RIFLESSIONE LINGUISTICA
O RTOGRAFIA
4 L’alfabeto
5 L’ordine alfabetico
6 Le maiuscole
8 C e G : come cambia il suono
10 I suoni di C e G
11 I plurali di CIA e GIA
12 SC : come cambia il suono
14 QU, CU, CQU, QQ : come cambia il suono
16 GN, NI, GNIA : come cambia il suono
18 GL, GLI, LI : come cambia il suono
M ORFOLOGIA
38 Nomi comuni, propri, concreti e astratti
40 Nomi primitivi e derivati
41 I nomi collettivi
42 I nomi alterati
43 I suffissi dei nomi alterati
44 Il genere dei nomi
45 Il numero dei nomi
45 Il numero dei nomi
46 Cambiamenti speciali
47 Gli aggettivi qualificativi
48 Gli aggettivi possessivi
50 Gli articoli determinativi e indeterminativi
52 La concordanza
53 I pronomi personali
54 I verbi: le tre coniugazioni
55 I tempi dei verbi: passato, presente, futuro
56 Il verbo essere • Modo indicativo
57 Il verbo avere • Modo indicativo
58 I verbi essere e avere
59 Il verbo parlare • Modo indicativo
60 Il verbo credere
66
S INTASSI
72 Che cos’è una frase
74 Gli elementi della frase: il soggetto e il predicato
76 Il predicato
78 Il complemento oggetto e i complementi indiretti
80 I complementi indiretti
82 PAGINE STELLA Sintassi
L ESSICO
84 Come si usa il vocabolario
85 A caccia di sinonimi e di contrari
86 Le famiglie di parole
88 PAGINE STELLA Lessico
P RODUZIONE
90 Uno, due, tre: la storia c’è!
92 Dalle immagini al testo
94 I connettivi logici nelle frasi
95 I connettivi logici nel testo
96 I miei primi riassunti: inizio • sviluppo • conclusione
98 I miei primi riassunti: sequenze e informazioni
100 I miei primi riassunti: iIlustrazioni e didascalie
102 Il testo descrittivo: come si descrive un animale di fantasia
104 Il testo descrittivo: come si descrive un ambiente
106 So scrivere anch’io… un testo realistico
108 So scrivere anch’io… un testo fantastico
110 So scrivere anch’io… un testo regolativo
112 So scrivere anch’io… un testo informativo
114 So scrivere anch’io… una fiaba
116 So scrivere anch’io… una favola
118 So scrivere anch’io… un mito
120 So scrivere anch’io... un testo poetico
ORTOGRAFIA
L’ALFABETO
1 Osserva l’alfabeto e rispondi.
• Quali sono le vocali?
• Quali sono le consonanti, senza le lettere straniere?
• Quali sono le lettere straniere?
Metti in ordine alfabetico questo elenco di nomi.
L’ORDINE ALFABETICO
Valeria vuole scrivere questi titoli di libri in ORDINE ALFABETICO, ma molti iniziano con la stessa lettera! Come fare?
1 Leggi la regola e scrivi l’elenco in ordine alfabetico.
RICORDA! Per mettere in ordine parole che hanno la stessa lettera al primo posto, devi guardare la seconda lettera; se anche la seconda è uguale, devi guardare la terza, e così via.
• Montagne da scalare
• Funghi e bacche
• Fiori primaverili
• Marinai e avventure straordinarie
• Piccoli esploratori
2 Metti in ordine alfabetico questi elenchi scrivendo i numeri nelle caselle.
Pianeti: Marte Terra Mercurio
Strumenti a corda: violino viola violoncello
Dolci natalizi: struffoli pandoro panettone
LE MAIUSCOLE
1 Leggi il testo. roma è la capitale d’italia e capoluogo della regione lazio. sorge sulle sponde del fiume tevere abitata fin dalla preistoria , il suo dominio si estese in tutto il mar mediterraneo.
2 Che cosa non va bene nelle parole evidenziate?
RICORDA! Le lettere iniziali maiuscole si usano sempre:
• a inizio frase;
• per i nomi propri di persona, animale e luogo geografico, per i periodi storici e le festività.
3 Riscrivi le espressioni usando la lettera maiuscola quando è necessario. Segui gli esempi.
• il lago trasimeno ...................................................................................
• il cucciolo black
• nonna elisabetta
• le vacanze di natale ..........................................................................
• la città di palermo
• il colle quirinale
Giorgio ha annotato sul diario alcuni momenti del suo viaggio.
4 Riscrivi il testo in minuscolo, facendo attenzione a inserire le maiuscole dove è necessario.
• 25 DICEMBRE: NATALE! OGGI ABBIAMO VISITATO LA TORRE EIFFEL!
• HO TROVATO UN MODELLINO DELLA TORRE PER PAMELA.
• 28
DICEMBRE: CI SIAMO DIRETTI IN PROVENZA.
• HO ACQUISTATO UN PROFUMO ALLA LAVANDA PER MAMMA.
• 29
DICEMBRE: ABBIAMO VARCATO LA FRONTIERA E CI TROVIAMO IN LIGURIA.
• A GENOVA HO PRESO UN VASETTO DI PESTO PER MATTEO.
C E G: COME CAMBIA IL SUONO
1 Leggi il testo.
Una mattina di agosto, Cecilia si trova sulla spiaggia insieme ai suoi amici Giovanna e Gennaro. Il mare è calmo e un gabbiano vi si precipita ad acciuffare un sarago
Giovanna dice a un certo punto: “Avremmo dovuto chiamare altre amiche ”. Gennaro allora si volta dispiaciuto: “E io allora? Non conto come amico?”. Cecilia gli sorride e, per dimostrargli la sua amicizia, gli porge una ciotola celeste, piena di conchiglie. Anche Giovanna si avvicina per guardarle. Allora le viene un’idea: “Facciamo una gara a chi ne raccoglie il numero maggiore?”. “E al vincitore o alla vincitrice paghiamo il gelato!”, rilancia Gennaro.
I tre ragazzini cominciano a cercare confusamente in giro, scansando i ciuffi di alghe.
2 Scrivi nelle ciotole giuste le parole evidenziate.
3 Osserva il modo in cui hai distribuito le parole e leggi la regola. Per completare gli esempi, scegli le parole dalle rispettive ciotole.
RICORDA!
C e G , insieme a A , O, U, hanno un suono duro:
CA , CO, CU; GA , GO, GU.
• Per esempio: ..........................................................................................................................................................................................................................
C e G , insieme a I e poi a A , O, U, hanno un suono dolce: CIA , CIO, CIU; GIA , GIO, GIU
• Per esempio:
C e G , insieme a E , I, hanno un suono dolce:
CE , CI; GE , GI .
• Per esempio: ..........................................................................................................................................................................................................................
C e G , insieme a H e poi a E , I, hanno un suono duro:
CHE , CHI; G HE , GHI .
£gabbiano, Giovanna, C£ecilia, £amiche,
• Per esempio: ..........................................................................................................................................................................................
I SUONI C E G
Carla è andata al ristorante di Giacomo, ma… c’è qualcosa che non va nelle C e G!
Correggi le frasi come negli esempi.
“Buongiorno, signora Garla!”
“Vuoi dire C£arla!”
“Ah sì, Carla! Ti piagerebbero delle gozze?”
“Vuoi dire £ti £pia c erebbero £delle £c ozze!”
“Ah sì! E cosa ne diresti di garne di tagghino?”
“Vuoi dire
“Ah sì! E una sgodella di lattuca?”
“Vuoi dire
“Ah sì! E vogliamo goncludere con un celato al pistagghio?”
“Vuoi dire
“Ecco il gaffè! Arrivederci alla prossima gena!”
“Vuoi dire
I PLURALI DI CIA E GIA
RICORDA! Un nome che al singolare finisce in cia oppure in gia avrà il plurale:
• in cie e gie se prima di queste sillabe c’è una vocale: cili e gia cili e gie; cam i cia cam i cie.
• in ce e ge se prima di queste sillabe c’è una consonante: gua n cia gua n ce; foca c cia foca c ce.
1 Trasforma al plurale.
1. La maga saggia.
2. Il tappeto con la frangia.
3. La corteccia della quercia.
4 . La torcia nella reggia.
2 In ogni coppia colora la casella con il plurale giusto.
salsicce salsiccie
pancie
pance
SC: COME CAMBIA IL SUONO
1 Leggi il testo. Scotty è uno scoiattolino scozzese. Per l’inverno sceglie i frutti migliori, ne fa una bella scorta e li conserva nella sua tana asciutta . Sugli scaffali accanto all’uscio si possono scorgere, disposti con uno schema preciso, gusci di noci, strani miscugli e fiaschi di sciroppo fatti da lui. Per Scotty l’inverno non è uno scherzo: ha anche una sciarpa a strisce!
2 Scrivi nei fiaschi giusti le parole evidenziate nel testo.
3 Osserva il modo in cui hai distribuito le parole e leggi la regola. Per completare gli esempi, scegli le parole dai rispettivi fiaschi.
RICORDA!
SC, insieme a A , O, U, ha un suono duro: SCA , SCO, SCU.
• Per esempio: ..........................................................................................................................................................................................
SC, insieme a I e poi a A , O, U, ha un suono dolce: SCIA , SCIO, SCIU.
• Per esempio:
SC, insieme a E , I, ha un suono dolce: SCE , SCI
• Per esempio:
SC, insieme a H e poi a E , I, ha un suono duro: SCHE , SCHI .
• Per esempio:
scaffali, £asciugare, sciroppo, £fiaschi,
4 Completa con i suoni giusti.
1. Le nziate hanno fatto cono re le loro perte.
2. Mi piacerebbe molto gliere degli a gamani nuovi.
3. In tutta co........................nza, devo ricono........................e che mi sono comportato ........................ccamente.
QU, CU, CQU , QQ: COME CAMBIA IL SUONO
1 Leggi il testo.
Quando il custode venne a chiamarmi, non avrei mai potuto immaginare cosa stava accadendo. Il cuore mi saltò in gola: erano le quattro del mattino e non avrei lasciato il mio dolce cuscino per nulla al mondo, ma quello continuava a scuotermi: “Acqua , acqua dappertutto!”.
E così indossai gli stivali di cuoio e scesi al pianterreno. Era vero! Nonostante a Cuneo quell’anno facesse molto caldo, c’era stato un grande acquazzone e, nell’ingresso dell’albergo “Le Quattro Aquile ”, il pavimento si era trasformato in un’unica, spaventosa, distesa liquida . I mobili galleggiavano e la stanza era a soqquadro. Rincuorai il custode dicendogli che lo avrei subito aiutato.
2 Scrivi nelle gocce d’acqua giuste le parole evidenziate in azzurro nel testo.
3 Osserva il modo in cui hai distribuito le parole e completa le regole con le parole consonante e vocale. Per gli esempi, scegli le parole dalle rispettive gocce d’acqua.
RICORDA!
Troviamo il suono QU quando subito dopo c’è una ,
• Per esempio:
Troviamo invece il suono CU quando subito dopo c’è una
• Per esempio:
• Le parole che si scrivono con CQU fanno tutte parte della famiglia di , per esempio: .
• ……………......................................…… è l’unica parola che si scrive con QQU.
• Ora osserva le parole evidenziate in viola: pochissime parole si scrivono con CU anche se subito dopo hanno una vocale: taccuino, cuoco (con il verbo cuocere), , scuola , (con il verbo rincuorare), i verbi scuotere, percuotere, riscuotere, evacuare.
4 In ogni coppia colora la casella con la parola corretta.
squalificare acquisto quaderno aqquerelli subaccueo cincuanta
scualificare accuisto cuaderno acquerelli subacqueo cinquanta
GN, NI, GNIA: COME CAMBIA IL SUONO
1 Leggi il testo.
C’era una volta una strega di nome Magagna e di cognome Macigno. Tutti evitavano la sua compagnia: aveva un grugno arcigno e giallognolo e il fatto che abitasse in una vigna abbandonata, in una capanna col comignolo tutto rotto… beh, di certo non aiutava. Lì vicino, lo gnomo Eugenio lavorava in una miniera , come tutti gli gnomi; ma il suo vero sogno era di lavorare in campagna, facendo per esempio il giardiniere: un giardiniere in miniatura . Così un bel giorno di giugno, mentre giocava a rincorrere il ragno Mignon, si trovò nel bel mezzo della vigna di Magagna Macigno e disse: “Vieni, Mignon: insegniamo alla strega come far crescere un bel geranio!”.
2 Scrivi sul comignolo giusto le parole evidenziate nel testo.
3 Osserva il modo in cui hai distribuito le parole e poi completa le regole inserendo al posto giusto le espressioni: si scrivono, non si scrive mai, verbi.
RICORDA!
Dopo il suono GN la I .
• Per esempio: Maga gna , gno mo, ra gno; con GNI soltanto:
• la parola compagnia;
• i che finiscono in –gnare, alla prima persona plurale dell’indicativo presente: per esempio, insegniamo
Per tutte le altre parole si usa il suono NI.
• Per esempio: mi nie ra, Euge nio, mi nia tura.
4 In ogni coppia colora la casella con la parola corretta.
impenio usignolo
riunione noi disegnamo ingeniere noi guadagniamo
GL, GLI, LI: COME CAMBIA IL SUONO
1 Leggi il testo.
Mi dispiace farvi sbadigliare, ma devo proprio raccontarvi cosa è successo con mio cugino Attilio, l’antipatico. Lui crede di essere il migliore del globo ! Si inorgoglisce tutto per i suoi successi al corso di inglese; a Natale trova sempre l’agrifoglio più rigoglioso; a luglio ha piantato un tiglio ed è diventato così alto che si vedeva lontano un miglio… Ieri, però, mi ha meravigliata: mi ha portato un regalo. E che cos’era? Un veliero in bottiglia. “Caspita, mi sono sbagliata ! Forse non è il peggiore della famiglia…”, ho pensato. E invece lui, cosa ha ragliato? “L’ho fatto io! Diverrò milionario, vendendo velieri in tutta Italia !”.
più rigoglioso;
2 Scrivi nella bottiglia giusta le parole evidenziate nel testo.
3 Osserva il modo in cui hai distribuito le parole e leggi la regola. Per completare gli esempi, scegli le parole dalle rispettive bottiglie.
RICORDA!
GL , insieme a I, ha un suono dolce: GLI.
• Per esempio: .........................................................................................................................................................................................
(Eccetto in rari casi, come nella parola glicine);
GL , insieme a A , E , O, U, ha un suono duro: GLA , GLE , GLO, GLU.
• Per esempio:
• In alcune altre parole si usa LI, per esempio: .......................................................................................................
4 Colora la casella con la parola corretta.
• Molte formazioni glaciali gliaciali potrebbero scioliersi sciogliersi .
• Ritaglia Ritalia questa ricetta: prepareremo la gliassa glassa
alla vaniglia vanilia
• Ceciglia Cecilia ha sbagliato sbaliato a non puntare la sveglia svelia : ora perderà il bus per Apriglia Aprilia !
• Quest’inverno sfoggerò il mio malione maglione color petrolio petroglio .
L’USO DELLA LETTERA H
1 A quale domanda risponde la parte evidenziata? Leggi e collega in modo corretto.
• Comprerò un regalo a papà .
• A settembre riaprono le scuole.
• Beppe sa fare la pasta a mano.
• Lilì e Lulù vivono a Matera
• Siamo venuti a ritirare il pacco.
• A CHI?
• DOVE?
• A FARE CHE C OSA?
• QUANDO?
• IN CHE MODO?
2 Che cosa significa la parte evidenziata? Leggi e collega in modo corretto.
• Il folletto ha un bel cappello.
• Se ha freddo, le presto la mia coperta.
• La nonna ha percorso il tragitto in bici.
3 Ora completa la regola.
RICORDA!
• Si scrive A (senza h) quando risponde alle domande: A ? ? A che cosa? ?
• PROVARE UNA SENSAZIONE
• POSSEDERE
• AVER FATTO QUALCOSA
• Si scrive HA (con h) quando significa: .......................................................... una sensazione; ; qualcosa.
4 Scegli quali frasi riscrivere in modo corretto. Leggi la regola sotto.
È corretta? Frase corretta
La sedia ha fatto “crac”!
Vieni via ho aspetti qui?
È vero che hai Caraibi non c’è mai la neve?
A, questa sì che è una bella notizia!
Ci sono stata l’hanno scorso.
Ai già mangiato?
Ordiniamo un primo ho la pizza?
Ho dolore al fianco: dovrei dirlo al medico.
Alcuni palazzi anno bisogno di un restauro.
O dormito malissimo.
RICORDA!
• Ho, hai, ha , hanno: voci del verbo avere
. provare
Puoi sostituirli con: possedere, provare una sensazione, aver fatto qualcosa
• O: puoi sostituirlo con oppure.
• A /ai: rispondono alle domande: a chi?
a fare che cosa? dove? quando? come?
• Anno: periodo di dodici mesi
• Oh!, ahi!, ah!: sono esclamazioni.
no V£ ieni via £o £aspetti £q£ui?
FAVOLE CON LA FEBBRE
1 Segui l’esempio e trova gli errori che hanno fatto ammalare la favola.
POVERA FAVOLA, SI È AMMALATA!
DOBBIAMO FARLA
GUARIRE!
IL VECCHIO TOPO SAGGIO
DISEGNIAMO UN CEROTTO
SUGLI ERRORI: CE NE SONO 2 IN OGNI RIGA!
Un giatto giottone decise di andare ad abitare in una cascina piena di topi, così
poteva mangiarne quanti ne voleva. I topi convociarono una riugnone, giù nella
cantina, per disciutere il modo di tenere alla largia il gatto. Disse uno di loro:
“Amici, ragiogniamo! Basta attaccare un ciampanello al collo del gatto. Così, cuando lo sentiremo suonare, ci basterà ciorrere via!”. Agli altri quella proposta
piacheva assai, ma un un topo anziano replichò: “E tu te la senti di andare ad
attacciare il campanello al collo del gatto?”. Il topo rimase a boccia aperta e non seppe spicchicare parola. È più fagile elaborare un piano che attuarlo.
1983
£gatto ghiottone
2 Scrivi le parole corrette nei righi corrispondenti.CONSONANTI DOPPIE
1 Osserva le immagini e scrivi le parole al posto giusto.
RICORDA!
• La Z viene raddoppiata solo se è seguita da una sola vocale: pizza sì, azione no.
• Fanno eccezione poche parole come pazzia e carrozziere.
2 Completa con z o con zz. • carro a
• addi ione
• sottra ione
• moltiplica ione
Nessuna doppia Una doppia Due doppieLE SILLABE
RICORDA!
Ogni parola della nostra lingua è divisa in unità più piccole che si chiamano sillabe. Ogni sillaba può essere costituita:
• da una vocale (come in e -de-ra)
• da varie combinazioni di una o più consonanti con una vocale (come in va - so, al - be - ro, bor - sa , stra - da ).
La divisione in sillabe ci serve quando, nella scrittura, dobbiamo andare a capo. Per dividere in sillabe una parola possiamo provare a battere le mani a tempo mentre la pronunciamo ad alta voce.
Leggi i “trucchi” e fai le divisioni in sillabe delle parole.
1. Una vocale a inizio di parola, seguita da una sola consonante, fa sillaba da sola: abitare • ebano • Italia • orologio • upupa
£a - £bi - £ta - re
2. Le lettere L, M, N, R si separano sempre dalla consonante che le segue: arte • carta • saltare • talpa • importante • antenna
3. La lettera S non si separa mai dalla consonante che la segue: sporco • stipite • risposta • speranza • aspettare • coscienza • disperso
4. Non si dividono mai i gruppi di consonanti che si pronunciano insieme come GN, GL, SC, CH, GH e non si divide mai la Q dalla U: chiesa • ignorare • aglio • pesce • chiglia • quaderno • asciugare
£ar - £te spor - co £chie - sa
L’ACCENTO
RICORDA!
Si scrive l’accento quando una parola deve essere pronunciata con maggior forza sull’ultima sillaba: papà, andò, caffè.
Molto spesso gli accenti servono per distinguere:
• parole che hanno significati diversi: porto / portò; faro / farò;
• verbi al presente / verbi al passato: mando / mandò; scherzo /scherzò;
• alcuni monosillabi: si / sì; ne / né; e / è; da /dà.
In queste frasi non sono segnati gli accenti: scrivili dove è necessario.
1. Credo che papa beva troppo caffe: non ne preparero altro.
2. Il Brucaliffo beveva il suo te accomodato su un sofa.
3. Non abbiamo ne pasta ne riso: bisognera fare la spesa.
4. Seduta vicino a un pesco, Matilde pesco dei granchietti dallo stagno.
5. La mia finestra da sulla strada che va da via Mazzini alla piazza.
6. Ti ho gia detto di si: se si trova posto, si parcheggia piu vicino.
L’APOSTROFO
RICORDA!
Si scrive l’apostrofo quando la vocale finale di una parola cade perché anche la parola seguente inizia per vocale:
• la aquila l’aquila; a questa ora a quest’ora.
Solo poche parole si scrivono sempre con l’apostrofo:
• po’ (poco);
• alcuni verbi che esprimono un comando: da’ (dai ), di’ (dici ), fa’ ( fai ), va’ ( vai ), sta’ (stai ).
1 In queste frasi non sono stati segnati né gli accenti né gli apostrofi: riscrivile correttamente.
1. Una altra scena cosi e saro costretta ad abbandonare il teatro: e gia da un po che tollero simili banalita.
2. Sta fermo, o lo uccello che vogliamo osservare volera via.
3. Nonno Nicolo è un po alla antica: adora i servizi da te alla inglese e le tende in taffeta.
1. 2.LA PUNTEGGIATURA: IL PUNTO, LA VIRGOLA
1 In questo testo, che contiene due descrizioni, inserisci la punteggiatura giusta scegliendo tra: , , , , , , , , , , , , ,
Ci incontrammo il giorno seguente come d’accordo e andammo a vedere l’alloggio al numero 221B di Baker Street Si componeva di due spaziose camere da letto e un soggiorno ampio e luminoso piacevolmente arredato con due ampie finestre Un appartamento perfetto per noi La mattina
seguente Sherlock Holmes mi seguì con scatoloni e valigie Poco a poco cominciammo ad ambientarci nella nostra nuova sistemazione Siccome per i primi giorni non ricevemmo visite avevo cominciato a pensare che come me anche il mio compagno non avesse amici C ’era però un tipo mingherlino con un viso giallastro da furetto con gli occhi scuri che mi fu presentato come ispettore Lestrade e che in una sola settimana
venne tre o quattro volte
A. C.
2 Ora rileggi ad alta voce il testo con la punteggiatura , facendo le giuste pause.
RICORDA!
• Quando c’è una virgola, facciamo una pausa breve nella lettura.
• Quando c’è un punto, facciamo una pausa lunga.
Doyle, Tutto Sherlock Holmes: Uno studio in rosso, Newton Compton3 Segui gli esempi e dividi in piccole parti le descrizioni.
• Si componeva di due spaziose camere da letto e un soggiorno ampio e luminoso, piacevolmente arredato,
• C’era però un tipo mingherlino, con un viso giallastro da furetto, .....................................................................................................................................
4 Ora completa la regola con le espressioni fornite.
andare a capo • di tempi e di luoghi • concludere le frasi • • separare le piccole parti di una descrizione
RICORDA!
• Si usa il punto per ; dopo il punto si può .
• A volte, dopo il punto, c’è un cambiamento .........................................................................................................
• Si usa la virgola per .
LA PUNTEGGIATURA: IL PUNTO E VIRGOLA, I DUE PUNTI
1 In questo testo, che riguarda il regolamento di un gioco da tavolo, inserisci la punteggiatura giusta scegliendo tra:
Se finite nella casella “Torre incantata” avrete tre possibilità per uscirne
1) pagare 50 monete in questo caso dopo aver pagato tirerete i dadi e proseguirete il gioco
2) usare la carta “Infrangere l’incantesimo” se non la possedete potete acquistarla da un altro giocatore
3) attendere tre turni
2 Ora rileggi il testo con la punteggiatura e poi completa la regola con le espressioni fornite. separare le diverse parti dell’elenco • introdurre un elenco o una spiegazione • • concludere • separare piccole parti all’interno delle frasi
RICORDA!
• Si usano: i due punti per ;
il punto e virgola per ;
la virgola per ; il punto per .................................................................................................................................................... .
LA PUNTEGGIATURA: IL DISCORSO DIRETTO
1 Leggi il testo e sottolinea le parti che ti fanno capire che qualcuno parla.
Leggere proprio non mi piace: è una cosa lenta e noiosa. Perciò ho deciso di fondare il Club Antilettura: io sarò il capo. Ieri l’ho detto ai miei amici.
“Io faccio il vicecapo, tanto non leggo proprio niente!”, ha esclamato subito Vincenzo.
“Se tu fai il vice, io faccio il vice del vice!”, gli è andato dietro Matti.
“Vabbe’ allora io faccio la socia e basta, altrimenti che club è?”, ha concluso Ste.
L. Cima, Il Club Antilettura, Mondadori
2 Ora completa con le parole elencate. interrogativo • chiuse • esclamativo
RICORDA!
In un testo scritto, quando qualcuno parla, compaiono:
• le virgolette, aperte e ......................................................................, che vanno sempre in coppia;
• a volte, il punto e il punto .
3 In queste frasi inserisci le virgolette, il punto interrogativo e il punto esclamativo.
1. Leo dice: Fonderò il Club Antilettura
2. Ste chiede: Quali regole avrà il nostro club
FAVOLE CON LA FEBBRE
1 Segui l’esempio e trova gli errori che hanno fatto ammalare la favola.
OH NO, ANCHE
QUESTA FAVOLA
SI È AMMALATA!
DOBBIAMO FARLA
GUARIRE!
ERMES E IL TAGLIALEGNA
DISEGNIAMO UN CEROTTO SUGLI
ERRORI: CE NE
SONO DUE IN OGNI
RIGA!
Un uomo taliava legnia nel bosco sulla riva di un fiume, dentro il quale gli cadde
l’acceta. Non sapendo che fare, si sedete sulla sponda e si mise a piangere.
Il dio Ermes, saputa la raggione della sua tristezza, si impietosì; si tuffo nel fiume
e ne usci con un’accetta d’oro, chiedendogli se fose quella che aveva perduto.
Luomo gli rispose di no ed Ermes, tuffatosi di nuovo, ne uscì con una dargento.
Il taglialegna dise che neppure cuella era sua; Ermes si tuffò una terza volta
e gli riporto proprio quella che aveva perduto, come confermò il boscagliolo.
Allora Ermes, compiaciuto di tanta onesta, gli fece donò di tutte e tre le accette.
possedere
ha passeggiato aver fatto qualcosa ha caldo provare una sensazione
PAGINE STELLA
1 Osserva il disegno e registra nella tabella tutte le parole che riesci a trovare con il suono gn.
2 Osserva le immagini e completa i fumetti nel modo giusto. Scegli tra: o, oh, ho, ai, hai, ahi, anno, hanno.
FRAGOLA, GRAZIE.
FRAGOLA ............... CIOCCOLATO?
, CHE BUONO!
TUO ZAINO?
SÌ! OGGI GITA LAGHI!
SÌ, NUOVA!
NOMI COMUNI, PROPRI, CONCRETI E ASTRATTI
1 Leggi la “carta d’identità” di questo film d’animazione.
• Titolo: Toy Story
• Anno di uscita nelle sale: 1995
• Casa di produzione: Walt Disney – Pixar
• Paese di produzione: Stati Uniti d’America
• Voci in lingua originale: Gli attori Tom Hanks e Tim Allen
• Voci nella versione italiana : Il presentatore Fabrizio Frizzi e l’attore Massimo Dapporto
• Trama : Lo sceriffo Woody è il giocattolo che da subito ha conquistato l’affetto del piccolo Andy.
Insieme a lui ci sono il cane a molla Slinky, il dinosauro Rex, il pupazzo Mister Potato, la bambola di porcellana Bo Peep e Ham, il salvadanaio a forma di maialino.
Ciò che Andy non sa è che quando lui si allontana… i giocattoli prendono vita ! Ma la loro tranquillità viene sconvolta quando arriva un nuovo giocattolo tecnologico, Buzz Lightyear.
Il nome Buzz è ripreso da quello del vero astronauta statunitense Buzz Aldrin.
RICORDA!
£affetto
I nomi evidenziati ( , , ) hanno la caratteristica di non poter essere immaginati in una forma precisa, percepiti con i sensi, disegnati…
Si chiamano perciò nomi astratti.
Il loro contrario sono i nomi concreti
2 Sottolinea nel testo in blu i nomi comuni e in rosso i nomi propri, poi completa la tabella
Nomi comuni Cosa, animale o persona?
Nomi propri
attori persona Tom Hanks, Tim Allen, Massimo Dapporto
Fabrizio Frizzi
sceriffo
salvadanaio
Buzz Lightyear
astronauta
3 Completa la regola secondo quello che hai osservato.
RICORDA!
• I nomi comuni indicano , animali, , idee in modo generico.
• I nomi propri indicano una persona, un animale o una cosa in modo determinato e preciso: per questo i nomi propri si scrivono con la lettera iniziale
Andy cane Rex pupazzo Bo PeepNOMI PRIMITIVI E DERIVATI
1 Leggi gli esempi e completa le definizioni.
• lattaio =
• libraia =
• fioraia =
£colui £che vende £il £latte
£colei £che
• artista = • giornalista = • autista = • tesoriere = • gioielliere =
£colui £o £colei £che
£colui £che £costudisce
2 Quale parte delle parole di sopra ti fa capire di quale oggetto si sta parlando (“libro”, “auto”, “porta”)?
La prima parte La seconda parte
3 Quale parte delle parole ti fa capire che si sta parlando di qualcuno “che fa”, “che vende”, “che si occupa di”?
La prima parte La seconda parte
RICORDA!
A partire da alcuni nomi primitivi (latte, fiore, tesoro…) possiamo creare dei nomi derivati aggiungendo alle parole una piccola parte finale (-iere/-iera; -aio/-aia; -ista): il suffisso.
4 Scegli tre nomi primitivi e fai una gara in classe (anche in gruppi) a chi trova più nomi derivati.
I NOMI COLLETTIVI
1 Leggi le frasi.
1a. Sopra casa mia stamattina sono passati tantissimi uccelli migratori.
1b. Sopra casa mia stamattina è passato uno stormo di uccelli migratori
2a. Le navi delle compagnie da crociera sono eleganti e dotate di molti divertimenti
2b. La flotta delle compagnie da crociera è elegante e dotata di molti divertimenti.
3a. Ogni anno tutti gli scolari si recano alla Biblioteca Civica.
3b. Ogni anno la scolaresca si reca alla Biblioteca Civica.
RICORDA!
“Scolaresca”, “stormo” e “flotta” sono alcuni esempi di nomi collettivi, cioè quei nomi che, anche al singolare, indicano un insieme di persone, animali o cose.
2 Completa la tabella scrivendo i nomi collettivi.
Definizione
gruppo di persone che cantano insieme
gruppo di api
gruppo di pecore
uccellini nati nello stesso nido
musicisti che suonano insieme con vari strumenti e un direttore
bosco di pini
terreno piantato a olivi
Nome collettivo
I NOMI ALTERATI
Leggi l’elenco di parole, poi scrivi nei due gruppi le parole che devono andare insieme.
zio • zietto • nonno • mamma • nonnino • nipote • sorellina • • mammina • sorella • papà • papino • nipotina • Nel gruppo 1 hai inserito le parole base • Nel gruppo 2 hai inserito le parole alterate
RICORDA!
Da alcuni nomi ( base) se ne possono formare degli altri (alterati ) aggiungendo una piccola parte finale, come per esempio -ino e -ina , -etto e -etta : il suffisso.
I SUFFISSI DEI NOMI ALTERATI
1 Leggi le definizioni e scrivi i nomi alterati. Segui l’esempio.
RICORDA!
Con gli alterati possiamo trasformare un nome per dare l’idea di qualcosa di grande (con l’aggiunta del suffiso –one) oppure di sgradevole (con –accio) oppure di piccolo e grazioso (con –ino).
2 Forma gli alterati come indicato e poi inventa una frase per ognuno:
• Giornata + accia:
• Bottiglia + etta: .......................................................................................................................................
• Carattere + accio:
IL GENERE DEI NOMI
1 Sottolinea nel testo tutti i nomi propri e comuni di persona: in giallo quelli femminili e in verde quelli maschili. Le uova di tartaruga Emanuela non le aveva mai viste. Nessuno le aveva viste. Tranne Peppo, il pescatore amico della signora Luciana che, qualche tempo prima, mentre prendeva il largo con la sua barca, aveva notato una tartaruga marina risalire faticosamente la spiaggia, scavare una buca e deporvi le uova. Emanuela era stata la prima ad arrivare, subito dopo i due biologi marini dell’università locale, eccitati per l’avvenimento davvero insolito.
Adesso la giovane giornalista fissava curiosa la sabbia alla ricerca di qualche indizio e sparava domande a raffica ai biologi, prendendo appunti.
2 Riscrivi il testo sul quaderno, cambiando il genere dei nomi che hai trovato.
3 Completa tu la regola inserendo queste parole: giornalista , invariabili
RICORDA!
Alcuni nomi comuni di persona , come quelli che finiscono in –ista , NON cambiano quando cambia il loro genere: la
Perciò si chiamano nomi ........................................................................
C. Lorenzoni - P. Pergolini, Le inchieste della Molly Malone: il caso dell’orchidea fantasma, EinaudiIL NUMERO DEI NOMI
1 Sottolinea nel testo tutti i nomi di cosa.
Il palazzo che Willy Wonka costruì per il principe era fatto tutto di cioccolato. I mattoni erano di cioccolato, la glassa che li teneva insieme era di cioccolato come pure i tappeti colorati, i quadri, i mobili e i morbidi letti; quando si aprivano i rubinetti del bagno, ne uscivano fuori due fiumi fumanti di cioccolata calda.
“Però vi avverto, maestà”, disse il signor Wonka,“non durerà a lungo, quindi vi consiglio di cominciare a mangiarlo subito”.
R. Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani 20212 Riscrivi il testo sul quaderno trasformando tutti i nomi plurali in singolari.
3 Rileggi il testo che hai scritto e rispondi: che cosa hai dovuto cambiare, oltre ai nomi?
CAMBIAMENTI SPECIALI
RICORDA!
Alcuni nomi presentano delle forme non regolari nel passaggio dal singolare al plurale: perciò sono chiamati irregolari.
1 Completa la tabella inserendo i plurali irregolari: se non li conosci, cercali sul vocabolario.
RICORDA!
Gli ultimi quattro blocchi della tabella contengono due plurali: uno che finisci in –i e uno che finisce in –a : perciò questi nomi sono chiamati sovrabbondanti.
Tra i due plurali c’è differenza di significato.
2 Scegli uno dei nomi nella tabella a destra (sovrabbondanti)
e scrivi sul quaderno una frase con ognuno dei suoi plurali.
GLI AGGETTIVI QUALIFICATIVI
1 Leggi il testo e sottolinea gli aggettivi qualificativi.
Il signor Wonka era un ometto straordinario! Portava una tuba nera in testa; indossava una giacca di velluto viola, pantaloni verdi, guanti grigi. In mano teneva un bel bastone da passeggio dal manico dorato. Un piccolo, elegante pizzetto gli ricopriva il mento. Gli occhi sembravano continuamente sfavillanti e scintillanti. Appariva così sveglio e pieno di vita!
R. Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani
2 Ora completa la regola con alcuni degli aggettivi che hai sottolineato nel testo.
RICORDA!
Riferiti a persone, animali o cose, gli aggettivi qualificativi servono per indicare le loro qualità o caratteristiche ( ), il colore ( ), la dimensione (.........................................................................................................).
3 Ora assegna alcuni aggettivi qualificativi a questi oggetti.
GLI AGGETTIVI POSSESSIVI
1 Leggi il testo e continua tu a evidenziare le parole che esprimono possesso.
Una mattina il tiranno Kum mandò a chiamare il suo Primo Consigliere. “Tutto è mio, lo so, e lo sanno tutti. Ma questo mi è di poco vantaggio. Mia è la terra, e i contadini mi pagano l’affitto. Mio è il ferro, mio l’acciaio. Sono mie le strade, e la gente deve pagarmi una tassa per potervi camminare. Mia è l’acqua, e i miei fedeli sudditi me la pagano in argento sonante. Ma vi sono ancora molte cose mie che il popolo si piglia a suo piacere, truffando il suo padrone.
Mio è il sole, e i contadini si pigliano gratis i suoi raggi per far crescere il grano e far seccare il fieno.
Mia è la luna, e la gente passeggia la notte lungo il fiume, al suo lume. E che farò, quando la luna sarà tutta consumata?”
G. Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, Edizioni EL
2 Ora rileggi le parole che hai evidenziato: completa la tabella con altre parole simili.
“Di me” mio mia miei mie
“Di te” tuo
“Di lei/di lui” suo
“Di noi”
“Di voi”
“Di loro” loro loro loro loro
RICORDA!
Alcuni aggettivi indicano a chi appartiene qualcosa (“il mio ferro”, “il mio acciaio”, “casa mia”) o quale relazione c’è tra le persone (“i miei sudditi”, “il suo padrone”, “la mia amica”): questi sono gli aggettivi possessivi.
3 Inserisci gli aggettivi possessivi e scopri come finisce la storia del tiranno Kum.
1. “Metterò una grossa tassa sulla luna, e i sudditi dovranno pagarla! A partire da questa sera!”
2. “Questa sera non vi sarà luna, Eccellenza”. Fu necessario chiamare astronomi e astrologhi per convincere Kum che, per quanto fosse di proprietà, la luna non sarebbe apparsa prima di due giorni.
3. Il Primo Consigliere nominò le “Guardie della luna”: il compito era di riscuotere la tassa e la divisa era tutta nera con una mezzaluna sul petto.
4. Quando spuntò la luna, una vecchina alzò il capo per guardarla: le Guardie balzarono dai nascondigli. Ma la vecchina non poteva pagare, aveva in tasca solo una mela, tutta la cena: le Guardie le presero quella.
5. Sul letto di morte, il tiranno Kum ordinò: “Voglio che la luna sia sepolta con me, nella stessa tomba”. Ma non fu fatto, vero? La luna è ancora in cielo. La luna è di tutti.
MORFOLOGIA
GLI ARTICOLI DETERMINATIVI E INDETERMINATIVI
Articoli determinativi Singolare Plurale
Maschile il / lo / l’ i / gli
Femminile la / l’ le
Articoli indeterminativi Singolare
Maschile un Femminile una / un’
RICORDA!
Gli articoli precedono sempre il nome e possono essere:
• determinativi, se indicano un nome in maniera definita e precisa;
• indeterminativi, se si riferiscono a un nome in maniera indefinita.
1 Leggi il testo e inserisci gli articoli determinativi e indeterminativi mancanti.
£i £i La Una 50
Ho letto che nell’antichità seppellivano re e faraoni con tutta .............. roba che possedevano: dovevano essere convinti di potersi portare tutta ricchezza nell’aldilà. Be’, se provano a seppellirmi con mia roba, potrei finire per pentirmene. mamma mi ha messo a fare
.............. pulizie di primavera: vuole che butti via .............. mucchio di cose che non mi servono. Mi era sembrata ottima idea, finché non mi sono accorto di quante cose ho. Per tutta mattina ho passato in rassegna quello che c’era dentro .............. mio armadio. .......................... follia. Più scavavo, più era come ripercorrere tutta mia infanzia: quaderno di scuola là, fumetto qua; costume di Halloween di qualche anno fa, razzo che mi avevano regalato al mio decimo compleanno, mia collezione di figurine della terza elementare.
2 Leggi l’elenco di parole, poi metti nei due gruppi quelle che secondo te devono andare insieme.
un’idea • un’elica • un attore • un’attrice • un istrice • un usignolo •
• un’amica • un amico • un’anguria • un’oliva • un esperto • un orso
• Nel GRUPPO 1 hai inserito le parole con ............................................................................
• Nel GRUPPO 2 hai inserito le parole senza
2 Ora completa la regola inserendo queste parole: femminile, vocale, l’apostrofo, maschile.
RICORDA!
Davanti a parola che inizia per .
l’articolo indeterminativo una diventa un’ (con );
davanti a parola .............................................. che inizia per vocale NON si mette l’apostrofo.
LA CONCORDANZA
RICORDA! Regola della concordanza
• Se un nome è singolare, sono singolari anche l’articolo, l’aggettivo e il verbo che a quel nome si riferiscono. La stessa regola vale per il plurale.
• Se un nome è femminile, sono femminili anche l’aggettivo e l’articolo che a quel nome si riferiscono. La stessa regola vale per il maschile
Scegli da ogni lista una persona o un animale, un’azione, una cosa e una qualità, poi componi le frasi applicando la regola della concordanza. Ricorda di inserire gli articoli determinativi o indeterminativi.
• Persone o animali: cane Fortunio Giorgio Lia e amici
• Azioni: allestire formare mordere
• Cose: mostra pantofola gruppo
• Qualità: rock logoro fotografico
I PRONOMI PERSONALI
1 Osserva le vignette e leggi i fumetti.
CORRO!
ESSI MORFOLOGIA
RICORDA!
Le piccole parole evidenziate sono i pronomi personali.
SEI FORTE! CONTA. personali CORRIAMO! CONTANO. VOI SIETE FORTI!
Si chiamano pronomi perché stanno “al posto dei nomi”. Sono 6, di cui 3 persone
2 Inserisci i pronomi personali adatti davanti ai verbi.
andiamo .................. siete
vedo .................. pettiniamo
passeggiano .................. controlli
guarda .................. colori
lavora .................. dormite
I VERBI: LE TRE CONIUGAZIONI
1 Leggi il testo e continua tu a evidenziare tutti i verbi.
Mentre davanti al castello i cavalieri duellano ancora, nella cucina del castello i paggi allestiscono il banchetto. Il cuoco ordina di tagliare la verdura, impastare il pane e metterlo nel forno, mentre sua moglie prepara le zuppe. Lo sguattero arrostisce la carne e, anche se è protetto da un paravento, suda per il calore del fuoco!
I paggi portano le pietanze nella sala dei banchetti.
K. Trapp, Il castello, La Coccinella
RICORDA!
Il verbo è la parte più importante di una frase perché esprime azioni, situazioni, modi di essere.
I verbi si dividono in tre gruppi, le tre coniugazioni, a seconda della loro forma base (modo infinito):
• io parlo verbo parlare a-re = prima coniugazione
• io vedo verbo vedere e-re = seconda coniugazione
• io sento verbo sentire i-re = terza coniugazione
2 Osserva la regola e analizza i verbi che hai evidenziato nel testo.
I TEMPI DEI VERBI: PASSATO, PRESENTE, FUTURO
1 Completa le frasi per descrivere ciò che avviene nelle tre vignette.
I MEZZI DI TRASPORTO NEL TEMPO
RICORDA!
Oltre a dirci quale azione viene compiuta, il verbo ci dà anche molte altre informazioni.
Ogni verbo viene espresso in un modo e in un tempo.
Si sceglie il modo indicativo ogni volta che si racconta un evento o si espone un fatto. Il tempo serve a collocare le azioni nel passato, nel presente e nel futuro.
2 Quali tempi dei verbi hai usato per descrivere le vignette? Collega.
IL VERBO ESSERE • CONIUGAZIONE PROPRIA
MODO INDICATIVO
Tempi semplici
Presente io sono tu sei egli è noi siamo
voi siete
essi sono
Imperfetto io ero tu eri
egli era
noi eravamo
voi eravate
essi erano
Passato remoto io fui tu fosti egli fu noi fummo
voi foste
essi furono
Fututro semplice io sarò tu sarai
egli sarà
noi saremo
voi sarete
essi saranno
Tempi composti
Passato prossimo
io sono stato
tu sei stato
egli è stato
noi siamo stati
voi siete stati
essi sono stati
Trapassato prossimo
io ero stato
tu eri stato
egli era stato
noi eravamo stati
voi eravate stati
essi erano stati
Trapassato remoto
io fui stato
tu fosti stato
egli fu stato
noi fummo stati
voi foste stati
essi furono stati
Futuro anteriore
io sarò stato
tu sarai stato
egli sarà stato
noi saremo stati
voi sarete stati
essi saranno stati
IL VERBO AVERE • CONIUGAZIONE PROPRIA
MODO INDICATIVO
Tempi semplici
Presente io ho tu hai
egli ha
noi abbiamo
voi avete
essi hanno
Imperfetto
io avevo tu avevi
egli aveva
noi avevamo
voi avevate
essi avevano
Passato remoto
io ebbi
tu avesti
egli ebbe
noi avemmo
voi aveste
essi ebbero
Fututro semplice
io avrò
tu avrai
egli avrà
noi avremo
voi avrete
essi avranno
Tempi composti
Passato prossimo
io ho avuto
tu hai avuto
egli ha avuto
noi abbiamo avuto
voi avete avuto
essi hanno avuto
Trapassato prossimo
io avevo avuto
tu avevi avuto
egli aveva avuto
noi avevamo avuto
voi avevate avuto
essi avevano avuto
Trapassato remoto
io ebbi avuto
tu avesti avuto
egli ebbe avuto
noi avemmo avuto
voi aveste avuto
essi ebbero avuto
Futuro anteriore
io avrò avuto
tu avrai avuto
egli avrà avuto
noi avremo avuto
voi avrete avuto
essi avranno avuto
I VERBI ESSERE E AVERE
1 leggi il testo e continua tu a evidenziare tutti i verbi essere e avere.
I Romani avevano una grande passione per i giochi.
Quando non erano al circo per assistere alle corse, o al teatro, o non erano andati ai combattimenti tra gladiatori, i loro intrattenimenti non erano diversi da quelli moderni, a cominciare dai primi anni di vita.
I bambini e le bambine non avevano timore di giocare per strada a nascondino o a rincorrersi. Avevano biglie che erano fatte di argilla o di gusci di noci; altri avevano trottole di legno, azionate da spaghi, e altri avevano legato insieme legni e canne facendone dei cavallucci. Le bambine avevano cura delle proprie bambole, realizzate in stoffa, legno o terracotta, e alcune alcune avevano anche braccia e gambe snodabili.
«BBC History Dossier: Roma gloriosa», ottobre 2018
2 Ora completa la regola con alcuni dei verbi che hai sottolineato nel testo.
RICORDA!
Verbo essere • Significato proprio
• Essere, seguito da un nome o un aggettivo: ;
• stare o trovarsi: .
Verbo avere • Significato proprio
• Possedere: ;
• provare una sensazione: .
Funzione di ausiliare
Ausiliare vuol dire essere d’aiuto, quindi essere e avere aiutano, affiancano tutti gli altri verbi nella composizione di alcuni tempi verbali, che infatti si chiamano tempi composti:
IL VERBO PARLARE • PRIMA CONIUGAZIONE
MODO INDICATIVO
Tempi semplici
Presente
io parl- o
tu parl- i
egli parl- a
noi parl- iamo
voi parl- ate
essi parl- ano
Imperfetto
io parl- avo
tu parl- avi
egli parl- ava
noi parl- avamo
voi parl- avate
essi parl- avano
Passato remoto
io parl- ai
tu parl- asti
egli parl- ò
noi parl- ammo
voi parl- aste
essi parl- arono
Fututro semplice
io parl- erò
tu parl- erai
egli parl- erà
noi parl- eremo
voi parl- erete
essi parl- eranno
Tempi composti
Passato prossimo
io ho parlato
tu hai parlato
egli ha parlato
noi abbiamo parlato
voi avete parlato
essi hanno parlato
Trapassato prossimo
io avevo parlato
tu avevi parlato
egli aveva parlato
noi avevamo parlato
voi avevate parlato
essi avevano parlato
Trapassato remoto
io ebbi parlato
tu avesti parlato
egli ebbe parlato
noi avemmo parlato
voi aveste parlato
essi ebbero parlato
Futuro anteriore
io avrò parlato
tu avrai parlato
egli avrà parlato
noi avremo parlato
voi avrete parlato
essi avranno parlato
IL VERBO CREDERE • SECONDA CONIUGAZIONE
MODO INDICATIVO
Tempi semplici
Presente
io cred- o
tu cred- i
egli cred- e
noi cred- iamo
voi cred- ete
essi cred- ono
Imperfetto
io cred- evo
tu cred- evi
egli cred- eva
noi cred- evamo
voi cred- evate
essi cred- evano
Passato remoto
io cred- etti
tu cred- esti
egli cred- ette
noi cred- emmo
voi cred- este
essi cred- ettero
Fututro semplice
io cred- erò
tu cred- erai
egli cred- erà
noi cred- eremo
voi cred- erete
essi cred- eranno
Tempi composti
Passato prossimo
io ho creduto
tu hai creduto
egli ha creduto
noi abbiamo creduto
voi avete creduto
essi hanno creduto
Trapassato prossimo
io avevo creduto
tu avevi creduto
egli aveva creduto
noi avevamo creduto
voi avevate creduto
essi avevano creduto
Trapassato remoto
io ebbi creduto
tu avesti creduto
egli ebbe creduto
noi avemmo creduto
voi aveste creduto
essi ebbero creduto
Futuro anteriore
io avrò creduto
tu avrai creduto
egli avrà creduto
noi avremo creduto
voi avrete creduto
essi avranno creduto
IL VERBO SENTIRE • TERZA CONIUGAZIONE
MODO INDICATIVO
Tempi semplici
Presente
io sent- o
tu sent- i
egli sent- e
noi sent- iamo
voi sent- ite
essi sent- ono
Imperfetto
io sent- ivo
tu sent- ivi
egli sent- iva
noi sent- ivamo
voi sent- ivate
essi sent- ivano
Passato remoto
io sent- ii
tu sent- isti
egli sent- ì
noi sent- immo
voi sent- iste
essi sent- irono
Fututro semplice
io sent- irò
tu sent- irai
egli sent- irà
noi sent- iremo
voi sent- irete
essi sent- iranno
Tempi composti
Passato prossimo
io ho sentito
tu hai sentito
egli ha sentito
noi abbiamo sentito
voi avete sentito
essi hanno sentito
Trapassato prossimo
io avevo sentito
tu avevi sentito
egli aveva sentito
noi avevamo sentito
voi avevate sentito
essi avevano sentito
Trapassato remoto
io ebbi sentito
tu avesti sentito
egli ebbe sentito
noi avemmo sentito
voi aveste sentito
essi ebbero sentito
Futuro anteriore
io avrò sentito
tu avrai sentito
egli avrà sentito
noi avremo sentito
voi avrete sentito
essi avranno sentito
I TEMPI DEL MODO INDICATIVO
1 In questi tre testi sottolinea in rosso i verbi al passato, in giallo quelli al presente e in blu quelli al futuro.
Vi dirò dunque, ragazzi, che mentre il povero Geppetto era condotto senza sua colpa in prigione, quel monello di Pinocchio, rimasto libero dalle grinfie del carabiniere, se la dava a gambe giù attraverso i campi.
Giunto dinanzi a casa, trovò l’uscio di strada socchiuso.
Lo spinse, entrò dentro e, appena ebbe messo tanto di paletto, si gettò a sedere per terra con un gran sospirone di contentezza.
L’orario va rispettato rigorosamente e l’entrata deve svolgersi con ordine. Gli alunni entrano a scuola dall’ingresso in via Salvo
D’Acquisto per recarsi nelle rispettive aule dove trovano gli insegnanti ad attenderli.
Per ragioni di sicurezza, il personale scolastico socchiude i cancelli di ingresso dell’edificio scolastico 5 minuti dopo l’entrata degli alunni e li riapre pochi minuti prima dell’uscita degli alunni.
I genitori non possono raggiungere le aule per incontrare gli insegnanti durante l’orario delle lezioni.
Disposizioni per il regolare funzionamento della scuola, Istituto Comprensivo “Tommasone-Alighieri”, Lucera (FG) 2022
Studierai le strade.
Studiale con attenzione.
“Quella non fa al mio caso” dirai talvolta con decisione.
Vedrai scenari mozzafiato!
Percorrerai la tua strada in salita!
E volerai alto insieme a chi
scalerà la vetta più ardita.
Non resterai indietro, perché sai accelerare. Sorpasserai il gruppo e sarai tu a guidare.
Correrai a rompicollo con la mente confusa macinando chilometri per sentieri tortuosi, vedrai spazi selvaggi e misteriosi.
Dr. Seuss, Oh, quante cose vedrai!, Mondadori
C. Collodi, Le avventure di Pinocchio2 Ora osserva i testi dell’esercizio precedente e rispondi:
1. Qual è il testo con il maggior numero di verbi al passato?
il primo il secondo il terzo
2. Qual è il testo con il maggior numero di verbi al presente?
il primo il secondo il terzo
3. Qual è il testo con il maggior numero di verbi al futuro?
il primo il secondo il terzo
3 Completa la regola.
RICORDA!
Spesso si osserva che:
• per tutti i tipi di racconti e di storie si usa il tempo ;
• per descrivere regole e abitudini si usa il tempo ;
• per esprimere speranze o immaginazioni si usa il tempo .
4 Riscrivi questo testo sul quaderno, trasformando tutti i verbi al passato in verbi al presente.
Uscii in strada accostando piano la porta, e fuori c’era un vento che ti portava via. Per andare a scuola facevo sempre la strada che passava davanti al mare, anche se era più lunga, perché era bello appena sveglio vedere il mare. Mentre andavo, mangiavo i miei biscotti preferiti e lo guardavo.
ANALIZZIAMO IL VERBO
RICORDA!
I tempi verbali si dividono in tempi semplici e tempi composti.
• I tempi semplici sono formati da una sola voce verbale, cioè da una sola parola;
• I tempi composti sono formati da due voci verbali, cioè da due parole: una di queste due voci deve essere un verbo ausiliare, essere o avere.
• Nel modo indicativo i tempi semplici sono: presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice; i tempi composti sono: passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore.
1 Completa questo dialogo coniugando i verbi al tempo presente.
– L’autobus 27 [passare] ......................................................... da qui?
Sì, io lo [prendere] tutte le mattine. – Di solito [essere] molto affollato?
Sì, a quest’ora [salire] ................................... parecchi studenti.
RICORDA! Il tempo presente si usa per esprimere azioni che si svolgono ora , nel momento in cui si parla oppure azioni che sono abituali (io gioco).
2 Completa questo testo coniugando i verbi all’imperfetto.
Gli uomini di Cro-Magnon [abitare]
in queste grotte. Uomini e donne [essere] molto alti e robusti e [vivere] ................................................................... in armonia con la natura. Essi [amare]
le conchiglie, con cui [realizzare] collane e bracciali.
RICORDA! Il tempo imperfetto si usa per esprimere azioni che si svolgevano nel passato in modo continuo o duraturo, oppure azioni che erano abituali (io giocavo).
RICORDA!
• Il tempo passato remoto si usa per esprimere azioni che sono iniziate e si sono concluse nel passato, in un tempo che sentiamo lontano (io giocai).
• Il tempo passato prossimo si usa per esprimere azioni che sono avvenute in un passato più vicino o che sentiamo vicino (io ho giocato).
• Il tempo futuro semplice si usa per esprimere azioni che devono ancora avvenire, che accadranno dopo, nel futuro (io giocherò).
• Il tempo futuro anteriore si usa per esprimere azioni che, nel futuro, dovranno accadere prima di quelle espresse dal futuro semplice (io avrò giocato).
3 Completa le frasi con i verbi al tempo indicato.
1. Io [imparare, trapassato prossimo] il tuo numero di telefono a memoria, ma ora l’[dimenticare, passato prossimo]
2. Dopo che tutti se ne [andare, trapassato remoto] .............................................................................................., Gigi e Samuele [riordinare, passato remoto] la cucina.
3. Quando il pacco [arrivare, futuro anteriore] .............................................................................................................., noi [ricevere, futuro semplice] un messaggio.
4. Entro sabato mamma e papà [finito, futuro anteriore] tutto il lavoro e tutti noi [essere, futuro semplice] liberi di andare in vacanza.
RICORDA! Per analizzare una voce verbale, si deve riconoscere:
• a quale verbo appartiene (voce del verbo…) e la coniugazione (1a , 2 a , 3 a );
• il modo (per ora conosci solo il modo indicativo) e il tempo;
• la persona (1a , 2 a o 3 a singolare o plurale).
Per esempio, voi avete studiato: voce del verbo studiare, 1a coniugazione, modo indicativo, tempo passato prossimo, 2 a persona plurale.
PREPOSIZIONI SEMPLICI E ARTICOLATE
Questo è il programma quotidiano che il valletto Passepartout deve rispettare per il puntualissimo signor Fogg.
1 Completalo con le parole mancanti.
• Ore 8.00: sveglia signor Fogg.
• 8.23: servire tè e crostini ......................... sala grande.
• 9.37: portare l’acqua barba ca mera signor Fogg.
Fogg. MORFOLOGIA
• 10.00: aiutare il signor Fogg ......................... pettinarsi
• 11.30: il signor Fogg esce casa recarsi Reform club.
• Durante l’assenza signor Fogg, occ uparsi faccende casa e appr ovvigionamento.
• L’elenco tali compiti si trova cassetto tavolo cucina.
Dauvillier, Soleilhac, Jouvray, Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, Tunué
£O£re 8.00: sveglia £del signor Fogg.
8.23: servire £tè £e £crostini nella sala £grande.
9.37: £portare £l'acq£ua £da £barba nella £camera £del signor Fogg.
10.00: £aiutare £il signor Fogg £a £pettinarsi
11.30: £il signor Fogg £esce £di casa £per recarsi £al Reform £club.
D£urante £l'assenza £del signor Fogg, occuparsi £delle £faccende £di casa e £dell' £approvvigionamento.
RICORDA!
Le paroline che hai inserito nel testo sono le preposizioni, che servono per stabilire relazioni tra parole all’interno della frase.
Si dividono in:
• preposizioni semplici: sono di, a , da , in, con, su, per, tra , fra .
• preposizioni articolate: nascono dall’unione tra una preposizione semplice
e un articolo.
2 Scopri tutte le preposizioni articolate completando la tabella.
RICORDA!
Si può notare che:
• tra , fra e per non formano preposizioni articolate: “tra le uova”, “fra i bambini”, “per la piazza”, ecc;
• quando c’è il con è preferibile NON formare preposizioni articolate: “colla” e “colle”, per esempio, si potrebbero confondere con dei nomi;
• sia le preposizioni che gli articoli possono subire alcuni cambiamenti quando si uniscono: di diventa de-; in diventa ne-; l’articolo il perde sempre la i; gli articoli l’, la e lo raddoppiano la l.
3 Completa le frasi con le preposizioni giuste.
• questo momento poi non si accettano altre iscrizioni torneo.
• Ho comprato le nuove palline l’albero Natale.
• Controllo gli impegni mia agenda.
• Mi daresti un passaggio centro?
• Questi sono i compiti domani.
• Sei andato ....................... festa?
I NOMI
Nomi comuni e nomi propri
Nomi concreti e nomi astratti
Il Tevere
Nomi primitivi e derivati
Il regolamento La legge
Nomi collettivi
Nomi alterati
one
PRONOMI E PREPOSIZIONI
Pronomi personali (soggetto) Preposizioni
Singolare Plurale Semplici Articolate 1a 2a 3 a
1a 2a 3 a .......................................................
£di, £a, MORFOLOGIA
Preposizioni semplici + articoli determinativi
I VERBI
Il verbo è la parte più importante della frase ed esprime l’azione o la situazione di una persona, un animale, una cosa o un elemento naturale.
Tre coniugazioni
1a 2 a 3 a
lavor- are legg- ere dorm- ire
Modo indicativo
Si usa ogni volta che si racconta qualcosa o si espone un fatto
Tempi
Servono a collocare l’azione nel presente, nel passato, nel futuro e a segnalarne la durata
Tempi semplici
formati da un’unica voce verbale:
lavoro leggevo dormii
andrò
Tempi composti
formati da due voci verbali di cui una è un ausiliare (essere o avere):
ho lavorato
avevo letto
ebbi dormito
sarò andata
PAGINE STELLA
1 Cerchia tutti gli aggettivi qualificativi.
Poi sottolinea tutti i nomi e scrivili nella tabella al posto giusto.
1. Vieni a guardare questo documentario: c’è un banco di pesci tropicali del Pacifico!
2. La giuria ha premiato il dipinto migliore.
3. Che emozione! Io e mio fratello Nico andremo a prendere la zia all’aeroporto!
4. È stato un grande divertimento oggi: abbiamo giocato con il cane di mia cugina.
5. Astor è un lupo grigio e appartiene a un branco che dimostra sempre grande coraggio.
2 Completa il racconto con i verbi elencati. Poi cerchia in giallo le preposizioni semplici e in rosso le preposizioni articolate.
credo • sarò scesa • aveva imparato • trovo • era • Vediamo
“Chissà di quante miglia a questo punto!”, disse Alice ad alta voce.
“Qui siamo da qualche parte al centro della Terra. un po’: deve essere a quattromila miglia di profondità”.
Alice un sacco di cose dalle sue lezioni a scuola, e anche se forse questa non l’occasione ideale per fare uno sfoggio di cultura, era comunque un buon esercizio di ripasso.
“Sì, che la distanza sia più o meno questa, ma allora mi chiedo: a quale Latitudine o Longitudine mi .....................................?”.
L. Carroll, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Feltrinelli
3 Fai l’analisi di tutti i verbi che hai inserito nel testo precedente, come nell’esempio.
C£redo: verbo £credere, seconda £coniugazione, modo £indicativo,
£tempo presente, prima persona singolare.
CHE COS’È UNA FRASE
1 Osserva le vignette, leggi e segna con una X quella in cui il bambino sta pronunciando una frase che riesci a comprendere.
1 3 72
2 4 SINTASSI
LIDIA...
LIDIA HA...
LIDIA HA MANGIATO LA MIA MERENDINA!
2 Rispondi.
• Che cosa manca nella “frase” della vignetta 1 perché sia comprensibile? ................................................
• Che cosa manca nella “frase” della vignetta 2? ................................................................................................................................................................................................................................
• Qual è la differenza tra la frase della vignetta 3 e quella della vignetta 4?
RICORDA!
La frase è una sequenza di parole ordinate in modo logico, che trasmette un significato e in cui ci sia almeno un verbo.
3 Aggiungi un verbo per formare la frase.
1. Tu
2. Il bebè
3. Gli orsi ...................................................................................................................................
4. Paolo
3 Leggi le frasi e completale con il verbo adatto.
Linda
in ufficio. a pallacanestro.
Luca
............................................. con le amiche. la tromba.
al mare. ............................................. i fumetti.
Il gatto La tartaruga
............................................. sul tetto. la lattuga.
il topo. lentamente.
i cuccioli. ............................................. in letargo.
4 In ognuno dei gruppi indica la frase che non va bene.
Yana gioca.
Yana con la sua amica.
Yana studia con me.
Le alunne sono.
Le alunne sono impegnate.
Le alunne entrano a scuola.
Il tu libro leggi. Tu leggi il libro. Tu leggi.
GLI ELEMENTI DELLA FRASE:
IL SOGGETTO E IL PREDICATO
1 Leggi il testo.
Oggi Stefano e i suoi compagni hanno preparato una festa a sorpresa: Rosalina compie nove anni! Nel cortile della scuola vive un gatto di nome Saverio, che osserva attentamente i preparativi. Si ripara vicino alla finestra: piove!
All’interno della classe tutti sono impegnati: Dino sistema i vassoi con le pizzette sulla cattedra; Asia e Giulio fissano i festoni alle pareti. Anche gli insegnanti partecipano: il maestro Renato ha sfoggiato la sua arte di pasticciere e ha creato una torta a forma di margherita, il fiore che Rosalina ama tanto!
La maestra Sabrina ha un regalo per lei: cosa sarà? Ma ecco, attenti: Rosalina sta arrivando!
2 Nel testo sottolinea in blu i verbi e in verde le persone, gli animali o le cose che compiono quelle azioni e collegali con le frecce. Poi leggi la regola.
RICORDA!
All’interno di ogni frase ci sono almeno un soggetto e un predicato.
• Il soggetto è la cosa, l’animale o la persona di cui la frase parla.
Si riconosce perché è l’elemento della frase che concorda con il verbo:
“gli insegnanti (soggetto, plurale) partecipano ( verbo, plurale)”;
“Lorella (soggetto, singolare) costruisce ( verbo, singolare)”.
• D’ora in poi, quando analizzeremo una frase, chiameremo il verbo con il nome di predicato. Il predicato è l’elemento della frase che indica l’azione o la situazione del soggetto.
3 Ora leggi queste coppie di frasi: quale differenza osservi?
• L’orario si avvicina .
• Rosalina sta arrivando !
• Si ripara.
• Piove!
• Nella prima coppia di frasi ci sono sia il che il ;
• nella seconda coppia di frasi c’è solo il .
RICORDA!
Quando una frase è composta solo da un soggetto e da un predicato, prende il nome di frase minima
• A volte la frase minima può essere costituita solo da un predicato, per esempio nel caso di fenomeni atmosferici: “Piove!”, “Grandina!”.
• Altre volte può sembrare che non ci sia il soggetto, ma in realtà è solo sottointeso, perché lo si può capire facilmente analizzando il verbo:
“Si ripara” soggetto “lui/lei” sottinteso.
4 Completa la tabella segnando con la X se le frasi minime sono composte dal solo predicato, dal predicato con soggetto sottinteso o da soggetto e predicato.
Frasi minime Solo predicato
Predicato con soggetto sottinteso
Soggetto e predicato
Giacomo ride. X
Nevica!
Dormi?
Svieta legge.
Arrivano.
Piove? Riflettiamo.
IL PREDICATO
1 Leggi il testo e sottolinea tutti i predicati. Quell’anno il grano era alto. A fine primavera aveva piovuto tanto, e a metà giugno le piante erano più rigogliose che mai. Crescevano fitte, erano cariche di spighe, erano pronte per essere raccolte. Ogni cosa era coperta di grano. Le colline, basse, si susseguivano come onde di un oceano dorato. Non avevo idea di quanto faceva caldo: un bambino a nove anni di gradi centigradi se ne intende poco, ma sapevo che non era normale. Quella maledetta estate del 1978 è rimasta famosa come una delle più calde del secolo. Il calore entrava nelle pietre, sbriciolava la terra, bruciava le piante e uccideva le bestie, infuocava le case. Quando prendevi i pomodori nell’orto, erano senza succo e le zucchine erano piccole e dure. Il sole ti levava il respiro, la forza, la voglia di giocare, tutto. Ad Acqua Traverse gli adulti non uscivano di casa prima delle sei di sera. Si tappavano dentro, con le persiane chiuse. Solo noi ci avventuravamo nella campagna rovente e abbandonata.
2 Copia sul quaderno questa tabella e completala con i predicati che hai trovato.
Predicati formati da un verbo Predicati formati dal verbo essere seguito da un aggettivo
Sapevo erano rigogliose
RICORDA! Il predicato può essere di due tipi:
• predicato verbale: quando è formato da un qualunque verbo, sia nei tempi semplici che nei tempi composti: “esco”, “sono uscita”, “sarò uscita”.
• predicato nominale: quando è formato dal verbo essere (copula) seguito da un nome o da un aggettivo (nome del predicato): “è alta, è una giraffa”.
ATTENZIONE! Il verbo essere è un predicato verbale quando significa trovarsi: oggi sono in città”.
3 Suddividi nelle frasi il predicato nominale in copula e nome del predicato, come nell’esempio.
1. Il grano era ( ) alto ( ).
2. Le spighe erano (....................................................................) pronte (..................................................................................).
3. Quell’estate è ( ) famosa ( ).
4. Le zucchine erano ( ) piccole e dure ( ).
4 Completa la tabella: scrivi la copula e il nome del predicato al posto giusto, come nell’esempio.
Copula
Nome del predicato: Nome Aggettivo
Quel ragazzo laggiù è Nicola. £è Nicola /
Scooby-Doo è un alano.
Gli avversari erano agguerriti.
Noi saremo impegnati.
Vivaldi era un compositore.
La tua canzone è la vincitrice.
IL COMPLEMENTO OGGETTO E I COMPLEMENTI INDIRETTI
1 Leggi il testo.
Tanto tempo fa, in un lontano paese, viveva un giovane principe valoroso e sensibile, intelligente e bello: tutti nel suo regno proclamavano le sue lodi . Un giorno il principe si lavò le mani in una bacinella d’oro e poi, soprappensiero, gettò l’acqua sporca fuori dalla finestra.
Proprio allora passava di lì una vecchia maga, che ebbe la disgrazia di venirne annaffiata.
La donna fissò allora furibonda
il giovane affacciato alla finestra e gridò:
“Come hai osato rovesciarmi addosso la tua acqua sporca ? Te ne pentirai!
Eccoti la mia maledizione: non incontrerai la tua sposa finché non avrai trovato le tre arance dell’amore”.
RICORDA!
In rosa, nel testo, è stato evidenziato il complemento oggetto. Esso ha un forte legame con il predicato verbale perché spesso ne completa il significato.
• Quando, dopo un verbo, viene spontaneo chiedersi “chi? che cosa? ”, allora si trova un complemento oggetto: “il giovane gettò (che cosa gettò?) l’acqua sporca”; “La donna fissò (chi fissò?) il giovane”.
• Lo si riconosce perché NON è anticipato da nessuna preposizione. Quando ci sono altre paroline a fare da collegamento, si tratta di un complemento indiretto: “il giovane gettò (che cosa? ) l’acqua sporca (dove la gettò?) fuori dalla finestra”.
F. Saba Sardi, Fiabe dell’Europa meridionale, Mondadori2 Osserva gli schemi e scrivi nei box giusti: soggetto, predicato, complemento oggetto, complemento indiretto.
Tanto tempo fa
viveva un giovane principe
£predicato soggetto
Il principe
in un lontano paese si lavò
una bacinella
Il giovane
3 Costruisci lo stesso schema sul quaderno per queste frasi.
1. Giulia mangia la frutta.
2. Sara incontrerà suo cugino al parco.
3. Ieri Guido ha prestato la bici a Chiara.
4 Sottolinea in rosa il complemento oggetto e in verde i complementi indiretti.
1. Gigi e i suoi amici dovranno restituire i libri alla biblioteca entro giovedì.
2. Di notte, tutti i gatti del vicinato intonano le loro sinfonie sul nostro tetto.
3. Oggi ho dimenticato a casa il mio raccoglitore di schede di scienze.
I COMPLEMENTI INDIRETTI
1 Leggi il testo. Un bel mattino di settembre , il gufo Elvis aprì una scuola , simile alle scuole degli umani. Elvis decise che sarebbe diventato il direttore della scuola. I direttori, infatti, hanno un ufficio in cui rifugiarsi non lontano dagli alunni, dove starsene in tranquillità: in questo ufficio i direttori possono dedicarsi all’erbario , leggere il giornale, o fare un riposino. Il granaio era molto grande e il gufo aveva allestito l’aula in una vecchia canoa.
Topoluccia la guardò sorpresa: questa scuola era strana e non somigliava per niente alla scuola del villaggio. Lei andava tutti i giorni alla scuola del villaggio, perché i bambini umani lasciavano in fondo alle cartelle la metà delle merende .
RICORDA!
Tutte quelle che abbiamo analizzato non sono frasi semplici, perché contengono un solo predicato e sono arricchite con molte altre informazioni:
• il complemento oggetto;
• i complementi indiretti, che rispondono a molte delle domande che ci vengono spontanee quando leggiamo un testo: “i bambini umani lasciavano (lasciavano che cosa?) la metà (la metà di che cosa? ) delle merende (dove la lasciavano?) in fondo alle cartelle”.
I complementi indiretti possono anche dare informazioni sul luogo o sul tempo in cui si svolge quanto raccontato.
A. Mathieu-Daudé, La classe dei topolini, Il Battello a Vapore2 Completa gli schemi seguenti: rileggi il testo e, aiutandoti con le frasi evidenziate, inserisci sia le parole mancanti sia le domande a cui i complementi rispondono.
Un bel mattino di settembre
£q£uando
aprì il gufo Elvis
£chi? £che £cosa £fece? £che £cosa?
I direttori
I bambini umani
possono dedicarsi lasciavano la metà
all’
delle merende in fondo alle cartelle
3 Costruisci lo stesso schema sul quaderno per queste frasi tratte dal testo. aggiungi sempre le domande a cui le informazioni rispondono: chi /che cosa?, dove?, a che cosa?, di che cosa?, quando?.
1. I direttori possono fare un riposino.
2. Il gufo aveva allestito l’aula in una vecchia canoa.
3. Questa scuola non somigliava alla scuola del villaggio.
4. Lei andava tutti i giorni alla scuola del villaggio.
5. I bambini umani a merenda spargevano briciole ovunque.
PAGINE STELLA
1 In questo testo, cerchia in rosso il soggetto e in blu il predicato Io mi chiamo Manesse e sono una gazza. La mia testa, il collo e le ali sono nere con riflessi verdi e viola. La mia pancia e le piume sulla schiena sono bianche. Le zampe e il becco sono neri. Anche la coda è nera, ma con delle sottili striature di vari colori. Insomma, sono un gran bel volatile. Sono una gazza, sì, ma non sono una ladra. Io amo le cose che sbrilluccicano, ma anche i bambini amano le cose che sbrilluccicano, non solo le gazze. Io comunque sono una gazza di altro genere: sono una gazza che racconta storie. La mia mamma gazza depose il mio uovo sul ramo di un albero, e questo ramo ondeggiava proprio davanti alla finestra della biblioteca del palazzo reale, dove la regina Isadora studiava e leggeva.
2 Per ogni frase indica PN per il predicato nominale e PV per il predicato verbale. Inoltre, nel predicato nominale sottolinea con il giallo la copula e con il verde il nome del predicato.
1. Ieri il mio computer ha funzionato benissimo.
2. Le previsioni del tempo per domani sono preoccupanti.
3. Sono andata a farmi un bel bagno caldo.
4. Il mio gatto è sparito per tutto il giorno.
5. Io e Irina abbiamo comprato il nuovo libro di Harry Potter.
PV PN
PV PN
PV PN
PV PN
PV PN
3 Nelle seguenti frasi, sottolinea in rosso il soggetto, in blu il predicato, in rosa il complemento oggetto e in verde i complementi indiretti.
1. Sara osserva.
2. Sara osserva la luna.
3. Stanotte, Sara osserva la luna.
4. Stanotte, Sara osserva la luna con il suo telescopio.
5. Gianni ripassa le tabelline.
6. Ogni giorno Gianni ripassa le tabelline.
7. Ogni giorno Gianni ripassa le tabelline con suo fratello.
8. Il risotto oggi è buonissimo.
9. Oggi Alessandro ha preparato un delizioso risotto allo zafferano.
10. Dopo il risotto, tutti abbiamo gustato uno sformato di verdure.
4 Scrivi a quali domande rispondono le espansioni.
£dove?
£con che cosa?
1. Carlo nuota in mare ( ) con la tavoletta ( ).
2. Il treno partirà dal binario 12 (................................) in ritardo (.......................................................).
3. Per i miei ospiti ( ) ho comprato i dolcetti alla crema ( ) in pasticceria ( ).
4. La regista riprende le scene sul set (................................) con grande attenzione (.....................................................).
COME SI USA IL VOCABOLARIO
RICORDA!
Il vocabolario contiene in ordine alfabetico tutte le parole di una lingua e ne spiega il significato. Può essere un libro oppure si può trovare in formato elettronico.
• I nomi si cercano al singolare;
• gli aggettivi si cercano al maschile singolare;
• i verbi si cercano all’infinito.
Oltre alle spiegazioni sul significato, il vocabolario fornisce anche informazioni grammaticali.
sole [só-le] s.m.
1 Stella intorno a cui gravita il sistema planetario di cui fa parte la Terra (in tale accezione astronomica si usa l’iniziale maiusc.): distanza del S. dalla Terra; estens. qualsiasi stella posta al centro di un sistema planetario
2 La luce e il calore emanati dal nostro astro: stanza piena di s. || contro s., con la luce di fronte | sedersi, sdraiarsi al s., esporsi in un luogo soleggiato per riscaldarsi | colpo di s., insolazione | occhiali da s., dotati di lenti scure, per riparare gli occhi dall’abbaglio della luce solare e della luminosità intensa | cura del s., elioterapia | chiaro come il s., come la luce del s., evidente, palese || figg. sotto il s., sulla terra | alla luce del s., senza segreti | avere qualcosa al s., possedere terreni, case ecc. | un posto al s., spazio vitale, sistemazione idonea per un individuo, una famiglia, uno stato | vedere il s. a scacchi, essere in prigione.
Dizionario della Lingua Italiana Sabatini Coletti, dizionari.corriere.it
Analizziamo una voce del vocabolario:
1. la parola è divisa in sillabe e viene indicato dove si pronuncia l’accento;
2. s.m. vuol dire sostantivo maschile. “Sostantivo” vuol dire “ nome”;
3. i principali significati della parola sono indicati con dei numeri;
4. alcuni significati possono essere “ per estensione ” (estens.) e altri “ figurati ” (figg.).
Esercitati in classe a consultare il vocabolario e a decifrare le abbreviazioni per scoprire il significato di queste parole: barlume • clarino • vacillare • tacito
A CACCIA DI SINONIMI E DI CONTRARI
Con una ricerca sul vocabolario possiamo evitare le parole che usiamo troppo spesso in modo generico, e cercarne altre più precise.
1 Cerca sul vocabolario dei sinonimi (parole diverse ma con significato simile) per questi aggettivi che esprimono emozioni:
• contento :
• arrabbiata:
• triste:
2 Componi i contrari (parole con significato opposto) di queste parole aiutandoti con i prefissi.
• possibile:
• garbato:
• probabile:
• fatto:
• prevedibile:
• educato:
• esatto:
• calcolabile:
RICORDA!
Per trovare il contrario di alcune parole possiamo aiutarci con dei prefissi, come a-, in- / im -, dis-, s-, mal-.
LE FAMIGLIE DI PAROLE
Tutte le parole possono essere raggruppate in famiglie.
FAMIGLIA 1
RICORDA! Insieme di parole collegate tra loro in base al “campo”, all’argomento. Per esempio, nel campo classe si possono trovare le parole: alunni, insegnante, cattedra...
1 Osserva le immagini e riempi le caselle.
CAMPO: IL MERCATO
£cliente LESSICO
FAMIGLIA 2
RICORDA! Parole che hanno in comune una “parte” della parola stessa, perché discendono da un’unica parola-base (che può essere un nome primitivo):
£orecchiuto
FAMIGLIA 3
RICORDA! Ci sono parole dal significato più ampio, generale (parole generiche) che comprendono parole con un significato specifico, particolare (parole specifiche).
3 Osserva le immagini e riempi le caselle.
4 Scrivi alcune parole che fanno parte di questi “campi”:
• Viaggi spaziali: ............................................................................................................................................................................................
• Bosco:
• Medicina:
5 Scrivi altre parole che discendono dalla stessa “parola-base”:
• cartoncino:
• autostrada:
• pescare:
6 Scrivi delle parole specifiche per le seguenti parole generiche:
• Colori:
• Alberi: ................................................................................................................................................................................................................
• Metalli:
PAGINE STELLA
1 Leggi la fiaba.
Un giorno Alì Babà, dopo che aveva raccolto della legna, vide all’improvviso un polverone che veniva verso di lui. Guardò più attentamente e si accorse che a sollevarlo era un gruppo di cavalieri che avanzavano veloci. Alì si nascose dietro un albero e vide i cavalieri giungere davanti a una roccia e scendere di sella. Erano, con ogni evidenza, predoni, di quelli che assaltavano i viaggiatori lungo le strade e li derubavano delle ricchezze; lo capiva non solo dal loro aspetto ma anche dalle sacche piene di cui avevano caricato i cavalli . Con quelle in spalla seguirono il capo, un uomo grande e grosso che, apertosi un passaggio tra i rovi e giunto davanti alla parete rocciosa pronunciò le parole: “Apriti, Sesamo!”
Oh, meraviglia! La roccia si aprì e attraverso il varco i predoni entrarono uno alla volta, per ultimo il capo, alle cui spalle l’apertura si richiuse. Essi rimasero a lungo nella caverna e, quando la roccia tornò ad aprirsi, Alì Babà contò i predoni che gli passavano davanti: erano quaranta con il capitano. Questi disse: “Chiuditi, Sesamo!”: l’apertura scomparve e la superficie della roccia tornò liscia e compatta come prima. Ognuno dei predoni balzò in groppa al proprio cavallo, rimettendo alla sella le sacche, che adesso erano vuote; quindi ripartirono nella direzione da cui erano giunti, sollevando una nuvola di polvere.
2 Trascrivi la parte evidenziata della fiaba, sostituendo ognuna delle espressioni in rosso con una di quelle elencate qui.
degli averi • destrieri • rigonfie • viandanti • comprendeva • varco
3 Sottolinea nel testo almeno tre parole che facciano parte del “campo” del cavalcare.
4 Completa le seguenti frasi che riguardano il testo della fiaba.
1. All’inizio il capo dei predoni dice: “Apriti, Sesamo!”; dopo dice il contrario, cioè: “................................................, Sesamo!”.
2. Prima di entrare nella caverna le sacche dei predoni erano ; all’uscita dalla caverna le sacche erano .
3. All’inizio l’arrivo dei predoni viene annunciato da un ; quando ripartono essi sollevano
UNO, DUE, TRE: LA STORIA C’È!
In ogni testo, breve o lungo che sia, in cui si racconta qualcosa (di vero o di inventato), ci sono un inizio, uno sviluppo, una fine o conclusione
1 Leggi la favola e colora le strisce laterali corrispondenti alle sequenze: in verde l’inizio, in arancione lo sviluppo, in rosso la conclusione.
Il contadino Pietro rimase molto meravigliato quando gli nacque un bambino con i capelli verdi. Le donne che venivano a vedere il bambino dicevano: “Sembra che abbia in testa l’insalata”. Così il bambino fu chiamato Paolino Insalata.
Quando il bambino ebbe due anni andò nei prati insieme al nonno a pascolare una capretta. Ed ecco che, ad un tratto, la capretta gli si avvicinò, e sotto gli occhi del nonno gli brucò via in quattro e quattr’otto tutti i capelli, lasciandogli la testa rasa come un prato appena falciato. Così si poté capire che i capelli verdi di Paolino non erano capelli verdi ma erba, una bella erbetta fresca e soffice. A primavera, tra il verde, proprio in mezzo alla testa, gli apparvero le margherite. Col passare degli anni cominciò a crescere, in mezzo all’erba, una pianticina: si scoprì che era una quercia, e che diventava sempre più robusta e forte con l’invecchiare di Paolino.
Quando Paolino ebbe ottant’anni, la quercia era diventata tanto grande che gli uccelli vi facevano il nido e i bambini vi si arrampicavano a giocare tra i rami. Quando morì, Paolino fu sepolto in piedi, di modo che la pianta potesse continuare a vivere e a crescere all’aria aperta. Tutt’intorno ci hanno messo una panchina verniciata di verde, le donne vi si siedono a far la calza, i contadini a fumare la pipa. Prima di andare a dormire salutano il loro amico: “Buona notte, Paolino, eri proprio un bravo ragazzo”.
• Chi? = vengono introdotti alcuni personaggi;
• Dove? = viene descritta l’ambientazione;
• Che cosa? = si narra la situazione iniziale
INIZIO SVILUPPO
• Che cosa? = un personaggio affronta una situazione (un pericolo, una sfida, il cambiare delle circostanze)
CONCLUSIONE
• Che cosa? = a causa di quello che è avvenuto, si registra un cambiamento
DALLE IMMAGINI AL TESTO
Osserva le vignette e prova a immaginare la storia che raccontano. Poi leggi le sequenze nella pagina accanto e mettile in ordine, numerando da 1 a 4.
Il signor Guglielmo abita nei boschi e ha molta paura dei ladri.
Il signor Guglielmo non è ricco, ma i ladri come fanno a saperlo? Pensa e ripensa, il signor Guglielmo ha deciso di scrivere questo cartello e di metterlo sulla porta: “Si pregano i ladri di suonare il campanello. Essi saranno lasciati entrare liberamente e potranno vedere con i loro occhi che qui non c’è proprio niente da rubare. (Di notte suonate a lungo perché ho il sonno molto duro.) Firmato: il signor Guglielmo”.
Adesso i ladri vengono spesso a trovarlo. Ce ne sono di tutte le qualità, alti e piccoli, magri e grassi. Quando vede che i ladri sono poveri, il signor Guglielmo regala loro qualche cosa: un pezzo di sapone, una lametta per fare la barba, un po’ di pane e formaggio. I ladri sono sempre gentili con lui e prima di andarsene gli fanno un inchino.
Una notte si sente il campanello suonare. Il signor Guglielmo corre a vedere chi è. “Siamo i ladri!” sente gridare. “Vengo subito!” dice il signor Guglielmo. Corre ad aprire la porta in pigiama, i ladri entrano con la barba finta e la maschera sugli occhi.
Il signor Guglielmo fa loro visitare tutta la casa e i ladri possono vedere che non c’è proprio niente da rubare, neanche un gioiellino grosso come un grano di riso. Brontolano un po’ e poi se ne vanno. “Benedetto quel cartello!” pensa il signor Guglielmo.
I CONNETTIVI LOGICI NELLE FRASI
1 Collega le frasi delle due colonne facendo attenzione al nesso di causa-effetto.
Questa pittrice realizza dei paesaggi stupendi.
Mamma sceglierà un romanzo che non ha mai letto.
Oggi è una ricorrenza speciale. Tornerò a casa bagnato come un pulcino.
Piove tantissimo.
In biblioteca sono arrivati libri nuovi.
2 Ora riscrivi le frasi che ottenuto:
RICORDA!
Un collezionista ha comprato tutta la serie.
Lello ha scelto di indossare il suo maglione più bello.
• puoi scegliere se scrivere prima le frasi della colonna destra o quelle della colonna sinistra.
• per collegare le frasi puoi scegliere tra questi connettivi logici: perciò, perché, quindi, siccome;
• l’uso della virgola può esserti utile.
I CONNETTIVI LOGICI NEL TESTO
1 Leggi il testo e inserisci al posto giusto le parole elencate. infatti • poiché • Eppure • infine • perché • perciò
Molte persone temono i serpenti sono considerati animali fatali. , anche i serpenti sono prede: ........................................, vengono uccisi e mangiati da pesci, rapaci e mammiferi. I serpenti
hanno sviluppato differenti modi per difendersi.
Alcuni cercano di spaventare i loro nemici sibilando o dimenandosi, altri stanno perfettamente immobili
molti predatori captano solo i movimenti degli animali.
Ci sono ........................................ serpenti che contano sulla velocità
per scappare verso la tana o su un albero.
Enciclopedia dei ragazzi: Animali, De Agostini
2 Ora leggi le frasi e, facendo attenzione al connettivo adoperato, scegli la conclusione migliore.
• Fortunatamente è venuto l’idraulico perché...
funzionava tutto benissimo.
avevamo la casa allagata.
• Tirava un vento molto forte infatti...
sono volati via gli ombrelloni.
siamo scesi in spiaggia a giocare.
• Stamattina ho dimenticato la merenda perciò...
la maestra ha spiegato le tabelline.
Bruna mi ha dato metà della sua.
I MIEI PRIMI RIASSUNTI:
INIZIO • SVILUPPO • CONCLUSIONE
Leggi il testo realistico e colora le strisce laterali corrispondenti alle sequenze: conclusione
Un bel giorno (erano passati esattamente nove anni dal nostro primo incontro nel giardino di Folco Portinari, me lo ricordo benissimo), passeggiavo tranquillamente per le vie di Firenze quando vidi sfilare davanti a me una ragazza meravigliosa: camminava in mezzo ad altre donne, tutta vestita di bianco, splendente e luminosa come un angelo.
Si voltò verso di me, mi guardò con due occhi celestiali e mi salutò con un sorriso. In quel momento mi sembrò di volare: rimasi lì a bocca aperta senza riuscire a battere ciglio. Era proprio Beatrice, bella come non l’avevo mai vista. Da quel momento non seppi fare altro che pensare a lei, giorno e notte. Purtroppo dopo quell’incontro non la rividi più, anzi, dopo qualche tempo venni a sapere della sua morte.
“Dante, che farai ora?”, mi dicevano tutti i miei amici.
“Beatrice non è morta!”, risposi deciso.
“Beatrice è un angelo, e come tutti gli angeli è tornata in cielo dove risplende in mezzo alle altre stelle.
E io voglio fare qualcosa di speciale per lei: le dedicherò una poesia bellissima, anzi, non una poesia! Un poema, il più bello che sia mai stato scritto”.
La Divina Commedia per bambini
inizio, sviluppo, . , Hachette
2 Per ognuna delle tre sequenze, illustra una scena e scrivi una breve didascalia per descrivere che cosa accade.
3 Usando le tue didascalie e collegandole tra loro, scrivi sul quaderno un testo: otterrai così un riassunto del testo letto.
I MIEI PRIMI RIASSUNTI:
SEQUENZE E INFORMAZIONI
1 Leggi il seguente testo informativo e colora le strisce laterali corrispondenti alle sequenze: inizio, sviluppo, conclusione.
In origine, i lemuri vivevano in Africa , in Europa e nel Nord America , ma poco a poco si estinsero perché dovevano competere con scimmie più evolute.
I lemuri, infatti, sono primati insoliti. Hanno facce spettrali e di notte gridano in modo minaccioso: perciò il loro nome deriva da una parola latina che significa “fantasma”. Negli ultimi 50 milioni di anni i lemuri sono sopravvissuti solo nell’isola africana del Madagascar e ne esistono un centinaio di specie, dai più piccoli che misurano circa sei centimetri ai più grandi che superano il mezzo metro. Molti di essi vivono nelle foreste umide del Madagascar orientale, dove mangiano frutta, foglie, insetti e piccoli animali come i gechi.
Oggi tutti i lemuri sono in pericolo, perché via via il loro habitat forestale viene distrutto dall’uomo.
Enciclopedia dei ragazzi: Animali, De Agostini.
2 Ora evidenzia nel testo le risposte alle domande e trascrivile come nell’esempio.
INIZIO
Dove vivevano originariamente i lemuri?
I £lemuri £in £origine vivevano £in
SVILUPPO
Qual è il motivo del loro nome?
S£i £chiamano £così £perché
Dove vivono oggi? Da quanto tempo?
Che cosa mangiano?
I £lemuri mangiano
CONCLUSIONE
Che cosa succede oggi?
RICORDA! Per fare un buon riassunto è utile:
• leggere tutto il testo molto attentamente;
• dividere il testo in sequenze;
• scegliere le informazioni più importanti che rispondono alle nostre domande.
I MIEI PRIMI RIASSUNTI: ILLUSTRAZIONI E DIDASCALIE
1 Leggi la fiaba, dividi e colora le strisce laterali corrispondenti alle sequenze: inizio, sviluppo, conclusione.
Un tempo gli uomini e gli animali parlavano la stessa lingua e vivevano in perfetta armonia. Regnava allora sulle rive del fiume Saloum, in Senegal, un potente re, il quale aveva una figlia bellissima, e molti avrebbero voluto sposarla.
Al re venne allora quest’idea: avrebbe sottoposto i pretendenti a una prova. Al centro del regno, infatti, sorgeva un baobab millenario, talmente grande che quindici uomini potevano a stento abbracciarlo.
Il re fece convocare tutti gli uomini e gli animali del regno. Accorsero giovani di nobile casta; il leone Gaiende, signore delle savane; Bonate, la tartaruga, che ci aveva messo un mese ad arrivare; Mur Mak la termite e Leuk il leprotto. “Avrà in sposa la principessa”, esordì il re, “colui che con la sua freccia trapasserà il tronco di questo baobab”.
Tra uomini e animali si sparse un brusio di delusione: come poteva essere possibile?
Il leprotto Leuk, però, ebbe un’idea. Disse alla termite Mur Mak: “Sappi che io sposerò la figlia del re e tu sarai il mio primo consigliere”.
Secondo il piano di Leuk, la grande famiglia di termiti di Mur Mak avrebbe scavato, nel tronco del baobab, una galleria grande abbastanza per farvi penetrare la freccia, ma senza intaccare la corteccia. Leuk incise un segno nel tronco nel punto in cui iniziava la galleria.
Il giorno della gara, Leuk, senza badare agli scherni di uomini e animali, tese l’arco, mirò al segno fatto nella corteccia, e la sua freccia attraversò con facilità il tronco del baobab. “Mai ti avrei creduto un arciere tanto abile!”, concluse il re: “ti dò mia figlia in sposa e ti nomino capo dell’esercito”.
2 Illustra una scena per l’inizio, tre scene per lo sviluppo e una scena per la conclusione. Aggiungi una didascalia per spiegare che cosa accade.
3 Usando le tue didascalie e collegandole tra loro, scrivi sul quaderno un testo: otterrai così un riassunto della fiaba letta.
IL TESTO DESCRITTIVO:
COME SI DESCRIVE UN ANIMALE DI FANTASIA
Olga è una ragazzina appassionata di scienze che, un bel giorno, trova nel suo giardino un animale alieno…
“Ehi, ciao. Io sono Olga. Quello che stai per leggere è il mio
Quaderno delle Osservazioni.
Mi piace osservare le cose. Di tutti i tipi. Se sei particolare, o un po’ strano, o assomigli a una tartaruga, io ti guardo e prendo appunti.
Ora ti racconto di un animale misterioso che ho trovato un giorno nel capanno del mio giardino, e che per ora ho soprannominato LA COSA " .
Il corpo della cosa:
rosa con qualche pezzetto di immondizia morbide, adorabili, all’insù.
lunga, sottile e senza peli. Come quella dei ratti
tipo un porcellino di sardine (andate a male) degli stecchini
Odore: MEH!
Olga e la creatura senza nome, Terre di mezzo
1 Leggi la descrizione che ha scritto Olga e poi rielaborala seguendo l’esempio.
L’animale misterioso ha la pelliccia .
Le sue orecchie sono morbide, .
La sua coda è
In quanto alla taglia, è simile .
Le zampe assomigliano a .
Il suo odore è simile a quello
Infine, come verso fa “ ”.
2 Ora tocca a te: immagina di incontrare un animale misterioso, illustralo e scrivi un elenco delle sue caratteristiche come quello scritto da Olga.
• Pelliccia:
• Orecchie:
• Coda: .................................................................................................
• Taglia:
• Zampe:
• Odore: ...............................................................................................
• Verso:
3 Rielabora in un testo le caratteristiche dell’animale che hai disegnato.
Ricorda di inserire: dati sensoriali, aggettivi, paragoni ecc.
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IL TESTO DESCRITTIVO:
COME SI DESCRIVE UN AMBIENTE
1 Leggi la descrizione di questo luogo di fantasia; poi usa gli stessi riferimenti per descrivere la tua città, il tuo quartiere o un luogo di fantasia.
Pietra Alata è un regno tanto piccolo che basta roteare un dito per indicarne i confini. Se vi capita di visitarlo, una volta raggiunto il grande fico al centro del paese non faticherete a orientarvi.
A nord , sorge il palazzo reale; a est le tre case dei sudditi, il pozzo e i recinti con gli animali; a ovest la stalla e il granaio; a sud la porta d’accesso, l’unica fenditura nelle mura che circondano la città, la bianca e possente meraviglia che protegge i pacifici abitanti di Pietra Alata e il loro pacifico sovrano.
2 Immagina di dover descrivere un ambiente interno, per esempio una stanza. Segui questo esempio tratto da Pinocchio e descrivi la tua cameretta, la tua stanza preferita o una stanza di fantasia, poi illustra.
La casa di Geppetto era una stanzina al pian terreno, che prendeva luce da un sottoscala. La mobilia non poteva essere più semplice: una seggiola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. Nella parete di fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso; ma il fuoco era dipinto, e accanto al fuoco c’era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo, che pareva fumo davvero.
SO SCRIVERE ANCH’IO… UN TESTO REALISTICO
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione giusta.
• Uno, due, tre: la storia c’è! Prima di cominciare a scrivere, decidi qual è la situazione dell’inizio, che cosa succede poi nello sviluppo e qual è infine la conclusione
• Fatti veri o credibili. Il racconto realistico è un testo narrativo che narra fatti realmente accaduti o che potrebbero accadere nella realtà.
Racconterò di quella volta in cui piovvero cioccolatini.
Racconterò di quella volta in cui piovve per un giorno intero.
• Personaggi veri o credibili. I personaggi del racconto realistico sono simili alle persone e agli animali che incontriamo nella realtà. Il personaggio principale è il o la protagonista; gli altri si chiamano personaggi secondari.
R acconterò di un drago che fa giochi di prestigio.
Racconterò di come da piccolo ho salvato un cucciolo.
• Luoghi veri o credibili. I luoghi in cui si svolge il racconto realistico sono quelli che esistono nella realtà.
• Tempo vero o credibile. Il tempo in cui si svolge un racconto realistico è il tempo della realtà, che può svilupparsi in ore, giorni, mesi, anni. Può essere un tempo del passato o il tempo presente. Perciò i verbi sono espressi al modo indicativo e al tempo presente o a un tempo passato.
2 Scrivi il tuo testo realistico, diviso nelle tre sequenze. Puoi scegliere tra:
a) l’episodio più divertente che mi sia mai capitato;
b) la gita più bella che ho fatto;
c) ho provato quel nuovo gioco e…
INIZIO SVILUPPO
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UN TESTO FANTASTICO
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione giusta.
• Uno, due, tre: la storia c’è! Prima di cominciare a scrivere, decidi qual è la situazione dell’inizio, che cosa succede poi nello sviluppo e qual è infine la conclusione.
• Fatti immaginari. Il racconto fantastico è qualunque testo narrativo (fiaba, favola, mito, leggenda…) che narra fatti che non potrebbero accadere nella realtà.
Racconterò della mia amica aliena Nu-B8.
Racconterò della mia partecipazione al coro natalizio.
• Personaggi immaginari. I personaggi del racconto fantastico possono essere simili alle persone e agli animali che incontriamo nella realtà oppure possono essere dotati di poteri speciali, o ancora possono essere personaggi del tutto immaginari. Il personaggio principale è il o la protagonista; gli altri si chiamano personaggi secondari.
Racconterò le avventure dell’Uomo Invisibile.
Illustrerò la ricetta della torta di mele di mia nonna.
• Luoghi immaginari. I luoghi in cui si svolge il racconto fantastico sono simili a quelli che esistono nella realtà oppure possono essere del tutto inventati.
• Tempo indefinito. l tempo in cui si svolge un racconto fantastico è un tempo imprecisato del passato o del presente. Perciò i verbi sono espressi al modo indicativo e al tempo presente o in un tempo passato.
2 Scrivi il tuo testo fantastico, diviso nelle tre sequenze. Puoi scegliere tra:
a) la vera storia di come scomparsi i dinosauri (vera… per modo di dire);
b) il fantasma Gregorio cerca un amico;
c) la strega Saturnia e la torre di torrone.
INIZIO SVILUPPO
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UN TESTO REGOLATIVO
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione sbagliata.
• Titolo. Deve indicare in maniera chiara e sintetica qual è l’argomento o lo scopo del testo.
Ricetta degli spiedini di polpette
Realizziamo una bambola di pezza
La favola di Pollicino
Gioco dell’oca: istruzioni
• Sequenze precise. Il testo regolativo fornisce istruzioni per seguire un procedimento con lo scopo di ottenere un risulato: perciò questo tipo di testo è diviso in sequenze, che possono essere numerate. Può essere preceduto da un elenco di oggetti, strumenti o ingredienti necessari.
Ingredienti per 6 persone
Elenco dei giocattoli presenti nella mia camera
Elenco del materiale necessario.
• Linguaggio preciso. È importante che le parole usate siano precise, che le frasi siano chiare e che il lessico sia adeguato all’argomento.
• Immagini. Spesso il testo regolativo è accompagnato da immagini (fotografie o disegni) che rendono più chiari i passaggi.
Ogni immagine è riferita a una determinata sequenza del procedimento.
2 Scrivi il tuo testo regolativo, diviso in sequenze numerate e con le rispettive illustrazioni. Puoi scegliere tra:
a) la ricetta del mio piatto preferito;
b) le regole del mio gioco da tavolo preferito;
c) istruzioni per realizzare a mano…
INIZIO SVILUPPO
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UN TESTO INFORMATIVO
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione giusta.
• Uno o più titoli. Il testo informativo fornisce informazioni, dati e spiegazioni su un determinato argomento: fatti del passato, luoghi interessanti, caratteristiche degli animali, fenomeni naturali… il titolo espone chiaramente il contenuto. Se è suddiviso in paragrafi, ognuno di essi può avere un titolo.
Ricetta della torta all’ananas
I grandi mammiferi marini
Soccer 2023: istruzioni
• Organizzazione. Poiché fornisce informazioni, queste vanno date in ordine e con gradualità. Per questo motivo può essere utile la suddivisione in paragrafi: ogni paragrafo tratta una parte determinata dell’argomento.
• Linguaggio preciso. Si usa il lessico specifico di un determinato settore.
• Immagini. Spesso il testo informativo è accompagnato da immagini (fotografie o disegni) che rendono più chiare le informazioni o le approfondiscono. Le immagini spesso hanno una didascalia , cioè una breve frase che ne illustra il contenuto.
2 Scrivi il tuo testo informativo, diviso in paragrafi e con le rispettive illustrazioni. Puoi scegliere tra:
a) storia della mia città, dalla fondazione a oggi;
b) il parco naturale di... e le sue attrazioni;
c) il ciclo dell’acqua.
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UNA FIABA
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione giusta.
• Uno, due, tre: la storia c’è! Prima di cominciare a scrivere, decidi qual è la situazione dell’inizio, che cosa succede poi nello sviluppo e qual è infine la conclusione
• Fatti immaginari. La fiaba è un racconto fantastico che narra fatti magici e straordinari, che non potrebbero mai avvenire nella realtà.
Racconterò di quando ho mangiato di nascosto tutti gli orsetti gommosi. Racconterò di Aladino e del suo tappeto volante.
• Personaggi immaginari. Alcuni personaggi della fiaba possono essere simili alle persone reali, altri sono dotati di poteri speciali, o ancora possono essere personaggi del tutto immaginari.
Maghi e streghe, animali fantastici, orchi, elfi, gnomi, draghi, grifoni… Dentisti, ragionieri, commercianti, impiegate, dottoresse…
• Ruoli precisi. Ma non basta che i personaggi siano fantastici: essi sono chiamati a ricoprire ruoli ben determinati. Il protagonista ha di solito le qualità della bontà e del coraggio; l’antagonista si oppone al protagonista e lo ostacola; l’aiutante interviene in favore del protagonista, spesso con un potere o un oggetto magico.
• Luoghi immaginari. I luoghi in cui si svolge la fiaba possono essere simili a quelli reali (come un bosco) oppure possono essere del tutto inventati (come una città fantastica o un castello incantato).
• Tempo indefinito. Il tempo in cui si svolge la fiaba è un tempo imprecisato del passato. Perciò i verbi sono espressi in un tempo passato del modo indicativo.
2 a Scrivi la tua fiaba. Puoi scegliere tra:
a) la principessa Patty e i pattini magici;
b) orco Cisposo non riesce a smettere di piangere;
c) la neve ha sepolto il villaggio degli elfi e ora…
2 b Aggiungi alla tua fiaba almeno una sequenza descrittiva (di un ambiente, di un personaggio o di un animale fantastico).
INIZIO SVILUPPO
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UNA FAVOLA
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione giusta.
• Uno, due, tre: la storia c’è! Prima di cominciare a scrivere, decidi qual è la situazione dell’inizio, che cosa succede poi nello sviluppo e qual è infine la conclusione
• Fatti immaginari. La favola è il genere più antico di racconto fantastico e narra principalmente le avventure di animali parlanti.
Racconterò della volpe chiacchierona e del corvo capriccioso.
Racconterò di come gli orsi vadano in letargo.
• Personaggi immaginari (ma non troppo). I personaggi della favola sono per la gran parte animali parlanti, che però rispecchiano vizi e virtù degli esseri umani, come l’ingordigia, l’ingenuità, la vanità… Compaiono anche personaggi umani, come contadini, pastori, artigiani; nelle favole antiche spesso compaiono anche gli dèi.
• Morale della favola. Tramite questi personaggi e fatti che accadono, la favola vuole trasmettere un insegnamento.
• Luoghi realistici. I luoghi in cui si svolge la favola sono simili a quelli reali: il bosco, la fattoria, il fiume, la campagna…
• Tempo indefinito. Il tempo in cui si svolge la favola è un tempo imprecisato del passato. Perciò i verbi sono espressi in un tempo passato del modo indicativo.
2 Scrivi la tua favola e ricorda di aggiungere la morale finale. Puoi scegliere tra:
a) il leone che fingeva di essere un medico;
b) il corvo che desiderava tingersi le piume;
c) il lupo che inganna il pastore.
INIZIO
SVILUPPO
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UN MITO
1 Leggi le indicazioni fornite e segna l’opzione giusta.
• Uno, due, tre: la storia c’è! Prima di cominciare a scrivere, decidi qual è la situazione dell’inizio, che cosa succede poi nello sviluppo e qual è infine la conclusione
• Fatti immaginari. Il mito è un racconto fantastico il cui scopo è spiegare l’origine di alcuni fenomeni naturali, il modo in cui sia nato l’universo o la ragione di una tradizione. Questi vengono spiegati tramite le imprese soprannaturali di dèi ed eroi.
Spiegherò perché il venerdì si mangia pesce.
Spiegherò perché Romolo e Remo furono allevati da una lupa.
• Personaggi immaginari. I personaggi del mito sono eroi dotati di grandi capacità come la forza straordinaria, il valore, il coraggio, l’intelligenza; oppure sono dèi, dotati di poteri soprannaturali in grado di influenzare la vita degli umani o il corso della natura; oppure ancora sono gli stessi elementi della natura che si comportano come personaggi.
• Luoghi realistici. I luoghi in cui si svolge la favola sono quelli della realtà oppure luoghi generici della Terra o dell’universo.
• Tempo indefinito. Il tempo in cui si svolge il mito è un tempo imprecisato del passato che risale a epoche lontanissime.
2 Scrivi il tuo mito. Puoi scegliere tra:
a) uno dei miti che riguardano la mia divinità preferita;
b) uno dei miti che riguardano la fondazione di una città;
c) uno dei miti che spiegano la nascita di un elemento della natura: un fiore, una montagna, un vulcano…
INIZIO SVILUPPO
CONCLUSIONE
SO SCRIVERE ANCH’IO… UN TESTO POETICO
Crea il tuo testo poetico (o filastrocca) inserendo questi elementi:
• divisione in strofe;
• rime;
• metafore e similitudini;
• onomatopee.
• Contenuto: scegli se vuoi ispirarti a un pensiero, a un sentimento, a una piccola storia semplice che pensi possa trasmettere un significato.
CLASSE 3 a
• Letture
• Riflessione linguistica
• Scienze • Matematica • Ed. civica
• Storia • Geografia • Ed. civica
ISBN 978-88-468-4373-9
• LIBRO DIGITALE: volumi sfogliabili, esercizi interattivi, audiolibri, tracce audio, libro liquido, video animati delle storie, video per la corretta grafia e percorsi semplificati stampabili (www.gruppoeli.it/libridigitali).
• KIT DOCENTE: guida alla programmazione, guida alla valutazione, percorsi semplificati, alfabetiere e poster. Risorse didattiche online (www.gruppoeli.it/altuofianco).
CONFIGURAZIONI CLASSE 1 a
A) stampato maiuscolo
• Quaderno dell’accoglienza
• Metodo stampato maiuscolo
• Quaderno per il passaggio dallo stampato al corsivo
• Letture
• Matematica A
• Storia • Geografia • Scienze • Ed. civica
B) quattro caratteri
• Quaderno dell’accoglienza
• Metodo quattro caratteri
• Quaderno di scrittura nei 4 caratteri
• Letture
• Matematica B
• Storia • Geografia • Scienze • Ed. civica
CLASSE 2 a
• Letture
• Riflessione linguistica
• Matematica
• Storia • Geografia • Scienze • Ed. civica
633/1972fuoricampoIVA(Art.2,c.3,I.d,DPR eArt.4,n.6,DPR627/1978)