"Le Marche a 5 Cerchi" 3^ edizione, a cura di Andrea Carloni. Rio 2016 - PyeongChang 2018”

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Io proprio io, vi racconto Rio

Osmany JUANTORENA Santiago di Cuba il 12/08/1985

Pallavolo – Schiacciatore Rio de Janeiro 2016 – Argento

Orgoglioso di rappresentare l’Italia e le splendide Marche che ormai sono diventate la mia casa di Osmany Juantorena Torno con la mente ai Giochi di Rio, ma so già che il ricordo di quelle emozioni prenderà il sopravvento. Ringrazio di cuore la Federazione Italiana, perché sono onorato di vestire la maglia azzurra, una scelta che purtroppo ho preso tardi, nel 2011. Pensavo che a Cuba potessero cambiare le cose e ho temporeggiato. In realtà avrei dovuto vestire l’azzurro molto prima, ma sono riuscito lo stesso a togliermi tante belle soddisfazioni. Devo fare ulteriori ringraziamenti perché è fonte d’orgoglio per me essere considerato un “marchigiano”. Questa splendida regione mi ha adottato ed è ormai diventata la mia casa. Adoro i posti, la gente e lo stile di vita. Se parlo l’inflessione smaschera la mia origine, ma potermi sentire una “stella sportiva delle Marche” mi riempie il cuore. Quando si parla di Olimpiadi devo per forza iniziare dal CT della Nazionale e tecnico della Cucine Lube Civitanova, Gianlorenzo “Chicco” Blengini, con cui ho condiviso numerose avventure pallavolistiche e, per fortuna, anche tante vittorie! Nel tempo tra noi si è cementato un legame di amicizia, che però rimane fuori dalla palestra. Quando siamo nelle vicinanze di un campo si lavora e c’è il rispetto dei ruoli, da ambo le parti. Si tratta di un allenatore moderno che sa come gestire i giocatori e li mette in condizione di dare il massimo. Da sportivo è scaramantico, ma non lo ammetterà mai. Un po’ di rituali non guastano nel nostro mondo. Io, per esempio, dopo un passo falso cocente ho cambiato il colore delle scarpe, in vista del match successivo. Non più bianche.

Nel Villaggio Olimpico di Rio ho condiviso parecchio tempo con Blengini e la nostra squadra. Non mi stancherò di ripetere che il suo approccio e la condivisione del tempo tra gli atleti hanno avuto un ruolo decisivo nelle vittorie dei suoi team. Lui dice di aver vinto grazie a me. Mi fa arrossire, ma i successi vanno condivisi. In carriera ho avuto la fortuna di alzare trofei con validi compagni e tecnici di spessore. “Chicco” è preparatissimo e sa dare davvero tanto al gruppo, in ogni momento. A Rio vivevamo in due appartamentini. Avevo il libero Massimo Colaci come compagno di stanza. Nel tempo libero sono restato all’interno del villaggio e appena potevo telefonavo ai miei cari da una cabina. Mi dovevo appostare per trovarla libera. Altri atleti si sono concessi una giornata da

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