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INTERVISTE

“COVID-19, A NAPOLI SI LAVORA AL VACCINO IN PILLOLE

Ingegnerizzato un probiotico che esprime la proteina Spike: Giovanni Sarnelli, docente di Gastroenterologia, spiega le potenzialità della scoperta

di Chiara Di Martino

Niente più aghi né boccette, la prossima generazione di vaccini potrebbe essere in pillole e, soprattutto, potrebbe essere dietro l’angolo. Arriva dall’Università Federico II di Napoli un nuovo importante tassello nella lotta al Covid-19 (ma non solo): una società spin-off dell’Ateneo, la NEXTBIOMICS, ha depositato domanda di brevetto per un vaccino batterico. Punto di partenza, il probiotico Escherichia Coli Nissle 1917 che stimola il sistema immune intestinale. Dietro questa scoperta ci sono tre ricercatori: Giovanni Sarnelli, professore di Gastroenterologia della Università Federico II, Giuseppe Esposito, Professore di Farmacologia presso la Università Sapienza di Roma e Walter Sanseverino, CEO di Sequentia Biotech, tutti soci co-fondatori di NEXTBIOMICS.

A raccontare il cammino percorso finora è Giovanni Sarnelli, che spiega come si è arrivati a questo rivoluzionario passo, portatore di grandissime implicazioni soprattutto per i paesi poveri del mondo.

Professore, l’idea è nata “a freddo” oppure ci si è “inciampati” studiando altro?

Non è stata casuale. Ci occupiamo da diversi anni di probiotici di nuova generazione, i “batteri buoni” per intenderci, e abbiamo già altri 3 brevetti in questo campo. A un certo punto ci è sembrato naturale mettere il nostro know how al servizio di questo momento storico e applicarlo al Covid-19. E abbiamo scelto l’Escherichia Coli Nissle 1917, una specie non patogena del batterio.

Cosa lo caratterizza?

Lo si conosce da sempre, fu isolato nei soldati durante la Prima guerra mondiale: ci fu una epidemia di dissenteria, e si scoprì che chi aveva quel batterio nel micriobiota veniva risparmiato. Così abbiamo pensato di utilizzarlo come vettore così come altri vaccini, per esempio, usano un Adenovirus.

Con quali risultati?

Il probiotico stimola la risposta immune contro la proteina Spike che il Coronavirus usa per infettare le cellule. I dati preclinici ci lasciano ben sperare: la somministrazione per 5 giorni a settimana, per un totale di 17 settimane, di Escherichia Coli Nissle 1917 ingegnerizzato è stata in grado di stimolare significativamente la risposta immune, con la produzione di anticorpi circolanti di tipo IgM e IgG e, ancora più interessante, anche di IgA a livello mucosale, intestinale e bronchiale, offrendo un’ulteriore protezione. Va assunto in maniera ciclica e continuativa, poi raggiunge il plateau e si stabilizza.

Con evidenti vantaggi, pare di capire.

Non ha mostrato effetti avversi o collaterali, è sostenibile dal punto di vista ambientale, si conserva a temperatura ambiente (nei paesi caldi a 2-8 °C) e agisce in modo più fisiologico rispetto ad altri. In più, ha il grande vantag-

© eamesBot/shutterstock.com

gio di poter essere somministrato per via orale. Questo, soprattutto in una campagna vaccinale su vasta scala, riduce i costi di gestione, distribuzione e personale, il che ha significative implicazioni soprattutto nei paesi poveri del mondo. Lavorare sui batteri è facile se hai l’esperienza giusta, basta solo un fermentatore: ci farebbe piacere che il Sud del mondo – che sta ancora a zero quanto a vaccini - potesse trarne vantaggio, e indirettamente tutti, perché quelle zone costituiscono un serbatoio di Covid-19 che impedisce l’eradicazione della pandemia.

Quindi è questo il vostro sogno?

Sì. Siamo pur sempre ricercatori! Sarebbe meraviglioso porci in chiave puramente etica e spedire pillole a quei paesi che non hanno la forza economica e politica di importare tecnologie di alto livello, come i vaccini a mRna.

Quando il passaggio alla sperimentazione sull’uomo?

Questo è difficile dirlo, perché per questa fase servono tempo e investimenti e la NEXTBIOMICS da sola non potrebbe sostenerla. Noi per ora ci siamo concentrati sul prodotto ma stiamo già ricevendo richieste di collaborazione da fondi di investimenti, fondazioni e aziende farmaceutiche, ma naturalmente siamo ancora in fase interlocutoria.

A che punto è lo studio?

Dal punto di vista produttivo, ci stiamo guardando attorno, per ora abbiamo depositato – il 12 aprile - domanda di brevetto. Dal punto di vista della ricerca, stiamo già immaginando l’applicazione ad eventuali varianti: nella nostra miscela è facile poter inserire più varianti della proteina Spike. Peraltro, è altamente probabile che il nostro vaccino possa essere usato anche come booster di stimolazione anticorpale, come richiamo di altri vaccini. Importante, in tutto questo, è stato il dialogo con la Sequentia Biotech, società Spagnola esperta in genomica.

Cosa c’è nel futuro della NEXTBIOMICS?

Per ora ci piace moltissimo il suo presente. Abbiamo avuto l’onore di partecipare al recente workshop del Parlamento europeo intitolato proprio “How probiotics can change the world”. Come spin-off della Federico II siamo contenti di smentire l’idea secondo cui la ricerca sia ancora lontana dal mondo applicativo. A breve, tra l’altro, avremo una struttura dedicata nel campus universitario di San Giovanni a Teduccio, vero punto di riferimento per l’intero settore dell’innovazione.

Arriva dall’Università Federico II di Napoli un nuovo importante tassello nella lotta al Covid-19 (ma non solo): una società spin-off dell’Ateneo, la NEXTBIOMICS, ha depositato domanda di brevetto per un vaccino batterico.

NEXTBIOMICS, ecco i ricercatori che l’hanno fondata

Giovanni Sarnelli.

Giovanni Sarnelli è professore di Gastroenterologia presso l’Università di Napoli Federico II, ha un dottorato di ricerca in Fisiopatologia dell’apparato digerente e nutrizionale e un post doc presso l’Università di Leuven (Belgio) dove ha sviluppato la passione le ricerche sull’asse intestino-cervello ed il mondo dei probiotici. Giovanni è autore di oltre 120 articoli scientifici su riviste internazionali ed è co-inventore di 3 brevetti su probiotici di prossima generazione. Con lui, tra i soci fondatori di NEXTBIOMICS, Giuseppe Esposito (che ne è responsabile scientifico), attualmente professore di farmacologia alla Sapienza di Roma, e il managing director Walter Sanseverino, laureato in biotecnologie e CEO di Sequentia.

15GdB | Maggio 2021 ”

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