STORIA DEL CARTONE PREPARATORIO PER L'ARAZZO "GUERNICA" ESPOSTO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU di Patrizia Vecce Nel Gennaio 2018, in occasione della celebrazione dei 70 anni dalla firma della nostra Costituzione, il Senato ha organizzato una mostra in cui è stato esposto il cartone preparatorio dell’arazzo “Guernica”, che Pablo Picasso dipinse nel 1955 con lo stesso schema e contenuto del suo capolavoro originale del 1937. Il cartone, ritenuto perduto, fu ritrovato dopo un’attenta ricerca presso gli eredi della tessitrice francese Jacqueline de la Baume Durbach. Il tema trattato dall’artista spagnolo è la guerra, rappresentata con il suo carico di morte, distruzione ed angoscia. L’allora Presidente del Senato, P. Grasso, nel suo discorso inaugurale, definì l’opera una “Icona di pace” che sprona le coscienze degli uomini a ripudiare la guerra. Tale invito lo si ritrova chiaramente nell’art. 11 della nostra Costituzione repubblicana. Infatti la prima parte così recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. La storia del dipinto, dell’arazzo e del suo cartone preparatorio ebbero una vicenda travagliata e per ripercorrerla occorre
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attraversare l’esperienza artistica dell’artista spagnolo. Nel gennaio del 1937 P. Picasso, 56enne, era già molto famoso e ricevette l’incarico a gennaio dal suo Governo di rappresentare la Spagna all’Esposizione Universale di Parigi, che sarebbe stata inaugurata il 25 Maggio per concludersi il 25 Novembre. Picasso, artista poliedrico, non smise mai fino alla fine la sua ricerca, cimentandosi nei vari campi dell’arte. Pittore, fondatore del cubismo, costumista, scenografo, aveva avuto un’ esperienza nel 1917 a Roma dove, a seguito dell’incontro con lo scrittore e coreografo J. Cocteau, dipinse “Parade”, una grande tela raffigurante un circo, con pagliacci, ballerine ed animali, proprio per lo spettacolo teatrale così intitolato. Incerto fino ad allora sul tema da trattare, all’indomani della notizia del bombardamento della cittadina basca