giugno 2021
Il cane nella poesia
Gabriele D’Annunzio con i suoi Levrieri
Un soffio d’amore tra le rime Una breve carrellata nell’universo dei poeti alla scoperta d’un amico comune
Lo scrittore cileno Pablo Neruda con il suo cane Chu Tzu un Chow Chow che lo accompagnò nel suo ultimo soggiorno sull’Isla Negra, era il 1973
“Ho gettato il verso nobile ai cani neri della prosa” Victor Hugo
Il cane! Lo guardi e t’accorgi, d’improvviso, che il suo silenzio è bello da ascoltare. I suoi occhi svelano segreti che solo gli amanti osano confidarsi. A poco a poco, un po’ per volta come percorressero labili sentieri in bilico fra speranze e ricordi. Perché l’affetto è vestito di sensazioni lievi come le prime luci di nuovi giorni. Per questo ha trovato, ha e continuerà ad avere fra i suoi apostoli i poeti più significativi perché, come ebbe ad affermare Joyce poeta e drammaturgo irlandese, “la poesia non cerca seguaci, cerca amanti” Ed il cane in ogni tempo ha ispirato e continua a far scintillare i colori più belli in parole e versi destinati a non subire il declino della memoria. Per questo fu ed è amato dai poeti a cui la sua amicizia è cara perché vestita da silenzi. Il cane nella poesia diventa l’ombra lunga dei sentimenti buoni. Racconta vicende d’amore o di affetto, suscita pensieri devoti e dà voce ai rimpianti. Dice anche di vicende legate ad usuale quotidianità elevandole a significato per tutti. E dimostra quanto sia vera l’affermazione di Ralph Waldo Emnerson (1803-1882) “solo la poesia ispira la poesia”. Una convinzione che significa anche, ingrandita alla lente del cinofilo, che ben pochi altri animali riescono quanto il cane a far scintillare i colori più belli dell’anima. Leggi… ed il pensiero si perde nel ritmo e si smarrisce nella magia delle parole a conferma di quanto ebbe a dire il grande Francesco De Santis (1817-1883) “La poesia è la ragione messa in musica”. Proprio perché è l’arte di far
Dino Buzzati con i suoi Boxer
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