FASHION N 8 2020

Page 53

INTERVISTA Gilles Lasbordes Première Vision

WORK IN PROGRESS PER IL SALONE PARIGINO

«Il futuro non può che essere ibrido» MILANO UNICA

SCENARI DA MILANO ALL'EUROPA

Strategie d'emergenza in ottica wait and see Manovre in ottovolante per gli eventi tessili tra fine novembre e l'inizio di un anno che parte in salita Dicembre andrà come andrà, ossia senza fiere fisiche. Il primo settore a risentirne sarà il tessile, già in subbuglio da novembre. Infatti il 24 e 25 del mese avrebbe dovuto svolgersi a Berlino Denim Première Vision, ma l'impennata dei contagi ha costretto gli organizzatori a cambiare programma: dal 30 novembre al 4 dicembre debutterà il format online della Digital Denim Week, che sfrutterà la piattaforma Première Vision Marketplace. Salta anche View Premium Selection, inizialmente fissato per l'1 e 2 dicembre a Monaco di Baviera. «Una decisione difficile commenta Sebastian Klinder, managing director di Munich Fabric Start, cui fa capo la rassegna - ma non ci sono alternative». Klinder non si dà per vinto su gennaio, quando la seconda edizione dei Fabric Days, format "snello" che sostituisce Munich Fabric Start, dovrebbe svolgersi dal 26 al 28 del mese con circa 400 espositori. Per febbraio si naviga a vista: Milano Unica prende tempo, Première Vision annuncia scelte "ibride" e da Texworld, altro big show parigino, il marketing department director Julien Schmoll dice: «Faremo di tutto per mantenere i nostri due eventi nel 2021. Abbiamo comunque lanciato una piattaforma digitale per permettere alle aziende di mostrare i propri prodotti ed essere contattate dai buyer durante l'anno. Non si tratta però di un digital show o di un sostitutivo della fiera fisica: allo stato attuale è uno strumento di supporto al di fuori delle date del salone e utile a preparare le rassegne in presenza, i cui risultati e sviluppi si vedranno più in là». (a.b.)

Il general manager della rassegna francese traccia un bilancio dell’edizione digitale di settembre, con una certezza: qualunque cosa accada, non si tornerà più a format fieristici "unidirezionali" A settembre Première Vision ha adottato un'impostazione 100% digitale: qual è il bilancio e come evolverà la piattaforma online? Abbiamo fatto da cassa di risonanza per 1.675 espositori da 43 Paesi, in rappresentanza di otto settori (filati, fibre, tessuti, concia, accessori, componenti, studi creativi, manifattura) e con più di 43mila prodotti FW 21/22 disponibili, presentati a oltre 19.500 buyer da 120 nazioni. È il punto di partenza per un futuro all'insegna di un mix tra esperienze digitali ed eventi fisici, quando possibili. Questi ultimi nel nostro settore sono ancora cruciali, ma dobbiamo anche aiutare gli espositori a raggiungere una fetta più ampia di potenziali partner grazie ai tool digitali. Ecco perché stiamo lavorando allo sviluppo di ulteriori strumenti ed eventi in quest'ambito, con l’obiettivo di aumentare le interazioni tra clienti e fornitori nei periodi di fiera, ma anche lungo tutto l’anno. Come vi state preparando per febbraio 2021? Diversi scenari restano aperti. Siamo nel pieno di un work in progress ma una certezza c'è, ossia che Première Vision sarà un appuntamento ibrido, ancora una volta con il Digital Show al centro. Anche a lungo termine, affidarci a format di questo tipo diventerà un cardine delle nostre strategie. I tessuti vanno visti e toccati: come può il digitale sostituire questa esperienza? Gli espositori devono considerare gli strumenti digitali come mezzi aggiuntivi per mostrare le loro collezioni, perché si è visto che non possono sempre incontrare tutti i loro clienti a ogni stagione. Fra digitale e fisico deve esserci una complementarietà, non una contrapposizione. Detto questo, affermare che un approccio fisico è fondamentale nel nostro comparto è sfondare una porta aperta: in condizioni ottimali i tessuti e le pelli devono essere toccati e sentiti, per capire come si comporteranno in fase di confezione. Lo scorso settembre a Parigi sono state organizzate fiere tessili fisiche di piccole dimensioni: secondo lei stiamo assistendo alla fine delle grandi rassegne? La crisi sanitaria spinge ovviamente a ripensare al formato degli eventi, condizionati come siamo dal distanziamento e dai limiti ai viaggi. Ma voglio pensare che si tratti di un periodo particolare, destinato sperabilmente a non durare a lungo. Mettere ipoteche sul futuro è impossibile. (a.b.)

FABRIC DAYS

TEXWORLD

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