CON STILE SPORT di Antonio Iaquinta
BASKET UN GIOCO DI SQUADRA DAVVERO INCLUSIVO Spesso, quando si cresce, ci si dimentica di quanto siano importanti le passioni nate da bambini, che ci permettono di ritagliarci del tempo solo per noi.
I
l basket fa parte della mia vita praticamente da sempre. Ho indossato la mia prima uniforme a sette anni, e da allora non l’ho più lasciata. La mia passione per questo sport mi ha accompagnato in tutto il mio percorso di vita, dalle elementari agli studi all’estero, e continua a essere il mio “luogo felice” durante il proseguimento della mia carriera professionale. Adesso mi diletto in 114 FUNDSPEOPLE I GIUGNO
un campionato over 40, ma l’emozione un attimo prima di scendere in campo, l’adrenalina della conquista della palla e la gioia di far canestro, pur dopo tanti anni, sono uguali al primo giorno. Gioco nel ruolo del playmaker, e cioè il giocatore che detta i ritmi della squadra, chiama gli schemi d’attacco e, in poche parole, imposta il gioco: imparare a coordinare i miei compagni e bilanciare il gioco per mettere il talento di ognuno al servizio della squadra è da sempre un
efficiente allenamento di cui ho fatto tesoro anche nella vita professionale. Della pallacanestro mi piace lo spirito, la sfida, il mettersi in gioco insieme agli altri, pur mantenendo sempre la propria individualità. Quando ho vissuto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il basket è stato un ottimo modo per conoscere persone nuove e “fare squadra” con colleghe e colleghi di tutto il mondo: è uno sport che non fa distinzione di genere o di nazionalità, fondato e pervaso da uno spirito di grande inclusione, un valore che ho imparato presto a far mio, anche grazie a questo sport meraviglioso. Una squadra di basket è composta da cinque persone e questo impone un clima di grande cooperazione: un numero così ristretto di giocatori permette al singolo di partecipare alla dinamica del gioco in maniera attiva e di avere un impatto che può rivelarsi determinante. D’altro canto, sul campo non esistono protagonismi, poiché ogni membro del team ha una parte fondamentale da giocare in armonia con il resto della squadra. Il basket è l’esempio perfetto di sport in cui il noi trionfa sempre sull’io. Col passare del tempo, nella mia vita professionale sono aumentati i compiti e le responsabilità, ma il basket continua a essere, appunto, un gioco il cui obiettivo ultimo è quello di tutte le attività ludiche: divertirsi, come ci si diverte quando si è bambini. Spesso, quando si cresce, ci si dimentica di quanto siano importanti le passioni che ci permettono di ritagliarci del tempo, che sia solo per noi. Mettermi a giocare, che sia allenamento, partita o “campetto”, mi fa sentire come il ragazzino che palleggiava e tirava quando aveva dieci anni… e gli acciacchi del giorno dopo, però, mi ricordano che di tempo ne è passato un po’.