Rivista FundsPeople Italia n. 55 ottobre 2021

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INTERVISTE GESTORE ITALIANO di Raffaela Ulgheri

Corrado Gaudenzi

RESPONSABILE LONG TERM SUSTAINABLE STRATEGIES, EURIZON

Investire nel futuro è una scelta naturale

“LA RICERCA DELL’EXTRARENDIMENTO CON FOCUS SUI TEMI SOSTENIBILI” La strategia adottata nella selezione dei titoli integra l’analisi di sostenibilità interna con analisi di natura fondamentale. Industry allocation e stock selection: le due leve che agiscono sul fondo in termini relativi.

L’

Eurizon Fund Sustainable Global Equity, è un azionario internazionale che mira a conseguire un extra-rendimento nel tempo rispetto al proprio benchmark, tramite l’investimento in società in grado di gestire al meglio l’impatto su ambiente e società, con fondamentali solidi e un valore attrattivo (misurato dal rendimento del MSCI World 100% Hedged to EUR Index). Il prodotto, che si classica come art. 8 SFDR, è stato lanciato a marzo 2017, ha rating B (Blockbuster) FundsPeople e, a oggi, gestisce masse per circa 730 milioni di euro (dati a ne agosto 2021). “Un tratto distintivo”, afferma Corrado Gaudenzi responsabile Long Term Sustainable Strategies di Eurizon e gestore del comparto, “è che si tratta di un fondo che ha l’opzione di coprire parzialmente e gradualmente l’esposizione al cambio”, tuttavia tale opzione non è ancora stata attivata, “e il fondo si afda, comunque, a un benchmark a cambio coperto”. La caratteristica centrale del prodotto è il focus sui temi sostenibili. “La strategia adottata nella selezione dei titoli punta a integrare l’analisi di sostenibilità, svolta all’interno di Eurizon, con analisi di natura fondamentale”. Gaudenzi indica due leve di performance che agiscono in termini relativi: una è data dall’industry allocation e l’altra dalla stock selection, mentre l’esposizione alle principali aree geograche è in linea con quella dell’indice di riferimento. 74 FUNDSPEOPLE I OTTOBRE

“Sappiamo che i temi di sostenibilità non sono gestiti nello stesso modo in tutti gli ambiti produttivi. Per questo motivo Eurizon ha sviluppato un approccio proprietario alla sostenibilità che prevede di misurare due aspetti: quanto le aziende sanno gestire i rischi legati al loro impatto sull’ambiente e sulla comunità, e qual è l’esposizione alle opportunità di crescita sostenibile”.

ALLINEAMENTO AGLI SDGS

Il secondo pilastro dell’analisi ESG si basa sull’allineamento delle società investite ad alcune metriche legate agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) Onu. “In base alla nostra analisi, tutte le attività che facilitano il raggiungimento di questi obiettivi potranno godere di situazioni di contesto più favorevole, sia per quanto riguarda l’azione di regolatori sia per quanto riguarda le preferenze dei consumatori”. Ciascuna azienda è classicata anche alla luce di quanto il suo attuale range di prodotti e servizi è allineato ad alcuni di questi indicatori. “Questo diventa l’input principale del fondo, che si caratterizza per avere un’esposizione ai ricavi generati da queste aziende pari al triplo rispetto a quella dell’indice”.

NUOVO PROCESSO DI INVESTIMENTO

Per fare in modo che la performance del prodotto dipenda maggiormente dall’approccio ESG e meno da altri effetti indesiderati, lo scorso anno la società ha modicato la struttura del processo di investimento del portafoglio. “Abbiamo introdotto l’utilizzo dell’ottimizzazione del portafoglio per ridurre al minimo gli effetti da esposizioni non desiderate”, continua Gaudenzi. Il nuovo processo prevede l’attribuzione di un punteggio a ogni società, su una scala da uno a cinque: “Il punteggio è tanto più alto quanto più la società è allineata a obiettivi di crescita sostenibile e gode, al tempo stesso, di valutazioni non troppo care nel rapporto tra i prezzi e i ussi di cassa”. Il passaggio successivo è la massimizzazione dell’esposizione alle variabili di sostenibilità con l’introduzione di un target massimo di volatilità relativa rispetto all’indice (c.d. tracking error volatility). Alla luce di questo approccio il portafoglio minimizza anche l’esposizione alle altre variabili di rischio, che possono essere di natura settoriale, geografica e di stile. Il risultato finale di questa operazione “è che circa l’80% del rischio attivo va a essere investito nei fattori di sostenibilità che intendiamo enfatizzare al meglio”, e allo stesso tempo “il portafoglio ha un rapporto tra prezzi e flussi di cassa più attraente di circa il 20% rispetto all’indice”. Da ultimo, il fondo si distingue per un’intensità di emissione di gas serra nettamente inferiore rispetto all’indice, “variabile tra il 30 il 40% in meno”.


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