FASHION N 5 2021

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INNOVAZIONE TECNOLOGIE DI FRONTIERA

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L’INIZIO DI UNA RIVOLUZIONE VIA WEB Dalle criptovalute alla tracciabilità Parlano gli addetti ai lavori

Blockchain: un passo quasi naturale per i marchi technology driven La moda deve affrontare nuove sfide in materia di comunicazione dell’autenticità, approvvigionamento responsabile e sostenibilità. Per chi cerca un formato digitale sicuro c’è la tecnologia della “catena di blocchi” da valutare, che offre anche nuovi spunti per il marketing. Finora il suo habitat è stato quello delle criptovalute, ma può spaziare - garantiscono gli esperti - arrivando persino al metaverso DI ELISABETTA FABBRI

Il livello di conoscenza della blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) fra i top manager è ancora scarso, come attesta un recente sondaggio presentato dalla società di consulenza EY, in collaborazione con gli esperti di comunicazione di Quiibee (vedi box a pag. 44). Siamo solo agli inizi di quella che alcuni definiscono una rivoluzione digitale, nata dal mondo delle criptovalute: il primo “blocco” pare, infatti, che sia connesso al varo di una delle più note, il Bitcoin, nel 2009. La moda - abituata com’è a cavalcare le novità - si sta muovendo in questo campo da almeno un triennio, con progetti che riguardano soprattutto la tracciabilità, l’autenticità del prodotto e gli Nft-Non fungible token (“certificati di prorietà di beni non fungibili”, vedi anche a pag. 47), considerati sempre di più un nuovo modo di promuovere il brand, specie in connessione con il mondo dell’arte e del collezionismo. Ma c’è molto altro e gli esperti di trasformazione digitale sperano che in breve il settore arrivi a una comprensione migliore delle potenzialità di questo digital enabler e a un’adozione più diffusa. 42

Con il termine blockchain si intende un registro di dati digitale e, in particolare, un database distribuito tra i vari partecipanti che costituiscono la rete informatica. I dati non sono conservati né sottoposti a un ente centrale, risultando quindi meno vulnerabili ad attacchi degli hacker, ma

La moda si sta muovendo con progetti legati alla tracciabilità, all’autenticità e agli Nft anche al potere o alla discrezionalità dello stesso ente: l’idea alla base è quella di creare fiducia attraverso la disintermediazione. Mancando l’autorità centralizzata che verifica l’autenticità dei dati, la validazione è affidata a un meccanismo di consenso distribuito su tutti i nodi della rete (qualsiasi dispositivo hardware del sistema, in grado di comunicare con gli altri dispositivi), autorizzati a partecipare al processo di validazione di ciò che deve essere incluso nel registro digitale. Senza il consenso

della rete i dati non possono nemmeno essere modificati. Ogni elemento del registro è tracciabile, con la possibilità di risalire alla sua provenienza. Raggruppati in blocchi e concatenati in ordine cronologico, i dati sono al riparo da eventuali violazioni e manipolazioni, grazie a un sistema di crittografia. Queste infrastrutture si dividono principalmente i due categorie. Nelle blockchain permissionless (o pubbliche) chiunque può diventare un nodo della rete, leggere e scrivere i dati e partecipare al processo di validazione. Quelle permissioned (o private), al contrario, sono caratterizzate da un accesso alla rete limitato ad alcuni partecipanti autorizzati e da un processo di validazione in capo a un gruppo ristretto di attori. In genere sono più performanti delle pubbliche, in termini di calcolo, ma perdono in decentralizzazione. Esistono poi versioni ibride, che permettono a chiunque di partecipare alla rete, ma solo alcuni si occupano della validazione. Facebook, oggi ridenominata Meta, aveva incuriosito la moda nel 2019 con l’annuncio del progetto Libra, che identificava una criptovaluta basata sulla tecnologia


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