Inside Utopia

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Sulla scena dell’utopia L’architettura reale che ha anticipato l’iconico futuro cinematografico

Non è semplice immaginare l’architettura di domani, ciò nonostante più di un designer di fama internazionale si è già cimentato in progetti estremi, ai limiti dell’utopia. Il cinema, fin dalle sue origini, ha ricoperto un ruolo fondamentale nella costituzione dell’enciclopedia visiva dell’uomo moderno, e di conseguenza nella diffusione dell’immagine architettonica in virtù della capacità del cinema stesso di trasportare lo spettatore in una posizione di osservatore privilegiato; egli si ritrova così immerso in una riproduzione della realtà senza eguali grazie all’addizione del movimento, e quindi del fattore tempo, alla staticità pittorica e fotografica. Il cinema è l’arte della modernità per eccellenza, di una modernità della quale è anche figlio, nato dal connubio di tecnologia e mutamenti sociali. Interessante è individuare quelle strutture architettoniche utopiche che sono riuscite ad anticipare il futuro che viene narrato nei film e serie televisive. Dal Marin County Civic Center di Frank Lloyd Wright al Burj Khalifa commissionato allo studio SOM, si presentano ora le architetture utopiche intramontabili.

Maryn County Civic Center, 1957 The Chemosphere, 1960 Sculptured House, 1963 Brenton House, 1969 Ciudad de las artes y las Ciencias, 1996

Guggenheim Museum Bilbao, 1997 Maison à Bordeaux, 1998 ESO hotel, 2002 Phaeno Science Center, 2005 Burj Khalifa, 2010 Sulla scena dell’utopia

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