A tempo di musica di Gabriele Biancardi
MANESKIN quando IL ROCK È VITA I Maneskin vincono Sanremo e l’Eurovision. L’articolo potrebbe finire qui. Invece no, perché stormi di critici escono allo scoperto. “Dire che sono rock e’ sacrilegio!” Tuonano snocciolando quello che secondo loro è l’impero del rock. Led Zeppelin, Rolling Stone, Jimi Hendrix e mi fermo qui perché non c’è abbastanza carta in tutto il Trentino per fare elenchi. Ma cos’è esattamente il rock?
C
i sono decine di sottoscala che si dipanano nei meandri delle sette note. Glam, indie, punk, garage, hard, giusto per citare i primi e mi fermo sempre per la salvaguardia boschiva. Ma un conto è suonare rock, un conto è vivere rock! Questi quattro ragazzi, pochi anni fa, erano dei buskers, cioè, suonatori di strada. Cappello girato, due chitarre, qualcosa su cui fare percussione e la voce cruda senza
filtri. Ora sono lì, con la sacrosanta arroganza di chi ha vent’anni e si trova in vetta quando prima era fantastico portare a casa 100 euro. Ma il rock, non è soltanto la cassa che spinge e il basso che pompa forte. Non è urlare al microfono o fare assoli acidi. Il rock è uno stile di vita. In questo momento l’artista italiana più rock è senz’altro, Orietta Berti. Si, Oriettona nazionale. Chi se non una rocker, spacca una camera d’albergo e si fa inseguire dalla polizia? A Sanremo la Berti ha fatto tutto questo. Certo, avesse poi cantato qualcosa di Alvin Lee sarebbe stato il top, ma non possiamo nemmeno pretendere troppo. Giornali di tutto il mondo hanno parlato dei Maneskin, fin gli americani che sono molto più nazionalisti di noi.
Eppure, niente, non riusciamo a godere di questo successo, che tra l’altro riporterà in Italia l’anno prossimo, quell’ Eurofestival che manca dopo la Cotugnana vittoria. Era il 1990 e Cotugno con conquistava il palcoscenico europeo “Insieme 1992” ventisei anni dopo Gigliola Cinquetti. Si può criticare eh, i gusti sono sacri e la musica è democrazia. Ma i confronti non reggono, altri tempi, altre storie, altri modi di scrivere. Ma per gli amanti del rock, non abbiate paura, provate ad ascoltare qualche pezzo, poi magari vi faranno schifo lo stesso, magari avrete qualche elemento in più per criticare. In fondo anche gli Stones hanno fatto l’occhiolino al reggae e pure alla discomusic. Godiamoci questo primo posto, sui francesi per di più, perché nasce dai voti del popolo. Non dagli intellettuali di ogni Stato che ci hanno parecchio castigato, a proposito, San Marino 0 punti a noi... dai. La gente di ogni parte, ha premiato l’energia, in molti il testo non l’hanno capito. Hanno invece apprezzato la scelta della lingua italiana e non si sono facilitati la vita con l’inglese. Dai, che il rock, non è oltraggiato da loro, loro non fanno rock. Lo vivono.
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