l’automobile».

Se d’estate questi impianti servono 400 km di percorsi in mountain bike, d’inverno consentono di esplorare uno sport per cui Roccaraso è nota nel mondo: qui, infatti, ha sede la pri ma scuola di snowkite italiana, fonda ta nel 2005. «Dal 2013 ospitiamo gare internazionali, e dal 2014 i Campiona

ti del mondo che si terranno, per la prossima edizione, dal 26 al 29 genna io. È comunque uno sport alla portata di tutti: bastano sei ore di lezioni alla Snowkite Roccaraso School per ren dere un allievo autonomo», spiega il direttore Niccolò De Simone.

Il futuro guarda anche ai giovani cam pioni cresciuti sulle nevi dell’Alto San gro, come racconta Mario Alberto Di Tola, atleta, maestro della Scuola ita liana sci Alto Sangro e allenatore allo Sci club 3punto3: «L’attività agonistica a Roccaraso è di livello assoluto, basti pensare che una ragazza napoletana ha recentemente vinto i campiona ti italiani under 14. Purtroppo, però, è un movimento poco sostenuto. Una famiglia in questa zona spende in me dia quattro o cinquemila euro all’an no per le trasferte al Nord, dove si tengono la maggior parte delle gare. Peccato, perché la competitività che i nostri ragazzi mettono in pista li rende spesso superiori agli atleti alpini. Ben consapevoli dei sacrifici compiuti dai loro genitori, si impegnano davvero al massimo, coadiuvati dal comprensorio dell’Alto Sangro che fa tutto il possibi le per favorire il loro percorso atletico. Ma poi, alle soglie del professionismo, spesso virano verso altri sport, più ac cessibili per chi vive al Sud».

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Gara di salto dal trampolino Roma, Roccaraso (1955 ca) La principessa Giovanna di Savoia a Roccaraso. Immagine tratta dall’Illustrazione Italiana, anno LIV, n. 6, febbraio 1927 © De Agostini
G. Sangiorgio/Wikimedia
Picture Library/GettyImages ©

ASCOLTARE IL SILENZIO

Se di mattina state passeggiando in un centro an tico, come tanti belli ve ne sono in Italia, e vi per dete tra le curve di vicoli, i fiori ai balconi e il senso di una vita bella, può accadervi di guardare in su e provare la sensazione che tra voi e il cielo non ci sia separazione. Succede ad Aosta, dove l’aria che si respira è puramente sospesa tra la città e i monti attorno che sembrano proteg gerla mentre invece la includono fra loro. Gianni Nuti è un sindaco che fa eccezione: musicologo, stu dioso di estetica, scrittore, astigiano come il filosofo Mario Perniola e il cantautore Paolo Conte, è legato ad Aosta da molti anni. Gli domando del vivere sereno e aperto di queste genti: «Sono donne e uomini pronti ad ac cogliere il prossimo in un modo vero, non eccessivo», rispon de senza indugi. «Non vi è alcun mistero nell’essere ao

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PIEDI NEL CENTRO STORICO DI AOSTA, TRA CITTADINI ILLUSTRI, SCULTURE IN LEGNO E MONTI CHE CIRCONDANO L’ORIZZONTE
A
di Giuliano Compagno

stani, soltanto un sentimento tra loro e la natura che va ben al di là delle tradizioni storiche e degli stupendi paesaggi. È come se da sempre i nostri concittadini abbiano combi nato una grande armonia tra il “catino” abitato e vissuto e i monti che da mattina a sera fun gono da orizzonte finale. Nulla è più pletorico del richiamare i nostri cittadini all’amore e alla cura dei loro luoghi, perché Aosta è una delle loro tante dimore e la regione che la ospita l’abitazione di tutte le loro generazioni». Fu tale anche per Sant’Anselmo, il teologo medievale a cui la città ha dato i natali, che combinò fede e ragione come un miracolo in una frase: «Dio è ciò di cui non si può pensare niente di mag giore». Aosta è stata anche la casa del ciclista Mauri ce Garin, detto il folle o lo spazzacamino prima d’es ser celebrato vincitore del primo Tour de France nel

1903. Era di qui lo scienziato Innocenzo Manzetti, al quale non si poteva negare l’invenzione del telefono eppure tutti gliela sottrassero con perfida gelosia. A questo genio poliedrico in acustica, astronomia e idrauli ca, la città deve un sistema di filtraggio con cui fu depurato il torrente Buthier. A queste terre appartiene anche l’im prenditore Marcel Bich, che inventò la penna a sfera, con cappuccio o senza, con cui tutti hanno scritto traduzioni, equazioni e temi.

Era avvolto nel mito di una vita audace e montanara Jo seph-Samuel Farinet, antieroe ottocentesco e valdostano, falsario per arte e per azzardo, che coniava monete più vere delle vere: evaso, fu arrestato, ammazzato e sepol to senza sacramenti. A lui il regista svizzero Max Haufler dedicò il film Farinet ou l'or dans la montagne, tratto da un romanzo di Charles-Ferdinand Ramuz.

A quelle medesime vette, stavolta creative, si è ispirato lo scultore Siro Viérin, simbolo di una generazione di artisti resistenti alle intemperie del le altitudini. Lungo il sentiero che dalla frazio ne di Vetan, nel comune di Saint-Pierre, conduce al suo rifugio, tra rami e pietre spuntano pic cole creature silvane:

Aosta
© Gabriele Bignoli/AdobeStock

civette, falchi e leprotti, marmotte, pic chi, galli cedroni e volpi, mentre dagli alberi gli gnomi spiano l’escursionista. Le sculture di quel museo en plein air, fatta eccezione una Maria in grotta, sono di materiale rustico per vincere il maltempo. Racconta Francesco Di Vito, scultore per passione, che «ad Aosta non c’è condominio in cui almeno una cantina o un garage non ospitino pezzi di legno che escono trasformati in og getti da portare alla Fiera di Sant’Orso», millenaria esposizione che ha luogo ogni anno il 30 e il 31 gennaio. A pochi passi dal Municipio, nello spa zio dell’Istituto valdostano artigianato tipico (Ivat), che le istituzioni regionali e locali sostengono e proteggono, la cu ratrice dello spazio Tiziana Bosonin mi introduce alla tradizione di chi lavora legni pregiati come l’olmo, l’abete e il larice. Subito dopo l'ex consigliera re gionale Adriana Vièrin mi educe sul bi linguismo e sul patois, lingua di antichi incroci tra latino e franco-provenzale. Sentita come “lingua del cuore” e ben attiva nel teatro popolare dello Chara ban, essa è un elemento identitario che lo storico Mauro Caniggia Nicolotti mi segnala come traccia fondamentale di una comunità che è stata e potrebbe

essere ancora unita nell’esperienza e nel sentimento. Sul territorio l’attività culturale e pedagogica di Mauro – che così chiamo per brevità e simpatia – è costante e intensa, la sua bibliogra fia ponderosa, e tutto questo rileva di un’affezione fortissima nei confronti della Valle d’Aosta.

Gli chiedo due date decisive nella storia di questi luoghi: «Sul 1536 non ho dub bi, fu la nostra data di nascita. Il Duca to d’Aosta adottò subito il francese, tre anni dopo la Francia ci imitò sostituen dolo al latino come lingua ufficiale. E poi il 1945, che segue l’inutile bombar damento alleato di Pont-Saint-Martin e la brutale rappresaglia nazifascista, che mise a fuoco Trois-Villes. Il 10 luglio la resistenza valdostana e la fermezza del maresciallo Alexander ricordarono a De Gaulle che la guerra, sul campo, non l’avevano vinta neanche i francesi». È tardi, Nando mi aspetta. Ho prenota to, vorrei assaporare un gusto che non passa mai e poi ascoltare i racconti su Ferdinando e Germana, i due nonni che nel 1957 fondarono qui un ristorante per i figli e per i nipoti. E per gli aostani. La zuppa di cavolo nero e l’Ivre de Fumin, formaggio ubriacato nella vinaccia, me li ricorderò almeno fino a Natale. Quasi

dimenticavo che il Marché Vert Noël ha aperto i battenti e che il sindaco mi ha detto un’altra cosa importante: che nel la Valle d’Aosta la musica è nell’aria. Mi sa che ha ragione. È notte, sto passeg giando e la ascolto. Eppure, è silenzio.

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Una scultura nel museo a cielo aperto del Rifugio Mont Fallère, Vetan, Saint-Pierre Un tramonto sulle Alpi della Valle d’Aosta
© mashiro2004/AdobeStock
© Franco56/Wikipedia

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Langhirano

Vivi la magia dei Mercatini di Natale, parti con il Trenino Verde delle Alpi!

Carta giornalieraCHF 58 (treniebattelli)

Alberi addobbati, canti popolari, profumi di zenzero e cannella. Vivere l’esperienza dei mercatini di Natale, accompagnati dal Trenino Verde delle Alpi, è un viaggio che scalda il cuore. In partenza da Domodossola, il trenino percorre la linea ultracentenaria del Sempione e del Lötschberg, attraversando autentiche località svizzere pronte ad accogliere i visitatori in vista del Natale.

Salire e scendere dai vagoni per immergersi nell’atmosfera di festa è semplicissimo: basta andare sul sito bls.ch/treninoverde e acquistare il biglietto giornaliero, che costa 58 franchi svizzeri, pari a circa 60 euro.

Per visitare i mercatini si parte da Spiez, dove il primo sabato di dicembre si può passeggiare tra gli stand del Chlouse-Märit sulla Seestrasse e sulla Schlossstrasse: oltre cento bancarelle con oggetti e manufatti tradizionali che diventano ottime idee regalo per tutti i gusti. Proseguendo verso la cittadina di Thun, merita una tappa la centralissima Waisenhausplatz che, dal 7 al 23 dicembre, si veste a festa grazie a luci colorate e profumi speziati.

Anche a Berna, dal 2 dicembre, vengono proposti diversi mercatini, dal più tradizionale al più moderno, con una serie di appuntamenti allegri e pieni di divertimento. A partire da quello di Waisenhausplatz, una delle piazze più suggestive della capitale elvetica, patrimonio Unesco. Le molteplici bancarelle addobbate, diventate ormai un appuntamento imperdibile, espongono tradizionali oggetti artigianali da mettere sotto l’albero e non mancano le delizie gastronomiche che fanno gola a grandi e piccini. Passeggiando nel centro storico, sotto la Cattedrale di Berna si può visitare il Mercatino del Berner Münster: dalla terrazza sul lato meridionale della chiesa si ammira il panorama sul fiume Aare, la città bassa e il quartiere dei musei.

Dalle piazze più conosciute alle vie più nascoste, il profumo del Natale sarà inconfondibile e grazie al Trenino Verde delle Alpi ancora più semplice da vivere.

Sali e scendi dai nostri treni e battelli. Scopri di più su bls.ch/treninoverde

64 INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

PAESI

PICCOLE DOLOMITI MAGICHE

ALLA SCOPERTA DELLA DORSALE MONTUOSA LUCANA, TRA BORGHI ARROCCATI, ANTICHE LEGGENDE E RITI ANCESTRALI

Attraversando l’Italia, negli anni, ho sempre pensato alle Dolomiti come l’ottava meraviglia del mondo. Senza nul la togliere al loro fascino, credo che l’appellativo Piccole Dolomiti lucane, con cui è conosciuto il gruppo di cime

che svettano come giganti emersi dal mare nel cuore del Parco regionale di Gallipoli Cognato, sia assolutamente meritato.

Non solo per la somiglianza morfolo gica con le più famose montagne tri venete, ma per la peculiare bellezza

e la ricchezza di storia e tradizioni che caratterizzano questa piccola dorsale montuosa impreziosita da magnifici borghi, tra cui Castelmezzano e Pie trapertosa, in provincia di Potenza. È impossibile non rimanere colpiti dalla singolare bellezza naturalistica

IL
PAESE DEI MILLE
di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia] Piccole Dolomiti lucane (Potenza) © Domenico Nardozza/AdobeStock

di queste Alpi in miniatura. Una coro na di guglie arenarie dalle forme più bizzarre e dai nomi fantasiosi – l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta – che hanno stimolato nei se coli la fantasia degli abitanti. Ai piedi di questi monti, fra le rocce, sorgono borghi dove volano le aquile e nidifi cano le rare cicogne nere. Intorno, c’è una verde distesa di 4.200 ettari, a cui si aggiungono gli imponenti esemplari di cerro, tigli, aceri e agrifogli del Bosco di Montepiano.

Tutti insieme formano il Parco regiona le di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane che si estende tra la provincia di Matera, con i borghi di Ac cettura, Calciano e Oliveto Lucano, e quella di Potenza con Castelmezzano e Pietrapertosa, entrati nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Chi vuole regalarsi una vacanza in questi incantevoli luoghi può iniziare proprio dalla scoperta del cuore antico di Castelmezzano, dove la roccia sem

bra emergere dalle viscere terrestri e le abitazioni arroccate sono incor niciate da lastre di arenaria. Il piccolo borgo prende il nome dal Castrum Medianum, un castello normanno che sorgeva nella zona di cui si possono ammirare le rovine delle mura. Dal centro, salendo su una rampa di scale, si raggiunge la cima del borgo, da cui si può godere una vista mozzafiato sul Parco regionale.

Un tempo questi territori pullulavano di briganti che trovavano rifugio nei numerosi nascondigli naturali, disse minati tra le rocce e la rigogliosa ve getazione, di cui si conserva memo ria nei racconti dei locali. Così come altrettanto radicate nel folklore sono le storie delle famose masciare, le fattucchiere lucane, impropriamente definite streghe, oggetto di una ricerca da parte dell’antropologo Ernesto De Martino.

Su un antico sentiero contadino di circa 2 chilometri che collega Castel

mezzano e Pietrapertosa si snoda il suggestivo Percorso delle sette pie tre. È un itinerario letterario ispirato dai racconti, tramandati oralmente da generazioni, su cui si fonda il testo Vito ballava con le streghe di Mimmo Sam martino. Il visitatore può compiere un viaggio nel mondo della magia lucana, con l’ausilio di sette totem su cui sono indicate altrettante parole chiave – de stini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio – relative alle storie nar rate nel libro. Per chi, invece, volesse provare un’esperienza adrenalinica c’è il Volo dell’angelo: sospesi tra cie lo e terra è possibile vivere l’ebrezza di scivolare lungo un cavo di acciaio tra due stazioni posizionate a Castelmez zano e Pietrapertosa, toccando i 120 Km/h su una distanza di 1.452 metri. Abbarbicato a 1.088 metri sul livello del mare, Pietrapertosa è il comune più alto della Basilicata. Il suo nome deriva dalla grande roccia bucata che si trova all’ingresso del paese: in dia

Castelmezzano (Potenza)

IL PAESE DEI MILLE PAESI © Apt Basilicata

CALZONCELLI ALLE CASTAGNE

Tipici di Pietrapertosa e Castelmezzano, diffusi in tutta la Basilicata e, con delle varianti, anche in altre regioni, i calzoncelli alle castagne sono legati da secoli al Natale. Per il ripieno si fa bollire mezzo litro di acqua con 400 g di zucchero, si aggiungono due cucchiai da cucina di cacao amaro, un kg di farina di castagne e cannella a piacere. Il composto deve cuocere per circa 15 minuti e va lasciato raffreddare. Per l’impasto: semola di grano duro, uova e pochissimo olio d’oliva. La sfoglia deve essere molto sottile. Una volta formati i classici piccoli quadrati, farcire con il composto di castagne e friggere, possibilmente, in olio extravergine di oliva leggero. Una spolverata di zucchero a velo simulerà una dolce nevicata natalizia.

letto, “pietraperciata” significa appunto “pietra forata”. Dominato dal Castello normanno costruito su una preceden te torre saracena, a picco sulla valle del Basento, è riuscito a mantenere nel tempo la fisionomia medievale. Il cen tro storico è impreziosito dall’Arabata, suggestiva testimonianza del popolo che dominò il territorio per circa 50 anni: una stretta linea di vecchie case contadine collegate tra loro da un fit to dedalo di cunicoli, che si insinua tra le pareti di roccia arenaria. Assoluta mente da visitare è la chiesa madre intitolata a San Giacomo Maggiore che custodisce un affresco di Giovanni Luce da Eboli, ispirato al tema del Giu dizio universale, risalente ai primi de cenni del ‘500. Fedelmente alle sacre scritture, in particolare all’Apocalisse, rappresenta con vivida efficacia la re surrezione dei morti e il destino delle anime, ambientati singolarmente in un paesaggio dove è possibile riconosce re i tipici calanchi argillosi e le guglie di

arenaria delle Piccoli Dolomiti lucane. Questa terra è ricca di storia e di tradi zioni come gli antichissimi culti arborei, che affondano le radici nell’animismo, celebrati ad Accettura, Oliveto Luca no, Pietrapertosa e Castelmezzano. Uno dei più noti è il rito dello sposalizio del Maggio e della Cima: la rappre sentazione dell’unione tra un albero ad alto fusto, un cerro (il Maggio), che rappresenta il maschio, e una Cima, la regina del bosco, solitamente un agri foglio. I due alberi vengono tagliati e trasportati con un rito particolarmente suggestivo che culmina con una colo ritissima e chiassosa festa popolare. Un ultimo consiglio, per chi passa da queste parti, è quello di assaggiare le specialità locali: i famosi peperoni cru schi, il maialino nero cotto a bassa temperatura, l’agnello delle Dolomiti al timo selva tico con funghi, la costata di podolica alla brace e il mitico baccalà alla lucana.

Chiesa e convento di San Francesco, Pietrapertosa (Potenza) © Michele Luongo
a cura di vdgmagazine.it
di Sandra Jacopucci © Samuele Scartabelli

LA TERRA DELL’ALLEGRIA

A BATTIPAGLIA PER SCOPRIRE LE TRADIZIONI DELLA PIANA DEL SELE, TRA EDIFICI MEDIEVALI E UN’OSTERIA STORICA CHE RIPROPONE I SAPORI DI UNA VOLTA

Battipaglia, stazione di Bat tipaglia». Sento questo messaggio registrato dal tono ormai familiare sul treno che mi ac compagna a casa dopo un viaggio alla scoperta di territori da raccontare. Batti paglia è anche la città della squadra di calcio che, prima di finire tra i club dilet tanti, è stata rivale della mia Potenza in tante sfide sul campo. Ed è l’uscita auto

stradale che molti prendono solamente per fermarsi in un caseificio a comprare le mozzarelle di bufala o per raggiun gere il Cilento. Insomma, la curiosità di scoprire qualcosa in più su questa città è legittima e quindi, durante uno dei miei viaggi verso la Basilicata, decido di fer marmi a visitarla.  Prima di scendere dal treno ho cercato

qualche informazione sul web e sul sito del Comune in provincia di Salerno leg go che, «sebbene tre piccoli nuclei abi tativi fossero già presenti sin dal 13esimo secolo (uno vicino al castello, uno vicino al Tusciano e un altro vicino alla chiesa di San Mattia), l'abitato attuale nacque ufficialmente nel 1858 per volontà di

68 GENIUS LOCI
di Peppone Calabrese PepponeCalabrese peppone_calabrese [Conduttore Rai1, oste e gastronomo]
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Battipaglia (Salerno)

Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, come colonia agricola nel terri torio comunale di Eboli». Il Regno fece costruire le cosiddette “comprese”: 20 edifici che dovevano accogliere più di un centinaio di famiglie di terremotati provenienti dalla Basilicata. «L'età previ sta per gli abitanti era compresa tra i 25 e i 40 anni, essendo richiesta inoltre una rigorosa condotta politica e religiosa, ol treché una costituzione consona al lavo ro. Ai nuovi abitanti vennero forniti i mezzi necessari per incentivare l'agricoltura e la bonifica di questa porzione di Piana del Sele».

Quando arrivo sono le 12, la giornata è bella, il sole è tiepido e la temperatura piacevole. Il piazzale della stazione è pieno di gente, ci sono diverse attività commerciali e tante macchine che tran sitano. Passeggio un po’ per le strade ordinate della città campana, chiedo in formazioni su cosa vedere a una signora anziana, molto curata nell’abbigliamen to, che mi indica il castello come vanto del luogo da visitare assolutamente. Si tratta di un edificio medievale – detto anche Castelluccio – realizzato intorno

all’anno Mille probabilmente su com missione di Roberto il Guiscardo, il con dottiero normanno menzionato anche nella Divina Commedia di Dante Ali ghieri. Come accadde per molti manieri della zona, a un certo punto Federico II di Svevia ne prese possesso. Il castello si trova infatti sulla collina che domina la città: una posizione strategica da un punto di vista militare, ma anche politico e simbolico. Arrivo lì davanti e mi sem bra di stare in una favola: è forse uno dei più belli d’Italia, attualmente di proprietà privata.

Quando torno in città è l’ora di pranzo e chiedo a due ragazzi dove poter man giare qualcosa di autentico. Non hanno dubbi, devo andare a pranzo da Giggino. Pochi passi e sono in via Fratelli Bandie ra, cuore del centro urbano di Battipa glia. Entro nell’osteria e il tempo sembra essersi fermato agli anni ‘70: televisore in bianco e nero, frigorifero con la ma nopola, tavole con posate, bicchieri e piatti tutti diversi tra di loro, cesti di vimini e cassette rosse e gialle con dentro le bottiglie di vetro in cui travasare il vino. Questo è lo scenario

che mi accoglie da O’ vicolo ‘e l’allerìa. Un ragazzo mi fa accomodare e imme diatamente mi chiede se voglio acqua liscia o gassata, in bottiglia o dal rubinet to. Gli rispondo che va bene la seconda e mi dice di alzarmi e andarmela a pren dere. Arrivo davanti a un rubinetto dove se giri una manopola esce l’acqua gas sata, se ne giri un’altra esce quella liscia. A fianco ci sono alcune bottiglie vuote: ne riempio una e vado a tavola. Dopo pochi minuti arriva un altro ragazzo con un cappello in testa, ha la barba e la fac cia molto simpatica. «Piacere, Giggino», si presenta. «Cercavo proprio te», gli ri spondo. E sorridiamo. Poi comincia a raccontarmi la storia del la sua osteria, diventata ormai un punto di riferimento nella zona: «Avevo cerca to fortuna al Nord, a tanti chilometri dalla mia Battipaglia, senza sapere che il futu ro mi avrebbe riportato a pochi passi da casa», continua.

Giggino, al secolo Luigi Cammarota, de cise infatti di mettere fine al periodo di emigrazione per tornare nella sua città

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© Andrew Mayovskyy/AdobeStock

natale e avviare un’attività che ricordas se la casa e i piatti dei suoi nonni. «Così è nato O' vicolo ‘e l’allerìa, una piccola trattoria che propone ogni giorno spe cialità diverse, a seconda delle stagioni, cercando di replicare quella che era la cucina delle nonne. Vino sfuso, bevan de rigorosamente di etichette storiche, un po’ di musica e tanta allegria a fare da cornice a quello che rappresenta un vero e proprio fortino dove sopravvivono gli antichi valori della tavola tradizionale e i sapori di una volta».

Sono incuriosito dal nome e chiedo in formazione sulla sua genesi. Giggino mi guarda e mi chiede se conosco il gruppo musicale napoletano La maschera. Vi sto che la mia espressione è eloquente, riprende: «Il nome è un omaggio a que sta band storica di Napoli, i componen ti sono amici carissimi e hanno anche inaugurato il locale, il 10 maggio del 2017. Il giorno dell’apertura chiesi ai par tecipanti di non portare fiori né oggetti di buon augurio, ma solamente piatti, posate e bicchieri di diversa natura che ricordassero la tavola dei nonni».  È arrivato il momento di ordinare e Gig gino mi suggerisce pasta e patate o pa sta e fagioli. Non si trovano nel menù ma sono diventati il cavallo di battaglia del locale. Scelgo la prima opzione e subito dopo si siedono al mio tavolo un ragaz zo e una ragazza, Valerio e Stefania, che sembra siano di casa. Si presentano e capisco che qui è normale accomodarsi insieme agli altri clienti al “tavolo della condivisione”.

Mi raccontano che l’attività di Giggino si è molto evoluta grazie a diversi progetti paralleli. In primis l'idea di creare, insie me al grafico e videomaker Benedetto Battipede, il marchio ‘O panaro ‘e fami

glia, per raccontare le storie della città e dei suoi prodotti tradizionali come il vino bianco e quello rosso, dedicati a zi’ Lui gi e zi’ ‘Ntunetta, i due nonni di Giggino, l’Amaro tusciano, che porta il nome del principale fiume cittadino, e le mozza relle Le Comprese che omaggiano le origini di Battipaglia.

I due ragazzi seduti al mio tavolo perce piscono il fascino esercitato su di me da questa storia e quasi all’unisono decla mano: «Ammor miii...benvenuti! ‘O vicolo ‘e l’allerìa chillo d’ ‘a nonna mia. Battipa glia!». Poi Stefania aggiunge: «Questo è il grido di battaglia che Giggino propo neva nelle sue dirette durante il lock down, rigorosamente a pranzo e a cena. Era un modo per far compagnia alle per sone e mangiare virtualmente con loro».

Passano dieci minuti e Giggino si avvici na al tavolo e mi porta il piatto di pasta e patate. Prima di iniziare a mangiare gli chiedo quale sarà il prossimo progetto e lui mi parla della torta fritta accompa gnata da prosciutto crudo e parmigiano, pensata come omaggio alla famiglia Baratta che nel 1920 decise di venire da Parma sino alle porte della Piana del

Sele, dando lustro per decenni alla città. E poi del “piatto dei ferrovieri”, pietanza di recupero costituita da penne lisce con uova, parmigiano, salsiccia secca e rosmarino, omaggio a una delle stazioni ferroviarie più importanti del Sud Italia. Giggino mi guarda e seriamente mi dice: «Mangiare al Vicolo non vuol dire sola mente tuffarsi nel passato e riscoprire i sapori d’un tempo, ma può significare anche tornare a casa con una cartolina. Ne diamo una a fine pasto, offrendo an che un francobollo, la facciamo scrivere al cliente e poi la inviamo, con l’intento di portare il nome di Battipaglia in tutta l’Italia. Durante questi cinque anni ne ho consegnate oltre tremila».  Gli dico che per me lui è un vero oste. E lui risponde che ha un solo obiettivo: «Far innamorare i giovani di questa figu ra che sta ormai tramontando nel mare magnum di chef, bartender ed esperti di nouvelle cousine». Per farlo basta pren dere un treno, fermarsi a Battipaglia, e poi cominciare a cantare «…Vien’ cu’ ‘mme, t’ port’ indo’ O’ vicolo ‘e l’allerìa». A mangiare una pasta e patate commo vente.

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Giggino, oste del ristorante O’ vicolo ‘e l’allerìa Le cartoline di Battipaglia che Giggino consegna ai clienti della sua osteria © Benedetto Battipede © Benedetto Battipede

Voglio dotarmi di tutte le conoscenze necessarie per diventare un professionista nel campo cinematografico e televisivo.

Jacopo, 24 anni

Per info e iscrizioni ai test di ammissione iulm.it/openday

UNA CULLA DIVINA

DA BETLEMME A ROMA, DOVE LA BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE CONSERVA ANCORA I LEGNI DELLA MANGIATOIA CHE, SECONDO LA TRADIZIONE, ACCOLSE LA NASCITA DI GESÙ

Fu San Francesco a comporre il primo prese pe della storia, dando vita a una tradizione che si sarebbe presto radicata nel cuore delle famiglie cristiane. Nel 2023 si celebreran no gli 800 anni dalla rappresentazione della Natività realizzata a Greccio, nel Reatino. La genesi di questa devozione è rac contata nella Vita prima di Tommaso da Celano, che riprende le parole del santo: «Vorrei rappresentare il bambino nato a Betlemme e,

in qualche modo, vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la man canza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello». Ecco il nucleo fondamentale del primo presepe: il suo cuore è la mangiatoia. Il rac conto della presenza dei due animali pro

BUON VIAGGIO
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BRAVA
GENTE di Padre Enzo Fortunato padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato
[Giornalista e scrittore]

babilmente proviene dai vangeli apocrifi e, forse, San Francesco li scelse per verosimiglianza: a Betlemme l’asino era il mezzo di trasporto più usuale e, assieme al bue, anch’esso espressione di mansuetudine, rappre senta la natura stessa che si inchina al Redentore. La parola presepe deriva dal latino praesepium, che si gnifica mangiatoia. Scrive Luca nel suo Vangelo: «Ma ria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio». Questo gesto segna il di stacco da ogni tradizione religiosa pagana, perché gli dèi del tempo antico avrebbero disdegnato una nascita così umile.

Sembra di udire i vagiti del neonato deposto nella pa glia, quando Dio, facendosi bambino, diventa uomo tra gli uomini. E quasi sicuramente proprio l’im magine, tanto naturale quanto poetica, di una madre che accudisce il neonato spinse papa

Sisto III a realizzare, nel 432, una “grotta della Nativi tà” all’interno della basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, allora chiamata Santa Maria ad praesepem Situata sulla sommità del colle Esquilino, è una delle quattro basiliche papali e la sola ad aver conservato le originarie strutture paleocristiane. Solo secoli dopo Gregorio XI – papa dal 1370 al 1378 –decise di collocare in un tabernacolo, andato distrutto nel ‘700 durante alcuni lavori di ristrutturazione, diverse reliquie lignee che rappresentano i presunti resti della mangiatoia che ac colse Gesù. Ancora oggi i fedeli possono contemplare e pregare davanti alla Sa cra culla, al di sotto dell’altare mag giore della basilica, di fronte alla grande statua di Pio IX inginocchiato.

Nel 1802, l’architet

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Basilica di Santa Maria Maggiore, Roma
© BRIAN_KINNEY/AdobeStock

to Giuseppe Valadier realizzò un nuovo reliquiario e nel suo diario Opere di architettura e di ornamen to, del 1833, scrisse: «Sono vene rati nella basilica liberiana di Santa Maria Maggiore alcuni sagri pezzi di legno, impiegato alla formazione della Culla di Nostro Signore Gesù Cristo. La pietà della Sig. Duches sa di Villermosa Spagnuola, mossa da esemplare devozione, volle che questo sagro avanzo fosse posto in una preziosa custodia di oro e in parte di argento; per cui avendone pregato il Nunzio Apostolico, allo ra Mons. Benedetto Capelletti, oggi Eminentissimo Cardinale, questi vol le onorarmi coll’affidare a me la dire zione di tale ornamento».

Nella stessa chiesa è custodita, in una teca donata da Pio IX, un’altra

UNA GIOIA MAI PROVATA

Enzo Fortunato

Edizioni San Paolo, pp. 160 € 14 La storia del presepe inizia quasi 800 anni fa a Greccio, in provincia di Rieti, quando San Francesco organizza la prima rappresentazione vivente della nascita di Gesù. Per questo speciale anniversario padre Enzo Fortunato esplora i luoghi simbolo della tradizione: Betlemme, Greccio e Assisi, dove la basilica superiore custodisce una suggestiva raffigurazione della Natività. Tappa a Scala, in Costiera Amalfitana, per scoprire invece l’origine del canto Tu scendi dalle stelle

reliquia collegata al presepio: il pan niculum, un piccolo pezzo di stoffa, della grandezza di una mano, che secondo la tradizione è un lembo delle fasce con cui Maria avvolse il suo bambino. Santa Maria Maggiore conserva ancora un’altra testimo nianza dedicata alla nascita di Cri sto: il primo presepe realizzato in scultura da Arnolfo di Cambio nel 1291, che oggi si può ammirare nel museo della basilica, prima colloca to vicino alla “grotta”.

L’architetto Giorgio Vasari ricorda che del gruppo sono sopravvissute solo cinque statue in marmo con le figure di San Giuseppe, due re magi

in piedi, uno inginocchiato in pre ghiera, le teste del bue e dell’asino, alle quali si aggiunge una Madonna con Bambino, seduta su una roccia, che però non è attribuita al noto ar tista.

Più di un oggetto devozionale di questa basilica ricorda la Santa not te. E anche se oggi durante le Feste, a differenza del passato, la Sacra culla non può essere più esposta nella navata centrale tra i fedeli a causa del cattivo stato di conser vazione, si può dire che un filo invi sibile, ma molto resistente, collega Betlemme, in Terra Santa, a Greccio e a Roma.

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La Sacra culla conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore © Jastrow/wikimedia
SPECIALE FESTE ASPETTANDO IL 2023 DA NORD A SUD, SONO TANTI GLI EVENTI PER ACCOGLIERE IL NUOVO ANNO IN ALLEGRIA. TRA CONCERTI E MARATONE, ESCURSIONI IN MONTAGNA E DJSET di Irene Marrapodi Lo show dei Black Blues Brothers al Teatro Toniolo di Mestre
© Gabriele Tomè

Raffinate pièce teatrali e spettacoli comici, con certi classici e djset, per formance acrobatiche e maratone. Dopo le tradizionali Feste in famiglia, si pensa a come trascorrere l’ultimo dell’anno e l’offerta, da nord a sud della Penisola, è ampia e variegata.

BOLZANO IN GARA, TEATRI A MILANO

Una partenza adrenalinica, per conge darsi dall’anno passato ed entrare con gioia e fiducia in quello successivo, è la proposta di Bolzano, che dal 1975 orga nizza la famosa corsa di San Silvestro. Chiunque può partecipare in modo amatoriale, camminando, correndo o, perché no, pattinando, a fianco di profes sionisti dell’atletica e campioni olimpici. E se a Milano il Teatro Carcano affasci na con le evoluzioni della Compañía de Circo “eia”, quello degli Arcimboldi porta in scena lo show del comico Checco Za lone Amore + Iva, tra imitazioni e parodie. Meno eccentrico è il Capodanno di Venezia: come da tradizione, il 29, 30 e 31 dicembre e il 1° gennaio al Teatro La Fenice è in programma il concer to con orchestra e coro guidato dal maestro britannico Daniel Harding. All’incanto di un grande classico, che andrà in onda il primo giorno dell’an no su Rai1, il Teatro Toniolo di Mestre risponde con una proposta alterna tiva: lo spettacolo dei Black Blues Brothers, acrobati kenyoti pronti a tra scinare il pubblico verso il 2023 tra

salti mortali ed eleganti evoluzioni.

A Bologna, invece, il 31 dicembre e il 1° gennaio, la compagnia teatrale Bit inter preta nel Teatro Arena del sole il gran de classico A Christmas Carol Musical tratto dalla più famosa opera sul Natale di Charles Dickens. Con danze e canti, tanta festa, un pizzico di malinconia e l’immancabile lieto fine.

A Rimini, la sera di San Silvestro è fiabe sca: l'antica fortezza Castel Sismondo è accesa da fuochi e luci che, a tempo di musica, danno vita a uno scenografico incendio colorato. E durante la notte i musei della città aprono le porte –gratuitamente – ai visitatori.

MUSICA A PERUGIA E WE

RUN ROME Lucca, piccolo gioiello nell’alta Toscana, celebra le feste con un’offerta così va riegata da soddisfare tutti, tra musica, installazioni, visite guidate e piste di pat tinaggio. Per gli amanti della classica, la sera del 31 dicembre, nell’ambito del festival Puccini e la sua Lucca, si svolge nel Teatro del Giglio il grande concerto di San Silvestro, mentre gli spettacoli di strada animano il centro storico. Pas seggiando per la città, è inoltre possibi le ammirare le installazioni dei designer Francesco Zavattari e Michel Boucquil lon che accendono piazza San Martino. È esuberante il Capodanno di Perugia, che quest’anno è stata scelta per ospi tare il grande show targato Rai L’anno che verrà. È di nuovo la vivacità del con duttore Amadeus ad accompagnare gli

spettatori verso la mezzanotte, tra esibi zioni musicali e piccoli sketch. Anche la Capitale si prepara al nuovo anno, tra teatri e auditorium, ma anche per le strade del centro. Nel pomeriggio del 31 dicembre, infatti, dalle Terme di Caracalla parte We run Rome, la ma ratona organizzata da Comune, Coni e Federazione italiana atletica leggera per accogliere il 2023 con energia. I fe steggiamenti continuano poi all’Audi torium Parco della musica, dove si può scegliere con chi aspettare la mezza notte. In quattro diverse sale si esibisco no l’attore romano Edoardo Leo con Ti racconto una storia (letture serie e semi serie), la cantante Tosca in concerto con Morabeza Rendez-Vous, il pianista Nico la Piovani nel racconto in note La musica è pericolosa e il coro Nate Martin & Sign con le sue melodie gospel. Al Palazzo dello sport torna invece il comico Enrico Brignano con il successo Ma…diamoci del tu

DJSET

A NAPOLI, VALZER A CATANIA

Una full immersion di cinque giorni nella natura per salutare l’anno che se ne va e accogliere il 2023. Dal 29 dicembre al 2 gennaio, nel Parco na zionale d’Abruzzo, Lazio e Molise il Ca podanno diventa l’occasione per fare la conoscenza del lupo appenninico, osservandolo nel suo habitat e se guendone le tracce nella neve. E dopo aver attraversato valli e faggete, tra ciaspolate ed escursioni faunistiche, i

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Il concerto di Capodanno a Lucca nel 2017 © Lorenzo Breschi

borghi di Pescasseroli, Civitella Alfe dena e Lecce nei Marsi, in provincia dell'Aquila, sono pronti ad accogliere i visitatori con la loro calda atmosfera di festa. Per un nuovo inizio a ritmo slow. Anche a Napoli il Capodanno inizia in anticipo e dura tre giorni. I festeg giamenti cominciano il 29 dicembre, nella storica galleria Umberto I, con il concerto in ricordo di Pino Daniele, e proseguono la sera successiva con il rapper milanese Rkomi che diventa protagonista in piazza del Plebiscito. Nella stessa location, la notte di San

Silvestro è invece animata dal comico Peppe Iodice con il suo Peppy Night, che prevede tra gli ospiti la showgirl Belen Rodriguez, il ballerino Stefano De Martino e il comico Francesco Pa olantoni. A seguire, i famosi djset sul lungomare che diventano vere e pro prie discoteche all’aperto.

Più sobria è la festa siciliana, con le sue liriche coinvolgenti, i seducenti valzer e le musiche orchestrali che nel primo giorno dell’anno traghettano delicata mente spettatori e spettatrici verso il 2023. L’orchestra del Teatro Massimo

Bellini di Catania, diretta da Daisuke Muranaka, lo fa con le musiche dei più grandi compositori dell’800, come il padre del valzer Johann Strauss e il francese Georges Bizet. Il classico concerto di Capodanno al Teatro Vit torio Emanuele di Messina, invece, è coordinato dal direttore d’orchestra e pianista viennese Matthias Fletzber ger, mentre il violinista di origine litua na Julian Rachlin dirige lo spettacolo musicale al Teatro Massimo di Paler mo, regalando intense emozioni a cit tadini e visitatori.

Atleticom SPECIALE FESTE
L’edizione 2019 della maratona di San Silvestro We run Rome
©
Il Teatro Massimo di Palermo illuminato dai fuochi d’artificio © Giampaolo/AdobeStock

CAPODANNO CHEF

a cura della redazione

La tavola imbandita, sinonimo di condivisione e socialità, è il simbolo delle Feste. Al suo centro trionfa il cibo, quello preparato secondo tradizione o reinventato se guendo le tendenze del momento. A chi

vuole sperimentare qualcosa di nuovo l’associazione CHIC - Charming Italian Chef propone tre ricette per il cenone di Capodanno all’insegna della crea tività e della sostenibilità. Principi che guidano gli oltre cento professionisti del

team: chef, ristoratori, pizzaioli, pastic cieri, gelatieri e panificatori che puntano a promuovere una cucina di qualità nel rispetto delle materie prime. charmingitalianchef.com charmingitalianchef

SPAGHETTI CA’ MUDDICA ATTURRATA

LISTA DELLA SPESA (per 4 persone) 400 g di spaghetti, 100 g di pangrattato semi integrale, 50 g di alici sotto sale, 1 cl di olio evo da Nocellara etnea, 1 dente di aglio, 60 g di nocciole, 300 g di pane raffermo, 20 g di colatura di alici, 1 peperoncino piccante, pepe q.b.

PREPARAZIONE

Bollire gli spaghetti insieme con il pane raffermo e la co latura di alici, lasciarli al dente e mettere da parte. In un contenitore emulsionare l’olio con un po’ di acqua di cot tura della pasta e mescolare bene fino a ottenere una crema omogenea con cui amalgamare gli spaghetti. Di

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ETROD’AGOSTINO

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sporre sul piatto aiutandosi con un mestolo e una pinza da cucina. Scaldare il resto dell’olio in una padella con le alici dissalate, il peperoncino e l’aglio schiacciato. Aggiungere le nocciole pestate a mortaio, il pangrattato e il pepe, me scolando fino a quando il pane non risulterà ben tostato e croccante. Cospargere gli spaghetti con il composto.

SPECIALE FESTE
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Miche l in) ]

SANDRA MARINATA ALLA BARBABIETOLA, CREMA DI YOGURT E LA SUA BOTTARGA

LISTA DELLA SPESA (per 2 persone)

2 tranci da circa 160 g di sandra (o qualsiasi tipo di pesce bianco come ombrina, dentice, ricciola)

1 pezzo di barbabietola rossa cotta, 200 g di sale fino, 300 g di zucchero, 150 g di yogurt, 35 g di panna fresca da dolci non zuccherata, bottarga di sandra o di muggine q.b.

ELEPAUSELLI [chefdelristorante

PREPARAZIONE

Per il succo di barbabietola Tagliare la barbabietola a pezzettoni e frullarla con circa 200 g di acqua. Filtrare il brodo ottenuto. Per la sandra Marinare i tranci coprendoli completamente con una solu zione di zucchero e sale fino per circa 4 ore. Passato questo

CIOCCOLATO-MOU CON POLVERE DI PISTACCHI TOSTATI, SCIROPPO DI ACQUAVITE E INFUSO ALLO ZENZERO

Lista della spesa (per 8 persone) 500 g di zucchero, 120 g di cacao, 300 g di cioccolato fon dente 85%, 80 g di zenzero fresco, 100 g di pistacchi, 425 ml di panna fresca, 70 cl di acquavite di genziana (o grappa classica), agar agar q.b.

tempo, sciacquarli con abbondante acqua fredda e asciu gare bene. Immergere il pesce nel succo di barbabietola e lasciarlo reidratare per 2 ore mantenendolo in frigorifero. Scolare e asciugare i tranci, dorarli in padella per un paio di minuti per lato e terminare la cottura in forno a 180° per circa 5/6 minuti.

Per la spuma di yogurt Miscelare la panna e lo yogurt e condire con un pizzico di sale e olio a piacimento. Conservare in frigorifero. Per la finitura Impiattare il trancio, completare con dischetti di barbabie tola cotta e condita con zucchero, sale e aceto, la crema di yogurt e la bottarga affettata molto sottile.

FABIOBARBAGLINI[patron della bottega DolceemporioaFirenze]

Preparare il caramello fondendo 500 g di zucchero con 225 ml di acqua fino a ottenere una colorazione bruna tendente allo scuro. Aggiungere 45 ml di acqua e successivamente 425 ml di panna fresca per realizzare una crema mou pro fumata e setosa. Proseguire la cottura per qualche istante e aggiungere 120 g di cacao setacciato e stemperato con l'a iuto di una frusta. Aggiungere 300 g di cioccolato fondente 85%, emulsionare per ottenere una crema di cioccolato dai riflessi lucenti. Bollire 70 cl di acquavite di genziana insieme a 150 ml di acqua, legare con agar agar, togliere dal fuoco e aggiungere 80 g di zenzero fresco tagliato a cubetti mol to piccoli. Lasciare in infusione e far raffreddare. Tostare in forno 100 g di pistacchi a 140° per circa 20 minuti, lasciare raffreddare e frullare per ottenere una polvere. Per la finitura Servire un cucchiaio di cioccolato-mou in un piatto fondo o in una coppetta con 1 cucchiaio di sciroppo di acquavite e la polvere di pistacchi.

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G ABR I La Fugascina aMergozzo(VerbanoCusioOsso la ) ] © karandaev/iStockPhoto

SOGNI DA

DARE NUOVA VITA A SPAZI PER L’INFANZIA A MILANO, ROMA E NAPOLI. QUESTO L’OBIETTIVO DEL PROGETTO SOCIALE IDEATO DALL’AZIENDA FACILE RISTRUTTURARE CON LA ONLUS EVERY CHILD IS MY CHILD di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

Ogni bambino ha il diritto di immaginare il fu turo. Da questa convinzione, che è quasi una missione, nasce il progetto Facile sognare promosso dall’azienda Facile ristrutturare in collabora zione con la onlus Every Child Is My Child presieduta dall’attrice Anna Foglietta. Obiettivo del program ma di corporate social responsibility è dare nuova vita a spazi dedicati alla tutela dell’infanzia in difficoltà.

Per farlo Loris Cherubini e Gio vanni Amato, fondatori della società leader per le ristrut turazioni “chiavi in mano” in Italia, hanno pensato a tre progetti e tre imprese so ciali che coinvolgono tre artisti in altrettante città: Milano, Roma e Napoli. Per un investimento

totale di 300mila euro. L’ultimo progetto presentato è quello previsto nella città partenopea, più precisamente tra Melito e Scam pia, luogo caro ad Amato: «Sono nato e cresciuto qui, per cui questa tappa del progetto ha per me un valore molto particolare. Ho provato sulla mia pelle la sensa zione di non riuscire a vedere un futuro diverso. Fa cile sognare nasce da questa consapevolezza, dal valore enorme che un piccolo spi raglio può rappresentare in contesti difficili.

COSTRUIRE

Dietro ogni sogno realizzato c'è qualcuno che ci ha cre duto, e noi siamo fieri di rendere più facile la possibilità di sognare un futuro diverso». Qui il lavoro di ristruttu razione si lega a La Scugnizzeria, nata come libreria per volontà del giovane editore Rosario Esposito La Rossa e in cui oggi una parte dello spazio, chiamato Ospedale dei libri, è stato riorganizzato per dare vita a un luogo dove i ragazzi e le ragazze del quartiere possono sco prire antichi mestieri dell’editoria come la stampa a ca ratteri mobili. A dicembre è stato avviato un workshop creativo tra La Rossa, l’architetta Daniela De Martino e l’artista napoletano Jorit. Insieme stanno ora im maginando la Matta pizzeria, uno spazio po livalente dove i giovani del quartiere, anche con disabilità, potranno imparare il lavoro del pizzaiolo, acquisendo così una profes sionalità, e le bambine e i bambini saranno coinvolti in laboratori creativi intorno alla magia della panificazione. Il locale pren de il nome dalla Matta, la carta napoletana che vale come jolly e rappresenta un buon auspicio per chi vuole trovare il proprio cam mino.

Nella Città Eterna il progetto coinvolge invece la coo perativa sociale Antropos onlus, fondata 25 anni fa da un gruppo di educatori con l’intento di aiutare bambini e ragazzi nati in contesti difficili. Qui l’iniziativa vuole portare nuova vita e colori a La casetta delle arti e dei giochi, ludoteca nata nel 2003 nel quartiere di Tor Sa pienza, nella periferia est della città. Ad accogliere i ra gazzi ci sarà un grande murale dell’illustratrice e artista Camilla Falsini. «Siamo tra il 60 e 70% d’avanzamento dei lavori e pensiamo di concluderli prima di Natale, o all’inizio dell’anno nuovo», spiega Cherubini. Viaggia ormai a vele spiegate, invece, il primo proget to di Facile Sognare: la ristrutturazione di un immobile dell’impresa sociale ControVento, realtà attiva a Milano da oltre un secolo nella salvaguardia dei diritti dei mino ri e nel sostegno alla genitorialità. Ne è nato uno spazio di incontro a misura di bambino, un luogo confortevole, dalla dimensione domestica e quotidiana, pensato per agevolare il riavvicinamento dei più piccoli al nucleo familiare, molto spesso conflittuale e difficile. Il locale è stato reso unico dall’installazione site-specific Felici tas della designer e artista Elena Salmistraro, come ri corda l’attrice Anna Foglietta, presidente di Every Child Is My Child: «Vedere la sorpresa negli occhi dei bambi ni di fronte alla bellezza di questo spazio e alla magia

Da sinistra: Giovanni Amato, co-fondatore di Facile ristrutturare, Anna Foglietta, presidente di Every Child Is My Child Onlus, e Loris Cherubini, co-fondatore di Facile ristrutturare dell’opera di Elena conferma ancora una volta quanto sia importante per noi, come adulti, impegnarci nella tutela dei loro diritti, rivendicando il valore della bel lezza come elemento imprescindibile dello sviluppo». Anche Cherubini rammenta l’emozione dell’apertura: «Il giorno della presentazione, decine e decine di persone del quartiere si sono affacciate per vedere questi locali, prima in disuso, tornare nuovamente in attività. È stata per noi una grandissima soddisfazione». facileristrutturare.it everychildismychild.it facilesognare | facileristrutturare everychildismychildonlus

INCLUSION
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a caratteri mobili
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Casetta delle arti edeigiochiaRoma
©PaolaLedderucci
a cura di Shai Baitel 16.12.2022 30.04.2023 soci fondatori MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo via Guido Reni, 4A - Roma | www.maxxi.art sponsor media partner

LE ALI DELLA

Dall’inferno alla redenzione, attraverso l’arte. Una fonda zione specializzata nel re cupero e nell’integrazione sociale dei minori in contesti difficili che è anche un centro per l’arte contemporanea con una programmazione degna di un mu

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A TARANTO LA FONDAZIONE ROCCO SPANI PRESIEDUTA DA GIULIO DE MITRI SI OCCUPA DEL RECUPERO E DELL’INTEGRAZIONE DEI MINORI SVANTAGGIATI ATTRAVERSO L’ARTE di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com Foto di Giorgio Ciardo

CREATIVITÀ

seo civico. Un caso straordinario che avrebbe appassionato persino l’arti sta tedesco Joseph Beuys che all’arte dava anche un ruolo sociale.

Tutto comincia a Taranto, a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. Nella città dell’al lora acciaieria Italsider è in corso

una guerra di malavita senza pre cedenti che, nel giro di poco tempo, provocherà una vera e propria carne ficina di oltre 150 morti. Sono gli anni bui di una faida a colpi di kalashnikov culminata con la famigerata “strage della barberia”, nel pomeriggio del 1°

ottobre 1991: tra i vicoli della città vec chia quattro innocenti vengono uccisi in una sala da barba. Il vuoto prodotto da arresti e omicidi eccellenti fa sal tare gli equilibri interni della crimina lità e il tutti contro tutti lascia spazio al pentitismo. I ragazzi più indifesi dei

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La scultura di Giulio De Mitri, Il giardino di Psyché (2016), nel Parco di sculture di Santa Sofia, in provincia di Forlì-Cesena

quartieri marginali della città pugliese sono intrappolati nelle maglie della sopravvivenza spicciola e ingrossano le fila della microcriminalità. Tra que ste tenebre così dense all’improvviso balena una luce di speranza, quella di un laboratorio sperimentale di arti visive e di animazione fondato da un collettivo di artisti e operatori sociali. Si tratta di uno spazio urbano aperto ai minori a rischio del territorio, dove sono coinvolti nel “fare arte”, dando libero spazio alla creatività, allo stu pore e alla meraviglia. Con un pro getto di alfabetizzazione primaria che va dall’educazione all’immagine (disegno, pittura, arti applicate, scul tura, incisione calcografica) al teatro (mimo, marionette, burattini, ombre)

fino ai laboratori per il recupero di vec chi mestieri artigiani come il découp age, l’incisione, la tecnica a sbalzo, il mosaico, la ceramica o il modellismo e la legatoria.

Un primo avviamento professionale fondato sui diversi talenti sviluppati dai ragazzi che ha rappresentato per loro, in seguito, un’opportunità di la voro nella legalità. Quest’esperienza è passata alla storia delle cronache di Taranto come “il miracolo nella città vecchia” che, dagli anni ‘80, continua a favorire l’integrazione sociale con minori a rischio di disadattamento. Un miracolo della società civile che ha un’artefice: Fondazione Rocco Spani, nata per volontà dell’artista Giulio De Mitri che ne è tutt’oggi il presidente,

dedicata alla memoria dell’insegnan te Rocco Spani, educatore e attento osservatore delle problematiche mi norili del centro pugliese, morto nel 1976. Incontriamo De Mitri per cono scere personalmente chi è riuscito a fondere, in maniera indissolubile, la sua vicenda esistenziale a favore degli svantaggiati più giovani con il suo essere artista. Un caso autentico, come pochi, di sovrapposizione tra arte e vita.

Qual è il bilancio della Fondazione in oltre 30 anni di assiduo lavoro?

Nel territorio jonico abbiamo contri buito a sottrarre ragazzi e ragazze fragili all’abbandono scolastico, al “codice della cattiva strada” dei reati contro le cose e le persone e allo

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Attività di animazione e laboratori creativi a cura della Fondazione Rocco Spani Visita guidata alla mostra di Daniel Spoerri al Crac Puglia, Taranto

spaccio di sostanze stupefacenti, grazie alle nostre attività dai linguag gi creativi, peculiarità innovativa del progetto pedagogico-educativo del la Fondazione. I minori provengono da contesti familiari multiproblematici per incapacità genitoriale, indigenza, reclusione per reati o perché vivono in nuclei allargati complessi. Ci vengono affidati dai servizi sociali, su decreto dei tribunali per i minorenni, fin dai tre anni. Oggi molti di loro hanno conse guito diplomi professionali, alcuni si sono anche laureati in Beni culturali, in Scienze dell’educazione, in Servi zio sociale e lavorano nel pubblico o nel privato. La Fondazione conta or mai numerosi presidi permanenti nel centro storico di Taranto: i laboratori didattici e creativi, il centro socio edu cativo e culturale diurno L’Isola della fantasia, la comunità educativa resi denziale Guglielmo De Feis, la biblio teca Franco Sossi e il Centro di ricerca arte contemporanea (Crac) Puglia. Come mai questa centralità dell’arte nel vostro metodo? Sicuramente ha influito in maniera decisiva la mia specifica vocazione e la mia esperienza di docente nelle

accademie di Belle arti italiane. Poi la collaborazione con insigni personaggi del mondo artistico e pedagogico, da Bruno Munari a Mario Lodi e Joseph Beuys, che ho avuto l’onore di cono scere e con cui ho realizzato dei pro getti culturali.

Qual è l’effetto della creatività sui ra gazzi?

Ha la forza di diventare un gioco stra ordinario, non si blocca in formule matematiche, investe la complessità del mondo interiore di ogni individuo.

L’esperienza dell’arte fa muovere i ra gazzi e le ragazze nel nuovo, modifica i loro punti di vista sulle cose e sugli eventi, dà alla vita il senso dell’avven tura e della meraviglia, contribuisce a valorizzare con successo le loro ri sorse intellettive, emotive e affettive. Attraverso il fare arte, hanno la pos sibilità di incanalare la loro energia impulsiva e autodistruttiva verso una destinazione diversa, più accettabi le socialmente, di inclusione e inte grazione. Nelle teorie psicologiche questo è noto come il principio della sublimazione, seguendo la lezione di Freud.

A Taranto non avevate un contenito

re dove mostrare l’arte contempora nea ai ragazzi e far sperimentare loro i nuovi linguaggi della creatività… È vero. Anche per questo nel 2015 ci è venuta l’idea di aprire il Crac Puglia. Siamo partiti mettendo insieme una collezione permanente con i lavori di affermati nomi nazionali e inter nazionali, tra i quali Munari, Beuys, Mauro Staccioli, Giuseppe Spagnu lo, Oliviero Rainaldi, per poi far evol vere il centro in un’attività di ricerca, sperimentazione e documentazione visiva. Qui promuoviamo e organiz ziamo mostre, laboratori site-specific, installazioni, pièce, performance, in terventi, animazione teatrale, fotogra fia, videoarte. Mi conquistano sempre lo stupore, la meraviglia e la sponta neità che ogni bambino tira fuori da ogni evento.

Quando mi congedo da Giulio De Mi tri ho ancora negli occhi la sua opera con decine di farfalle in acciaio appli cate su massi di pietra. Questa scul tura, intitolata Il giardino di Psyché, l’associo subito al film di fantascienza The Butterfly Effect secondo cui, por tando all’estremo la teoria del caos, il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’al tra parte del mondo. E penso che non ci possa essere metafora migliore per descrivere quel “miracolo nella città vecchia”, con il suo uragano di spe ranze generato dal battito d’ali della creatività, a cui ho appena assistito dietro le porte della Fondazione Roc co Spani di Taranto. fondazioneroccospani.org

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Giulio De Mitri Cielo-mare (Identità) (2009)

SURREALISTA TOTALE

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Max Ernst Nascita di una galassia (1969) Fondazione Beyeler, Riehen/Basel, Beyeler Collection © Max Ernst by Siae 2022

A MILANO LA PRIMA RETROSPETTIVA ITALIANA SU MAX ERNST. OLTRE 400 OPERE, TRA DIPINTI, COLLAGE E SCULTURE, RACCONTANO LA VITA E L’ESTRO DI UN GENIO

Pittore, scultore, poeta e fine umanista affascinato dal Rinascimento, capofila del movimento Dada e del Surrealismo a metà del ‘900. Max Ernst viene cele brato a Milano con una straordinaria retrospettiva, la prima mai realizzata in Italia, a cura di Martina Mazzotta e Jürgen Pech. Ospitata a Palazzo Re ale fino al 26 febbraio, e promossa da Comune in collaborazione con Electa, Max Ernst. Le ragioni di una mostra offre un vasto e articolato percorso composto da oltre 400 opere prove nienti da importanti musei, fondazioni e collezioni private italiane e interna zionali tra le quali Ca’ Pesaro di Vene zia, la Tate Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, la Fondazione

Beyeler di Basilea e il Museo naziona le Thyssen-Bornemisza di Madrid. L’esposizione si dipana tra le vicende biografiche e la carriera dell’artista tedesco, poi naturalizzato america no e francese, che – come spiegano i curatori – con il suo estro folle «ha dato vita a foreste, esseri indecifrabili dall’aspetto plastico, uccelli-feticcio e altri animali, corpi femminili e corpi celesti che si ibridano con l’artificio e con il mito. Tra mimesi e metamorfosi, inconscio e realtà, mondo animato e inanimato».

Un viaggio straordinario attraverso le opere di Ernst che, con un geniale approccio espressivo, è stato capa ce di rendere poesia anche le cose più banali. Una collezione di oggetti

rari che racchiude i temi più classici della storia artistica del Rinascimento italiano e tedesco e del Romantici smo, riuscendo perfino a includere gli strumenti della scienza e della tecno logia. «Per guardare con coraggio al buio come alla luce, ed estendere lo sguardo fino ai limiti estremi del visi bile, ieri come oggi», raccontano sul catalogo Mazzotta e Pech. Passo dopo passo, la mostra ripercor re la vita dell’artista, approfondendo i grandi periodi storici che hanno carat terizzato il suo lavoro. In apertura, ad accogliere i visitatori, c’è  Oedipus Rex del 1922, una delle opere più note di Ernst. Poi il percorso espositivo prose gue in nove sale tematiche attraverso il mondo del maestro surrealista fatto di dipinti, collage, sculture, fotogra fie, gioielli, libri e documenti inediti. Sono visibili numerosi lavori realizza ti con la tecnica del frottage, basata sul principio dello sfregamento, e del grattage, che consiste nel raschiare la pittura ancora fresca sulla tela, fino al dripping, in cui il colore gocciola

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di Giuliano Papalini Il mondo della sfocatura. Rifiuto assoluto di vivere come un tachiste (1965) Collezione privata, Viareggio © Max Ernst by Siae 2022

direttamente dai barattoli forati. Tanti i grandi dipinti come Pietà o la rivolu zione di notte, L’antipapa e L’angelo del focolare Le opere sono accompagnate da una minuziosa narrazione della biografia dell’artista, dagli anni della formazio ne in Germania in cui vive la Grande guerra – combattuta in prima perso na – fino all’avvento rivoluzionario del Dadaismo, con l’invenzione del “col lage senza colla”, che il critico André Breton definì come «il biglietto da vi sita di un mago».

Gli anni trascorsi da Ernst a Parigi e in

Francia, l’affermarsi del Surrealismo, le collaborazioni, i viaggi e le speri mentazioni si succedono nella nar razione cronologica fino alla prigionia da parte dei nazisti che lo conside ravano un “artista degenerato” e lo imprigionarono fino all’esilio forzato negli Stati Uniti.

In mostra anche le fotografie di ma estri dell’epoca come Man Ray e Lee Miller, che accompagnano i quadri e raccontano il contesto sociale e re lazionale in cui sono stati creati, ol tre alle amicizie e agli amori di Ernst. L’esposizione si avvia alla conclusio

ne con il ritorno in Europa. Nella sala intitolata Memoria e meraviglia sono raccolte, infatti, le opere degli ultimi decenni dove la storia della cultura e il ritorno all’antico diventano fonti d’ispirazione per lavori dove il passa to e il ricordo diventano protagonisti. Nell’ultima sala, infine, lo sguardo è ri volto alle stelle. Negli anni che prece dono lo sbarco dell’uomo sulla Luna, le tele di Ernst mettono in dialogo arte e scienza rappresentando visioni ine dite sul cosmo.

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Max Ernst L’antipapa (1941 circa) Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

SGUARDI INQUIETI

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Antonio Ligabue Autoritratto con torre (1948) Collezione privata

DA PAUL KLEE AD ANTONIO LIGABUE FINO ALL’ART BRUT E ALLE OPERE DEL MUSEO DI STORIA DELLA PSICHIATRIA. A REGGIO EMILIA UNA MOSTRA INDAGA IL TEMA DELL'IDENTITÀ NELLE SUE DECLINAZIONI PIÙ PROFONDE

Addentrarsi nei meandri della psiche e mettersi in ascolto di voci recondite, intime, ignorate. L’arte, come cartina tornasole del sé e del mondo co evo, non è capace solo di mostrare la sconfinata bellezza in cui siamo immersi, o interpretare fette di realtà variega

ta, ma anche e soprattutto di offrire i labirinti più privati del proprio inconscio. Di far urlare gli occhi, dare voce ai silenzi e all’inespresso che vuol debordare. Con pennellate ma teriche affondate sulla tela, sculture scomposte, oggetti astratti che danzano su un quadro. È quello che esplora

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di Sandra Gesualdi sandragesu Joškin Šilian HE – SHE (2015) Casa dell'Art Brut

L’Arte inquieta. L’urgenza della creazione, la mostra curata da Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni e allestita a Palazzo Magnani di Reggio Emilia fino al prossi mo 12 marzo.

Al centro, un’indagine profonda sull’identità, quella ap punto inquieta e dai plurimi volti, rivelata attraverso opere generate da urgenze espressive talvolta «dal sapore di un sale grezzo e amaro», spiega Bedoni sul catalogo critico. Paesaggi endogeni, mappe, volti fermati su 140 opere, fir mate da assoluti maestri internazionali come Paul Klee o Anselm Kiefer e provenienti da collezioni di tutto il mondo. In mezzo, molti tra gli autori di linguaggi poetici alla base della modernità espressiva come Alberto Giacometti, Jean Dubuffet, Hans Hartung, Antonio Ligabue, Cesare Zavatti ni, Maria Lai e Carla Accardi, solo per citarne alcuni. «Un percorso espositivo lungo le traiettorie delle metamorfosi moderniste, di cartografie visionarie, di linguaggi ipnotici», scrive ancora Bedoni. «Opere che attraversano la scena contemporanea, non rinnegano percorsi biografici duri ma, intuendo la realtà viva di questo mondo, ne vedono il buio e sanno afferrarne la luce».

Tra le sale tematiche camminano sul filo della storia, in bi lico come un funambulo, le domande sul chi siamo poste dagli artisti. Con un’urgenza vitale fatta di colore, corpi de formi, espressioni spaesate e caos. E, accanto ai capolavori di maestri presenti in ogni manuale d’arte contemporanea, sono esposte anche opere provenienti da mondi esclusi, di ieri e di oggi, finalmente considerate un prezioso e neces

sario archivio dell’immaginario: l’Art brut, quell’espressione creativa istintiva e spontanea legata al concetto di ispira zione autonoma, incolta e spesso prodotta non da profes sionisti ma da alienati.

Così i grandi artisti del ‘900 sostengono un serrato confron to, alla pari, con l’Art brut del passato e alcune opere ine dite provenienti dall’archivio dell’ex ospedale San Lazzaro e conservate nel Museo di storia della psichiatria di Reggio Emilia, una tra le maggiori collezioni del genere in Europa. Lo sguardo nel vuoto di Antonio Ligabue, il ribrezzo o il ter rore celato dai colori di Arnulf Rainer, i mondi ingarbugliati e onirici di Keith Haring si incrociano con le composizioni di Joškin Šilian e le ossessioni partite da ciò che la società omologata respinge in squilibri e pazzie e che qui diventa no protagonisti. Non le facili follie d’artista, spesso atteggiamenti alla moda, ma mappe e mondi di sognatori, grovigli profondi, monologhi interiori. Come se il pennello e il colore fossero la torcia per fare luce sull’io e sul mondo, per rendere visi bile un repertorio di ideologie, allucinazioni, progettazioni nate da bisogni d’espressione, private e corali. D’altronde, come sosteneva lo psichiatra Franco Basaglia, «la follia è una condizione umana. In noi esiste ed è presente come lo è la ragione». E l’arte può raccontare e sublimare questo connubio identitario. Incessante, generativo e inquieto. palazzomagnani.it

fondazione_palazzomagnani FondazionePalazzoMagnani

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Keith Haring Untitled (1984) Collezione privata
50 ANNI DI RICERCA Fai la storia della medicina insieme a noi, SOSTIENICI. Scopri come su www.sostienici.hsr.it 1972-2022 Non c’è cura, senza ricerca
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Sicilia (1977)

IL SUONO DELLA VITA

DAI RITRATTI SICILIANI ALLA SERIE SUL MONDO DEL LAVORO IN ITALIA. IN MOSTRA A TORINO, FINO AL

22 GENNAIO, OLTRE 150 SCATTI DI LISETTA CARMI, CHE LASCIÒ

LA MUSICA PER L’OBIETTIVO

Nel 1976, dopo aver raccontato il mondo per im magini, Lisetta Carmi puntò il suo obiettivo sui paesaggi e gli abitanti della Sicilia. Ne uscì una raccolta di ritratti e scorci della vita quotidiana di questa co munità. Volti sull’uscio di casa, affacciati alle finestre o tra le vie del proprio paese. Un insieme di esistenze che mostrano una vita lontana da quella omologata della società dei con sumi. Scatti in bianco e nero o a colori che si trasformano in

documenti visivi in cui la componente realistica è mitigata da un lirismo imprescindibile e vitale. Questa e altre immagini sono raccolte nella mostra Lisetta Carmi. Suonare forte, fino al 22 gennaio alle Gallerie d’Italia, il museo di Intesa Sanpaolo a Torino. Un titolo che è anche un gioco di parole per ricordare che la fotografa genovese, scomparsa pochi mesi fa a 98 anni, è stata anche una piani sta. Ma lasciò la musica per l’obiettivo, uno strumento che le permetteva di dare voce agli ultimi. L’esposizione è divisa in otto sezioni. In due di queste vengo no suonati brani di Luigi Nono e Luigi Dallapiccola, mentre nelle altre è la stessa Carmi a raccontare alcuni suoi lavori attraverso brevi video. Si possono ammirare oltre 150 scatti realizzati tra gli anni ‘60 e ‘70: oltre ai ritratti siciliani, uno stra ordinario reportage sulla vita dei travestiti, una serie dedica ta al mondo del lavoro in Italia e una sequenza che racconta l'incontro con il poeta e saggista statunitense Ezra Pound. gallerieditalia.com gallerieditalia

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di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur Foto di Lisetta Carmi - Martini & Ronchetti Sugherificio, Calangianus, Sassari (1964)
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PHOTO Ezra Pound (1966) La metropolitana, Parigi (1965)
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I travestiti, Dalida, Genova (1965-1970)
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Eva Herzigova, Roma (1997)
INEDITA BELLEZZA di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur Foto di Gian Paolo Barbieri Courtesy Fondazione Gian Paolo Barbieri/29 Arts in Progress Gallery RITRATTI NON CONVENZIONALI, RICCHI DI CITAZIONI ARTISTICHE E RIMANDI AL GRANDE SCHERMO. IN MOSTRA A MILANO GLI SCATTI MENO CONOSCIUTI DI GIAN PAOLO BARBIERI 103
in Coppola e Toppo, Milano
Isa Stoppi
(1968)

La modella Eva Herzigova immortalata in un ristoran te romano mentre mangia, in modo seducente e irriverente, un piatto di spaghetti al pomodoro. Sulla parete alle sue spalle i ritratti del regi sta Alfred Hitchcock e dell’attrice Gina Lollobrigida. In quest’immagine scat tata da Gian Paolo Barbieri negli anni ‘90 troviamo rappresentati in modo non convenzionale l’Italia, la moda, il fascino femminile e la passione per il cinema, elementi che rendono subito

riconoscibile il lavoro del fotografo mi lanese.

«Fin da piccolo il teatro e il cinema fu rono per me una spinta importante», ricorda Barbieri. «Poi leggendo tanto, studiando l’arte classica, guardando ai maestri del passato o semplicemente prendendo spunto da ciò che si ani mava intorno a me, sviluppavo il mio occhio artistico. Immaginavo e dise gnavo nella mia mente ciò che avrei voluto fosse il risultato del servizio, costruivo i miei set in maniera impec

cabile, sempre con una citazione, più o meno esplicita, all’arte, al cinema o all’architettura».

Questa ricerca del particolare, da cui emergono scatti eclettici e innovativi, è al centro della mostra Gian Paolo Barbieri: Unconventional, alla galleria 29 Arts in Progress di Milano fino al 25 marzo 2023. Una selezione di 25 immagini a colori che regalano uno sguardo sulla produzione meno nota dell’artista, vincitore del premio come Miglior fotografo di moda internazio

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Laura Alvarez, Venezuela (1976)

nale ai Lucie Awards 2018 di New York. In esposizione ritratti intimi e sponta nei di modelle e celebrity che si libe rano delle pose più canoniche della fashion photography per farsi porta voce di una nuova eleganza che ne rivela il lato più disinvolto. Fotografie ironiche e allo stesso tempo colte, ricercate e provocatorie, ricche di ri

mandi alla storia dell’arte e citazioni cinematografiche, frutto dell’espe rienza giovanile di Barbieri negli studi di Cinecittà. A queste si alternano immagini iconi che che Barbieri ha firmato per cam pagne pubblicitarie di marchi come Valentino Garavani, Versace, Gian franco Ferré, Vivienne Westwood,

Dolce & Gabbana, Armani e tanti altri. Scatti realizzati sul territorio nazionale, ma anche su spiagge esotiche di Paesi come Kenya, Mauritius o Seychel les, che sono finiti sulle copertine e nelle pagine dei principali media in ternazionali, da Vogue a L’Officiel, da GQ a Vanity Fair 29artsinprogress.com

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Donatella Versace e Rupert Everett, Milano (1996) Alberta Tiburzi, Kenya (1969)

Due sorelle tra i partecipanti alle iniziative del progetto Pec-Poli educanti in condivisione promosso dall'associazione ‘a Strummula nel quartiere Noce (Palermo)

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GUARDARE AL FUTURO LO STATO DELL’INFANZIA IN ITALIA, TRA ESCLUSIONE SOCIALE E CANTIERI EDUCATIVI, RACCONTATO PER IMMAGINI DA RICCARDO VENTURI E ARIANNA MASSIMI. FINO AL 26 FEBBRAIO, A ROMA di Angela Alexandra D’Orso Foto di Riccardo Venturi 107

Crescono in famiglie che non possono permettersi cibo e vestiti. Spesso ab bandonano la scuola, hanno diffi coltà a socializzare. E finiscono per perdere il diritto all’immaginazione e al sogno. Secondo i dati Istat del 2021, in Italia un milione e 400mila minori vivono in povertà assoluta. A fotografare la loro condizione è la mostra Stati d’infanzia. Viaggio nel Paese che cresce, fino al 26 febbra io al Museo di Roma in Trastevere. Oltre 80 scatti di Riccardo Venturi e un documentario a cura di Arianna Massimi raccontano per immagini le storie di chi combatte l’emargi nazione e la dispersione scolastica infantile.

Al centro del progetto ci sono le ragazze e i ragazzi coinvolti nelle iniziative promosse dall’impresa sociale Con i bambini, società sen za scopo di lucro che si occupa di attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’obiettivo dell’esposizio ne, curata da Ilaria Prili, è portare alla luce la complessità di alcune realtà sociali ma anche immaginare sperimentazioni e alleanze tra luo ghi di cultura, istituzioni e famiglie in grado di sovvertire l’andamento attuale.

Perché combattere la povertà sco lastica vuol dire assicurare a tutti gli stessi mezzi e, di conseguenza, far crescere il Paese. Proprio per

questo il reportage presenta deci ne di cantieri educativi, nei piccoli centri e nelle periferie delle grandi città, dalla Lombardia alla Sicilia. A ogni luogo corrisponde un ritratto di umanità fremente, una tensione tenace che cerca spazio per espri mersi e qui conquista visibilità. Il risultato è un percorso espositivo che ricostruisce una geografia so ciale composita, in cui alterità e dif ferenze non sono un ostacolo ma un valore aggiunto. Il tratteggio di una comunità ideale che aspira all’e guaglianza al di là delle condizioni di nascita, all’interno della quale si è tutti meritevoli, nessuno escluso. museodiromaintrastevere.it conibambini.org

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Il laboratorio esperienziale estivo realizzato nel Biellese per il progetto Community School

SALI A BORDO CON TRENITALIA

SONO TANTI I COLLEGAMENTI INVERNALI CHE CONSENTONO DI VIAGGIARE PER LAVORO O PER SVAGO ALL’INSEGNA DEL COMFORT

FRECCIAROSSA, VELOCITÀ E INTEGRAZIONE

Dall’ 11 dicembre sono sette i Frecciarossa no stop Milano Centrale-Roma Termini e viceversa che collegano le città in 2 ore e 59’. Si parte da Roma alle 6:25, alle 9:25 e alle 16:25 e da Milano alle 6:35, alle 9:35, alle 17:35 e alle 19:35. Sommati ai Frecciarossa con fermate intermedie, fanno un totale di 88 collegamenti al giorno per viaggiare tra la Capitale e la città meneghina. Inoltre, grazie al Frecciarossa 1000 duplex in occasioni di ponti e festività natalizie è garantito un ulteriore incremento dei posti a dispozione. Un’offerta imbattibile e su misura per ogni esigenza. Ancora più Frecciarossa sulla trasversale Torino-Milano-Venezia e lungo la costa Adriatica, grazie al rebranding degli attuali Frecciargento 700 in Frec ciarossa. Questa la prima fase del rinnovo della flotta che vedrà anche la trasformazione dei Frecciargento 600 in Frec ciarossa entro la primavera.

Più collegamenti tra Milano e Venezia grazie a due Frecciarossa aggiuntivi con partenza dalla città Lagunare alle 19:48 e da Milano Centrale alle 20:45 che ampliano le fasce orarie servite da Frecciarossa. Si può scegliere il comfort e la velocità delle Frecce anche per raggiungere l’aeroporto di Roma Fiumicino grazie alle corse dirette che connettono le piste di at terraggio della Capitale al centro di Napoli, Firenze, Bologna, Padova e Venezia. Gli orari sono stati studiati per individuare la migliore integrazione tra le corse dell’Alta Velocità Trenitalia e i voli internazionali in arrivo e in partenza dal principale scalo aeroportuale romano. Ed entro la primavera il Frecciarossa arriverà anche a Malpensa. L’Alta Velocità di Trenitalia non si ferma in stazione ma si integra con gli aeroporti per un’esperienza di viaggio a 360 gradi.

CON LE FRECCE DA NORD A SUD

Con l’Alta Velocità si gira l’Italia in modo sostenibile e in totale sicurezza. Si può andare da Milano a Reggio Calabria con sei Frecciarossa al giorno di cui due Fast, che permettono di raggiungere Lamezia Terme in poco più di 7 ore e Reggio Calabria in poco più di 8 ore e 30 minuti, e quattro Frecciarossa che estendono il proprio percorso fino a Torino. In più, due collegamenti Frecciarossa consentono di viaggiare durante la notte tra Milano e Reggio Calabria in occasione di ponti e festività, per essere a destinazione già dal mattino. In totale sono a disposizione 16 Frecce al giorno tra Roma e la Calabria, due Frecciarossa tra Venezia e la Calabria, e due Frecciargento sulla tratta tra Bolzano, Verona e Paola con prosecuzione fino a Sibari (Cosenza). Per chi vuole raggiungere la costa Adriatica, invece, sono in programma ogni giorno 30 Frecciaros sa e Frecciargento dal Nord e fino a 13 Frecciarossa e Frecciargento tra Roma e la Puglia. Grazie ai collegamenti Frecce + autobus FRECCIALink è possibile arrivare direttamente anche in rinomate località turistiche e città d’arte come Matera, Assisi e Perugia.

OFFERTE E SERVIZI
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IN MONTAGNA AD ALTA VELOCITÀ

Con l’apertura della stagione sciistica, le Frecce Trenitalia sono sempre più vicine agli amanti di racchette e snowboard. Si possono raggiungere le cime piemontesi nel weekend con due Frecciarossa da Roma e Napoli per Oulx e Bardonecchia (Torino) e con i FRECCIALink che da Torino proseguono per Courmayeur. Anche quest’anno, chi viaggia con le Frecce per Bardonecchia ed è socio Carta FRECCIA ha la possibilità di usufruire a prezzi speciali dei pacchetti soggiorno+skipass di sponibili sul sito bardonecchiabooking.com. Chi sceglie il Trentino, invece, può viaggiare durante la settimana con 10 Frecciarossa e Frecciargento tra Roma e Bolzano e due Frecciarossa da e per Milano. È possibile raggiungere le più belle località sulle Dolomiti grazie ai FRECCIALink per Cortina d’Ampezzo e Cadore (Belluno), Madonna di Campiglio e Pinzolo (Trento), Val Gardena, Val di Fassa e Val di Fiemme.

© moloko88/AdobeStock 113

UN INVERNO SUPER CONVENIENTE CON LE FRECCE

Tante le novità dell’inverno delle Frecce di Trenitalia. A cominciare dall’estensione alle giornate del 9, 25, 27, 28, 29 e 30 dicembre dell’offerta Speciale A/R in giornata , che consente di ricevere uno sconto del 70% sul prezzo Base per raggiungere i propri cari durante le festività dell’Immacolata e di Natale in tutta convenienza. Grandi sconti anche con la promo Speciale Frecce: chi viaggia su Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business Premium e Standard ( Executive e Salottino esclusi) può ricevere una riduzione del 60% rispetto al prezzo del biglietto Base dal venerdì al lunedì e fino al 70% dal martedì al giovedì. Per chi vuole tornare a casa ogni settimana o spostarsi frequentemente tra due città, il Carnet Smart amplia il ven taglio di tratte superscontate: Milano-Venezia, Milano-Padova, Bologna-Padova, Ancona-Bologna, Padova-Firenze o Milano-Genova e tante altre ancora*. Per chi invece ha necessità di spostarsi tra due città con meno frequenza, ci sono i Carnet da 15, 10 o 5 viaggi, che sono acquistabili ottenendo una riduzione del 30, 20 e 10% sul prezzo Base. Risparmio garantito per tutti. L’opzione tiRimborso finora valida per le sole tariffe Economy e Super Economy è stata estesa anche alle offerte Young, Senior, Me&You e Insieme. Infatti, è ora possibile acquistarla su tutti i canali di vendita, al costo di 2 euro per la Me&You e la Insieme e di 1 euro per Young e Senior. Con questa opzione è possibile chiedere il rimborso del biglietto fino a due giorni prima della partenza del treno. L’importo, con una trattenuta del 10%, viene accreditato con lo stesso metodo di pagamento utilizzato per l’acquisto. In più, fino all’8 gennaio, gli amici a quattro zampe viaggiano gratis tutti i giorni. Ogni passeggero potrà portare a bordo un solo cane purché tenuto al guinzaglio e munito di museruola. I cani di piccola taglia, gatti e altri animali domestici continuano a viaggiare gratis nel trasportino. Dubbi su cosa regalare per Natale? Come sorpresa sotto l’albero si può donare un’esperienza di viaggio con la Carta Regalo Trenitalia . Quest’anno tutti i clienti che - dal 7 dicembre all’8 gennaio - ne acquistano una di importo pari o superiore a 100 euro ricevono un buono sconto aggiuntivo di 10 euro. Il buono può essere utilizzato per acquistare, dal 7 dicembre al 30 marzo, un biglietto di corsa semplice a tariffa Economy o Super Economy, per viaggi a partire dal 9 gennaio al 31 marzo sulle Frecce. Maggiori informazioni su trenitalia.com

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INTERRAIL COMPIE 50 ANNI

Non è mai stato così dinamico il viaggio a tappe che ha unito l’Europa e che quest’anno compie 50 anni. Aperto a tutte le fasce di età, con prezzi speciali per giovani e senior, l’Interrail prevede corse illimitate in 33 Paesi europei per un periodo che va da un minimo di quattro giorni fino a tre mesi. I bambini (massimo due) possono viaggiare gratuitamente se accompagnati da un adulto. Due le formule previste: Interrail Global Pass per spostarsi con il treno e il traghetto in 33 Paesi a partire da 185 euro, oppure One Country Pass , a partire da 51 euro, che consente di viaggiare in un Paese a scelta tra i 29 che aderiscono all’iniziativa*. Per chi vuole provare l’esperienza, su trenitalia.com è disponibile il Pass Interrail anche nella versione digitale per smartphone che consente una migliore fruibilità nell’organizzazione del viaggio.

*Non è possibile acquistare il Pass Interrail per viaggiare nel Paese di residenza

© lisakolbasa/AdobeStock 115

LIBERTÀ DI VIAGGIO

E CAMBI ILLIMITATI

Biglietto acquistabile fino alla par tenza del treno. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cam bio del biglietto e il cambio della prenotazione, gratuitamente, un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della preno tazione e del biglietto sono con sentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY

CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può esse re acquistato entro la mezzanotte del giorno precedente il viaggio per le Frecce e entro la mezza notte del secondo giorno prece dente il viaggio per gli Intercity e Intercity Notte. Il cambio preno tazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stes so tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le re gole del biglietto Base.

SUPER ECONOMY

MASSIMO RISPARMIO

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può esse re acquistato entro la mezzanot te del quinto giorno precedente il viaggio. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti.

BIMBI GRATIS

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca e Intercity in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard. Gratuità prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggio renne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo maggiori di 15 anni pagano il biglietto scontato del 40% sul prezzo Base1

CARNET 15, 10 E 5 VIAGGI

I Carnet Trenitalia sono sempre più adatti a tutte le esigenze. Si può scegliere quello da 15 viaggi con la riduzione del 30% sul prezzo Base, da 10 viaggi (-20% sul prezzo Base) oppure il Carnet 5 viaggi (-10% sul prezzo Base). Riservato ai titolari Carta FRECCIA, il Carnet è nominativo e personale. L’offerta è disponibile per i treni Frecciarossa, Frecciargento, Freccia bianca e Intercity 2

NOTTE & AV

L’offerta consente di usufruire di prezzi ridotti per chi uti lizza, in un unico viaggio, un treno Notte e un treno Frec ciarossa o Frecciargento. La promozione è valida per i viaggiatori provenienti con un treno notte dalla Sicilia, dalla Calabria o dalla Puglia che proseguono sulle Frecce in par tenza da Napoli, Roma o Bologna per Torino, Milano, Vene zia e tante altre destinazioni, e viceversa 3

116 BASE
© WinWin/AdobeStock

A/R IN GIORNATA

Promozione per chi parte e torna nello stesso giorno con le Frecce a prezzi fissi, differenziati in base alle relazioni e alla classe o al livello di servizio. Un modo comodo e con veniente per gli spostamenti di lavoro oppure per visitare le città d’arte senza stress 4

YOUNG & SENIOR

Riservate agli under 30 e agli over 60 titolari di Carta FREC CIA, le offerte Young e Senior consentono di risparmiare fino al 50% sul prezzo Base dei biglietti per tutti i treni nazio nali e in tutti i livelli di servizio, ad eccezione dell’Executive del Salottino e delle vetture Excelsior 5

ME&YOU

La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconti fino al 50% sul prezzo Base su Frecce, Intercity e Intercity Notte. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e i servizi cuccette, VL ed Excelsior 6

INSIEME

Offerta dedicata ai gruppi da 3 a 5 persone per viaggiare con uno sconto fino al 60% sul prezzo Base di Frecce, In tercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executi ve, del Salottino e delle vetture Excelsior 7

NOTE LEGALI

1. I componenti del gruppo maggiori di 15 anni pagano il biglietto scontato del 40% sul prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili rispet to al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza.

2. Il Carnet consente di effettuare 15, 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’offerta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto a restrizioni.

3. L’offerta Notte&AV è disponibile per i posti a sedere e le sistemazioni in cuccetta e vagoni letto (ad eccezione delle vetture Excelsior ) sui treni Notte e per la seconda classe, o livello di servizio Standard, sui treni Frecciarossa o Frecciargento. L’offerta non è soggetta a limitazione dei posti. Il biglietto è nominativo e personale.

4. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile fino alla partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Si può scegliere di effettuare il viaggio di andata in una classe o livello di servizio differente rispetto a quella del viaggio di ritorno. Il rimborso non è consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.

5. Acquistabile entro le ore 24 del giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la par tenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno, al treno e alla classe/ livello di servizio. La percentuale di sconto varia dal 20% al 50% e si applica al prezzo Base. È possibile cambiare esclusivamente la data o l’ora di partenza, una sola volta e fino alla partenza del treno, scegliendo un viaggio con la stessa categoria di treno o tipologia di ser vizio e pagando la differenza rispetto al corrispondente prezzo Base intero. Il Rimborso e accesso ad altro treno non sono ammessi. Al momento dell’acquisto il sistema propone sempre il prezzo più vantaggioso. A bordo è necessario esibire la Carta FRECCIA insieme a un documento d’identità.

6. Offerta a posti limitati e variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio scelto ed è acquistabile entro le ore 24 del giorno prece dente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. La percentuale di sconto varia dal 20% al 50%. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentite.

7. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia dal 20% al 60% e si applica al prezzo Base. Lo sconto non è cumulabile con altre riduzioni fatta eccezione per quella prevista in favore dei ragazzi fino a 15 anni. La promozione è acquistabile entro le ore 24 del giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. . Il cambio e il rimborso non sono consentiti.

117 PROMOZIONI

MOMENTI DI GUSTO AD ALTA VELOCITÀ

Il FRECCIABistrò ti aspetta per una pausa di gusto. Nel servizio bar, presente su tutti i Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca, si possono acquistare deliziosi prodotti e menù pensati per ogni momento della giornata. Un’ampia selezione che comprende snack dolci e salati, panini e tramezzini, primi piatti caldi e freddi, insalate e taglieri, bevande alcoliche e analcoliche. L’offerta prevede anche opzioni vegetariane e gluten free ed è arricchita dalle note di gusto del caffè espresso Illy. Il servizio è previsto anche per i clienti dei treni Eurocity.

FOOD ON BOARD
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WWW.PORTALEFRECCE.IT INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE

Il portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi gratuiti disponibili a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com

SCELTI PER VOI

GIOCHI Azione, sport, logica e tanto altro a disposizione di grandi e piccoli viaggiatori

EDICOLA DIGITALE Quotidiani e riviste nazionali e internazionali

SERIE E PROGRAMMI TV Una selezione di serie e programmi tv

BAMBINI Cartoni e programmi per i piccoli viaggiatori

AUDIOLIBRI Audiolibri di vario genere anche per bambini

EffettoVIOLA TM Innovativa tecnologia audio che aiuta a ridurre lo stress e ritrovare il buonumore

NEWS Notizie Ansa sui principali fatti quotidiani aggiornate ogni ora

MUSICA

Il meglio della musica contemporanea italiana e straniera

INTERNET WIFI Connessione a Internet tramite WiFi di bordo

CORSI

Cura la tua formazione con i corsi audio e video

LIBRI E GUIDE

Circa 200 contenuti tra libri ed estratti di guide turistiche

INFO DI VIAGGIO Informazioni in tempo reale su puntualità, fermate, coincidenze

PORTALE FRECCE
Free Guy Happiest Season Pan Spider-Man Homecoming GLI ALTRI SERVIZI DISPONIBILI CINEMA The Last Duel
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CASHBACK CARTAFRECCIA

PIÙ VIAGGI, PIÙ PUNTI E PIÙ SCONTI SULLE FRECCE

Con il Cashback Trenitalia è possibile utilizzare i punti Carta FRECCIA per ottenere sconti immediati sull’acquisto di biglietti e carnet per le Frecce.

Con 300 punti si ha diritto a una riduzione di 10 euro su un ticket, per se stessi o per un’altra persona, che ne costi almeno 20. Con 600 punti, invece, si risparmiano 20 euro sull’acquisto di un biglietto che abbia un importo minimo di 40 euro. Convertire i punti è semplicissimo: basta selezionare la voce Cashback Carta FRECCIA nella fase di acquisto del biglietto su trenitalia.com o sull’App Trenitalia. È possibile utilizzare il cashback anche nelle biglietterie delle stazioni, nei FRECCIAClub e nei FRECCIALounge.

Il servizio CashBack Carta FRECCIA è soggetto a condizioni. Il regolamento completo del Programma Carta FRECCIA, che ha validità fino al 31 dicembre 2023, è disponibile sul sito Trenitalia o alle emettitrici self-service della rete nazionale o le biglietterie Trenitalia. I premi potranno essere richiesti fino al 29 febbraio 2024.

FRECCIA
CARTA
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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO

VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA

A Palazzo Albergati di Bologna una tripla monografica sugli street artist più di scussi e amati degli ultimi anni. La mostra Jago, Banksy, TvBoy e altre storie contro corrente propone fino al 7 maggio alcune delle opere più provocatorie, anticonfor miste e rivoluzionarie del nostro tempo. Il lato più estremo e trasgressivo della public art italiana e internazionale viene narrato attraverso 60 capolavori, da Girl with Balloon e Bomb Love di Banksy a Me moria di sé e Apparato circolatorio di Jago, fino alla serie dei baci e a quella degli eroi di TvBoy. L’esposizione, con il patrocinio del Comune di Bologna, è organiz zata da Piuma e Arthemisia con Pop House Gallery, in collaborazione con Apapa ia ed è curata da Piernicola Maria Di Iorio. Ingresso a metà prezzo riservato ai possessori di un biglietto delle Frecce con destinazione Bologna in una data antecedente al massimo di due giorni da quella della visita. palazzoalbergati.com

IN CONVENZIONE ANCHE

I MACCHIAIOLI

Grandi schiaffi di colore, pennellate brevi, luci e ombre a definire le profondità, contorni sfumati a imitare il colpo d’occhio. Il movimento dei Macchiaioli ha segnato, nella seconda metà dell’800, la rottura con i canoni estetici del Neoclassicismo e del Romanticismo. Oltre 80 opere che raccontano questa corrente artistica sono esposte fino al 10 aprile al Museo Revoltella di Trieste. Ingresso a metà prezzo riservato ai possessori di un biglietto delle Frecce con destinazione Trieste in una data antecedente al massimo di due giorni da quella della visita. museorevoltella.it

MARLENE DUMAS. OPEN-END

Fino all’8 gennaio a Palazzo Grassi, Venezia palazzograssi.it

DARIO ARGENTO - THE EXHIBIT

Fino al 16 gennaio al Museo nazionale del cinema, Torino museocinema.it

MAX ERNST

Fino al 26 febbraio a Palazzo Reale, Milano maxernstmilano.it

MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA DI MILANO museoscienza.org

RUBENS A GENOVA

Fino al 22 gennaio a Palazzo Ducale, Genova palazzoducale.genova.it

NEL TUO TEMPO

Fino al 23 gennaio a Palazzo Strozzi, Firenze palazzostrozzi.org

ESCHER

Fino al 26 marzo al Museo degli Innocenti, Firenze museodeglinnocenti.it

FONDAZIONE FRANCO ZEFFIRELLI DI FIRENZE fondazionefrancozeffirelli.com

VAN GOGH

Fino al 26 marzo a Palazzo Bonaparte, Roma mostrapalazzobonaparte.it

MUSEO CIVICO GAETANO FILANGIERI DI NAPOLI filangierimuseo.it

Maggiori informazioni su trenitalia.com

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Acquaiole della Spezia di Vincenzo Cabianca (1864) Courtesy Butterfly Institute Fine Art, Galleria d’arte, Lugano Banksy Girl with Balloon (2002) Pop House Gallery
122 NETWORK // ROUTES // FLOTTA Cartina aggiornata al 24 novembre 2022 Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com. LEGENDA: Foggia Madonna di Campiglio Pinzolo Val Gardena Val di Fassa-Val di Fiemme Cortina d’Ampezzo Courmayeur Aosta Udine Trieste Pisa Bari Lecce Reggio di Calabria Fiumicino Aeroporto Genova Rimini Ancona Pescara Taranto Lamezia Terme Caserta Bolzano Bergamo Milano Torino Bardonecchia Bologna Firenze Perugia Roma Paola Sibari Brescia Vicenza Venezia Padova Modena NO STOP Reggio Emilia AV La Spezia Potenza Matera Trento Ravenna Verona Salerno Mantova Treviso Napoli Napoli Afragola Assisi Parigi Lione Chambéry Ora

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 700

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497 WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 7 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489

WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

1

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L ’ASSOCIAZIONE DEGLI ESPERTI DEL CONTROLLO DI GESTIONE

Un punto di riferimento per i Professionisti che vogliono contribuire allo sviluppo della società economica verso una profittabilità condivisa, duratura e sostenibile.

La Mission ➢ riconoscimento della professione di controller ➢ qualifica professionale ➢ formazione continua assoControLLer proMuove:

• la formazione e patrocina corsi, master d’interesse per gli Associati, nell’ambito delle tematiche del controllo di gestione;

• organizza momenti di formazione mirata, con l’ausilio della competenza di Associati, con un rapporto costante con enti pubblici e privati di formazione e con esperti nazionali o internazionali;

• la definizione di “best practices” relative al controllo di gestione e che fanno capo alla funzione del Controller, tramite la condivisione tra i Soci delle competenze e conoscenze.

VISITA IL NOSTRO SITO PER MAGGIORI INFORMAZIONI www.assocontroller.it

DESTINAZIONE NATALE

RAGGIUNGERE I PRINCIPALI MERCATINI D’ITALIA O AMMIRARE DAL FINESTRINO I PAESAGGI IMBIANCATI. I VIAGGI IN TRENO STORICO CHE RENDONO LE FESTE ANCORA PIÙ MAGICHE

e in passato prendere il treno a Natale era solo un modo per ricongiungersi con i propri affetti, oggi diventa l’oc casione per vivere una giornata diver sa, alla scoperta dei paesaggi e delle tipicità regionali. Un viaggio speciale su un convoglio storico, infatti, può rendere ancora più magica la poesia delle Feste. Per questo Fondazione FS Italiane mette a disposizione un ricco programma di eventi e itinerari turistici da Nord a Sud. Dal 3 dicembre all’8 gennaio 2023 il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, vicino a Napo li, è immerso nell’atmosfera natalizia. Oltre ad ammirare locomotive e car

rozze in esposizione, i visitatori posso no assaggiare eccellenze gastrono miche campane negli stand in legno allestiti per l’occasione, assistere agli spettacoli degli artisti di strada e visi tare la casa di Babbo Natale. La no vità dell’edizione 2022 è l’Experience Pietrarsa 9 e ¾, un’area al coperto per far divertire i più piccoli tra pozioni ed esperimenti magici. Il mezzo migliore per raggiungere il museo è il Pietrarsa express, in partenza da Napoli il 4, l’8, l’11 e il 18 dicembre.

Da Milano (8 dicembre) e Verona (18 dicembre) partono due treni storici per visitare i tradizionali stand natali zi allestiti a Bolzano, che da oltre 20

anni attirano innumerevoli visitatori. Mentre da Pistoia si possono raggiun gere i mercatini di Marradi, pittoresco comune dell’Alto Mugello. Il periodo delle Feste è perfetto anche per scoprire la Ferrovia dei parchi, la cosiddetta Transiberiana d’Italia. Ogni fine settimana del mese, dal finestrino di un treno storico, si possono godere i più suggestivi panorami d’Abruzzo imbiancati. A Roccaraso e Campo di Giove, in provincia dell’Aquila, musica natalizia e luminarie fanno da corredo ai numerosi stand con prodotti artigia nali tipici della Maiella. fondazionefs.it fondazionefsitaliane

Ferrovia dei parchi. Altipiani maggiori d’Abruzzo

Treno natura: gustare i sapori di ieri e di oggi - Ferrovia delle Langhe Lario express Pietrarsa express

Porrettana express - Treno dei mercatini di Natale da Milano a Bolzano - Ferrovia del Tanaro

Treno del Sacro Monte - Treno dei mercatini di Natale da Pistoia a Marradi

Treno storico da Torino a Bra Reggia express

Treno delle Mongolfiere

Treno dei mercatini di Natale da Verona Porta Nuova a Bolzano - Treno storico da Viareggio a Equi Terme Ferrovia dei parchi. L’alto Sangro

125 PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS
3, 4, 8, 9, 10, 11, 17, 18 4 4, 11 4, 8, 11, 18 8 11 15 17 17, 18 18 26, 27, 28, 29, 30
il paesaggio innevato del Parco della Majella
SSAVE THE DATE//TRENI STORICI DICEMBRE Un treno storico attraversa
© Archivio Fondazione FS Italiane

TE PIACE ‘O PRESEPE?

Le feste di Natale sono il pe riodo perfetto per risalire via di San Gregorio Armeno alla ricerca dell’antica suggestione del presepe partenopeo. Migliaia di italia ni avranno avuto la stessa idea, ma la folla e il caos fanno parte integrante dell’esperienza: quasi non si riconosce questa strada se non è Natale. C’è una sola varietà di negozi, quella dei personaggi del presepe, che a Na

poli è una tradizione popolare e cul turale di secoli come dimostra l’opera di Eduardo De Filippo Natale in casa Cupiello, del 1931.

Migliaia di statuine di ogni taglia e materiale sono esposte in bella vista insieme a case e casette, luminarie e addobbi. E poco importa se in realtà la rappresentazione dovrebbere essere ambientata duemila anni fa in Terra Santa: qui la fantasia la fa da padro

na e ci sono personaggi napoletani, politici in auge, uomini famosi, premi Nobel e calciatori. Ci sono le grandi statue in porcellana e quelle piccoli ne in plastica, le pecorelle, i buoi e gli asinelli, fontane con acqua vera, caril lon multicolori e capanne di ogni tipo. Una pletora di angeli, arcangeli e tro ni, insieme a cherubini e serafini, che si stenta a credere possano essere mai stati anche solo immaginati. Auguri.

PRIMA DI SCENDERE FUORI
LUOGO
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Via San Gregorio Armeno, Napoli
Antonio Gravante/AdobeStock
©

PRIMA DI SCENDERE

STAZIONE POESIA

LA FORZA DEL DESIDERIO

«Che cosa aspettiamo qui riuniti nell’agorà?»

È che oggi dovrebbero arrivare i barbari.

«Perché in senato c’è tanta inerzia? Che stanno a fare i senatori? Perché non fanno leggi?»

Perché oggi arriveranno i barbari.

Che leggi vuoi che facciano i senatori?

Una volta arrivati i barbari, saranno loro a farle.

«Perché il nostro imperatore si è alzato così presto, e siede davanti alla porta maggiore della città sul trono, in posa solenne, con la corona in testa?»

Perché oggi arriveranno i barbari.

E l’imperatore aspetta di ricevere

il loro capo. Anzi, ha preparato anche

una pergamena da dargli. Dentro,           ci ha scritto molti titoli e nomi.

«Perché i nostri due consoli e i pretori sono usciti oggi con le toghe rosse, tutte ricamate?

Perché hanno indossato bracciali con tante ametiste,

e anelli con smeraldi splendidi e luccicanti?

Perché, proprio oggi, impugnano scettri preziosi cesellati d’argento e d’oro?»

Perché oggi arriveranno i barbari:           e queste cose li abbagliano, gli fan perdere la testa.

«Perché i retori esperti non vengono come sempre a tenere i loro discorsi e a dire la loro opinione?»

Perché oggi arrivano i barbari:           e loro non ne vogliono sapere di discorsi eloquenti e arringhe. «Perché, d’un tratto, sorge questa inquietudine, quest’ansia (e guarda i visi: come sono diventati seri!)? Perché si svuotano in fretta le strade e le piazze e tutti tornano a casa sovrappensiero?»

Perché si è fatta notte e i barbari non sono arrivati.           E c’è gente, venuta dai confini,           che ha detto che dei barbari non c’è più traccia.

E ora che ne sarà di noi, senza più i barbari? Questa gente, in fondo, era una soluzione.

Magnetica, enigmatica, dolce e pure violenta la Croce di Desiderio, il re barbaro, splende nella penombra del museo di Santa Giulia, a Brescia. La ri tengo una delle più grandi meraviglie d’Italia. Attualissima. Il nome del re in dica quel che muove un popolo a sot tomettere un altro.

I popoli con desideri morti muoiono. Il desiderio è la forza di cui tutti sentiamo imperio, anche se poi si tratta di cerca

re l’oggetto adeguato a soddisfare tale forza. Molti pensano che sia il piacere, altri il potere, altri l’uno nell’altro. Altri pensano che invece il desiderio chieda sempre altro. E che non sia il potere ma la condivisione del desiderio la via per l’incontro tra gli esseri umani.

A volte l’arrivo di un popolo che più for temente desidera potrebbe essere la soluzione, anche se si pensa di avere leggi, idee e usanze giuste, come intuisce il greco novecentesco Konstanti

nos Kavafis nella sua celebre poesia. La Croce di Desiderio si fa risalire al VII secolo, anche se la cosa è discussa. Ha 220 pietre preziose, una beltà cristiana e barbara. Fu donata al monastero per garantire la vita alle monache. Il potere a volte si inchina all’assoluto, vertice di quanto desiderato. Come mostra an che Alessandro Manzoni, che riflette con feroce sincerità sul rapporto tra storia e giustizia e, nell’Adelchi, parla di re Desiderio.

di Davide Rondoni DavideRondoniAutore daviderondoni Daviderond [Poeta e scrittore] © iG vo a n n i Gastel [Konstantinos Kavafis, Aspettando i barbari, da Poesie, traduzione di Andrea Di Gregorio, Garzanti (2017)]
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Croce di Desiderio, museo di Santa Giulia, Brescia © MAURO/AdobeStock

PRIMA DI SCENDERE

FOTO DEL MESE

Una palazzina come tante, dimenticata e trascurata, diventa il simbolo di una fetta invisibile di società. Un emblema della periferia che entra costantemente nei discorsi pubblici, ma di rado viene osservata con attenzione. Il giovanissimo Ivan Lambruschini, studente dell’Istituto d’istruzione superiore A. Venturi di Modena, con la serie di fotografie intitolata Abbandono accende un faro sulla percezione, comune a molti ragazzi e ragazze, di essere abbandonati a loro stessi, senza alcun punto di riferimento o un sostegno a cui aggrapparsi per risalire la montagna di indifferenza. I suoi scatti, insieme a una selezione di opere di altri studenti, sono esposti fino al 26 febbraio a Palazzo santa Margherita, per l’undicesima edizione del premio intitolato a Davide Vignali, ex alunno dell’istituto scomparso prematuramente, e organizzato dalla Fondazione Modena arti visive. L’iniziativa, che quest’anno ha visto la partecipazione di 127 giovani, vuole dare spazio all’energica creatività degli adolescenti e offrire loro un supporto per esprimere la propria capacità artistica e tecnica. Ma anche per lasciarsi alle spalle la pervadente sensazione di invisibilità. fmav.org

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Ivan Lambruschini Abbandono (2022)

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