Prefazione
Non le avevano fermate neppure le guerre, tranne quelle più Grandi. Anzi, prima del 2020 erano stati più i conflitti fermati o sospesi dalle Olimpiadi che il contrario. Non sono stati pochi coloro che - non del tutto a torto - hanno paragonato la più grande epidemia della storia contemporanea ad una guerra. Si pensi e si ricordi che l’ormai tristemente famoso virus 2019-nCoV, ha pure cambiato nome e spesso varianti - facendosi poi chiamare SARS-CoV-2 - pur di non farsi scoprire, riconoscere, intercettare e vincere. Intanto ha minacciato il mondo e costretto i grandi della terra in ginocchio davanti al dilagare della peste e dei suoi drammatici risvolti. Il Covid-19, noto ai più come coronavirus, ci ha strappato una generazione di fenomeni, di italiani forti e tenaci che avevano conosciuto la guerra e rilanciato il Paese, dimostrando capacità di ricostruirlo dalle fondamenta e mai immaginando di potersene andare, spesso senza neanche un saluto di chi stavano lasciando. Per sempre. Quanto dolore è circolato, con il virus, sulle strade deserte del coprifuoco. Potremmo mai dimenticarlo? Pandemia che le Olimpiadi ci hai portato via, sappi però che non la vincerai, specie contro i nostri Campioni dello Sport. Con loro non potrai vincere. Lo hanno dimostrato in questi tre/cinque anni di sospensione vissuta tra i Giochi di Rio 2016 e PyeongChang 2018 e il 2021. Quando anche senza palestre, piscine, campi e pedane da gioco – allenandosi a casa o in giardino - hanno continuato ad inseguire il loro sogno di essere a Tokyo. Prima o poi. Rinviate lo scorso anno, stavolta, nonostante il Giappone preferirebbe evitarle definitivamente (l’80% della popolazione del Sol Levante sarebbe per cancellarle una volta per tutte, nel timore di un acutizzarsi della pandemia), stavolta le Olimpiadi non cambieranno nome (resterà Tokyo 2020), ma si faranno. Con tante limitazioni, ma si faranno. Proprio il rinvio dei Giochi, unito alla sensibilità dell’attuale amministrazione regionale, ci ha consentito di
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non mancare l’appuntamento con “Le Marche a 5 Cerchi” volume III, fortemente voluto dalla Regione Marche, con in testa il presidente Francesco Acquaroli e l’Assessore allo Sport, Giorgia Latini – con l’immancabile sostegno di CONI e CIP Nazionali e Regionali, rappresentati da Giovanni Malagò e Fabio Luna e da Luca Pancalli e Luca Savoiardi che ringrazio anche a nome di tutti coloro che amano lo Sport. Non saranno poche le novità del libro. A cominciare dal fatto che sarà disponibile sui siti di Regione e CONI Marche, perché possa essere fruibile da tutti. Non solo. Perché si è deciso che anche i precedenti due volumi (1896/2010 e 2012/2014), siano resi disponibili on line, perché nulla vada perso della ricostruzione totale della partecipazione dei marchigiani ai Giochi Olimpici, fin dalla loro nascita, al Panathinaikos di Atene, 125 anni fa. Un’altra novità, visto che siamo ormai a ridosso dell’appuntamento con i Giochi Olimpici del 23 luglio e dei Paralimpici dal 24 Agosto, è rappresentata dal fatto che proporremo il calendario degli orari di tutti gli Sport in programma a Tokyo. Così “Le Marche a 5 Cerchi” potrà diventare un utile “assistente di volo” – soprattutto notturno, per ragioni di fuso orario – alla scoperta del più bello spettacolo sportivo del mondo, che si potrà ammirare solo da lontano, come succede per le stelle più luminose. Ma la novità più novità di tutte sarà un’altra. Per tanto tempo ho pensato al modo migliore per riannodare i fili con i primi due volumi, separati da cinque lunghi anni. Credo e spero di averlo trovato nel chiedere ai nostri “medagliati” di Rio 2016, Assunta Legnante, Elisa Di Francisca, Emanuele Birarelli, Osmany Juantorena (capitano della Lube Civitanova) e Francesca Pomeri, che fossero loro a raccontarsi alle Olimpiadi brasiliane. Ho pensato di farlo anche con Gianmarco Tamberi, perché “Gimbo” saltò non dentro ma sopra i Giochi di Rio, limitandosi a commentarli in tivù, dopo il drammatico infortunio alla Golden League di Montecarlo, solo qualche settimana prima. Hanno accettato tutti, riavvolgendo il nastro dei ricordi, ognuno a modo suo.