20 minute read

Tommaso Campanella

CIVITAS SOLIS

IDEA FILOSOFICA DI UNA REPUBBLICA

Advertisement

L

a Città del Sole fu scritta nel 1602 dal filosofo italiano Tommaso Campanella, nato in Calabria nel 1568, egli entra giovanissimo nell’ordine domenicano e si forma nella filosofia aristotelica. Nel 1591 ci fu una prima condanna da parte dell’Inquisizione, per eresia ed infrazioni disciplinari; durante il 1599 cercò di organizzare una rivolta in Calabria, per creare una Repubblica organizzata in modo tale da garantire prosperità e felicità ai suoi cittadini. Tuttavia, alcuni congiurati che aveva coinvolto lo tradirono, denunciandolo agli spagnoli. Fu imprigionato e torturato nel Castello Nuovo di Napoli, dove rimase per i successivi 27 anni e lì che scrisse in condizioni di fortuna numerose opere oltre a questo testo. Una volta libero riprese le sue battaglie politiche e religiose, battendosi per l’eguaglianza sociale e per azioni missionarie, concependo il cristianesimo come religione perfettamente razionale. Nel 1634 seppe in tempo che il governo di Napoli l’accusava d’essere il mandante di un’altra congiura e riuscì così a fuggire a Parigi, dove trascorse gli ultimi anni e dove morì nel 1639. La Città del Sole è un utopia e gli utopisti considerano con occhio critico la propria società e ne descrivono una inesistente, ma perfetta e felice. Egli non ha mai rinunciato a questo suo ideale di rinnovamento radicale, anche se lo ha via via ripensato nelle forme della sua possibile attuazione, lui si sentiva non soltanto filosofo e profeta ma anche politico. L’opera consiste in un dialogo tra un cavaliere di Malta e un ammiraglio genovese, il quale ha appena fatto ritorno dal giro del mondo ed espone al suo interlocutore la vita di una città, chiamata Città del Sole, che si trova sulla linea dell’Equatore e dove esiste una società felice, che non conosce conflitti interni, corruzione, inimicizia, invidie, tradimenti o fame. Il dialogo costruito da Campanella è una sorta di visita guidata alla città gli serve per illustrare la sua teoria ideale sulla migliore forma di governo, viene spiegata infatti tutta la composizione della città, a livello progettuale, sociale, politico. Questa città si trova sull’isola di Taprobana (nome con cui gli antichi greci conoscevano l’isola di Sri Lanka) ed è eretta su un alto colle; è circondata da sette cerchia di mura, praticamente inespugnabili, ognuna delle quali porta il nome di uno dei sette corpi celesti presenti nel sistema solare, mentre le entrate per accedere alla città sono quattro, situate in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Alla sommità del monte si trova un tempio di forma circolare, consacrato al Sole, sulla cui volta

A sinistra Copia di una cartina geografica dell’isola di Taprobana (Sri Lanka) disegnata nella mappa del mondo realizzata sulla descrizione contenuta nel libro di Tolomeo scritto circa nel 150 d.C., è il luogo dove originariamente doveva sorgere la Città del Sole, 1580.

A destra Dipinto olio su tela del calabrese Tommaso Campanella, viene attribuito ad Antonio Barbalonga, Beauvais, Musée Départemental de l’Oise, 1639.

sono dipinte le stelle maggiori. Esiste anche una gerarchia di poteri che stabilisce un ordine nella gestione della società e delle attività legate ad essa; in cima a questa scala gerarchica è presente il Sole, un sacerdote-capo della città che assieme ad altre figure importanti detti “principi collaterali” amministra la città. L’opera del filosofo domenicano è quindi una preziosa testimonianza della sua passione e delle sue speranze di fronte ad una realtà presente dal carattere tragico. È un’opera che comprende le ambizioni delle menti più pronte d’Europa nel diciassettesimo secolo, di fronte al declino irreversibile del sistema feudale; di fronte alle nuove scoperte geografiche; di fronte alla fine dell’unità spirituale dovuta alla Riforma; e di fronte al progresso scientifico che andava sviluppandosi in quegli anni.

SISTEMA SOLARE

Il primo aspetto che viene trattato nel libro scritto da Campanella è la struttura urbanistica della Città del Sole. L’inespugnabile città presenta una struttura cosmologica basata sull’universo tolemaico secondo cui i pianeti ruotavano seguendo delle orbite circolari, più precisamente la città è costituita da sette cerchi concentrici di mura fortificate che raggiungono un diametro di due miglia e nelle quali si può accedere solo tramite quattro ingressi situati in corrispondenza dei quattro punti cardinali e solo attraversando tutti e sette i gironi si può arrivare alla sommità del colle, che si presenta come un’estesa pianura. I sette cerchi hanno ognuno un nome di un diverso corpo celeste del nostro sistema solare e ognuna di esse racconta una disciplina oppure una particolare scienza, un po’ come se fosse un’enorme enciclopedia di immagini e forme. Partendo dal più esterno, ovvero Saturno comprende all’interno tutte le figure matematiche, facendo riferimento anche a Euclide e Archimede e all’esterno la cartina geografica della terra e riti, usi, leggi e costumi di ogni popolo; il secondo girone, Mercurio ha all’interno l’elenco di tutte le pietre preziose e non preziose, minerali e metalli, fuori invece sono scritti tutti i mari, fiumi, vini, oli e liquori; il terzo cerchio è Marte e sono elencate tutte le erbe e arbusti presenti nel mondo con tutte le loro proprietà all’interno, mentrer all’esterno ci sono tutti i pesci di lago, fiume o mare; Giove è il quarto cerchio e dentro sono scritti tutti i tipi di uccelli e fuori i rettili, serpenti e insetti; nel quinto girone, ovvero Venere, sono scritti sia dentro che fuori tutti i mammiferi con tutti vari studi relativi; il sesto anello è la Luna che comprende al suo interno tutte le arti meccaniche con i vari inventori, fuori invece sono presenti gli inventori delle leggi e scienze delle armi, profeti e divinità; il settimo e ultimo cerchio comprende il tempio che si trova in cima al colle, che è per l’appunto il Sole. Il tempio del Sole è perfettamente tondo e nella cupola sopra l’altare è presente un’altra più piccola in mezzo (dove ci sono le camere in cui vivono i sacerdoti), con uno spiraglio al di sopra dell’altare, circolare e in croce spartito. Sopra vi sono due mappamondi, uno dov’è dipinto il cielo, l’altro la terra. Sulla cupola sono raffigurate la volta celeste e le stelle, con i loro nomi e per ognuna tre versi che spiegano la loro influenza sulla vita degli uomini.

Di più questo è bello, che fra loro non ci è difetto che faccia l’uomo ozioso, se non l’età decrepita, quando serve solo per consiglio.

In alto, a destra Modello eliocentrico del Sistema Solare, estratto dal manoscritto astronomico in lingua latina di Copernico, De Revolutionibus orbium coelestium, Norimberga, 1543.

A sinistra Civitas Veri, illustrazione di Bartolomeo Del Bene, 1609.

IL SOLE E I SUOI PRÌNCIPI

Questa utopia pedagogica è governata da un capo supremo, un Principe Sacerdote, chiamato Sole o Metafisico, dotato del potere sia spirituale sia temporale e il quale ha ai suoi ordini tre prìncipi (i principi collaterali), Pon, Sin e Mor, ovvero il Potestà, Sapienza e Amore. Pon è una specie di ministro della guerra e si occupa infatti, della guerra, della pace, dell’esercito, della fortezza e delle armi. Sin, si cura delle scienze e delle arti, e ha ai suoi ordini degli ufficiali e maestri, “l’Astrologo, il Cosmografo, il Geometra, il Loico, il Rettorico, il Grammatico, il Medico, il Fisico, il Politico, il Morale” e amministra anche la vita intellettuale; Mor si cura della generazione degli abitanti della città, decidendo anche l’accoppiamento, si occupa inoltre dell’educazione, della salute, dei farmaci e del vestiario dei cittadini. Nella città del sole il potere religioso e quello politico sono uniti. Il Sole è sia sovrano politico sia «sommo sacerdote» e per questo motivo egli presiede i sacrifici e le preghiere, inoltre nelle camere presenti nel tempio vivono ventiquattro sacerdoti esperti in astrologia e altri personaggi religiosi. Per quel che riguarda la politica, tutti i solari con più di vent’anni partecipano alle assemblee e possono esprimere le loro opinioni; le leggi sono brevi e chiare e non esistono lunghi processi o pene detentive: per punire si ricorre alla legge del taglione, inoltre è presente anche un torrione dove vengono mandati e rieducati i ribelli, infliggendo punizioni per “curare” i loro vizi.

LEGAMI FILOSOFICI

La filosofia che caratterizza la Città del Sole si basa sul fatto che il criterio per scegliere il capo è la sapienza, infatti il Sole deve sapere tutto e soprattutto deve essere filosofo; queste due caratteristiche sono per Campanella un antidoto contro la crudeltà e la tirannia. Un altro aspetto da considerare è che non esiste alcuna forma di proprietà privata, infatti, l’abolizione della proprietà privata è l’elemento centrale, e il più radicale, della proposta di Campanella. Secondo lui la proprietà privata causa conflitti, dolori, gelosie e tutti i mali di tipo sociale, quindi se i beni sono comuni, ciascuno ha accesso a ciò di cui ha bisogno e nessuno soffre la mancanza di alcunché. Campanella, che si batte per una profonda rivoluzione sociale e politica, ritiene, come Platone, che cambiando il sapere e l’educazione si apra al rimedio radicale di tutti i mali della società. Infatti, insiste sul carattere non libresco della cultura dei Solari, che educano i bambini, tutti i bambini, non in classi e in banchi scolastici, ma in rapporto diretto con le cose e intorno alle mura della città, sulle quali è illustrato tutto il sapere. Descrive una pedagogia della concretezza, della spontaneità e di sano esercizio fisico, con molta attenzione alle attitudini dei bambini. Il regime economico e politico è comunistico: non c’è proprietà privata, neppure dei vestiti e dei beni di consumo più personali, e non c’è la famiglia. Evidentemente, Campanella s’ispira a Platone, ma radicalizza il modello in senso egualitario. Se Platone limitava la comunione dei beni e l’abolizione della famiglia ai filosofi e ai militari, per avere una classe dirigente unita come una sola famiglia, Campanella estende il regime a tutti i cittadini. Non ci sono classi sociali o ceti privilegiati, non c’è clero né aristocrazia, non ci sono professioni nobili e mestieri ignobili. Conta l’utilità sociale di ciò che ciascuno fa e come lo fa, perché il solo titolo di nobiltà è servire bene gli altri.

A Tommaso Campanella, come anche a Thomas More, premeva particolarmente la dimensione morale della politica, valori come giustizia ed equità; entrambi pensano ad un modo di vedere la politica come dovrebbe essere e non come effettivamente era. La visione molto più realistica di Campanella, rispetto a quella di More, ci spiega come lui non creda nella perfezione naturale dell’uomo, al disinteresse altruistico spontaneo, e non lascia perciò che ogni cittadino prenda liberamente quanto gli può necessitare nei magazzini pubblici incustoditi. Tutta l’educazione della Città del Sole mira a sradicare dall’animo umano l’egoismo, i cittadini sono amici tra di loro in modo sincero, perché non esistono amicizie dovute a interessi personali in quanto condividendo tutto nessuno può donare qualcosa a qualcun altro, ma si vuole stroncare ogni possibilità di cadere in fallo; una rigida gerarchia elettiva regola perciò tutti gli incarichi e aspetti della vita sociale.

IDEA DELLA GIUSTA SOCIETÀ

Nell’idea proposta Campanella la società è formata da uomini buoni e privi di sentimenti negativi come potrebbero essere, gelosia, rancore e voglia di essere migliori degli altri, infatti nella Città del Sole, tutti gli abitanti sono uguali, di stesso livello sociale, senza che nessuno sia superiore all’altro, ovviamente c’è il Metafisico, lui non è lì perché è risultato migliore degli altri in qualcosa, ma si trova li perché è riuscito ad assorbire tutte le conoscenze in maniera eccellente, tutte le attività, sia quelle amministrative sia quelle manuali, come potrebbe essere l’agricoltura. Tutti gli abitanti infatti, vengono educati in ugual modo, che siano di sesso maschile o femminile, vengono educati alla lotta e all’educazione militare, entrambi i sessi anche in questo caso, tutti devono essere preparati alla protezione della città quando, e se, sarà in pericolo.

In alto, a sinistra Tránsito espiral, Remedios Varo (1918-1963). Opera in olio su tela di una struttura a spirale che rimanda al pensiero utopistico di Tommaso Campanella, 1962.

A destra Vtopiae insulae figvra (L’isola di Utopia), Xilografia dalla prima edizione dell’opera omonima, Lovanio, 1516.

Nell’isola di Taprobana gli abitanti lavorano quando sono ancora bambini vestono in manieper sole quattro ore al giorno poiché sono in ra colorata e allegra, durante il giorno i cittadigrado di lavorare sia in modo intellettuale che ni possono indossare solo indumenti di colore pratico per tutta la durata delle quattro ore (a bianco e di notte solo di colore rosso, mentre il tal proposito, Campanella, per spiegare che nero è vietato perché considerato “feccia delle quattro ore al giorno di lavoro per tutti sono cose”, in quanto sinonimo dell’ombra. Inoltre più che sufficienti riporta la situazione della la stessa educazione viene sottoposta ad ogni Napoli del seicento in cui, cittadino ed ognuno di loro ha pari opportuniEd in campagna, nei lavori e nella pastura delle bestie pur vanno ad imparare; in regime di proprietà privata, su trecentomila abitanti lavoravano solo uno su sei e l’ozio e la povertà tà: i beni privati sono inesistenti perché indurrebbero alla violenza e anche all’egoismo. I “solari” seguono minuziosamente delle regole dietetiche e i loro pasti si basano sull’assune quello è tenuto di più gran nobiltà, che più arti impara, e meglio le fa. devastavano tutti gli uomini). Il tempo restante viene impiegato in attività ricreative, attività ludiche zione di carne, frutta e verdura, poiché pensano che sia le piante sia gli animali soffrano e che quindi tra l’uccidere gli uni o gli altri non ci sia differenza. Gli anziani mangiano tre volte che però devono sempre al giorno, i giovani quattro e il resto della coavere un fine riconducibile al sapere. La stessa munità due. Non bevono molto: i giovani non educazione dei bambini si basa sull’”impara- possono bere vino prima dei diciannove anni re giocando”. Infatti i bambini vengono fin da e quando hanno raggiunto quest’età lo bevono piccoli, all’età di tre anni, separati dalla propria mischiandolo con l’acqua. Solo dopo in cinfamiglia e cominciano ad essere istruiti da dei quant’anni lo si può bere puro. La dieta viene maestri, che portano i bambini ad ammirare le decisa ogni giorno dai medici della città, i quali mura della città poiché colme di tutto il sapere devono fornire anche il loro servizio e le loro che un cittadino deve possedere, e valutano in cure a tutti, senza distinzioni. Gli offiziali posquale attività i bambini siano più interessati e seggono il cibo più pregiato, ma non raramente portati. Attraverso le immagini raffigurate nel- decidono di dare il loro cibo a chi, durante la le mura e i libri che vi sono scolpiti, i bambini giornata, si è saputo distinguere in gare di armi acquisiscono ben presto un sapere enciclope- o di scienze. dico. La scuola non si svolge al chiuso perché L’amore nella Città del Sole è un sentimento ai ragazzi non deve essere imposta l’istruzione. fondamentale, però, quando si tratta di sentiGli abitanti della Città del Sole non conoscono mento tra due persone bisogna fare attenziogli egoismi, gli orrori della guerra e della fame ne, infatti i matrimoni non esistono e uomini e le violenze che ci sono nel resto del mondo. e donne possono quindi avere più partner sesLa città è organizzata in modo totalmente ra- suali, questo per favorire la prosperità della zionale. Essa viene controllata da un gruppo di città, due persone possono decidere di avere fipersone chiamati “offiziali” che vigilano con- gli, ma se la prole non è sana, non potranno più tinuamente in modo che nessuno possa com- avere rapporti, finché la donna non sarà inferpiere azioni non giuste nei confronti di altri tile. Nella Città del Sole non ci sono discrimicittadini. Esiste un’offiziale per ogni virtù: Li- nazioni, infatti anche i disabili trovano il loro beralità, Magnanimità, Castità, Fortezza, Giu- posto dentro la società proprio come gli altri, stizia criminale e civile, Operosità, Verità e così se gli manca un arto o non lo sa usare al meglio, via. Gli offiziali sono eletti da piccoli in base alla troverà un lavoro che sarà adatto a ciò che rievirtù alla quale più sono inclini. Le leggi sono sce e ciò che può fare. Le madri quando devono incise su tavole di rame e impongono una con- concepire vanno a farlo in stanze comuni con dotta di vita molto rigorosa. Non esistono le altre donne che sono li per la stessa cosa, dopo carceri che però sono sostituite da un torrione il parto allattano i bambini fino ai 2 anni di vita, dove vengono confinati i cittadini che non se- questo per farli crescere nella maniera più saguono le leggi nella loro interezza come invece lutare possibile, poi vengono separati dalle mafa il resto della comunità. dri e già a tre anni iniziano ad imparare. Come nella Repubblica di Platone, nella città La vita dei Solari è solitamente lunghissima e non vi è la proprietà privata, infatti i cittadini a volte essi riescono ad arrivare anche ai duesono tenuti a condividere la stessa mensa ed a cento anni, in quanto il loro stile di vita è ottiindossare i medesimi vestiti, infatti, tutti ve- mo e sono capaci di sanare qualunque malattia stono di bianco dall’età adolescenziale, mentre o dolore, con preghiere e l’uso delle erbe.

Per quanto riguarda le usanze che praticano i solari, festeggiano ad ogni cambio di stagione e negli anniversari della fondazione della città, in cui ballano e cantano. I poeti cantano le gesta degli eroi, gesta vere e non inventate. Chi narra storie non vere è punito e non può essere ritenuto poeta. Si costruiscono statue solo in onore dei morti, ma i grandi uomini vengono ricordati per le loro scoperte o imprese nel libro degli eroi quando sono ancora vivi. I corpi dei defunti non vengono seppelliti, ma bruciati, per evitare che diffondano pestilenze e in modo tale che si trasformino in fuoco, elemento vivo, che viene dal sole e torna a lui.

UN CULTO NATURALE

Il sommo sacerdote è il Sole. Sacerdoti sono anche tutti gli altri offiziali, il cui compito è quello di rendere pure le coscienze attraverso la confessione. Anche gli offiziali confessano i loro peccati, e quelli degli estranei, senza nominarli, a Pon, Sin e Mor, che a loro volta si confessano con il Sole. Questo viene a conoscenza di tutti i vizi che tormentano la città e compie un sacrificio, durante il quale confessa pubblicamente le sue colpe e quelle del popolo, che viene in questo modo assolto. Dopodiché chiede chi tra i cittadini si voglia sacrificare a Dio, garantendo la difesa di tutti i Solari. Colui che si offre viene posto su una tavola legata da quattro funi e mandato sulla cupoletta del tempio, dove trascorre venti o trenta giorni pregando e mangiando a stento cibo datogli dai sacerdoti che vivono nelle celle intorno, ed infine o torna tra gli uomini e viene tenuto in grande stima, o si fa sacerdote. Sopra il tempio vivono ventiquattro sacerdoti che pregano e osservano continuamente le stelle, da cui ricevono notizie su ciò che accadrà in futuro: sono gli intermediari tra Dio e gli uomini. Scendono dal tempio solo per i pasti e non hanno dei rapporti con donne, se non per rispondere alle necessità del corpo. Il Sole li consulta per sapere tutto ciò che hanno scoperto sulla città e sul resto del mondo, mentre nel tempio ogni ora c’è qualcuno che prega; si danno il cambio per quarantotto ore. La religione dei cittadini sembra molto somigliare a quella cattolica anche per il fatto che la popolazione crede in un dio e nella maggior parte dei dogmi del cattolicesimo. Nonostante ciò, i “solari” onorano non solo Gesù, ma anche Osiride, Zeus, Mosè e Maometto. Sono presenti anche accenni riguardanti l’astrologia, che il cattolicesimo non avrebbe accettato e sicuramente proibito. Non ritengono possibile che l’universo sia eterno, bensì pensano sia stato creato, o dalla fine di altri mondi o dal Caos. Onorano il sole e vi vedono l’immagine di Dio, perciò nella loro città tanti oggetti sono circolari (il tempio, le mura, l’altare…). Non sanno quali siano i luoghi di pene e premi in cui andremo appena morti, ma credono che l’anima sia immortale. Pensano che l’Ente, Dio supremo, e il Niente, l’assenza di essere, siano i due principi metafisici, da cui si crea l’Essere finito. Credono nella Trinità, infatti considerano Dio come unione tra Potenza, Sapienza e Amore, non come Padre, Figlio e Spirito Santo, perché non hanno avuto come noi la Rivelazione. Tutti gli enti ricevono l’essenza da Potenza, Sapienza e Amore, perché prendono parte all’essere, e Impotenza, Ignoranza e Disamore, poiché partecipano anche al non essere: a cause delle prime tre si comportano virtuosamente e vengono indotti al peccato dalle altre tre. Non temono la morte, perché tutti credono l’immortalità dell’anima, e che, morendo, s’accompagnino con li spiriti buoni o rei.

DIFESA E ISTRUZIONE

La Città del Sole che aveva in mente Campanella era quindi una città di fondazione, ovvero un tipo di città che non è nata spontaneamente, ma che invece è stata studiata proprio nei minimi dettagli a livello urbanistico per poter essere lei stessa un sistema organizzativo di attività, luoghi, ecc.; la parte fondamentale di queste città è detta “nucleo di fondazione”, il quale, tramite un intervento unitario, è di solito realizzato in tempi brevi e con una precisa conformazione geometrica spesso caricata di significati simbolici e modelli ideali (città ideale). Molte città dell’epoca romana sono state realizzate attrverso un preciso piano urbanistico detto “castrum”, basato su due assi perpendicolari: il cardo massimo (molto spesso in asse nord-sud) e il decumano massimo (est-ovest): al loro incrocio, al centro simbolico e funzionale ma non sempre geometrico della città, sorgeva il foro, lo schema che veniva a formarsi era solitamente ortogonale e quin-

A sinistra Copertina della versione in latino della Città del Sole (titolo originale: Civitas Solis) scritta da Tommaso Campanella, Francoforte, 1623.

In alto, a destra Piano urbanistico della cittò di Palmanova in Friuli-Venezia Giulia, Braun & Hegenberg, 1593. di la forma delle città risultava generalmente quadrangolare. Tra le città di fondazione italiane non si può non nominare Palmanova sorta nel 1593 in Friuli Venezia-Giulia, la cui urbanistica può anche essere collegata in un certo senso a quella della Città del Sole. La particolare struttura della città è dovuta dal fatto che durante il periodo veneto la fortezza fu dotata di due cerchie di fortificazioni con cortine, baluardi, falsebraghe, fossato e rivellini a protezione delle tre porte d’ingresso alla città. Palmanova fu concepita soprattutto come macchina da guerra: il numero dei bastioni e la lunghezza dei lati furono stabiliti in base alla gittata dei cannoni del tempo. La sua struttura aveva quindi lo scopo di garantire una maggiore resistenza in ambito bellico, come descrisse Campanella nella sua immagine delle e questa sua conformazione si ripercuote in tutta la parte interna della città, la quale presenta, come la Città del Sole, una divisione a cerchie, anche se non con uno scopo diverso da quelle presenti nell’utopia di Campanella, infatti nel corso della sua storia, Palmanova ha continuato a subire miglioramenti per fortificarne la struttura; la prima cerchia è stata costruita tra il 1593 e il 1620, la seconda nel periodo della Serenissima tra il 1665 e il 1683, mentre l’ultima cerchia, risalente al periodo napoleonico è stata realizzata tra il 1806 e il 1809. “Città del Sole”, è anche il nome dei negozi del gioco creativo, che propongono un’ampia offerta di giocattoli per bambini e ragazzi da 0 a 14 anni. Per il nome del negozio di giocattoli per bambini, Carlo Basso, il prorietario, si è ispirato proprio all’utopia di Tommaso Campanella, facendo riferimento alla grande attenzione nei confronti dei bambini e al principio pedagogico dell’«imparare giocando», per cui «li figliuoli, senza fastidio, giocando, si trovano saper tutte le scienze». Infatti il gioco creativo che caratterizza Città del Sole raccoglie l’eredità dell’“imparare giocando” del gioco educativo, ma evita l’aspetto più didascalico e serioso. Nonostante le poche conseguenze che ha avuto l’ideale utopico di Tommaso Campanella, la Città del Sole resta tutt’oggi un’opera di immenso valore letterario che ci fa capire come il desiderio di una società perfetta sia da sempre insito nella mente delle persone.

This article is from: