TEMPO PRESENTE N. 478-480 - OTTOBRE-DICEMBRE 2020 INTEGRALE

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Antigone: nata contro Patrizia Arizza

La dimensione “eroica” di Antigone è originale creazione di Sofocle. Il suo nome significa “nata contro” e contiene in sé la particella anti che esprime opposizione: prodromo, attraverso la sua ribellione, della tragedia che diventerà il simbolo della lotta contro il potere. L’Antigone di Sofocle fu rappresentata nel 442-1 a.C., a distanza di pochi anni dall’Aiace, la più antica tragedia sofoclea rimastaci. Di fatto l’Antigone riprende, ponendolo al centro dell’azione, un problema già emerso nella parte finale dell’Aiace: la liceità morale di lasciare insepolto il cadavere di un nemico ucciso. Le fonti più antiche ignorano la vicenda narrata nell’Antigone, ovvero la storia della figlia del tebano Edipo e di sua madre Giocasta (secondo la più antica tradizione, di Eurigania), sorella di Ismene, Eteocle e Polinice. Omero accenna in un luogo dell’Odissea all’incesto di Edipo con Giocasta (o meglio, seguendo la denominazione omerica, Epicasta), ma sembra dalle sue parole che non siano nati figli da queste nozze: subito dopo l’incesto, infatti, Giocasta si sarebbe uccisa ed Edipo, accecato, avrebbe continuato a regnare su Tebe. Questa parte del mito è arricchita di ulteriori particolari nei ciclici. Secondo l’Edipodia i quattro figli (Eteocle, Polinice, Ismene e Antigone) sarebbero nati dalle nuove nozze di Edipo con Eurigamia; lo

storico Ferecide, raccogliendo questa tradizione, aggiunge che Antigone e Ismene furono uccise da Tideo presso una fonte che prese da allora il nome di Ismene. L’aver fatto dei figli di Edipo il frutto colpevole dell’unione incestuosa con Giocasta sembra un’ulteriore rielaborazione della vicenda mitica, che sarà ripresa dai tragici con intensi effetti drammatici. Nell’argomento del dramma sofocleo compilato dal grammatico Sallustio si afferma che il mito di Antigone era stato trattato nei ditirambi di Ione, secondo cui le due sorelle furono bruciate nel tempio di Era da Laodamante, figlio di Eteocle. Secondo il poeta Mimnermo, invece, Ismene fu uccisa da Tideo per ordine di Era, dopo che si era unita con Teoclimeno. La tradizione generalmente accolta dai tragici riferiva che dopo l’accecamento di Edipo le due figlie seguivano il padre nel suo volontario esilio, mentre in Tebe divampava la lotta per il trono fra Eteocle e Polinice; ma la morte dei due fratelli sembrava segnare la fine della parte più importante della vicenda, e il racconto si occupava dell’ulteriore sorte di Antigone e Ismene in modo molto superficiale e vago. Un solo testo, fra quelli cronologicamente anteriori a Sofocle, introduce Antigone e Ismene a lamentare la sorte dei due fratelli uccisi in duello e accenna alla decisione presa da Antigone di violare il bando di


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