Un’americana a Roma. Sarah Margaret Fuller Scrittrice, giornalista e patriota del XIX secolo
Elena Campana
Woman in the Nineteenth Century is a book which few women in the country could have written, and no woman in the country would have published, with the exception of Miss Fuller. In the way of independence, of unmitigated radicalism, it is one of the “Curiosities of American Literature”. (E.A. Poe) Alla metà del Settecento gli uomini che parlano delle donne si interrogano sul loro ruolo nella società o forse è meglio dire che cercano una giustificazione razionale al ruolo che loro, uomini, hanno da sempre attribuito alle donne: il ruolo di “angelo del focolare”. Compito della donna è di accudire, tra le mura domestiche, il proprio marito e i propri figli che in cambio le assicurano la loro protezione. Il ruolo è senz’altro invidiabile, peccato che a loro giudizio per svolgere tale compito non sia necessario riconoscere alle donne alcun diritto civile. Segue a breve la Rivoluzione francese, si apre la fase delle Dichiarazione dei diritti, delle Carte Costituzionali in Francia e negli Stati Uniti. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 recita all’art. 1 «Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti», concetto ripreso nel successivo Atto Costituzionale del
24 giugno 1793 che all’art. 3 proclama: «Tutti gli uomini sono uguali per natura e davanti alla Legge». È del 1791 la Dichiarazione dei diritti della Donna e della Cittadina che Olympe de Gouges intendeva presentare all’Assemblea Nazionale per farla adottare. All’art. 1 recita: «La donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo». Con queste premesse è lecito aspettarsi che da lì a poco, il ruolo delle donne nella società cambi e che esse riescano a ottenere un legale riconoscimento di tale uguaglianza. Invece non è così, paradossalmente tutti i cambiamenti che si registrano nelle società sembrano non scalfire il ruolo della donna che rimane beatamente circondata dalle mura domestiche, mura la cui proprietà continua ad essere quasi sempre del padre o del marito. La donna vive in una situazione di sottomissione civile e politica che le stesse donne non riescono a riconoscere