2 minute read

L’agricoltura sostenibile e il modello Grand Farm

Da sempre l’uomo è stato chiamato ad affrontare sfide destinate a segnare indelebilmente i secoli della storia. Tra le numerose prove lanciate dal XXI secolo alle nostre generazioni e a quelle future, salvare la Terra è senz’altro tra le più difficili. Il guanto, seppur timidamente, era stato già raccolto negli ultimi anni dello scorso millennio, ma è stato fatto ancora troppo poco. Il 2030 viene visto da molti paesi come un anno crocevia, un appuntamento a cui l’umanità deve arrivare con risultati e soluzioni concrete a tanti problemi. Una questione tra le tante riguarda l’inquinamento del suolo e la conseguente missione di risanamento.

Il suolo è fondamentale per tutti i cicli vitali del nostro pianeta dato che oltre il 95% del nostro cibo proviene da processi legati alla terra. Secondo i dati del Soil Health and Food Mission Board and Joint Research Centre, fra il 60% e il 70% dei terreni d’Europa non sono in buona salute e mancano delle materie organiche e dei minerali necessari a nutrire piante e microorganismi. È il risultato di una serie di scelte e pratiche inappropriate, oltre che di altri fattori ambientali. Un esempio di come scienza e natura possano andare a braccetto ci è dato dalla fattoria austriaca Grand Farm, sorta nell’ambito del progetto europeo Best4Soil.

Questa fattoria sperimenta un nuovo approccio alle colture per migliorare la salute del suolo attraverso diversi metodi a cui gli agricoltori fanno ricorso: la fertilizzazione tramite compost, le colture invernali per mantenere in buona salute il suolo, la rotazione delle colture. Nella fattoria Grand, anche detta “Grand Garten”, è proprio il “terricciato” a svolgere un ruolo centrale per biodiversità e tutela della qualità del suolo. Vengono adottate anche soluzioni preventive come il vermicompost, ottenuto con i lombrichi e la semina di piante. La moltitudine di microrganismi è fondamentale per il suolo: più ce ne sono e più sono vari, maggiori saranno la sua salute, purezza e stabilità. Oltre al vermicompost viene testato anche il compost termofilico, un altro fertilizzante naturale costituito da materia organica con apporti di carbonio e azoto. Alcuni ricercatori ne analizzano dei campioni per verificare qualità e componenti rilasciate in suolo e atmosfera, al fine di evitare ogni contaminazione. Durante il processo di formazione del compost possono raggiungersi temperature fino a 70°, che eliminano gli organismi all’origine di alcune malattie delle colture.

La biomassa è una fonte di energia importante, soprattutto di azoto, e in quanto tale bisogna preservarne quanta più possibile. Il “Grand Garten” è un in scala ridotta di questo approccio, poiché in Canada, per esempio, è già stato sviluppato un modello simile dove si produce cibo sano e di grande varietà su appezzamenti di terreno non più grandi di un ettaro, al fine di approvvigionare le comunità locali. Il modello Grand Farm deve far riflettere quanto la gestione sostenibile del suolo sia cruciale per l’equilibrio dei nostri ecosistemi. (M. O.).

© Angyalosi Beata/shutterstock.com

Il 2030 sarà per molti Paesi un anno cruciale, a cui l’umanità dovrà arrivare con soluzioni concrete a tanti problemi, tra i quali c’è l’inquinamento del suolo

This article is from: