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L’uomo dal cuore di ferro

osserva tutto dall’alto, sorvolando il dramma sociale imprigionato in un inferno urbano dal quale non c’è via d’uscita (come senza scampo sono le scale di un palazzo che fa da teatro agli scontri finali).

La guerra dei ‘miserabili’ è e resta cruda e rabbiosa e genera una violenza cieca, figlia (come recita la citazione finale da Hugo) di un’istruzione mancata.

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Premio della Giuria a Cannes 2019, nomination all’Oscar 2020 per il miglior film straniero e una pioggia di riconoscimenti internazionali più che meritati.

ElEna Bartoni

di Cédric Jimenez

UUna fontana in un parco, uccelli che volano in stormo, risate di bambini felici rincorsi dal loro padre. Le risate si tramutano nelle parole del Führer che sovrastano ogni azione dell’uomo biondo che lascia i figli, entra in casa con fare risoluto, raccoglie dei documenti, indossa una giacca militare che porta appuntata la croce di ferro ed esce con l’auto. È il 27 maggio del 1942 a Praga. Accompagnato dall’autista giunge in città. Lungo il tragitto è salutato dai soldati, supera un tram, poi un altro e all’improvviso esce un uomo che gli punta un mitra contro.

Base navale di Kiel sul mare del Nord, è il 1929. C’è lo stesso uomo biondo, Reinhard Heydrich, che suona il violino, tira di scherma e attende Cristina una donna in stazione, con la quale farà successivamente sesso. È lo stesso uomo che a una festa si presenta alla sua futura moglie, Lina von Osten, e la invita a ballare. La risolutezza descrive questo uomo in cerca di una occasione di riscatto. Durante il viaggio in treno che lo porterà a conoscere i futuri suoceri, Lina gli parla di Hitler e delle speranze che lei ripone in quest’uomo per la rinascita della Germania. Il rapporto con l’altra donna, Cristina, gli rovina la carriera in Marina, e rischia di distruggere il suo fruttuoso rapporto con Lina. È un momento molto difficile della vita di Reinhard. Lina comprende e pragmaticamente lo aiuta a superare la crisi. Vanno insieme a incontrare Himmler. Questi rimane colpito dalla determinazione di Heydrich e lo nomina nuovo responsabile per l’unità di spionaggio delle SS.

Molte speranze e gioia accompagnano la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere del Reich. Con Heydrich le SS escono dall’ombra e diventano una realtà fondamentale del partito, a spese delle SA di Rohm. Con la morte di quest’ultimo e l’eliminazione di tutti i membri dissidenti del partito, la figura di Heydrich diventa fondamentale per Himmler e lo stesso Furher che lo definisce “l’uomo dal cuore di ferro”.

Polonia settembre 1939, inizia la Seconda Guerra Mondiale e con essa la trasformazione di Heydrich in uomo totalmente dedito al Reich è completata. Mentre la moglie partorisce lui è a visionare i resoconti dei cineoperatori al seguito delle truppe di invasione. La germanizzazione del nuovo Reich è il suo obiettivo. Subito dopo l’esercito arrivano le SS che purificano le popolazioni da immigrati, malati e nemici della nazione. Il Reich è la sua unica preoccupazione, la moglie Lina è oramai esclusa per sempre dalla vita politica del marito.

Nel 1941 arriva a Praga e nel suo discorso inaugurale afferma che come già Berlino e Vienna, anche Praga diventerà una città libera da ebrei.

Dai censimenti effettuati in tutto il Reich, all’inizio del 1942 sono circa dodici i milioni gli ebrei da eliminare. Sono necessari mezzi di eliminazione di massa efficienti ed un approccio sistematico al problema. La Soluzione Finale con l’uso massiccio dei campi di concentramento sarà la risposta alle necessità legate allo sterminio di massa.

Si torna indietro di sei mesi.

Origine: Francia, 2016 Produzione: Légende Films, Cutting Edge Group, Nexus Factory, Red Crown Productions Regia: Cédric Jimenez Soggetto: dal romanzo “HHhH. Il cervello di Himmler si chiama Heydrich” di Laurent Binet Sceneggiatura: David Farr, Audrey Diwan, Cédric Jimenez Interpreti: Jason Clark (Reinhard Heydrich), Rosamund Pike (Lina Heydrich), Jack O’Connell (Jan Kubis), Jack Reynor (Jozef Gabcik), Mia Wasikowska (Anna Novak), Stephen Graham (Heinrich Himmler), Céline Sallette (Marie Moravec), Gilles Lellouche (Vaclav Moravek), Thomas M. Wright (Valcik), Enzo Cilenti (Opalka) Durata: 120’ Distribuzione: Videa Uscita: 24 gennaio 2019

Due soldati cechi, Jan e Jozef, si sfidano al tiro al bersaglio in un bosco. Fanno parte del contingente ceco di base in Scozia. Viene affidata loro una missione, uccidere Heydrich. Vengono paracadutati in Boemia. Arrivano a Praga con il treno e poi in una casa sicura. Non ci si può fidare di nessuno, tutti sono potenziali delatori. Il giorno dopo sono spostati in altre due famiglie.

Intanto i Tre Re, i capi della resistenza ceca, vengono scoperti e attaccati. Segue una sparatoria nella quale due su tre sono uccisi, Vaclav Moravek si salva.

Jan e Jozef incontrano Moravek in una stalla fuori Praga. Li aggiorna di essere rimasto solo e dà inizio all’operazione Anthropoid. Grazie a un domestico della residenza di Heydrich riescono ad avere informazioni fondamentali sugli spostamenti del gerarca nazista.

Nel frattempo la vita prosegue e nascono gli affetti tra i due soldati e le rispettive donne che li ospitano. Anche l’ultimo Re viene scoperto. Suicidandosi scompare con lui la via di fuga dopo l’attentato.

Londra incarica altri soldati cechi di supportare Jan e Jozef nell’attentato. Tutto il gruppo però è in crisi, da una parte c’è l’ubbidienza verso gli ordini di Londra, dall’altra la repressione che l’attentato produrrà su tutta la popolazione. Uno scrupolo di coscienza che sembra congelare la decisione su posizioni contrapposte. Alla fine l’attentato si farà. Si preparano bombe, armi e lo spirito con la preghiera e l’abbraccio dei cari. La mattina dell’attentato si attende l’arrivo della macchina di Heydrich nel punto prestabilito. L’auto sembra non arrivare mai. Alle 10.15 è a tiro. La mitragliatrice del primo si inceppa, la bomba del secondo deflagra, ma non raggiunge il risultato sperato. Heydrich, ferito, esce dalla carcassa dell’auto e insegue uno degli attentatori sparando in mezzo alla folla. Gli attentatori riescono a dileguarsi tutti rientrando alle loro case sicure e il gerarca viene soccorso dalle truppe tedesche e tratto in salvo. Scatta la dura repressione e la caccia all’uomo.

Si cerca ora un modo per uscire da Praga. Il gruppo si rivede tutto nei sotterranei di una chiesa e si nasconde lì.

Heydrich sul letto di morte affida i figli alla moglie chiedendole di crescerli come veri ariani. Riceve la visita di Himmler al quale consegna i piani per la Soluzione Finale e muore subito dopo.

Viene distrutto l’intero villaggio di Lidice con tutti i suoi abitanti perché da quel villaggio provengono alcuni soldati che sono andati a formare il contingente ceco in Scozia e dunque forse anche familiari degli attentatori. La notizia viene annunciata per tutte le strade di Praga e la sentono anche gli attentatori.

Uno del gruppo di supporto a Jan e Jozef, per limitare al massimo le ulteriori rappresaglie, va a denunciare gli altri. Scattano gli arresti, qualcuno fugge, qualcuno è arrestato, ma la maggior parte si suicida con il veleno. Parla solo un bambino che vede il padre torturato.

Le truppe tedesche arrivano nella serata in chiesa e trovano una forte resistenza, sono costrette a ritirarsi chiudendo le porte della chiesa. La mattina successiva provano un secondo assalto alla chiesa. Questa volta, anche con molte perdite riescono ad entrare e a mantenere le posizioni. Gli attentatori cedono. Alcuni muoiono. Jan e Jozef si trincerano nella cripta. I tedeschi riempiono la cripta di acqua per stanarli e i due in un primo momento cercano di trovare una via di fuga, poi, quando tutto risulta inutile si sparano per non cadere nelle mani del nemico. T Tratto dal romanzo di Laurent Binet HHhH (acronimo che sta per Himmler’s Hirn heißt Heydrich ovvero Il cervello di Himmler si chiama Heydrich) l’adattamento firmato dal regista Cédric Jimenez arriva in Italia due anni dopo la sua distribuzione ufficiale.

Il boia di Praga è magistralmente interpretato dall’australiano Jason Clark, che è facilitato in questo dalla sua fisionomia. La dualità del personaggio, padre amorevole e spietato pianificatore di stermini di massa, si ripropone nella struttura del film che presenta due parti: la prima incentrata su Heydrich e la sua ascesa, la seconda sui suoi attentatori e la loro condanna.

Un film sulla dualità appunto, insita nelle scelte fatte da tutti i personaggi. La moglie Lina, prima trampolino di lancio e poi fastidioso freno alla libertà di azione del marito, che accetta il suo ruolo sempre più marginale ed inutile. Jan e Jozef, patrioti convinti e speranzosi che dinanzi alla realtà propagandistica della repressione del regime sono costretti loro malgrado a fare una scelta impopolare. Il compatriota dei due attentatori che invece fa la scelta opposta denunciandoli e cercando inutilmente di salvare la popolazione dalla repressione punitiva.

Colui che tenne a Wannsee, nel 1942 la famosa conferenza per pianificare la «Soluzione Finale della questione ebraica», prima di morire ricorda quello che gli diceva suo padre: ”Il mondo è un organetto, Dio gira la manovella e tutti balliamo la sua musica”. Aggiungendo “Fateli ballare”.

Heydrich è la dimostrazione di come un uomo mediocre, prestato al Male, può diventare onnipotente.

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