P&P Panificazione&Pasticceria 138 Maggio/Giugno 2018

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BIMESTRALE ITALIANO DI INFORMAZIONE PROFESSIONALE TECNICA ED ECONOMICA

Maggio/Giugno 2018

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Elementi

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DIRETTORE RESPONSABILE Gianpietro Nagliati Bravi

Nel nostro menu’... Cominciamo questa volta non dal racconto di quello che trovate nelle pagine di questo numero, ma con un invito: intanto segnatevi la data (anche se noi provvederemo a ricordarvela puntualmente ogni due mesi), 10 - 13 Marzo 2019, per non dimenticarvi di Levante Prof, che alla sesta edizione continua a crescere e aggiungerà l’anno prossimo una sezione dedicata al ‘free’, a partire dal gluten. Con le prime informazioni su questo sviluppo apriamo P&P di maggio/giugno: numero in cui in effetti, oltre all’ancora futuro Levante Prof, di molte diverse manifestazioni si parla. Segno di vitalità e competizione nei settori cui guardiamo dal nostro punto d’osservazione privilegiato - perché in effetti anche quali organizzatori di Levante Prof ci rendiamo conto in maniera diretta di questo. Un segno anche di internazionalizzazione visto che le fiere cui partecipano le aziende italiane si svolgono praticamente ovunque nel mondo, e che l’export continua a essere il traino della crescita italiana. Guardando in Italia, tra l’altro, si parla di governance nelle pagine che state per leggere: quante e quale ne serve all’Italia, non soltanto a livello politico? E cosa alle aziende per crescere? Due dei temi che vi proponiamo in questo numero, assieme alle consuete ricette e alle novità in materia di prodotti, tendenze, materie prime. Primissimo tra le quali viene il frumento, al quale è dedicata la maggior parte delle pagine che parlano di pasta e dintorni. Ma non solo, e per chiudere ancora spazio all’alta qualità italiana parlando di prosciutto, ma anche di nuovi luoghi dove cresce il settore alimentare al dettaglio. Arrivederci al prossimo numero!

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MAGGIO/GIUGNO 2018

DIREZIONE - REDAZIONE Via del Fontanile Arenato, 144 - 00163 Roma Tel. 06 6634333 Fax 06 6634333 info@dmpsrl.eu - panificazionepasticceria@dmpsrl.eu SEGRETERIA DI REDAZIONE Via del Fontanile Arenato, 144 - 00163 Roma Tel. 06 6634333 Fax 06 6634333 info@dmpsrl.eu AMMINISTRAZIONE PUBBLICITA’ Via del Fontanile Arenato, 144 - 00163 Roma Tel. 06 6634333 Fax 06 6634333 info@dmpsrl.eu COLLABORATORI DI REDAZIONE Fabio Albanesi, Piero Benelli, Salvatore Bruno, Marta Casadei, Ilaria Casini, Pierdomenico Ceccaroni, Alessandro Circiello, Edoardo Corbucci, Rosanna Del Santo, Andrea Diafani, Alfredo Falcone, Francesca Follesa, Antonio Fragiacomo, Paolo Fulgente, Alessandro Marini Balestra, Fabrizio Nistri, Giovanni Pacilio. FOTOLITO e STAMPA Tipografia Facciotti Srl Vicolo Pian Due Torri, 74 - 00146 Roma Tel. 06 55260900 Fax 06 55260907 ABBONAMENTI D.M.P. SRL Via del Fontanile Arenato, 144 - 00163 Roma Tel. 06 6634333 Fax 06 6634333 info@dmpsrl.eu Abbonamento annuale (6 numeri): Italia: Euro 35,00 Estero: Euro 65,00 Paesi extraeuropei: Euro 82,00 (via aerea Euro 98,00) Una copia: Euro 6,00 (arretrati inclusi) ISSN 1590-1726

Autorizzazione Tribunale di Bologna n.6530 del 13 Febbraio 1996 Poste italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1 comma 1 DCB Roma E’ fatto divieto a chiunque di pubblicare su altre riviste articoli e foto stampati sul presente giornale, senza il preventivo consenso del direttore e degli eventuali autori e comunque citando la fonte e l’autore dell’articolo. Chiunque contravvenga tale disposizione, sarà perseguito a norma di legge. Gli articoli e il materiale illustrativo inviato per la pubblicazione non verranno restituiti. Gli autori sono i soli responsabili delle opinioni espresse. DMP srl Editore


/ SOMMARIO AttuAlità un ritorno in grande stile Vegan in calo A lezione da Oscar Farinetti Sigep: Acomag e Ieg rinnovano Continua la collaborazione Sigep - Aiipa A settembre Iba 2018 Aumento Iva, serve stop Gift Fair torna a Catania L’Italia ha bisogno di governance La Casa del pane di Pompe Il lavoro si trasforma Per un cibo sempre migliore Sial Paris è alle porte

sommario

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PANE

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Elementi riparte Pane olio e pomodoro Judgement Day Premio Roma 2018 Abusivi all’attacco in Sardegna Grani Futuri Il pane di Matera, Capitale della cultura 2019 Cerealia Festival Focaccia a ferma-lievitazione Il Canada … lievita

PAStiCCERiA

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Delizia al caffè e ginseng Torta da forno al limone Ricette del Maestro Paolo Fulgente Croissant rustico Torna Cannolo Festival Colazione da Erika Milka diventa sostenibile Nuovo pastry chef per Emporio Borsari Meet Massari a Milano Golosità da Farmo Gelato d’Oro 2019

PAStA

La pasta cresce Alibert online Grano, azzerate importazioni dal Canada Aumenta la produzione di ‘duro’ Durum Days

ENOGAStRONOMiA

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rubriche Nel nostro menù Editoriale Indice aziende

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Come va la birra? Birra Peroni comunica i dati della sostenibilita’ Professione Cuoco innovarsi per crescere Vinitaly fenomeno social Torna il Campari Academy Truck Bedogni a Cibus Gourmet Expoforum Riviera ligure, olio per la formazione Apre le porte “Ristorazione 4.0”

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LPI arriva in Italia

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/ TRA

NOI 2

Oh finalmente Oh finalmente abbiamo un governo, ed è stato pure eletto dai cittadini. Non ho la più pallida idea di quello che ci potrà succedere ora che M5S e Lega sono diventati governo e maggioranza parlamentare. Non mi lascio però affascinare da tutto quello che ci vanno raccontando i neo governanti: la Lega non è nulla di nuovo e pur se ha aumentato i propri voti, ne ha presi pur sempre circa la metà di M5S; i due partiti non sono alleati, ma devono eseguire un contratto; il capo del governo non ha un mandato popolare, non è stato eletto e non risponde al Parlamento. Ma va bene tutto: diamogli tempo di dimostrare qualcosa.

Nel famoso contratto ci sono un sacco di proposte allettanti, ma a fianco di nessuna di questa c'è il costo per le casse dello Stato e le coperture. Per avere la flat tax, ad esempio, a cosa devo rinunciare? Il nuovo ministro degli Interni, da parte sua, ha già iniziato a rendersi conto che mandar via dall’Italia persone a centinaia di migliaia è meno facile da fare che da urlare in piazza, perché ci vuole anche la collaborazione internazionale? Insomma, molte promesse, ottime intenzioni ma come esattamente ci si possa arrivare non l’abbiamo ancora capito. Buon Lavoro a Tutti

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/ ATTUALITÀ

Un ritorno

in grande stile Levante Prof si appresta a tornare a Bari (Italia), presso i padiglioni della Fiera del Levante con una formula ormai consolidata ma anche densa di novità. Organizzata prestigiosa vetrina del settore agroalimentare, richiamando una folta schiera di professionisti e buyer.

Alla sua sesta edizione,Levante Prof offre una panoramica esaustiva di prodotti e tecnologie dedicate alla filiera alimentare, dalla pasticceria alla gelateria, dalla panificazione alla ristorazione. E, ancora, soluzioni dedicate alla preparazione di pizza e pasta fresca, insieme alle ultime novità in fatto di confezionamento, bomboniere, birra, vini… Non da ultimo, le proposte originali ed esclusive di arredo di bar, ristorazione, pubblici esercizi e hotellerie. In questa edizione inoltre un intero nuovo settore espositivo sarà dedicato per la prima volta nel Mezzogiorno d’Italia alla alimentazione Bio, al Vegano, ai prodotti senza Glutine e a quelli senza Lattosio. L’evento rappresenta una concreta occasione per accostarsi alle proposte del made in Italy più autentico, per scoprire e apprendere nuove tecniche di lavorazione e trasformazione di materie prime e ingredienti, e imparare a utilizzare impianti e macchinari. Non dimentichiamo che la Puglia vanta ben 251 prodotti alimentari inseriti nel patrimonio culturale nazionale: motivo di vanto, certo, ma anche occasione per consentire all’operatore di differenziare la sua proposta con qualcosa di veramente unico.

Il momento espositivo sarà affiancato da numerose iniziative collaterali, fra cui forum di approfondimento e dimostrazioni, allo scopo di fornire ai visitatori importanti momenti di aggiornamento. Nella cornice di gare e concorsi, scenderanno in campo i Maestri del settore per sfidarsi in competizioni di alto livello.Grande attesa, in questo contesto, per il concorso di gelateria Trofeo PuntoIT, una sfida appassionante che vedrà molti dei migliori gelatieri italiani confrontarsi su un tema fornito dall’organizzatore.

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/ ATTUALITÀ

Vegan

in calo

Addio all’alimentazione vegana, abbandonata da oltre un milione di italiani: coloro che hanno scelto uno stile alimentare vegan rappresentano nel 2018 appena lo 0,9% del totale rispetto al 3% dello scorso anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurispes. I vegani in Italia sarebbero circa mezzo milione.

Le diete vegane escludono dall'alimentazione la carne di qualsiasi animale e tutti i prodotti di origine animale, dai formaggi alle uova, dal burro allo yogurt, dalla panna al gelato, dal latte al miele. All’interno della dieta vegana basata su cereali, legumi, verdura e frutta sono nate correnti di pensiero alimentare ancora più estremiste come i fruttariani (che mangiano solo frutta caduta dagli alberi, ma escludono limoni, kiwi e ananas), i melariani (che si nutrono solo di mele), i fruttariani crudisti (che ingeriscono solo frutta non cotta e non condita).

Ad oggi sono rimasti quindi circa 460mila gli italiani che seguono queste diete restrittive tra i quali a prevalere per oltre i 2/3 sono le donne (68%) ed i giovani, con la percentuale che sale al 2% tra quelli di età compresa tra i 18 ed i 24 anni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurispes. Una scelta sul cui giudizio l’Italia è divisa in due con il 49,4% che la ritiene radicale, fanatica e segnata dall’intolleranza mentre il resto pensa che sia una opzione rispettabile ed anche ammirevole A spingere le convinzioni alimentari sono però spesso, secondo Coldiretti, le fake news che rimbalzano sui social dove non è difficile trovare che mangiare carne, latte o uova faccia sempre male o che chi è intollerante al lattosio non deve mangiare nessun formaggio, tra le bufale alimentari virali in rete. Invece non esiste nessuno studio che provi che mangiare carne anche in giuste quantità sia dannoso per la salute mentre al contrario, i vantaggi di una dieta completa che la includa sono scientificamente indiscussi. Se ne può fare a meno integrando la sua mancanza con altri prodotti animali, come uova in primis, latte e derivati, e in alcuni casi assumendo integratori di vitamine e minerali.

Fonte: Efa - European Food Agency

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/ ATTUALITÀ

A lezione da

Oscar Farinetti Il fondatore di Eataly si è confrontato con il Presidente di Alma Enzo Malanca e con Guido Magnoni, Ice - Italian Trade Agency, sul tema dell’importanza della dimensione culturale del cibo. Due i suoi insegnamenti: “From Duty to Beauty” e “Think Local, Act Global”.

Prosegue il ciclo di incontri “Next Generation Chef”: un progetto che Alma - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana ha lanciato nel 2015, in concomitanza con Expo Milano, con un duplice obiettivo. Da un lato, stimolare una riflessione a più voci - con il coinvolgimento non soltanto della comunità dei gastronomi e dei cuochi ma anche del mondo della cultura, del pensiero filosofico e della scienza - sui temi della sostenibilità, della sovranità alimentare e del benessere legato alle abitudini di consumo. Dall’altro, rinnovare la propria didattica.

Partendo da due premesse: la prima è che il cibo ha una dimensione culturale e contribuisce a definire la nostra identità. La seconda è che le professioni dell’ospitalità hanno una connotazione etica: in particolare i giovani, professionisti del futuro, devono farsi portatori di una visione improntata alla responsabilità sociale. Il primo incontro targato Next Generation Chef ha visto protagonista il prof. Vincenzo Russo, Direttore Scientifico del Master in Food and Wine Communication alla Libera Università di Lingue e Comunicazione Iulm di Milano. Facendo riferimento agli studi di neuromarketing - disciplina che si pone l’obiettivo di misurare l’effetto delle emozioni sui processi decisionali - e di gastrofisica - la scienza che studia il rapporto tra sapori e aspetti esterni al gusto - Russo ha spiegato come i consumatori si lascino guidare dalle dinamiche affettive. Sulle nostre scelte influiscono elementi lontani dalla valutazione delle qualità intrinseche del prodotto: è il caso della comunicazione, del packaging, dei colori, della musica, delle luci. Nei giorni scorsi si è tenuto il secondo appuntamento Next Generation Chef. Tema di discussione, questa volta, è stata l’imprenditorialità legata all’identità culinaria italiana. A confrontarsi al tavolo dei relatori sono stati MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ATTUALITÀ

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, e Guido Magnoni, Ufficio agroalimentare e vini di Ice - Italian Trade Agency. Entrambi concordi con il Presidente di Alma Enzo Malanca, che ha aperto l’incontro affermando che “La formazione tecnica non è più sufficiente: per evolversi serve cultura. Un buon professionista è anche una persona pensante, animata da una forte etica e da un senso di responsabilità sociale”. Secondo Oscar Farinetti, l’Italia è un Paese dalle enormi potenzialità: sebbene rappresenti soltanto lo 0,20% delle terre emerse e incida per lo 0,15% circa della popolazione mondiale, il nostro Paese ha il primato del patrimonio artistico (70% di quello mondiale), come certificato dai 53 siti Unesco Patrimonio dell’Umanità. E l’Italia è ai vertici anche in materia di biodiversità: nel nostro Paese ci sono 1.200 vitigni autoctoni, contro i 222 della Francia, e 538 cultivar di olive, contro le 70 della Spagna. E su 1.200 varietà di mele a livello europeo, 1.000 sono in Italia. “Una strada meravigliosa si apre davanti a noi”, ha affermato il fondatore di Eataly. “Per cogliere queste opportunità, abbiamo due regole da osservare. La prima è costruire un modello sociale basato su un nuovo rapporto tra l’uomo e la natura, in cui la parola chiave è rispetto. ‘From Duty to Beauty’: dobbiamo capire che oggi è cool comportarsi con rispetto. La seconda è che la passione deve essere accompagnata dallo studio e dall’applicazione. La nuova generazione di gastronomi,

termine con cui indico non solo i cuochi ma anche chi si occupa di sala, deve comprendere che il cibo non nasce in cucina, ma in terra, nel mare. E come tale deve essere studiato, trasformato offerto e raccontato. Prima di tutto occorre conoscere i territori, poi studiare le tecniche, più naturali possibili, di coltivazione, allevamento e pesca. Seguono le tecniche di conservazione e trasformazione in cucina, infine la narrazione al cliente finale. Il tutto permeato dalla storia, la tradizione e la cultura che provengono dai territori d’Italia. Per riassumere, rovesciando il celebre assunto ‘Think Global, Act Local’, possiamo dire che è importante ‘Think Local, Act Global”. Guido Magnoni, Ufficio agroalimentare e vini di Ice Italian Trade Agency, ha sottolineato l’eccellente stato di salute del comparto agroalimentare italiano: l’export dei prodotti made in Italy ha superato il record dei 41 miliardi di euro nel 2017. E i primi dati riferiti al 2018 sono positivi: nel primo trimestre la crescita è stata di un ulteriore 6%. “Il made in Italy ha un forte appeal nel mondo perché a esso sono legati concetti come qualità, tradizione e saper fare secolari, territorio unico per conformazione e caratteristiche microclimatiche. Il compito delle generazioni future è quello di tutelare l’eccellenza delle nostre produzioni e proteggerne l’autenticità: in questo senso, l’azione di Alma è preziosa, perché forma quelli che sono i migliori ambasciatori del nostro Paese e custodi della sua identità gastronomica”.

Fonte: Mind The Pop

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/ ATTUALITÀ

Sigep: Acomag e Ieg

rinnovano Exhibition Group: “L’intesa consolida il nostro Salone, sempre più attento agli orizzonti internazionali”.

Business e qualità, innovazione e internazionalità. Poggia su questi solidi pilastri il rapporto fra Acomag e Italian Exhibition Group per fare sempre più grande Sigep, rinnovato di recente. Acomag, l’Associazione Nazionale Costruttori Macchine Arredamenti Attrezzature per Gelato con i suoi 14 associati rappresenta le più importanti industrie italiane di produzione di macchinari e vetrine per il gelato artigianale. Sigep, la manifestazione organizzata da Ieg leader al mondo per il gelato e dolciario artigianali, conta più di 200mila presenze con il prossimo appuntamento alla fiera di Rimini per la 40esima edizione. Il comparto delle vetrine e macchinari per gelato registra una crescita aggregata del fatturato pari al

9% fra gli anni 2015-2016 (dati Osservatorio Sigep). In particolare evidenza il settore delle vetrine per gelato con un fatturato che cresce di oltre il 12%. L’incremento dei fatturati è stato trainato dall’export, forte vocazione delle aziende associate Acomag che, di media, esportano almeno il 50% della propria produzione con punte che arrivano all’80%. “L’intesa”, spiega Gianfranco Tonti, Presidente di Acomag, “rappresenta una conferma per tutta la filiera del gelato artigianale. Le nostre industrie stanno lavorando per presentare macchine e attrezzature sempre più competitive e all’avanguardia, perché per crescere la strada dell’innovazione rimane fondamentale. E in Sigep riconoscono l’appuntamento ideale per promuoversi commercialmente a livello internazionale”. “L’accordo”, aggiunge Lorenzo Cagnoni, Presidente di Italian Exhibition Group, “ha un rilievo strategico perché riguarda un settore, quello del gelato appunto, che riveste un ruolo di punta all’interno di Sigep, uno dei principali saloni organizzati da Ieg. Quello con Acomag è un rapporto dalle radici profonde che si perfeziona, che attesta il dinamismo della filiera e sancisce l’ottima salute della manifestazione, soprattutto perché facilita l’attività dei nostri espositori, sempre più orientata oltre confine”. MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ATTUALITÀ

Continua la collaborazione

Sigep-Aiipa leadership di Sigep quale piattaforma di business internazionale”.

Internazionalità, formazione professionale e sviluppo del business sono i pilastri su cui poggia la strategia di crescita di Sigep, il Salone della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè, la cui 40a edizione si svolgerà dal 19 al 23 gennaio 2019 alla fiera di Rimini. In questa direzione va il rinnovo dell’accordo di collaborazione fra Aiipa e Italian Exhibition Group. Da una parte l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, Gruppo Prodotti per Gelato, una delle principali organizzazioni industriali del Paese, aderente a Confindustria, cui afferiscono oltre 300 aziende. Dall’altra Italian Exhibition Group con Sigep, la manifestazione leader al mondo per il dolciario artigianale, che ogni anno accoglie al quartiere fieristico oltre 200mila presenze professionali, proponendo a fianco dell’expo un calendario di eventi di altissimo profilo internazionale. Il rinnovo dell’accordo, valido fino al 2022, sancisce un’alleanza protesa ad una forte promozione su scala mondiale del gelato artigianale, nonché di tutta la filiera interessata. La continuità dell’intesa, che si protrae da decenni, conferisce solidità alle azioni, originando ulteriori e nuove possibilità di business per le aziende del settore in tutto il mondo. Proprio sull’internazionalità hanno puntato i due presidenti, commentando a caldo la firma dell’intesa: “Questo accordo è importante per la filiera perché

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consolida gli ottimi rapporti tra Italian Exhibition Group e Aiipa”, ha spiegato Roberto Leardini, da poco al vertice di Aiipa, Gruppo Prodotti per Gelato . “È molto importante il dialogo costruttivo che da anni abbiamo con Sigep. E i risultati che si stanno ottenendo sono frutto anche di questa collaborazione che ha intenti chiari e comuni. Le nostre esigenze sono infatti di creare nuovo business e aprire nuovi mercati e la collaborazione con Sigep va in questa direzione”. “Per noi”, ha aggiunto Lorenzo Cagnoni presidente di IEG, “si tratta di un accordo strategico, nell’ottica non solo di un consolidamento della leadership di Sigep sul mercato mondiale, ma di una internazionalizzazione sempre più decisa e imprescindibile del business. Il rapporto con Aiipa conferma una reciproca stima e la qualità del lavoro portato avanti insieme in questi anni”.


/ ATTUALITÀ

A settembre Iba 2018 agroalimentare in generale, è in programma nella sua tradizionale sede di Monaco di Baviera nel prossimo autunno. All’edizione 2018 di Iba sono iscritti come sempre oltre duecento operatori italiani – su un totale di circa 1.100 espositori – che rappresentano il meglio del settore e che sono una delle delegazioni nazionali più forti tra quelle presenti nei padiglioni della Fiera di Monaco. ”L’interesse di aziende tedesche ed estere è enorme. Fatta eccezione per pochi spazi residui, Iba ha già raggiunto il tutto esaurito,” afferma Dieter Dohr, presidente dell’ente organizzatore. Oltre 1.100 espositori da più di 50 nazioni (dato aggiornato ad aprile 2018) copriranno con la loro offerta tutta la gamma di prodotti per il mondo della panificazione. “Iba è una vetrina mondiale di tutte le tendenze del settore, un punto di riferimento per le esigenze di panificatori e pasticceri, gastronomi e decision-maker del commercio alimentare”, sottolinea Dohr. “A Iba 2018 avranno un ruolo centrale innovazioni e idee per imprese di tutte le dimensioni relative a processi produttivi, mercato fuoricasa, efficienza energetica, automazione, igiene, digitalizzazione nel punto vendita e in produzione, arredi per negozi, confezionamento e logistica”.

Tra le numerose novità dell’edizione 2018, il mercato digitale attraverso cui gli operatori possono organizzare preventivamente la visita in base alle proprie esigenze e orientarsi meglio una volta giunti in fiera. Grazie alle nuove funzioni di ricerca per “soluzioni” si possono trovare velocemente, ad esempio, snack innovativi, soluzioni per la digitalizzazione o l’efficienza energetica, o materie prime in mostra a Iba. Inoltre il visitatore ha la possibilità di contattare direttamente l’espositore e fissare un appuntamento.

Fonte: Ufficio stampa Iba

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/ ATTUALITÀ

Aumento Iva, serve stop L’aumento delle aliquote Iva si avvicina sempre più e nonostante le proteste non sembra che ci sia la possibilità di fermarne l’entrata in vigore. O la volontà . Secondo Coldiretti, aumentare l’Iva è una cosa molto pericolosa per l’economia in generale, e in particolare per la spesa degli italiani.

L’aumento delle aliquote Iva rischia di alimentare una spirale recessiva in una situazione segnata dalla frenata nella crescita dei consumi e dalle prospettive dell’inflazione in ripresa. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat sulle prospettive dell’economia italiana nel 2018 nel sottolineare che la sterilizzazione è una priorità per il nuovo esecutivo che si va formando. Il pericolo dell’aumento dell’Iva – sottolinea la Coldiretti – riguarda beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie. Una eventualità che – continua la Coldiretti – compromette i segnali di ripresa dell’agroalimentare, dove i consumi interni sono ancora stagnanti, a fronte di una produzione in crescita, restano ancora al palo. Va quindi scongiurato perché – sostiene la Coldiretti – sarebbe un duro colpo per la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande che nel 2017, dopo cinque anni di valori negativi, ha invertito la tendenza e ha fatto segnare un balzo record del 3,2%, secondo le elaborazioni su dati Ismea. La spesa alimentare – conclude la Coldiretti

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– è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 244 miliardi ed è quindi un elemento fondamentale per la ripresa dell’economia.


/ ATTUALITÀ

Gift Fair

torna a Catania Gift Fair si svolgerà dal 20 al 22 ottobre nell’area metropolitana di Catania. Per la precisione sarà il Centro Commerciale all’Ingrosso della città etnea a ospitare la 19a edizione della manifestazione, dedicata a tavola, regalo, bomboniera, tessuti e complementi d’arredo e riservata agli operatori professionali.

Sono confermate, e anzi saranno ancora più valorizzate nella nuova sede, le sezioni Bijoux Fashion, incentrata su bigiotteria e accessori moda, e Le Botteghe dell’Arte, per l’artigianato d’arte. La novità assoluta è invece rappresentata dalla sezione Gift Fair Ideas, quasi una manifestazione dentro la manifestazione, che porterà in primo piano le ultime novità nel campo di licensing, giochi, gadget, creatività, decor, fantasia, accessori IT, party e feste. Ancora una volta la Gift Fair non smentisce la propria caratteristica di fiera pragmatica, capace di rispondere alle esigenze di espositori e visitatori e lo fa in questo caso tornando nella città etnea: da sempre la maggior parte delle imprese siciliane con elevato valore aggiunto sono qui concentrate; l’Aeroporto Fontanarossa, a soli due chilometri dal Centro Commerciale, continua la sua scalata in termini di numeri attestandosi, nel 2017, come il sesto scalo d’Italia per traffico passeggeri, il primo del Mezzogiorno e il secondo per traffico nazionale. Pur in una nuova location la Gift Fair conferma la propria filosofia operativa, che risponde alla recente tendenza delle fiere specializzate B2B. Quest’ultime, per essere

competitive e soprattutto interessanti per gli operatori, debbono infatti essere facili, vicine, economiche: facili da allestire e da gestire; vicine perché i visitatori, che non vogliono sobbarcarsi spese di viaggio e pernottamento, pretendono di concludere la loro visita nell’arco di una giornata; economiche, quindi, sia per gli espositori che per i visitatori. Focalizzandosi sulla nuova sede, si scopre come il Centro Commerciale all’Ingrosso sia il polo logistico commerciale più grande della Sicilia; ubicato in prossimità della Tangenziale di Catania, che collega con tutte le autostrade siciliane, e con l’Asse dei Servizi, è facilmente raggiungibile da stazione centrale, porto e aeroporto. Il Centro mette a disposizione di espositori e visitatori parcheggi, strutture di ristorazione e tutti i servizi di una grande fiera. La manifestazione gode dei patrocini di FIR Filiera Italiana del Regalo e ConfimpreseCatania.

Fonte: Ufficio Stampa Gift Fair

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/ ATTUALITÀ

L’Italia ha bisogno

di Gover

Oltre al potere formale, l’Italia deve imparare a gestire i propri processi. Anna Zanardi, consulente ad alto livello di grandi imprese italiane ed estere, propone una lettura particolare delle recenti vicende istituzionali e individua cambiamenti necessari, per lo Stato, ma anche per il settore privato. Se da un lato il “governo” è la costituzione formale e gerarchica del potere dello Stato, d’altro lato la Governance, termine mutuato dall’inglese, ne definisce secondo l’accezione attuale l’esercizio pratico, oculato e soprattutto efficace, teso al bene collettivo nel lungo termine. Purtroppo accade spesso che ci si fermi alla forma. È un male italico antico che vede l’intero paese infervorarsi per l’una o per l’altra parte politica, con gli stessi campioni popolari che manovrano e formano alleanze battagliando come leoni sulla costituzione formale di un governo, salvo poi dimenticarsi, una volta costituita la “forma”, degli aspetti più pratici e terreni del governare. Lo stesso vale per tutte le forme di potere, istituzionale o civile, nelle aziende o nelle organizzazioni di ogni ordine e grado. Lo dice dal suo osservatorio privilegiato Anna Zanardi, che da trent’anni svolge la sua attività di board advisor e coach strategico di AD e Consigli

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/ ATTUALITÀ

ernance d’Amministrazione di multinazionali ed enti pubblici in Italia e in Europa. Almeno 18 tra i suoi clienti figurano nella top 100 della classifica mondiale di Forbes. Il profilo accademico di Zanardi si è sviluppato ai più alti livelli, principalmente in Europa e negli Stati Uniti, dalla Bocconi a Stanford, all’Insead di Fontainebleau, sulle due direttrici della psicologia e del management. Ha insegnato presso università e business school italiane, dalla Bocconi, alla Cattolica, alla LUISS ed è membro di diverse associazioni e ordini professionali. Ha al suo attivo numerosi lavori editoriali, ed è stata pioniere e prima autrice italiana a pubblicare un libro sul coaching - Il coaching automotivazionale” (FrancoAngeli, 1999). Poco conta il valore dei contendenti, se è il sistemapaese ad essere disorganizzato: se noi guardiamo a tutti i momenti di conflitto, di tensione e di difficoltà nella gestione delle discussioni e dei confronti tra le persone, ci rendiamo conto che sono la conseguenza di una mancanza di processi di governance efficaci. In questi casi non è chiaro chi decida cosa, chi debba gestire la discussione e quali siano le competenze di ciascuno all’interno del proprio ruolo specifico. Questa poca chiarezza non solo porta al conflitto, ma anche, quelle poche volte che si riescono ad avere dei risultati, ad ulteriori risse per accaparrarsi i meriti di questi ultimi. Ciò si verifica anche in presenza di personaggi di elevata statura, di contenuti di grande valore, e di

ingenti risorse - ne abbiamo a iosa e non le stiamo utilizzando appieno - poiché non si riesce a portare a termine un’azione in maniera efficace. In assenza di governance, vi è uno spazio di ambiguità tale per cui i più furbi, sul brevissimo termine, si fanno i fatti loro nella logica dell’individualismo. Così non si riesce mai a ingranare la marcia sul lungo termine e sul collettivo. È problema abbastanza diffuso, seppure in Italia in modo più esacerbato, che dipende anche dal fatto che negli ultimi anni c’è stata una fortissima accelerazione della condivisione delle informazioni che ha fatto sì che ognuno sovrastimasse un po’ la propria capacità di impatto e la propria importanza. È come se si fossero persi i confini del proprio ruolo, e la nozione del tempo necessario per maturare. Oramai un tredicenne e un settantenne hanno la stessa mole di informazioni, e ciò falsa di molto il peso specifico dell’esperienza e della capacità di usarla per prendere decisioni di valore. In Italia, per la situazione storica, per il fatto di essere un Paese che è stato sempre saccheggiato, diviso, terra di conquista, le persone che volevano sopravvivere dovevano imparare a difendere il proprio orticello, la propria famiglia, la propria ristretta cerchia sociale. Questo clan-centrismo, oltre a far sì che il “parco manager” da cui pescare per popolare CdA e piani alti aziendali sia sempre ridotto agli stessi profili in una sorta di incesto manageriale, determina ancora MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ATTUALITÀ oggi alcuni fenomeni, come il proliferare di università in tutte le città italiane con un abbassamento della qualità del valore accademico e un costo eccessivo dell’istruzione, perché ognuno deve avere l’università sotto casa. La stessa cosa vale per altre realtà: l’eccessiva capillarità, e quindi la ridondanza, di tutta una serie di centri di servizi e di competenze ne determinano una qualità inferiore rispetto a quella che si potrebbe avere se avessimo solo alcuni punti di eccellenza ben distribuiti nel paese. Qualità che purtroppo è destinata a rimanere in secondo piano se non si ha la volontà di operare delle scelte realmente basate su meritocrazia e competenza.

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La riscossa passa da un salto generazionale a piè pari e da un investimento fortissimo su cultura e formazione. In Italia il rischio è che tutto ciò non si faccia con l’ottica dell’eccellenza ma con quella dell’accontentare tutti. Così purtroppo la cura non funzionerà, né nelle scuole, né nelle università né in altri ambiti. È il fenomeno del “risotto degli sposi”, sempre ed invariabilmente in bianco, con al massimo una spruzzata di champagne, per non scontentare nessuno. Se si vuole davvero cambiare, bisogna avere il coraggio di rompere questa logica. Ci sono però dei segnali positivi. Sempre più persone stanno esprimendo questo concetto in vari modi, ma c’è ancora un problema di massa critica: l’impatto di poche azioni solitarie ancora non si vede sul sistemapaese. Si dovrà attendere fiduciosi, e continuare a predicare la governance, o buon governo che si voglia.


/ ATTUALITÀ Approved Event

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La Casa del pane

di Pompu

E’ la prima volta in assoluto che un intero borgo della Sardegna più interna si “mette in gioco” rivelando tutte le proprie tradizioni enogastronomiche e trasformandosi in museo multimediale e iperconnesso. Succede a Pompu, dove la Casa del pane è stata

Bisaccia del contadino in spalla e un tablet touchscreen per un viaggio multimediale tra i segreti della panificazione. Nasce a Pompu, in provincia di Oristano, La Casa del Pane. Un museo 'abitato', un luogo interattivo, dove il racconto di questa antica arte artigianale si snoda tra tradizione e tecnologia. Lungo il percorso espositivo ci si imbatte in video installazioni e pannelli che ne illustrano la storia dai primi del '900 a oggi. Il filo della narrazione attraversa il processo produttivo, macinatura, setacciatura, panificazione, conservazione per giungere alle innovazioni e alla grande varietà di prodotti diversificati, legati ai nuovi gusti e alle moderne esigenze alimentari. Ma sempre con un occhio al passato. Il centro culturale dedicato alla filiera del pane consente ai visitatori di immergersi tra le atmosfere di un paese dell'entroterra oristanese dove l'arte del fare il pane in casa è più che mai viva. Il museo è stato progettato dall'architetto Olindo Merone e seguito da un Comitato scientifico formato da Giuseppina Scorrano, Agostino Piano, Ilenia Cilloco e dall'antropologa Alessandra Guigoni. Le sale sono impreziosite da oggetti e utensili che rimandano alle atmosfere rurali di un tempo. Segni tangibili di una

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attività legata alla cultura contadina e artigianale. "Accrescere la consapevolezza sull'importanza dell'arte e delle tecniche della panificazione e promuovere l'imprenditorialità locale sono tra i motivi che hanno ispirato la nascita del Museo del Pane", spiega il sindaco di Pompu Marco Atzei nel libro dedicato al Museo che diventa uno strumento di promozione turistica e culturale. La Casa del Pane di Pompu è anche uno spazio di ospitalità con quattro camere con bagno e la zona colazione.

Fonte: Ansa


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Il lavoro si trasforma Per il Sondaggio FondItalia 2018, realizzato con ExpoTraining e Fiera Milano, innovare e formare le proprie risorse rappresenta l’unica via per le imprese per competere nel mercato del lavoro (57,89% circa), aumentare produttività e fatturato (40,35%) e proteggere i lavoratori dal rischio occupazionale (70,18%).

Nelle aziende italiane il bisogno di innovazione e formazione è ormai fortemente sentito, si è consapevoli di come possano essere le strategie principali per affrontare il mercato, ma anche per ridurre il rischio di esclusione occupazionale. Esiste però ancora un forte “gap” tra quello che si vorrebbe e quello che concretamente viene fatto e sembra mancare una adeguata informazione. Questo il dato saliente che emerge dell’annuale sondaggio realizzato da FondItalia, il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua, in collaborazione con ExpoTraining ed ExpoLavoro&Sicurezza, la più importante manifestazione italiana sul mondo del lavoro e della formazione, e Fiera Milano e promosso dai media partner: Money.it; Radio Kiss Kiss – play everywhere; Economiapertutti.com; Uomo & Manager; HT – Human Training e Oipa Magazine. Sono 1115 le persone che hanno partecipato al sondaggio, realizzato con metodo Cawi on line dal 28 novembre 2017 al 30 aprile 2018. Si tratta soprattutto di consulenti, imprenditori, esperti di comunicazione MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ATTUALITÀ (54,39%), residenti centro-nord (78,26%), di ambo i sessi, con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (62,61%) e un titolo di studio elevato (laurea per il 59,65% dei partecipanti), provenienti soprattutto dal settore dei servizi (53,91%) sia rivolti alle imprese che alle persone. Nello specifico, il 57,89% dei partecipanti al sondaggio ritiene che innovare sia l’unica via per competere nel mercato del lavoro nazionale ed internazionale ed il 40,35% pensa che innovare rappresenti una leva per aumentare produttività e fatturato. Solo il 6,14% si mantiene scettico, ritenendo che sia solo un modo per automatizzare il lavoro (6,14%) e ridurre il personale (6,14%). Solo il 5,26% dichiara che l’innovazione possa rappresentare solo un costo per le imprese. A fronte di questa grande fiducia verso l’innovazione, vista come una grande opportunità di crescita e permanenza nel mercato per le imprese, solo la metà degli intervistati dichiara che la propria azienda innova costantemente (37,39%) o almeno ogni anno (15,65%), mentre l’altra metà dichiara che nella propria azienda accade ogni 2/3 anni (pe il 13,04%), ogni 5 anni (per il 5,22%), raramente (per il 21,74%) o addirittura mai (per il 6,96%). Se consideriamo l’innovazione come un processo prima di tutto

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culturale dell’azienda, esso non può che essere continuativo e già innovare ogni 2/3 anni segnala un disastroso ritardo rispetto a scenari di mercato in continuo mutamento. Se innovare significa soprattutto realizzare azioni capaci di rendere più snelle ed efficienti le strutture organizzative e produttive delle imprese, l’80,17% dei partecipanti al sondaggio ritiene che tutto ciò può aumentare la necessità, per le risorse umane che vi lavorano, di incrementare le competenze tecniche e trasversali. Interessante segnalare che solo una percentuale molto bassa di intervistati (il 3,45%) vive l’innovazione come una minaccia, capace di sostituire la componente umana con la tanto temuta robotica. Innovare richiede, invece, che le persone abbiano maggiori e costanti opportunità di formazione (per il 70,18%), conoscano le lingue (per il 31,58) e possiedano competenze legate al web (per il 21,68%) cosicché possano anche essere a riparo da rischi di esclusione occupazionale. Tra le competenze web individuate come più utili, il marketing digitale (per il 46,90%) e la gestione dei social (per il 15,04%). Ancora poca considerazione invece per l’e-commerce, visto come strategico solo dal 7,96% degli opinionisti.


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Una delle grandi opportunità di innovazione e formazione per le aziende, è certamente il Piano Industria 4.0, che mette a disposizione 13 miliardi di euro dal 2017 al 2020 per sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi. Se ne è parlato molto, ma continua ad esserci un 25,44% degli intervistati che non ne ha mai sentito parlare ed un 15,79% che ne ha sentito parlare ma non ha approfondito l’argomento. Il 58,77% che ne ha sentito parlare, ritiene che il Piano Industria 4.0 possa rappresentare un’opportunità per le imprese solo se ben gestito sia dal Governo che dalle imprese (per il 58,77%). Solo il 7,02% lo ritiene uno spreco di energie e di denaro. Sono ancora una volta gli enti di formazione (per il 26,32%) e le associazioni di impresa (per il 25,44%) i soggetti ritenuti più idonei per sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi. Solo il 35,40% degli opinionisti, infine, dichiara di conoscere ed usufruire delle opportunità di sostegno economico alla formazione fornite dai Fondi Interprofessionali, a fronte del 32,74% che le conosce ma non le ha mai utilizzate e del 31,86% che non ne ha mai sentito parlare. Dalla lettura di questi dati emerge a nostro avviso che è oramai riconosciuto il ruolo strategico rappresentato da innovazione e formazione per il futuro delle nostre imprese sia in Italia che nei mercati internazionali e si è consapevoli che entrambe possano rappresentare uno scudo di fronte ai rischi di esclusione occupazionale.

Se è vero che il lavoro si trasforma così velocemente per via dell’innovazione tecnologica, allora anche la formazione deve sapersi trasformare altrettanto velocemente, adattandosi ai nuovi scenari di mercato, alle nuove forme organizzative, alle nuove forme di comunicazione. “Enti di formazione, rappresentanze di imprese e lavoratori, Fondi Interprofessionali possono fare molto per sostenere le imprese di fronte a questo grande mutamento di scenari di cui è stata compresa la portata ma che si fatica ancora ad affrontare”, hanno dichiarato congiuntamente Francesco Franco ed Egidio Sangue, rispettivamente presidente e vice presidente di FondItalia. “La “rivoluzione tecnologica ed industriale” a cui stiamo assistendo in questi decenni oltre ad essere compresa ed interpretata, va anche accompagnata con mezzi e modi consoni e FondItalia è pronta a fare la sua parte e rappresentare una concreta risorsa per le imprese ed i lavoratori in tal senso”. “L’iniziativa di FondItalia mi pare straordinariamente utile, perché ci permette di tracciare le strategie per non essere colti impreparati. Dobbiamo formare oggi le imprese ed i lavoratori che affronteranno il mercato tra 3/5 anni”, ha concluso Carlo Barberis, Presidente di ExpoTraining.

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Per un cibo sempre migliore Il Commissario europeo all’agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, in Italia per partecipare a Origo, ha illustrato le posizioni dell’Unione sulle maggiori questioni che toccano il settore agroalimentare e le produzioni di alta qualità. Il futuro delle denominazioni di tutela. Il crescente successo del sistema delle Top e Igp che si registra in molti Paesi europei sia in termini di aumento di produzione, sia in termini di numero di prodotti registrati, deve far riflettere sulla legislazione esistente e sulla sua efficacia. Secondo Hogan, “la storia delle Ig europee, costruita sulle nostre meravigliose tradizioni locali e regionali legate alla produzione di cibo e bevande, ha riscosso un successo globale. Pertanto, dovremmo riflettere sulle modalità attraverso le quali elaborare un sistema IG più accattivante, sia per i produttori che per i consumatori”. Anche qui come quasi ovunque, l’obiettivo dovrebbe essere semplificare. “Attualmente, stiamo facendo i primi passi verso la semplificazione dei settori wine e spirits, per le quali è stata discussa una legislazione sia nel Parlamento che nel Consiglio. Facilitare la gestione delle IG offrirebbe quel valore aggiunto tale da ottimizzare i tempi delle procedure, facendole così focalizzare su ciò che sanno fare meglio: produrre e promuovere i prodotti alimentari di fama mondiale”. Anche sul tema dei controlli ci saranno novità, con una disciplina più continentale che nazionale. MAGGIO/GIUGNO 2018

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Di grande attualità anche il tema dei trattati commerciali, in particolare quelli tra i vari Stati europei. Phil Hogan, Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ritiene che “una politica di qualità dell’Unione europea rappresenta un elemento importante e potente per promuovere i nostri prodotti agroalimentari di qualità, sia nell’ambito dell’Ue stessa che nei mercati oltreoceano. Essa, inoltre, riveste un ruolo essenziale nelle politiche di sviluppo rurale, garantendo dei ricavi più alti e contribuendo a preservare i metodi tradizionali di produzione e le conoscenze nella realtà rurale. Tuttavia, è improprio sostenere che le nostre IG “penalizzano eccessivamente I prodotti agroalimentari” al di fuori dell’Europa. La Commissione tutela costantemente gli interessi delle Indicazioni Geografiche dell’Unione europea nelle negoziazioni degli accordi bilaterali e ne ha ottenuto la tutela in diversi nuovi mercati, tra i quali quelli di Corea del Sud, Colombia, Canada, Sud Africa, così come in numerosi paesi confinanti. Inoltre, gli anni che verranno porteranno ulteriori accessi ad altri mercati rilevanti, tra cui quelli di Vietnam, Giappone e Messico. È vero che in certi casi alcune IG dovranno coesistere con pratiche o utilizzi che erano già presenti su questi mercati da anni, anche decenni in diversi casi. Tuttavia, il punto chiave è che la Commissione è riuscita a far riconoscere e proteggere queste IG in Paesi in cui ciò non era certamente da dare per scontato!”.

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La lotta alle frodi, ai prodotti ‘simil-sounding’ passa anche dalla rete. Secondo Hogan, è crescente la necessità di promuovere il rafforzamento delle IG online al fine di prevenire contraffazioni e frodi alimentari e di impedire che i diritti delle IG vengano compromessi. “Tutti gli Stati membri stanno rispondendo alla sfida ma con il rapido sviluppo della tecnologia i contraffattori trovano nuove strade per commercializzare i loro prodotti. Dobbiamo innalzare i livelli di consapevolezza circa la necessità di rafforzare i controlli in rete tra le autorità pubbliche e le organizzazioni dei produttori e assicurare legami più saldi tra di loro”, spiega il Commissario. “Le piattaforme online, operando nell’ambito delle regole dell’e-commerce, possono rimuovere i contenuti fraudolenti solo se sono consapevoli di ciò. Dobbiamo accrescere i nostri sforzi per intercettare e prevenire la frode informatica, lavorando con le piattaforme private ed eliminare (“notify and take down”) falsi”. “Credo fermamente che cibo di qualità, produzione sostenibile, significhi business di valore. E i modelli di consumo globale supportano questa affermazione. I consumatori informati”, conclude Hogan, “non sono solo interessati all’acquisto di prodotti tradizionali ma prestano una attenzione crescente alle modalità di produzione. Ecco perché i criteri ambientali che contribuiscono, ad esempio, alla biodiversità e all’acqua pulita, e quelli di sostenibilità, quali il benessere animale, potrebbero essere integrati nei principi di produzione delle IG”.


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Sial Paris è alle porte! essere il più importante network mondiale di saloni professionali dell’alimentazione: come dimostra il successo annunciato della prossima edizione, che si svolgerà dal 21 al 25 ottobre 2018 a Paris Nord Villepinte.

Questo appuntamento biennale è divenuto IL luogo d’ispirazione e d’incontro irrinunciabile per tutta l’industria agroalimentare, il luogo in cui si presenta l’alimentazione di oggi e dove si inventa quella di domani. Nove mesi prima della sua apertura, circa il 90% della superficie del salone è già stata prenotata e oltre 80 paesi hanno già confermato la loro presenza. Durante questi cinque giorni davvero stimolanti gli espositori avranno l’opportunità di presentare i propri prodotti a oltre 160.000 visitatori professionisti provenienti da tutto il mondo. In base alla loro preferenza, alle loro aspettative e necessità, questi ultimi potranno esplorare il salone per settore o per provenienza geografica dei prodotti alimentari. Un’offerta che solo Sial Paris può proporre agli operatori del settore, qualunque sia la loro tipologia! MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ATTUALITÀ In seguito al successo dell’iniziativa lanciata nel 2016, il Salone Internazionale dell’Alimentazione continuerà a promuovere i prodotti che riflettono i trend emergenti dedicando loro appositi spazi. Il Sial proporrà un nuovo settore “Alternative Food” (di cui abbiamo parlato nello scorso numero), che raggrupperà i prodotti biologici, i prodotti “sani”, ecoresponsabili, sostenibili. Nel 2018 saranno riproposte due “buone idee”: le bevande saranno ancora una volta in primo piano; e poiché Sial Paris è una formidabile vetrina del settore agroalimentare francese, i prodotti made in France saranno raggruppati e valorizzati sotto un’unica insegna! Altra grande innovazione quest’anno, poiché il marchio Sial vuole offrire una visione chiara del futuro del settore, uno spazio prospettico che raggruppa start-up europee, studi mondiali e spazi esperienziali. Nel 2018, la cucina moderna sarà ai fornelli nell’ambito del salone. La prova? Il padrino di questa edizione altri non è che Yannick Alléno. Appartenente alla cerchia ristretta dei più grandi chef del mondo, Yannick Alléno, entusiasta ed entusiasmante, dedica la propria vita alla sua passione e rivendica una cucina francese al contempo forte, ricca del proprio patrimonio e ambiziosa nella sue creazioni. Curioso ed esigente, oltrepassa le frontiere convenzionali e pone le basi per una nuova cucina, con una propria identità: la Cucina Moderna. Sial Paris è una piattaforma unica di ispirazione che consente di testare nuovi mercati, lanciare nuovi prodotti e incontrare i principali operatori del settore per discutere sulle sfide del futuro. Ed è anche un vero e proprio laboratorio: gli uffici R&S di tutto il mondo finalizzano le proprie innovazioni per poterle testare nelle corsie del salone. Fin dalla sua creazione, la fiera ha messo al primo posto l'innovazione alimentare, con il 10% circa dell'innovazione mondiale presentata dai suoi espositori. Nel 2018, Sial Paris sarà di nuovo il più grande laboratorio del pianeta Food, dove gli operatori saranno in grado di testare migliaia di nuovi prodotti dal vivo. Con Future Lab: Sial Paris andrà ancora più lontano, creando uno spazio di anticipazione che permetterà di avere una visione futuristica!

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Prima dell'innovazione, ci sono riflessioni, perplessità e test condotti dai ricercatori, divisioni R&S... E poi, mistero, improvvisamente la creazione prende vita. L'invenzione. Quella in cui crediamo è sugli scaffali dei punti vendita di tutto il mondo. Questa materia grigia ha trovato il suo posto in un grande appuntamento dedicato all’alimentazione. Un anello vitale mancava nella catena. Quello che è all'inizio, e qualche volta ancora prima. Un laboratorio pieno di straordinaria materia grigia ... che aspettava solo di emergere! L'invenzione alimentare è il lato nascosto del pianeta Food. Sial Paris, primo appuntamento mondiale per l'innovazione alimentare, luogo in cui si inventa l’alimentazione di domani, vuole mettere in luce questo lato nascosto del Food. "Questo può avvenire solo a Sial Paris! Sì, probabilmente sono sia giudice che parte in causa, e quindi non necessariamente il miglior osservatore per essere obiettivo”, riconosce Nicolas Trentesaux, direttore del network Sial. “Ma c'è una realtà che emerge dai nostri 54 anni di storia e da tutte le esperienze e le storie di successo vissute dai nostri partner, espositori e visitatori: il più grande laboratorio alimentare è qui a Parigi". Nel 2018, Future Lab, questo nuovo laboratorio diventa un nuovo centro nevralgico dell’evento: Future Lab fa eco a Sial Innovation. Il primo passo, senza dubbio. "Volevamo guardare oltre il concorso Sial Innovation e capire la storia e persino la preistoria dell'innovazione del Food", conclude Nicolas Trentesaux.

Fonte: Ufficio Stampa Sial


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Elementi riparte l’identikit della pizza che preferiscono gli italiani. In aumento anche chi predilige la pizza con farine multicereali. Molino Vigevano ha condotto un sondaggio per capire quali sono le preferenze degli italiani quando si parla di pizza

Tipo di farina, condimento, ingredienti, tipo di cornicione, ma anche stile del locale, menù, arredamento e design: quali sono le preferenze degli italiani quando si parla di pizza e di pizzerie? In occasione della nuova edizione del tour di “Elementi, i volti dell’impasto”, il contest per eleggere il miglior pizzaiolo professionista d’Italia, Molino Vigevano, brand del Gruppo Lo Conte dedicato alle farine ad uso domestico e professionale che ha ideato l’iniziativa, ha interpellato 1000 pizzaioli professionisti per capire quali sono le esigenze dei consumatori rispetto alla pizza e cosa prendono in considerazione al momento della scelta del locale. La competizione ha avuto inizio mercoledì 23 maggio a Napoli nell’ambito di Tutto Pizza, il Salone internazionale dedicato al mondo della pizza, e ha tra i suoi obiettivi non solo quello di essere una competizione ma anche di rappresentare un momento di confronto e formazione sugli “elementi” che fanno di una pizza una pizza di qualità. MAGGIO/GIUGNO 2018

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Dal sondaggio emerge che tra le diverse tipologie di impasto, più della metà dei pizzaioli afferma che nel loro locale la farina più richiesta è quella di tipo 1 o 0, seguita dalla 00: “Rispetto al passato, oggi i pizzaioli creano molto di più i loro impasti utilizzando la farina di tipo 1 e 0. Questo è un dato in evoluzione importante”, commenta Fabrizio Lo Conte, amministratore delegato di Molino Vigevano. “Potremmo legare questo cambiamento da un lato al fatto che il cliente è senza ombra di dubbio diventato più attento e consapevole, richiedendo anche in pizzeria prodotti caratterizzati da valori nutrizionali più alti e con un gusto più marcato, dall’altro al crescente fermento del panorama che riguarda le nuove aperture da parte di giovani pizzaioli, molto più attenti alla qualità e alle tecniche di lavorazione rispetto a qualche anno fa”. Tra le farine speciali, è in aumento il consumo di impasti a base di farine multicereali, a cui seguono le farine integrali, biologiche e gluten free. I pizzaioli intervistati, che arrivano da ogni parte d’Italia e gestiscono locali tra gli 8 e i 120 coperti, non hanno avuto dubbi nell’affermare che il tipo di latticino preferito è la mozzarella fiordilatte, ingrediente che accomuna la maggior parte delle pizze sfornate ogni

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giorno da Nord a Sud. Più discordante il riscontro che si ha sul pomodoro: a primeggiare è il pomodoro San Marzano sull’altra varietà più richiesta, il Pizzutello. Se si parla di cornicione, quello alto e vuoto lo si preferisce a quello basso e croccante. Resta ancora poco richiesto il cornicione ripieno, solitamente di ricotta. Ampia varietà contraddistingue invece la scelta per quanto riguarda i condimenti : tra i più richiesti, le verdure (meglio se grigliate), mentre vanno di pari passo la salsiccia e i salumi; non mancano tra le preferenze olive, funghi e formaggi. Per quanto riguarda invece i locali e i trend del mondo della ristorazione, la quasi totalità dei pizzaioli intervistati ritiene che l’elemento di forza al giorno d’oggi, contrariamente a quanto accade per altri tipi di locali, è avere una cucina specializzata che proponga prevalentemente o esclusivamente pizza. I locali multicucina e quelli che propongono menù particolari (come quello vegan, vegetariano o gluten free) vanno di pari passo mantenendosi su percentuali ancora non significative, mentre tra le caratteristiche principali che il locale deve avere perché venga preferito a un altro c’è il design accattivante.


/ PANE La presenza sui Social Network è risultata essere una tra le condizioni primarie per quanto riguarda la fidelizzazione dei clienti, ma la percentuale più alta dei pizzaioli ha invece asserito che ciò che più conta agli occhi del consumatore è la qualità delle materie prime utilizzate. Ed è proprio con l’obiettivo di unire la cultura del prodotto e della materia prima di qualità al divertimento e alla professionalità che nasce “Elementi”. Farina, pomodoro, mozzarella e materie prime di ottima qualità, elementi fondamentali che concorrono alla creazione di un buon prodotto, saranno protagonisti delle sfide che vedranno impegnati i professionisti di tutta Italia. Sotto la guida della presentatrice d’eccezione Tania Mauri, i concorrenti si sfideranno in due diverse prove. Il primo, il Test sugli impasti crudi. Per verificare la conoscenza e la sensibilità del pizzaiolo nei confronti di un impasto crudo, ai pizzaioli saranno presentati diversi impasti, dei quali dovranno riconoscere la forza della farina usata, le ore di lievitazione e l’idratazione. Segue il Blind Taste. I pizzaioli, bendati, dovranno riconoscere gli impasti servendosi solo di gusto e del proprio olfatto. Oltre agli impasti, oggetto della gara saranno anche latticini e pomodori.

“Elementi” percorrerà l’Italia con un tour che tocca le città di Napoli, Roma e Milano: i pizzaioli vincitori delle singole tappe parteciperanno alla gara finale, che si terrà contestualmente alla tappa di Milano. Durante la finalissima, davanti ad una giura formata da personaggi di spicco del mondo food e della pizza, i migliori pizzaioli si cimenteranno in un’ultima fondamentale prova: creare, stendere e cuocere perfettamente una pizza gourmet, utilizzando non solo ingredienti scelti da loro ma anche quelli selezionati dallo chef giudice di gara. L’iniziativa è ideata e realizzata da Molino Vigevano, marchio leader di mercato nel segmento delle miscele a base di farina per preparazioni dolci e salate, nonché il primo ad avere creato linee specializzate sia per uso professionale sia casalingo. Hanno, inoltre, collaborato: Così Com’è, marchio dedicato ad una altissima qualità di pomodorini freschi, nato dall’esperienza di Finagricola, azienda leader nel panorama ortofrutticolo italiano; Latticini Orchidea, marchio storico, tra i più antichi nell’ambito delle eccellenze casearie campane, simbolo di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione da oltre 100 anni; Joyful, moderna linea di vini mossi, di delicata effervescenza e fragranza che giocano sul frutto e su una leggera bollicina che gli dona slancio e freschezza.

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Pane olio e p superfood mediterraneo Il più semplice dei pasti, quello che una volta, molti anni fa, era anche spesso simbolo di scarsi mezzi, diventa un gigante non solo per quanto riguarda il gusto e la salute, essendo un riassunto della dieta mediterranea, ma a guardar bene anche dal punto di

Pane, olio e pomodoro. A Cibus 2018, Anicav (Associazione nazionale delle Conserve vegetali) e Assitol (associazione italiana dell’industria olearia) si sono presentate insieme per sostenere l’incontro dei tre alimenti alla base della tradizione gastronomica italiana. Una sinergia che intende valorizzare l’apporto salutistico di questi tre alimenti, ma anche il peso economico delle aziende nei rispettivi settori. Le due organizzazioni rappresentano 200 aziende nei settori del pomodoro da industria e dell’olio d’oliva e, in occasione dell’Anno del cibo italiano, hanno deciso di rilanciare la merenda tricolore, mettendone in luce la versatilità di benefici e sapori. “Il pomodoro è da sempre un protagonista della cucina italiana. Accompagnato con l’olio esalta il sapore dei piatti, anche più semplici come la bruschetta, valorizzandone le proprietà salutistiche”, ha dichiarato Antonio Ferraioli, presidente di Anicav. La ricerca ha dimostrato da tempo che i tre alimenti rafforzano l’uno le proprietà benefiche dell’altro, trasformando questa semplice pietanza tradizionale in un vero e proprio “superfood”, totalmente a base

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e pomodoro: vegetale, adatto a tutti i gusti e a tutte le età. Come ha osservato Palmino Poli, presidente di Aibi-Assitol, che rappresenta i semilavorati della panificazione, il trinomio, pane, olio e pomodoro “ha unito l’Italia più della politica”. La ricetta della salute si rivela ottima anche per il nostro Pil. L’industria del pomodoro si conferma, anche nel 2017, uno dei punti di forza dell’agroalimentare italiano. Il fatturato complessivo del 2017 ha raggiunto i 3,1 miliardi, di cui oltre il 75% prodotto dalle aziende associate ad Anicav. Le esportazioni hanno generato 1,5 miliardi di euro. “Negli ultimi dieci anni l’export dei derivati del pomodoro continua a registrare trend positivi. In particolare, crescono le quote di mercato dei nostri prodotti tradizionali, pelati, polpe e passata, che rappresentano oltre l’80% del volume delle esportazioni, a testimonianza che, anche in periodi di crisi, i consumatori scelgono la qualità”, ha osservato il presidente di Anicav, Antonio Ferraioli. Positivo il saldo della bilancia commerciale, con un export di circa 2 milioni di tonnellate a fronte di un import di circa 170 mila tonnellate, per un valore delle esportazioni pari a 1,5 miliardi di euro contro un valore import di circa 113 milioni di euro. Buone notizie anche sul fronte dell’industria olearia e dei semilavorati della panificazione. In Italia il consumo interno di olio d’oliva si attesta in media sulle 600mila tonnellate l’anno, mentre le vendite all’estero richiedono 400mila tonnellate di olio. Il fatturato diretto del settore

ammonta a 2,5 miliardi di euro, mentre l’indotto ne genera 700 milioni. Tutto questo a vantaggio della bilancia commerciale italiana, che ricava dal comparto qualcosa come 114 milioni di euro. Gli occupati, diretti e indiretti, si attestano sulle 12mila unità. I semilavorati della panificazione, rappresentati da Aibi-Assitol, contribuiscono ad un mercato, quello del pane, che in Italia muove in media 1.700mila tonnellate di prodotto. Nel nostro Paese la quasi totalità dei consumatori compra il pane fresco artigianale tutti i giorni. In media, ogni italiano ne mangia 85-90 grammi al giorno.

Fonte: Efa MAGGIO/GIUGNO 2018

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Judgement Day Ci passerete il titolo scherzoso dedicato alle vicende siciliane, dove il Tar ha dato ragione all’assessore regionale contro Fededistribuzione, mantenendo in vigore il sindacato regionale che più si è battuto per questo provvedimento.

Il Tar di Palermo ha dato ragione ad Assipan e torto a Federdistribuzione sul decreto panificazione emesso dal governo regionale: nell’isola rimane proibito panificare un giorno alla settimana, incluse almeno due domeniche. Il decreto della Regione Sicilia, oltre a definire l’attività di panificazione (consistente nell’intero ciclo di produzione del pane, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale, con l’esclusione della mera doratura, rifinitura o solo cottura di un prodotto surgelato o semilavorato da altre imprese), stabilisce il divieto di panificazione nelle giornate domenicali e festive, un potere sindacale di regolare la turnazione delle aperture delle attività di panificazione nelle domeniche e nei giorni festivi, anche in base alle esigenze e alle peculiari caratteristiche del territorio, i requisiti professionali per l’esercizio dell’attività di panificazione richiedendo di aver frequentato un corso di formazione professionale relativo al settore della panificazione e di aver prestato tirocinio nell’attività del settore della panificazione, il sequestro della merce in caso di vendita non autorizzata, ed infine norme igienico sanitarie per il confezionamento del pane. Tuttavia, con ricorso notificato in data 15 dicembre 2017, Federdistribuzione ha impugnato il Decreto: nel giudizio è intervenuta Assipan Sicilia – Confcommercio Imprese per l’Italia per difendere la legittimità del Decreto assessoriale e tutelare le ragioni dell’intera categoria dei panificatori. Ed infatti, dopo anni di impegno sindacale si è finalmente adottato in Sicilia un provvedimento che tutela il riposo,

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la salute ed il godimento dei diritti civili e religiosi degli operatori del settore. L’avvocato Carità, che ha rappresentato Assipan, si ritiene soddisfatto per l’esito della Camera di Consiglio, precisando che “era importante tale decisione del Tar per garantire continuità e certezza ai panificatori. È di tutta evidenza che anche questa categoria ha diritto di godere del riposo settimanale che garantisce una migliore qualità della vita e la possibilità di esplicare a pieno i diritti civili e religiosi”.

Fonte: Assipan Confcommercio


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Premio Roma 2018 C’è stata il 26 maggio nella Sala del Tempio di Adriano nella Capitale la cerimonia di premiazione dell’importante concorso promosso dalla Camera di Commercio di Roma e Arsial e dedicato a pane, prodotti da forno e formaggi. Ancora sul podio le aziende della provincia di Latina. Cinquantadue le aziende in gara provenienti da 11 regioni.

Per il Premio Roma per i migliori pani e prodotti da forno 52 aziende provenienti da 11 regioni italiane hanno presentato oltre 130 prodotti suddivisi nelle diverse tipologie; i campioni sono stati sottoposti al giudizio di degustatori professionisti che, sulla base di una rigorosa griglia di requisiti organolettici e sensoriali, hanno scelto chi far salire sul podio. Il concorso ha previsto una sezione dedicata alle aziende di Roma e del Lazio, ed una sezione nazionale per favorire la partecipazione e quindi il confronto tra imprese che, al di là della localizzazione, dovevano essere accomunate dal legame al proprio territorio per creare prodotti tradizionali con dei tratti distintivi tali da intercettare anche il gusto moderno. Tra le aziende laziali, per i prodotti da forno sezione “Biscotteria tradizionale dolce secca” le crostatine di visciole de La Pasticciotta di Russo Antonietta di Latina hanno ottenuto il primo posto mentre la Pagnotta di Pane de Il pane di Onelia holding S.r.l., di Sezze è risultata al terzo posto nella sezione “Pani prodotti con lievito madre”.

Nel corso della stessa mattinata ha avuto luogo la Cerimonia di Premiazione dei vincitori del Concorso per i migliori formaggi “Premio Roma”, giunto quest’anno alla sua XV edizione. La struttura del concorso anche qui ha previsto due sezioni: una sezione regionale, riservata alle aziende di Roma e del Lazio ed un’altra sezione invece aperta non solo alle aziende del territorio regionale, ma anche a quelle nazionali ed estere per stimolare un confronto con produzioni estere simili per tecnica produttiva o per tradizione a quelle del territorio locale. Sono state 115 le aziende partecipanti, tra queste 37 del Lazio e 33 imprese partecipanti dal resto d'Italia, consolidata, inoltre, la partecipazione delle imprese estere. Nuovo riconoscimento è stato attribuito all’azienda Casearia Casabianca di Fondi, per la Treccia di bufala campana Dop, che già nel 2014 aveva ottenuto il premio per la mozzarella di bufala, giusta conferma dell’alto livello qualitativo dei diversi prodotti derivati dal latte di bufala, che viene raccolto direttamente nella medesima azienda agricola che si estende per circa 90ha a pochi chilometri dal Parco Nazionale del Circeo.

Fonte: Azienda Romana Mercati

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Abusivi all’attacco in Sardegna Le associazioni di categoria lanciano l’allarme per il proliferare nell’isola in pericolo tanto il futuro delle circa mille aziende del settore nell’isola, quanto le preziose tradizioni nel settore che la Sardegna vanta.

Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu ma anche rosette, schiacciatine, baguette, bananine e lingue senza dimenticare il pane alla ricotta o quello con le olive. In Sardegna sono 930 le attività di panificazione di prodotti freschi. Un sistema, costantemente sotto attacco da parte della concorrenza sleale e degli abusivi, che quotidianamente sforna circa 3.000 quintali di prodotto, per totale annuo che sfiora le 110mila tonnellate. E' l'allarme lanciato da Confartigianato Imprese Sardegna che sottolinea come "il pane nell'isola sia uno dei prodotti maggiormente copiati, prodotti e venduti in rivendite 'in nero', sulle strade all'aperto e durante manifestazioni ed eventi oppure on line".

"Non possiamo più tollerare le situazioni di abusivismo e di non rispetto delle regole”, sottolineano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente e segretario dell’associazione. “Soprattutto chiediamo che si intervenga per tutelare la salute dei cittadini e per rispetto nei confronti di panificatori e rivenditori. Oggi più che mai in termini di sicurezza degli alimenti, e quindi disponibilità per i cittadini di cibo sicuro, il fenomeno della vendita di pane abusivo è un pericolo”, continuano Matzutzi e Mameli, “il suo commercio e somministrazione, al di fuori delle regolari linee di distribuzione, non garantisce la sicurezza, perché non si conoscono le materie prime utilizzate, le condizioni igieniche dei luoghi di produzione e le metodiche di panificazione". Per Confartigianato Sardegna è necessario proteggere l'attività di panificazione e migliorare l'informazione al consumatore, la sua salute e, soprattutto, è fondamentale tutelare le imprese che, anche in questi anni di crisi e calo dei consumi, hanno comunque tenuto con forza e determinazione, sorrette dalla loro qualità. Sopravvivenza messa in pericolo però, negli ultimi anni, non solo dalla concorrenza del pane precongelato nei supermercati ma, anche, dalla concorrenza sleale di quello "fatto in casa", poi venduto dappertutto.

Fonte: Ansa

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Grani Futuri Fornai e chef da diverse regioni d'Italia a raccolta per celebrare tradizioni e cultura legate al pane, alimento simbolo della nostra alimentazione e sinonimo da sempre di condivisione e comunità, con l'obiettivo di creare rete, sinergie, confronto e crescita.

Grani Futuri, evento nazionale del pane, torna per la sua seconda edizione a San Marco in Lamis (Foggia) da sabato 16 a lunedì 18 giugno. Tra gli chef stellati Viviana Varese (Alice Ristorante, Eataly Milano, dove è stata presentata la seconda edizione di Grani futuri), Antonio Lebano (Terrazza Gallia Hotel Excelsior, Milano), Corrado Assenza (Caffè Sicilia, Noto), Luca Lacalamita (già Enoteca Pinchiorri, Firenze). Dall'estero la chef Zahie Tellez, ambasciatrice della nuova cucina messicana.

Grani Futuri è diventato, col tempo, un movimento culturale, economico, sociale - spiegano gli organizzatori - e il cuore pulsante della manifestazione sono il pane buono, che fa bene, che non è fatto in fretta e il Manifesto Futurista del Pane: perché un pane senza miglioratori (chimici) e senza altri artifizi è possibile, ed economicamente sostenibile. “Il pane protagonista di Grani Futuri”, osserva l'ideatore Antonio Cera, fornaio economista, che dopo la Laurea alla Bocconi è tornato in Puglia per cercare di valorizzare in territorio in cui è nato, “è il pane buono e sano della produzione artigianale italiana e che fa bene alla cultura, all'ambiente e al territorio". Compagno di viaggio di Cera è Massimo Borrelli, giovane imprenditore che si è convertito all'agricoltura con l'obiettivo di valorizzare i prodotti del territorio con strumenti e processi innovativi in grado di conciliare produzioni di qualità, rispetto dell'ambiente e tutela e innovazione della tradizione. Tra le novità di quest'anno, l'iniziativa Made in carcere: un modo, concreto, di aiutare chi ha perso la libertà, facendolo lavorare, per questo sono le donne detenute pugliesi a realizzare magliette e grembiuli di Grani Futuri, e l'Eco Festa: utilizzati per lo street food solo piatti, posate, bicchieri e tovaglioli compostabili.

Fonte: Ansa MAGGIO/GIUGNO 2018

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Il pane di Matera,

capitale della cultura 2019 Nell’ambito del ricco programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura esperienza” unico nel mettere a confronto i cittadini materani ed internazionali, riscoprendo la convivialità nel mangiare, abitare e vivere gli spazi.

La grande tradizione del pane materano rivive in un viaggio-esperienza unico che nelle intenzioni degli organizzatori di questa interessante manifestazione dedicata al pane partita all’inizio di giugno, che attraverso la collaborazione tra Matera e “Breadway”, raccogliendo storie sul pane e lieviti madre europei, darà vita“pane europeo del 2019”. Questo percorso “on the road” nella grande tradizione del pane materano e dei suoi timbri, parte puntando i riflettori sulla periferia della città e sui forni del Consorzio Pane di Matera Igp, per guardare oltre, divenendo di più ampio respiro artistico-culturale. “Breadway” – Le vie del pane, evento della Fondazione Matera – Basilicata 2019, coprodotto da Murgiamadre (food.culture.territory) in collaborazione con Elisava Scuola di Design e Ingegneria di Barcellona, Adi – Delegazione Puglia e Basilicata, Slow Food, Consorzio Pane di Matera Igp, Associazione Cuochi Materani, ArtErìa e Citta Famiglie, in due anni ripercorrerà un “viaggio-esperienza” attraverso tutte le fasi che dal chicco del grano conducono alla preparazione del pane, fino a sfornare il pane europeo del 2019. Nel primo weekend di giugno, mese in cui inizia la raccolta del grano, il quartiere di Piccianello (a 5 minuti dal centro di Matera) si animerà per riscoprire

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/ PANE la convivialità, il piacere dello stare insieme, in nome del pane, attraverso performance artistiche, spettacoli, installazioni di design, workshop e laboratori organizzati in collaborazione con Slow Food, in cui cittadini e visitatori di ogni età saranno coinvolti in un’esperienza coinvolgente, avvicinandosi ad un patrimonio di saperi, sapori e tradizioni culturali. Il pane è qualcosa di più che semplice farina impastata con l’acqua: fatto di codici alimentari, tabù e simbolismi, definisce l’uomo in quanto parte di una data comunità nella quale può riconoscersi per ritrovarvi i segni della sua coesione sociale e della sua continuità storica. Il pane è anche ingegno, resilienza: rappresenta l’abilità dell’uomo di dominare la natura, trarne sostentamento con poco per vincere la fame. “Breadway” si aprirà così al mondo dell’arte e del design, partendo dall’evoluzione che ha subito la forma del pane di Matera nel corso del tempo, fino ad arrivare ad uno degli oggetti più originali dell’arte pastorale materana, il timbro del pane, quella “spremuta di antropologia” che rappresenta il vissuto, la vita quotidiana dei Sassi, la parte visibile di una cultura che ruotava intorno al suo alimento più importante. E grazie alla creatività di alcuni designer europei, tali manufatti saranno rivisitati e reinterpretati artisticamente.

“Breadway” è un vero e proprio “Festival del pane” in grado di combinare la narrazione di della tradizione locale legata alla panificazione con le espressioni artistiche e culturali contemporanee, raccogliendo storie sul pane e lieviti madre europei che insieme alimenteranno e formeranno il pane europeo del 2019. “Un ruolo importante dell’intera iniziativa”, assicura Francesco Ruggieri, presidente di Murgiamadre, “sarà affidata proprio ai cittadini materani, chiamati a rinvigorire ed alimentare quelle radici che hanno reso la loro città unica, capace di reinventarsi e rigenerarsi, vincendo la sua sfida con il tempo”. Non ci sarà spazio ad alcun tipo di barriera, la cultura si aprirà all’altro partendo proprio da memoria e tradizioni: si tirerà fuori dai cassetti ogni sorta di ricordo che permetterà di osservare l’evoluzione sociale di una città in continuo fermento, fino ad arrivare a ricostruirne la vera autenticità. Matera e il pane, simbolo di condivisione, religiosità e sacralità, ma anche di creatività (l’arte del riuso degli avanzi) metafora della passione e della resurrezione dell’uomo, creeranno una nuova comunità consapevole, creatrice e custode di saperi e, allo stesso tempo, fruitrice.

Fonte: Breadway

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Cerealia Festival IConto alla rovescia per “Cerealia. Cerere e il mediterraneo”, il festival interculturale dedicato quest’anno alla Repubblica di Malta. Tantissimi gli eventi in programma anticipati a Roma dalla presentazione del libro di Giuseppe Nocca "Cerealia. Archeonutrizione e archeogusto nell’evoluzione delle strategie alimentari dei cereali”.

Quella del professor Nocca è un’opera unica nel panorama delle pubblicazioni esistenti sul settore. In particolare per la capacità dell’autore nel dimostrare come la cultura classica e quella scientifica non sono mondi separati e inconciliabili, ma anzi entrambe sono indispensabili per comprendere la storia dell’uomo e delle sue scelte alimentari. In particolare, ad essere messo in evidenza nella presentazione di domani, sarà il ruolo sacrale che i cereali hanno avuto nelle culture storiche del Mediterraneo e più specificatamente in quella greca e latina. Legame che si è tramandato poi, nei secoli successivi, nelle civiltà contadine della nostra Italia. Un’occasione quindi, per conoscere in modo approfondito alcuni cereali minori sia sotto il punto di vista agro-nutrizionale che storico-culturale. Colori, sapori, forme e consistenze che si potranno poi scoprire nei bei laboratori sulla panificazione con il lievito madre e le farine poco raffinate ad opera del Gruppo Giovani Panificatori Farchioni, rappresentato per l’occasione da Domenico Zingarelli, Adriano Albanesi, Ivan Mastrone e Mario Maurizi. Ad essere posta

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/ PANE all’attenzione del pubblico l’evolversi della panificazione e della pasticceria dal passato fino ai giorni nostri con impasti sempre più leggeri e attenti alle esigenze del consumatore finale. Giuseppe Nocca ha seguito una formazione di studi classici. Laureato in scienze agrarie, ha spaziato nei primi anni della sua carriera nel settore agricolo nazionale cogliendone i vari aspetti culturali e organizzativi. Approda al mondo della nutrizione negli ultimi 20 anni con il suo lavoro di docente, senza mai dimenticare la sua passione per l’archeologia e gli studi classici. Conduce da tempo laboratori archeo-gastronomici in manifestazioni culturali a tema nei quali riscopre i profondi legami tra cibo, letteratura classica e nutrizione seguendo un’impostazione olistica che lo fa approdare all’antropologia del cibo. Il suo percorso culturale tra le tradizioni italiane è ancora teso alla ricerca di quelle preparazioni alimentari che assumono l’aspetto di un vero e proprio “reperto storico”, forse immateriale, ma per questo non meno tangibile di quelli fittili.

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Nato ufficialmente nell’ottobre del 2016, il Gruppo dei Giovani Panificatori è un’associazione il cui intento è la valorizzazione della panificazione di alta qualità attraverso metodi di lavorazione che riportano alla tradizione, al ritorno al lievito madre e all'uso di farine autoctone selezionate. L’obiettivo è quello di divulgare la sapienza artigiana e formare nuove leve pronte ad intraprendere il lavoro dell’arte bianca. Cerealia è promosso dalla costituenda Rete CF – Rete Cerealia Festival in collaborazione con istituzioni nazionali ed internazionali, il festival Cerealia cerca ogni anno di portare il suo contributo all’interscambio culturale nel Mediterraneo a vari livelli, affrontando i temi dell’alimentazione, ambiente, economia, turismo, identità e culture. Il Festival è stato inserito nel calendario istituzionale dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e candidato al patrocinio dell’Anno del Cibo Italiano. Paese ospite del Mediterraneo di questa ottava edizione è la Repubblica di Malta, in occasione della nomina di La Valletta a Capitale Europea della Cucina.

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Focaccia

a ferma-lievitazione

Procedimento Mettere gli ingredienti in impastatrice a spirale e lavorare circa 5 minuti in prima poi altri 5 minuti in 2a velocità. Collocare in un recipiente e lasciar riposare 20 minuti a temperatura ambiente, poi fare panetti di circa un chilo (per le teglie 40×60); avvolgere a filone molto morbido. Sistemare con la chiusura in alto su tavole ben infarinate e lasciar riposare 10 minuti a temperatura ambiente. Capovolgere, spianare con la macchina e posare nelle teglie unte con l’olio. Spennellare la superficie con l’olio, spianare del tutto per coprire tutta la teglia e passare con le dita. Posizionare le teglie non coperte in frigo a +3° fino al mattino successivo, poi passarle in cella di lievitazione per 2 ore o di più. Dopo la prima ora di lievitazione cospargere la superficie con olio, acqua e sale o salamoia. Infornare a 250/250° con abbondante vapore per 13/14 minuti. Negli ultimi 3 minuti aprire il tiraggio. Appena sfornato spennellare la focaccia con l’olio.

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Ingredienti Farina 00 W 250 kg 1 Acqua lt 0,55 Pasta di riporto g 250 Lievito compresso g 12,5 Malto g 15 Sale g 25 Olio extravergine di oliva g 80


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Torta da forno al limone (Ricetta del Maestro Paolo Fulgente dal libro “La straordinarietà del pane italiano” pubblicato da DMP srl)

Procedimento Montare energicamente il burro con la prima quantità di zucchero, aggiungere le uova a poco a poco, alternando con la mandorle precedentemente macinate e la seconda quantità di zucchero. Versare i limoni grattugiati e premuti, la bacca di vaniglia grattugiata e quindi mescolare le farine. Depositare la massa negli stampi unti (preferibilmente di forma rotonda) foderati di pasta frolla e spalmare sul fondo un velatura di confettura di albicocca profumata al limone. Cuocere in forno moderato e appena fredde, decorare con passata di arancia o albicocche e spolverare con zucchero a velo.

Paolo Fulgente

MAESTRO PANIFICATORE

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Ingredienti Burro g 600 Zucchero semolato g 600 Uova intere g 750 Sale g 5 Mandorle bianche g 300 Zucchero semolato g 300 Farina “00” g 300 Farina di mandorle g 300 Limoni grattugiati e premuti 4 Bacca di vaniglia grattugiata 1 Passata di albicocche q.b. Zucchero a velo q.b.


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Delizia al caffè e ginseng (Ricetta del Maestro Paolo Fulgente dal libro “La straordinarietà del pane italiano” pubblicato da DMP srl)

Ingredienti Nr. 3 torte a mezza sfera da grammi 500 in stampo di cm 16/18) Burro g 300 Zucchero saccarosio g 300 Uova g 300 Tuorli d’uovo g 125 Sale g 6 Ginseng g 40 Tazzine di caffè ristretto 2 Liquore al caffè g 50 Latte in polvere g 100 Farina “00” g 300 Farina di mandorle g 300 Lievito secco g 10 Per la bagna al caffè Zucchero g 125 Acqua g 125 Ginseng g 10 Liquore al caffè g 50 Rhum Delice g 10

Procedimento Montare il burro, lo zucchero, le uova e i tuorli. Aggiungere il sale, il latte in polvere, il caffè ristretto, il liquore al caffè e il ginseng. Quando la massa appare ben liscia e ben montata, incorporare le farine setacciate con il lievito secco. Cuocere in forno ventilato a 180°C per circa 40/45 minuti a valvola chiusa. Appena sfornate, girarle sulla griglia e bagnare con la seguente bagna al caffè. Glassare le torte con un cremino al caffè.

Paolo Fulgente

MAESTRO PANIFICATORE

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Croissant rustico

Procedimento I tempi di impasto con l’impastatrice a spirale sono 3 minuti in 1a e 6 minuti in 2a velocità. Iniziare l’impasto in prima velocità per 3 minuti usando farina, lievito, latte in polvere e il 90% di acqua. Verso i 3 minuti aggiungere il sale con l’acqua restante. Passare in seconda velocità per 6 minuti: quando l’impasto sarà ben amalgamato aggiungere lo zucchero, aspettare che s’incordi e aggiungere gradatamente il burro. Terminato l’impasto, porlo in frigo a + 5°C fino al giorno successivo (o per almeno 12/17 ore). Trascorso il tempo in frigorifero, incorporare al centro dell’impasto la materia grassa, che deve avere una temperatura di +18°C. Formare con tre pieghe “a tre”. Fra la seconda e la terza piega mettere l’impasto in frigo per 30 minuti. Nelle pieghe stendere fino allo spessore di 13/16, mentre per la stesura definitiva stendere fino a 7 circa. Formare e collocare nelle teglie. Porre in cella di lievitazione per 2 ore circa alla temperatura di 25/26°C con il 78% di umidità. Infornare alla temperatura di +200/180°C dopo averli indorati con il bianco d’uovo.

Nota: questi croissant si possono anche surgelare. In questo caso, dopo averli tolti dal congelatore introdurre in cella di lievitazione alla temperatura di 24/26°C per 4 ore circa.

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Ingredienti Farina Tipo 2 kg 1 Acqua lt 0,55 Zucchero g 140 Burro g 50 Lievito compresso g 40 Latte in polvere g 20 Sale g 20 Burro per sfoglia g 600 Bianco d’uovo q.b.


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Torna

Cannolo Festival Dopo il debutto dello scorso anno, celebrato da quasi 10mila persone, torna a Palermo il Cannolo Festival, l’evento che celebra il re della pasticceria siciliana nel mondo, in una gara di assaggi tra i territori che più di ogni altro rappresentano l’eccellenza di questo dolce, ognuno a suo modo.

Scorza più o meno friabile, sentori di cacao o di caffè, ricotta grezza o cremosa, più o meno dolce, con cioccolato o senza, con frutta candita o con granella di pistacchio: sono tantissime le variabili che distinguono un cannolo dall’altro a seconda della combinazione degli ingredienti basilari, ma anche dell’utilizzo di ingredienti e procedimenti “segreti”, custoditi dalle famiglie di produttori e tramandati di generazione in

generazione, fino a generare vere e proprie tifoserie contrapposte. Per questo tante pasticcerie siciliane sono diventate ormai luogo di pellegrinaggio e di turismo gastronomico, anche a chilometri e chilometri di distanza, da parte di golosi, appassionati, gourmand e turisti da ogni parte del mondo. Nella prima edizione, nel 2017, sono stati preparati oltre 4mila cannoli con più di 7 quintali di ricotta fresca, attraverso i percorsi di degustazione che hanno consentito l’assaggio e la votazione da parte del pubblico. Proprio il pubblico, con quasi mille voti espressi, è stato protagonista della scelta, premiando i cannoli di Santa Cristina Gela. Protagonisti di questa edizione 2018 del Cannolo Festival sono i maestri pasticceri di Piana degli Albanesi, il borgo dell’entroterra palermitano noto ormai come “il paese dei cannoli”, custode di una tradizione secolare e di ricette che ancora oggi nascondono segreti di produzione gelosamente custoditi; Santa Cristina Gela, che condivide con i cugini di Piana la materia prima dello stesso territorio ma con ricette differenti; San Giuseppe Jato, con una lavorazione originale e immediatamente riconoscibile e scorze leggere e infine Fulgatore, a cui spetta il delicato compito di rappresentare la provincia di Trapani, MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ PASTICCERIA famosa per uno stile unico e inconfondibile già nella forma della scorza (più allungata e appuntita), ma soprattutto nella lavorazione della ricotta (più grezza e meno setacciata), per veri intenditori. I maestri coinvolti sono Nicola Petta (Extra Bar – Piana degli Albanesi, Palermo); i campioni in carica Fratelli Biscari, vincitori della scorsa edizione (Bar Pasticceria del Corso – Santa Cristina Gela, Palermo); Nicola Cerniglia (Pasticceria Cerniglia – San Giuseppe Jato, Palermo); Rocco Vultaggio (Bar Vultaggio – Fulgatore, Trapani). Il festival prevede quattro postazioni, una per ognuno dei maestri pasticceri, e i partecipanti avranno la possibilità di assaggiare i quattro cannoli in gara con un ticket degustazione, per poi votare il preferito. Il voto popolare incontra poi quello di una giuria tecnica, formata da giornalisti, pasticceri, food blogger ed esperti, che si esprimerà sugli stessi cannoli in gara contribuendo così a decretare il vincitore della prima edizione dell’evento, in collaborazione con l’Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri di Palermo. Intanto, nei due giorni, si susseguiranno dimostrazioni, talk show e showcooking che mostreranno dal vivo la preparazione del dolce, condividendo ricette e tecniche con il pubblico, chiamato a partecipare in prima

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persona alla preparazione. Il cannolo è attualmente tra i dolci più esportati e imitati al mondo e, nonostante la sua veneranda età, continua raccoglie estimatori ovunque. Anzi si moltiplicano proposte gastronomiche anche fuori dai confini siculi, ad opera dei tanti siciliani emigrati in Italia e all’estero. Storie e leggende su sua maestà il cannolo si tramandano fin dai tempi di Cicerone, che parlò di “tubus farinarius dolcissimus” ai tempi in cui era questore in Sicilia. Il cannolo è un dolce fatto di sacro, profano e opposti che si attraggono: la cialda fritta, detta scorza (“scùoccia”, in siciliano), è scura, croccante e quasi aspra. La ricotta di pecora, arricchita di zucchero e gocce di cioccolato (e talvolta canditi) è invece bianca, cremosa e dolcissima. Un’armonia di contrasti, bianco contro nero, croccante contro morbido, cioccolato contro frutta candita, che contribuisce a creare un dolce perfetto, in un magico equilibrio di sapori. Il cannolo va mangiato rigorosamente freschissimo, tassativamente riempito un attimo prima di essere consumato o comunque da pochissimo. La primavera è del resto il periodo migliore per consumare il cannolo, perché la ricotta, rigorosamente di pecora, giova dell’erba fresca nell’alimentazione degli ovini e risulta naturalmente più sana e saporita.


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Colazione da Erika Erika Biancucci è il talento emergente della pasticceria Made in Italy e parte del team di Love IT, il primo Food Experience Store dedicato al Made in Italy, che ha creato nuovo store nel cuore della città. Ventunenne, originaria di Frosinone, Erika è il volto femminile alla regia delle colazioni di Love IT. Con le sue brioche “3 L” a tripla lievitazione, con un mix di farine che abbina semola di grano duro rimacinato, farina di avena, farro e orzo, lievito naturale secco, Erika ha creato un tipo di croissant unico sul mercato. In allegato il suo profilo ed il comunicato stampa che preannuncia il lancio del nuovo store Love IT di Praga e l’importante contributo di Erika per il successo del team Love IT. Originaria di Ceccano (Frosinone), Erika Biancucci ha mosso i suoi primi passi nel mondo della pasticceria, con passione e creatività, sotto la guida di maestri importanti come Rolando Morandin, figura di riferimento per l’arte dei lievitati, e Donata Pancera, punto di riferimento nel disciplinare per il gelato, che le ha insegnato la precisione e la continua ricerca della perfezione. Dopo aver completato la formazione all’Istituto Professionale Alberghiero Ipsseoa Michelangelo Buonarroti di Ceccano (FR), Erika ha l’opportunità di fare un periodo di stage nelle cucine dell’Hotel Hilton Cavalieri di Roma, dove fra i ritmi dei grandi Chef e il tintinnio cadenzato delle preparazioni, scopre “la musica più bella”. E proprio durante il periodo romano,

impara quanto sia importante l’organizzazione del lavoro, dalla scelta delle materie prime fino al dressage di ogni piatto, passando con disinvolta manualità dalle colazioni alle coreografie di mini pasticceria, fino ai dessert delle cene di lusso. Nel 2015 entra a far parte del team di Love IT a Expo, nel reparto gelateria come assistente di Donata Pancera, e dopo poco diventa responsabile della pasticceria, dapprima per i dolci del pranzo, con l'idea di creare delle sfiziosità gustose e leggere, e poi accanto all’Executive Chef Giovanni Chiodaroli si occupa di ideare i dolci per il menù serale. E dei talent come Master Chef dice: “Ho sempre pensato che molti dei cooking show più visti siano troppo costruiti e con personaggi modellati a tavolino per fare audience. So che ho ancora tanta strada davanti a me, ma sono convinta che la vera cucina nasca in laboratorio e dallo studio costante nel tempo”.

Fonte: ufficio stampa LoveItfood

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Milka

diventa sostenibile rispondere in maniera sostenibile all’intero fabbisogno di cacao nel corso del tempo, che Milka, il suo marchio iconico del cioccolato, entrerà a far parte di Cocoa Life, il programma di approvvigionamento sostenibile del cacao.

A partire dal mese di agosto 2018, le confezioni delle tavolette Milka di tutta Europa avranno una nuova veste su cui apparirà il logo Cocoa Life. Entro la fine del 2019, l’azienda prevede inoltre che l’intera gamma del cioccolato Milka presente sul mercato europeo prenda parte al programma. Milka va ad affiancarsi ad altri brand di Mondel z International che utilizzano cacao Cocoa Life, coltivato secondo criteri di sostenibilità. Tra questi, Cadbury Dairy Milk in Gran Bretagna e Irlanda, Côte d’Or in Belgio e Francia, Freia e Marabou nei Paesi Nordici e i biscotti Oreo in tutta Europa. “Siamo estremamente orgogliosi che Milka, il nostro più grande brand di cioccolato in Europa, abbia fatto il suo ingresso in Cocoa Life” ha dichiarato Hubert Weber, Executive Vice President e President, Mondel z Europe. “Con questo programma stiamo riscontrando un grande successo che ci permette di compiere un ulteriore grande passo avanti verso il nostro obiettivo: raggiungere 200.000 coltivatori e un milione di persone entro il 2022.” La missione di Cocoa Life è creare una solida filiera di approvvigionamento del cacao e al tempo stesso trasformare la vita dei coltivatori ed il

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loro sostentamento, affrontare il problema della deforestazione e limitare l’impatto sul cambiamento climatico nei sei Paesi dai quali si rifornisce, vale a dire Ghana, Costa d’Avorio, Indonesia, Repubblica Dominicana, India e Brasile. Alla fine del 2017, il programma aveva raggiunto 120.500 coltivatori in 1.085 comunità e piantato oltre un milione di alberi da ombra come parte dell’impegno globale nei confronti del cambiamento climatico. Tramite Cocoa Life, l’azienda ha anche incrementato la propria quantità di cacao proveniente da coltivazioni sostenibili portandola al 35%, con una crescita di 14 punti percentuali rispetto al 2016. Mondel z International è un leader mondiale in settori quali biscotti, cioccolato, gomma da masticare, caramelle e bevande istantanee, con Power Brand globali come Oreo e belVita per i biscotti; Cadbury Dairy Milk e Milka per il cioccolato; e Trident per la gomma da masticare.


/ PASTICCERIA

Nuovo pastry chef

per Emporio Borsari reparto di ricerca e sviluppo e, nei laboratori di produzione, anche la storica squadra di lievitisti.

Da IDB Group arrivano i talenti della pasticceria. Sarà il Pastry Chef Ruggiero Carli, docente presso la celebre Scuola di cucina e pasticceria Etoile di Rossano Boscolo, a imprimere tecnica, innovazione e nuova linfa creativa a Industria Dolciaria Borsari, hub gioiello della Famiglia Muzzi. Con la sua esperienza decennale, Carli darà un importante contributo allo sviluppo e adozione delle migliori tecniche di pasticceria, cioccolateria e gelateria nei negozi gestiti direttamente. Guiderà il team di pasticceri in un percorso di perfezionamento e creerà i migliori presupposti di crescita culturale dell’area pasticceria avvalorando l’area di ricerca e sviluppo aziendale che, va ricordato, è leader italiano nel mercato dei dolci da ricorrenza nel segmento premium. Un gruppo quindi motivato a consolidare la propria expertise nella gestione diretta di pasticcerie e ristoranti e a confermare la propensione all’eccellenza a partire dalla fondamentale cultura di prodotto sino all’insostituibile contributo e valore umano e professionale MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ PASTICCERIA “L’incontro con Andrea Muzzi, decisamente un visionario tra tutti i pasticceri prestati all’impresa non può che farmi enorme piacere, soprattutto perché il Gruppo IDB si presenta con una multidisciplinarietà tra retail, lievitati da ricorrenza e cioccolato sicuramente tra le più importanti d’Italia”, sostiene lo chef Ruggiero Carli e continua: “Tradizione, evoluzione e innovazione sono le tre parole su cui ci siamo immediatamente riconosciuti e piaciuti”, conclude. “Sono certo che questo sodalizio professionale contribuirà a delineare un nuovo corso per l’azienda e i suoi concept store, il Gruppo ha una importantissima storia e la vocazione all’eccellenza sono indiscutibili.” Ruggiero Carli, oggi maestro pasticcere del ristorante Emporio Borsari di Badia Polesine, ha avviato la propria formazione professionale all’età di 16 anni per poi perfezionarsi al Boscolo Etoile Academy, il primo laboratorio di specializzazione superiore d’Italia, dove ha avuto modo di apprendere l’arte della pasticceria affiancando Maestri del calibro di Emanuele Saracino e Angelo Musa. L’esperienza di Carli prosegue in numerose pasticcerie da ristorazione e hotel d’Italia, tra cui il prestigioso 5 stelle lusso e 2 stelle Michelin Capri Palace in qualità di Chef de Partie. Specializzato in lievitati, cioccolato, torte monumentali, dessert da piatto, gelato e panificazione, lo chef patissier sviluppa inoltre la passione per la didattica contribuendo alla formazione e crescita professionale di oltre 200 allievi presso la Boscolo Etoile Academy. Con gli storici marchi Muzzi Antica Pasticceria, Borsari Maestri Pasticceri, Giovanni Cova & C., Scar Pier, Bedetti e Golfetti, il Gruppo IDB presidia il mercato della pasticceria con la produzione diretta di oltre 1800 referenze e ben 150 diverse ricette sui lievitati da ricorrenza e specialità dolciarie. Grande attenzione viene posta alla gestione diretta dei quattro negozi (Milano, Badia Polesine, Falconara e la storica pasticceria di Foligno in prossimo rinnovamento) per proseguire un percorso volto alla massima qualità e alla continua innovazione.

Fonte: Serena Comunicazione

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/ PASTICCERIA

Meet Massari

a Milano

I Maestri Iginio Massari e Gino Fabbri ‘omaggiano’ la città di Milano con la loro interpretazione di dolci della tradizione In scena le “Pesche di Milano”, il “Panfrutto” e il milanesissimo “Pan Meini”: un grande spettacolo per gli appassionati di pasticceria nella città meneghina. L’evento organizzato da Molino DallaGiovanna ha visto i due Maestri impegnati a quattro mani in uno straordinario showcooking di una giornata, di fronte a una platea di professionisti e appassionati. Massari e Fabbri hanno voluto omaggiare la città di Milano, ricercando insieme ricette tipiche della tradizione, selezionando ingredienti locali e presentando la loro personale e originalissima interpretazione. Il Maestro Massari ha scelto le “Pesche di Milano”, reinterpretate in chiave moderna, e il “Panfrutto” una brioche al mascarpone e scorza d’arancia. Il Maestro Fabbri ha invece presentato il suo famoso, milanesissimo “Pan Meini”. “A Meet Massari Milano propongo due ricette, che ho individuato nella tradizione della città e che ho voluto reinterpretare, innovandole”, dichiara il Maestro Iginio Massari. “La Pesca di Milano, che in molti di noi

suscita ricordi d’infanzia, è completamente rinnovata: i due tradizionali emisferi diventano uno, un dolce elegante e leggero, ripieno di crema pasticcera. Il Panfrutto, dolce lievitato, con frutta e mascarpone lombardo, dalla texture straordinaria, è una vera goduria”. “Insieme al Maestro Iginio Massari abbiamo fatto uno straordinario lavoro a quattro mani per ricercare dolci della tradizione lombarda, ingredienti locali e reinterpretarli. È stata per me una grande soddisfazione”, dichiara il Maestro Gino Fabbri. “Il milanesissimo Pan Meini è una ricetta semplice, della tradizione, a base di burro, uovo, farina bianca e farina di mais, la cifra distintiva di questo biscotto. E poi la glassa, fondamentale per garantire croccantezza e piacevolezza al palato. Il profumo, infine, è dato dai fiori di sambuco, che abbiamo trovato freschi, grazie alla stagione. Come vuole la tradizione milanese, il biscotto viene degustato con la panna liquida. “ “Meet Massari è per noi una straordinaria occasione di raccontare le nostre farine, insieme alla qualità, alla varietà e specificità che le contraddistinguono.” Dichiara Sabrina Dallagiovanna, Direttore Marketing Molino Dallagiovanna. “Ora siamo pronti per la tappa di Roma, in programma il 24 settembre”, che concluderà il tour. MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ PASTICCERIA

Golosità da Farmo Questo dolce è un inno alla golosità: base di pasta frolla speziata, cuore di bavarese classica, dolce glassa al caramello e in ultimo deliziosa meringa all’italiana. Bella da presentare e irresistibile nel sapore, è perfetta anche per chi deve o desidera seguire una dieta senza glutine. Questa torta utilizza tra gli altri ingredienti la curcuma, spezia amica della salute. Nota anche come “zenzero dell’India” per il suo colore giallo intenso, la curcuma ha innumerevoli proprietà benefiche. Grazie a curcumina, vitamina C,

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potassio contenuti al suo interno, è considerata un validissimo antinfiammatorio. Riconosciuta anche come potente antiossidante, la pianta è in grado di contrastare l'azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Svolge anche un'azione depurativa utile per il fegato Basata su ingredienti di alta qualità, la ricetta di Maurizio De Pasquale, include due prodotti esclusivi Farmo: Fibrepan, la speciale miscela per pane, focacce e dolci senza glutine e ProntoCrem il preparato senza glutine e senza uova per preparare una deliziosa crema pasticcera istantanea a freddo.


/ PASTICCERIA

Ingredienti Ingredienti crostata 300 g Fibrepan Farmo 200 g di farina di riso venere 2 uova grandi 100 g burro leggermente salato Curcuma in polvere q.b. Zenzero in polvere q.b. Ingredienti meringa italiana 80 g zucchero semolato 30 g acqua 70 g albume Ingredienti bavarese 100 g Prontocrem 250 g acqua 250 g panna semimontata 5 g curcuma in polvere Ingredienti glassa 175 g zucchero semolato 175 g acqua 150 g panna 12 g fecola di patate 8 g gelatina in fogli (colla di pesce)

Procedimento Procedimento crostata Impastare tutti gli ingredienti. Far riposare in frigo per 2 ore poi formare la base desiderata. Cuocere a 180°C per circa 15/20 min. Procedimento meringa italiana Cuocere a 121°C acqua e zucchero. Contemporaneamente montare gli albumi. Versare a filo l’acqua arricchita di zucchero nel contenitore con gli albumi montati. Terminare di montare bene. Procedimento bavarese Unire acqua e Prontocrem, frustare in una ciotola e una volta che ha raggiunto una consistenza cremosa, aggiungere facendo attenzione a non smontarla, la panna semimontata e la curcuma. Quando la panna sarà stata completamente incorporata, versare la nostra bavarese in uno stampo di forma quadrata e riporre in freezer per attendere di essere glassata. Procedimento glassa Preparare il caramello a secco iniziando a scaldare 1/3 dello zucchero totale. Una volta che il caramello inizia ad imbrunire, aggiungere la rimanenza dello zucchero e una volta pronto, versare 150g di acqua nel caramello facendo attenzione a non creare grumi. Utilizzare i rimanenti 25 g di acqua per sciogliere la fecola e legare leggermente lo sciroppo ottenuto. Lasciato sul fuoco per 1', aggiungere la panna e togliere dal fuoco, girando sempre evitando grumi. Lasciata riposare qualche minuto, quando avrà raggiunto la temperatura di circa 60°C, aggiungere la colla di pesce e porre in frigorifero per qualche ora a riposare. Utilizzare sulla bavarese congelata ad una temperatura di 30/35°C. MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ PASTICCERIA

Gelato d’Oro

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Dopo il grande successo della Coppa del Mondo della Gelateria a Sigep 2018, Carpigiani e la sua rete di distributori hanno iniziato a lavorare alle tappe delle selezioni italiane di Sigep Gelato d’Oro 2019, la competizione per formare la squadra italiana per la prossima Coppa del Mondo della Gelateria.

I migliori gelatieri, pasticceri e chef d’Italia saranno selezionati durante un percorso di 9 tappe lungo la penisola che si terranno fra settembre e novembre 2018 nelle sedi di 9 concessionari Carpigiani. A queste si aggiunge una tappa riservata agli Chef nel campus della Carpigiani Gelato University a Bologna in programma il 22 ottobre. I 12 vincitori delle selezioni per ciascuna categoria (chef, pasticcere, gelatiere) competeranno al Sigep Gelato d’Oro per formare la squadra italiana che nel 2020 insieme ad altri undici team internazionali si contenderà il titolo di Campione del Mondo della Gelateria. Per accedere al Sigep Gelato d’Oro 2019, che si terrà al Sigep di Italian Exhibition Group dal 19 al 21 gennaio 2019, è necessario superare le selezioni che si svolgeranno sul territorio italiano secondo questo calendario: Torino – concessionario Ovens - 24 e 25 settembre; Rimini – MO.CA - 1 e 2 ottobre; Bari – Lavermicocca Arredamenti - 8 e 9 ottobre; Vicenza – Extra Cooking System - 15 e 16 ottobre; Bologna – Carpigiani - 22 ottobre (tappa riservata agli Chef); Milano – G&P Center - 29 e 30 ottobre; Messina – ArGel - 12 e 13 novembre; Roma – S.C. Impianti - 19 e 20 novembre; Perugia – Gennari - 22 e 23 novembre;

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Napoli – F.lli Angelo - 26 e 27 novembre. Le prove di selezione si differenziano in base alla categoria di appartenenza del professionista. Per i gelatieri, gelato in vaschetta decorata ed esposizione teorica; per i pasticceri, torta gelato e alzata in croccante; per gli chef, un piatto in abbinamento a un gelato gastronomico. Le selezioni italiane di Sigep Gelato d’Oro 2019 sono organizzate dai concessionari Carpigiani con il supporto di Carpigiani Gelato University e il con il patrocinio di Sigep – Italian Exhibition Group e Gelato e Cultura. Sponsor della manifestazione: Comprital, Valrhona e IFI. Sigep Gelato d’Oro 2019 si svolgerà a Sigep (40° Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigiani e Caffè, dal 19 al 23 gennaio 2019 alla Fiera di Rimini): l’unica fiera al mondo riservata ai soli professionisti del settore, che rappresenta interamente le filiere del gelato e del dolciario artigianale.

Per iscriversi alle selezioni italiane di Sigep Gelato d’Oro 2019 o per maggiori informazioni:selezioni@ gelatodoro.it – www.gelatodoro.it


/ PASTA

La pasta cresce L’Italia resta primo produttore ma crescono i competitor, consumi interni in leggero calo, export fattore trainante con il 58% della produzione. La pasta continua ad essere uno dei prodotti trainanti del made in Italy, nonostante le polemiche sulla provenienza del frumento.

La supremazia della pasta italiana a livello globale rischia di svanire, minata dall’aggressività di competitor stranieri come la Turchia. Nonostante il nostro Paese mantenga il suo primato di primo paese produttore con 3,36 milioni di tonnellate di pasta prodotte e risulti saldamente al primo posto anche nella classifica dell’export con 1,9 milioni di tonnellate, spicca il grande balzo in avanti fatto negli ultimi anni da altri paesi extra Ue che stanno aumentando di molto la loro capacità produttiva. Emblematico il caso della Turchia, in cui la produzione di pasta è cresciuta del 77% in soli 5 anni, passando da 850.000 tonnellate ad oltre 1,5 milioni.

Sono questi alcuni dei dati resi noti oggi a Foggia nell’ambito della due giorni dei Durum Days, evento internazionale di confronto sul mercato del grano duro organizzato da Cia, Confagricoltura, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Copagri, Aidepi, Italmopa, Compag, Crea e il supporto tecnico di Areté. Il 2017 si è chiuso con una sostanziale tenuta, ma i trend consuntivi - produzione (-0,4%), fatturato export (-0,5%) e consumi nazionali (-0,4%) - suscitano tuttavia qualche preoccupazione sulle prospettive del settore. Nonostante la congiuntura negativa, l’Italia rimane forte dei suoi primati, della sua storia e della sua tradizione culturale e rappresenta ancora ad oggi il 67% della produzione europea e circa un quarto dell’intera produzione mondiale. In pratica 1 piatto di pasta su 4 mangiato nel mondo e circa 3 su 4 in Europa vengono preparati con pasta italiana. Inoltre, anche nel 2017 più del 57% di pasta italiana, pari a circa 1,9 milioni di tonnellate, è stato esportato in tutto il mondo.

Fonte: Confcooperative

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/ PASTA

Alibert online Tra le novità della nuova “casa online” le ricette dedicate alla pasta ripiena da Alessandro Circiello, uno dei volti più noti della cucina italiana e protagonista di numerose trasmissioni televisive.

Alibert, azienda italiana specializzata nella produzione di tortellini e pasta fresca ripiena, con sede a Preganziol (TV), ha lanciato il suo nuovo sito internet, totalmente rinnovato nella grafica e nei contenuti, frutto di un intenso lavoro finalizzato a presentare il nuovo volto dell’azienda e le molte novità nell’ambito dei prodotti e delle ricette. Tra le novità spicca la sezione dedicata alle ricette sviluppate per Alibert da Alessandro Circiello, pluripremiato esperto di cucina basata sulla sana alimentazione. Sono state totalmente riviste anche le schede dei prodotti, che ora includono una descrizione completa di ciascuna referenza, informazioni sul metodo ideale di preparazione e l’indicazione delle calorie per porzione, con l’obiettivo di andare incontro alle necessità di consumatori sempre più esigenti e consapevoli dell’importanza di assumere cibi sani, nutrienti ed equilibrati. Non manca una scheda tecnica dettagliata di ciascun prodotto finalizzata a presentare tutte le informazioni essenziali in ottica B2B. È stata infine implementata una sezione news utile a rimanere sempre informati sulle novità del mondo Alibert, dal lancio di nuovi prodotti fino alla partecipazione a fiere ed eventi. “Il lancio del nostro nuovo sito internet”, ha dichiarato Pierluca Mezzetti, amministratore delegato di Alibert, “rappresenta un ulteriore tassello nel progetto di rilancio dell’Azienda, che ha una grandissima tradizione

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e che è tornata a recitare un ruolo di primo piano nel mercato della pasta ripiena, sia in Italia che all’estero. Abbiamo grandi progetti per il futuro e il sito internet diventerà il nostro biglietto da visita per tutti i clienti, siano essi consumatori privati o aziende. Lo step successivo sarà l’apertura delle pagine social, per avere un contatto ancora più diretto con il nostro pubblico e farlo immergere a 360° nel mondo Alibert.” Il nuovo sito si inserisce nel più ampio progetto di rinnovo dell’azienda, iniziato quasi due anni fa, sotto la guida del Presidente Valentino Fabbian. Per la fine del 2018 il lancio di una nuova linea di prodotti: sette esclusive referenze ispirate alla cucina regionale italiana, per introdurre sul mercato ricette uniche e gustose, nel pieno rispetto della tradizione e utilizzando materie prime certificate di qualità. Fonte: EfaNews


/ PASTA

Grano, azzerate importazioni dal Canada Sono risultate praticamente azzerate le importazioni di grano duro dal Canada nel gennaio 2018 dopo che nel 2017 erano già crollate del 29%. E’ quanto emerge dai dati Istat analizzati da Coldiretti evidenziando che il Paese nordamericano ha perso il ruolo di leader dei Paesi esportatori di grano in Italia.

La polemica sul frumento canadese è da alcuni anni diventata una bandiera sotto cui hanno trovato spazio gruppi e interessi che hanno trasformato un problema non ancora deciso a livello scientifico internazionale in una polemica che ha però portato allo spostamento di enormi interessi di mercato. Con una domanda alla quale nessuno sembra avere voglia di rispondere: il frumento che non viene più dal Canada, da dove viene? Dalla Russia? Dall’Ucraina? Dagli Stati Uniti? Chiedere chiarezza nell’origine dovrebbe voler dire avere risposte anche a questo. Per quanto riguarda il grano canadese, si tratta degli effetti del generale riposizionamento dell’industria pastaia in una situazione in cui il Canada – sottolinea la Coldiretti – è stato fino ad ora il principale fornitore di grano duro dell’Italia per un quantitativo che nel 2017 è stato pari a 720milioni di chili a fronte di 4,3 miliardi di chili prodotti in Italia. Il drastico cambiamento è stato determinato dal fatto che in Canada il grano duro viene trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, con modalità

che sarebbero vietate in Italia, come denunciato più volte dalla Coldiretti. Il crollo dell’import è una risposta alla domanda dei consumatori che chiedono in misura crescente la garanzia di italianità della pasta acquistata come dimostra la rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, da FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino a “Voiello” che fa capo al Gruppo Barilla, e a Divella che in questi anni ha avviato un percorso di filiera in Puglia con grano 100% italiano frutto della ricerca SIS, società leader nel settore sementiero. In questo contesto è stato siglato in Italia il più grande accordo sul grano biologico mai realizzato al mondo per quantitativi e superfici coinvolte tra Coldiretti, Consorzi agrari d’Italia, Fdai (Firmato dagli agricoltori italiani) e il Gruppo Casillo che prevede la fornitura di 300 milioni di chili di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all’anno per la panificazione. L’intesa – conclude la Coldiretti – ha una durata di tre anni con la possibilità di una proroga per altri due, per un totale di 5 anni.

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Aumenta la

produzione di ‘duro’ Grano duro, stime al rialzo in tutti i principali paesi produttori, crescita a due cifre in tonnellate il quarantasei per cento delle quali proviene da Europa e Canada.

Produzione mondiale in aumento (38,5 milioni di tonnellate, +3,2%) per il grano duro, trainata dal forte recupero produttivo dei due grandi paesi produttori del Nord-America, Canada e Stati Uniti, che insieme al Messico esportano oltre i ¾ del frumento duro. In Canada l’aumento produttivo stimato è del 15%, cifra che raddoppia negli Stati Uniti, in cui si prevede un incremento pari ad un + 38% delle semine. Sono queste le prime stime elaborate della società di ricerca Areté e presentate a Foggia in occasione della seconda edizione dei Durum Days, l’evento internazionale che vede riunita tutta la filiera del grano duro e della pasta.

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L’Unione Europea e il Canada produrranno nel 2018/19 circa il 46% di tutta la produzione mondiale. In Europa è previsto un calo produttivo del 5,5%, ma nel complesso in tutta l’area del Mediterraneo si prefigura un buon andamento colturale, grazie all’apporto produttivo del nord Africa, in leggera crescita (+1,9%) rispetto allo scorso anno. Ancora fluttuanti, invece, le stime produttive per l’Italia a causa dell’andamento climatico anomalo registrato nelle principali aree cerealicole nazionali. Il Crea stima un leggero calo delle superfici seminate (1,28 milioni di ettari, dati Istat) e una produzione di 4,24 milioni di tonnellate, in linea con il 2017.


/ PASTA

Durum Days miglioramento qualitativo. Riconfermata durante i Durum Days di Foggia la validità dei interessi economici degli agricoltori.

“Il Protocollo di filiera del grano duro siglato a Roma lo scorso dicembre ha dato inizio ad un percorso che entra ora nella fase operativa, con la stesura di un disciplinare ad hoc per il miglioramento qualitativo delle produzioni”. Lo ha annunciato la Coordinatrice del settore Cereali dell’Alleanza cooperative agroalimentari Patrizia Marcellini nel suo intervento ai Durum Days, l’evento internazionale sul grano duro a cui partecipano tutti i soggetti della filiera in corso di svolgimento oggi a Foggia.

Lo strumento principe per la competitività del comparto restano i contratti di filiera che, come ha spiegato il presidente di Copagri Franco Verrascina, per il quale “devono servire a tutelare gli interessi economici degli agricoltori da un lato e fornire con continuità materia prima all’industria molitoria con caratteristiche certe, concordate e funzionali ad ottenere un prodotto di qualità. Siamo d’accordo inoltre sul fatto di voler valorizzare i grani antichi e quelli biologici perché il mercato è sempre più in espansione. Dobbiamo impegnarci per una produzione di pasta con il 100% di grano italiano, così come il consumatore chiede ed è disposto a premiare”. “Da anni gli agricoltori italiani producono prodotti di qualità ma troppo spesso senza un adeguato riconoscimento economico”, ha sottolineato il vice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Mauro Di Zio. “L’agricoltura di precisione è una strada straordinaria e obbligata per ridurre i costi, migliorare l’ambiente, valorizzare la qualità e rendere più competitivo il settore. Ad oggi però in Italia solo l’1% dei terreni è coltivato con tecniche di agricoltura di precisione e il prodotto grano duro è quotato 20 euro al quintale. Servono politiche di sistema in grado di favorire processi di innovazione capaci di rendere più competitive le imprese agricole e meccanismi di maggior trasparenza per la definizione dei prezzi di mercato”. MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ PASTA A pesare sulla competitività del comparto del grano duro è sicuramente la frammentazione della produzione, che – come ha sottolineato Nicola Gatta, presidente federazione di prodotto Cereali di Confagricoltura – “ci impone di sviluppare strategie di aggregazione a livello agricolo, ma anche sinergie nell’ambito della filiera – come abbiamo provveduto a fare con la sottoscrizione del protocollo di dicembre scorso tra parte agricola, cooperazione e industria - fine di modificare gli sviluppi di un comparto di qualità che potrebbe essere tra i più redditizi della nostra agricoltura. Per questo è necessario individuare un percorso condiviso che miri ad aumentare la produzione di grano di alta qualità idoneo alla pastificazione, anche proveniente da coltivazioni sostenibili, e sviluppare modelli di contrattazione premiali, tenendo conto anche delle differenti condizioni di coltivazione sul territorio”. Per Cosimo de Sortis – Presidente Italmopa, “il protocollo d’intesa frumento duro del mese di dicembre testimonia la volontà di superare in modo pragmatico le indubbie criticità che contraddistinguono una delle filiere simbolo del made in Italy: maggior rispondenza della produzione nazionale di frumento duro alle esigenze quantiqualitative dell’industria della trasformazione, necessaria valorizzazione della materia prima nazionale, adeguamento delle strutture logistiche. Ma le dichiarazioni di intento non bastano. Abbiamo il dovere di individuare azioni e strumenti in grado di rispondere a queste sfide, di incrementare la competitività di una filiera che si è drammaticamente impoverita nel corso degli anni e di restituire dignità a tutti gli attori che la compongono. L’industria semoliera intende proseguire su questa strada in modo convinto e responsabile. E lasciamo ancora più convintamente ad altri la bandiera della sterile e deleteria contrapposizione basata sulla distorsione dell'informazione.” Sulla qualità della pasta italiana ha posto l’attenzione anche Riccardo Felicetti – Presidente pastai italiani Aidepi, per il quale “oggi più che mai, in un contesto di competizione globale, il differenziale qualitativo rappresenta il valore aggiunto della pasta italiana. Qualità non solo nella ricerca e selezione delle migliori materie prime e nel processo di trasformazione, ma come capacità di interpretare l’evoluzione dei mercati in funzione dei cambiamenti sociali, etici ed economici che caratterizzano i nostri tempi: il consumatore di oggi è molto esigente e attento alla relazione con il territorio al legame con la tradizione ma anche agli aspetti nutrizionali della pasta come dimostra la crescita a doppia cifra della pasta integrale”. Mauro Acciarri, delegato Cereali Compag, ha voluto

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evidenziare l’importanza di “un ammodernamento dei centri di stoccaggio, per più ragioni. La prima è per permettere la separazione delle partite per tipologie omogenee così da poterle poi smistare in modo razionale e ponderato. L’ammodernamento e l’informatizzazione dei centri di stoccaggio risultano poi importanti per riuscire a tracciare il prodotto in tutte le fasi del suo processo produttivo, dalla semina alla distribuzione, e questo a garanzia della sua qualità. Si potrebbe così avere certezza dell’intero processo di filiera, riuscendo anche a pianificare la gestione delle scorte sulla base delle esigenze primarie (pasta, pane e altri usi). L’industrializzazione 4.0, che dà aiuti contributivi a quanti investono per l’ammodernamento digitale e informatico, verrebbe tra l’altro in aiuto”.

Fonte: Ufficio stampa/Alina Fiordellisi


/ ENOGASTRONOMIA

Come va la birra? cento in dieci anni: erano 207 nel 2008, mentre l’anno scorso hanno toccato quota 849.

Sono, per la maggior parte, nel Nord e nel Centro: la Lombardia conta 249 “botteghe”, sono 134 in Veneto, 127 in Piemonte, 111 in Emilia Romagna e 104 nel Lazio. A fondare queste mini-aziende sono, in particolare, gli under 35 così come i loro dipendenti (il 51 per cento impiega personale a tempo indeterminato). Secondo le stime, sono oltre 5 mila gli addetti diretti del settore a cui aggiungere 17 mila indiretti e 115 mila dell’indotto allargato. Oltre il 60 per cento ha un fatturato tra 100 e 800 mila euro. A illustrare il comparto nel dettaglio è anche quest’anno Slow Food Editore con la Guida Birre d’Italia 2019 presentata a Torino. Un volume che racconta uno spaccato approfondito dell’intero settore che è sempre e da sempre in grande espansione: sono state selezionate 597 aziende e 2650 birre. I curatori Luca Giaccone ed Eugenio Signoroni sono stati protagonisti della tavola rotonda Italia, lo Stato della birra, insieme a Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, Daniele Toniutti, fondatore di 1001birre.it, Stefano Cappelli di Bilivin e Michael Opalenski di B. United International, giunto dagli Usa per l’occasione. MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ENOGASTRONOMIA

Le birre artigianali hanno anche avuto il merito di incuriosire i bevitori classici e di avvicinarne di nuovi. Spesso si preferisce gustare la bevanda di Cerere a casa, dove si riscontrano il 58,8 per cento dei consumi totali. I consumatori sono sempre più attenti alla provenienza delle bottiglie, alla qualità del prodotto, alla storia dell’azienda o del laboratorio che la trasforma e la commercializza. Il mercato della birra in Italia, dunque, continua a crescere e non conosce crisi. Una cifra totale di circa 19 milioni di ettolitri l’anno, per un valore di oltre 32 miliardi di euro. I dati del 2017 sono incoraggianti e il trend dovrebbe proseguire anche per quest’anno. La produzione nazionale supera i 14 milioni di ettolitri. Pur essendo molto ampio il ventaglio di proposte nel settore, i consumatori italiani scelgono sempre più birra “di casa”, prodotta nel nostro Paese. La conferma arriva dal calo delle importazioni, che scendono sotto quota 7 milioni di ettolitri (quasi il 4 per cento arriva dalla Germania, seguita dall’11 dei Paesi Bassi e del Belgio). Mentre parallelamente crescono le esportazioni, più di 2 milioni e mezzo di ettolitri. Solo cinque anni fa, nel 2013, eravamo sotto la quota di 1 milione 900 mila ettolitri di export totale. In Italia, il mercato delle birre rappresenta più del 6 per cento dell’intero comparto delle bevande per quanto riguarda i volumi, il 16,3 per valore. L’Istat certifica che ogni italiano beve una media di 31,5 litri di birra all’anno, con i consumi che sono tornati ai livelli pre-crisi, al di sopra dei 28,9 registrati nel 2011. Il movimento della birra è, dunque, in continua e costante evoluzione.

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A 22 anni dalla nascita del movimento dei birrifici artigianali, che si fa risalire al 1996, il 2018 rappresenta una svolta. “Era il momento”, hanno sottolineato i curatori della guida, “di considerare maturo questo settore che ha più di 20 anni di storia. Così, abbiamo stabilito criteri più stringenti per l’assegnazione dei nostri riconoscimenti tradizionali che non sono diminuiti. Anzi, sono aumentati. Un lavoro meticoloso che ci ha permesso di scoprire nuovi marchi, tutti molto interessanti”. Sono cresciute anche informazioni e dettagli contenuti nelle schede della Guida Birre d’Italia 2019. Oltre ai dati presenti nelle edizioni passate, cioè gli ettolitri prodotti all’anno e le dimensioni degli impianti di ogni azienda, il nuovo volume riporta anche particolari che non si trovano su altre pubblicazioni, come le dimensioni della cantina, le caratteristiche dell’acqua, la provenienza del malto e del luppolo e i trattamenti a cui le birre sono sottoposte. Partner ufficiali sono stati Verallia ed Eurostampa. Verallia ha premiato con il Fiore di Vetro il produttore di birra che più si è distinto nell’interpretazione dello stile Grape Ale italiano: il sardo Nicola Perra del Birrificio artigianale Barley di Maracalagonis (Ca). Eurostampa è un'azienda familiare con oltre 50 anni di esperienza nella produzione di etichette di pregio per i settori birra, wine&spirits e cioccolato ha inoltre ha assegnato il premio per l’etichetta più bella al microbirrificio di Pesaro 61cento.

Fonte: Ufficio Stampa Slow Food


/ ENOGASTRONOMIA

Birra Peroni comunica i dati della sostenibilità Birra Peroni presenta i dati di sostenibilità 2017 e analizza i risultati raggiunti in 10 anni di strategie e progetti di sviluppo sostenibile lungo tutta la catena del valore. In 10 anni ridotte di oltre il 33% le emissioni di CO2 e diminuito del 42% il consumo di acqua utilizzata nei processi produttivi

Con un notevole incremento nella produzione - pari a oltre 5,6 mln di ettolitri (+14% rispetto allo scorso anno) - Birra Peroni ha ridotto ulteriormente le emissioni inquinanti e nel 2017 ha generato solamente 4,57 kg di CO2 per ettolitro di birra (in calo del 4% rispetto all’anno precedente). Ma ancora più rilevante è il dato che emerge se si prende in considerazione l’anidride carbonica non immessa in atmosfera dal 2008 a oggi: -33,3%. Resta stabile il consumo di acqua per ettolitro di birra (pari a 3,05 hl): - 42% rispetto a 10 anni fa. In ambito energetico, invece, il consumo totale è passato a 80,14 MJ per ettolitro con una leggera flessione rispetto al 2016 (-0,7%). Infine, Birra Peroni è quasi prossima a raggiungere l’ambizioso traguardo del “100% recycled”. Nel 2017 è riuscita infatti a conferire al riciclo il 99,6% dei rifiuti prodotti (+0,6% rispetto allo scorso anno). MAGGIO/GIUGNO 2018

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/ ENOGASTRONOMIA “I risultati di quest’anno e degli ultimi dieci anni” commenta Roberto Cavalli, Integrated Supply Chain Director Italy and Europe di Birra Peroni “altro non sono che la testimonianza del nostro impegno rivolto a progetti di sostenibilità e innovazioni, che mirano a un miglioramento continuo, attraverso la riduzione delle emissioni e l’introduzione di energie rinnovabili. Sostenibilità non solo in azienda ma anche fuori per garantire prodotti, progetti e processi sostenibili lungo tutta la filiera. La sostenibilità delle nostre birre non può prescindere dalla sostenibilità delle materie prime con cui le produciamo; per questo selezioniamo accuratamente l’orzo e il mais, ingredienti base delle nostre birre di punta, che vengono solo da coltivazioni italiane. Collaboriamo con tutta la filiera agricola, con Università ed enti pubblici in un’ottica di innovazione e di ottimizzazione, al fine di fornire ai nostri agricoltori strumenti sempre nuovi e utili per migliorare il loro lavoro e razionalizzare al massimo l’uso delle risorse naturali e dei mezzi tecnici. Quella di Birra Peroni è una storia d’eccellenza lunga oltre 170 anni che racconta da sempre il forte legame con il territorio e il contributo che quotidianamente diamo alla crescita a allo sviluppo delle comunità locali.”

Fonte: Utopia Media Relations

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Professione Cuoco. Innovarsi per crescere Unilever Food Solutions presenta l’edizione 2018 di Professione Cuoco: gli incontri di aggiornamento sulle ultime tendenze in cucina. L’edizione di quest’anno prevede 2 perfetto, il secondo ai ristoranti con focus su abbinamenti e salse.

Si inaugura la 5° edizione di Professione Cuoco, il progetto formativo di Unilever Food Solutions (www. unileverfoodsolutions.it), che si rivolge agli chef con la proposta di un calendario di incontri di aggiornamento per conoscere e approfondire le nuove tendenze della ristorazione. Il progetto fa ogni anno il punto sui trend emergenti nelle cucine professionali e sviluppa occasioni di condivisione con gli chef di tutta Italia, in collaborazione con i principali partner distributivi di Unilever Food Solutions, per fornire un utile supporto tecnico e creativo. L’edizione 2018 di Professione Cuoco, ideata e gestito da Giuseppe Buscicchio, Chef Executive Unilever Food Solutions e dal suo team, si sviluppa in 2 moduli differenti. Il primo si rivolge agli operatori degli hotel e tratta l’offerta ristorativa con incontri dedicati alla realizzazione del buffet perfetto; il secondo si rivolge invece ai ristoranti con un focus su abbinamenti e salse.

I contenuti trattati nell’ambito dei percorsi di aggiornamento Professione Cuoco sono raccolti in 2 ricettari, a disposizione dei professionisti della ristorazione, accessibili e scaricabili online su www. unileverfoodsolutions.it. Il Ricettario Professione Cuoco “Per un buffet perfetto”, in particolare, propone allo chef che opera in hotel, non solo ricette, ma anche utili consigli e passaggi operativi per organizzare un buffet di successo. Per ciascuna tipologia di buffet, vengono sviluppate cinque aree di proposte, che non possono mai mancare: l’area Farinacei, dove trovare le ricette a base di farina o cereali; l’area Verdure, indispensabile per chi desidera un’offerta leggera, ma gustosa; l’area Intolleranze, per soddisfare le esigenze di un numero crescente di clienti che seguono una particolare dieta; l’area Carne o Pesce, attore principale del Buffet che si presta anche per momenti di Show Cooking; l’area Dessert, come giusta conclusione del pasto. Nel Ricettario Professione Cuoco “Per un buffet perfetto” sono contenute 40 ricette originali, gustose e con ingredienti di qualità, sviluppate da Giuseppe Buscicchio e dal suo team.

Fonte: Unilever Food Solutions

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Vinitaly

fenomeno social Grande successo a Verona, e non solo, per l'appuntamento del 2018 con partecipanti in tutto il mondo sui social media attraverso l’hashtag #Vinitaly2018 che impazza e conversazioni avveniva all’estero, nel 2018 la quota supera il 18%.

I dati sono lusinghieri: il vino italiano e Vinitaly in particolare, il Salone che nel corso degli anni ne è diventato l’immagine, sono un vero e proprio fenomeno social: è quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Qualivita Wine sui dati di Waypress Media Monitoring, un numero significativo che va a braccetto con i risultati dell’export vinicolo italiano che segna il record nel 2017 con 6 miliardi di euro per una crescita del +6,4% su base annua e un trend del +142% dal 2000 (Ismea). L’analisi delle conversazioni on-line con l’hashtag #Vinitaly2018 mostra un boom di interesse in Cina che copre il 7% delle citazioni totali, dato ancor più significativo se si considera che nel 2017 erano quasi inesistenti. Crescono inoltre le percentuali per USA al 5,2% (+0.5% sul 2017) e Brasile allo 0,7%, in calo Regno Unito allo 0,8% (-1,1% sul 2017), Spagna e Francia con quote poco sopra allo 0,2%. Il sentiment è positivo nel 39% dei casi e neutro nel 44%, negativo il restante 17%. Twitter si conferma il canale principale, con quasi il 90% delle conversazioni. “Questi dati confermano che tutto il settore ha lavorato bene sul fronte promozione”, commenta Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita, “realizzando azioni

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efficaci nei mercati stranieri più affermati (come gli USA) e in quelli in forte crescita (come Cina e Brasile) nei quali, come sappiamo, è fondamentale recuperare quote sui principali competitor europei. Un plauso a Vinitaly, dunque, – prosegue Rosati – ma anche a tutti gli operatori del settore ai quali, è giusto sottolinearlo, è fornito un importante supporto all’internazionalizzazione da parte delle istituzioni (Agenzia ICE in primis) e che riescono a beneficiare delle grandi opportunità offerte dai programmi comunitari OCM Vino, Reg. EU 1144 e i Piani di Sviluppo Rurale che offrono strumenti e risorse che, se ben gestite, riescono a fare davvero la differenza”.

Fonte: Fondazione Qualivita


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Torna il Campari Academy Truck Dopo il successo dell’edizione 2017 con più di 100 corsi e 5.000 partecipanti, Campari annuncia il ritorno del Campari Academy Truck, che sarà protagonista da maggio ad ottobre 2018 con due novità: 7 tappe inedite e una masterclass “cocktails e food pairing science” organizzata in collaborazione con Alma.

Edutainment, la sintesi perfetta che unisce formazione e intrattenimento, è la parola che descrive meglio l’obiettivo di Campari Academy, il punto di riferimento per i bartender italiani che propone un programma altamente qualificato e variegato sul mondo del bar management e della cultura del bere responsabile. Un messaggio che un barman può, attraverso la propria professionalità, trasmettere ai consumatori. L’ambizioso proposito di Campari è infatti quello di valorizzare la figura del bartender e renderlo un vero trendsetter, che con competenza e preparazione sia in grado di creare dei cocktail con ingredienti insoliti che possano far vivere al consumatore un’experience a 360° grazie anche all’abbinamento con il cibo. È per questo motivo che quest’anno la scuola di bartending itinerante più famosa della penisola

amplia la proposta di corsi con una serie di incontri – “Cocktails & Food Pairing Science” – organizzati in collaborazione con Alma, il più autorevole centro di formazione della cucina italiana a livello internazionale. L’obiettivo è quello di supportare i barman ad analizzare le diverse sensazioni gustative, apprendere i metodi di abbinamento secondo criteri tecnici ed emozionali, e creare una perfetta food pairing a seconda della tipologia di bar. Le masterclass estive con Alma saranno tenute da Andrea Ruisi, chef diplomato con lode dalla scuola internazionale di Alma, che darà lezioni di food pairing tra cocktail e cibo per esaltare il rito dell’aperitivo. Le masterclass 2018 sono state concepite per trasmettere experience, multisensorialità e coinvolgimento, con nuovi temi legati ai diversi stili di miscelazione, tra cui Bitter&Amari Mixology Campari Experience (tenute da Giovanni Liuzzi, vincitore dell’ultima edizione della Campari Barman Competition) “Campari Academy è stata creata per valorizzare la figura del barman, sottolineando l’importanza della formazione ai fini di promuovere uno stile di consumo e di servizio responsabile. La nostra azienda ha l’onere, in qualità di leader nel settore degli spirits, di formare e collaborare con delle figure professionali che possano aiutarci a raggiungere questo obiettivo” ha dichiarato Dario Cuccurullo, Campari Academy & Trade Partnership Manager.

Fonte: Gruppo Campari MAGGIO/GIUGNO 2018

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Bedogni Egidio Bedogni a Cibus con il prosciutto di Parma Extra Stagionato “Riserva Rara” frutto di una ulteriore ed accurata selezione, che consente una stagionatura naturale superiore ai 24 mesi del classico Bedogni Gran Riserva e la vasta gamma benessere dell’azienda emiliana.

In un’ottica di continua espansione in Italia e in Europa, il salumificio Bedogni Egidio ha partecipato a Cibus, dove accanto all’eccellente 24 mesi, già premiato dalla prestigiosa rivista di enogastronomia “Gambero Rosso” come miglior crudo nella sua categoria, l’azienda ha presentato a operatori del settore e buyers provenienti da tutto il mondo l’esclusivo Prosciutto di Parma Riserva Rara, stagionato oltre 30 mesi per offrire un prodotto unico nel segmento alta gamma. Il Prosciutto di Parma Riserva Rara è frutto di una ulteriore ed accurata selezione, che consente una stagionatura naturale superiore ai 24 mesi del classico Bedogni Gran Riserva. Solo pochi esemplari, selezionati dai nostri Mastri Prosciuttai intraprendono questo percorso. Si tratta quindi di prosciutti Extra Stagionati, che hanno superato i 30 mesi di affinatura nelle nostre cantine e che costituiscono appunto la “Riserva Rara” in edizione limitata. Il prosciutto Bedogni Egidio gamma “Riserva Rara” è accompagnato da un esclusivo packaging, studiato appositamente per identificare il prodotto Extra Stagionato, abbinato ad una altrettanto dedicata fascetta che lo contraddistingue dal classico Bedogni Gran Riserva.

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i a Cibus Le specialità classiche vanno dal guanciale, un’autentica golosità da gustare cruda tagliata fine o come ingrediente ideale per le ricette più tradizionali, alla culatta, dalla pancetta supercoppata, nata dall’abbraccio tra coppa di Parma e pancetta, allo speck e fino allo strolghino di culatello. E per chi vuole coniugare benessere e altissima qualità, ecco che Bedogni Egidio propone il petto di tacchino al forno e la bresaola di toro. Il tacchino

al forno è privo di allergeni e ottenuto attraverso una lavorazione artigianale. La novità della gamma Bedogni è particolarmente appetitosa senza rinunciare alle caratteristiche nutrizionali ideali per una alimentazione senza eccessi, consigliata agli sportivi e a chi è attento alla dieta. La bresaola di toro è una vera rarità prodotta con carni fresche di razze pregiate. Un profumo intenso, una morbidezza straordinaria e un gusto unico la rendono squisita anche al naturale. La specialità Bedogni è ottenuta dalla lavorazione di punta d’anca fresca di vitellone di origine esclusivamente Europea, di pezzatura pesante, sottoposta a rifilatura, salagione con aggiunta di altri ingredienti, asciugatura e lunga stagionatura. Prodotta con ingredienti non geneticamente modificati, non contiene glutine ed è quindi idonea all’alimentazione dei celiaci. Gustosi, sani e leggeri, il petto di tacchino al forno e la bresaola di toro Bedogni sono perfetti da gustare con un filo d’olio d’oliva extra vergine o in sfiziosi panini. A Langhirano la ditta Egidio Bedogni è dal 1956 un nome prestigioso, e oggi come allora, qualità, esperienza e tradizione si ritrovano nell'inconfondibile sapore dei suoi prosciutti. Sono passati più di cinquanta anni da quando la ditta Bedogni Egidio ha aperto i battenti, ma ancora oggi si lavora esattamente come allora, con la stessa passione, gli stessi gesti, e la stessa ricerca di qualità che da sempre hanno contraddistinto l’azienda ed il modo di fare le cose. Qui tecnologia e tradizione si fondono con le favorevoli condizioni climatiche uniche di Langhirano per produrre prosciutti di alta qualità. MAGGIO/GIUGNO 2018

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Gourmet Expoforum Il Lingotto Fiere di Torino organizza Gourmet Expoforum, salone biennale a carattere professionale espressamente pensato per i settori Ho.re.ca. e Food & Beverage. Ospiti a

Una terza edizione resa particolarmente prestigiosa, questa di Gourmet Expoforum, dall’accoglienza data alle finali europee del Bocuse d'Or, la più importante competizione internazionale di alta cucina, e della Coppa del Mondo di Pasticceria. In particolare, la sfida culinaria vede venti chef, in rappresentanza di altrettanti paesi, contendersi il titolo continentale, oltre ai dieci pass per la successiva prova mondiale del 17° Bocuse d’Or in programma a Lione nel gennaio 2019 nell’ambito del Sirha. Anche l’appuntamento francese che decreta ogni due anni il campione del mondo dei cuochi si tiene infatti, così come previsto per giugno a Torino, nel contesto di una rassegna espositiva dedicata alla ristorazione: il Sirha è la fiera internazionale organizzata da GL events - titolare dell’intero format e del polo fieristico torinese - considerata un punto di riferimento nel settore con oltre 200 mila presenze nell’ultima edizione, che si affianca a Lingotto Fiere nella progettazione della manifestazione italiana. Gourmet Expoforum si propone come concreta occasione di incontro e confronto tra aziende e operatori, luogo esclusivo in cui conoscere tendenze e innovazioni grazie ai più autorevoli trendsetter del mercato. Il salone è articolato in due sezioni, secondo un collaudato modello che al fianco dell’area espositiva

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prevede, nel corso di tutte e tre le giornate, incontri formativi e di aggiornamento professionale. Lo spazio “expo" offre agli addetti ai lavori la possibilità di una full immersion fra le novità del comparto presentate dalle aziende, attraverso un percorso di visita suddiviso in ambiti merceologici che prevede la presenza sia di tecnologie, macchinari, attrezzature, arredi e servizi, sia di prodotti per la ristorazione, bevande, vino, liquori, caffè, tè e infusi, pasticceria e gelateria. Parallelamente, alcune sale tematiche ospitano il programma “forum” con un fitto calendario di momenti di approfondimento, conferenze, workshop, degustazioni, presentazioni editoriali e contest. Ulteriori incontri sono curati da Metro per trattare aspetti della ristorazione contemporanea e da Slow Food.

Fonte: Ufficio Stampa Lingotto Fiere


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Riviera ligure, olio per la formazione Realizzati i due progetti di sviluppo rurale rivolti a Horeca e Istituti Alberghieri: Consorzio Olio Dop Riviera Ligure rilancia con la promozione nel comparto Horeca e la formazione per i giovani chef. Il ruolo della Dop a supporto delle imprese del territorio e dei consumatori

In un contesto in cui la ristorazione italiana e i consumatori si orientano verso concetti di autenticità, eccellenza, origine e tracciabilità dei prodotti alimentari, il Consorzio di Tutela Olio Dop Riviera Ligure rilancia l’attività di sviluppo con una doppia azione: promozione del prodotto nel settore ristorazione e formazione professionale nelle scuole alberghiere. Due progetti finalizzati a comunicare le caratteristiche distintive e l’identità del prodotto autentico, realizzati con il confinanziamento del Programma di sviluppo rurale della Regione Liguria e con il contributo tecnico della Fondazione Qualivita. Con l’aumento di attenzione degli operatori del settore agroalimentare italiano e internazionale su alcuni elementi centrali della produzione agricola ligure, il Consorzio vuole affermare, grazie alla trasparenza della certificazione, il valore del legame tra prodotto e territorio, vero elemento di origine di espressioni identitarie della regione come l’Olio Dop Riviera Ligure e le cultivar tipiche come la Taggiasca.

Il nuovo progetto di promozione rivolto al settore ristorazione nasce dall'esigenza di favorire un rapporto più proficuo tra le aziende di produzione, gli chef dell'alta ristorazione e la distribuzione gourmet. La campagna “Qualità certificata nell'alta cucina” si è svolta in tre importanti città del nord Italia come Milano, Torino e Parma. Tre piazze con cucine differenti, ma un comune denominatore, l'olio Dop Riviera Ligure, nell'interpretazione di Gaetano Simonato, stella Michelin, uno chef che ha fatto dell'olio extravergine di oliva il cardine del proprio percorso gastronomico. Nei tre incontri previsti sono stati coinvolti oltre 70 operatori Horeca, selezionati dalla Fondazione Qualivita, che hanno potuto conoscere a fondo il prodotto attraverso una degustazione guidata e un’analisi sensoriale realizzata dall’oleologo internazionale Luigi Caricato. L’iniziativa ha dato modo a diverse aziende del Consorzio di potersi presentare con le propria produzione ad un vasto pubblico qualificato presente durante le degustazioni. MAGGIO/GIUGNO 2018

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Cultura e approccio professionale nella didattica dei giovani studenti sono invece gli elementi fondamentali del progetto di formazione portato dal Consorzio negli istituti alberghieri di Piemonte e Liguria. Ottanta laboratori in 18 istituti con circa 3000 studenti coinvolti con l’obiettivo di trasmettere conoscenze e sapori della Dop Riviera Ligure. Un metodo formativo professionale basato su video e slideshow accompagnati da un insegnamento pratico sulla tecnica di assaggio che intende rinnovare la consapevolezza tra chi un domani sarà protagonista del comparto della ristorazione o della preparazione alimentare on demand e di mille altre possibili applicazioni nel settore. “La denominazione di origine Riviera Ligure e l'attività del Consorzio di tutela”, afferma Carlo Siffredi, Presidente del Consorzio di Tutela dell'olio Dop

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Riviera Ligure, “grazie alle ricadute agli olivicoltori del Patto di Filiera, hanno consentito di ottenere risultati importanti per il territorio e il consumatore: da una parte il recupero di oliveti abbandonati grazie alla reddività certa e garantita agli olivicoltori, dall'altra il miglioramento della qualità degli oli immessi in commercio grazie allo sviluppo sempre maggiore della denominazione di origine che significa olio controllato, assaggiato, certificato e garantito”.


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Apre le porte

"Ristorazione 4.0" Si svolge a Roma "Ristorazione 4.0. Strumenti e Strategie per fare del tuo ristorante un business di successo", il corso formativo interamente gratuito riservato a quei ristoratori che vogliono apprendere i sistemi manageriali e di marketing più innovativi per gestire con successo la propria attività.

Il corso è promosso e organizzato dalla FimarFederazione Italiana Manager della Ristorazione, in collaborazione con il magazine enogastronomico "MangiaeBevi" e con le associazioni, partner Aeper e Fiepet Confesercenti Roma. Tanti i temi della giornata affidati a esperti del settore: da come promuovere il proprio ristorante, come strutturare un menu persuasivo, le tecniche di relazione con il cliente, digitalizzazione dell'impresa, gestione economico-finanziaria. Prevista inoltre un'ampia finestra dedicata al mondo del vino. Sul palco, dopo i saluti iniziali di Vincenzo Liccardi, presidente di Fimar e di Claudio Pica, presidente di Aeper e Fiepet-Confesercenti Roma, si susseguiranno i docenti provenienti dal mondo Fimar, l’associazione nata per diffondere e condurre ad elevati standard la professione del “Restaurant Manager”. Interverranno quindi Vincenzo Liccardi, uno dei massimi esperti

in Restaurant & Business Management del nostro Paese; Carlo Dugo, ambasciatore italiano del “Concorso mondiale di Bruxelles”; Massimo Sacco, vice presidente Fimar, Food & Beverage Manager. E poi ancora Samuele Guidi, esperto in comunicazione persuasiva e Leadership, Alessandro Marchetti, specializzato in web social marketing e la financial advisor Simona Zampetti. “Appurato che in questo momento storico la formazione e le competenze interne alle nostre attività sono l'asset più importante”, ha spiegato Vincenzo Liccardi, “l’obiettivo di questo evento gratuito è quello di fornire ai ristoratori presenti strumenti specifici per competere nel mercato e rendere il proprio ristorante un business fruttuoso e redditizio. "RistorAzione 4.0" sarà per i ristoratori una grande occasione di ricevere le risposte e le soluzioni concrete che cercavano da tempo”. “Essere manager delle attività di ristorazione”, ha dichiarato Claudio Pica, “può essere utile per rilanciare la crescita e lo sviluppo del turismo nel proprio territorio e per creare una serie di interventi mirati a favorire produzione e lavoro, specialmente tra i giovani”.

Fonte: Ufficio Stampa Ass. Esercenti Pubblici Esercizi MAGGIO/GIUGNO 2018

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di Torino A Mapic Food & Beverage di Milano gli operatori del settore hanno potuto conoscere e approfondire i contenuti di un nuovo progetto di rigenerazione urbana unico nel settentrionali di Torino.

Un nuovo format polifunzionale localizzato a Torino sulla Spina 3 (zona Nord della città) che ha l’obiettivo di diventare uno spazio di aggregazione popolare, dinamico e di forte impatto sul quartiere, pensato innanzitutto per valorizzare l’eccellenza dei prodotti gastronomici – dalla lavorazione della materia prima al consumo – e nel contempo per fornire una ampia gamma di servizi alle persone. Il progetto si rivolge all’intera comunità torinese con un focus su un bacino di circa 340.000 residenti stimati nei 10 minuti di percorrenza, all’interno di uno dei quartieri più dinamici e in continua riqualificazione del capoluogo piemontese. La nuovissima food hall, che inaugurerà nella primavera 2019, si collocherà in un’area della città che ha subito profondi e radicali cambiamenti tutt’ora in atto nel cuore delle ex Officine Savigliano, edificio/memoria storica della Torino industriale, che un tempo ospitava la produzione e manutenzione di materiale ferroviario e di strutture in carpenteria metallica.

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A seguito di un primo intervento di riqualificazione avvenuto nel 2009 al suo interno hanno trovato collocazione una galleria commerciale al piano terra, oltre a un centro direzionale che ospita varie aziende e varie tipologie di loft disposti su due piani. La struttura, che è stata recentemente acquisita dalla società-veicolo immobiliare Savigliano srl di Agrate Brianza, ospita oggi due importanti “ancore” alimentari, il supermercato “Il Gigante” e il discount “Lidl”, posizionate alle due estremità della galleria di circa 300 metri lineari di lunghezza, e si completerà con l’apertura di circa 40 nuovi spazi commerciali. Il progetto ha come primo obiettivo quello di diventare un luogo di socializzazione e dialogo tra produttori e consumatori, un’agorà della cultura alimentare caratterizzata da un’ampia offerta food & beverage con ristoranti, chioschi di street food, botteghe alimentari, ma anche una piattaforma di servizi e leisure per i residenti del quartiere. I servizi a disposizione degli abitanti e dei lavoratori della zona saranno concentrati in due “cluster” dedicati alla cura della persona ed alla salute.

Ma i visitatori potranno frequentare tutti i giorni le Officine S anche solo per fruire degli spazi pubblici, rilassarsi e giocare nelle zone ludiche e di arredo interne ed esterne alla Galleria ad uso libero di adulti e bambini. L’innovativo modello di fruizione degli spazi è pensato per far vivere questo luogo ai visitatori liberamente durante tutto l’arco della giornata dal mattino alla sera grazie anche ad una ricca programmazione di eventi ed animazione. Le Officine S si collocano peraltro a due passi da uno dei più importanti polmoni verdi della città, il Parco Dora, in un’area oggi strategica anche dal punto di vista della viabilità cittadina torinese. L’apertura del nuovo ponte sul fiume Dora, l’interramento della ferrovia, il rifacimento di Piazza Baldissera e la recente seppur parziale apertura del nuovo Corso Venezia, hanno dato una nuova centralità ad un’area ex industriale ed oggi a forte connotazione residenziale e di servizi. La centralità della location anche sotto il profilo del sistema di trasporto pubblico verrà ulteriormente enfatizzata dalla prossima apertura della nuova stazione sotterranea Dora che, una volta inserita nel Sistema Ferroviario Metropolitano, costituirà una vera e propria linea metropolitana urbana in grado di attraversare da nord a sud la città in soli 15 minuti, in collegamento con i principali snodi della rete di trasporto pubblico e di interscambio con il sistema ferroviario extraurbano e l’aeroporto di Caselle. Importante anche la ricaduta in termini di occupazione: il progetto darà lavoro a regime a circa 370 addetti diretti (di cui circa 250 nuovi posti di lavoro), con un impatto anche economico importante sul sistema locale e sull’indotto. Il progetto Officine S, a partire dal concept fino al progetto di restyling della struttura ed al naming e branding del prodotto finale è stato affidato alla Laurenzi Consulting di Roma, società di consulenza con vasta esperienza nazionale e internazionale nel settore Food & Beverage, mentre lo sviluppo “chiavi in mano” del progetto è affidato al Gruppo Policentro, attivo da oltre 40 anni in Italia ed all’estero sul mercato della promozione e dello sviluppo di Centri Commerciali e Centri Polifunzionali.

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LPI arriva Leader Price Italia apre i primi punti di vendita nel nostro Paese, con un nuovo concetto e una nuova esperienza di spesa all’insegna del “piacere della semplicità”. L’apertura dei primi punti vendita ha permesso l’occupazione di oltre 100

Leader Price Italia, la nuova realtà del retail attiva nel segmento dei negozi-convenienza, inaugura a Como il primo punto vendita in Italia aprendo per la prima volta al pubblico a fine maggio. La settimana successiva saranno operativi gli store di Voghera (Pv) e di Borgo Satollo (Bs). L’arrivo dell’insegna, nata dall’accordo tra Geimex/Gruppo Casino e Crai, ha permesso l’assunzione di nuovi collaboratori, portando Leader Price Italia, ad oggi, a un totale di oltre cento dipendenti tra sede centrale e punti vendita diretti. I collaboratori di Como, Voghera e Borgo Satollo opereranno all’interno di un concept store moderno che ha come focus convenienza e semplicità. Giangiacomo Ibba, Presidente di Leader Price Italia, ha dichiarato “I nostri punti vendita romperanno gli schemi del discount di tipo tradizionale. I nostri store sono, infatti, a tutti gli effetti dei “negozi convenienza” semplici, ordinati e moderni che rispondono alle diverse esigenze dei consumatori di oggi. Il mercato italiano, sebbene maturo e già presidiato da alcuni importanti player, in particolare nel segmento discount, è stato studiato in modo approfondito e, a nostro avviso, presenta un alto potenziale per il nostro modello di business che ha già riscosso ampio

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successo in Francia. L’Italia è un Paese caratterizzato da una plurisecolare tradizione enogastronomica e da una forte attenzione alla qualità dei cibi, soprattutto del fresco. I consumatori si aspettano un’offerta che sia adeguata a questo imprinting culturale e che sia caratterizzata dal prezzo più conveniente possibile:

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in Italia proprio ciò che troveranno nei punti vendita Leader Price Italia, con molte referenze di prodotti italiani, anche provenienti dall’area geografica in cui sono dislocati i punti vendita. Il tutto completato dal piacere di una nuova esperienza di spesa, rispettosa della nostra cultura a tavola e dei nostri costumi combinata a un eccellente rapporto qualità-prezzo”. Un assortimento di qualità alla massima convenienza e un approccio basato sull’attenzione all’offerta del fresco L’ingresso di Lpi in Italia avviene nel segno di una grande attenzione alla varietà e alla cultura enogastronomica del nostro Paese: Lpi si distingue per una forte presenza di prodotti di qualità italiani e francesi a marchio Leader Price, un significativo inserimento di importanti e selezionate marche nazionali, un presidio attento ai prodotti freschi e freschissimi e ai nuovi trend salutistici a prezzi convenienti, oltre ad una presentazione dell’offerta chiara e di facile fruibilità. In particolare, l’assortimento alimentare del fresco e del freschissimo, appositamente pensato per la clientela italiana, è composto per l’80% da prodotti che nascono dalla collaborazione con fornitori italiani che sono per lo più produttori locali e di prossimità. L’offerta commerciale di Lpi punta sulla qualità, sulla convenienza e sulla freschezza dei propri prodotti con oltre 200 referenze tra frutta e verdura e oltre 400 per il reparto frigo. Inoltre, poiché il nostro Paese rappresenta una sfida per il retail con le molteplici differenze di gusti e di abitudini che ci caratterizzano

e che sono legate a una territorialità complessa, Lpi va incontro a questa domanda facendo leva su una supply chain locale per il fresco e il freschissimo, mentre l’offerta di prodotti a marchio proprio – l’80% delle referenze a scaffale - è selezionata con rigidi criteri di controllo della qualità e della filiera produttiva. L’obiettivo di Lpi è essere presente in maniera diffusa sull’intero territorio nazionale con punti vendita di varie dimensioni, sia in aree urbane sia in aree rurali, sostanzialmente con tre formati: di 300 mq, di 600 mq e oltre 800 mq. L’azienda intende in questo modo favorire l’insediamento progressivo nel mercato italiano adattando il formato di vendita al bacino relativo. L’insegna punta ad avere sia negozi in gestione diretta che in affiliazione ed è interessata a sostenere accordi di master franchising con imprenditori del territorio mettendo a disposizione studi commerciali e di marketing, assistenza rete, sistemi gestionali e di controllo di gestione. Lpi intende raggiungere la prima massa critica di presenza di punti vendita in Lombardia e Piemonte con l’apertura di oltre 20 nuovi store entro il 2018, per estendersi poi in tutta la Penisola con l’obiettivo di essere tra i primi 3 player del segmento discount domestico.

Fonte: Lpi Italia

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/ INDICE

AZIENDE

Beer Attraction www.beerattraction.it IIIa di Cop.

Levante Prof www.dmpsrl.eu IVa di Cop.

Sigep www.sigep.it Pag. 19

Falegnameria Dori www.lineadori.com IIa di Cop.

Pavesi Forni Professionali www.pavesiforni.it Ia Romana

Wolf Butterback www.butterback.de/it Pag. 41

Gift Fair www.giftfair.eu Pag. 24

PuntoIT www.portalegelato.it Pag. 4 e 6

Fare pane - alchimia di un’arte di Fabrizio Nistri D.M. Pubbliespo Editore Euro 45,00

PER ORDINARE: manda una e-mail a info@dmpsrl.eu oppure via fax 066634333

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La straordinarietà del pane italiano di Paolo Fulgente D.M. Pubbliespo Editore Euro 30,00


16 - 19 febbraio

2019


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