E il domani? Si punta sulla mobilità urbana elettrica Tutti siamo a conoscenza che il biennio 2020-2021 sia stato molto complicato per il settore dell’automotive. Esistono però delle realtà in controtendenza, ed è il caso di Parisi Dakar: l’autosalone monzese continua a migliorarsi di anno in anno, incrementando il proprio fatturato anche in questi ultimi ultimi periodi piuttosto complicati. «Continuiamo a tener botta, riusciamo a mantenere un buon trend, ma intorno a noi il mondo sta cambiando e soprattutto il settore auto si sta rivoluzionando - ha affermato Mirko Parisi - oggi le grandi case automobilistiche hanno bisogno di incrementare le vendite di vetture elettriche, non a caso ora servono parecchi mesi di attesa per comprare le tradizionali auto a motore termico. Per ovviare originale aVersione questo problema Parisi Dakar si difende con un usato
recente e verificato, di alto livello». E non è tutto, perché il giovane imprenditore ha già pronta la prossima mossa, andando a dare un taglio green e spiccatamente all’avanguardia alla sua concessionaria: «Siamo in procinto di puntare forte su alcuni importanti marchi di mobilità urbana elettrica, sia per quanto riguarda le automobili che i veicoli commerciali. Parliamo dei cinquantini, da guidare prima dei 18 anni, così come piccoli furgoncini e auto originali e simpatiche, dedicate ai clienti che intendono utilizzare l’elettrico. Attenzione però: non sono mezzi studiati per coprire tratte più lunghe come Monza-Milano, ma pensati appositamente per muoversi in città». Questo è il futuro e Parisi Dakar c’è, non si farà cogliere impreparata.
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L’orgoglio di Mirko: le aste e la voglia di dimostrare il proprio valore Versione negativo
Una vita spesa a tutta velocità, come le supercar che spesso si possono trovare in salone: il rapporto di MIRKO PARISI con le auto sboccia praticamente da neonato e prosegue fino ad oggi. Dopo il diploma c’è l’università, giurisprudenza in Cattolica, ma in breve il ragazzo capisce che non fa per lui chiedere soldi ai genitori per mantenersi: sceglie dunque di iniziare a lavorare. L’attività del padre è a portata di mano, ma «ho sempre rifiutato l’idea di entrare in azienda solo perché sono il figlio, se lo devo fare è perché c’è qualcosa in cui posso dare il mio contributo. Ho iniziato ad interessarmi delle aste e ho pensato che potevano essere uno strumento per andare oltre i classici canali di approvvigionamento che utilizzava la concessionaria di mio padre. Mi si è aperto un mondo: in breve ho iniziato a portare circa 30 pezzi al mese con ottime marginalità e sono andato avanti così per sette-otto anni, con 3.500 aste all’attivo. Col tempo ho iniziato anche a trattare di tutto, ossia supercar, Ferrari, Rolls-Royce d’epoca, ma anche piattaforme aeree, carri funebri e tanto altro». È di Versione rosso questi anni un aneddoto particolarmente esplicativo della personalità di Mirko: «Per dimostrare il mio valore a chi mi sta vicino, e forse soprattutto a me stesso, ho cercato di portare risultati per conto mio, percorrendo altre strade. Per un anno ho studiato i commercianti di movimento terra e il loro mercato di nicchia, lanciandomi poi nell’acquisto di escavatori, ecc. Ad un certo punto ho rilevato all’asta un’azienda di Verbania fallita, con tutti i suoi macchinari e attrezzature, stipati in un capannone di 1.500 metri quadrati e in un piazzale pieno zeppo di qualsiasi cosa. Un’operazione importante, conclusasi al meglio: tant’è che nel giro di due settimane ho venduto tutto, avevo già allertato i miei contatti interessati all’acquisto e tutto si è risolto in tempi brevissimi, generando un bel guadagno». L’avvento del digitale ha rivoluzionato il settore delle aste: «Con le sessioni a distanza è aumentato il bacino di utenti e il mercato è cambiato, nel 2018 hanno cominciato a scemare e mi sono dovuto reinventare girando per l’Europa - ha proseguito Mirko - ho sviluppato i miei contatti con l’estero e oggi lavoro con diversi paesi nel vecchio continente, importando vetture direttamente dalle concessionarie ufficiali delle case automobilistiche. I nostri sono prodotti originali, usciti dalla casa madre, sintomo di affidabilità e di prodotti certificati». Oggi Mirko, oltre che guidare la Parisi Dakar, continua ad occuparsi della parte commerciale delle tre sedi della concessionaria del padre. Nel frattempo si è iscritto nuovamente all’università, questa volta in Economia e Management, intraprendendo un percorso che sta per concludersi con la laurea.