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Auroville
from Inside Utopia
A sinistra: Area della Pace, 12 giardini e Matrimandir, foto zenitale
A destra: incontro con Roger Anger per la pianificazione della città
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AUROVILLE LA CITTÀ DELL'ALBA DI AUROBINDO
“Dovrebbe esserci da qualche parte sulla Terra un luogo che nessuna nazione potrebbe rivendicare come proprio, dove tutti gli esseri umani di buona volontà che hanno un’aspirazione sincera potrebbero vivere liberamente come cittadini del mondo e obbedire a un’unica autorità, quella della verità suprema.” [ LA MADRE ]
Il nome “Auroville” è stato dato in omaggio a Sri Aurobindo, filosofo indipendentista indiano, significa “Città dell'Alba”. Auroville è stata fondata nel 1968 nel distretto di Villupuram dello stato di Tamil Nadu, in India presso la città di Pondicherry da un gruppo sotto le direttive di Mirra Alfassa“La Madre”, donna di origini francesi e devota collaboratrice spirituale di Sri Aurobindo. La città è stata disegnata dall’architetto Roger Anger e da altre figure legate alla progettazione. Ad oggi vivono circa 2.700 persone provenienti da tutta l’India e da 54 nazioni diverse, tra cui l'Italia.
Auroville è intesa per essere una città universale, dove uomini e donne di ogni nazione, di ogni credo, di ogni tendenza politica possono vivere in pace ed in armonia, realizzando l’unità umana nella diversità. Una città internazionale che ambisce ad una vita senza denaro, governo, religione o urbanizzazione selvaggia, costruita per tutte le persone, i movimenti culturali e le organizzazioni che vogliono contribuire significativamente. I suoi valori richiamano lo spiritualismo induista, il comunitarismo gandhiano, il marxismo e l’anarchismo.
Oggi Auroville è riconosciuta come il primo e unico esperimento in corso approvato a livello internazionale nell’unità umana e nella trasformazione della coscienza, che si occupa ed effettua ricerche sulla vita sostenibile e le future esigenze culturali, ambientali, sociali e spirituali dell’umanità.
L'ARCHITETTURA
Nel suo schizzo del 1965 di Auroville, Mirra Alfassa ha stabilito il concetto di base della città. Con questo schizzo suddivide il sito in quattro zone che costituiscono un aspetto importante della vita della città: industriale (nord), culturale (nord-est), residenziale (sud/sud-ovest), internazionale (ovest). Attorno a queste si sviluppa una Green Belt (cintura verde) composta da aree boschive, fattorie e santuari con insediamenti sparsi per coloro che sono coinvolti nel lavoro verde, un orto botanico, una banca dei semi, erbe medicinali, bacini idrici e alcune comunità. Roger Anger, l’architetto francese, venne incaricato di sovrintendere lo sviluppo fisico della città nel 1966. L’ultimo piano che ha prodotto, insieme a Pierre Braslawski e Mario Heymann, prevedeva una città a forma di galassia in cui diverse “braccia” o linee di forza sembrano svolgersi da una regione centrale che venne definita “Area della Pace”. Il lavoro di Anger ha integrato elementi di arte ornamentale moderna e astratta. Nel 1966 è stato nominato Chief Architect di Auroville. L'architettura si articola in uno spazio ridotto con lo scopo di dimostrare che un'alto standard di vita è possbile senza l'utilizzo di numerevoli risorse. La terra è limitata, le risorse sono limitate, l'acqua, l'eneregia tutte le cose rispondono a questa logica. Questo corrisponde ad uno degli aspetti sperimentali cardine della città. Al centro dello schema sorge l’edificio cuore di Auroville: il Matrimandir. La pianta della galassia mostra le quattro zone, che sono interconnesse attraverso la “Crown”, la seconda strada circolare attorno al Matrimandir. Dal Crown, dodici strade si irradiano verso l’esterno come parte dell’infrastruttura. Alcuni di essi sono accompagnati da un susseguirsi di grattacieli, che costituiscono le cosiddette “Linee di Forza”, essenziali per il quadro della città e per l’integrazione di tutti gli accessi al centro cittadino. Ma il piano non è finito, la città è ancora tutta da inventare.
In questa pagina : in alto a sinistra Area della Pace, 12 giardini e Matrimandir, foto di un drone dall’alto A destra Narendra Modi ( primo ministro) al Matrimandir
Nella pagina di destra: ritratti fotografici di Sri Aurobindo e Mirra Alfassa
SRI AUROBINDO, MIRRA ALFASSA
Sri Aurobindo (1872-1950), era un filosofo, nazionalista, scrittore, poeta e yogi indiano. Dopo essere stato coinvolto per molti anni come leader all’interno del movimento politico per garantire l’indipendenza dell’India, Sri Aurobindo dedicò il resto della sua vita agli studi dell’evoluzione dello spirito umano e allo sviluppo di una nuova filosofia yoga che sarebbe poi diventata nota come Yoga integrale. Mirra Alfassa (1878-1973), più nota come la Madre, era una collaboratrice di Sri Aurobindo, nonchè la sua compagna. Nacque in Francia, si trasferì in India nel 1920, dove arrivò a guidare i progetti di Sri Aurobindo dopo che questo si ritirò in isolamento fino alla sua morte. La Madre viveva a Puducherry dal 1920 e fu lì, nello Sri Aurobindo Ashram nel 1964, che l’idea di Auroville fu concepita. Sia Sri Aurobindo che la Madre avevano espresso nei loro primi scritti la necessità di iniziare, ad un certo punto, un esperimento collettivo in condizioni ottimali. La situazione si presentò con Mirra Alfassa, le idee furono tradotte in un progetto dall’architetto francese Roger Anger, stimato dalla Madre per le sue opere in Francia. Venne scelto un sito deserto vicino a Poducherry e diedero inizio ai lavori aiutati da 5.000 persone composte da volontari, progettisti visionari, come lo stesso Roger, oltre che ai fedeli della Madre.
Il Matrimandir, “tempio della Madre”, è un edificio di significato spirituale per i praticanti di yoga integrale. La costruzione e l'architettura di questo intero luogo si basano esclusivamente sugli insegnamenti di Sri Aurobindo. Il progetto copre un’area di 9 ettari, comprende il tempio principale, un anfiteatro e giardini. Ha la forma di un’enorme sfera circondata da dodici petali che rappresenta simbolicamente l’uovo cosmico. La cupola geodetica è ricoperta da dischi dorati e riflette la luce solare, che conferisce alla struttura il suo caratteristico splendore. All’interno della cupola centrale c’è una sala di meditazione conosciuta come la camera interna. Un percorso processionale corre tutto intorno alla spaziosa camera. Presenta una pianta dodecagonale ed ha un tetto conico. Le sue pareti sono rivestite di marmo bianco e il pavimento è ricoperto di moquette bianca. Una coppia di rampe a spirale fornisce l’accesso alla camera e si trova in un grande spazio aperto, caratterizzato da giardini, chiamato Area della Pace. Al centro della camera interna è posizionato il più grande globo di vetro otticamente perfetto del mondo, il cristallo forgiato dalla Carl Zeiss (70 cm. di diametro) che diventa il punto focale dell’attenzione a cui si aggiunge un eliostato progettato per dirigere i raggi del sole su questo globo. Questa è l’unica illuminazione per la camera di meditazione. Quando il sole non splende, viene utilizzata l’illuminazione artificiale per simulare l’effetto della luce naturale. La super struttura è sostenuta da quattro coppie di pilastri a forma di falce lunghi 38 metri che sono i principali componenti portanti. Questi moli sono stati nominati dalla Madre come Mahakali, Maheshwari, Mahalakshmi e Mahasaraswati, che simboleggiano rispettivamente forza, saggezza, armonia e perfezione. Nel 2008 la costruzione è stata completata e inaugurata.
IL PIANO UTOPICO
L’intero piano utopico parte dalla visione di Mirra Alfassa. Disegnò uno schizzo che divise il terreno scelto in varie aree specifiche e centrali per la vita ad Auroville. Questo schizzo è diventato nel corso degli anni un simbolo per gli abitanti e i fedeli portando con sé molteplici significati: il punto al centro rappresenta l'Unità, il Supremo; il cerchio interno rappresenta la creazione, la concezione della Città; i petali rappresentano il potere di espressione e realizzazione. La città è un focolaio di eco-sperimentazione creativa, con la trasformazione di una volta deserto in foresta, pannelli solari che alimentano gran parte della città, agricoltura biologica e costruzione sostenibile.
AREA DELLA PACE Al centro della città si trova l’Area della Pace, che comprende il Matrimandir ed i suoi giardini, l’Anfiteatro con l’ Urna dell’Unità Umana contenente il terreno proveniente da 121 nazioni e 23 stati dell’India. È presente anche un lago che aiuta a creare un’atmosfera di calma e serenità. CINTURA VERDE L’area cittadina con un raggio di 1,25 kilometri sarà circondata da una Green Belt (Cintura Verde) di 1.25 km di ampiezza. Come zona intesa per fattorie organiche, produzione di latte e derivati, giardini, orti, foreste ed aree per animali selvatici (wildlife), questa cintura agirà da barriera contro l’espansionismo urbano, provvederà una varietà di habitats per animali selvatici, e sarà una fonte di cibo, legname, medicine ecc., oltreché una zona ricreativa. ZONA INDUSTRIALE Un’area di 109 ettari a nord dell’ Area della Pace, la Zona Industriale, una zona per industrie “verdi”, si focalizza sugli sforzi di Auroville di costituirsi come una citta’ auto-sufficiente. Conterrà industrie di piccola e media scala, centri di addestramento, laboratori di arti e mestieri, e l’amministrazione cittadina. ZONA CULTURALE Pianificata su un’area di 93 ettari, situata ad est dell’Area della Pace, la Zona Culturale sarà un luogo per la ricerca applicata all’educazione e all’espressione artistica. In questa zona si situeranno le strutture per attività culturali, educative, artistiche e sportive. ZONA RESIDENZIALE È la più grande delle quattro zone cittadine, comprendente 189 ettari, la Zona Residenziale è circondata da parchi a nord, sud ed ovest. Questa zona vuole fornire un habitat ben integrato tra abitazioni individuali e collettive. Il 55% dell’area sarà verde, e solo il 45% sarà edificato, creando così una densità urbana in equilibrio con la natura. ZONA INTERNAZIONALE La Zona Internazionale, una zona di 74 ettari ad ovest dell’Area della Pace, ospiterà padiglioni nazionali e culturali, raggruppati per continenti. Il suo scopo principale è di creare una dimostrazione vivente di unità umana nella diversità attraverso l’espressione della genialità e del contributo di ogni nazione.
Nella doppia pagina precedente: una delle entrate principali del Matimandir
A sinistra: schizzo della Madre
A destra: modellino in scala della pianta di Auroville, 1968; Roger Anger con in mano il modello in miniatura del Matrimandir
ROGER ANGER
Roger Anger (1923-2008) si diplomò nel 1947 all'Ecole des Beaux-Arts, era appassionato di pittura e scultura. Il suo studio era pieno di opere d'arte che sfornava continuamente in gran numero fino ai suoi ultimi giorni. Anger è stato capo architetto del comune internazionale di Auroville e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Auroville. Abbandonando l'architettura commerciale, sciolse la sua collaborazione in Francia per accettare il progetto Auroville come lavoro a tempo pieno. Era uno scultore, artista, architetto e progettista. Negli anni '60 Roger era un'architetto conosciuto per diverse opere e progetti in Francia. Aveva già eseguito oltre cinquanta progetti su larga scala ed era noto per il suo stile significativo. Il progetto Auroville iniziò con l'incontro a Ponducherry con Mirra Alfassa la quale gli presento l'idea e la possibilità di entrare a farne parte. Il lavoro di Roger è stato quello di andare a definire dei criteri di vita e ripensare l'architettura in relazione a questi per la comunità della Madre. La sua responsabilità era quella di garantire la forma urbana di Auroville, e i suoi ultimi sforzi ruotavano attorno alla creazione di una struttura di governo adeguata che promuovesse lo sviluppo della città. Tutta la sua energia è stata spesa per creare le condizioni per la città a venire. Ha prodotto proposte anche per altre città: Salem, Kudremukh e Faridabad. Il fattore che più di tutti ha guidato lo sviluppo complessivo del Matrimandir e l'unico fattore che ha portato all'incarnazione di una bellezza superba era Roger.
IL MASTER PLAN
Il lavoro di Anger ha integrato elementi di arte ornamentale moderna e astratta. Tuttavia, la serie di edifici educativi lì, sebbene meno immediatamente appariscenti, sono più originali nella forma, e servono come manifestazioni fisiche della visione radicale della Madre per nuovi modelli di educazione. Qui l’architetto Joanne Pouzenc riflette sulla ponderata fusione di funzione, struttura, simbolismo e teoria di Anger. Sin dall’inizio, i primi edifici ad Auroville furono il risultato di una sperimentazione più tipicamente associata alla scultura che all’architettura. Costruita con il tempo non con il denaro. Insieme ad un paio di case unifamiliari, Roger Anger, lavorando secondo la visione della Madre per l’educazione al design, ha costruito quattro scuole, che contemporaneamente forniscono un laboratorio unico per la sperimentazione educativa, pur essendo oggetti architettonici di rara bellezza. Nascoste dietro gli alberi non lontano dall’ingresso principale di Auroville. I quattro edifici siedono insieme come manufatti unici, ciascuno con una funzione diversa e per una fase diversa della teoria educativa della Madre. Gli edifici, Last School, After School 1, After School 2 e No School - i loro nomi sottolineano l’intenzione di superare le nozioni classiche di educazione - emergono come scolpiti dal suolo. Non ci sono aule nelle scuole di Anger, poiché non ci sono materie da insegnare nella comprensione classica del termine. Gli spazi riflettono l’idea di implementare la conoscenza in modo fluido senza una struttura rigida. In queste scuole, gli insegnanti fungono da mediatori e sono invitati a seguire i pensieri degli studenti spiegando un argomento dall’altro mentre si presentano, portando alla teoria dell’educazione una lezione sul potenziale dell’imprevisto.
L’approccio del Master Plan è quello di stabilire che le risorse intellettuali ecomiche e umane, che normalmente gravitano nelle aree urbane, possono essere utilizzate efficacemente per diffondere lo sviluppo in modo più uniforme e per creare una società
A sinistra: centro Sharanam per lo sviluppo rurale
A destra: in alto residence Auromodele di Roger Anger; in basso asilo Nandanam
La città vuole diventare un punto di riferimento per lo sviluppo eco sostenibile e l’innovazione sociale del mondo.
equa ed economicamente sana. L’obiettivo sperimentale più ampio del sito e della sua architettura stesso è quello di creare un intero sistema orientato verso una visione dell’abitare che si autogoverna e si autoalimenta. Il concetto di Auroville è quello di costruire una città che economizzerà sui bisogni del suolo introducendo approcci di sviluppo con un mix ottimale di densità e attraenti forme urbane e servizi, mentre la cintura verde circostante sarà una zona fertile per la ricerca applicata nei settori della produzione alimentare, silvicoltura, conservazione del suolo, gestione dell’acqua, gestione dei rifiuti e altre aree che favoriscono lo sviluppo sostenibile.
Il Master Plan Auroville prevede la strada come uno spazio comune per tutti. Ovunque il movimento veicolare sia consentito all’interno della stessa Auroville sarà limitato. Comprende questioni ambientali, integrazione di servizi e infrastrutture, traffico non inquinante, raccolta e conservazione dell’acqua, conservazione del patrimonio culturale, interazione con l’agricoltura biologica e progetti di imboschimento, nonché integrazione dei villaggi e esigenze di sviluppo regionale. Per la zona residenziale di 189 ettari, lo sviluppo sarà principalmente limitato a edifici residenziali della comunità, spazi di incontro della comunità, asili nido e bisogni educativi per gruppi di età inferiore, studi di lavoro, centri di pronto soccorso, parchi, parchi giochi, elementi paesaggistici, aree di parcheggio ecocompatibili, chioschi e minimarket, con in più la possibilità di piccoli atelier artigianali. Una città pedonale avrebbe un’atmosfera speciale. L’architettura sarebbe diversa da quella delle città autocentrate, fornendo una “vicinanza” che si trovava nelle città prima dell’avvento dell’automobile. Ci saranno passaggi visivamente interessanti, così come spazi urbani a misura d’uomo. Le principali attività di costruzione in città proseguiranno per molto tempo e, ancora, ad Auroville mancano i mezzi per sostituire il trasporto non inquinante.
VIVERE AD AUROVILLE
SVILUPPO SOCIALE
Il 45% della popolazione è indiana, mentre l’Italia è la quarta nazione più rappresentata dopo l’India, la Francia e la Germania, con ben 124 residenti. Per diventare residenti permanenti, i nuovi arrivati devono contribuire attivamente alla comunità per almeno due anni, senza mai allontanarsi da essa. Un comitato ristretto analizza poi le richieste di residenza, ed il primo gesto richiesto ad ogni nuovo cittadino è quello di piantare un albero: grazie a questa iniziativa, è nata una foresta in mezzo al deserto. L’intera comunità è finanziata da UNESCO, Comunità europea, governo indiano, e da donazioni private, che insieme contribuiscono ad un bilancio complessivo annuale con circa 5 milioni di euro. La collettività decide come utilizzare i fondi e i profitti delle varie unità produttive vengono divisi equamente tra società, casse comunali e progetti specifici proposti dalla cittadinanza per sostenere le imprese locali e il bene comune. Ad oggi si contano oltre 150 piccole imprese e start up, che beneficiano dalla base interculturale di Auroville per creare progetti agricoli, artigianali, multimediali, culturali; alcuni anche legati all’industria del software e delle traduzioni. Una di queste realtà è Imagination, un’organizzazione fondata nel 1992 da due artisti sudamericani, per creare opportunità di lavoro attraverso la produzione di saponi naturali e prodotti tessili, realizzati con metodi ecocompatibili.
Tutti i profitti sono spartiti con l’intera comunità, nessuno percepisce un vero e proprio salario, bensì una sorta di sovvenzione paritaria. Non di rado, però, dato il basso costo della vita e la maggioranza di cittadini stranieri, molti decidono di rinunciarvi, vivendo grazie ai risparmi accumulati con il loro vecchio lavoro nei paesi d’origine. Per i nuovi arrivati, invece, è previsto che le spese del primo anno siano a loro carico; vengono, inoltre, incoraggiati ad investire i propri capitali all’interno della città. Come per ogni utopia che si rispetti, anche qui non mancano le difficoltà e i problemi e sarebbe ingenuo e mistificatorio ometterli. In Auroville ci sono diversi problemi legati alla sicurezza sociale, alla gestione delle risorse e delle proprietà e la comunità sta lavorando per prendere adeguati provvedimenti. In principio il progetto iniziale non era programmato per accogliere un tale numero di persone, infatti le risorse di acqua sono limitate, le proprietà non sono sufficienti per accogliere l’altissimo numero di richieste e l’economia locale stenta. Inoltre, al di fuori di Auroville ci sono delle gang pericolose che puntano la cittadina e bisogna fare particolare attenzione.
A sinistra: riunione per prendere decisioni comuni
A destra: bambina che gioia nello spazio interno della scuola After School 1
UNA CITTÀ CHE FUNZIONA
Il 30 dicembre 2011, il ciclone Thane ha colpito Auroville. Il vento era di 135 km/h, migliaia di alberi sono stati sradicati o decapitati. Molti edifici sono stati danneggiati. Ma l'oasi verde di Auroville rinasceva come una fenice, ben presto le tracce del ciclone sparirono: la città e gli auroviliani resistettero. Durante l’emergenza Covid-19 Auroville ha chiuso le sue porte ai visitatori dal 25 marzo e continua a rimanere chiusa. Uno spirito instancabile di volontariato e uno stile di vita autosufficiente sembrano aver aiutato Auroville a mantenere un track record di zero casi di Covid-19 nella sua comunità globale. Infatti, durante un periodo in cui il nuovo coronavirus si stava diffondendo silenziosamente in tutto il mondo, Auroville, aveva ricevuto circa 10.000 turisti da tutti gli angoli del mondo in gennaio e febbraio.
ARTE E CULTURA
L’arte gode di una fama molto venerata nella società aurovilliana e gran parte della comunità è composta da artisti e creativi. Auroville è la patria di una grande piattaforma che mostra e celebra varie forme d’arte diverse. I centri d’arte sono ampiamente diffusi qui. Alcune delle forme d’arte ammirate qui sono la danza, la musica classica, la poesia, la filmografia, solo per citarne alcune. Ci sono molti progetti artistici di gruppo e iniziative in corso qui, il che rende Auroville un luogo ideale per gli artisti in cui trovare asilo. Da un arido deserto, gli Auroviliani sono riusciti a creare una foresta lussureggiante che a volte sembra una giungla selvaggia Organizzata in un centinaio di unità di lavoro, ogni comunità sviluppa un particolare progetto in campi che vanno dall’agricoltura all’istruzione, salute, medicina olistica, artigianato, ricerca scientifica, informatica o architettura. È così che Auroville è piena di scuole, centri musicali e artistici, culturali, botanica, eco-costruzione, progetto di riforestazione, gestione delle foreste e dell’acqua ma anche cinema, case editrici, produzione tessile, centro di meditazione, ci sono progetti tanto rurali quanto urbani.
YOGA INTEGRALE
Molti Auroviliani, certamente quelli che sono venuti appositamente per la visione e la chiamata spirituale di Auroville, stanno praticando lo "Yoga integrale" come descritto da Sri Aurobindo, e si riferiscono naturalmente ad esso nelle loro comunicazioni nella vita quotidiana. Lo scopo central è la trasformazione del nostro modo di pensare, vedere, sentire ed essere umano superficiale, stretto e frammentario, in una profonda e ampia coscienza spirituale e in un'esistenza interiore ed esteriore integrata, e della nostra vita umana ordinaria in una interpretazione divina della vita.
A destra: in alto Chantal Gowa, pittrice; in basso Klara Brogli, ex giudice dalla Svizzera
LE ARCHITETTURE DI LOUIS KAHN IL SENSO DEL LUOGO
QUANDO SENSAZIONE E PENSIERO SI UNISCONO PER DARE VITA AD UNA FORMA IDEALE
Tra i nomi più discussi dell’architettura mondiale è doveroso citare il maestro Louis Kahn, che grazie alla sua mente innovativa e alla sua tendenza nel creare opere in contesti spesso discordanti con l’identità della costruzione stessa, ha dato vita ad un ideale unico, che è subito riconducibile a lui e a lui soltanto. Questa sua visione è la rappresentazione di un’architettura utopica, come possiamo riconoscere sia nelle sue creazioni più celebri sia nelle sue opere minori.
Louis Isidore Kahn nasce sulla piccola Isola di Osel in Estonia il 20 febbraio 1901. Alla tenera età di quattro anni, emigra dall’Unione Sovietica e si trasferisce negli Stati Uniti d’America, nello specifico in Pennsylvania. Esegue i suoi studi a Philadelphia dove si laurea in architettura nel 1924. Nel 1935 Louis Kahn si iscrive all’American Institute of Architects (AIA) e apre il suo primo atelier a Philadelphia. La vita di Louis Kahn ruota intorno a tre famiglie; questa sua esistenza frammentata comporta delle complicanze durante la sua vita e al momento della sua morte, avvenuta nel 1974, quando fu stroncato da un infarto alla Pennsylvania Station di New York.
Con il suo gusto primordiale e la sua abilità nel sapere organizzare gli spazi ha rivoluzionato l’idea di architettura moderna creando uno stile proprio e iconico. Le opere di Louis Kahn sono da ritenersi un’utopia per le scelte strutturali che l’architetto ha deciso di adottare nel tempo e per la posizione e il contesto ambientale in cui sono inserite. Particolare attenzione merita il pensiero filosofico che si nasconde dietro le opere dell’architetto, la filosofia è il fulcro attorno al quale prendono forma le sue creazioni e il motivo delle sue scelte così discusse. Famoso per il suo stile essenziale e geometrico, ha saputo realizzare opere monumentali, talvolta incomprese per chi le osserva ignorando la visione di questo eccentrico progettista. Per comprendere appieno il suo genio creativo e per conoscere gli argomenti cari all’autore, ripercorreremo i temi più significativi nei suoi progetti, citando le opere più considerevoli che hanno consacrato il suo nome tra quello delle grandi personalità dell’architettura moderna.
Sopra: l’architetto Louis Kahn nel 1962, chino sulla scrivania del suo atelier a Philadelphia (in Pennsylvania) intento a realizzare gli schizzi del suo progetto per la National Assembly di Dhaka, in Bangladesh.
A destra: l’edificio dell’Assemblea Nazionale. Concepito concettualmente nel 1959 dal governo del Pakistan come estensione della sede parlamentare. L’incarico è stato assegnato a Louis Kahn nel 1962, infatti spesso viene accreditato di aver introdotto l’architettura moderna in Bangladesh.