GlamourAffair Vision 2020_03.04

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n.08

2020/03.04 READ ON

glamouraffair.vision RIVISTA BIMESTRALE DI FOTOGRAFIA, ARTE E DESIGN BIMONTHLY REVIEW OF PHOTOGRAPHY, ART AND DESIGN

Registrazione al Tribunale di Milano n° 27 del 14/02/2019 Registration at the Law Court of Milan n° 27 of 14/02/2019

Cover Credits © CHRISTOPHE MOURTHÉ | The Kiss, Dita Von Teese

Editorial Staff Direttore responsabile | Editor in Chief ALESSIO GILARDI Direttore artistico | Art Director FLAVIO TORRE - satisfystudio photo Direttore digitale | Digital Director STEFANO GILARDI

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CHRISTOPHE MOURTÉ interview AMANDINE URRUTY exhibition EDGAR TAKOYAKI analog project PREDRAG POPARA abstraction PRINCESSEHOF | i29 museum LABY B performer EPHEBE | F. Terenziani editorial HOUSE IN TAKAMATSU architecture HAUNTED ROOM | V. D’Onofrio gallery NAUSICA DJ producer GABRIELLA BAROUCH illustrator GIUSEPPE PIROZZI portfolio VIPP SHELTER untraditional hotel NICK DEWOLF foundation #GADDICTED the Instagram selection ME WITH... | Elisa Pagano workshop


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CHRISTOPHE MOURTHÉ


interview

INTERVISTA DI LORENZA BACCHIERI, IDEATRICE DEL BRAND LADYDIABOLIKA “La Donna è un’Arte” è così che Christophe Mourthé ha intitolato la sua Biografia ed è questo l’aspetto che vi voglio raccontare di questo grande artista francese. Christophe ed io ci siamo conosciuti diversi anni fa a Parigi, mi trovavo là mentre presentava l’uscita della sua autobiografia e così abbiamo avuto l’occasione di conoscerci di persona. Leggendo poi il suo libro ho trovato così tante cose in comune con lui che è stato inaspettato e fantastico allo stesso tempo. Un anno dopo pianificammo uno shooting insieme e da quel momento in poi ho scoperto un nuovo mondo pieno di magia e di erotismo. In più, ogni volta che pianifichiamo uno shooting, adoro creare qualche capo speciale che poi combino col suo guardaroba straordinario.

“La Femme est un Art” this is how Christophe Mourthé entitled his Biography and this is what I want to tell you about this great french artist. Christophe and I met in Paris several years ago, I was there when he presented his autobiography and so we got the chance to meet each other personally. Reading his book I found so many things in common with him which was pretty unexpected and cool at the same time. One year later we planned to do a shooting together and from that moment on I discovered a whole new world full of magic and erotism. Plus, every time we plan a shooting, I love to create some special outfit for our sets and then combine it with his incredible wardrobe.

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Lorenza Bacchieri: Quindi partiamo, benvenuto Christophe! Come definiresti il tuo mondo fotografico e che cosa l’ha influenzato? Christophe Mourthé: Il mio universo fotografico è un mix di glamour, erotismo discreto ma sempre presente, chic parigino, un po’ di sense of humor sempre con dei riferimenti alle icone sensuali dei film o della musica e alla fine di tutto questo aggiungo un po’ della mia vita. Le basi dell’amore, dell’erotismo, del fetish e del glam. E’ sempre difficile definirlo perché ognuno percepisce sensazioni diverse. Il mio lavoro nasce dalla mia dark side, ovvero le notti del mio passato in cui ho preso parte ad ogni genere di esperienza sia in amore che in ambito sessuale, alla fine degli anni ‘70. Sono stato influenzato dal movimento di liberazione delle donne in quegli anni, quando le donne iniziarono a prendersi il loro potere, donne come Susi Quatro, la prima Lady rock, Debby Harry conosciuta anche come Blondie, la pantera del rock numero uno, Abba, Donna Summer... Giusto per citarne alcune dall’industria discografica. All’epoca ho pensato immediatamente che fossero veramente importanti per me e per il mondo. Così ho pensato che attraverso il mio lavoro avrei realizzato i loro desideri.

Like a Virgin

Dita Von Teese, Oscar Wilde Suite

Lorenza Bacchieri: So here we go, welcome Christophe! How would you define your photographic world and what influenced it? Christophe Mourthé: My photographic universe is a mix of glamour, discreet but always present eroticism, Parisian chic, a little sense of humor always with references to the sensual icons of films or music and at the end of all this I add a bit of mine life. The basics of love, eroticism, fetish and glam. It is always difficult to define it because everyone perceives different sensations. My work was born from my dark side, or the nights of my past in which I took part in every kind of experience both in love and in the sexual sphere, at the end of the 70s. I was influenced by the women’s liberation movement in those years, when women began to take over, women like: Susi Quatro, the first Lady rock, Debby Harry also known as Blondie, the number one rock panther, Abba, Donna Summer... just to name a few from the record industry. At the time I immediately thought that they were really important to me and to the world. So I thought that through my work I would make their wishes come true. LB: Come scegli le tue modelle e cosa ti piace maggiormente durante il processo creativo? CM: Oh!!! Questo è uno dei punti cardine della mia vita. Io mi innamoro sempre delle mie muse più importanti. Questo aspetto è fondamentale per fare in modo che io riesca a dare il meglio. Adoro il crescente gioco di seduzione che si innesca con loro, a volte il nostro lavoro fotografico è sufficiente e a volte no e quindi entrano a far parte della mia vita, ma è una cosa che capita eccezionalmente. Le scelgo esattamente come quando mi innamoro e per questo voglio dare loro il meglio. C’è sicuramente della seduzione, una sensazione che riesco a percepire, una forma di amore o comunque una sorta di attenzione speciale. In più amo collezionarle. LB: How do you choose your models and what do you like most during the creative process? CM: Oh!!! This is one of the cardinal points of my life. I always fall in love with my most important muses. This aspect is fundamental to make sure that I can give my best. I love the growing game of seduction that starts with them, sometimes our photographic work is sufficient and sometimes not and therefore they become part of my life, but it is something that happens exceptionally. I choose them exactly like when I fall in love and for this I want to give them the best. There is certainly seduction, a sensation that I can perceive, a form of love or in any case a kind of special attention. Plus I love to collect them. LB: Sei anche uno stylist fantastico, come fai ad avere sempre gli accessori perfetti per ogni tipo di set? Dove li trovi? CM: Sono un collezionista incallito e colleziono di tutto per rendere migliori le mie fotografie. Ho costantemente idee per farne sempre di migliori. Almeno ci provo. Voglio rendere le mie modelle felici del mio lavoro e della mia visione della femminilità e affinché questo accada amo fare acquisti nell’universo del vintage francese. Frequento negozi di antiquariato da circa 30 anni.

Zdenka and Simba 6


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Gunblast Vodka


8 Cynthia and Bikes


LB: You are also a fantastic stylist, how do you always have the perfect accessories for every type of set? Where do you find them? CM: I am an inveterate collector and I collect everything to make my photographs better. I constantly have ideas to always make better ones. At least I try. I want to make my models happy with my work and my vision of femininity and for this to happen I love to shop in the vintage French universe. I have frequented antique shops for about 30 years. LB: Non mi sono mai sentita più femminile di fronte a una macchina fotografica, raccontaci, qual è il tuo segreto per ottenere questo dalle tue modelle? CM: Le modelle generalmente dicono che creo qualcosa di speciale con loro, una sorta di relazione pura piena di amore, rispetto e attenzione. Forse percepiscono il desiderio... LB: I’ve never felt more feminine in front of a camera, tell us, what’s your secret to getting this from your models? CM: Models generally say that I create something special with them, a kind of pure relationship full of love, respect and attention. Maybe they perceive desire... LB: Ami creare uno stile forte e personale, dove trovi ispirazione per i tuoi stili e chi sono le tue icone? CM: Ho una certa idea della DONNA. La mia donna è femminile, fragile, bellissima e di classe. Generalmente amo le castane chiare tinte di biondo e qualche mora eccezionalmente. Tra le icone preferite che hanno ispirato la mia ricerca ci sono state all’inizio Lili St Cyr, poi Angie Dickinson che indossava un corsetto nero nel film “Rio Bravo”, poi Ursula Andress e Honor Blackman nei film di James Bond, successivamente Ann Margret che seduceva Elvis in “Viva Las Vegas”, Raquel Welch nel film “100 riffles”, Debbie Harry del gruppo musicale Blondie e un grande classico Ava Gardner (la migliore bruna del mondo), Sharon Tate, Mireille Darc, Hedy Lamarr, Lana Turner, Gene Tierney, Eve Marie Saint, Brigitte Bardot e Marilyn ovviamente. Se le osservate tutte, hanno dato gli spunti migliori che si ritrovano nella donna di oggi. LB: Do you love creating a strong and personal style, where do you find inspiration for your styles and who are your icons? CM: I have a certain idea of the WOMAN. My woman is feminine, fragile, beautiful and classy. Generally I love light brown hair with tints of blond and some brunette exceptionally. Among my favourite icons that inspired my research there were at the beginning Lili St Cyr, then Angie Dickinson who wore a black corset in the movie “Rio Bravo”, then Ursula Andress and Honor Blackman in the James Bond films, then Ann Margret who seduced Elvis in “Viva Las Vegas”, Raquel Welch in the movie “100 riffles”, Debbie Harry of the Blondie band and a great classic Ava Gardner (the best brunette in the world), Sharon Tate, Mireille Darc, Hedy Lamarr, Lana Turner, Gene Tierney, Eve Marie Saint, Brigitte Bardot and Marilyn of course. If you look at all of them, they gave the best ideas that can be found in today’s woman. LB: Utilizzi armi come pistole e coltelli per i tuoi set: da dove arriva questa passione? CM: ... E tacchi alti e pellicce e tutto ciò che può essere seduzione. Pistole e coltelli nelle mani di una donna sono sempre un mezzo sensuale per mostrare il potere di una donna... Attraverso di essi l’immagine della donna viene rafforzata, sprigiona sensualità, attira indubbiamente l’uomo e dà vita sicuramente a fantasie. LB: You use weapons like guns and knives for your sets: where does this passion come from? CM: ... And high heels and furs and all that can be seduction. Guns and knives in a woman’s hands are always a sensual means to show the power of a woman ... Through them the image of the woman is strengthened, releases sensuality, undoubtedly attracts the man and certainly bring to life fantasies. Christophe and Lory in backstage 9


10 Ladydiabolika, Citroen 2CV


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Zdenka and Manon


12 Ingrid Emma Peel


LB: Qual è il tuo rapporto con calze e tacchi? CM: Sono strettamente connesso a tutto ciò che contribuisce a rendere una Donna un personaggio di alta classe. Se si guarda indietro a 60 anni fa, la Donna era superlativa. Non come ora che gira in scarpe da ginnastica della Nike, indossando abiti di Zara fatti in Cina. Quindi, non solo calze e tacchi alti. LB: What is your relationship with socks and heels? CM: I am closely connected to everything that contributes to making a woman a high class character. If you look back 60 years ago, Donna was superb. Not like now running in Nike sneakers, wearing Zara clothes made in China. So not only socks and high heels. LB: Durante la tua fantastica carriera hai scattato modelle e artisti e per questo esiste tutta una completa e succosa biografia, ma perché non ci racconti come è iniziata la tua carriera nella fotografia Glamour e fetish? CM: Ho iniziato a scattare sul palco, teatro, attori famosi e cantanti dal 1979. Nel 1986/87 ho lavorato con Mylène Farmer. L’ho trasformata in una rossa fiammante. Ma è nel 1990 che ho incontrato la prima donna che rappresenta una svolta importante: MARLENE. Abbiamo realizzato insieme i nostri sogni erotici e fetish. E’ stata la donna perfetta con cui iniziare una seconda carriera, più sexy, più divertente, più glam e moderna. E’ stato prima di Madonna e il suo libro: Sex. E’ importante avere una visione in anticipo di ciò che si manifesterà successivamente anche nella moda. Bisogna essere classici ma con un raffinato tocco moderno se si vuole sopravvivere per sempre... Sono stato sicuramente il primo fotografo che ha mostrato un sogno fetish moderno. LB: During your fantastic career you have taken models and artists and for this there is a complete and juicy biography, but why don’t you tell us how your career in Glamour and fetish photography started? CM: I started shooting on stage, theater, famous actors and singers since 1979. In 1986/87 I worked with Mylène Farmer. I turned it into a flaming red. But it is in 1990 that I met the first woman who represents an important turning point: MARLENE. We made our erotic and fetish dreams together. She was the perfect woman to start a second career, sexier, more fun, more glam and modern. It was before Madonna and her book: Sex. It is important to have a vision in advance of what will later manifest itself also in fashion. You have to be classic but with a refined modern touch if you want to survive forever ... I was definitely the first photographer who showed a modern fetish dream.

Marlene

Zdenka

LB: Quando sono venuta a trovarti la prima volta sono rimasta totalmente colpita dai tuoi capolavori ispirati a Casanova, perché hai scelto di evocare quel mondo nelle tue foto? CM: Perché mi ispiro al XVIII secolo... All’inizio degli anni ‘80 a Roma ho fotografato Fellini, Zeffirelli, (è meraviglioso quando incontri il Genio!!!), poi alcuni viaggi a Venezia mi hanno trasmesso lo spirito per il bello. Nel XVIII secolo tutto era di altissimo livello. La scienza, donne, uomini, costumi, acconciature, trucco.... E Casanova, il libro e il film “Barry Lindon” sono stati di estremo aiuto. E’ stato come un elettroshock. LB: When I came to see you the first time I was totally impressed by your Casanova-inspired masterpieces, why did you choose to evoke that world in your photos? CM: Because I am inspired by the 18th century... At the beginning of the 80s in Rome I photographed Fellini, Zeffirelli, (it’s wonderful when you meet the genius !!!), then some trips to Venice have sent me the spirit for beauty. In the 18th century, everything was of the highest standard. Science, women, men, costumes, hairstyles, make-up .... And Casanova, the book and the film “Barry Lindon” have been extremely helpful. It was like an electric shock. Casanovas 13


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Alice in Fetishland


LB: Oggi come oggi vediamo influenze fetish ovunque, nella moda, nella musica, nei magazines ecc., pensi che la gente sia pronta ad esplorare questo mondo con una mentalità realmente aperta? CM: La gente non era pronta negli anni ‘90, ma la moda, la musica e la pubblicità hanno trovato ispirazione nelle mie fotografie. Hanno ammesso il fetish style nelle loro pagine. Ma possiamo spingerci molto più in là se la lega Femminista non sputtana il nostro mondo. LB: Today as today we see fetish influences everywhere, in fashion, in music, me magazines etc., do you think people are ready to explore this world with a really open mind? CM: People were not ready in the 90’s but fashion, music and advert have found inspiration in my pictures. They have admit we can use fetish style in their pages. We can go further if the Feminist league don’t sheet our world. LB: Hai nuovi futuri progetti che vuoi condividere con noi? CM: Tra non molto, sarà il 40° compleanno dello spirito di Christophe. Il tempo passa in fretta... Vorrei fare un tributo a me stesso con un grande libro... molto GRANDE. LB: Do you have any new future projects that you want to share with us? CM: Soon, it will be the 40th birthday of the spirit of Christophe. Time passes quickly... I would like to pay tribute to myself with a great book... very BIG.

WEBSITE | christophemourtheartphotography.com FACEBOOK | Christophe Mourthé INSTAGRAM | @christophe_mourthe

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NEVER AGAIN

AMANDIN


exhibition

E URRUTY

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LE CALICE


MADE IN THE DARK La Dorothy Circus Gallery è orgogliosa di presentare in esclusiva presso la sua sede londinese Made In The Dark, prima personale dell’artista francese Amandine Urruty su suolo britannico. La mostra inaugura in data venerdì 26 marzo al 35 di Connaught St. (Londra) proponendo una serie inedita di 10 disegni, per rimanere allestita fino al 26 aprile 2020. Made In The Dark si inserisce nella programmazione espositiva 2020 della Dorothy Circus Gallery Rome & London, “The Year of Love”, per un ulteriore importante incontro tra la proposta curatoriale della galleria e la ricerca profondamente simbolista della Urruty, concretizzatasi per l’occasione in una narrazione che celebra la rottura sentimentale con il passato, raccontata dall’artista francese attraverso le 10 grandi opere che compongono la sua nuova personale. Un significato ambivalente e dolceamaro, dunque, è dato al valore di queste tele, i cui bianconeri caratteristici dell’estetica di Urruty riportano alla mente il sapore antico della memoria e del ricordo - evocazione di fotografie vintage - e il cui intento si formalizza proprio in quell’indagine introspettiva ed esplorativa in grado di restituire immediatamente allo spettatore i propri ricordi d’infanzia e di giovinezza. Immersi nell’atmosfera trasognante e labirintica dei suoi disegni, torniamo alle memorie dei primi amori, alle scoperte e al gioco dell’infanzia, riascoltando quella musica impressa su di un nastro arrotolato con cura e conservato in un baule chissà dove e altrettanto racchiuso e registrato nella nostra memoria così come tutto quello che abbiamo vissuto con esso. Diversamente da una prima lettura, le opere dell’artista francese non sono tanto caratterizzate da un’anima crepuscolare quanto da una forte iconografia pop, che si incarna attraverso l’allegria dei personaggi e dei numerosi abitanti della singolare Wunder Kammer che caratterizza ogni quadro. Con un eccezionale talento pittorico Amandine Urruty è capace di intrecciare il racconto dentro il racconto e in ogni opera cucire una storia densa di contenuto e dettagli divertenti, che leggiamo dalla prospettiva di come eravamo, lasciando che nella fitta trama ci sia spazio unicamente per la nostra fantasia, come bambini davanti allo scaffale di una bottega piena di giocattoli. Dall’atteggiamento carnevalesco di First Fruits al lascivo di Venere di Venus, l’artista mostra chiaramente i suoi riferimenti stilistici che mostrano l’influenza delle opere di Magritte e di Pacome Thiellement, passando per le immagini fiabesche di Donkeyskin, che riporta il ricordo dell’osservatore alle fiabe dell’infanzia e dei suoi sogni, a volte rassicuranti, a volte inquietanti. In particolare, le sue opere sono un omaggio al pittore olandese Hieronymus Bosch, e tuttavia - come il giornalista della rivista Hi Fructose, Mike Mariani sottolinea – “supera la complessità del maestro nei temi religiosi con immagini della cultura pop”, molto importante per l’artista. Amandine Urruty riesce nell’intento di farci sperimentare quella Saudade che lo scrittore italiano Antonio Tabucchi ha definito come “qualcosa di straziante, ma che può anche intenerire, e non si rivolge esclusivamente al passato ma anche al futuro, perché esprime un desiderio che vorreste si realizzasse. E qui le cose si complicano perché la nostalgia del futuro è un paradosso”. La ricchezza concettuale e pop-surrealistica della Urruty quindi si sposa con la minuzia e il virtuosismo della sua tecnica, caratterizzata da un uso sapiente e preciso della grafite che riempie ogni singolo centimetro delle grandi opere dell’artista, la cui matericità e l’ineccepibile resa pittorica di un iperrealismo fantastico aiutano a rendere con ancora maggiore impatto il raccoglimento emotivo che esse stesse ci impongono, lasciandoci liberi di chiudere gli occhi e concederci di tornare indietro a vagare nel nostro labirinto notturno ancora parzialmente inesplorato e segreto.

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SMILES


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WONDERS


MADE IN THE DARK Dorothy Circus Gallery is proud to present Made In The Dark, the first solo exhibition of the French artist Amandine Urruty on British soil. The exhibition opens on Friday 26 March at 35 in Connaught St. (London) offering an unpublished series of 10 drawings, to remain set up until 26 April 2020. Made In The Dark is part of the 2020 exhibition programme of the Dorothy Circus Gallery Rome & London, “The Year of Love”. As an important meeting between the curatorial overture of the gallery and the deep symbolic research of Urruty, “The Year of Love” takes place for the occasion to celebrate the sentimental break from the past, which the French artist shows through the 10 great works through her corpus. An ambivalent and bitter-sweet meaning is given to the value of these canvases. The use of black and white - characteristic of Urruty’s aesthetics - brings to the mind the ancient flavour of memory - like the vintage photographs - and whose intent is formalised precisely in that introspective and investigation able of reminding the viewer past memories of childhood and youth. Immersed in the dreamy and labyrinthine atmosphere of his drawings, we return to the memories of his first loves, the discoveries and the game of childhood, listening to that music imprinted on a carefully rolled tape and kept in a trunk who knows where it is just as enclosed and recorded in our memory as well as everything we have experienced with it. These works are not so much characterised by a dark soul but by a strong pop iconography, which is embodied through the joy of the characters and the several inhabitants of the particular Wunderkammer in each paintings. With an exceptional pictorial talent, Amandine Urruty is able to weave a story into a bigger story. Also in each work she sews a story full of objects and fun details, which we read from the perspective of how we were in the past: like children in front of a shelf in a shop full of toys. From the carnivalesque attitude of First Fruits to the lascivious Venere of Venus, the artist clearly shows her stylistic references which show the influence by works of Magritte and of Pacome Thiellement, passing through Donkeyskin’s fairytale imagery, which brings the memory of the observer well back to the fairy tales of childhood and of their dreams, sometimes reassuring, sometimes disturbing. In particular, her works are a homage to the Dutch painter Hieronymus Bosch, and yet - as journalist of Hi Fructose magazine, Mike Mariani points out - surpasses the master’s complexity of the “religious themes for pop culture imagery”, very important for the artist works. A rich narrative as if to weave the plot of a single dream in a sleepy path that takes us back to games, to friends, to the days of which the reading inevitably remains dreamlike and faded, but undeniably seasoned with that veiled Pop spirit of nostalgia for what has now been and will no longer be. Amandine Urruty succeeds in making us experience that Saudade that the Italian writer Antonio Tabucchi has defined as “something heartbreaking, but which can also soften, and does not appeal exclusively to the past but also to the future, because it expresses a desire that you would like to realised. And here, things get complicated because nostalgia for the future is a paradox.” The conceptual and pop-surrealistic richness of Urruty therefore marries with the minutia and virtuosity of her technique, characterised by a wise and precise use of graphite that fills every single centimetre of the works. The latter’s materiality and impeccable pictorial rendering of a fantastic hyperrealism help to make the emotional memory with even greater impact, freeing us to close our eyes and allowing us to go back to wander in our still partially unexplored and secret night labyrinth.

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VENUS


ABOUT AMANDINE URRUTY

Nata nel 1982 a Parigi, Amandine Urruty è un artista pop surrealista. Dopo aver studiato Arti Plastiche all’Università di Tolosa e una breve carriera come cantante, Urruty si dedica al suo primo amore, ovvero la pittura di animali e nudi. Caratterizzata da una strutturata tecnica a matita e influenzata da Hieronymus Bosch, la Tattoo art, il Surrealismo, la fotografia vittoriana, i giocattoli antichi e la cinematografia Noir, la Urruty è in grado di creare un mondo iper-realistico in cui riferimenti alla cultura moderna si muovono attraverso il tempo e lo spazio. Le opere monocromatiche di Amandine Urruty sono pervase da un senso di ironia, che ci riporta alla mente i ricordi dell’infanzia e allo stesso tempo crea uno stato di gioia e di introspezione. Fin dagli inizi della sua carriera, l’artista ha partecipato a più di settanta mostre in tutto il mondo. Ha anche publicato quattro libri monografici: « Robinet d’Amour » (Les Requins Marteaux, 2011), « Dommage Fromage » (United Dead Artists, 2014), « Certains l’Aiment Chiot » (Critères, 2018) e « The Party » (United Dead Artists, 2018). La sua attività è ora divisa tra mostre, illustrazione e pittura murale.

Born in 1982 Paris, Amandine Urruty is a Pop Surrealist artist. After studying at University of Toulouse Plastic Arts and a brief career in underground music as singer, since 2012 Urruty devotes herself to draw her first loves, namely animals and humans figures. Armed with a solid pencil technique and inspired by Hieronymus Bosch’s, Tattoo art, Surrealism, Victorian photography, antique toys and Noir movies paintings, Urruty’s hyper-detailed world is one where references jump across time and space to define the artist’s own vision of modern culture. Moreover, Urruty’s monochrome artworks are pervaded by a sense of irony which brings back memories of childhood as well as creates state of joy and introspection. Since the beginning of her career, she took part in more than seventy exhibitions around the world. She also published four monographic books: « Robinet d’Amour » (Les Requins Marteaux) in 2011, « Dommage Fromage » (United Dead Artists, 2014), « Certains l’Aiment Chiot) (Critères, 2018) and « The Party » (United Dead Artists, 2018). Her activity is now shared between exhibitions, illustration and wall painting.

WEBSITE | amandineurruty.com INSTAGRAM | @amandineurruty

Dorothy Circus Gallery 35 Connaught St, St. George’s Fields, London (UK) +44 7551 929124 info@dorothycircusgallery.uk www.dorothycircusgallery.uk

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www.amandineurruty.com 25


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EDGAR TAKOYAKI

Shibuya Shell


analog project

Fin da ragazzo sono stato attratto dal Giappone e dalla sua cultura. Il 2005 fu l’anno della mia prima visita in Giappone. Tokyo superò tutte le mie aspettative e accese la mia creatività, ed è anche il luogo dove la mia carriera da fotografo ebbe inizio. Ho realizzato mostre in gallerie d’arte americane e a Londra nel Regno Unito. Dal 2016 fino ad oggi, la Dab Art di Ventura, in California, mi rappresenta come galleria. Fotografo in medio formato e pellicola 35mm. Attualmente vivo a Ventura, in California, con mia moglie Kendra. Questo progetto ha avuto inizio più di dieci anni fa durante il mio primo soggiorno a Tokyo. Da quel primo viaggio ci ritorno quasi ogni anno per fotografare il più possibile la cultura e la bellezza che Tokyo è in grado di offrire. Le grandi città come Tokyo, Osaka e Nagoya sono così popolate e affollate da stimolare molto a livello visivo. Vorrei catturare il più possibile dell’impatto visivo che questi luoghi offrono, utilizzando macchine fotografiche analogiche. Io uso una NIKON F3 per le foto con pellicola da 35mm e una Mamiya C330 per il formato medio. Alcune foto sono a doppia esposizione o catturano riflessi di vetrate che mostrano come ricchi e pieni possano essere questi ambienti. Altre rappresentano semplicemente scatti che dimostrano la grande varietà di una città come Tokyo.

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Akasaka Taxi

Shimbashi


Nagoya Reflection

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Tokyo Station

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Akasaka Strong

Akiba


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Since I was a young boy, I have been drawn to Japan and its culture. 2005 marked my first visit to Japan. Tokyo exceeded all my expectations and sparked my creativity. It is also where my photography career began. I have exhibited in art galleries in America and London, U.K. In 2016 I received gallery representation through Dab Art in Ventura, California and am still working with them to this day. I shoot medium format and 35mm film. Currently I live in Ventura, California with my wife, Kendra. This project was started over a decade ago on my first trip to Tokyo. Since that first visit, I have returned almost every year to photograph as much of the culture and beauty that Japan has to offer. The larger cities like Tokyo, Osaka and Nagoya are so dense and packed with visual stimulation. I wanted to capture as much of the visual impact that these cities offer using analog film cameras. I use a Nikon F3 for the 35mm film photos and a Mamiya C330 for medium format. Some of the photographs are double exposures or layered window reflections that show how rich and dense these cities can be. Other photos are simply shots that show the grand scale of a city like Tokyo.

WEBSITE | etakoyaki.com INSTAGRAM | @etakoyakiphoto / @shortblade

FujiSan

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PREDRAG POPARA Nato a Trebinje (Bosnia ed Erzegovina), Predrag Popara ha seguito il suo sogno di essere un artista studiando pittura a Belgrado (Facoltà di Arti Applicate) e Vienna (Università delle Arti Applicate) dove ha avuto l’opportunità di lavorare con professori di alto livello come Adolf Frohner, Maria Lassnig e Christian Ludwig Attersee. La sua carriera è ricca di premi, numerose mostre personali e collettive tenute in Serbia e in molti altri paesi, tra cui Austria, Germania, Ungheria, Francia, Romania, Italia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, e presto le sue opere saranno esposte in Cina. Proveniente da un forte contesto geo-politico, il concetto artistico di Predrag Popara si basa sull’esplorazione di eventi significativi del dopoguerra, rivelando una testimonianza del nostro mondo contemporaneo. La totale devastazione della vita dopo la guerra è il soggetto principale delle sue tele astratte, in cui il risultato estetico illustra perfettamente le realtà odierne. La serie intitolata “The Burning Island” rappresenta l’anima dell’artista in cerca di esprimere la realtà in uno stato di cambiamento permanente; i suoi dipinti mostrano quindi un mix di pennellate frammentate e intensi strati di colori. “Le immagini che crea mostrano vari gradi di frattura e intensità ed evitano le forme del tardo modernismo. La vasta e intensa tela, che è il regno abituale della sua opera pittorica, funge da paradigma della nozione di post-verità che ha colpito sia la cultura globale, sia i modi solitari e individuali di comprendere le ansie che ci circondano ai giorni nostri”. (Nikola Suica, I dipinti di Predrag Popara come invocazioni in “The Burning Island”) L’arte di Predrag Popara coinvolge il caos e l’ordine, individuali e globali, la disconnessione e la connessione, il frammento e l’unità, che rappresentano micro e macro-realtà, esperienze ed emozioni. I dipinti di Predrag Popara rivelano una moltitudine di tecniche di stesura del colore, che vanno dai washed colors alle superfici caricate di pasta, come se fratturasse lo spazio e il tempo, il presente e il passato. I suoi paesaggi sono come ferite aperte di un recente passato bellicoso, e le frequenti pennellate arcuate sembrano far da ponte tra i mondi, le emozioni, i ricordi, il dolore. L’anima di Predrag Popara è tumultuosa e desiderosa di illustrare la contemporaneità di questo mondo colorato in sfumature di grigio (ugualmente distanti dagli estremi in bianco e nero), ma su cui lancia un raggio di speranza attraverso accenti di rosa e viola, verde o blu.

Born in Trebinje (Bosnia & Herzegovina), Predrag Popara followed his dream of being an artist by studying painting in Belgrade (Faculty of Applied Arts) and Vienna (The University of Applied Arts) where he had the opportunity of working with high class professors such as Adolf Frohner, Maria Lassnig and Christian Ludwig Attersee. His career is paved with prizes, numerous solo shows and group exhibitions in Serbia and in many other countries, including Austria, Germany, Hungary, France, Romania, Italy, Slovenia, Bosnia & Herzegovina and soon his works will be shown in China. Coming from an intense geo-political context, Predrag Popara’s artistic concept relies in the exploration of the significant post-war events, revealing a diversely layered testimony of our contemporary world. The utter devastation of life after the local war is the main subject of his abstract canvases, where the aesthetic disjuncture illustrates perfectly the present day realities. The series entitled The Burning Island represent the artist’s soul in search of expressing disjuncture, and the reality in a state of permanent change; therefore his paintings show a mix of fractured brush-strokes and intense layers of colours. “The images he creates display varying degrees of fracture and intensity, and eschew the liberating forms of Late Modernism. The vast, intensive canvas that is the habitual realm of his painterly work acts as a paradigm of the notion of post-truth that has struck at both global culture and solitary, individual ways of understanding the anxieties that surround us in the present day.” (Nikola Suica, The Paintings of Predrag Popara as invocations at ‘The Burning Island’) Predrag Popara’s art is about chaos and order, individual and global, disconnection and connection, fragment and unity, representing micro and macro-realities, experiences, emotions. Predrag Popara’s paintings reveal a multitude of techniques of color spreading, ranging from washed colors to pasty loaded surfaces, as if he fractures space and time, present and past. His landscapes are like open wounds of a recent warlike past, and the frequent arched brush-strokes seem to bridge the worlds, the emotions, the memories, the pain. Predrag Popara’s soul is tumultuous and eager to illustrate the contemporaneity of this world colored in shades of gray (equally distant from the black and white extremes), but on which he casts a ray of hope through accents of pink and purple, green or blue.

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abstraction

THE BURNING HEART, 2017 40 x 40 cm, acrylic and oil on canvas

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THE BURNING LANDSCAPE, 2017. 100 x 80 cm, acrylic and oil on PVC


UTOPIAN LANDSCAPES I, 2019 40 x 40 cm, acrylic and oil on canvas

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UTOPIAN LANDSCAPES II, 2019 40 x 40 cm, acrylic and oil on canvas


UTOPIAN LANDSCAPES IV, 2019 30 x 25 cm, acrylic and oil on canvas

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THE FIRE EXPANSION, 2017 55 x 75 cm, acrylic and oil on canvas


PREDRAG POPARA (Born in 07/11/1973)

EDUCATION • Faculty of Applied Arts, Belgrade. Graduated in 1999, Department of Contemporary Painting. • University of Applied Arts, Vienna. Department of Painting, the class of Professor Adolf Frohner. • Institute of Fine Arts & Media Art, Vienna, 2004.

AWARDS • 2009 - 2013: Finalist of the “Vladimir Veličković Fund“ award, Belgrade, Serbia. • 1998: First award for paintings University of Braca Stamenkovic, Belgrade, Serbia.

SOLO EXHIBITIONS • 2019: The “Intact Space” Center, October 2019, Cluj-Napoca, Romania. • 2018: “In Another Place”, Independent project in Cultural Center Sombor, Serbia. • 2018: Új Kriterion Galéria “New Works” Romanian private foundation, Miercurea – Ciuc, Romania. • 2018: Új Kriterion Galéria “AD-HOC” Miercurea – Ciuc, Romania. • 2017: “The Burning Island”, Belgrade City Museum, solo project with guest artists from Italy and Romania. • 2016: “Solo Show”, Funnel Contemporary Art, Bucharest, Romania. • 2016: International Art Fair Warsaw, “New Works“ Warsaw, Poland. • 2015: “Genesis” solo project in ULUS Gallery, Belgrade, Serbia. • 2015: International Contemporary Art Fair Budapest, “The New View” Budapest, Hungary. • 2014: “La Reflexion” Cultural Center of Serbia, Paris, France. • 2014: “In Conversation” Cite International des Arts, Paris, France. • 2014: “New Works – Private View” Funnel Contemporary Art, Bucharest, Romania. • 2013: “Inside/Out - Black and White”, Galateca Gallery, Bucharest, Romania. • 2012: “Black and White” solo project with Italian Cultural Institute in Belgrade, Serbia. • 2011: “Dar Mar Gallery”Predrag Popara Works, Belgrade, Serbia. • 2011: “O3ONE” Gallery “The Light” drawings, Belgrade, Serbia. • 2009: “Unusual Landscapes” Visconti Fine Art Gallery, Ljubljana, Slovenia. • 2008: “The Final Destination” National Gallery of Belgrade, Serbia. • 2006. “New Works” 107x107 Gallery, Belgrade, Serbia. • 2002. “The New Paintings” ABSTRACTION Gallery, Paris-Belgrade, Belgrade, Serbia. • 1999. “The Paths” Gallery ARTMEDIA, Belgrad, Serbia.

INSTAGRAM | @poparapredrag

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museum

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Contrasting Ceramics

PRINCESSEHOF

i29 trasforma il Museo nazionale della ceramica Princessehof a Leeuwarden, Olanda. Leeuwarden è la capitale europea della cultura 2018 e il museo Princessehof festeggia il suo centesimo compleanno. Questo anniversario è stato l’occasione di un’importante ristrutturazione del museo, con l’obiettivo di aumentarne il fascino e l’accessibilità per i visitatori. i29 Interior Architects ha creato un interno sorprendentemente moderno negli edifici monumentali risalenti al 18° secolo. Il progetto si sviluppa in un ingresso che comprende il negozio del museo e la sala da tè, la piazza del museo e le aree espositive per le vaste collezioni. i29 transforms National Museum of Ceramics Princessehof in Leeuwarden, Netherlands. Leeuwarden is the European Capital of Culture 2018, and museum Princessehof celebrates its 100th birthday. This anniversary was the motive for a major renovation of the museum, with the goal of increasing its appeal and accessibility to visitors. i29 Interior Architects created a surprisingly modern interior in the monumental buildings, which date from the 18th century. The design features an entrance hall including the museum store and tearoom, the museum square and exhibition areas for the vast collections.

INSTAGRAM | @i29architects

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Il 18° secolo nel 2018 La sfida principale era quella di creare un ingresso accogliente e contemporaneo negli edifici monumentali piuttosto chiusi. Un interno senza tempo, che si abbina al museo come luogo di ispirazione e sorpresa. Inoltre, il museo ha voluto riorganizzare la sua vasta collezione con l’obiettivo di offrire un’esperienza chiara e sorprendente. Tuttavia, le risorse finanziarie disponibili per raggiungere queste ambizioni erano piuttosto limitate. Ad i29 interior architects è stato chiesto, insieme all’agenzia The Ambassadors of Aesthetics, di tradurre questa visione in realtà.

The 18th century in 2018 The main challenge was to create a welcoming and contemporary entrance area in the rather closed monumental buildings. A timeless interior that matches the museum as a place for inspiration and surprise. In addition, the museum wanted to reorganise their comprehensive collection with the goal of having a clear and surprising experience. However, the available financial resources for achieving these ambitions were rather limited. i29 interior architects was asked, together with agency The Ambassadors of Aesthetics, to translate this vision into reality.

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Flessibilità e apertura Per attirare più persone ed offrire ai visitatori la possibilità di visitare la sala da tè e il negozio del museo, l’area di ingresso è completamente aperta. I visitatori possono ora accedere al museo sia dall’ingresso frontale che da quello posteriore. La nuova area accoglie i visitatori in una spaziosa hall con molta luce naturale, che collega anche il negozio del museo, l’area del registratore di cassa e la sala da tè. L’allineamento orizzontale e le differenze di livello degli ambienti sono un sottile riferimento agli strati di terra, la risorsa naturale della ceramica. Oltre alle pedane, rampe integrate offrono ai disabili l’accesso al museo. Un ampio giardino adiacente alla sala da tè è reso accessibile al pubblico.

Flexibility and openness To attract more people and offer visitors the option of perusing the tearoom and museum store, the entrance area is entirely opened up. Visitors can now access the museum from both the front- and back entrance. The new area welcomes visitors in a spacious entrance hall with lots of daylight. The space also connects the museum store, cash register area and tearoom. The horizontal alignment and level differences in these objects are a subtle reference to layers of earth, the natural resource of ceramics. Behind the counters integrated ramps offer disabled people access to the museum. A large garden that is adjacent to the tearoom has also been made accessible to the public.

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Project Design Client Area Completion Location Photography Construction

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Contrasting ceramics - Princessehof i29 interior architects Museum Princessehof 1200 mq February 2018 Leeuwarden, NL Ewout Huibers Zwartwoud BV


Impatto attraverso il contrasto Per creare un’esperienza intensa nei vari spazi, i29 ha creato netti contrasti, più visibili nelle aree di passaggio. Ad esempio, la sala da tè presenta vivaci colori freschi, mentre il negozio del museo, al contrario, ha tonalità di grigio tenue, in modo che tutta l’attenzione sia focalizzata sui prodotti. Anche il passaggio dalla moderna area d’ingresso alla monumentale piazza del museo è una metamorfosi sorprendente. Le pareti della piazza del museo vantano una carta da parati dipinta a mano e un’elegante installazione grafica con elementi di seduta e schermi informativi. Altre sale sono state restaurate con colori originali grazie alle ricerche storiche di The Ambassadors of Aesthetics. Per la sala “Mass Production” è stata realizzata un’installazione che appare come un semplice accatastamento di scatole bianche, illuminate in modo che i visitatori si sentano circondati dalle ceramiche. Questa installazione conduce alla sala “Art Nouveau”, dove l’esperienza è esattamente l’opposta. La stanza è stata completamente oscurata, isolando gli oggetti esposti e facendoli sembrare fluttuanti nell’aria. La pronunciata semplicità degli interventi progettuali contrasta con il guscio monumentale. Il contrasto tra vecchio/nuovo e monumentale/contemporaneo si integra a vicenda ed insieme formano un’unione potente e sorprendente. Riporta il monumento in questo luogo e in questo tempo, non solo in senso funzionale. In linea con la filosofia di progettazione di i29, secondo cui un ambiente stimolante non dipende da materiali costosi o da virtuosismi tecnici, il progetto è stato completato con un budget molto limitato.

Impact through contrast To create an intensive experience throughout the various spaces i29 added clear contrasts, which is most visible on the passage areas. For example, the tearoom features vibrant fresh colours, while the museum store, in contrast, has tranquil grey tones so that all of the attention is focused on the products. Also the transition from the contemporary entrance area to the monumental museum square is a surprising metamorphosis. The walls of the museum square boast hand-painted wallpaper, and has a sleek graphical installation with seating elements and information screens. Other rooms were restored in original colours after historic research by The Ambassadors of Aesthetics. For the “Mass Production” room, an installation was made of what seems to be simply stacked, brightly lit white boxes where visitors are fully encircled by ceramics. This installation leads to the “Art Nouveau” room, where the experience is exactly the opposite. The room has been completely darkened, isolating the exhibited objects and making them look like they are floating in the air’ The pronounced simplicity of the design interventions contrasts with the monumental shell. The contrast between old/new and monumental/contemporary complements each other, and together they form a powerful and surprising whole. It places the monument back into the here and now, not only in a functional sense. In line with i29’s design philosophy that an inspiring environment is not dependent on expensive materials or technical show, this project was completed on a very tight budget.

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PINK HELL | Photo: Alberto Degano (IG @albertodegano) - Style: Jan Eneskey (IG @jan_eneskey)

performer

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ROBERTO GILARDONI

Lady B in arte

GlamourAffair: Ciao Roberto! Qual è il tuo nome d’arte? E perché ? Roberto Gilardoni: Ciao a tutti e grazie per avermi invitato! Il mio attuale nome d’arte è Lady B, che è il nome che adottai quando iniziai a lavorare nel settore dell’intrattenimento notturno 4 anni fa, in origine invece era Berta Zanotti. Il nome Berta Zanotti mi è stato dato dal mio migliore amico, nonché la mia sorella drag, che me lo affibbiò in seguito ad una decisione comune di sceglierci l’una per l’altra i nostri rispettivi nomi d’arte. Così nacque Berta Zanotti. Berta deriva da Roberto e dal fatto che indossavo sempre dei look molto da “zia” e Zanotti perché è il mio brand di scarpe preferito e rappresenta il maggior numero di tacchi presenti nella mia scarpiera. Lady B invece nacque dopo la mia prima serata lavorativa, dove il mio stile, rispetto all’inizio, era già molto cambiato: non più da signorina o “zia”, ma molto più aggressivo e sempre più androgino. Spuntò così il bisogno di trovare un nuovo nome, molto più adatto a ciò che stavo andando a creare sul mio personaggio. E così dopo una settimana di riflessione arrivò l’idea di chiamarmi Lady B: Lady in contrapposizione all’immagine poco femminea che davo, B in onore del mio primo nome. GlamourAffair: Hi Roberto! What is your stage name? And why ? Roberto Gilardoni: Hi everyone and thank you for inviting me! My current stage name is Lady B, which is the name I adopted when I started working in the night entertainment sector 4 years ago, originally it was Berta Zanotti. The name Berta Zanotti was given to me by my best friend, as well as my drag sister, who gave it to me following a joint decision to choose our respective stage names for each other. Thus was born Berta Zanotti. Berta derives from Roberto and from the fact that I always wore very “aunt” and Zanotti looks because it is my favourite shoe brand and represents the highest number of heels in my shoe rack. Lady B, on the other hand, was born after my first working evening, where my style had already changed a lot since the beginning: no longer as a young lady or “aunt”, but much more aggressive and more androgynous. Thus arose the need to find a new name, much more suitable for what I was going to create more and more about my character. And so after a week of reflection came the idea of calling me Lady B: Lady as opposed to the un-feminine image I gave, B in honor of my first name. GA: Sei un artista a 360° tra Design, styling, modeling, make up e hairstyling. Qual è lo studio che si nasconde dietro a tutto questo? RG: A livello didattico non esistono degli studi a riguardo, anche perché non ho mai frequentato né l’artistico né scuole di moda, ma il liceo linguistico, durante il quale però make up e moda sono sbocciati come curiosità e divertimento. La mia passione però era il make up, che mi ha portato a scegliere di frequentare due accademie nelle quali ho appreso le tecniche principali e l’uso dei materiali. Con queste basi ho iniziato lo studio sempre più approfondito del mio personaggio attraverso la ricerca, utilizzando app come Pinterest ed Instagram, che mi hanno permesso di osservare una miriade di lavori da cui ho potuto attingere dettagli, ritrasformandoli poi secondo il mio gusto in nuove idee. Ovviamente, come tutti, ho delle figure e dei brand di riferimento su cui “baso” spesso il mio stile: per i costumi per esempio mi ispiro molto allo stile di Thierry Mugler e Gareth Pugh, mentre per il makeup a personaggi come Is She Hungry e Ryan Burke, dai quali estrapolo alcuni dettagli rielaborandoli in base al mio gusto a alla mia fisionomia per ottenere nuove idee.

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NEON SUICIDE | Style: Daniele Bortolato (IG @daniltop), Jan Eneskey (IG @jan_eneskey)

GA: You are a 360° artist between Design, styling, modeling, make up and hairstyling. What is the study behind all this? RG: On a didactic level, there are no studies on this, also because I have never attended the artistic or fashion schools, but the language high school, during which, however, make up and fashion blossomed as curiosity and fun. My passion, however, was the make up, which led me to choose to attend two academies in which I learned the main techniques and the use of materials. With these bases I began the study of my character more and more through research, using apps such as Pinterest and Instagram, which allowed me to observe a myriad of works from which I was able to draw details, then transforming them according to my taste into new ideas. Obviously, like everyone else, I have reference figures and brands on which I often “base” my style: for costumes, for example, I am very inspired by the style of Thierry Mugler and Gareth Pugh, while for make-up to characters like Is She Hungry and Ryan Burke, from which I extrapolate some details reworking them according to my taste and my physiognomy to get new ideas. GA: Com’è nata la passione per lo spettacolo e come hai conosciuto il mondo delle Drag Queen? RG: La passione per quelli che sono diventati i miei attuali lavori è nata al liceo come una forma di svago e divertimento, un qualcosa senza “importanza” che però mi faceva sentire libero di esprimermi. Tutto ciò nacque grazie a youtube, dove ebbi modo di iniziare a conoscere la cultura drag guardando una serie di video del programma americano Rupaul Drag-race, nonché grazie ad Instagram sul quale, seguendo personaggi come Jeffree Star, ho iniziato ad avvicinarmi sempre di più al mondo del make up delle drag queen e dei personaggi eclettici.Se proprio dovessi dire il nome di un personaggio che con la sua immagine ha influito molto sulla nascita del mio alter ego è proprio Jeffree star.

PUNK POP | Style: Alessandro Abate (IG@betrayalbelial)

GA: How did your passion for the show come about and how did you get to know the world of Drag Queen? RG: The passion for what has become my current job was born in high school as a form of entertainment and fun, something without “importance” that made me feel free to express myself. All this was born thanks to youtube, where I got to know the drag culture by watching a series of videos of the American program Rupaul Drag-race, as well as thanks to Instagram on which, following characters like Jeffree Star, I started to get closer and closer to the world of drag queen make-up and eclectic characters. If you really had to say the name of a character who with his image has greatly influenced the birth of my alter ego it is Jeffree star.

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GA: Ci sono stati dei pregiudizi da superare e quali? Interferiscono molto sulla tua vita privata? RG: Beh partiamo dal presupposto che secondo il mio onesto parere, quando si inizia questo percorso lavorativo, si firma tacitamente un “contratto” nel quale sottoscriviamo la nostra “solitudine”. Mi spiego meglio. Ci sono una moltitudine di pregiudizi legati al mondo della notte e al mondo drag, tra i più comuni possiamo trovare: l’essere considerati dei mezzi uomini e i pagliacci di turno. Tutti questi fattori ovviamente vanno ad influire poi sulla nostra vita privata, nella quale veniamo spesso allontanati o messi in secondo piano appena si dice “lavoro nel mondo della notte” o “sono una drag queen”. Tutto questo ovviamente avviene per colpa di persone che si basano solo su quello che vedono e sentono, preferendo fermarsi alla “maschera” che ognuno di noi indossa quando saliamo su di un palco, piuttosto che toglierla e provare a vedere chi si cela realmente sotto trucco e lustrini. Io in primis ne sono stato vittima e l’esempio più palese fu con un mio ex fidanzato, che dopo quasi un anno di relazione decise di mollarmi usando come motivazioni il fatto che non voleva che continuassi in questo percorso e che mi truccassi, perché a lui piaceva Roberto, ma non voleva in alcun modo aver a che fare con il mio alter ego, neanche in foto. Ed infatti chiudemmo la relazione. Fortunatamente non può sempre piovere, perché non tutti sono come ho appena descritto. Infatti, dopo cinque anni da solo, ho finalmente trovato un ragazzo che mi apprezza per quello che sono e, per di più, mi sprona a continuare a fare quello che mi fa stare bene.


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VESPIQUEEN | Photo: Thomas Lui (IG @reflexstudio) - Style: Stefania Bancone (IG @hekate_nocturnal), Nocturnal Garden Atelier


INSTAGRAM | @gilaroby

54 ELECTRIC DREAMS | Photo: Giuseppe Diaferia (IG @absolutedeception) - Style: Alessio Siddi “La Sciakalla” (IG @lasciakalla.drag)


GA: Where you have the opportunity to express yourself artistically? RG: During my career I had the opportunity to perform in many clubs, Italian and foreign, but never fixed in a single venue. I have always had an excellent alternation in locations where I returned monthly and others where I went for a one night. For example, I am currently one of the drag resident of the Turin evening Qimanji but, since I am on shift two or three Saturdays a month, I manage the rest of them at will. The places where I performed most frequently are located mainly in northern Italy, more precisely in Lombardy and Liguria, and abroad in Switzerland. GA: Quali sono i tuoi progetti futuri? RG: Molti sono gli obbiettivi che voglio raggiungere. Il primo tra tutti è una costante evoluzione del mio personaggio, sia a livello di make up che di costumi. Un altro obbiettivo è farsi conoscere sempre di più all’estero sia tramite i social e, soprattutto, sia a livello lavorativo in locali ed eventi (come ad esempio la Demence di Bruxelles). Per mia vanità invece, come obbiettivo mi piacerebbe realizzare un mio profumo di cui avrei già il nome: Evil Soul. Un profumo intenso, che sappia catturare “l’attenzione” come un dolce invito; infatti come ingredienti mi piacerebbe che si usassero la vaniglia e la rosa. Al di fuori della mia vita notturna invece, essendo io un truccatore, mi piacerebbe ottenere molte più collaborazioni con le case cosmetiche e con le riviste. Infatti vi ringrazio per l’intervista concessa sul vostro magazine e vi saluto! GA: hat are your future projects? RG: There are many goals that I want to achieve. The first of all is a constant evolution of my character, both in terms of make-up and costumes. Another goal is to make yourself known more and more abroad both through social networks and, above all, at work level in clubs and events (such as the Demence in Brussels). For my vanity, however, as a goal I would like to create my own perfume of which I would already have the name: Evil Soul. An intense perfume that knows how to capture “attention” as a sweet invitation; in fact as ingredients I would like vanilla and rose to be used. Outside of my nightlife however, being a make-up artist, I would like to get a lot more collaborations with cosmetic houses and magazines. In fact, thank you for the interview given on your magazine and I greet you!

SOUL’S CAGE | Photo: Jean Ranobrac (IG @ranobrac) - Style: Stefania Bancone (IG @hekate_nocturnal), Nocturnal Garden Atelier

GA: Dove hai la possibilità di esprimerti artisticamente? RG: Durante la mia carriera ho avuto la possibilità di esibirmi in molti locali, italiani ed esteri, ma mai fisso in un unico locale. Ho sempre avuto un’ottima alternanza in location in cui tornavo mensilmente ed altre in cui andavo per una one night. Per esempio, attualmente sono una delle drag resident della serata torinese Qimanji ma, siccome sono in turno due o tre sabati al mese, i restanti me li gestisco a piacimento. I locali dove mi sono esibito più frequentemente sono situati principalmente nel nord Italia, più precisamente in Lombardia e Liguria, e all’estero in Svizzera.

THE MASQUE OF THE RED DEATH | Photo: Thomas Lui (IG @reflexstudio) - Style: Alessio Siddi “La Sciakalla” (IG @lasciakalla.drag)

GA: Were there any prejudices to overcome and which ones? Do they interfere a lot with your private life? RG: Well we start from the assumption that in my honest opinion, when you start this career path, you tacitly sign a “contract” in which we sign our “loneliness”. I’ll explain. There are a multitude of prejudices related to the world of night and to the drag world, among the most common we can find: being considered half men and clowns on duty. All these factors obviously go on to influence our private life, in which we are often pushed away or overshadowed as soon as we say “work in the world of the night” or “I am a drag queen”. All this obviously happens because of people who rely only on what they see and hear, preferring to stop at the “mask” that each of us wears when we go up on a stage, rather than take it off and try to see who really hides under makeup and spangles. First of all, I was a victim of it and the most obvious example was with an ex-boyfriend of mine, who after almost a year of relationship decided to give up using as reasons the fact that he didn’t want me to continue on this path and to wear makeup, because he liked Roberto, but he didn’t want to have anything to do with my alter ego, not even in photos. And in fact we closed the relationship. Fortunately, it cannot always rain, because not everyone is as I have just described. In fact, after five years alone, I finally found a guy who appreciates me for who I am and, moreover, encourages me to continue doing what makes me feel good.

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EPHEBE FRANCESCA TERENZIANI 56


editorial

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Ph/Retoucher: FRANCESCA TERENZIANI MakeUp/Hair/Stylist: ELEONORA TOMASINI Model: GLORIA VEZZANI INSTRAGRAM | @francesca_terenziani_fashion_ @lenora_makeupartist

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HOUSE IN TAKAMATSU 64


Fujiwaramuro Architects 65


Situata nel centro di Takamatsu, questa residenza ospita una coppia con un bambino. Il cliente ha richiesto che l’edificio occupasse la maggior parte possibile del lotto, garantisse la privacy, avesse un garage incorporato che mettesse in mostra la propria auto e avesse una struttura in cemento armato con finiture semplici anziché interni strutturati con legno e altri materiali. Abbiamo risposto con una proposta che poneva la zona soggiorno/pranzo/cucina al centro, con gli altri spazi distribuiti attorno. L’edificio è composto da quattro pareti esterne che definiscono l’edificio, con un vuoto situato all’interno di ciascuno dei quattro angoli ed uno al centro dell’edificio. Questi cinque vuoti forniscono una luce uniforme agli spazi interni, conferendo all’area soggiorno/pranzo/cucina un’atmosfera spaziosa e luminosa nonostante la sua posizione al primo piano. I quattro vuoti d’angolo racchiudono l’ambiente esterno nell’edificio mantenendo la privacy, creando uno spazio aperto con forti connessioni con il mondo. Per mantenere semplicità negli spazi interni, abbiamo utilizzato solo quattro pilastri strutturali. I pavimenti e le pareti del primo e del secondo piano ed il tetto sono supportati da solette che si estendono orizzontalmente da questi pilastri. Grazie a questa disposizione, le pareti esterne non hanno la funzione di sostenere il secondo piano o il tetto, rendendo possibile realizzare finestre a fessura lunghe e sottili che conferiscono la luce da 360 gradi. Ciò consente alle linee visive di estendersi all’esterno dell’edificio senza compromettere la privacy. Il design ha comportato anche risparmi significativi nel budget di costruzione. Il terreno sotto l’edificio è abbastanza morbido e avrebbe richiesto un’estesa stabilizzazione del suolo se fosse stata utilizzata una normale platea. Con il nostro progetto, tuttavia, le fondazioni erano richieste solo nell’area dei quattro pilastri, riducendo il costo di stabilizzazione del suolo ad un quarto di quello che sarebbe stato per una fondazione a platea.

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Located in central Takamatsu, this residence is home to a couple with one child. The client requested that the building occupy as much of the lot as possible, ensure privacy, have a built-in garage that showcased their car, and have a reinforced concrete structure with simple finishes rather than textured interiors featuring wood and other materials. We responded with a proposal that placed the living-diningkitchen area at the center of the lot with other spaces unfolding around it onto the entire property. The building is composed from four exterior walls that fully enclose the property, with a void located inside each of the four corners as well as another in the center of the building. These five voids bring uniform light to the interior spaces, giving the living-dining-kitchen area a spacious, bright atmosphere despite its location on the first floor. The four corner voids incorporate the exterior environment into the building while maintaining privacy, creating an open-feeling space with strong connections to the outside world. To keep the interior spaces simple, we used just four structural pillars. The first and second story floors and walls as well as the roof are supported by cantilevers that extend horizontally from these columns. Thanks to this arrangement, the exterior walls do not need to support the second floor or roof, which made possible the inclusion of long, thin slit windows that admit light from 360 degrees. This allows lines of sight to extend outside the building without compromising privacy. The design also resulted in significant savings in the construction budget. The ground under the building is fairly soft and would have required extensive soil stabilization if an ordinary mat foundation were used. With our design, however, piles were required only under the four posts, reducing the soil stabilization budget to one quarter of what it would have been for a mat foundation.

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高松の市街地に敷地を持つこの建築は、ご夫婦+お子様1人の住宅です。建築主からは、敷地をできるだけ広く使う、プライバシーを 確保する、車を見ながら過ごせるガレージハウスとしたい、木材などの素材感は消したい、鉄筋コンクリート造とする、といったご要 望がありました。そこで、日常生活を送るLDKを敷地中心に配置し、そこから敷地全体に空間が広がるというコンセプトから空間を検 討しました。 建物は、敷地全体を囲う四周の外壁とその内側四隅の外部吹き抜け、および中央の内部吹き抜けから構成されます。四隅と中央の吹き 抜けが内部空間に光を明るく均等にもたらします。これによりLDKは1階にありながらも広がりや明るさを感じることができます。ま た、外部空間を四隅の吹き抜けという形で建物の内側に取り込むことで、プライバシーを確保しつつ外部空間とのつながり・広がりを 感じられる空間を実現しています。 また、シンプルな空間を実現するため、柱を建物中央の4本に集約しています。 1階、2階の床と壁、および屋根はこの4本の柱から水平方向に持ち出した梁で支えられています。これにより、1階および2階の壁 はそれぞれ2階および屋根の荷重を支える必要がなくなり、360度どこからでも光が入ってくる細長いスリット窓が設置することが可 能となりました。 その結果、外部への視線の抜けも獲得でき、さらなる広がりとプライバシーを両立させた建築を実現できました。 また、この構造形式は工事費用の低減にも大きく寄与しました。 この建物の敷地は比較的軟弱な地盤だったため、通常のベタ基礎形式の場合だと広範囲での地盤改良が必要でした。そこでこの構造形 式によって4本の柱の下部のみに地中杭を集中させることとしました。これにより通常のベタ基礎形式の場合と比較して地盤改良費用 をおよそ4分の1程度にまで低減することができました

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Cross section | Elevation

Project name House in Takamatsu Architect Firm Fujiwaramuro Architects Contact e-mail fujiwaramuro@aplan.jp Lead Architects Shintaro Fujiwara, Yoshio Muro Project location Takamatsu city, Japan Completion Year 2019 Gross Built Area 131.68 sq.m Photo credits Katsuya. Taira Photographer’s website www.remrem.net

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First floor | Ground floor

Fujiwara Muro Architects | Junichi Kato Tel/Fax: 06-6761-5577 E-mail: fma.staff@aplan.jp Osaka: 543-0012 大阪市天王寺区空堀町7-4 Tokyo: 102-0093 東京都千代田区平河町 1-3-6-2F WEBSITE | www.aplan.jp BLOG | blog.livedoor.jp/architectstudio FACEBOOK | www.facebook.com/fujimuro


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gallery

VERONICA D’ONOFRIO

HAUNTED ROOM 73


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Agency: FASHION ART WISE MANAGEMENT Model: ALEXANDRA MOLCHANOVA MakeUp: MARTINA CHIACCHIO Stylist: CHIARA ALLEGRINI INSTAGRAM | @veronicadonofrio.ph

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dj producer

NAUSICA Glamour Affair: Ciao Nausica! Prima di tutto ti ringraziamo moltissimo per aver accettato di rilasciare questa intervista per il nostro magazine. Iniziamo col chiederti di raccontarci quando e come è nata la tua passione per la musica. Nausica DJ: Intanto grazie a voi per questa fantastica opportunità. Diciamo che tutto inizia nel 2009 quando la mia Famiglia decide di prendere in gestione una Discoteca qui nella mia Terra con un Progetto Musicale dal nome BUNLAB. Scena Tech/House. Mentre tutti si occupavano dei Drink e degli incassi io ero la prima a correre dietro gli Ospiti e i Sound Check. Insomma mi ero resa conto da subito di essere attratta dalla Console e da lì ho fatto il primo corso con Kim Bertani, che attualmente è il mio Tour Manager. Sono partita subito con la vecchia politica (VINILE) e dopo soli 15 giorni riuscivo già a mettere a tempo i Dischi ed ho capito che poteva davvero diventare il mio lavoro. Così i sacrifici e la determinazione mi hanno portato ad oggi.

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GlamourAffair: Hi Nausica! First of all we thank you very much for agreeing to release this interview for our magazine. Let’s start by asking you to tell us when and how your passion for music was born. Nausica DJ: Meanwhile, thank you for this fantastic opportunity. Let’s say it all started in 2009 when my family decided to take over a disco here in my land with a music project called BUNLAB. Tech/House scene. While everyone was in charge of the drinks and collections, I was the first to run after the guests and the Sound Checks. In short, I immediately realized that I was attracted to the Consul and from there I took the first course with Kim Bertani, who is currently my Tour Manager. I started immediately with the old school (VINYL) and after only 15 days I was already able to set the Discs in time and I understood that it could really become my job. So the sacrifices and determination led me to today.


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PHOTO: @stefano_jimbo | MAKE UP: @jonathantabacchiera


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PHOTO: @stefano_jimbo | MAKE UP: @jonathantabacchiera


GA: Il lavoro del DJ è fatto di impegno, studio e tanta gavetta. Secondo te come può oggi un DJ emergente orientarsi ed affermarsi nel mondo delle discoteche e dei club? Quali sono per te i fattori che possono determinare il successo di una carriera in questo ambito? ND: Partiamo dal presupposto che già siamo in troppi e che la Console è molto stretta (ride) ma, a parte gli scherzi, non e’ affatto facile. Le nuove generazioni, aiutate soprattutto dalla tecnologia, non partono più dalla dura gavetta, ma basta fare un provino per Uomini e Donne per diventare un DJ. (ride) Non serve studiare! L’unica cosa che oggi fa la differenza sono i Dischi e le Etichette. I DJ emergenti hanno bisogno di peccare meno in presunzione e studiare. Come ogni settore, alla fine la meritocrazia paga sempre. Bisogna crederci, perché se non si crede in se stessi nessuno crederà di conseguenza in noi. GA: The work of the DJ is made of study, commitment and a lot of apprenticeship. In your opinion, how can an emerging DJ orientate himself and assert himself in the world of discos and clubs? What are the factors that can determine the success of a career in this area for you? ND: We assume that there are already too many of us and that the Console is very narrow (laughs) but, apart from the jokes, it is not easy at all. The new generations, helped above all by technology, no longer start from the tough apprenticeship, but just audition for Men and Women to become a DJ. (laughs) No need to study! The only thing that makes the difference today are the Discs and Labels. Emerging DJs need to be less arrogant and study. Like any industry, meritocracy always pays off in the end. You have to believe it, because if you don’t believe in yourself nobody will believe in us accordingly. GA: Come ci hai anticipato, il digitale nella musica elettronica è ormai un punto di riferimento ed utilizzato dalla maggior parte dei DJ. Pensi che il vero musicista sia quello che utilizza ancora supporti come il vinile? ND: Purtroppo oggi bisogna stare al passo con i tempi e sono rimaste davvero pochissime Etichette che stampano ancora musica in vinile. Per questo tutti utilizzano i supporti Digitali. Ormai i Club hanno attrezzature super moderne ed è difficile trovare dei Giradischi, che limiterebbero la musica ad un canale purtroppo “morto”. Ma il vero Musicista è quello che suona uno Strumento Musicale e non tutti DJ sono Musicisti. Suonare con il vinile è sempre mettere a tempo dei Dischi, quindi sicuramente ci vuole un buon orecchio. Quello che oggi manca alle nuove generazioni che partono già con macchine che fanno “uova al tegamino e pappardelle al cinghiale”. Se si tornasse indietro di 15 anni circa, scomparirebbero tutti quegli pseudo DJ che oggi grazie alle super tecnologie lavorano e, se gli togliessimo i display che riportano anche i centesimi del battito al minuto, resteremmo in pochissimi a fare questo lavoro.

PHOTO: @luca_gned | MAKE UP @annaavolio | BRAND @miacosmeticsofficial | LOCATION: napoliurbansuite

PHOTO: @stexmancinelli | MAKE UP @fedemarmakeup | BRAND @shopartonline

GA: As you mentioned, digital in electronic music is now a point of reference and used by most DJs. Do you think the real musician is the one who still uses media like vinyl? ND: Unfortunately, today we have to keep up with the times and there are very few labels that still print vinyl music. This is why everyone uses digital media. By now the Clubs have super modern equipment and it is difficult to find Turntables, which would limit the music to an unfortunately “dead” channel. But the real musician is the one who plays a musical instrument and not all DJs are musicians. Playing with vinyl is always a good time for records, so it certainly takes a good ear. What the new generations are missing today that are already starting with machines that make “fried eggs and pappardelle with wild boar.” If we went back about 15 years, all those pseudo DJs who today thanks to super technologies would disappear and, if we took away the displays that also show the cents of the beat per minute, we would remain very few to do this job. PHOTO: @stefano_jimbo | MAKE UP: @jonathantabacchiera 83


GA: Oggi a tuo parere qual è il genere di musica che attira di più i giovani nei club? Cosa ti dà più soddisfazione durante una tua performance? ND: Oggi purtroppo il genere più in voga nei Club Italiani è il REGGAETON e la TRAP. Per quanto riguarda la Trap è inconcepibile che questi pseudo Cantanti si esibiscano nelle Disco, visto che ai miei tempi I SOTTOTONO o gli ARTICOLO31 riempivano Palazzetti. Per non parlare poi dei TESTI delle loro Canzoni che sono davvero TERRIFICANTI! Ma sono bastate le polemiche su Sanremo, non voglio annoiarvi ancora... La mia più grande soddisfazione durante un Set è avere la pista piena di donne. Noi siamo la ciliegina sulla torta ovunque ci collocate, ed il mio Sound effettivamente è un Sound femminile. Molto PETTINATO, come amo definirlo! E se piaci alle Donne, hai già vinto a prescindere. GA: In your opinion, what is the kind of music that most attracts young people in clubs today? What gives you the most satisfaction during your performance? ND: Unfortunately, the most popular genre in Italian clubs today is REGGAETON and TRAP. About Trap, it is inconceivable that these pseudo-singers perform in the clubs, since back in time the SOTTOTONO or ARTICOLO 31 filled the concert arenas. Not to mention the lyrics of their songs that are truly TERRIFYING! But the controversy about Sanremo was enough, I don’t want to bore you again ... My greatest satisfaction during a Set is having the track full of women. We are the icing on the cake wherever you place us, and my Sound is actually a female Sound. Very combed, as I love to call it! And if you like women, you’ve already won regardless. GA: Domanda personale: qual è la parte migliore e quale la peggiore della vita da DJ? E per quanto riguarda il tuo carattere invece? ND: La parte migliore è l’emozione e l’adrenalina che in ogni serata non manca mai, sia nel piccolo Club o all’Apertura del Concerto di Vasco Rossi al Modena Park. In egual modo mi tremano sempre le gambe! Ho le farfalle nello stomaco e sono agitatissima ma poi, nel momento in cui metto la cuffia entro in un mondo MAGICO e tutto il resto scompare intorno a me. A volte i viaggi sono faticosi, ma ne vale sempre la pena. Per quanto riguarda me invece, sono una ragazza estremamente solare ed altruista, appassionata della vita in generale. Ma poi se mi fanno arrabbiare divento uno “scaricatore di porto” in un nano secondo. Non amo le ingiustizie e sono sempre disponibile a supportare le persone più deboli caratterialmente. Purtroppo la vita ci mette di fronte alle difficoltà più ardue che ci costringono a diventare crudi, ma vivo comunque con tutta la forza che ho una vita a colori. Ed è la giusta chiave per affrontare tutto. GA: Personal question: which is the best and the worst part of DJ life? And what about your character instead? ND: The best part is the excitement and adrenaline that never fails in every evening, whether in the small club or at the opening of the Vasco Rossi concert at Modena Park. In the same way my legs always tremble! I have butterflies in my stomach and I am very agitated but then, the moment I put the cap on I enter a MAGIC world and everything else disappears around me. Traveling is sometimes tiring, but it’s always worth it. As for me instead, I am an extremely sunny and altruistic girl, passionate about life in general. But then if they make me angry I become a “docker” in a second. I don’t like injustice and I am always available to support the weaker people. Unfortunately, life puts us in front of the hardest difficulties that force us to become raw, but I still livea a colorful life with all the strength that I have. And it is the right key to deal with everything.

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PHOTO: @stefano_jimbo | MAKE UP: @jonathantabacchiera | BRAND @gioselin_official


GA: Per concludere, vorremmo chiederti di raccontaci della tua esperienza come produttrice e soprattutto di quali progetti hai per il tuo futuro artistico. ND: Ho una squadra che ho scelto accuratamente e con cui ormai lavoro da circa 8 anni. Sono tutti fratelli per me con delle Super QUALITA’ . A livello umano sono impeccabili, vivo in un continuo limbo di benessere, capiscono al volo le mie IDEE perché tutto parte da una buona idea. La grossa novità è che ho firmato un Contratto con una Super Label “CR2 Records”, Etichetta Musicale Britannica dove hanno già firmato Dischi DJ del calibro di Carl Cox ,Celeda, Peggy Gou e altri LUMINARI della scena Underground. Il mio Progetto è in collaborazione con mio Fratello Luis Rodriguez (Produttore della Colonna Sonora di Gomorra, oggi Disco D’Oro). Il Disco si chiama “Disco Light”, dalle sonorità Tech/House . Ma la parte più interessante saranno le 10 date che abbiamo concordato con L’Etichetta, che ci porterà in giro per il Mondo. Sono entusiasta dei buoni propositi che il 2020 mi sta donando e continuerò a lottare sempre per raggiungere i miei obbiettivi.

INSTAGRAM | @nausicadj

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GA: To conclude, we would like to ask you to tell us about your experience as a producer and above all what projects you have for your artistic future. ND: I have a team that I have carefully chosen and with whom I have been working for about 8 years now. They are all brothers for me with Super QUALITIES. On a human level they are impeccable, I live in a continuous limbo of well-being, they understand my IDEAS because everything starts from a good idea. The big news is that I signed a Contract with a Super Label “CR2 Records”, British Music Label where they have already signed DJ Discs of the caliber of Carl Cox, Celeda, Peggy Gou and other LUMINARIES of the Underground scene. My project is in collaboration with my brother Luis Rodriguez (Producer of the soundtrack of Gomorra, today the Golden Record). The Disco is called “Disco Light”, with Tech / House sounds. But the most interesting part will be the 10 dates that we have agreed with L’Etichetta, which will take us around the world. I am enthusiastic about the good intentions that 2020 is giving me and I will continue to struggle to achieve my goals.


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PHOTO: @stefano_jimbo | MAKE UP: @jonathantabacchiera | BRAND @gioselin_official


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GABRIELLA BAROUCH


BEAR

illustrator

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FOX

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LIGHTBLUE

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ORIGAMI

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SHELL

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WHALE My name is Gabriella Barouch, i’m an award winning illustrator currently based in Tel Aviv. I’m also a mother & a wife, vinyl toys collector and deeply in love with all forests. Since beginning my path as an artist in 2001 I’ve been fortunate to work with clients such as the french post office, Le Monde newspaper, soft Gallery fashion, Dalton winery, Pinguin books and more. I taught two illustration courses at Lehigh university (PA, USA) in 2013, was chosen as artist of the season at Jerusalem season of culture 2012 and I was a lecturer at Pecha Kucha at the same year. My work was exhibited around the world and has been showcased online at Idn, Illustration Rally, Creative Boom, Picame, The Journal, The Jealous Curator, Art Attacks, Seven Impossible Things Before Breakfast, Frame, Ycn, Ballad Of, Koikoikoi, Illustration Age, Illustrators Lounge, Trend Hunter, Partfaliaz, Lamono, Ladder And Key and more.

BOAT

Mi chiamo Gabriella Barouch, sono un’illustratrice pluripremiata che attualmente vive a Tel Aviv. Sono anche una madre e una moglie, collezionista di giocattoli in vinile e profondamente innamorata delle foreste. Da quando ho iniziato il mio percorso come artista nel 2001, ho avuto la fortuna di lavorare con clienti come l’ufficio postale francese, il giornale Le Monde, la soft Gallery fashion, la cantina Dalton, i libri di Pinguin e altro ancora. Nel 2013 ho tenuto due corsi di illustrazione all’università di Lehigh (Pennsylvania, USA) e sono stata scelta come artista della stagione culturale di Gerusalemme nel 2012 e docente alla Pecha Kucha nello stesso anno. Il mio lavoro è stato esposto in tutto il mondo ed online su Idn, Illustration Rally, Creative Boom, Picame, The Journal, The Jealous Curator, Art Attacks, Seven Impossible Things Before Breakfast, Frame, Ycn, Ballad Of, Koikoikoi, Illustration Age, Illustrator Lounge, Trend Hunter, Partfaliaz, Lamono, Ladder And Key e altro ancora.

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FLOWERS

WEBSITE | gabriellabarouch.com INSTAGRAM | @gabriellabarouch FACEBOOK | Gabriella Barouch Illustration

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GIUSEPPE

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portfolio

PIROZZI

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Nato a Napoli, classe 1985, Giuseppe Pirozzi inizia a fotografare nel 2009. Dopo aver scoperto la passione per il mondo della moda e del ritratto, decide di lasciare gli studi per dedicarsi all’arte della fotografia. Il suo stile delicato e romantico tende costantemente alla ricerca dell’emozione e la sue foto sono caratterizzate da un incontro tra il retrò e la modernità con particolare attenzione alle forme e ai colori, alle ombre che si schiariscono con un tocco di immaginazione. La ricerca della bellezza è diventato l’obbiettivo che cerca di immortalare in ogni sua foto. Attualmente vive a Milano e dopo aver contribuito a pubblicazioni su Magazine come La Botanica Magazine, L’Officiel, L’Optimum, Latest Magazine, Male Model Scene, Kaltblut, Lui Magazine, continua attivamente a partecipare a pubblicazioni editoriali e a lavori di fotografia commerciale. Born in Naples, 1985. Giuseppe Pirozzi starts taking pictures in 2009. Passionate about fashion, beauty and portraits, he left his studies to devote himself to his art. Today, living in Milan, shares it on the glossy pages of fashion magazines and works for commercial photography. His refined and romantic style is constantly seeking emotion. His photographs offer a subtle blend of retro and modernity with particular attention to shapes and colors, applying this way to see the fashion world also in commercial works. Beauty attracts its opposite without ever revealing it, the shadows open on a felted imagination.The search for beauty has become Giuseppe’s quest that he immortalizes in his photos. Pubblished on printed and on-line magazines, such as La Botanica Magazine, L’Officiel, L’Optimum, Latest Magazine, Male Model Scene, Kaltblut, Lui Magazine and still working hard to contribute to fashion world.

WEBSITE | giuseppepirozzi.com E-MAIL | info@giuseppepirozzi.com INSTAGRAM | @giuseppepirozzi_photo

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untraditional hotel

SHELTER A HUMAN CHARGING STATION IN THE WOODS

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A peaceful hideaway awaits you in the Swedish woods. A 55 m2 black steel structure with all the necessities and nothing more. A chance to go offline and connect with nature. Every piece of the shelter’s dark-toned interior is carefully selected to keep focus on what is important - nature.

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Widescreen to nature Check in at the Vipp Shelter and check out from everyday life. The shelter offers a dose of digital detox; there is no TV in the room, but we do have a widescreen to nature.

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For stargazers Retreat to the bed loft of the shelter, tuck yourself in and fall asleep under the night sky to the soundtrack of the forest.

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Pampering included Wrapped in the shelter’s soothing dark interior, the bathroom is sure to add calmness to your schedule. Treat yourself to a relaxing shower and Aèsop body care.

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Nature at your doorstep There is no gym or pool at our hotel, but you can go for a run in the forest or take a dip in the mythic lake Immeln right at your doorstep.

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WEBSITE | vipp.com FACEBOOK | vippdotcom INSTAGRAM | @vipp

PHOTO CREDITS Mark Seelen

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NICK DE

Courtesy of Nick DeWolf Foundation

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Los Angeles, California. April 1968 Young Couple, Sunset Strip


foundation

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Boston Area, Massachusetts. 1957 Photographer with Kodak Duaflex IV

Montego Bay, Jamaica. October 1958 Maggie in Snorkeling Gear

Marblehead, Massachusetts. July 1958 Maggie DeWolf


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Cambridge, Massachusetts. 1971 Corners of the Mouth, Organic Bakery


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New York City. October 1970 42nd Street, Movie Theaters


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New York City. May 1959 International Terminal, Idlewild Airport

From the Airplane Window. 1957 Twin Propellers

Las Vegas, Nevada. 1957 The Mint


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New York City. February 1960 Outside Penn Station

New York City. February 1960 Penn Station

Cambridge, Massachusetts. 1957 Rogers Block, Corner of Main and Broadway


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London, England. February 1968 Piccadilly Circus


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Wakefield, Massachusetts. April 1958 Nick, Self-portrait


ABOUT NICK DEWOLF Nato a Philadelphia, in Pennsylvania, nel 1928, si è laureato al Massachusetts Institute of Technology (1948), Nicholas “Nick” DeWolf è stato co-fondatore di Teradyne, azienda produttrice di apparecchiature di test automatiche con sede a Boston, nel Massachusetts. DeWolf fondò l’azienda nel 1960 con Alex d’Arbeloff, un compagno di classe del MIT. Durante i suoi undici anni come CEO di Teradyne, DeWolf è stato incaricato di progettare più di 300 sistemi di test, tra cui il J259, il primo tester di circuiti integrati computerizzato al mondo. Dopo essersi ritirato da Teradyne nel 1971, DeWolf si trasferì ad Aspen, in Colorado. Lì fondò la prima Computer Society di Aspen e diede molti contributi alla comunità. Nel 1979, DeWolf ha collaborato con l’artista locale Travis Fulton per creare la “dancing fountain” di Aspen. Avrebbe progettato anche un sistema informatico senza hard disk o ventole; questo sistema (ON! computer) si è avviato in pochi secondi (un tempo molto più veloce rispetto persino ai computer di oggi!) Ma soprattutto Nick DeWolf era un fotografo. Si stima che il suo archivio fotografico contenga circa 250.000 foto. Le foto di DeWolf non solo mostrano le immagini di una vita affascinante, ma anche di un uomo ossessionato dall’arte della fotografia. Nel 2001, DeWolf ha ricevuto il Telluride Tech Festival Award of Technology. Nel 2005, l’Aspen Center for Physics ha omaggiato Nick e Maggie DeWolf per il loro continuo supporto, organizzando una serie di conferenze annuali in loro onore. La Nick DeWolf Foundation è un’organizzazione no profit con sede ad Aspen, in Colorado. Il suo principio fondamentale è quello di fornire supporto a gruppi e organizzazioni interessati a migliorare la qualità della vita e dell’istruzione nel mondo. I DeWolfs furono introdotti nella Aspen Hall of Fame nel 2005. Born in Philadelphia, Pennsylvania in 1928, and a graduate of the Massachusetts Institute of Technology (1948), Nicholas “Nick” DeWolf was co-founder of Teradyne, a Boston, Massachusetts-based manufacturer of automatic test equipment. DeWolf founded the company in 1960 with Alex d’Arbeloff, a classmate at MIT. During his eleven years as CEO of Teradyne, DeWolf is credited with designing more than 300 testing systems, including the J259, the world’s first computer-operated integrated circuit tester. After retiring from Teradyne in 1971, DeWolf moved to Aspen, Colorado. There he established Aspen’s first Computer Society and many other enrichments to the community. In 1979, DeWolf teamed with local artist Travis Fulton to create Aspen’s “dancing fountain”. He would also design a computer system without hard disks or fans; this system (the ON! computer) booted up in seconds (a much faster time than even the computers of today!) But above all, Nick DeWolf was a photographer. It’s estimated that his photo archive is comprised of some 250,000 photos. Not only do DeWolf’s photos show the images of a fascinating life, but also of a man obsessed with the craft of photography. In 2001, DeWolf was awarded the Telluride Tech Festival Award of Technology. In 2005, the Aspen Center for Physics thanked Nick and Maggie DeWolf for their continuing support by naming an annual lecture series in their honor. The Nick DeWolf Foundation is a nonprofit organization based in Aspen, Colorado. Its core tenet is to provide support to groups and organizations interested in improving the quality of life and education in the world. The DeWolfs were inducted into the Aspen Hall of Fame in 2005.

Nick DeWolf Online Photo Archive: www.flickr.com/photos/dboo Nick DeWolf Photo Archive c/o Steve Lundeen 139 29th Ave. E. Seattle, WA 98112 All files remain the property of and have been provided Courtesy of the Nick DeWolf Foundation.

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#GAddicted THE GLAMOURAFFAIR INSTAGRAM SELECTION

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11. Photo: @zanardi.lara Collab: @alfredospagna_fotografiaâ € Model: @lisamarchi92 12. Photo: @mazzarolo Model: @barcetie 13. Photo: @rosycarletti_photography Model: @teafranchi 14. Photo & Model: @sarah.silently 15. Photo: @antonio_alesci Model: @elisandrapes 13

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workshop

Me with...

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A LOT OF PEOPLE DON’T UNDERSTAND THE ART OF PHOTOGRAPHY

Negli ultimi anni si è creato un sottobosco incomprensibile ai “comuni mortali” e spesso la domanda più frequente è: ”ma cosa se ne fanno i fotografi di tutte quelle foto?”. Le mie risposte,anche se esaustive, spesso non sono comprese. Quelle foto servono per portfolio, cataloghi, mostre, concorsi, svago... ma lo sguardo della gente è sempre più scettico. Negli anni mi sono scontrata con queste persone ottuse e retrograde che si scandalizzano di fronte ad un nudo o un glamour. Ho perso amici e parenti che improvvisamente hanno visto in me una minaccia, una cattiva compagnia, una persona strana. Parlando con le mie colleghe ho capito che è la normalità: allontanare ciò che esula dalla vita comune, ciò che esce dall’ufficio convenzionale perché ritenuto anomalo, quindi pericoloso. Pericoloso per la tranquillità di coppia (“mia moglie non sa che scatto con le modelle”), pericoloso per la crescita dei bambini (“non sei un buon esempio per mia figlia”), pericoloso per il lavoro (“in ufficio non sanno che faccio fotografia, chissà cosa penserebbero”). Per me la fotografia è invece una compagna fedele, una costante che mi dà serenità, una parte della mia vita fondamentale. In molti non comprendono l’arte della fotografia.

In the last period an undergrowth has been created which is incomprehensible to the ordinary people and often the most frequent question is: “but what do photographers do with all those photos?”. My answers, although exhaustive, are often not understood. Those photos are for portfolios, catalogs, exhibitions, competitions, entertainment... but people watch at this in a skeptical way. -year by year, I have discussed with these obtuses and retrogrades persons who are scandalized in front of a nude or a glamour picture. I’ve lost friends and relatives who suddenly saw in me a threat, bad company, a strange person. Talking to my colleagues, I understood that it is normal: it’s normal to remove what goes beyond ordinary life, what is far from the conventional office because it is considered anomalous, therefore dangerous for the quiet of a couple (“my wife does not know that I shoot with models”), dangerous for the growth of children (“you are not a good example for my daughter”), dangerous for work (“in the office they don’t know that I’m a model, who knows what they would think“). For me, photography is a faithful friend, a constant that gives me serenity, a part of my fundamental life. A lot of people don’t understand the art of photography.

PHOTO: @andreaf72 | MODEL: @elisa.pagano.1988

IN MOLTI NON COMPRENDONO L’ARTE DELLA FOTOGRAFIA

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ME WITH....

Workshops by Elisa Pagano

WEBSITE | elisapagano.com INSTAGRAM | @elisa.pagano.1988 FACEBOOK | Elisa Pagano

PHOTOGRAPHERS Alessio Mastroianni | @alessio_mastroianni_photo Andrea Calissi: @andrea.calissi Andrea Frediani: @andreaf72 Francesco Lepri: @francesco.lepri Mila Michelassi: @milamichelassi MODELS Elisa Pagano | @elisa.pagano.1988 Giulia Biagioli | @big_frontinaa Sadie Gray | @sadiegrayheart MASTERS Andrea Sbisa | @thehorus69 Roberto Mannini | @roby_stile, @robertomanniniphoto LOCATIONS Loft68 | loft68.it R. Mannini Studio | robertomannini-photographer.com

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PHOTO: @andreaf72 | MODEL: @sadiegrayheart


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