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LE SEQUENZE DESCRITTIVE Nel rias sunto delle vicende di un racconto non sono neces s arie le s eq uenze descrittive: descrittive devi dunq ue tralasciarle nella suddivisione del racconto in s eq uenze.
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SIGFRIDO E IL DRAGO Sigfrido e il fabbro Regin giunsero nella Landa di Gnita. Ai loro occhi si presentò uno spettacolo sconfortante: La landa era una terra cupa e desolata dove si scorgevano solo rocce, sassi e un terreno arido e polveroso. Sigfrido e Regin capirono che il drago Fafnir era vicino; si nascosero dietro un masso e non dovettero attendere molto. Accompagnato da un boato di tempesta e da violenti sommovimenti del suolo, dal cuore della terra emerse il mostro. Era una creatura gigantesca e davvero ripugnante! Il lungo corpo di serpe si avvolgeva e dipanava in spire incessanti; due enormi ali palmate incapaci di qualunque volo gli appesantivano i fianchi e tozze zampe artigliate tentavano inutilmente di sostenerlo. Il capo era quanto di più mostruoso fosse dato vedere: piccolo rispetto alla montagna del corpo, con fauci schizzanti veleno tra file e file di denti acuminati e narici vomitanti fuoco, aveva terrificanti occhi piccoli piccoli e senza palpebre. Con il fiato sospeso Sigfrido e Regin seguirono con gli occhi quel mostro. Egli si diresse fino alla sorgente dove, tra minacciose nuvole di vapore, si abbeverò e alla fine scompar ve nella sua tana. I due si scambiarono un’o cchiata prima di uscire dal loro riparo: Regin aveva il volto pallido, terrorizzato dalla paura. Sigfrido si mise subito all’o pera: lungo il percorso che portava alla sorgente scavò una fossa.
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