Quaderno della ricerca #60

Page 152

CULTURA E SCUOLA

8.4. Riflessioni sulle tematiche affrontate dai relatori nel corso della sessione dedicata alla valutazione Rosanna Papapietro

150

“Valutazione” è una parola chiave nel campo semantico della scuola, e i diversi significati che essa ha assunto attraverso il tempo permettono di evidenziare anche i cambiamenti che hanno riguardato la scuola nel suo complesso. Nella scuola del passato la valutazione riguardava esclusivamente il processo di insegnamento/apprendimento e il rapporto docente/ allievo. La valutazione si basava in modo esclusivo sugli apprendimenti disciplinari, quelli che poi sarebbero stati definiti “nozioni”. Essa, inoltre, era “sanzionatoria”, esprimeva cioè un giudizio di merito sull’alunno, giudizio che poteva essere di assoluzione o di condanna. Se l’alunno aveva acquisito il bagaglio di nozioni che l’insegnante aveva prescelto (molto spesso sulla base delle preferenze e delle priorità del docente stesso), la valutazione risultava “positiva” … (e spesso il voto aumentava se il ragazzo riusciva a conferire sugli argomenti nella forma più vicina a quella elaborata dall’insegnante al momento della spiegazione). Se invece l’alunno non dimostrava la padronanza delle nozioni, la valutazione poteva non risultare adeguata. Ovviamente, data la difficoltà di affrontare in poco tempo tematiche tanto complesse, sto semplificando ed estremizzando il discorso: ma va sottolineato che, nella scuola del passato, la valutazione era un giudizio di merito, riferito al “sapere” o al “non sapere”, senza che gli insegnanti prendessero mai in considerazione altri aspetti, tipo perché alcuni ragazzi non apprendono. Era, dunque, una scuola altamente selettiva, dove ad andare avanti erano gli alunni provenienti da classi sociali agiate economicamente e socialmente, alunni fortemente motivati ad intraprendere un percorso che li avrebbe resi “classe dirigente”. Degli alunni svantaggiati, nelle cui famiglie magari si parlava il dialetto o i cui genitori non trasmettevano adeguata motivazione allo studio, non si prendevano in considerazione le difficoltà, magari semplicemente legate a livelli di partenza non idonei. Era un modello di scuola, dunque, che non fungeva da “ascensore sociale”. In questo contesto la valutazione era strumento di mantenimento dell’ordine della società. Poi, negli anni Sessanta dello scorso secolo, la valutazione ha iniziato ad arricchirsi di altre sfumature. Prima di tutto, essa non ha più come esclusivo oggetto di indagine gli apprendimenti disciplinari, ma prende in considerazione anche gli aspetti “formativi” dell’alunno (l’“essere”, e non soltanto il “conoscere”). Nello scorso anno scolastico, ad esempio, a causa dell’emergenza epidemiologica che ha stravolto il mondo della scuola, sono state valutate, nel secondo quadrimestre, le “soft skills”, cosa assolutamente impensabile appena una sessantina di anni fa. La valutazione, inoltre, non può prescindere dalla considerazione dei livelli di partenza, dei progressi rispetto agli stessi, dell’impegno mostrato dall’alunno e anche, magari, dai condizionamenti socio-ambientali di ciascuno. È chiaro, dunque, che, allo stato attuale delle cose, la valutazione è il punto di approdo di un lungo percorso, che pone al centro l’alunno e che “ritaglia su misura” gli apprendimenti da valutare. Non solo: la valutazione così impostata non riguarda solo l’alunno ma coinvolge tutti gli “attori” del processo educativo. Mi spiego meglio: il bravo insegnante, nella scuola odierna, non è più quello che diffonde un sapere trasmissivo e che dispensa voti e giudizi positivi e negativi ma colui che sa trarre il meglio da ciascun allievo, che sa valorizzare quanto di buono riesce ad esprimere, che tiene in dovuta considerazione i limiti socio-ambientali di provenienza. Allo stesso modo il Dirigente scolastico è chiamato a operare una super-visione della didattica, vigilando che in essa sia centrale la valutazione dello studente nella sua interezza, nella sua crescita sicuramente cognitiva, ma anche affettiva e relazionale: a questo prin-


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

a cavallo tra il XIX e il XX secolo

1hr
pages 215-260

al percorso del Liceo economico sociale

5min
pages 197-198

dell’economia politica

4min
pages 195-196

di produzione del “capitale umano”

19min
pages 188-194

e documenti istitutivi

14min
pages 182-187

del Liceo delle Scienze umane opzione Economico-Sociale (LES

14min
pages 175-181

8.9. La professionalità docente e la didattica digitale integrata

7min
pages 168-170

Cittadinanza Globale in tempo di pandemia

10min
pages 164-167

Economics to Bridge Division”

9min
pages 161-163

8.6. La dimensione europea del LES: il bilinguismo Cambridge

6min
pages 157-160

8.5. Educazione alla cittadinanza globale per un’istruzione di qualità

9min
pages 154-156

attiva e l’inclusione: i JoBook

1min
page 151

della sessione dedicata alla valutazione

6min
pages 152-153

8.2. Peer education e financial literacy: MOOC for financial literacy

1min
page 150

e università: criteri e obiettivi

17min
pages 129-145

7.2. Il LES in L.I.S

5min
pages 127-128

6.2. Aggiornarsi a distanza, valutare i processi

15min
pages 108-113

depositi dei musei nazionali. Il progetto Sleeping Beauty

1hr
pages 68-91

5.2. Generare architetture di qualità

7min
pages 58-67

2.3. Studenti con disabilità e tecnologie per la didattica

11min
pages 34-37

fondamentali. Quali sfide per le generazioni future?

20min
pages 43-49

4.2. Gli impatti del COVID-19 sulle immatricolazioni

7min
pages 53-55

2.2. Divario digitale e didattica a distanza

9min
pages 31-33

Saluti istituzionali

5min
pages 16-17

Guida alla lettura

9min
pages 12-15

1. La didattica a distanza nel Liceo economico-sociale

1min
page 8

1.2. Educazione civica e cittadinanza globale

11min
pages 24-27
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.