VISCO Chirurgia 1/2021

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N E W S DALLE AZIENDE

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Utilizzo di un’associazione fissa betametasone e cloramfenicolo nella gestione post-operatoria in chirurgia vitreo-retinica 

Valerio Piccirillo

Dirigente medico I livello, Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale ed Alta Specialità “Sant’Anna e San Sebastiano”, Caserta

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>> INTRODUZIONE

>> PROPOSITO DELLO STUDIO

Nell’ambito della chirurgia vitreo retinica risulta determinante per il buon esito dell’intervento minimizzare la incidenza di complicanze post-operatorie; tra esse certamente le più temute, come già accade nella chirurgia del segmento anteriore, sono le complicanze infiammatorie ed infettive. Lo sviluppo della vitrectomia e delle tecniche di chirurgia endobulbare a partire dagli anni ’70 hanno consentito di affrontare con successo forme complicate di patologie retiniche fino ad allora di difficile soluzione. La progressiva riduzione dei calibri degli strumenti dalla tecnica 20G alla 27G ha ridotto la invasività chirurgica, migliorato i tempi di recupero funzionale (minore manipolazione dei tessuti, minore fototossicità, più bassa frequenza di suture sclerali, riduzione dei tempi operatori) nonché modificato la incidenza delle infezioni post-operatorie: le endoftalmiti. Dopo esser riusciti negli anni ad effettuare un miglior controllo delle infezioni endoculari, passando da un’incidenza dello 0,14% degli anni ’80(1) a una dello 0,04 degli ultimi anni per le vitrectomie via pars plana, si è verificata di recente una recrudescenza delle endoftalmiti associate alla chirurgia endovitreale, con un’incidenza attualmente dello 0,11% circa, molto probabilmente dovuta all’avvento delle nuove tecniche di chirurgia mininvasiva, soprattutto 25 G e 27 G(2) ma anche alla maggiore diffusione delle tecniche sutureless. E questo è da attribuirsi alla inoculazione di flora batterica della superficie oculare nella cavità vitreale attraverso il sistema cannula-trocar transcongiuntivale(3), senza escludere il “leakage” da sclerotomie talvolta non a perfetta tenuta con rischio di transitorio ipotono post-operatorio e conseguente effetto “valvola inversa”.

Abbiamo deciso pertanto di valutare un ideale approccio terapeutico post-operatorio che aiutasse a minimizzare gli inconvenienti infiammatori e settici del decorso post-operatorio; da qui la necessità di individuare e testare l’associazione di un corticosteroide e di un antibiotico topico oculare che esprimesse doti di efficacia, penetrabilità nelle strutture interne del bulbo oculare e sicurezza per un rapido e duraturo controllo, ad un tempo, della flogosi e dell’infezione endoculare.

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>> DISEGNO DELLO STUDIO La nostra esperienza è stata condotta per 27 mesi, da Giugno 2017 a Settembre 2019, su un totale di 1574 interventi di chirurgia endovitreale miniinvasiva e, ove possibile, sutureless (23, 25 e 27 G) così distribuiti: 40% (circa 630 interventi) di retinopatia diabetica e secondaria a vasculopatie, 30% (circa 470 interventi) di distacco di retina inclusi gli interventi di aspirazione di olio in pazienti tamponati con olio di silicone, 15% (circa 239

Peeling di membrana limitante interna


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