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Al cinema Sulla scena dell’utopia

Sulla scena dell’utopia

L’architettura reale che ha anticipato l’iconico futuro cinematografico

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Non è semplice immaginare l’architettura di domani, ciò nonostante più di un designer di fama internazionale si è già cimentato in progetti estremi, ai limiti dell’utopia. Il cinema, fin dalle sue origini, ha ricoperto un ruolo fondamentale nella costituzione dell’enciclopedia visiva dell’uomo moderno, e di conseguenza nella diffusione dell’immagine architettonica in virtù della capacità del cinema stesso di trasportare lo spettatore in una posizione di osservatore privilegiato; egli si ritrova così immerso in una riproduzione della realtà senza eguali grazie all’addizione del movimento, e quindi del fattore tempo, alla staticità pittorica e fotografica. Il cinema è l’arte della modernità per eccellenza, di una modernità della quale è anche figlio, nato dal connubio di tecnologia e mutamenti sociali. Interessante è individuare quelle strutture architettoniche utopiche che sono riuscite ad anticipare il futuro che viene narrato nei film e serie televisive. Dal Marin County Civic Center di Frank Lloyd Wright al Burj Khalifa commissionato allo studio SOM, si presentano ora le architetture utopiche intramontabili.

Maryn County Civic Center, 1957 The Chemosphere, 1960 Sculptured House, 1963 Brenton House, 1969 Ciudad de las artes y las Ciencias, 1996 Guggenheim Museum Bilbao, 1997 Maison à Bordeaux, 1998 ESO hotel, 2002 Phaeno Science Center, 2005 Burj Khalifa, 2010

MARYN COUNTY CIVIC CENTER, 1957 FRANK LlOYD WRIGHT

L’uomo che fuggì dal futuro, George Lucas, 1971 Gattaca, Andrew Niccol, 1997

Frank Lloyd Wright

A sinistra: uno scatto della fase costruttiva del Marin County Civic Center. Sulla destra una foto d’epoca risalente ai primi anni della costruzione.

Non è un caso che il Marin County Civic Center a San Rafael, California, opera di Frank Lloyd Wright del 1957-66 (conclusa dopo la morte del maestro nel 1959), sia adottato quale location in due film di fantascienza. L’edificio appare quale sorta di navicella con copertura azzurra adagiata a margine delle colline: una sottile diga-ponte antimonumentale composta da due ali lievemente ruotate congiunte da un corpo centrale, a pianta circolare e cupola ribassata, segnato da un elemento verticale. Ogni ala è composta da due corpi laterali paralleli collegati da un percorso longitudinale centrale composto da ballatoi su più livelli e aperto verso il cielo, in seguito coperto da una vetrata continua.

La scelta di Frank Lloyd Wright nel 1957 per progettare il Civic Center fu controversa. Il progetto del Civic Center era il più grande progetto pubblico di Wright e comprendeva un intero campus di strutture civiche. L’ufficio postale è stato l’unico progetto del governo federale della carriera di Wright. Il design di Wright prese in prestito idee e forme dal concetto di sviluppo urbano di Broadacre City di Wright, pubblicato per la prima volta nel 1932.

L’umanità è relegata sottoterra, interamente controllata da macchine e da poliziotti-robot, il sesso vero è vietato (sostituito da macchine masturbatrici con ologrammi: si veda “l’Orgasmatic” del film di Allen…), le persone sono costantemente mantenute sotto sedativi e contraddistinte solo da un numero. Il protagonista THX 1138/Robert Duvall e la coinquilina iniziano a non assumere pastiglie, fanno l’amore, sono scoperti e processati: inizia la fuga del protagonista attraverso spazi e con

personaggi onirici. Si intravedono agglomerati urbani sotterranei e strade lungo le quali sfrecciano automobili. THX ruba un veicolo e fugge attraverso lunghissimi tunnel (in realtà la non conclusa rete di tunnel di San Francisco) inseguito da poliziotti in moto; la caccia viene interrotta poiché il budget è superato. Il protagonista sbuca all’esterno in un desertico e assolato paesaggio. Protagonista dell’edificio di Wright è lo spazio centrale a più livelli, in questo esempio immaginato sotterraneo e accostato a brani di città futuribile.

Il futuro immaginato da Andrew Niccol nel film Gattaca: la porta dell’Universo del 1997, mostra un’umanità divisa in “validi” — dotati di un corredo genetico perfetto — e “non validi” cioè concepiti in modo naturale e di fatto emarginati. Vincent viene concepito in modo naturale e le sue aspettative di vita sono di 30,2 anni, morte prematura e possibilità di cardiopatia del 99,9 per cento. Fugge da casa, sopravvive con umili mestieri finché acquista l’identità di Jerome — individuo geneticamente perfetto ma paraplegico a causa di un incidente — ed è assunto a Gattaca, l’ente aerospaziale dove intende coronare il suo sogno di diventare astronauta. La complessa trama è sviluppata quasi esclusivamente all’interno del vero protagonista, l’edificio di Wright (Gattaca): il profilo dell’edificio sulla collina, l’ingresso con scala mobile, lo spazio centrale a più livelli dalla cui vetrata zenitale si vedono partire le navicelle spaziali lanciate nello spazio, la grande copertura azzurra, gli spazi interni con soffitto a volta ribassata segnata da oculi, senza tralaciare la stupenda fattura di particolari architettonici quali serramenti, frangisole, infissi e corrimano.

A sinistra: un frame da L’uomo che fuggì dal futuro, il primo film girato da George Lucas nel 1971 come sua tesi di laurea. Fu successivamente riadattato per la versione

in DVD.

A sinistra: vista esterna del Maryn County Civic Center in Gattaca Sotto: immagine tratta dal film Gattaca.

In alto: vista esterna del Maryn County Civic Center. Sotto a sinistra: sketch del centrale del Civic Center. Sotto a destra: navata centrale del Civic Center.

The Chemosphere

THE CHEMOSPHERE, 1960 JOHN LAUTNER

The Duplicate Man, Gerd Oswald, 1964 Body Double, Brian De Palma, 1984 Charlie’s Angels, Joseph McGinty Nichol, 2000

John Lautner

Promossa dal cinema hollywoodiano, le forme di The Chemosphere fanno eco alla mitologia degli Ufo. Costruita nel 1960 sulle alture di Hollywood, la Chemosphere di John Lautner ha fatto alcune apparizioni in The Duplicaye Man, nell’Omicidio a luci rosse (Body Double) di Brian De Palma o ancora in Charlie’s Angels.

La Chemosphere House è stata utilizzata nelle riprese in esterni come casa del personaggio del Capitano Emmet in The Duplicate Man, episodio della serie televisiva The Outher Limits. Ambientato nel 2025, in The Duplicate Man non manca la presenza di zoo spaziali e cloni umani, quali indistinguibili dagli originali viventi.

L’architettura diventa, in The Body Double, la villa ottagonale presa in prestito da Scully, un attore disoccupato che viene accolto nel lussuoso appartamento per poi essere coinvolto in un bizzarro piano omicida, mentre spia una bellissima donna vicina di casa.

The Chemosphere è stata inoltre location della famosa saga Charlie’s Angels, ripresa in gran parte nei suoi moderni e non convenzionali interni.

Da sinistra verso destra immagini dei film: Body Double; The DuplicateMan; Charlie’s Angels.

SCULPTURED HOUSE, 1963 CHARLES DEATON

Il dormiglione, Woody Allen, 1973

Charles Deaton

Edificata sui pendii della Genesee Mountain nel 1963 e già conosciuta per le sue forme futuristiche, la Sculptured House di Charles Deaton incontra il grande pubblico con Woody Allen. Deaton ha progettato questa casa per vivere con la sua famiglia, è stato il suo unico progetto residenziale, ma non è mai riuscito a portarla a termine in ogni sua parte, soprattutto all’interno, non potendo arrivare ad essere abitata e trovandosi in uno stato semirruinoso. Solo nel 1999 quando l’architettura fu acquisita dal milionario John Huggins, che spese diversi milioni di dollari per il suo restauro, la Sculptured House acquisì il meglio di sé. Huggins si è avvalso dell’aiuto dell’architetto Nicholas Antonopoulos e di sua moglie, l’interior designer Charlee Deaton, figlia di Deaton, per il restauro e l’ampliamento della casa.

Come accadde con altre case futuristiche dell’epoca, con il suo peculiare design, la Sculptured House dell’architetto John Lautner non sfuggì ai produttori di Hollywood, che apparve nella commedia di fantascienza di Woody Allen Il dormiglione nel 1973, (in inglese The Sleeper) per il quale la casa è anche stata ribattezzata Sleeper House. Fu il primo che decise di vivere lì fino al 2010 quando non poté continuare a pagare il mutuo e la casa gli fu pignorata.

A sinistra: uno scatto dell’epoca della struttura A destra: frame del film Il dormiglione.

Brenton House

BRENTON HOUSE, 1969 CHARLES HAERTLING

Il dormiglione, Woody Allen, 1973

Charles Haertling

La Casa Brenton a Boulder & CO, è uno dei più importanti marchi del dell’architetto Charles Haertling. La casa è stata costruita per il dottor Stanley Brenton e la sua famiglia che ha scelto un luogo domestico in Wonderland Hills Suddivisione a Boulder per la costruzione della loro nuova casa. Il sito è stato idilliaco arroccato sopra un lago.

Charles Haertling seguì il concetto modernista per la costruzione della Brenton House ispirandosi alle forme della natura come le piante di Yucca, funghi, foglie, ...

Ancora oggi il suo stile iconico ci fa viaggiare con la mente ad un futuro prossimo in cui natura e modernità si uniscono in un duo sinergico per portare alla luce un concetto quasi utopico di società sostenibile non solo a livello produttivo ma anche a livello visivo.

La Brenton House si distingue per la sua apparizione nel film futuristico Il dormiglione 1973 di Woody Allen. Il metodo di costruzione della struttura era poco ortodosso e coinvolto principalmente la schiuma di poliuretano spray su un telaio di rinforzo. La casa fece molto scalpore al suo completamento tanto da meritarsi un posto in un articolo di colonna Nazionale Enquirer “Case strane”.

Fotogramma tratto dal film Il dormiglione, sullo sfondo possiamo scorgere l’opera di Charles.

Foto superiore: scatto dei primi due padiglioni alla città dell’arte e della scienza.

Foto inferiore: scatto del lato di uno dei padiglioni, possiamo notare la singolare forma a scheletro.

CIUDAD DE LAS ARTES Y LAS CIENCIAS, 1996 SANTIAGO CALATRAVA

Westworld, Michael Crichton, 2016 Tomorrowland, Brad Bird, 2015

Santiago Calatrava

Fotogramma tratto dalla serie televisiva Westworld, sullo sfondo possiamo intravedere la sezione laterale del padiglione Hemisfèric.

La Città delle Arti e della Scienza è un complesso architettonico, chiaramente aderente all’architettura organica, progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava e Fèlix Candela. Il progetto integra perfettamente le qualità costruttive d’avanguardia e la tradizione mediterranea del mare, attraverso giochi d’acqua e di colori. Il progetto assume proprio le dimensioni di una piccola città, si estende lungo le rive del fiume Turia, oramai deviato in seguito a straripamenti avvenuti in passato, su un terreno di circa 1.600.000 mq. Il complesso è costituito da cinque edifici: il Palazzo dell’Arte, il Museo della Scienza, l’Umbracle, il Parco Oceanografico e l’Hemisfèric. Dentro si svolgono mostre ed eventi internazionali riguardanti l’arte, la scienza e la natura. La visita completa della Ciudad impegna circa due giorni, per poter visitare ogni edificio al suo interno e ammirare le tecniche e lo stile con cui sono costruiti i vari edifici del complesso.

L’architettura più stupefacente è l’Hemisfèric, situato su circa 13.000 mq. La struttura si mostra all’esterno come un grande occhio che si riflette in uno specchio d’acqua, regalando immagini suggestive di sera. Quello che dall’esterno somiglia ad un “bulbo oculare” in realtà è una piccola cupola dove si trova uno schermo concavo di circa 900 mq per le innumerevoli proiezioni cinematografiche, rendendo l’Hemisfèric la più grande sala cinematografica di Spagna.

Fotogramma tratto dalla serie televisiva Westworld, sullo sfondo possiamo scorgere l’opera di Calatrava.

Fotogramma tratto dal film Tomorrowland, sullo sfondo possiamo scorgere l’opera di Calatrava.

Westworld dove tutto è concesso è una serie televisiva fantascientifica statunitense, creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy per HBO. È basata sul film omonimo del 1973, scritto e diretto da Michael Crichton. La storia si svolge negli anni cinquanta del XXI secolo a Westworld, un parco dei divertimenti a tema WildWest immaginario e tecnologicamente avanzato, popolato da “figuranti” androidi. Il parco si rivolge ad “ospiti” altamente facoltosi che possono sbizzarrirsi con le loro fantasie più selvagge all’interno del parco senza timore di ritorsioni da parte degli ospitanti, i quali sono impediti dalla loro programmazione a danneggiare gli umani.

Tomorrowland, Il mondo di domani diretto da Bird e Damon Lindelof è un film ottimista che ci consente di dare uno sguardo a come potrebbe essere un modo utopistico. Frank Walker, un ex enfant prodige ormai disilluso, e Casey, un’adolescente ottimista e intelligente, figlia di un ingegnere aerospaziale, sono legati da un destino comune. I due intraprendo una pericolosa missione insieme, per svelare i segreti di una misteriosa dimensione spazio-temporale nota come “Tomorrowland”. Le loro imprese potranno cambiare sia il mondo che la vita di Frank e Casey, per sempre se riusciranno a superare l’opposizione del terribile David Nix.

Foto superiore: vista laterale del padiglione Hemisfèric.

Foto inferiore: vista frontale del padiglione Hemisfèric.

GUGGENHEIM MUSEUM BILBAO, 1997 FRANK OWEN GEHRY

The world is not enough, Michael Apted, 1999

Frank Owen Gehry

Il Guggenheim Museum Bilbao è un museo di arte contemporanea situato in un edificio progettato dall’architetto canadese Frank O. Gehry. Si trova a Bilbao nei Paesi Baschi, nel nord della Spagna. Il Guggenheim di Bilbao è uno dei vari musei della Fondazione Solomon R. Guggenheim.

Il museo venne inaugurato nel 1997, nel contesto di rivitalizzazione della città di Bilbao e della provincia di Biscaglia intrapreso dall’amministrazione pubblica dei Paesi Baschi. Sin dalla sua apertura il museo si è trasformato in un’importantissima attrazione turistica, richiamando visitatori da numerosi paesi del mondo, diventando così il simbolo della Città di Bilbao

Fu sede di alcune riprese per il film di Michael Apted 007, The world is not enough seppur di sfuggita possiamo cogliere tra i frame della pellica la monumentale opera di Frank O. Gehry.

Considerato un capolavoro dell’architettura del’900 è un po’ il fiore all’occhiello del grande piano di ristrutturazione urbana per rilanciare un’area della Spagna gravemente depressa. Dal punto di vista economico, in Guggenheim ha contribuito in maniera decisiva, al rilancio della città come meta turistica e centro culturale.

A sinistra: un fotogramma tratto dal film 007, The world is not enough. A destra: una fotografia scattata durante le riprese del film con sfondo il Guggenheim Museum.

Fotografia contemporanea dell’opera di Frank Owen Gehry.

MAISON À BORDEAUX, 1998 REM KOOLHAAS

Koolhaas Houselife, Louise Lemoine, Ila Bêka, 2008

Rem Koolhaas

La Maison à Bordeaux, il progetto di Koolhaas in Francia, è stato definito dal Time magazine come il Best Design del 1998. La casa è il risultato delle necessità di una coppia, la cui vecchia casa era diventata una prigione per il marito, costretto su una sedia a rotelle a seguito di un incidente d’auto. La coppia comprò una collina che gode della vista della città di Bordeaux ed il marito disse a Koolhaas: “Io voglio una casa complessa perché definirà il mio mondo”.

Koolhaas propose una casa su tre livelli, adagiata sul pendio, con un passo carraio circolare nel cortile. La parte più bassa è come “una serie di caverne intagliate nella collina per la vita più intima della famiglia”. La parte più alta è divisa in spazi per la coppia, e spazi per i loro bambini: camere da letto contenute in un volume massiccio in calcestruzzo. Stretto in mezzo vi è il soggiorno vetrato, un ambiente definito dal vetro quasi invisibile, metà all’aperto, dove il cliente ha il proprio spazio da vivere. Un elevatore, di 3 m x 3,5 m, permette di accedere comodamente a tutti i livelli.

La casa fu oggetto e soggetto delle riprese nel film documentario Koolhaas Houselife diretto da la Bêka e Louise Lemoine.

Fotografia dal giardino esterno della casa a Bordeaux progettata da Rem Koolhaas.

Immagine tratta dal film Koolhaas Houselife, possiamo notare come la domestica, protagonista del film, stia utilizzando l’iconico ascensore della Maison à Bordeaux.

Foto superiore: prospettiva esterna dell’ESO Hotel.

Foto inferiore: interni dell’ESO Hotel con vista sul giardino centrale.

ESO HOTEL, 2002 AUER / WEBER

Quantum of Solace, Marc Forster, 2008

Fritz Auer e Carlo Weber Per consentire alle persone di vivere e lavorare nel remoto Osservatorio del Paranal, un lodge, noto come Residencia, è stato costruito a soli tre chilometri dalla cima del Cerro Paranal, consentendo agli astronomi di fuggire dall’arido ambiente desertico. La premiata costruzione in cemento, acciaio, vetro e legno è stata progettata dagli architetti tedeschi Auer, Weber, Assoziierte come una forma a L sotterranea, con una cupola di 35 metri che copre un giardino interno. L’edificio è apparso anche nel film di James Bond Quantum of Solace e ha ricevuto l’attenzione di tutto il mondo. La produzione di Bond è stata attratta dalla location speciale e dall’architettura eccezionale della pluripremiata Paranal Residencia, una vera oasi nel deserto. Oltre alle sparatorie alla Residencia, si svolgeranno ulteriori azioni sulla pista di atterraggio del Paranal.

La produzione di Bond è stata attratta dalla location speciale e dall’architettura eccezionale della pluripremiata Paranal Residencia, una vera oasi nel deserto.

Fotogramma tratto dal film Quantum of Solace dove si può scorgere l’esterno della struttura in una delle scene d’azione.

PHAENO SCIENCE CENTER, 2005 ZAHA HADID

The International, Tom Tykwer, 2009

Zaha Hadid

Zaha Hadid è considerata la più importante rappresentante, in età contemporanea, dell’architettura declinata al femminile: vera e propria archistar di fama mondiale, prima donna a vincere il Pritzker Prize nel 2004, ha però iniziato la propria carriera come artista e si è occupata spesso di design d’arredo.

Il Phaeno è un museo della scienza a Wolfsburg dedicato ai fenomeni naturali ed ospitato in un edificio futuristico. Esteso su una superficie di 27.000 metri quadri, è una struttura di forma fluida “progettata per esaltare trasparenza e permeabilità – con il volume principale, destinato agli spazi espositivi, sollevato dal suolo a formare la copertura di una piazza pubblica”. L’edificio del Phaeno è rapidamente diventato uno dei simboli della città di Wolfsburg, in Bassa Sassonia, grazie al suo aspetto che ricorda una nave spaziale appena atterrata nel bel mezzo della città. Il progetto si fonda su un’insolita logica di volumetrie e strutture.

La struttura è stata utilizzata nel film The International, diretto da Tom Tykwer, assieme al mitico Guggenheim Museum di New York di Frank Lloyd Wright che funge da spazio per una delle scene principali. Le città in cui è stato girato il film includono Istanbul, Berlino, Lione, Milano e New York, mostrando nel complesso un catalogo di architettura “Internazionale”.

Fotogramma tratto dal film The International, nello sfondo Phaeno Science Center.

Fotografia degli spazi interni di Phaeno Science Center, Zaha Hadid, 2005.

A sinistra: uno scatto del palazzo da uno dei quartieri adiacenti.

A destra: alcuni fotogrammi tratti dal film Mission Impossible: Ghost Protocol.

BURJ KHALIFA, 2010 SKIDMORE / OWINGS / MERRILL

Mission Impossible: Ghost Protocol, Brad Bird, 2011

Studio SOM: Skidmore, Owings e Merrill La torre progettata da Skidmore, Owings and Merril nel 2002 e inaugurata nel 2010 è attualmente l’edificio più alto al mondo con i suoi 828 metri di altezza. Commissionata dall’emiro di Dubai allo studio SOM — Skidmore, Owings and Merrill nel 2002, durante il rilancio dell’Emirato sulla scena finanziaria ed immobiliare. Assume infatti tra i vari primati della sua realizzazione, quello di primo esperimento urbanistico a Dubai di torre-icona come fulcro e motore di un masterplan di scala ineditamente grande. La scena più elettrizzante e acrobatica di Mission Impossible: Ghost Protocol è stata girata sul Burj Khalifa. Tom Cruise lo teneva d’occhio fin dai tempi della sua costruzione: era in cerca di nuove strutture da scalare e da cui potersi lanciare, nei panni dell’agente segreto Ethan Hunt. Anche i produttori J.J. Abrams e Bryan Burk, visitando il Medioriente nel 2009, ne erano rimasti stupiti ed affascinati.

La troupe si è installata al 123° piano per sistemare tutta l’attrezzatura, gli impianti di perforazione, le gru e il necessario per la scalata esterna della star. Dopo aver rimosso tra le 15 e le 20 vetrate sono iniziate le riprese di una delle acrobazie più impressionanti e memorabili della serie, con cadute libere e lanci nel vuoto a faccia in giù, un’impresa memorabile anche per il nostro attore Tom Cruise.

A destra: una fotografia panoramica di Dubai con al centro il palazzo.

Il concetto di Utopia ha sempre sedotto il cinema. Sia nella sua accezione positiva, sia in quella negativa di un futuro totalitario, disumanizzato e senza via di fuga. I film proposti in questo capitolo si interrogano sul significato e sul valore dell’Utopia come movente dell’agire umano. Vengono presi in considerazione il genere cinematografico e letterario di accezione più utopica ma anche più distopico. Si cercherà di fare una panoramica che in ordine cronologico racconti come l’architettura influenza la società e il modo di vedere l'umanità in un futuro prossimo e di come la visione di un mondo ancora inesistente sia spesso caratterizzato dall’oscurità.

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