NO. 23 I'GIORNALINO

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La coscienza di Zeno di Sarrie Patozi È il 1923 quando Italo Svevo decide di pubblicare la sua opera per antonomasia: La coscienza di Zeno. Aron Hector Schmitz (in arte Italo Svevi) nasce nel 1861 a Trieste, allora territorio dell’impero asburgico, da un’agiata famiglia borghese di origini ebraiche. Nel 1869 sposò una sua cugina, Livia Veneziani, e da loro matrimonio nascerà una figlia. È questo un evento estremamente importante all’interno della vita dello scrittore: sul piano psicologico riuscì a superare molte fragilità e insicurezze personali grazie al nuovo ruolo di marito-padre; inoltre assunse un prestigioso ruolo nella ditta del suocero. A livello intellettuale, Italo Svevo presenta una fisionomia profondamente diversa da quella della tradizione italiana di fine Ottocento. Triste è infatti una città in cui convergono la cultura italiana, quella tedesca è quella slava (a ciò si deve lo pseudonimo stesso dell’autore). Alla base della sua opera vi è una solida cultura filosofica (in particolare il pensiero irrazionalista di Schopenhauer, Nietzsche) è un sincero interesse verso le scienze (Darwin). Sappiamo che egli risente anche del pensiero marxista da cui trae la chiara percezione dei conflitti di classe che percorrono la società moderna. Nei suoi romanzi, Svevo analizza infatti un tipo di coscienza frutto di un certo contesto storico e sociale. Problematico fu poi il suo rapporto con la psicoanalisi: il suo interesse verso Freud spinse il suo interesse verso le ambivalenze della psiche profonda. Tuttavia sappiamo che lo scrittore non apprezzò la psicoanalisi della terapia bensì come puro strumento conoscitivo, narrativo. Sarà proprio questa, tra l’altro, la conclusione del romanzo. Dopo questa premessa sull’autore, veniamo dunque (e finalmente) al romanzo. La coscienza di Zeno è il terzo romanzo di Italo Svevo ed è un’opera costituita in gran parte da un memoriale (o confessione autobiografica) che il protagonista, Zeno Cosini, scrive su invito del suo psicanalista, il dottor S., a scopo terapeutico. Nella breve prefazione tuttavia il lettore viene a conoscenza che è stato proprio il dottore a pubblicare il manoscritto del suo paziente, per vendetta: Zeno ha infatti deciso di interrompere la cura. Il racconto non presenta gli eventi in successione cronologica ma li colloca in un tempo tutto soggettivo, che mescola più piani temporali raggruppando i vari episodi per tematiche. Il romanzo presenta cinque capitoli in cui vengono trattati i seguenti argomenti: il vizio del fumo, la morte del padre, la storia del proprio matrimonio, il rapporto con la moglie e la giovane amante, la storia dell’associazione commerciale con Guido Speier. Il protagonista narratore è la figura di un inetto, aptico e incostante, che conduce una vita oziosa e scioperata. Il padre, facoltoso commerciante, non ha la minima stima del figlio poiché lo considera immaturo. Zeno, dal canto suo, ama sinceramente il padre. Il vizio del fumo a cui Zeno collega intollerabili sensi di colpa, ha nel suo fondo inconscio proprio l’ostilità contro il padre, il desiderio di sottrargli le sue prerogative e renderle proprie. Evento cruciale sarà lo schiaffi che il padre lascia cadere sul viso del figlio che lo assiste: Zeno resterà nel dubbio angoscioso se sia stato o meno un gesto involontario. Dopo la scomparsa del padre, il signor Cosini va subito alla ricerca di una figura paterna sostitutiva e la troverà in quella di Giovanni Malfenti, tipico borghese abile e sicuro nella 19


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