Panoram Italia Spring 2023

Page 1

THE ITALIAN-CANADIAN MAGAZINE SPRING 2023 | NO. 145

Bergamo e Brescia: Cultura al quadrato Italian-Canadians & Catholicism Babies of the Year




TABLE OF CONTENTS

SPRING 2023 | NO.145

62

EDITORIAL

8

Our Faith La nostra fede

12

Basta...Spare Me. Spare us!

18

Readers Comments

20

Have Italian-Canadians Lost Faith? Gli italo-canadesi hanno perso la fede?

24

Beyond the Self Al di là dell’io

26

Groundbreaking History, Uncertain Future Una storia da pioniera e un futuro incerto

30

Babies of the Year 2022 I neonati dell’anno 2022

36

The “Cool” Temptation of Organized Crime Il “fascino” del cimine organizzato

40

Posthumous Commemoration for Salvatore Gallaro Commemorazione postuma in onore di Salvatore Gallaro

44

Italians in Victoria, British Columbia Italiani a Victoria, Columbia Britannica

4



TABLE OF CONTENTS

48

False Negative, Twice as Strong Falso negativo, due volte più forte

54

PUBLISHER Tony Zara

LIVING ITALIAN STYLE

62

TRAVEL

Double the Culture Bergamo & Brescia finally get their moment in the spotlight Cultura al quadrato Finalmente i riflettori puntano su Bergamo e Brescia

72

EXECUTIVE EDITOR Adam Zara

72

ASSOCIATE EDITOR Pal Di Iulio MANAGING EDITOR Gabriel Riel-Salvatore BUSINESS DEVELOPMENT & COMMUNITY AFFAIRS Carole Gagliardi

76

ITALIAN EDITOR Vittoria Zorfini

Stir-fried Zucchini and Potatoes with Tomato Sauce Zucchine e patate in padella con salsa di pomodoro

TRAVEL EDITOR Silvana Longo

RECIPES

Where to Sip Outstanding Sparklers Dove sorseggiare vini frizzanti eccezionali

76

EVENTS EDITOR Romina Monaco

LIVING ITALIAN STYLE PRODUCER Kayla-Marie Turriciano

80

ADVERTISING ACCOUNT EXECUTIVE Anthony Zara

Muffuletta Sandwich Panino Muffuletta

COPY EDITOR Valentina Basilicata

84

ITALIAN TRANSLATOR

Niko Ceci A Star in the Making Una stella nascente

Claudia Buscemi Prestigiacomo PROOFREADING

Stefania Fenocchio • Marie-Hélène Papillon

86

ART DIRECTION & GRAPHIC DESIGN

New Biography Explores Montreal Opera Family Una nuova biografia esplora la storia di una famiglia montrealese di cantanti lirici

Dave Ferreira

PHOTOGRAPHY & ILLUSTRATION

Mia Carnevale • Alessia Pizzanelli Bruna Rico WRITERS

88

Hungry Like the Wolf Affamati come lupi

92

Gianna Patriarca • Sylvia Suriano-Diodati Joey Franco • Sal Di Falco Maureen Littlejohn • Julia Pennella Anna Foschi Ciampoli • Dante Di Iulio

Printed by

EVENTS

96

TRADUCTIONS/ TRADUZIONI 9300 Henri-Bourassa West, suite 100, Montreal, Québec H4S 1L5 Tel.: 514 337-7870 | Fax: 514 337-6180 e-mail at: info@panoramitalia.com

Legal deposit - Bibliothèque nationale du Québec / National Library of Canada - ISSN: 1916-6389

6

We acknowledge the support of the Government of Canada

Riconosciamo il sostegno del governo italiano



Our Faith

La nostra fede Adam Zara Executive Editor adamzara@panoramitalia.com

As

Easter 2023 inches closer and agnello orders come pouring in at local butcher shops, this issue examines Italian-Canadians’ relationship with their faith. (Editor’s note: I’m aware that writing about one’s personal faith in media, especially Catholicism, can be somewhat controversial in 2023. Thankfully, this is an independent publication, and we have the liberty to do so without apology.) I’ve never lost touch with my Catholic faith. The morals and values that were transmitted to me throughout my upbringing, receiving the sacraments, going to Church sporadically and visiting religious shrines in Italy, have fundamentally influenced my daily interactions, thought pattern and ability to ask for forgiveness and grant it in return. Of course, I am human, and my faith is relegated to the back burner at times. As Dave Gahan of the English band Depeche Mode so eloquently put it, I too occasionally “give in to sin.” My fellow millennials, Gen Z or other, often do not share my perspective. It has been greatly challenging for Boomers to transmit their Christian/Catholic heritage to the next of kin—a heritage they themselves did not have much of a choice to accept and participate in until adulthood. There are many reasons for the decline of the Catholic Church in Canada and the Western developed world. The scandals of the last decades understandably turned many off from returning to their local parishes, also making it difficult for them to separate the teachings of their faith from the institution that governs it. As for myself and most of those who still identify as Catholic, the morals and values that are taught in the Holy Bible, with its treasure trove of texts passed down over thousands of years, including the story of Jesus Christ and his teachings in the New Testament, did not automatically get discredited because of institutional scandals. There is also the swath of distractions we are exposed to in our 21st century lives to thank for dwindling Church attendance, ranging from social media to streaming services to (I’ll go there) unlimited pornography, all at the end of our fingertips. Compounded by misinformation promoted on those same platforms, other institu-

D

ato l’avvicinarsi della Pasqua del 2023 e considerati gli agnelli ordinati presso le macellerie locali, in questa uscita viene esaminato il rapporto degli italo-canadesi con la fede. (Nota del redattore: Sono consapevole del fatto che scrivere della propria fede, soprattutto di cattolicesimo, in una pubblicazione del 2023, può in un certo senso risultare controverso. Per fortuna, la nostra è una pubblicazione indipendente e abbiamo dunque la libertà di farlo senza doverci scusare.) Non mi sono mai allontanato dalla mia fede cattolica. La morale e i valori trasmessimi crescendo, i sacramenti, l’andare sporadicamente in Chiesa e visitare vari santuari in Italia, hanno influenzato profondamente le mie interazioni quotidiane, il mio modo di pensare, la mia capacità di chiedere perdono e di concederlo a sua volta. Senza dubbio, essendo un essere umano, la mia fede è a volte relegata in secondo piano. Come ha ben detto Dave Gahan della band inglese dei Depeche Mode, anch’io a volte “cedo al peccato”. Spesso, i miei amici millenials, Gen Z o altro non condividono il mio punto di vista. È stato molto difficile per i Boomer trasmettere la propria cultura cristiano-cattolica in famiglia, un lascito culturale che essi non hanno avuto molta scelta da accettare e a cui partecipare fino all’età adulta. Sono molte le cause del declino della Chiesa cattolica in Canada e nei paesi sviluppati occidentali. Gli scandali degli ultimi decenni hanno comprensibilmente allontanato molti dalle parrocchie, rendendogli per altro difficile discernere tra i precetti della fede e l’istituzione che la governa. Per quanto riguarda me e molti di coloro che continuano a identificarsi come cattolici, la morale e i valori trasmessi dalla Sacra Bibbia, con il suo tesoro di testi tramandati nel corso di migliaia di anni, tra cui la storia di Gesù Cristo e i suoi precetti nel Nuovo Testamento, non hanno perso credito a causa degli scandali istituzionali. Il calo delle presenze in chiese si deve anche alla pletora di distrazioni a cui siamo esposti nel XXI secolo – spaziando dai social media ai servizi di pornografia illimitata in streaming, tutti

8



tions like television networks and universities continua portata di mano. Con l’aggravante dalla disinously challenge universal truths still safeguarded by the formazione promossa in quelle stesse piattaforme, Holy See—what humankind considered right or wrong da altre istituzioni come le reti televisive e le univer(objectively) for millennia until the last few decades—all sità a sfidare continuamente le verità universali salin the name of “progress” and “freedom”. vaguardate dalla Santa Sede – ciò che l’umanità ha We often hear laments over the exuberant riches of the considerato giusto o sbagliato (oggettivamente) per Vatican and its “billions of dollars of art accumulated over millenni fino agli ultimi decenni – il tutto in nome centuries.” If the Church is so holy and benevolent, why del “progresso” e della “libertà”. wouldn’t it be more proactive in selling it all off and putCi si lamenta spesso della ricchezza eccessiva ting those funds towards ending world hunger? del Vaticano e dei suoi “inestimabili tesori artistici By this same logic, the governments of the world’s wealthaccumulati nel corso dei secoli”. Se la Chiesa è così iest countries should liquidate the sacra e benevola, perché millions of artifacts housed in evnon decide di vendere tutto ery national museum, as well as e usare i ricavati per porre I recognize it is extremely rare to hear heritage buildings in swanky neighfine alla fame nel mondo? or read this type of point of view outside bourhoods in order to redistribute Per non parlare del fatto, of a Catholic priest’s Sunday homily or the wealth among the needy. This non tanto risaputo né pubnonna’s tongue lashing after a late night is all under the flawed assumption blicizzato, che la Chiesa that much of this art or real estate cattolica e i suoi organismi out drinking. But if we lose this heritage, would find buyers. And how do caritatevoli rappresentano if we do not pass it down, what exactly you attach a price tag to something già il maggior fornitore nonare we left with? What set of principles deemed priceless? governativo di servizi pedawill guide us? Not to mention the not-sogogici e sanitari nel mondo. widely known and promoted fact Non si deve essere in that the Catholic Church, and its grado di citare i versi Mi rendo conto di quanto sia rarissimo thousands of adjacent charities, is della Bibbia a memoria per ascoltare o leg- gere questo punto di already the largest non-governriconoscere l’importanza vista al di fuori dell’omelia domeni- cale mental provider of education and di questi precetti e la loro di un prete cattolico o delle sferzate medical services in the world. influenza sulla nostra vita. One mustn’t be able to cite verses Bisogna semplicemente della Nonna dopo essere rincasati da una from the Bible verbatim to recogrendersi conto e ricordare serata a bere. Ma se per- diamo questo nize the importance of its teachings a noi stessi che non siamo patrimonio, se non lo tramandiamo, che and its influence on our way of life. nati con una morale e dei We must simply realize or keep revalori a guidarci. Non sono cosa ne rimarrà? Quali saranno i nostri minding ourselves that we are not innati. Ci vengono insegnati principi guida? born with morals and values that e tramandati di generazione govern us. They are not instinctual. in generazione e, nel caso They are taught and passed down from generation to generadi molti italiani in patria e all’estero, per lo più dalla tion, and in the case of most Italians on the motherland and fede cristiano-cattolica. abroad, largely due to our Christian/Catholic faith. Mi rendo conto di quanto sia rarissimo ascoltare o I recognize it is extremely rare to hear or read this type leggere questo punto di vista al di fuori dell’omelia of point of view outside of a Catholic priest’s Sunday domenicale di un prete cattolico o delle sferzate homily or nonna’s tongue lashing after a late night out della Nonna dopo essere rincasati da una serata a drinking. But if we lose this heritage, if we do not pass it bere. Ma se perdiamo questo patrimonio, se non lo down, what exactly are we left with? What set of printramandiamo, che cosa ne rimarrà? Quali saranno i ciples will guide us? nostri principi guida? Is it enough to simply be good? Or are we called to be Basta semplicemente essere buoni? O siamo chiaand do more? mati ad essere e a fare di più? The Church still has much to improve in the way of La Chiesa ha ancora molto da migliorare in termini atonement, communications and modernization. It will be di redenzione, comunicazione e modernizzazione. a continual process and one that will remain polarizing. Sarà un processo continuo e rilevante. I’ll let you all peacefully debate this over your Easter A voi dibattere pacificamente durante il pranzo di Sunday feast. Just please try not to upset nonna too much Pasqua. Per favore, cercate solo di non far arrabbiin the process. are troppo Nonna. Buona Pasqua

Buona Pasqua

10



Pal Di Iulio Associate Editor pal@panoramitalia.com

Basta...Spare Me. Spare Us! It

felt like the whole world was talking about the release of Spare, the book by Prince Harry, during the Christmas break. The release was preceded by two years of media-hyped interviews and films on the love, life and struggles of Harry and wife Meghan Markle. After watching and reading endless talking-head opinions, I was able to come to terms with my own life struggles. Let me start from the beginning. I was the first-born male child of Maria and Giuseppe and remained so for 12 years of my life. I was not baptized Jesus but I was certainly the “chosen one”. In between my birth and the arrival of my only sister, my family had already immigrated to Canada where, in 1957, I saw Queen Elizabeth and was convinced that she waived at me on Toronto’s Bloor St. Being the same age as her successor, son Charles, I thought that I too was a prince and could one day expect to become the heir. After all, were we not living in Canada where social mobility was possible, encouraged and expected? My poor beloved younger and only sister was destined to become the perpetual “spare” according to certain Italian historical practised cultural and social family traditions. As real life would have it, Charles, in 2023 will be crowned HRH King Charles III and I will still be an immigrant pastoral prince from Molise happy to live in Canada. On the other hand, my poor “spare” lawyer sister lives in her castle in the Duchy of North York with her prince of Hoggs Hollow. What happened to that waved aspirational messaged promise of the Queen? I guess in this land of work and opportunity, being born first was not enough for me to become king of the castle and master of my domain. Let’s get back to Spare. In my Panoram Italia opinion piece of Spring 2020, I welcomed Harry and Meghan to Canada. I wished them love, health, happiness and good luck on finding a productive job since he had turned his back on wanting to be just a perpetual performance prince of the British monarchy. After three months in British Columbia, the couple moved to California. “Good for them,” I thought. “Maybe they could find more or better employment opportunities there.” Soon, the prince turned himself into a broadcaster, entertainment tycoon and author. After all, there is no business like show business for the rich and famous. I genuinely sympa-

D

urante le vacanze di Natale sembrava che tutto il mondo parlasse dell’uscita di Spare, il libro del principe Harry. L’uscita è stata preceduta da due anni di interviste e filmati mediatici sull’amore, la vita e le difficoltà di Harry e della moglie Meghan Markle. Dopo aver visto e letto un’infinità di pareri da parte dei giornalisti, sono riuscito a fare i conti con le mie difficoltà di vita. Lasciatemi partire dall’inizio. Ero il primogenito maschio di Maria e Giuseppe e sono rimasto tale per 12 anni della mia vita. Non sono stato battezzato ‘Gesù’, ma ero certamente il “prescelto”. Tra la mia nascita e l’arrivo della mia unica sorella, la mia famiglia era già emigrata in Canada dove, nel 1957, vidi la Regina Elisabetta e fui convinto che mi salutasse sulla Bloor St. di Toronto. Avendo la stessa età del suo successore, il figlio Carlo, pensavo di essere anch’io un principe e di poter sperare un giorno di diventare l’erede. Dopotutto non vivevamo in Canada dove la mobilità sociale era possibile, incoraggiata e attesa? La mia povera e amata sorella minore era destinata a diventare la perpetua “riserva”, secondo certe tradizioni familiari culturali e sociali italiane storicamente praticate. Come la vita reale vuole, Carlo, nel 2023, sarà incoronato S.A.R. Re Carlo III e io sarò ancora un principe pastorale immigrato dal Molise felice di vivere in Canada. D’altra parte, la mia povera sorella avvocata “di riserva” vive nel suo castello nel Ducato di North York con il suo principe di Hoggs Hollow. Che fine ha fatto quella sventolata promessa aspirazionale della Regina? Immagino che in questa terra di lavoro e opportunità, essere nato per primo non sia stato sufficiente per diventare re del castello e padrone del mio dominio. Torniamo a Spare. Nel mio pezzo d’opinione su Panoram Italia della primavera 2020, ho dato il benvenuto in Canada a Harry e Meghan. Auguravo loro amore, salute, felicità e buona fortuna per trovare un lavoro produttivo, visto che lui aveva voltato le spalle al desiderio di essere solo un principe a prestazione a vita della monarchia britannica. Dopo tre mesi nella Columbia Britannica, la coppia si è trasferita in California. “Buon per loro” pensai. “Forse lì potrebbero trovare maggiori o migliori opportunità di lavoro”.

12



thized with Harry and his struggles against the curse of his accident of birth. The “never explain, never apologize” attitude of the monarchy was gone. He wanted to be a caring millennial without the usual stiff upper lip. I wished the couple well. Then came Spare. Were the interviews not enough to make him a millionaire on account of his accident of birth? Did the Netflix series not tell the story? Did we have to read about his “frost-nipped” private parts or how and where he lost his virginity and with whom and other tidbits? Did he have to make the Queen Consort, his stepmother and his brother, another king in waiting, villains? I was almost willing to start a “Free Harry” website to help him escape the castle haunts and British tabloids prison. But if he was trying to get away from the paparazzi to protect his wife and children, had he not just accomplished the opposite? Will he now not continue to be famous just for being famous? He is now certainly more employable. He can be a brand ambassador and sell mattresses and insurance or even weight loss and hair transplant drugs. Hollywood turned this “premier nepotism baby” into a multi-million-dollar tycoon just for telling his royal truth and revealing his dirty laundry. Yet, while walking out on the British monarchy, he still published Spare under the “nom de plume” Prince Harry. Come on Harry, we like you but “spare” us the victimhood. As my late father would probably say, “Harri, va a zappa.” Respectfully, Harry, Basta. Spare us. Keep calm and get on with it. Pace e bene.

Ben presto, il principe si è trasformato in ‘emittente’, magnate dell’intrattenimento e autore. Dopotutto, per i ricchi e i famosi non c’è business come lo spettacolo. Ho simpatizzato sinceramente con Harry e le sue lotte contro la maledizione della sua nascita accidentale. L’atteggiamento “mai spiegare, mai scusarsi” della monarchia era scomparso. Voleva essere un millennial premuroso senza il solito atteggiamento rigido. Ho fatto gli auguri alla coppia. Poi è arrivato Spare. Le interviste non sono bastate a renderlo milionario a causa del suo incidente di nascita? La serie Netflix non ha raccontato la storia? Dovevamo forse leggere delle sue parti intime “congelate” o di come e dove ha perso la verginità e con chi e altre curiosità? Doveva per forza rendere cattivi la Regina Consorte, la sua matrigna e suo fratello, un altro re in attesa? Ero quasi disposto a creare un sito web “Free Harry” per aiutarlo a sfuggire alla prigione del castello e dei tabloid britannici. Ma se stava cercando di allontanarsi dai paparazzi per proteggere sua moglie e i suoi figli, non aveva forse ottenuto il risultato opposto? Non continuerà a essere famoso solo per il fatto di essere famoso? Ora è sicuramente più occupabile. Può essere ambasciatore di un marchio e vendere materassi e assicurazioni o persino farmaci per la perdita di peso e il trapianto di capelli. Hollywood ha trasformato questo “bambino del primo nepotismo” in un magnate multimilionario solo per aver detto la sua verità reale e aver rivelato i suoi panni sporchi. Eppure, nonostante abbia abbandonato la monarchia britannica, ha comunque pubblicato Spare firmandosi con il “nom de plume” di Principe Harry. Suvvia Harry, ci piaci ma “risparmiaci” il vittimismo. Come probabilmente direbbe il mio defunto padre: Harri, va a zappa’. Con rispetto, Harry, basta. Risparmiaci. Mantieni la calma e vai avanti. Pace e bene.

14


Purchased with Gabriele 12127 Av. Élie Beauregard Montreal, QC

Gabriele è un professionista. Una persona generosa, paziente e onesta. All’inizio ti spiega in dettaglio come procedere alla ricerca di una casa e risponde a tutte les tue domande. Siamo rimasti veramente soddisffatti del lavoro e l’impegno che ci a messo per trovare la casa che fa per noi. Saverio e Elisabetta Allevato

Purchased with Gabriele 570 Rue Montrose Laval, QC

My fiancé and I were so fortunate to work with Gabriele as he helped us find our first dream home! His endless support and dedication facilitated the process. Within less than a month of working with Gabriele, we found and purchased our first home! As first-time home buyers, he helped ease our stress and any of our concerns. Pina & Steven

Gabriele Di Iorio Char Chartered Residential and Commercial Real Estate Broker AEO Comme RE/MAX ACTION / Agence Immobilière RE/M 1225 avenue Greene, Westmount, Qc. H3Z-2A4 H3

Bur. 514.933.6781 Cell. 514.267.8596 gdi@remax-quebec.com www.remax-quebec.com global.remax.com


Scan for flyover video

Open to the public every day - Call 450-562-2688 or book online at www.golfgriffon.com


Specialized packages available with exclusive access for events & fundraisers. info@golfgriffon.com


Readers Comments

A Disquisition on the Song of the Italians Una disquisizione sulla canzone degli italiani

A

century ago it was called The Anthem of Mameli. Words by Goffredo Mameli and music by Michele Novarro (1847). The Canzone degli Italiani was composed during the campaign aimed at liberating the kingdom of the two Sicilies, Naples and Palermo, from the Bourbons of Spain who reigned there at the time. Giuseppe Garibaldi’s intention, with a positive outcome, was to unite Italy and deliver it to the House of Savoy. Consequently, Canzone degli Italiani, inserted in those times is very plausible. But times have slightly changed, which is why nowadays I find the Inno di Mameli out of place and outdated. Let’s explore.

Al

BROTHERS OF ITALY: It seems strange to me to call Italians brothers when half of the Italian population hates the other half.

FRATELLI D’ITALIA: Mi sembra strano chiamare gli Italiani fratelli quando la metà della popolazione italiana odia l’altra metà.

ITALY IS AWAKENING: I really don’t think it is. I would propose that apathy reigns supreme.

L’ITALIA S’È DESTA: Proprio non direi. Direi anzi che l’apatia regna sovrana.

THE HELMET OF SCIPIO HAS BOUND HER HEAD: Here we refer to Publius Cornelius Scipio, also called Scipio Africanus, who defeated the Carthaginians (202 BC). We are a bit outdated.

DELL’ELMO DI SCIPIO S’È CINTA LA TESTA: Qui si fa riferimento a Publio Cornelius Scipio chiamato anche Scipione l’Africano che sconfisse i Cartaginesi 202 BC. Siamo un po’ fuori dai tempi.

WHERE IS VICTORY? VICTORY WILL BOW HER HEAD: This is an invocation to the Roman goddess Victoria to crown the liberator of Italy in Rome. Unfortunately, the Roman goddess Victoria has retired and as a result we no longer talk about crowns.

DOV’È LA VITTORIA LE PORGA LA CHIOMA: Questa è un’invocazione alla dea romana Vittoria affinché incoroni il liberatore dell’Italia a Roma. Purtroppo la dea romana Vittoria è andata in pensione di conseguenza di corone non se ne parla più.

SINCE A SLAVE OF ROME, GOD MADE HER: Nevermind; God created absolutely nothing. He was busy with quite other matters.

CHÉ SCHIAVA DI ROMA IDDIO LA CREÒ: Lasciamo perdere che Iddio creò proprio niente. Era in tutt’altre faccende affaccendato.

LET US UNITE IN A COHORT, WE ARE READY FOR DEATH: The cohorts, which were part of the Roman army, consisted of 600 soldiers, the 10th part of a legion, and they were ready to die. As far as I know, in the last 50 years, there has only been one Italian who was ready to die. On April 14, 2004, the entrepreneur Fabrizio Quattrocchi, kidnapped in Iraq, said before being killed: “I’ll show you how an Italian dies.” I challenge you to find one who is ready to die nowadays. Among other things, Mameli’s hymn is the only hymn to the world that invokes death twice.

secolo chiamata L’Inno di Mameli. Parole di Goffredo Mameli e musica di Michele Novarro (1847). Bisogna considerare che la Canzone degli Italiani venne composta durante la campagna atta a liberare il Regno delle due Sicilie, Napoli e Palermo, dai Borboni di Spagna che all’epoca vi regnavano. L’intento, di Giuseppe Garibaldi, con esito positivo, era quello di unire l’Italia è consegnarla alla casa Savoia. Di conseguenza, la canzone degli Italiani, inserita in quei tempi è plausibilissima. Però i tempi sono leggermente cambiati, ecco perché al giorno d’oggi L’Inno di Mameli lo trovò fuori luogo e fuori dai tempi. Vediamo un po’.

STRINGIAMCI A COORTE SIAM PRONTI ALLA MORTE: Le coorti, che facevano parte dell’esercito romano, erano composte da 600 soldati. La decima parte di una legione ed erano pronti alla morte. Che io sappia, negli ultimi 50 anni c’è stato solo un Italiano che è stato pronto a morire. Il 14 Aprile del 2004, l’imprenditore Fabrizio Quattrocchi, rapito in Iraq, prima di essere ucciso disse: “Vi faccio vedere come muore un Italiano”. Sfido a trovarne uno che ai giorni nostri sia pronto a morire. Tra le altre cose, l’inno di Mameli è l’unico al modo che invoca la morte ben due volte.

I really think the time has come to archive the Canzone Degli Italiani because it no longer makes sense to exist. I would propose an air known and respected throughout the world, written and composed by legendary Giuseppe Verdi. I am referring to Nabucco. Naturally, the text should be changed and the music shortened, but it would be very representative of an Italy renowned for its culture and its artists.

Penso proprio che sia giunto il momento di archiviare la Canzone degli Italiani perché oramai non ha più senso di esistere. Io proporrei un’aria conosciuta e rispettata in tutto il mondo. Scritta è composta da un grande. Giuseppe Verdi e mi riferisco al Nabucco. Naturalmente il testo dovrebbe essere cambiato e la musica accorciata ma sarebbe molto rappresentativa di un’Italia famosa nel mondo per la sua cultura e i suoi artisti.

This is my opinion. Andrea Richelmi

Questa è la mia opinione. Andrea Richelmi

18


Pietro Di Pasquale

Damage insurance broker peter@assurancetc.com

Clementina (Tina) Ciambrone President tina@assurancetc.com

Monica Elvira Di Pasquale Damage insurance broker monica@assurancetc.com

Leaders In Quebec in Damage Insurance. Our team always strives for excellence, delivering professional services and solutions that are highly flexible and precisely tailored to your insurance needs. Regardless of your company’s needs or your personal needs, we are committed to finding the best insurance solutions for you. Assurance auto Auto insurance

Assurance des entreprises Business insurance

514 381-7411

Assurance habitation Home insurance

Cautionnements Bonds

4886 Jarry E. Saint Leonard Quebec H1R1X9


Illustration by Mia Carnevale

Have Italian-Canadians Lost Faith? B Y - D I S A L D I FA L C O

Gli italo-canadesi hanno perso la fede?

D

espite the accelerating secularization, catastrophism and digitized uncertainty of the current age, Roman Catholicism remains a common if not always unifying facet of Italian culture, both at home and abroad. Notwithstanding the self-inflicted setbacks and buffeting the Church has sustained during the past few decades, it maintains a religious monopoly in Italy and continues its cultural dominance in the life events of most Italians. Given diminishing church attendance and intensifying superficiality and moral laxity, one wonders if the current incarnation of Italian Roman Catholicism is more of an identity feature, a cultural ornament, rather than something genuinely rooted in faith. Of course, it’s difficult and somewhat foolhardy to generalize about a people’s faith, and perhaps in the end it doesn’t matter for Italians in Italy: the great churches will endure, the ceremonies will persist, even if reduced to a species of pseudopious kabuki. The Vatican will always be there, in the heart of Italy. But how does this apply to immigrant Italians, and in particular their children and grandchildren, removed from the embrace and reassuring continuity of a monolithic culture and language? The story of Italians in Canada, for instance, has been intimately tied to their relationship with the Roman Catholic Church, and their relationship with it has shaped their identity, even in a new country. Archbishop Frank Leo recently succeeded Cardinal Thomas Collins to head the Archdiocese of Toronto and previously served as an auxiliary of the Archdiocese of Montreal. He notes that in the late 19th century, and during subsequent waves of immigration in the early

N

onostante l’accelerazione della secolarizzazione, del catastrofismo e dell’incertezza digitalizzata dell’epoca attuale, il cattolicesimo romano rimane un aspetto comune, se non sempre unificante, della cultura italiana, sia in patria che all’estero. Nonostante i contraccolpi e i colpi autoinflitti che la Chiesa ha subito negli ultimi decenni, essa mantiene il monopolio religioso in Italia e continua a dominare le vicende culturali della maggior parte degli italiani. Data la diminuzione delle presenze in chiesa e l’intensificarsi della superficialità e del lassismo morale, ci si chiede se l’attuale incarnazione del cattolicesimo romano italiano sia più un elemento identitario, un ornamento culturale, piuttosto che qualcosa di veramente radicato nella fede. Certo, è difficile e forse avventato generalizzare sulla fede di un popolo, e forse alla fine non importa per gli italiani in Italia: le grandi chiese resisteranno, le cerimonie persisteranno, anche se ridotte a una specie di kabuki pseudo-pietistico. Il Vaticano sarà sempre lì, nel cuore dell’Italia. Ma come si applica tutto questo agli italiani immigrati, e in particolare ai loro figli e nipoti, sottratti all’abbraccio e alla continuità rassicurante di una cultura e di una lingua monolitiche? La storia degli italiani in Canada, ad esempio, è stata intimamente legata al loro rapporto con la Chiesa cattolica romana, e il loro rapporto con essa ha plasmato la loro identità, anche in un nuovo Paese. L’arcivescovo Frank Leo è recentemente succeduto al cardinale Thomas Collins alla guida dell’arcidiocesi di Toronto e in precedenza è stato ausiliare dell’arcidiocesi di Montreal. Egli osserva che alla fine del XIX secolo, e durante le successive ondate di immigrazione all’inizio del XX secolo e dopo la Seconda guerra mondiale, la Chiesa in Quebec ha accolto gli italiani, in particolare le parrocchie nazionali di Montreal che servivano diverse comunità etniche.

20


20th century and after the Second World War, the Church in “I sacerdoti fornivano cure pastorali e servizi in italiano”, dice. “Erano Quebec welcomed Italians, specifically the national parishes in padri spirituali vicini che si sacrificavano per aiutare le famiglie a trovare alMontreal that served different ethnic communities. loggio e lavoro, a imparare l’inglese e a iscrivere i figli a scuola. E li hanno “The priests provided pastoral care and services in Italian,” coinvolti in organizzazioni che hanno rafforzato il loro legame reciproco e he says. “They were close spiritual fathers who sacrificed to help con la comunità. Hanno servito bene la vecchia generazione”. families find lodging and jobs, learn English and place their Monsignor John Borean, parroco di Santa Chiara d’Assisi a Woodkids in school. And they involved them in organizations that bridge, a nord di Toronto (con una congregazione decisamente italiana), reinforced their connection to each other and their communifa eco a questi sentimenti. “La fede ha unificato e galvanizzato la comuties. They served the older generation well.” nità italiana immigrata di Toronto. E le Messe in italiano li tenevano legati Monsignor John Borean, pastor of Saint Clare of Assisi in alla loro lingua, alla loro fede e alla loro cultura”. Woodbridge, north of Toronto (with a decidedly Italian congreMa non è sempre stato tutto liscio nella Toronto protestante arancione/ gation), echoes these sentiments. “Faith unified and galvanized cattolica irlandese. Nel suo saggio “Church and Clergy, and the Religious Toronto’s immigrant Italian community. And the Italian Masses Life of Toronto’s Italian Immigrants, 1900-1940” (Canadian Catholic Hiskept them connected to their lantory: a survey, 1983), il professore della McGill guage, faith and culture.” University John Zucchi scrive: “I sacerdoti italBut it wasn’t always smooth sailing iani e gli ordini religiosi che prestavano servizio in Protestant Orange/Irish Cathoa Toronto non potevano non considerare i loro lic Toronto. In his essay, “Church parrocchiani come cittadini italiani, soprattutto and Clergy, and the Religious Life durante l’epoca fascista, e si avvicinavano al of Toronto’s Italian Immigrants, loro ovile con la consapevolezza che loro, i 1900-1940” (Canadian Catholic preti, erano missionari cattolici che civilizzaHistory: a survey, 1983), McGill vano un popolo sottosviluppato”. University professor John Zucchi In quei primi anni, le chiese cattoliche italiane writes, “Italian priests and religious di Toronto erano compromesse anche dal orders serving in Toronto could not punto di vista economico. Così, molti italiani but view their parishioners as Italsi staccarono dalla Chiesa, unendosi anche a ian nationals, especially during the missioni metodiste ed evangeliche, o rimasero fascist era, and they approached indifferenti ad essa. Dopo la Seconda guerra their fold with the understanding mondiale, 500.000 italiani si riversarono in that they, the clerics, were Catholic Canada - molti dei quali sbarcarono nella missionaries civilizing an underdeGreater Toronto Area - e, nei decenni succesveloped people.” sivi, incisero profondamente sul panorama In those early years, Toronto’s religioso canadese. La loro lingua risuonava Italian Catholic churches were also nelle chiese che occupavano o costruivano; i monetarily compromised. Thus, loro riti persistevano. Archbishop of Toronto Frank Leo many Italians broke away from the Ma quando le giovani generazioni hanno Church, even joining Methodist lasciato i loro quartieri italiani tradizionali per and evangelical missions, or rele periferie, la mappa del culto è cambiata. mained indifferent to it. After the Second World War, 500,000 Roberto Perin della York University cataloga questi cambiamenti nella sua Italians poured into Canada—many landing in the Greater To- monografia “Gli italiani di Toronto e i loro luoghi di culto” (Oltreoceano n. ronto Area—and in the subsequent decades deeply impacted the 14, 2018). Dopo decenni di servizio agli italiani del centro di Toronto, ad Canadian religious landscape. Their language resounded in the esempio, la Madonna del Carmine è passata al cantonese per i residenti churches they occupied or built; their rituals persevered. cattolici di Chinatown. Gli immigrati portoghesi hanno ereditato St. Agnes But as the younger generations fled their traditional Italian quando la sua congregazione italiana si è diretta verso la chiesa di San neighbourhoods for the suburbs, the map of worship changed. Francesco d’Assisi, dove alla fine degli anni Cinquanta è iniziata l’ormai Roberto Perin of York University catalogues these changes in iconica processione del Venerdì Santo. Nella storica parrocchia italiana his monograph, “Toronto’s Italians and their Places of WorMadonna degli Angeli, i portoghesi predominavano a metà degli anni ship,” (Oltreoceano No.14, 2018). After decades of serving Ottanta. Al contrario, un trio di chiese protestanti, ribattezzate St. Alphondowntown Toronto’s Italians, for instance, Madonna del Carmine sus, St. Sebastian e San Nicola di Bari (le ultime due situate su St. Clair transitioned to Cantonese for Chinatown’s Catholic residents. Avenue), sono diventate parrocchie italiane. In seguito, Sant’Alfonso e Portuguese immigrants patriated St. Agnes when its Italian San Sebastiano avrebbero servito congregazioni multilingue. Per quanto congregation headed off to St. Francis of Assisi Church, where riguarda San Nicola di Bari, gli immigrati dall’Eritrea e dall’Etiopia vi pratithe now iconic Good Friday procession began in the late 1950s. cano (ancora oggi) il rito Ge’ez. At the historic Italian parish, Madonna degli Angeli, Portu“Ovviamente le cose sono cambiate”, ammette monsignor Borean, che guese predominated by the mid-1980s. In contrast, a trio of dirige forse la più importante chiesa di periferia che serve gli italo-canaProtestant churches, rechristened St. Alphonsus, St. Sebastian desi. “La popolazione immigrata è invecchiata e diminuita di numero. La and San Nicola di Bari (the last two located on St. Clair Avmaggioranza degli italiani ora parla inglese. Con il cambiamento demoenue) became Italian parishes. St. Alphonsus and St. Sebastian grafico, le Messe in italiano finiranno per essere sostituite. La seconda e would later serve multilingual congregations. As for San Nicola la terza generazione hanno un rapporto diverso con la fede rispetto alla di Bari, immigrants from Eritrea and Ethiopia worship there prima. Hanno un modo completamente diverso di guardare il mondo. (to this day), following the Ge’ez rite. Purtroppo, molti hanno dimenticato o abbandonato la fede”.

21


“Obviously things have changed,” concedes Monsignor Borean, who heads perhaps the most important suburban church serving Italian Canadians. “The immigrant population has aged and dwindled in numbers. The majority of Italians now speak English. As demographics shift, Italian Masses will eventually be replaced. The second and third generation have a different relationship to faith from the first. They have a totally different way of looking at the world. Sadly, many have forgotten or abandoned faith.” Archbishop Leo admits, “Today’s young people are difficult to reach, even among Catholics. And they aren’t practicing as their parents and

L’arcivescovo Leo ammette: “I giovani di oggi sono difficili da raggiungere, anche tra i cattolici. E non praticano come facevano i loro genitori e nonni, anche se celebrano ancora i sacramenti. Ma i sacramenti sono solo una parte del cammino”. E cosa ne pensano le giovani generazioni? Amanda Lenjosek (nata Garzo), i cui nonni sono emigrati dall’Italia meridionale, insegna alle elementari nel distretto scolastico cattolico di HamiltonWentworth. Rappresenta una possibile finestra sul futuro. “La mia fede è molto importante per me e per la mia vita familiare”, dice. “È la lente con cui vedo e capisco il mondo che mi circonda.

“The immigrant population has aged and dwindled in numbers. The majority of Italians now speak English. As demographics shift, Italian Masses will eventually be replaced. The second and third generation have a different relationship to faith from the first. They have a totally different way of looking at the world. Sadly, many have forgotten or abandoned faith.” “La popolazione immigrata è invecchiata e diminuita di numero. La maggioranza degli italiani ora parla inglese. Con il cambiamento demografico, le Messe in italiano finiranno per essere sostituite. La seconda e la terza generazione hanno un rapporto diverso con la fede rispetto alla prima. Hanno un modo completamente diverso di guardare il mondo. Purtroppo, molti hanno dimenticato o abbandonato la fede”.

grandparents did, though they still celebrate the sacraments. But the sacraments are just part of the journey.” And what does the younger generation say about this? Amanda Lenjosek (née Garzo), whose grandparents emigrated from southern Italy, teaches elementary school in the Hamilton-Wentworth Catholic District School Board. She represents a possible window into the future. “My faith is very important to me and my family life,” she says. “It’s the lens with which I see and understand the world around me. It informs everything from my parenting style to my responsibilities as a wife. Every Sunday we attend church together as a family.” She’s also cognizant of the impediments inherent in finding and maintaining faith. “Today, with all the distractions and distorted messaging coming from secular companies, it’s even harder for people to find God,” she says. Monsignor Borean agrees. “Many people live for the day seeking distractions, entertainments and immediate gratification. They don’t grasp the importance of faith. But we can’t give up hope. I believe that sooner or later the pendulum will swing back. The young will come to question the direction of their lives and the deteriorated culture surrounding them and maybe we’ll see a return to faith. And maybe it will take a different form—but in any case, God has to be in there.” Lenjosek is also hopeful. “Young kids do seem attracted to an authentic and bold faith, not a watered-down version. Many young families are opting to attend more traditional and reverent Masses. We do need a spiritual revival—one based on the true and undiluted message of the Gospel.” “The Church’s mission has always been to go deeper with faith and to spread the Gospel message of selflessness and love of others, and to truly be an anchor in the storms of life,” Archbishop Leo concludes. “Certainly in today’s climate, it will take creativity and ingenuity to speak the language of Christ in a way that will be understood. But I’m full of hope. There’s lots of good to do still. And God will never abandon us.”

Influisce su tutto, dal mio stile genitoriale alle mie responsabilità di moglie. Ogni domenica andiamo in chiesa insieme come famiglia”. È anche consapevole degli ostacoli che si frappongono alla ricerca e al mantenimento della fede. “Oggi, con tutte le distrazioni e i messaggi distorti che arrivano dalle società secolari, è ancora più difficile per le persone trovare Dio” precisa. Monsignor Borean è d’accordo. “Molte persone vivono alla giornata cercando distrazioni, divertimenti e gratificazioni immediate. Non colgono l’importanza della fede. Ma non possiamo perdere la speranza. Credo che prima o poi la ruota tornerà a girare. I giovani si interrogheranno sulla direzione della loro vita e sulla cultura deteriorata che li circonda e forse assisteremo a un ritorno alla fede. E forse assumerà una forma diversa, ma in ogni caso Dio deve essere presente”. Anche Lenjosek è fiducioso. “I giovani sembrano attratti da una fede autentica e coraggiosa, non da una versione annacquata. Molte giovani famiglie scelgono di partecipare a Messe più tradizionali e riverenti. Abbiamo bisogno di una rinascita spirituale, basata sul messaggio vero e puro del Vangelo. La via del mondo non è sufficiente, come molti stanno scoprendo. E la Chiesa cattolica deve guidare il mondo, non esserne guidata. Per rimanere rilevante, la Chiesa non deve preoccuparsi di diventare come il mondo, ma deve invece essere l’antidoto ai suoi mali”. “La missione della Chiesa è sempre stata quella di andare in profondità con la fede e di diffondere il messaggio evangelico di altruismo e di amore per gli altri, e di essere veramente un’ancora nelle tempeste della vita”, conclude l’arcivescovo Leo. “Certamente, nel clima odierno, ci vorranno creatività e ingegno per parlare il linguaggio di Cristo in un modo che possa essere compreso. Ma sono pieno di speranza. C’è ancora molto bene da fare. E Dio non ci abbandonerà mai”. Traduction française à la page 96

22



Beyond the Self Al di là del io

Illustration by Mia Carnevale

Catholicism and Italian-Canadian identity in Vancouver BY - D I A N N A F O S C H I C I A M P O L I N I

Cattolicesimo e identità italo-canadese a Vancouver

In

the second half of the past century, Italians were a fast-growing ethnic group in Vancouver, BC. Many came from a life of poverty, making sacrifices while maintaining family values and a belief in God’s benevolence. In their new country, they sought to preserve their identity by forming regional associations and congregating around the Catholic parishes celebrating Mass in Italian. Located in Burnaby, BC, St. Helen’s Parish was built in 1912 then rebuilt in 1956 and 1997. It is one of the oldest churches in Metro Vancouver and one of three still offering Italian services. In the early 1970s, St. Helen’s became a Catholic presence for the Italian community, which, according to Father Alessandro Lovato, still amounts to roughly 25% of his parishioners. Father Lovato states that many first-generation Italian immigrants participate in church activities and attend Mass regularly, but this is not always the case with younger ItalianCanadians. “The newer generations still get married and have their children baptized in the church, but many do not attend Mass regularly. They grew up in prosperity. Spirituality takes a back seat when there is so much emphasis on career and material things. For some of them, Catholicism may represent an aspect of their cultural background more than genuine faith.” He notes that Italian Mass is no longer important for English-speaking second and third-generation Italians. “Parish members are declining in the traditional Italian enclaves in East Vancouver, Burnaby and Vancouver because of demographic changes. Nowadays, there are fewer priests of Italian descent. Maybe soon, there will be only one parish offering an Italian Mass because it is better to gather people together rather than in small groups.”

N

ella seconda metà del secolo scorso, gli italiani a Vancouver, BC, formavano un gruppo etnico in rapida crescita. Molti provenivano da una vita di stenti e facevano sacrifici, sempre mantenendo saldi i valori familiari e la fede nella misericordia di Dio. Nel nuovo paese, cercavano di proteggere la propria identità dando vita ad associazioni regionali e riunendosi nelle parrocchie cattoliche in cui si celebrava la Messa in italiano. Situata a Burnaby, BC, la parrocchia di St. Helen fu costruita nel 1912 e poi di nuovo nel 1956 e nel 1997. È una delle chiese più antiche dell’area metropolitana di Vancouver e una delle tre ad offrire ancora la Messa in italiano. All’inizio degli anni ’70, la chiesa di St. Helen divenne una realtà cattolica per la comunità italiana, la quale, secondo padre Alessandro Lovato, costituiva il 25% dei parrocchiani. Padre Lovato afferma che seppur molti immigrati italiani di prima generazione partecipino alle attività della chiesa e vadano regolarmente a Messa, lo stesso non sempre può dirsi per i giovani italo-canadesi. “Le nuove generazioni continuano a sposarsi in chiesa e a far battezzare i propri figli, ma in molti non vanno con regolarità a messa. Sono cresciuti nel benessere. Quando si enfatizzano troppo la carriera e i beni materiali, la spiritualità passa in secondo piano. Per alcuni di loro, il cattolicesimo può rappresentare più un aspetto del proprio patrimonio culturale che vera fede”. Sottolinea che la Messa in italiano non è più importante per gli italiani di seconda e terza generazione che parlano inglese. “Il numero dei parrocchiani dei gruppi classici della zona est di Vancouver, di Burnaby e Vancouver è in calo a causa dei cambiamenti demografici. Ormai, sono sempre meno i preti di origine italiana. È possibile che presto ci sarà un’unica parrocchia ad offrire la messa in italiano, perché è meglio riunire tutte le persone piuttosto che dividerle in piccoli gruppi”. In quanto guida spirituale, i vecchi italo-canadesi si rivolgevano al

24


Father Lovato

Older Italian-Canadians went to their priest for spiritual guidance related to family matters, and priests are still considered a point of reference in the Italian community, especially for social functions. For example, official events and banquets held at the Italian Cultural Centre always start with a Catholic blessing. Participation in the Sunday Mass or Catholic rites also means an opportunity to socialize. Even if worshippers may not consistently practice their faith, their Catholic roots bring them together. Carolina Bergonzoni is a thirty-something dance artist, scholar and educator who came to Vancouver in 2014. She explains: “I did not grow up super-religious, but I noticed that many of my peers in Italy got married in the church even if they were not practicing Catholics. It has more to do with tradition than religion, I suppose. Here in Vancouver, I don’t know anyone close to my age who got married in church.” Another recent immigrant, Alessandra Bordini, a researcher and doctoral student at Simon Fraser University, remarks: “I consider myself a Christian but not a Catholic, even if faith is an important component in my life.” Father David Bellusci is a Catholic priest, missionary and educator and an assistant professor of philosophy and theology at Catholic Pacific College. He has published poetry, philosophy research and books on Christian ethics and sexuality while exploring the generational relationship between Italian identity and Catholicism. He writes: “These Catholic religious values communicated to their children have been increasingly challenged first of all by a non-Catholic environment which facilitated Anglo-Saxon assimilation. From the 1990s, a new generation of Italian-Canadians on the West Coast had one of two means of retaining their Italianness (language and, or, Catholic culture). The Catholic culture means connecting with Italian families and friends during key moments in the life of the family.” Still, Catholicism represents the main religious orientation in the community. Some young Italians come from practicing Catholic families and fully share their values; some abandoned the sacraments for a while, but later found their truth in the faith they were brought up with. Others, who had little interest in religion but were experiencing emotional unrest and life uncertainty, felt that the current hyper-secular culture could not provide all the answers. They decided to return to their roots and start a spiritual quest. Today, young people have unprecedented choices, rights and new-found freedoms, but they may also face emotional fragility, addictions and other demons. Some find that faith can bring a deeper perspective because, as Fr. Bellusci’s Bible group student says: “There must be something beyond the self.”

Father David Bellusci

prete per questioni che riguardavano la famiglia; ancora oggi, i preti sono considerati un punto di riferimento all’interno della comunità italiana, soprattutto per le funzioni sociali. Per esempio, gli eventi ufficiali e i rinfreschi che si tengono al Centro di Cultura Italiana cominciano sempre con una benedizione cattolica. Partecipare alla Messa domenicale o a riti cattolici significa avere l’opportunità di socializzare. Anche se i fedeli non sono assidui praticanti, ad unirli ci sono le loro origini cattoliche. Carolina Bergonzoni, sulla trentina, è una ballerina, studiosa e docente arrivata a Vancouver nel 2014. Spiega: “Non sono cresciuta superreligiosa, ma ho notato che molti miei coetanei in Italia si sono sposati in chiesa pur non essendo cattolici praticanti. Suppongo che abbia a che fare più che altro con la tradizione che con la religione. Qui a Vancouver, non conosco nessun coetaneo che si sia sposato in chiesa”. Alessandra Bordini, anch’essa immigrata da poco, ricercatrice e studente di dottorato alla Simon Fraser University, fa notare: “Mi considero cristiana ma non cattolica, sebbene la fede sia una componente importante della mia vita”. Padre David Bellusci è un prete cattolico, missionario, docente e assistente universitario di filosofia e teologia al Catholic Pacific College. Ha pubblicato poesie, scritti filosofici e libri sull’etica e la sessualità cristiana esplorando il rapporto generazionale tra l’identità italiana e il cattolicesimo. Scrive: “Questi valori religiosi cattolici trasmessi ai figli sono stati sempre più messi in discussione da un ambiente non cattolico che agevola l’assimilazione anglosassone. Dagli anni ’90, una nuova generazione di italo-canadesi sulla costa occidentale possedeva uno dei due strumenti necessari a conservare la propria italianità (la lingua e/o la cultura cattolica). Cultura cattolica significa mantenere i legami con le famiglie e gli amici italiani in momenti chiave della vita famigliare”. Eppure, il cattolicesimo rappresenta l’orientamento religioso principale della comunità. Alcuni giovani italiani giungono da famiglie cattoliche praticanti di cui ne condividono a pieno i valori; alcuni hanno abbandonato i sacramenti per un po’ di tempo, per poi ritrovare la propria verità nella fede con la quale erano stati educati. Altri, che nutrivano poco interesse per la religione ma che vivevano una certa irrequietezza emotiva e insicurezza verso la vita, avevano l’impressione che l’attuale cultura iper-laica non riuscisse a offrirgli tutte le risposte. Così, hanno deciso di ritornare alle proprie radici e di intraprendere una ricerca spirituale. Oggi, pur disponendo di una gamma senza precedenti di scelte, diritti e nuove libertà, i giovani possono dover far fronte a fragilità emotiva, dipendenze e altri demoni. Per alcuni, la fede riesce a offrire una prospettiva più profonda perché, come afferma uno degli studenti del gruppo di studio della Bibbia di padre Bellusci: “Deve esserci qualcosa al di là dell’io”.

25


Groundbreaking History, Uncertain Future Una storia da pioniera e un futuro incerto 65 years of Alberta’s first Italian parish I 65 anni della prima parrocchia italiana in Alberta

BY - D I M I C H A E L V E C C H I O

Photos by Ernest R. Cavaliere

F

Santa Maria Goretti Parish, 1968

or Italians in Canada, the role of the Catholic Church has been a source of unity and community-building across the nation. Where regional and dialectical differences continued to be prominent points of detachment however, a common religious footing certainly brought together Italian immigrant groups from across the peninsula. This is perhaps none more evident than in Edmonton, Alberta, where the parish of Santa Maria Goretti has served as a veritable anchor of the city’s Italian community for the last 65 years. Founded in October 1958, the significance of Santa Maria Goretti Parish lies also in its historic place in the development of Alberta’s Italian immigrant experience. The first Italian church in the province, it has been a focal point of Italian identity and belonging in Edmonton and remains a primary destination for many Italians. Yet the passing of time has led to a slow withering of a once vibrant cultural institution. Today, Sunday masses continue to see dwindling numbers, while baptisms, weddings and other events are eclipsed by funerals. As the parish commemorates the 65th anniversary of its founding, it is also struggling to keep pace with an uncertain future. Its place in the history of Edmonton’s Italian community (and Alberta at large) remains; its upcoming chapter will fall into the hands of the next generation. For younger groups, who increasingly find themselves detached from the direct immigrant experience, the cultural and religious settings of the past seem difficult to maintain. Though Italian immigration to Canada was more prominent in Ontario and Quebec, an increasing number of emigres found themselves out West, for a variety of reasons. In Alberta, labourers and their families arrived starting in the 1880s, often working on the railway. By the war years of 1939-1945, more and more Italians settled in the cities; in Edmonton the noticeable absence of any cultural institutions became obvious as Italian numbers grew. For Catholic worshiping Italians, the idea of having a church and

Santa Maria Goretti Parish, today

P

er gli italiani in Canada, il ruolo della chiesa cattolica è stato fonte di unità e collante per la comunità di tutto il paese. Laddove i dialetti e le differenze regionali continuavano a costituire evidenti punti di distacco, è stata una base religiosa comune a riunire di certo gli immigrati di tutta la penisola. Tutto ciò è forse ancora più evidente a Edmonton, Alberta, dove la Parrocchia di Santa Maria Goretti è stata un vero e proprio punto di riferimento per la comunità italiana della città nel corso degli ultimi 65 anni. Fondata nell’ottobre 1958, il valore di Santa Maria Goretti risiede anche nel ruolo storico rivestito nello sviluppo della storia dell’immigrazione italiana in Alberta. Prima chiesa tricolore della provincia, è stata un punto focale dell’identità italiana e del senso di appartenenza italiani ad Edmonton, rimanendo la meta principale per molti italiani. Tuttavia, il passare del tempo ha portato al lento declino di quella che una volta era un’istituzione culturale molto attiva. Ormai, le Messe domenicali continuano a registrare sempre meno afflusso, mentre i funerali superano battesimi, matrimoni e altri eventi. All’approcciarsi del suo 65esimo anniversario, la parrocchia stenta a tenere il passo con un futuro incerto. Il suo ruolo nella storia della comunità italiana di Edmonton (e dell’Alberta per estensione) resta; il prossimo capitolo è nelle mani della nuova generazione. Per i gruppi più giovani, che a poco a poco si ritrovano distanti dall’esperienza diretta dell’immigrazione, è difficile mantenere gli ambienti culturali e religiosi del passato. Sebbene il flusso migratorio italiano in Canada vertesse più verso l’Ontario e il Quebec, sempre più immigrati si spostarono ad Ovest per svariati motivi. A partire dal 1880, arrivarono in Alberta manovali accompagnati dalle rispettive famiglie e spesso impiegati nella costruzione della ferrovia. Durante gli anni della guerra del 1939-1945, sempre più italiani si insediarono nelle città; ad Edmonton l’assenza di istituzioni culturali di qualunque tipo divenne evidente man mano che il numero di italiani cresceva. Per i praticanti cattolici, l’idea di avere una chiesa e una Messa celebrata in Italiano rientrò in una serie di progetti che alimentarono lo sviluppo della comunità italiana di Edmonton negli anni ’50. A seguito

26



del boom migratorio post bellico, l’esigenza di avere un centro spiria mass, celebrated in Italian became one of a series of projects that futuale del genere si fece pressante, cosicché l’arcivescovo di Edmonton eled the growth of Edmonton’s Italian community in the 1950s. With Anthony Jordan richiamò due preti italiani in città affinché creassero una the post-war immigration boom, the need for such a spiritual centre parrocchia italiana. Nel dicembre 1957, padre Giovanni Bonelli e padre became pressing, and Edmonton Bishop Anthony Jordan arranged Rino Ziliotto dell’ordine degli scalabriniani arrivarono in Alberta nel bel for two Italian priests to come to the city to create an Italian Parish. In mezzo del gelo invernale. December 1957, Fathers Giovanni Bonelli and Rino Ziliotto of the La costruzione di una chiesa italiana fu la missione primaria dei preti Scalabrini Order arrived in the cold Alberta winter. e fu così che, a un anno dal loro arrivo, questo edificio storico divenne The construction of an Italian church was the priests’ main mission, operativo, cambiando l’orizzonte della comunità italiana di Edmonton. Il and within a year of their arrival this historic building would come 1958 fu certamente molto impegnativo se si to fruition, changing the landscape of pensa all’operato di un consiglio di volontari Edmonton’s Italian community. Through “The construction of an Italian church was che ne assicurarono i finanziamenti e che si the work of a committee of volunteers misero alla ricerca di possibili ubicazioni. who secured financing and scouted for the priests’ main mission, and within a year Quando la Società di calcio Cristoforo potential locations, the year 1958 was of their arrival this historic building would Colombo offrì generosamente un terreno indeed a busy one. When the Cristoforo come to fruition, changing the landscape of affidatogli dalla Città di Edmonton, i lavori Colombo Soccer Society generously ofEdmonton’s Italian community. ” per la tanto agognata prima chiesa italiana fered land given to them in trust by the dell’Alberta ebbero inizio. City of Edmonton, the much anticipated Situata nei pressi dello Stadio Clarke construction of the first Italian church in “La costruzione di una chiesa italiana fu la di Edmonton (e successivamente del più Alberta began. missione primaria dei preti e fu così che, a un grande Stadio Commonwealth, inauguLocated next to Edmonton’s Clarke anno dal loro arrivo, questo edificio storico rato nel 1978), la nuova parrocchia italiana Stadium (and later the larger Commondivenne operativo, cambiando l’orizzonte venne formalmente costituita nell’ottobre wealth Stadium, which opened in 1978), del 1958. Due furono i nomi di sante prothe new Italian parish was formally established della comunità italiana di Edmonton”. posti: Santa Cecilia e Santa Maria Goretti. in October 1958, with the names of two L’arcivescovo scelse quest’ultimo in quanto saints offered for consideration: Santa riflesso di una “santa moderna”, motivo per cui quando l’edificio venne Cecilia and Santa Maria Goretti. The archbishop chose the latter as a infine aperto il 21 dicembre 1958, la Parrocchia di Santa Maria Goretti reflection of a “modern-day saint” and thus when the building finally divenne il sogno avverato di molti in questa nuova gelida terra, adesso opened on December 21, 1958, La Parrocchia di Santa Maria Gorecasa. Nel corso degli anni successivi, la popolazione italiana di Edmontti became the realized dream of so many in this new and cold land ton continuò a crescere e con essa la parrocchia di Santa Maria Goretti. now called home. Through the ensuing decades, Edmonton’s Italian Accanto alla chiesa vennero anche costruiti, e completati nel 1986, una populace continued to grow; Santa Maria Goretti Parish grew with nuova canonica e un centro per la comunità, dove si continuano a ofit. A new rectory and community centre built adjacent to the church frire i famosi pranzi domenicali. was completed in 1986 and it continues to offer its famed weekly I padri scalabriniani, che si dedicavano proprio alla famiglia immigraSunday pranzos. ta, vennero richiamati dal Nord America nel 2002; a quel punto e fino The Scalabrini Fathers, who were dedicated to the immigrant al 2007, la gestione della parrocchia passò nelle mani dell’ordine dei family, were called away from North America in 2002, and the parish salesiani. Oggi, sono i preti dell’ordine dei figli dell’Immacolata Conthen saw the Salesian Order take over until 2007. Today, priests from cezione a servire le 1.600 famiglie della parrocchia, sebbene non siano the Order of the Sons of the Immaculate Conception serve the di madrelingua italiana. 1,600 registered families of the parish, though they are not native Il vero declino si deve alla graduale scomparsa dei costruttori imItalian speakers. migrati originari e alla nuova generazione di italo-canadesi che non The real decline has been in the gradual disappearance of the sostengono la parrocchia con lo stesso vigore. Sebbene i decessi siano original immigrant builders and the newer generation of Italianuna causa inevitabile del calo della popolazione, il ridimensionamento Canadians that have not upheld the parish with the same vigor. del numero dei parrocchiani dovuto all’indifferenza e ad un crescente Though a decrease in population due to death is but an inevitable allontanamento dalle proprie origini è deleterio. Se le nuove generaconclusion, the shrinking of the parish community due to indifference zioni vanno di fatto a Messa, lo fanno spesso in una parrocchia inglese and increased distancing from one’s ethnic heritage has been damago in una più vicina a casa loro, piuttosto che fare il sacrificio di sostenere ing. If newer generations do indeed attend mass, it is often at an la parrocchia italiana. Nel frattempo, nonostante i loro sforzi indefessi, English parish or one closer to home, rather than making the effort il gruppo di volontari e i fedeli si ritrovano a dover fare affidamento of sustaining the Italian parish. Meanwhile, the tireless efforts of the sempre sugli stessi nomi per le nuove iniziative, stentando quindi a raggroup of volunteers and faithful congregants find themselves relygiungere quel proverbiale neo-contributo. ing on the same names for new initiatives, struggling to attain the Con l’avvicinarsi del 65esimo anniversario della Parrocchia di Santa proverbial new blood. Maria Goretti, persistono sia il senso di gratitudine che d’incertezza. Se As the 65th anniversary of La Parrocchia di Santa Maria Goretti si vuol far sì che la parrocchia sopravviva ancora a lungo, è necessario approaches, feelings of gratitude and uncertainty will both be present. che emerga un vero senso di orgoglio da parte della nuova generaIf the parish is to survive in the long run, a real sense of pride from zione di italo-canadesi, o si rischia di vederla sparire ingoiata dal melting the new group of Italian-Canadians must present itself, or risk seepot della società canadese. Questo importante punto di riferimento storiing it become swallowed into the melting pot of Canadian society. co per la comunità italiana di Edmonton ha di fatto già superato molte This historic and important anchor of Edmonton’s Italian commutempeste nel corso della sua vita; sarà dunque l’affievolirsi dell’interesse nity has indeed weathered many storms of life, but will the vanishing degli italiani la causa della sua fine? of Italian involvement prove to be its end?

28


SMALL IN STATURE,

GIANT HEART.

Here is the perfect example of a machine whose dimensions are inversely proportional to its performance. And its output is without match. Their long reach and remarkable dumping height, make loading tippers a lot easier.

Contattatemi per una prova! Andrew Franceschini Kubota Montréal Cellulaire : 514-347-0202

kubotamontreal.com

18980 Trans-Canada Baie-d’Urfé, Québec H9X 3R1

Opening Hours

Monday to Friday 7 a.m. to 5 p.m.

M O N T R É A L




Babies of the Year 2022 Sofia Stellina Ciarlo November 10, 2022 Christina Capobianco & Antonio Ciarlo

Jaden Cyr November 13, 2022 Sandra Di Narzo & Jonathan Cyr

Leonardo Michael Gaetano Gioia August 24, 2022 Amanda Zeffiro & Michael Gioia

Charlotte Delli Quadri April 11, 2022 Samantha Gervasi & Joseph Delli Quadri

Mila Francesca Whyborn June 15, 2022 Sabrina Salvo & Brett Whyborn

Alessandro Perrotta January 14, 2022 Alejandra Galindo & Nick Perrotta

Nicola Perrotta July 11, 2022 Rosa De Luca & Mike Perrotta

Hailey Angela Sgro July 6, 2022 Claudia Schembri & Salvatore Sgro

Giannina Amora Ferrao November 11, 2022 Rachel Teresa Ravazzano & Eric Ferrao

Damiano Pax Moshi November 16, 2022 Lucia Fragomene & Wesam Moshi

Daniela Marie Roccasalvo February 2, 2022 Katarina & Daniel Roccasalvo

Luciano A. Di Giandomenico August 3, 2022 Diana Masciotra & Grant Di Giandomenico

Aline Lucia Savard July 31, 2022 Daniela Baldassarre & Francois Savard

Fiora Lily Rose Iannicelli October 29, 2022 Anna & Vincent Iannicelli

Enzo Lavazelli December 2, 2022 Stephanie Larocque & Phillip Lavazelli

Mila Anna Milotic June 6, 2022 Lisa Nancy Commisso & Daniel Anton Milotic

Salvatore Joseph Cicci July 29, 2022 Sarah Jo Pereira & Antoni Ferlisi Cicci

Juliano Viveiros June 8, 2022 Marlina Maddalena & Jonathan Viveiros

Anthony Giovanni & Lorenzo Salvatore Melaragno September 24, 2021 Andrea Marie & Daniel Melaragno

32


I neonati dell’anno 2022 Milan Ragusa August 17, 2022 Stefany Baratta & Antonino Ragusa

Nico F. Cirella October 25, 2022 Jenna Dobby & Michael Cirella

Penelope Massa March 7, 2022 Elleni Fountotos & Rico Massa

Mattias Fernando Camara Zgarka July 4, 2022 Sofia Rose Zgarka & Fernando Camara Enriquez

Sofia Lucia D’Antonio-Borsellino October 12, 2022 Angela D’Antonio & Pasqualino Borsellino

Ava Giuliana Edgar September 28, 2022 Stephanie Novielli & Nathan Edgar

Olivia Rose Cirillo October 7, 2022 Melina Cortese & Frankie Junior Cirillo

Natalie Grace Taraschi September 10, 2022 Lauren & Aldo Taraschi

Rosalia Maria Atherton October 19, 2022 Oriana Paesano-Atherton & Christopher Atherton

Aria Rosa Cutrupi March 3, 2022 Vanessa Pazzano & Roberto Cutrupi

Valentino Ruivo-Pedicelli March 17, 2022 Marta Ruivo & Anthony Pedicelli

Ella Rosa Yahyapour October 24, 2022 Jessica Cerone & Shahpour Reza Yahyapour

Bianca St-Pierre March 31, 2022 Marissa Carnevale & Rudy St-Pierre

Stefano Marone August 6,2022 Amanda Palmieri & Gianni Marone

Aria Maurati May 5, 2022 Alyshia Keays-Hill & Anthony Maurati

Jack Sanelli January 31, 2022 Karina Mastronardi & David Sanelli

Nicholas James Marrone December 13, 2022 Stephanie Ong & Michael Marrone

Noah Nunzio Carlomusto Marinelli September 24, 2021 Anna Cristina Carlomusto & Justin Marinelli

Zara Pascarella December 11, 2022 Lisa Morello & Luigi Pascarella

Dante Mario Carlino July 8, 2022 Josie Fragapane & Mario Carlino

33


Esther Lourenco Planzo July 14, 2022 Elaine Lourenco & Walther Planzo

Amara Elliott October 22, 2021 Alessandra Labricciosa-Elliott & Ryan Elliott

Massimiliano Salvatore Colagrosso June 10, 2022 Sabrina Piacitelli & Alberto Colagrosso

Marco Savino Walter Talamo October 6, 2022 Natasha & Daniel Talamo

Benjamin Taylor Fraraccio August 31, 2022 Amanda Johnston & Jason Fraraccio

Lucas James Elliot Bujold March 22, 2022 Elissa Vanier & David Bujold

Ryan & Adam Szemenyei November 24, 2022 Ally Spensieri & Alex Szemenyei

Alessandro Joseph Ashna May 25, 2022 Dr. Carmela Rosa Solimine & Dr. Baheer Ashna

Landon Finley O’Connell July 14, 2022 Jessica Biondi & Timothy O’Connell

Jonah Mario Gavita January 22, 2022 Leah Basilico & David Gavita

Charles Rejean Verrilli August 7, 2022 Cynthia Boisvert & Leonard Verrilli

Minnie Hannahson April 7, 2022 Natalie Nazar & Luke Hannahson

Amelia Tambasco May 29, 2022 Stacy Argiriou & Christopher Tambasco

Adamo Marziale January 8, 2022 Angela Murro & Gianfranco Marziale

Madison Montalto March 18, 2022 Vanessa Ianiro & Mike Montalto

Fabrizio Del Duca November 10, 2022 Caroline Elie & Marco Del Duca

Leo James Cecchino August 2, 2022 Lauren Rachel Quintiliani & Daniel Cecchino

Gioia De Pastena March 19, 2022 Anita Di Criscio & James De Pastena

Milan De Pastena March 19, 2022 Anita Di Criscio & James De Pastena

Franco Gaetano Barbuto October 12, 2022 Anna Mucciarone & Ennio Barbuto

Aria Isabelle Di Staulo June 16, 2022 Johanna & Michael Di Staulo

Lia Michaela Rivellino January 27, 2022 Jessica Di Criscio & Eric Rivellino

Bruno Pisanti May 22, 2022 Marlena Ciavarella & Marco Pisanti

Gianna Mia Macri March 8, 2022 Stefania Di Criscio & Alessandro Macri

Miles Marino Steve Bishyk March 30, 2022 Victoria Rossi & Paul Bishyk

Sebastian Alfredo Dmytro Jagdeo September 2, 2022 Elisa & Daniel Jagdeo

Winston Franco Wolfe September 29, 2022 Vanessa Grimaldi & Joshua Wolfe

Rianna Grace Barrucco May 29, 2022 Tina Oliveri & Vince Barrucco

Thomas Virgilio Campellone December 23, 2022 Stephanie Scalia & Stephen Campellone

34



Illustration by Mia Carnevale

The “Cool” Temptation of Organized Crime B Y - D I G I A N N A PA T R I A R C A

Il “fascino” del crimine organizzato

A

re we glorifying mafia and organized crime in movies and on television? ‘Yes’ seems like the obvious answer. A more provoking analysis might be how this glorification has affected the response and behaviour of society. This topic needs more than a thousand words, but that’s all I have. From the first talking pictures, we have been hypnotized by the genius of early directors like Cecil B. DeMille, D.W. Griffith, Frank Capra, John Ford, Billy Wilder and others, leading us to the generation of Martin Scorsese, Francis Ford Coppola and Quentin Tarantino. We’ve come a long way. Some of it great, some of it not. Our need to escape the monotony of our ordinary lives has led us to live vicariously through the fantasy actions of others. This exploded with the invention of filmmaking and the creation of Hollywood: an invented world of makebelieve captured by the lens of a movie camera meant we didn’t have to be alone in our rooms, dreaming, reading or masturbating. There was a new toy we could share while having an optical orgasm in a theater crowded with strangers in a collective euphoric experience. Then we could catch the bus home, on to our banal lives once again. Those early days of movie making seemed geared to light entertainment, comedies, romances, biblical stories and the spectacles of Busby Berkley musicals. As technology improved and developed, the growing popularity of film began to mirror the narratives of the social, political and cultural construct of the country. The 20th century was a revolutionary time in North America. Immigrants, industrial growth, the booming of cities like New York, Chicago, Philadelphia, Boston, Montreal, and the flourishing dream of California brought to the screen

S

tiamo assistendo a una glorificazione della mafia e del crimine organizzato in televisione? La risposta più ovvia sembra essere “sì”. In modo provocatorio, si potrebbe analizzare l’effetto di tale glorificazione sul modo in cui la società risponde e agisce. Per un argomento del genere servono più di mille parole, ma ho solo queste a disposizione. Sin dalle prime pellicole sonore siamo rimasti ipnotizzati dal genio dei primi registi, quali Cecil B. DeMille, D.W. Griffith, Frank Capra, John Ford, Billy Wilder ed altri, che ci hanno poi portati alla generazione di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Quentin Tarantino. Ne abbiamo fatta di strada. Alcuni alla grande, alcuni no. Il nostro bisogno di fuggire dalla monotonia quotidiana ci ha portati a vivere di riflesso le storie di fantasia altrui. Situazione esplosa con l’avvento della cinematografia e della creazione di Hollywood: un mondo immaginario di finzione catturato attraverso le lenti di una videocamera ci consentiva di non dover più starcene in camera a sognare, a leggere o a masturbarci. C’era un nuovo giocattolo da condividere in un orgasmo ottico all’interno di una sala piena di estranei, dove condividere l’euforia di un’esperienza collettiva. Poi, riprendevamo l’autobus per tornarcene a casa, ancora una volta alla banalità delle nostre vite. Quei primi film sembravano essere concepiti per offrire un intrattenimento leggero, commedie, storie d’amore, racconti biblici e i musical di Busby Berkley. Con l’avanzare e lo sviluppo della tecnologia, la popolarità crescente dei film cominciò a riflettere le storie del costrutto sociale, politico e culturale del paese. Il XX secolo in Nord America fu rivoluzionario. Immigrati, sviluppo industriale, il boom di città come New York, Chicago, Philadelphia, Boston, Montreal, nonché il sogno fiorente della California portarono sullo schermo una riserva infinita di storie. Molti di questi racconti provenienti da culture diverse costituivano

36



a never ending supply of stories. Many of these tales from different cultures were ripe material providing ideas for ambitious filmmakers. Society was moving away from the tap shoes of Fred Astaire and Ginger Rogers and craved something more for their entertainment on screen. Gangster films were the new kid in town. These chronicles of bad boys were plucked from a dark section of reality inhabited by the likes of Capone, Lucky Luciano, Bugsy Segal, John Gotti and company. Seems crime did pay, at least at the box office and in Hollywood, which cashed in on glamorizing the gangster and making him irresistible. Some of the best gangsters I watched on the screen as a kid were James Cagney, George Raft, Paul Muni, Edward G. Robinson, Humphrey Bogart and in later years the likes of Warren Beatty, Richard Dreyfuss, Rod Steiger and Marlon Brando. Many of these actors played the roles of Italian mobsters. (Nobody complained they weren’t really Italian, but that’s another subject.) The downside of films that use cultural characteristics as representation of a whole people is that it gives birth to stereotypes. Italians have had more than their share of stereotyping on screen, leading to limited visibility and representation of their true worth in film. Stories may be based on certain realities but when they are manipulated to present a negative and distorted image of a whole culture and its people, it becomes a dangerous practice and can lead to racist behaviour. Why are we so smitten with the world of crime and violence? We want to live the AMERICAN FICTION. In life, we sometimes crave revenge, power, notoriety, money, and because we are impotent to do anything about it, we live it as a surrogate—perhaps ignorant of the consequences. Audiences have always been attracted to the handsome, charming, charismatic bad-boy image. Enter De Niro, Pacino, Pesci, Gandolfini, Travolta, Liotta, Keitel and others. We love these guys, want to be loved by these guys, to be friends with these guys. We want to hang out with these guys; they are cool. Who doesn’t want to be cool? Who can resist a gorgeous Ray Liotta in a flashy convertible with money in his pockets and a gun in the glove compartment? This allows female muses and counterparts like Virginia Mayo, Gloria Grahame, Lauren Bacall, Edie Falco, Talia Shire and Lorraine Bracco, to jump into the passenger seat and edge into gangster territory. There begins a new fantasy and perhaps a change in the horizon of crime and power, making room for women. Law and Order has been on television for 25 years. The Sopranos was the great television opera of the 2000s. I can go back to the 1950s and 1960s with film noir and overdosing with Eliot Ness and the Untouchables, Naked City, Dragnet, Highway Patrol with the incomparable Broderick Crawford. These programs present lives and experiences that are beyond our realities, our imaginations. It is all happening on the screen. The power, the violence, the dream are all a safe deception. But what is the reaction of an audience? Have we learned anything? What does it do collectively to our psyche? Do we step beyond the illusion and perform the fiction in real life? Have we romanticized our own demise? Violence and hate is not fiction. Guns are no longer simply on the screen. They are in the hands of our children, our neighbours, fellow citizens. They are the toy we made glorious and romantic along with the ideology that defends and makes excuses for their presence. Violence, crime, guns have become an addiction, an aphrodisiac, filtering into our schools, our streets, our shopping malls, where children are killing other children. I’m as much a sucker for a good crime story as anyone. In the hands of an artist, it can be more than a catharsis. Imitating crime in real life is not cool, it is a tragedy.

materiale perfetto per l’ingegno di registi ambiziosi. La società andava allontanandosi dal tip tap di Fred Astaire e Ginger Rogers e smaniava per quell’altro tipo di intrattenimento sullo schermo. I film di gangster erano la novità. Cronache di cattivi ragazzi estrapolate da una parte oscura della realtà popolata da tipi come Capone, Lucky Luciano, Bugsy Segal, John Gotti e compagnia bella. Sembrava che il crimine fruttasse, quantomeno ai botteghini e ad Hollywood, che si facessero soldi rendendo affascinante e irresistibile il malavitoso. Tra i migliori gangster visti sullo schermo da piccola c’erano James Cagney, George Raft, Paul Muni, Edward G. Robinson, Humphrey Bogart e, più tardi, tipi come Warren Beatty, Richard Dreyfuss, Ross Steiger e Marlon Brando. Molti di questi attori interpretavano ruoli di mafiosi italiani. (Nessuno si lamentava del fatto che non fossero veramente italiani, ma quella è un’altra storia). Il rovescio della medaglia dei film che si rifanno a tratti culturali a rappresentazione di un intero popolo è che danno vita agli stereotipi. Gli italiani sono stati abbondantemente stereotipati sullo schermo, il che ha portato nei film a una visione e rappresentazione ridotte del loro vero valore. Le storie si baseranno pure su certe realtà ma quando vengono manipolate per offrire un’immagine negativa e distorta di un’intera cultura e del suo popolo, può rivelarsi una pratica pericolosa, che finisce per sfociare in atteggiamenti razzisti. Perché siamo così affascinati dal mondo della criminalità e della violenza? Vogliamo vivere una FICTION AMERICANA. A volte, nella vita, bramiamo vendetta, potere, notorietà, denaro e, poiché non possiamo farci niente, li viviamo da surrogati – magari ignorandone le conseguenze. Il pubblico è da sempre attratto dall’immagine del ragazzo bello e cmaledetto, affascinante e carismatico. Pensiamo a De Niro, Pacino, Pesci, Gandolfini, Travolta, Liotta, Keitel ed altri. Li adoriamo i tipi così, vogliamo che ci amino, che diventino amici nostri. Vogliamo trascorrere tempo con tipi del genere: sono ‘cool’. Chi non desidera esserlo? Chi può resistere a Ray Liotta, meraviglioso su una decappottabile appariscente con i soldi in tasca e una pistola nel vano portaoggetti? Queste sono cose che portano poi muse e controparti come Virgina Mayo, Gloria Grahame, Lauren Bacall, Edie Falco, Talia Shire e Lorraine Bracco, a saltare sul sedile lato passeggero e a infilarsi nel mondo della malavita. A quel punto comincia una nuova fantasia e magari un cambiamento nell’orizzonte del crimine e del potere, in cui si fa spazio alle donne. Law and Order è in televisione da 25 anni. I Sopranos sono stati l’opera televisiva degli anni 2000. Io posso tornare ai film noir degli anni ’50 e ’60 a fare incetta di Eliot Ness e Gli Intoccabili, La città nuda, Dragnet, e Highway Patrol con l’insostituibile Broderick Crawford. Questi programmi presentano vite ed esperienze che vanno oltre la nostra realtà e immaginazione. Succede tutto sullo schermo. Il potere, la violenza, il sogno sono tutti autoinganni sicuri. Come reagisce però il pubblico? Abbiamo imparato niente? In che modo agisce sulla nostra psiche collettiva? Ci spingiamo al di là dell’illusione e ci comportiamo in quel modo nella realtà? Abbiamo romanticizzato la nostra stessa fine? La violenza e l’odio non sono finzione. Le pistole non sono più solo sullo schermo. Sono in mano ai nostri figli, ai nostri vicini, ai nostri concittadini. Sono giocattoli che abbiamo glorificato e romanticizzato assieme all’ideologia secondo cui ci difendono, giustificandone la presenza. La violenza, il crimine, le armi sono diventati una droga, un afrodisiaco, infiltratosi nelle nostre scuole, nelle strade, nei centri commerciali, dove bambini uccidono bambini. Anche io, come molti, vado matta per una bella storia di crimine. Nelle mani di un bravo artista, riesce a offrire ben più che una catarsi. Imitare la criminalità nella vita reale però non è tutt’altro che affascinante, è una tragedia.

38



“They did not want to fight for the Germans,” Gallaro says. “I think they’d had it with the war, the Fascists and Mussolini.” Photo by John Gallaro / Creeshla Hewitt

“Non volevano combattere per i tedeschi,” racconta Gallaro.“Penso che ne avessero abbastanza della guerra, dei fascisti e di Mussolini”.

Posthumous Commemoration for Salvatore Gallaro Commemorazione postuma in onore di Salvatore Gallaro

B Y - D I S A L D I FA L C O

The Italian war prisoner who said ‘no’ to Hitler Il prigioniero di guerra italiano che disse ‘no’ a Hitler

T

he internment of hundreds of Italian-Canadians during the Second World War and the classification of some 31,000 of them as “enemy aliens” has been well documented, issued a blanket federal apology, and commemorated (via the exhibition Beyond the Barbed Wire: Experiences of Italian Canadians in World War II, for instance). But a darker and larger story about the fate of Italian military detainees in Europe at the close of the war had, until recently, received scant coverage abroad and perhaps even less here in Canada. Briefly, when Italy—demoralized and seeing the end in sight—signed an armistice with the Allies in September 1943, soldiers, airmen and mariners were offered an ultimatum. They could either fight with the Axis forces or wind up in labour camps. After more than 600,000 (or three-quarters of the Italian military) refused to fight, they were handed over to the Wehrmacht and deported to Germany, where they were put to work for the Nazi regime. An estimated 50,000 prisoners were either murdered or died from maltreatment at the hands of their former allies. Given their unusual status and the hesitancy in recognizing their victimization, the soldiers and their families resided in a kind of administrative martial limbo for decades. With repatriation of the dead forbidden until 1999, many of the victims remained buried in municipal cemeteries or close to the camps. Scarcely acknowledged in Italy for their sacrifice, surviving prisoners—perhaps understandably—remained reticent about their experiences. Perceptions began to change in the 1960s, and by the 1970s they (many posthumously) were at last granted the status of “militare non collaborazionista” and “combatants for the liberation of Italy 1943-1945”. They have garnered overdue recognition since—including exhibits at the Museo Nazionale dell’Internamento in

L’

internamento di centinaia di italo-canadesi durante la Seconda guerra mondiale e la classificazione di circa 31.000 di loro quali “nemici alieni” sono stati ben documentati, hanno ottenuto scuse generiche al livello federale, e sono stati commemorati (per esempio, con la mostra Beyond the Barbed Wire: Experiences of Italian Canadians in World War II ).Tuttavia, la storia ben più ampia e buia del destino dei militari italiani detenuti in Europa alla fine della guerra, almeno fino a poco tempo fa, è stata poco discussa all’estero e probabilmente ancor meno in Canada. In breve, quando l’Italia – demoralizzata e consapevole dell’avvicinarsi della fine – firmò l’armistizio con gli Alleati nel settembre 1943, ai soldati di terra, dell’aviazione e della marina fu offerto un ultimatum. Potevano decidere di lottare a fianco delle forze dell’Asse o andare a finire nei campi di lavoro. Fu così che, gli oltre 600.000 italiani (o tre quarti dei militari) che rifiutarono di combattere, vennero consegnati alla Wehrmacht e deportati in Germania, dove vennero messi ai lavori forzati sotto il regime nazista. Si stima che 50.000 prigionieri morirono assassinati o a causa dei maltrattamenti subiti per mano dei vecchi alleati. Dati il loro status insolito e l’esitazione nel riconoscerli come vittime, i soldati e le loro famiglie si ritrovarono per decenni in una sorta di limbo marziale burocratico. A causa dell’illegalità del rimpatrio delle salme fino al 1999, molte vittime rimasero sepolte in cimiteri municipali o nei pressi dei campi. Vedendo il proprio sacrificio riconosciuto a stento in Italia, i prigionieri sopravvissuti – forse comprensibilmente – furono piuttosto riservati riguardo alla propria esperienza. La percezione cominciò a cambiare negli anni ’60, mentre negli anni ’70 (a molti in modo postumo) venne riconosciuto finalmente lo stato di “militare non collaborazionista” e di “combattente per la liberazione dell’Italia del 1943-1945”. Da allora hanno ottenuto il riconoscimento tanto atteso, con tanto di Museo Nazionale dell’internamento a Padova,

40



Padua, personalized medals, medaglie personalizzate, plaques and reparation talks targhe e scuse ufficiali at the European Parliaall’interno del parlamento ment. Yet their story still europeo. Eppure, la loro seems muted. continua a sembrare una John Gallaro, 67, is a storia taciuta. former Montrealer curJohn Gallaro, 67 anni, rently residing in Toabitava un tempo a ronto. He is one of the Montreal e oggi risiede a many Italian-Canadians Toronto. È uno dei molti with family members italo-canadesi i cui familwho served in the Italian iari prestarono servizio military during the Secdurante la Seconda guerond World War. His ra mondiale. Suo padre, father, Salvatore Gallaro Salvatore Gallaro (1922(1922-2011), was a sailor 2011), era arruolato nella Left to right: Sally Blackman (daughter-in-law), Joe Gallaro (son), John Gallaro (son), with the Regia Marina. Regia Marina. Fu tra quei Dr. Luca Zelioli (Consul General), Theo Gallaro (grand son), Creeshla Hewitt He numbered among prigionieri che decisero di (daughter-in-law) those prisoners who had non spingersi oltre. “Non drawn a line in the sand. volevano combattere per i tedeschi,” racconta Gallaro.“Penso che ne “They did not want to fight for the Germans,” Gallaro says. “I think avessero abbastanza della guerra, dei fascisti e di Mussolini”. they’d had it with the war, the Fascists and Mussolini.” Il 9 settembre 1943, suo padre si ritrovò su un vagone bestiame On September 9, 1943 his father found himself on a crowded diretto a Villingen, Germania. Com’era prevedibile, le condizioni nel cattle car hurtling south to Villingen, Germany. Camp conditions campo erano atroci. “La compagnia svizzera Georg Fischer, tuttora there were predictably atrocious. “The Swiss company Georg Fischer, operativa, possedeva fabbriche di armamenti in tutta la Germania e which still exists today, had armament factories all over Germany and mio padre lavorava in una di queste, assieme a operai polacchi, russi e my father worked in one of them—along with Polish, Russian and persino ebrei” spiega Gallaro. “Era estenuante e pericoloso, non solo even Jewish labourers,” Gallaro explains. “It was grueling and dangerous, perché lavoravano a lungo con gli esplosivi, ma anche perché erano not only because they were working long hours with explosives, but also nel mirino dei bombardieri degli Alleati”. because Allied bombers were targeting the factories.” Era provato dal trattamento riservato ai prigionieri. “Per mio padre The treatment of the prisoners had gnawed at him. “My father era difficilissimo parlare di questa esperienza nel campo” racconta. found it very hard to talk about his experiences at the camp,” he “Fu mia madre però a raccontarci scorci di quello che aveva dovuto says. “Though my mother told us bits and pieces about what he’d passare. I tedeschi chiamavano i prigionieri ‘i porci di Badoglio’” aggiunge been through. The Germans called the prisoners Badoglio Schweper sottolineare la stoccata nei riguardi del generale italiano che aveva ine (pigs),” he adds, pointing out the dig to the Italian General who firmato l’armistizio con gli alleati. “Il loro rifiuto di riconoscere a questi had signed the Armistice with Allies. “Their refusal to recognize uomini lo stato di prigionieri di guerra significò negargli la protezione these men as prisoners of war meant that they were denied the della Convenzione di Ginevra e della Croce Rossa Internazionale. protections of the Geneva Convention and the International Red Vennero maltrattati e malnutriti. Alla fine della guerra, mio padre si Cross. They were mistreated and fed meagre rations. By the war’s ridusse pelle e ossa”. end my father was reduced to skin and bones.” Nonostante la malnutrizione, suo padre provò a fuggire ben Despite his malnourished condition, his father did attempt two due volte dal campo. “Non ci riuscì, ma in qualche modo sfuggì escapes from the camp. “He failed but somehow avoided execution.” all’esecuzione”. The camp was finally liberated on April 20, 1945, and the war Il campo venne infine sgomberato il 20 aprile 1945 e la guerra finì ended on May 8, 1945. Penniless and weak, Salvatore Gallaro l’8 maggio dello stesso anno. Povero e debole, Salvatore Gallaro trekked his way from Germany (mostly on foot) through the war attraversò (per lo più a piedi) le zone di guerra dalla Germania fino al zone, to his hometown of Pozzallo, Sicily, much to the relief of his paese natio di Pozzallo, Sicilia, con grande sollievo della famiglia che family who had only received sporadic letters from him via the Red ne aveva solo ricevuto sporadiche lettere attraverso la Croce Rossa. Cross. In time, he rejoined the Marina Mercantile Italiana, where Con il tempo, rientrò nella Marina Mercantile Italiana, per la quale he’d worked on petroleum tankers before the war. On a shore leave aveva lavorato nelle petroliere prima della guerra. In occasione di una in Montreal he met his future wife, Maria DeSantis. They marlicenza a Montreal conobbe la futura moglie, Maria DeSantis. Si sposaried in 1949 and settled in Verdun, where he found work with the rono nel 1949 e si trasferirono a Verdun, dove trovò lavoro nei servizi Montreal metro bus services and raised a family. di trasporto pubblico di Montreal e mise su famiglia. On December 7, 2022 at the Consulate General of Italy in Il 7 dicembre 2022 presso il Consolato Generale di Toronto, il Toronto, Consul General Dr. Luca Zelioli presented the Gallaro Console Generale il dr. Luca Zelioli ha presentato alla famiglia Gallaro family with the Medal of Honour for the two years (September la Medaglia d’onore per i due anni (settembre 1943-aprile 1945) in cui 1943-April 1945) Salvatore Gallaro was interred as prisoner 43204 Salvatore Gallaro fu internato come prigioniero 43204 a Villingen, nel in Villingen, Germany in Stalag VB. campo tedesco Stalag VB. “I only wish he were here today to get this recognition for his “Magari fosse qui oggi a ricevere questo riconoscimento per il suo sacrifice,” his son adds in a wistful postscript. sacrificio” conclude il figlio in un triste poscritto.

42



Italians In Victoria, British Columbia Italiani a Victoria, Columbia Britannica

BY - D I A N N A F O S C H I C I A M P O L I N I

T

ime seems to stand still in Victoria’s iconic Empress Hotel’s opulent halls and hallways, which are reminiscent of the British Empire heydays. The hotel opened in 1908 when Victoria had evolved from as a small British settlement in 1843 to a thriving city that replaced New Westminster as the capital of British Columbia in 1868. This enchanting city on the craggy southern tip of Vancouver Island off Canada’s Pacific coast, famous for its mild climate and spectacular gardens, is still a tourist magnet and retiree’s paradise but is certainly no longer a place for “the newlywed and the nearly dead” as some have quipped. It has morphed into a vibrant city that attracts young families, students, and artists, yet maintains its gracefulness and incomparable, old-time elegance. Where else would you read a daily newspaper named Times Colonist? Victoria is home to a small but notable Italian community. Italians represent roughly 3% of the city’s current population of 394,000, according to Statistics Canada. They are well-organized and influential. They became game changers when Victoria still prided itself on being more British than London itself. They brought their effervescent café culture and contagious exuberance, ushering in a more carefree lifestyle that rejuvenated the city. The Da Vinci Centre in the downtown core hosts banquets, events, and Italian language classes in connection with institutions in Italy. The 33-year-old Italo Canadian Cultural Society Victoria BC promotes Italian culture and Canadian heritage. President, Domenico (Nico) Trombetta, from Santa Caterina dello Ionio, Calabria, says that Italians run many

Il

tempo sembra essersi fermato tra l’opulenza delle sale e dei corridoi dell’Empress Hotel di Victoria, reminiscenze dell’apice dell’Impero britannico. L’hotel venne aperto nel 1908 dopo che Victoria passò dall’essere un piccolo insediamento britannico nel 1843, alla città fiorente che nel 1868 rimpiazzò New Westminster in qualità di capitale della Columbia Britannica. Città affascinante sulla costa rocciosa meridionale dell’isola di Vancouver, davanti alla costa pacifica canadese, famosa per la mitezza del clima e lo splendore dei suoi giardini, pur rimanendo ancora un’attrazione per il turismo e paradiso dei pensionati, certamente non è più quella località “per sposini e quasi-defunti” come qualcuno aveva detto scherzando. Si è trasformata in una città vivace che attrae giovani famiglie, studenti ed artisti, pur sempre mantenendo quell’incomparabile eleganza e grazia dei vecchi tempi. In quale altro posto sarebbe possibile leggere un quotidiano dal nome Times Colonist? A Victoria si trova una comunità italiana tanto piccola quanto ragguardevole. Secondo Statistics Canada, gli italiani costituiscono circa il 3% della popolazione attuale di 394.000 abitanti. Sono ben organizzati e influenti. Cominciarono già a emergere quando Victoria si vantava ancora di essere più britannica della stessa Londra. Si portarono dietro la vivacità della cultura dei caffè e un’esuberanza contagiosa, inaugurando uno stile di vita più rilassato, facendo così ringiovanire la città. Al Centro Da Vinci, in pieno centro, si tengono ricevimenti, eventi e lezioni di italiano in collaborazione con alcune istituzioni italiane. L’Italo Canadian Cultural Society Victoria BC, fondata 33 anni fa, promuove la cultura italiana e il patrimonio canadese. Il suo presidente, Domenico (Nico) Trombetta, di Santa Caterina dello Ionio, Calabria, spiega che gli italiani gestiscono molte imprese di rilievo nel settore edile, della gestione degli immobili, in quello alimentare e della ristorazione. Alcuni hanno messo su un impero come Oreste Fanucchi, la cui Namdor Rein-

44

Victoria photos by Francesca Foschi Mitchell

Victoria Empress Harbour


Remembering Those We’ve Recently Lost With Honour And Grace Onofrio Suppa

Mario Capo

Anthony Mossa

Donato Di Simone

Dante Scameroni

Angeliki Constantinou

Marianna Grassa

Rosa Maria Claudino

Algisa Chiavaroli

Iolanda Gallucci

Antonio Gomes

Francesca Leo

Vincenzo Agro

Pietro Bucciacchio

Kathy Marie Angus

Angelo Scorcia

Giuseppe Magnoli

Brasilina La Rosa

Nick Giuseppe Pasquale Rozalia Bicski

Libertad Jorda

Maria Biondi

Maria Tassone

Bruna Ierulli

Jose Bettencourt

Vasiliki Apostalakos

Giovanni Lamenza

Flora Zangolli

Silvio Staffetta

Pasquale Belsito

Fernando Tilli

Matilde Carino

Anna Delgrosso

Giuseppina Scaramuzzo Francesco Cribari

Antonio Schiavo

Vittoria Della Camera

Dante Pichelli

Graziano Gagliardi

Olmitella Miele

Rustam Khan

Giuseppina Carinci

Michele Albanese

Maria Rende

Alvaro Silva Pereira

Giuseppe Alati

Rosalia Casuscelli

Cristina Spensieri

Rosalia Capistrano

Ulderico Farelli

Dora Di Donato

Antonio Ruffolo

Maria Lykos

Francesco Riga

Antonia Grande

At Bernardo Funeral Homes our family and staff are dedicated to serving the community with refined professionalism and distinction devoting personal care to you, to all the details and to your family at a time of great need

BERNARDO FUNERAL HOMES 2960 Dufferin St. • Toronto, ON (416) 789-7661

www.bernardofuneralhomes.com

855 Albion Rd. • Toronto, ON (416) 747-7231


crucial businesses in the construction forcing Steel è un’impresa leader and property management industry, the in tutta l’Isola di Vancouver nel food and restaurant industry; and other settore delle strutture di rinforzo sectors. Some have built a business emin cemento e del ferro battuto. pire, like Oreste Fanucchi: his Namdor La presenza degli italiani è Reinforcing Steel is a leader in concrete considerevole anche per quel che reinforcement and ironwork throughriguarda la vita culturale. Scultore, out Vancouver Island. tenore e uomo eclettico, ArmanItalians are also a strong presence do Barbon, nato a Treviso, è stato in the city’s cultural life. Sculptor, per anni idraulico e proprietario tenor, and Renaissance man Armandi un’attività prima di diventare do Barbon, born in Treviso, was a allievo del professore Romano Luplumber and business owner for years cacchini dell’Accademia di Belle before becoming a student of profesArti di Firenze e frequentare corsi sor Romano Lucacchini at the Flora Pietrasanta, in Toscana (centro ence Academy of Arts and attenddi spessore mondiale per gli British Columbia Parliament Buildings, Victoria, BC ing courses in Pietrasanta, Tuscany, (a scultori). Proprietario dello Studio world centre for sculptors). He owns 37, le sue sculture sono esposte Studio 37, and his sculptures are on in aree pubbliche di Victoria, display in public places in Victoria, Sidney ed altre città dell’isola. Sidney, and other island cities. The L’Autorità portuale di Halifax gli Halifax Port Authority commissioned ha commissionato “La Statua “The Emigrant Statue,” placed at Pier dell’Emigrante” collocata al Pier 21. Internationally acclaimed harpsi21. Clavicembalista, organista chordist, organist and music director e direttore d’orchestra di fama Marco Vitale settled in Victoria in internazionale, Marco Vitale si 2021 when he was invited to organize è trasferito a Victoria nel 2021, a series of workshops on Denman Isinvitato a organizzare una serie di land. “I went on a tour of Vancouver laboratori sull’isola di Denman. Island and decided to settle in this “Ho fatto un tour di Vancouver e city. I am Sicilian; I like living on ho deciso di trasferirmici. Sono sian island,” says Vitale, current musiciliano: mi piace vivere su un’isola” Marco Vitale, 1977 cal director of St. Barnabas Anglican spiega Vitale, attuale direttore Church, Denman Baroque Music Fesd’orchestra della chiesa anglicana tival, and Capriccio Vocal Ensemble. di St. Barnaba, del Festival di “I went on a tour of Vancouver Island and The Empress Hotel and the Parliamusica barocca di Denman e del decided to settle in this city. I am Sicilian; I like Capriccio Vocal Ensemble. ment Building are the most recognizable city landmarks, but the Italian commuSebbene l’Empress Hotel e il living on an island,” says Vitale. nity can brag about another icon. YolanPalazzo del Parlamento siano i siti da Pagnotta McKimmie, a semi-retired storici più distintivi della città, la teacher, is the longest-serving Honorcomunità italiana può vantarsi di “Ho fatto un tour di Vancouver e ho de- un’altra icona. Yolanda Pagnotta ary Consul of Italy in all of Canada. In recognition of over 60 years of service ciso di trasferirmici. Sono siciliano: mi piace McKimmie, insegnante semipenin Vancouver Island, McKimmie was sionata, è la console onoraria vivere su un’isola” spiega Vitale. knighted with the Order of Merit of d’Italia con più anni di anzianità the Italian Republic and is a Knight and di tutto il Canada. In riconosciCommander of The Order of the Star of mento di oltre 60 anni di servizio Italy. Born in Domanico, near Cosenza she came to Canada sull’Isola di Vancouver, McKimmie è stata nominata cavaliere e commenin 1958 as a Canadian citizen, and soon got involved in comdatore dell’Ordine della Stella d’Italia. Nata a Domanico, vicino a Cosenza, munity activities. A Victoria co-founder and president of the è venuta in Canada nel 1958 come cittadina canadese e sin da subito si è Multicultural Women Association, the Canadian Citizenimpegnata nelle attività della comunità. Cofondatrice e presidente della ship Council, and the Inter-Cultural Association, McKimMulticultural Women Association, del Canadian Citizenship Council, e mie was the driving force behind many initiatives. She started dell’Inter-Cultural Association di Victoria, McKimmie è stata la forza motrice and taught Italian language courses in Vancouver Island and di molte iniziative. Ha avviato e insegnato corsi di lingua italiana sull’Isola is the president and founder of Vancouver Island Children di Vancouver ed è presidente e fondatrice del Vancouver Island Children International Summer Village. She is now spending more International Summer Village. Che oggi trascorre più tempo con la propria time with her multi-generational family but is still active. “I famiglia multigenerazionale, continua comunque ad essere attiva. “Non am not ready to quit working and just put my feet up,” she sono pronta ad abbandonare il lavoro e a prendermela comoda” racconta. states. “When people ask me how old I am, I simply reply; ‘I “Quando le persone mi chiedono quanti anni abbia, rispondo sempliceam old enough!’” mente: Non abbastanza!”.

46



False Negative, Twice as Strong Falso negativo, due volte più forte Silvana Tibollo’s breast cancer journey Il viaggio attraverso il cancro al seno di Silvana Tibollo

BY - D I J U L I A P E N N E L L A

“ It really came out of nowhere. I’d had a mammogram five or six months [before] and everything was clear,” she recalls.

W

hen visiting the doctor, we are often subjected to routine medical examinations that result in our bodies being poked, prodded and squeezed. We all hope for that clean bill of health and, when we get it, we often take our doctor’s word for it. But what do you do when your body is telling you something else? What happens when standard medical tests fail to detect you have cancer? This was the reality for Silvana Tibollo not once, but twice. In 2012, at the age of 55, Tibollo was diagnosed with stage three breast cancer. Receiving this life-changing diagnosis came as a complete shock to her and her family, especially since nothing had come up on her routine mammogram a few months earlier. “Your initial reaction is very shocking. Nobody in my family had breast cancer before me. It really came out of nowhere. I’d had a mammogram five or six months [before] and everything was clear,” she recalls. According to the National Cancer Institute, mammograms miss about 20% of breast cancers that are present at the time of screening. Tibollo was part of that minority that fell through the cracks with a false negative mammogram result.

“È spuntato proprio dal nulla. Avevo fatto una mammografia cinque, sei mesi prima ed era risultata negativa” ricorda.

D

urante le visite mediche, veniamo spesso sottoposti a esami di routine che prevedono che il nostro corpo venga pungolato, punzecchiato o spremuto. Tutti speriamo di ricevere buone notizie e quando succede, prendiamo spesso per buona la parola del medico. Cosa succede però quando il corpo ci dice qualcos’altro? Cosa succede quando gli esami medici standard non riescono a rilevare il cancro? È proprio questo ciò che è successo a Silvana Tibollo, non una ma ben due volte. Nel 2012, a 55 anni, Tibollo ha ricevuto una diagnosi di cancro al seno al terzo stadio. Ricevere questa diagnosi che cambia la vita fu uno shock totale per lei e per la sua famiglia, soprattutto alla luce del fatto che durante la mammografia fatta qualche mese prima non era risultato nulla. “La reazione iniziale è di vero shock. Nessuno in famiglia aveva avuto il cancro al seno prima di me. È spuntato proprio dal nulla. Avevo fatto una mammografia cinque, sei mesi prima ed era risultata negativa” ricorda. Secondo l’Istituto Nazionale per il Cancro, le mammografie non rilevano il 20% dei casi di cancro al seno presente al momento degli esami. Tibollo faceva parte di quella minoranza che riceve un falso negativo dopo una mammografia. Per fortuna, fu un’ecografia a rivelarlo e a salvarle la vita.

48



Photo by Luigi Pullano Photography

Luckily, it was an ultrasound that picked something up and saved “Avvertivo una forte tensione nella spalla e al braccio, così andai her life. dal medico. Sapeva che di recente avevo fatto una mammografia “I had a really tight stretch in my shoulder and my arm so I ma mi mandò a farne un’altra, aggiungendo questa volta anche went to see my doctor. He knew I’d [recently] done a mammogram un’ecografia. Come previsto, eccolo lì ad attendermi: cancro al but sent me to do another and this time an ultrasound as well. seno al terzo stadio. Sure enough. There it was waiting for me: stage three breast cancer “I miei linfonodi ne erano coinvolti. Il dottore [mi disse] che diagnosis.” era maligno e che avrei cominciato la chemioterapia [immediata“My lymph nodes were affected. The doctor [told me] it was mente]” racconta Tibollo. Nonostante la difficoltà di dare la notizia malignant and that I was starting chemo [immediately],” says in famiglia, ricevette immenso amore e sostegno durante il viaggio Tibollo. Sharing the news with her family was difficult, but she attraverso il cancro al seno. Alla fine, dopo una mastectomia parreceived endless love and support from them during her breast ziale, otto mesi di chemioterapia e 46 cicli di radiazioni, ricevette la cancer journey. Finally, after a lumpectomy, eight months of chediagnosi che desiderava: “Niente più cancro”. motherapy and 46 rounds of radiation, she received the diagnosis Undici anni dopo, Tibollo riflette sulla diagnosi: niente più canshe had been waiting for: “You’re cancer free.” cro. “È vero che non ce l’hai più? No. Significa che lo abbiamo reso Fast forward 11 years; Tibollo latente”. has been reflecting on her “cancer Nel 2022, 10 anni dopo free” diagnosis. “Does it actually la sua prima diagnosi e mean you’re free of cancer? It una serie di controlli di doesn’t. It means that we’ve put routine, Tibollo ha ricevuto the cancer to sleep.” una diagnosi di cancro In 2022, 10 years after her inial seno al quarto stadio tial diagnosis and a few months estesosi al fegato. Ancora after her routine check-up, Tiuna volta, la mammograbollo was diagnosed with stage fia di routine non aveva four breast cancer that moved to rivelato alcuna anomaher liver. Once again, her routine lia. Al contrario, è stata mammogram didn’t pick up any un’ecografia fatta dopo abnormalities. Instead, it was an essersi fratturata le costole ultrasound she had done after a far identificare una massa fracturing her ribs which helped addominale. “La sola cosa identify an abdominal mass. “The che mi ha fatto arrabbiare only thing I was really upset with è stata che ho fatto 10 Rohan Negandi, Frances Tibollo (Associate Minister of was how do you go through 10 anni di mammografie per Mental Health & Addiction), Michael Tibollo, Silvana Tibollo, years of a doctor making you go richiesta del medico [e non Michael Tibollo Jr. and Mercedes Tibollo for an annual mammogram [and è stato rilevato nulla]!”. it didn’t detect anything]? Why Perché nessuno mi ha fatto wouldn’t anybody have sent me for an ultrasound?” she wonders. fare un’ecografia? “Sono state quattro costole fratturate a salvarmi “Fracturing four ribs actually saved my life.” la vita”. Following the ultrasound, Tibollo underwent a liver biopsy, which Dopo l’ecografia, Tibollo ha subito una biopsia al fegato, dalla showed the stage four cancer was inoperable. Since September, she quale è emersa l’inoperabilità del cancro. Da settembre, si sothas been undergoing aggressive chemotherapy treatments to shrink topone a una chemioterapia aggressiva per far ridurre le masse the tumors. tumorali. “Thank goodness for my family because they’ve been extremely “Per fortuna c’è il grande sostegno della mia famiglia. Ognuno supportive. Everyone takes on a different role in terms of who si occupa di qualcosa: chi mi accompagna agli appuntamenti e takes me to appointments and who’s looking after my diet,” she chi si occupa della mia dieta” racconta. “Le infermiere e i medici says. “The nurses and doctors that work in those departments in che lavorano in quei reparti d’ospedale, che Dio li benedica per il hospitals, God bless them for the work that they do…[And] thank lavoro che fanno…[E] per fortuna ci sono la ricerca e il lavoro dei goodness for the research and work that our doctors and researchnostri medici e ricercatori grazie ai quali il cancro al seno è certaers do, because breast cancer, from what it was 30 or 40 years ago, mente cambiato rispetto a 30-40 anni fa”. has certainly come a long way.” Tibollo condivide la propria storia con organizzazioni e associTibollo is sharing her story with organizations and charities like azioni benefiche come la After Breast Cancer. Incoraggia le persone After Breast Cancer. She is encouraging people to ask questions a porre domande sulla propria salute, a pretendere autonomia about their health, claim autonomy over their healthcare decisions sulle decisioni che riguardano la propria salute e a conoscere and explore the role diet plays. Based on her own breast cancer l’importanza della dieta. Considerata la propria esperienza con il journey, she is also a strong advocate for pairing ultrasounds with cancro al seno, si batte inoltre affinché venga abbinata un’ecografia annual mammograms. alla mammografia. Tibollo remains optimistic: “This is a lifelong journey. And Tibollo rimane ottimista: “È un viaggio che dura una vita. ConI’m going to be here for as long as whoever put me on this earth tinuerò ad esserci fin quando chiunque mi abbia messo sulla terra decides because I’ve got some unfinished business to take care of, lo vorrà perché ci sono ancora, questo è certo, delle faccende di that’s for sure.” cui devo occuparmi”.

50



ADVERTORIAL

Plâtrier Élite /Elite Drywall Finishing

Mike Fournier and Franca Iaconis

Revolutionizing the plastering industry

In

June of 2019, after 25 years in the finance industry, Franca Iaconis, and her husband Mike Fournier, started Platrier Elite, a plastering company specializing in commercial and high end residential projects. “We decided to fulfill our dream of creating a company where employees are valued and recognized, all while changing the narrative in the plastering industry in Montreal,” says Iaconis. Born and raised in the Papineau/Villeray district of Montreal, Iaconis carries with her the principles of respect and appreciation towards those who surround her. These values were instilled by her parents, who remain a great source of inspiration. Iaconis’ parents are originally from San Giovanni in Fiore, Cosenza, in Calabria. “My mother Rosa came here on a boat that landed at Pier 21 and didn’t even have money for bread,” she explains. “My father Salvatore worked in different countries all over Europe, got deported from Canada, came back legally and raised three daughters by threading a needle and sewing thousands of kilometers of thread so I could one day have the life that I have.” Born in Magog, Quebec, Fournier’s family has Canadian roots that go

back many generations. His family has been in the drywall industry for decades. His journey in the construction industry started in 1994 in the United States. He started working in interior systems and plastering in the New England area. After six years working south of the border, he moved back to his native Quebec in the early 2000s, where he continues to specialize in his craft. Fournier has had an unwavering passion for plastering since he first picked up a trowel over 25 years ago. “Platrier Elite is a company that offers old world quality with today’s ingenuity, delivering the highest qualRosa Lopez and Salvatore Iaconis on their ity finishes,” he says. “No one is doing wedding day in Montreal. Origins from San what we are doing on this scale; we are Giovanni in Fiore, provincia di Cosenza (Calabria)

52


in a class of our own, competing against ourselves.” Platrier Elite is revolutionizing the industry by using the latest tools and technologies that allow an apprentice with no experience to deliver work at a professional level fresh out of trade school. This increases efficiency and decreases the number of hours spent on jobs. This translates into competitive pricing, while increasing the precision and quality of the work. “We are continually exceeding our client’s expectations and treating our employees with dignity and respect, like family,” he adds. In Quebec, there is a stigma around automation in the construction industry. “People are scared of [automation], and we are out there, every day, fighting against that,” says Fournier. “I can’t count how many times I have been approached on the job and other plasterers have asked me if [the machinery] does a good job. I’ll show them and they are blown away at how fast and efficient our way of working is.” Platrier Elite’s mission is simple: to be the fastest with the best quality work. Anything less than that is unacceptable for both co-founders.

“We are continually exceeding our client’s expectations and treating our employees with dignity and respect, like family.” Maintaining such a high level of efficiency requires constant research into what works and what doesn’t. “My garage is full of tools that didn’t live up to the hype and aren’t good enough for the Platrier Elite way of doing things,” says Fournier. As much as Platrier Elite is changing the narrative in the plastering industry in Montreal, its main focus centers around how employees are treated. “We pride ourselves on doing better than the companies that we have worked for in the past,” states Iaconis. “We care genuinely about each person that works for us and want to see them reach their full potential.” Aside from having the full support of their respective families, Fournier and Iaconis have also included their families in their company. They have six relatives involved with the business, from administrative work, to apprentices and even a site foreman. “We have grown this thing around people we love and we can trust,” explains Iaconis. In less than four years, this has proved to be a winning formula. The couple happily get up at 4 a.m. every morning and go to work doing a job they love. They have a business they are proud of and continue to build their own version of the Canadian dream together. Today, Platrier Elite employs nearly 30 workers and is branching out in other sectors of the construction industry such as Interior Systems. If you know anything about Mike and Franca, their new venture “Poseur De Système Intérieur Élite”, will be a company to keep an eye out for in the years to come.

CIBC Cancer walk for the cure 2022

NOUS EMBAUCHONS

514-462-9567

TIRAGE DE JOINTS COMMERCIAL

RBQ: 5773-6159-01

To offer your candidature at Plâtrier Élite, please contact platrierelite@gmail.com and follow us on Instagram/Facebook/Tik Tok

53


LIVINGITALIANSTYLE MELISSA SOLDERA Nickname: Mel Occupation: Digital marketing agency owner of Style Society and part-time Instagrammer/YouTuber (@melissasoldera) Age: 38 Generation: Second Dad from: San Fior (Treviso), Veneto Mom from: Bassano del Grappa (Vicenza), Veneto Raised in: Montreal, Quebec Speaks: Italian, English and French If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? My nonna’s cannelloni What’s an Italian tradition you want to carry on? I would like to carry on being a tight knit family and getting together to have huge meals once a week. What advice would you give five-year-old you? Stop trying to fit in and shine. I grew up downtown as one of the only Italian kids in the neighbourhood and I wanted to fit in with all the other kids so badly. I remember asking my mom to make me ham sandwiches for my lunches to be like everyone else. None of the kids at my school knew what rabbit and polenta was, and I always had to explain what my meals were. I think back on it now and I love that our parents raised us the way they did. Who are you named after? My mom’s mom Favourite Italian expression and why: “Meglio soli che mal accompagnati.” This has been very relevant to me through my entire life and has made me feel better about some pretty rough situations.What do you want your legacy to be? I want to leave this world knowing that I helped and made the lives of people I knew and loved better. I want my daughter to be proud of the person I am. What makes you most proud to be Italian-Canadian? The family values are probably something I’m most proud of. It’s definitely something that stands out living in Canada. I love that people think it’s weird that I see my parents almost every day, but to Italians it’s completely normal.

Makeup: Bianca Delle Donne Photographer: Alessia Pizzanelli Photo assistant: Anthony Liscio Studio: HAVEN creative space

54


ANGELO DI LAURO Nickname: Ang, ANGCUTS Occupation: Barber Age: 25 Generation: Third Dad’s side from: Ripabottoni (Campobasso), Molise Mom’s side from: Lauro (Avellino), Campania and Domanico (Cosenza), Calabria Raised in: Montreal, Quebec Speaks: English, French, Italian, Spanish If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? Definitely pizza from Naples What’s an Italian tradition you want to carry on? Making our famous soppressata, probably the best out there! What advice would you give five-year-old you? Enjoy the little things and don’t try to fit in and be cool. Be yourself and don’t be afraid to fail, just get back up and try again. Who are you named after? I’m named after my Nonno Angelo Favourite Italian expression and why: “Fra” and “bro”. Saying these expressions became like second nature. I guess it reminds you that you’re Italian. What do you want your legacy to be? To inspire people one haircut at a time What makes you most proud to be Italian-Canadian? It’s the culture and values that I was taught, and the opportunity I was given thanks to my grandparents who immigrated to Canada.

55


FRANCESCA FANTETTI

Makeup: Katelyn Spencer Photographer: Bruna Rico

Nickname: Franchess or Chesca Occupation: Architecture and design Age: 25 Generation: Third Dad’s side from: Bonefro (Campobasso), Molise Mom’s side from: Agropoli (Salerno), Campania Raised in: Bolton, Ontario Speaks: English If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? My Nonna Anna’s pizza and my Nonna Elisa’s Sunday pasta, specifically her lasagna. What’s an Italian tradition you want to carry on? Making sugo every year with the family What advice would you give five-year-old you? To believe in who I am no matter how others might make me feel, to be confident and live unapologetically. I would remind myself that I am enough and capable. Who are you named after? My name was chosen by my mom, who not only thought it was important to maintain our Italian heritage, but envisioned her daughter to be just as elegant, sophisticated and individual as the name reflects. Favourite Italian expression and why: “Se metti il piede su ogni pietra, non arriverai mai a casa” (if you put your foot on each stone, you will never arrive home). This quote has been said time and time again by my Nonna Anna throughout many difficult points in my life. She reminds me to not dwell on the negative or insignificant, but rather remember what matters most. It’s okay to not stress over things that do not serve you any good. Focus on your strides and where you choose to place your foot, only then can you reach your destination. What do you want your legacy to be? I hope the individuals in my life will remember me for how I lived being true to myself and for my values, while treating others with dignity, patience, fairness and love. I hope to leave a positive legacy on all the lives that I will touch or pass me by. What makes you most proud to be Italian-Canadian? I am proud of our dominance and national influence in cuisine, art, music, fashion, architecture, construction, history and much more. Growing up in a small Italian-Canadian community, I am proud to be a part of a culture that has worked so hard for a better life and who would do anything for the people they love. Italians have a strong sense of togetherness, support and respect for one another. I believe we are united from this and make the world a stronger place.

56



MICHAEL ROBERT FALLONE Nickname: Mike Occupation: Commercial real estate lawyer Age: 28 Generation: Third Dad’s side from: Cattolica Eraclea (Agrigento), Sicily and Sora (Frosinone), Lazio Mom’s side from: Bari, Puglia Raised in: Woodbridge, Ontario Speaks: English If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? My nonna’s pasta e fagioli What’s an Italian tradition you want to carry on? I believe the classic Sunday family lunch/ dinner is an important Italian tradition to pass on. I would also like to pass on the tradition of making Italian sausage with my nonno. What advice would you give five-year-old you? Health and family are the most important things in life. Maybe I’d give some investment advice, like to buy Bitcoin and sell before 2022. Who are you named after? Michael Corleone from The Godfather Favourite Italian expression and why: “Salute”. In my opinion, there is no better way to end a family toast. What do you want your legacy to be? My family contributions would be my most important life accomplishment. Supporting my future children, spouse and grandchildren, as well as my parents, siblings and grandparents is how I wish to be remembered. What makes you most proud to be Italian-Canadian? Many Italian immigrants (especially from the south of Italy) were discriminated against in the early to mid-1900s. Despite this discrimination, they persevered through hard-work and created a better life for the generations that followed.

58



ADVERTORIAL

Photo by Michelle Jobin

“If you love historic art and architecture, Genoa is worth visiting especially for the Palazzi dei Rolli, the gilded and magnificent palaces built by the wealthy merchant class of the late 16th and 17th centuries. ” Piazza De Ferrari, Genoa

Last October Genoa hosted the 10th edition of Mirabilia, a convention on cultural tourism for the promotion of the territories and the UNESCO sites of Italy. ICCO Canada, in collaboration with Promos Italia was present at the event to promote investment opportunities and new tourist destinations in the Liguria region. TV Personality, producer and writer Michelle Jobin travelled to Genoa for us to discover some of the hidden gems of the Italian Riviera.

BY M I C H E L L E J O B I N

The Case for a Ligurian Getaway

F

rom the lush and luxe shores of Portofino to the bustle of Genoa that has built up around marvels of art and architecture, there is so much to love about the Liguria region of Italy. After my experience there this past October, I’m here to tell you to add the Italian Riviera to your itinerary the next time you visit Italy. I must admit, I feel a little shy about writing about Italy for Italian-Canadian readers. But from my outsider’s perspective it seems to often be overlooked for places like Rome, Tuscany, Venice, and so on. And thanks to the resounding success of the most recent season of The White Lotus, bookings for Sicily are going to be a hot commodity. If you want to travel a path that’s more under the radar (read: less crowded and touristy) in 2023, Liguria has so much to offer. One of the first words that comes to mind when I think of Genoa is layers. With first settlements dating back to pre-Roman times in the 4th, or 5th century B.C., it is a city that has endured the rise and fall of numerous empires and political dynasties, even

when that has meant rebuilding after destruction (both the Second Punic War and World War II were particularly unkind). Throughout it all, Genoa’s crucial position as a port on the Mediterranean has remained, and as such it has seen many seasons where it flourished. These layers are most apparent when strolling Genoa’s streets - from winding mazes of medieval alleyways (​​or caruggi to the locals), to the grand Strade Nuove of the 16th century, many marvels of Gothic, Renaissance and Baroque architecture coexist. Bring your comfiest shoes - walking is a great way to see what is a relatively steep city at times. From those old alleyways, to the shops of Via XX Settembre or to the Porto Antico to take in the seaside and some modern developments, including the Aquarium of Genoa. If you love historic art and architecture, Genoa is worth visiting especially for the Palazzi dei Rolli, the gilded and magnificent palaces built by the wealthy merchant class of the late 16th and 17th centuries. There are 100 of these marvels in Genoa, and 42 of them have been designated UNESCO World Heritage Sites. There is no better time to experience Genoa’s palazzi than to visit

60


Photos courtesy Italian Chamber of Commerce of Genoa

Porto Antico, Genoa

Portofino

during the biannual Rolli Days, when these residences of the Genoese aristocracy between the sixteenth and eighteenth centuries (many of them privately owned now) are open to visitors. It’s an incredible opportunity to discover the beauty and magnificence of this golden period in Genoa’s history, while enjoying all that the city currently has to offer. Beyond Genoa, the Liguria region has so much to offer, so I encourage you to take a day (or three) to go a little further afield - just 35 kilometres - to Santa Margherita Ligure. Surrounded by green hills ripe with olive trees and vineyards and situated on the Gulf of Tigullio, it’s a beautiful, relaxed, seaside spot. The harbour is lined with a rainbow of historic pastel buildings and palm trees, serving up charm in abundance. From there, the famous village of Portofino is either a short ferry ride or a longer walk, with both options being very scenic. I don’t think I’ve ever felt more glamorous than I did approaching the legendary port by boat, the soft breeze off the Ligurian Sea rippling through my hair, like so many icons of the past and present have done. It is quite the experience. Wherever you are in Liguria, food is sure to be an exciting part of your journey. This region is of course home to pesto, which seems so

appropriate given the green hills that surround the region. I can promise that I have never quite had pesto as delicious as what was freshly made for me at Il Genovese in Genoa. Wandering along the Porto Antico one afternoon, I was thrilled to stumble upon the tiny Friggitoria San Giorgio, serving up calamari fritti, panissa (chickpea fries) and other delicious things in paper cones. It was the perfect little lunch for strolling along by the water on a sunny afternoon, followed by a spritz at one of Genoa’s many inviting cafés. A standout for me amongst Ligura’s culinary richness is Manuelina Ristorante in nearby Recco. It is well-known for good reason - especially for regional specialties focaccia di Recco with cheese and pansoti (pasta stuffed with ricotta and greens) with walnut sauce. Months after dining there, I’m still thinking of both of these dishes. If anyone is making them in Toronto, I would love to know. Or perhaps I just need to book a flight. It’s tempting, isn’t it? Lounging seaside, sipping on a spritz or glass of wine, perhaps indulging in a plate of the most delicious pansoti. Or getting a peek inside the most gilded and exclusive palaces of Genoa’s Republican age. Dreamy, to be sure. All of these reasons, and more, to add Liguria to your itinerary the next time you visit Italy.

For more details: Aquarium of Genoa https://www.acquariodigenova.it/en/ Palazzi dei Rolli https://www.visitgenoa.it/en/rolli UNESCO World Heritage Sites https://whc.unesco.org/en/list/1211/ Rolli Days https://www.visitgenoa.it/rollidays-online/ Liguria region https://lamialiguria.it/en/start-from-here/

The Italian Chamber of Commerce of Ontario Canada (ICCO Canada) is an independent, non-profit business organization whose aim is to enhance and promote investments, trade and cultural alliances among visionaries, entrepreneurs, and global organizations in Canada and in Italy. Promos Italia is the national agency of the chamber system that supports Italian companies in the processes of internationalization and supports institutions in the development of the local economy and in the enhancement of the territory.

Il Genovese https://www.ilgenovese.com/ Friggitoria San Giorgio https://sangiorgiofritto.eatbu.com/?lang=en Manuelina Ristorante https://www.manuelinaristorante.it/

61


TRAVEL

Double the Culture Cultura al quadrato photos by Fabio Toschi

Santa Maria Maggiore Basilica in Bergamo.

Silvana Longo Travel Editor

Bergamo & Brescia finally get their moment in the spotlight Finalmente i riflettori puntano su Bergamo e Brescia

It’s

safe to say we all remember the moment the World Health Organization declared a global pandemic on March 11, 2020. Where you were, who you were with, the sudden burst of thoughts and emotions that the declaration thrust upon you. Suddenly confined to an inordinate amount of time at home, in between the blur of Netflix bingeing and Zoom meetings, I remember watching the news, incredulous of how severely the Lombardy region was affected by the pandemic, in particular two cities relatively unknown outside of Italy: Bergamo and Brescia. Those hard-hitting scenes of countless trucks transporting an unspeakable drove of the dead to crematoriums in nearby cities—personally, it is one of those indelible moments forever etched in my reservoir of pandemic memories. Those two cities which were put on the international map during a tragedy have fortunately risen from the ashes after three years and are jointly celebrating their title as Italian Cultural Capital this year. The Italian Government awarded the honour to two cities united in their desire to “Grow Together” for the first time since the initiative launched in 2014. The merging of two centres with two million residents between them, about 40 minutes apart, into

Si

può affermare con sicurezza che tutti ricordiamo il momento in cui, l’11 marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia mondiale. Dove ci trovavamo, con chi, l’improvvisa esplosione di pensieri ed emozioni suscitatici da quella dichiarazione. Confinata all’improvviso a casa a tempo indeterminato, in bilico tra la realtà offuscata di Netflix e delle riunioni su Zoom, ricordo ancora la mia incredulità mentre guardavo le notizie che riportavano gli effetti devastanti della pandemia sulla Lombardia, e in particolare su due città piuttosto sconosciute all’estero: Bergamo e Brescia. Per quel che mi riguarda, quelle scene crude della fila infinita di camion che trasportavano un’inenarrabile fila di morti ai crematori delle città limitrofe, sono uno di quei momenti indelebili che rimarranno per sempre incisi nei miei ricordi legati alla pandemia. Per fortuna, dopo tre anni, quelle due città, che la tragedia aveva collocato sulla mappa internazionale, sono risorte dalle ceneri per celebrare insieme il titolo di Capitale Culturale d’Italia di quest’anno. Il governo italiano ha concesso l’onore a due città accomunate dal desiderio di “Crescere Insieme” per la prima volta dal primo lancio dell’iniziativa nel 2014. Il confluire dei due centri, con un totale di due milioni di residenti e distanti circa 40 minuti l’uno dall’altro, in un’unica, florida metropoli è destinato a rivelarsi il Rinascimento di Bergamo e

62


Photos by Fabio Toschi

Piazza Duomo at night

one single thriving metropolitan is slated to be Bergamo’s and Brescia’s Renaissance, thanks to the firm determination of their respective mayors. Giorgio Gori (Bergamo) and Emilio Del Bono (Brescia) put forward the unique proposal devised to relaunch the two Lombardian cities after the dramatic pandemic crisis. United in changing the territory through culture, the tagline for these two northern Italian cities rich in history, culture, art, nature and landscape is “Pop the Bubble” (Esci dalla Bolla) inviting people to come and discover the abundance of hidden treasures in these up-until-now satellite cities that have always been in the shadow of major destinations like Milan and Lake Como. The packed program this year of 100 major projects and 500 initiatives spanning art exhibitions, music festivals, public square installations, opera performances, re-openings of historical museums and art galleries, will make both locations a not-to-be-missed destination when in Lombardy in 2023 and beyond. In this issue, we travel to the bi-cultural capital (two cities less than one hour’s drive apart) and uncover a few of its countless gems. Whether you visit this year while they hold the cultural spotlight or not, you won’t be hard-pressed to satisfy your love of culture, art, history and theatre, all while enjoying a delectable local gastronomy and raising your glass to a thriving enological tradition. Contributor Maureen Littlejohn explores the sparkling region of Franciacorta in the Brescian province, surrounded by dense woodlands and soaring peaks, at the foothills of Lake Iseo. It is a nature lover’s paradise complete with hiking and cycling trails—a veritable playground for outdoor enthusiasts and dolce far niente travellers alike.

di Brescia, grazie alla forte determinazione dei due rispettivi sindaci. Giorgio Gori (Bergamo) ed Emilio Del Bono (Brescia) hanno avanzato l’insolita proposta decisi a rilanciare le due città lombarde dopo la drammatica crisi della pandemia. Accomunate dal desiderio di trasformare il territorio attraverso la cultura, lo slogan delle due città settentrionali, ricche di storia, cultura, arte, natura e paesaggio, è: “Esci dalla bolla!”. Si tratta di un invito a recarvisi e scoprire i numerosi tesori nascosti di queste due città fino ad oggi satellite, perché da sempre nell’ombra di destinazioni maggiori come Milano e il lago di Como. Il fitto programma di quest’anno con 100 progetti maggiori e 500 iniziative che vanno dalle mostre, ai festival musicali, alle installazioni nelle piazze, alle rappresentazioni liriche e alla riapertura di gallerie d’arte e musei storici, le rende due destinazioni imperdibili se vi trovate in Lombardia a partire dal 2023. In questa uscita, visiteremo la doppia capitale della cultura (due città a meno di un’ora di macchina l’una dall’altra) e scopriremo alcune delle loro innumerevoli perle. Che le visitiate quest’anno sotto la luce della ribalta culturale o meno, non vi verrà per nulla difficile saziare il vostro amore per la cultura, l’arte, la storia e il teatro, il tutto mentre vi godete una squisita gastronomia locale e brindate a una florida tradizione enologica. La collaboratrice Maureen Littlejohn esplora il territorio spumeggiante della Franciacorta nella provincia bresciana, circondata da fitti boschi e picchi vertiginosi, alle falde delle colline del lago Iseo. È il paradiso degli amanti della natura, con tanto di percorsi ciclabili e per l’escursionismo: un vero parco giochi sia per gli appassionati della vita all’aria aperta che per gli amanti del dolce far niente.

BERGAMO Deep roots

BERGAMO

Originally named Bergomum, which literally means a mountain (berg) with a house on top (heim), the picturesque city on a hill is built on Celtic remains. From Romans, Lombards to the Venetian Republic, there is a rich layering of influences, ages and cultures that pervade this ancient city divided between an upper and lower town.

Radici lontane Chiamata in origine Bergomum, che significa letteralmente montagna (berg) con una casa in cima (heim), questa città pittoresca arroccata su una collina sorge su rovine celtiche. Dai Romani ai Longobardi alla Repubblica di Venezia, sono numerose le influenze, epoche e culture che pervadono quest’antica città divisa tra la parte alta e quella bassa.

63


TRAVEL

Città Alta, Bergamo

Steep stairway to heaven: Città Alta Connecting the two distinct neighbourhoods is the San Vigilio Funicular, which is 128 years-old and travels at a 52% slope, offering inspiring views from unique vantage points. Città alta is the charming medieval part of Bergamo encircled by 16th century Venetian walls soaring 50 metres high in areas. Declared a UNESCO World Heritage site in 2017, one of the many cultural acknowledgments Bergamo Mayor Giorgio Gori took under his wing to enhance the city since elected consecutively in 2014 and 2019. The Venetian walls have four gates: Porta San Lorenzo, Porta Sant’Agostino, Porta Sant’Alessandro and Porta San Giacomo. The gates were all named after neighbouring churches, except for the Porta Sant’Agostino. Built in 1561 by the Republic of Venice, a defensive fortification prepared to face enemy attacks, the city never underwent any type of siege, which is probably why they have remained almost intact to this day. You can choose to ascend onto upper Bergamo by foot provided you’re wearing proper shoes. You can start your climb at several different points; the most scenic is the old stone staircase to the left of the Bergamo Funicular. The stairs will lead to a ramp that takes you through the famous San Giacomo Gate (Porta San Giacomo) that used to be the entrance to Bergamo for those who came from Milan. However you choose to get there, the panoramic views of the lower town and countryside are stunning. Cobblestone alleys, countless Roman ruins, Renaissance churches and neo-classical facades overlook Piazza Vecchia, built on the site of the ancient Roman forum. It’s a romantic setting that beckons to stop for un gelato alla stracciatella at the historic Pasticceria La Marianna, where the flavour was invented in 1961. Just north of there is Palazzo Nuovo, which houses the Angelo Mai Library, designed in the early 17th century and completed in 1958. Don’t miss the Venetian-Gothic marvel, Palazzo della Ragione, a former town hall turned courthouse as far back as the 12th century. Just behind it is Piazza Duomo, where you will find two important churches: Bergamo Cathedral and the opulent Basilica di Santa Maria Maggiore. In the same piazza, there’s the

Una scala ripida verso il cielo: Città Alta A connettere i due quartieri c’è la funicolare San Vigilio che, attivata 128 anni fa, viaggia con una pendenza del 52%, offrendo panorami suggestivi da punti d’osservazione unici. Città alta è l’affascinante parte medievale di Bergamo, circondata da mura veneziane del XVI secolo che si elevano a 50 metri d’altezza. La nomina nel 2017 a patrimonio dell’umanità dell’UNESCO rientra tra i molti riconoscimenti culturali del sindaco di Bergamo Giorgio Gori nel desiderio di rilanciare la città durante le due nomine consecutive del 2014 e del 2019. Le mura veneziane hanno quattro porte: Porta San Lorenzo, Porta Sant’Agostino, Porta Sant’Alessandro e Porta San Giacomo. Ad eccezione di Porta Sant’Agostino, tutte le altre porte prendono il nome da chiese vicine. Furono costruite nel 1561 dalla Repubblica di Venezia come fortificazione per difendersi dagli attacchi nemici. Dato che la città non ha mai subito alcun assedio, è possibile che sia questa la ragione per cui siano rimaste quasi intatte fino ad oggi. Calzando le scarpe adatte, è possibile salire a Bergamo alta a piedi. Si può partire da vari punti, il più pittoresco dei quali è la vecchia gradinata in pietra alla sinistra della funivia di Bergamo. Le scale portano a una rampa che attraversa la famosa Porta San Giacomo, un tempo l’ingresso in città per chi arrivava da Milano. Comunque decidiate di raggiungerla, il panorama che si affaccia sulla città bassa e la campagna è stupenda. Le stradine acciottolate, le numerose rovine romane, le chiese rinascimentali e le facciate neoclassiche si affacciano su Piazza Vecchia, costruita laddove sorgeva un antico foro romano. L’ambientazione romantica invita a gustarsi il gelato alla stracciatella della storica pasticceria, La Marianna, dove venne inventato proprio questo gusto nel 1961. A nord della gelateria si trova Palazzo Nuovo, sede della biblioteca Angelo Mai, progettato all’inizio del XVII secolo e completato nel 1958. Da non perdere il Palazzo della Regione, meraviglia veneziano-gotica, un tempo municipio e poi convertito in tribunale già nel lontano XII secolo. Proprio alle sue spalle, si trova Piazza Duomo, dove sorgono due chiese importanti: la cattedrale di Bergamo e l’opulenta basilica di Santa Maria Maggiore. Nella stessa

64



TRAVEL Colleoni Chapel (Cappella Colleoni) which houses the mausoleum of Bartolomeo Colleoni (1400-1475), an important captain-general for the Republic of Venice and one of Bergamo’s most beloved figures. Be sure to reach the highest point of upper Bergamo and visit La Rocca, a fortress which began construction in the 14th century, but was interrupted many times by war. The building-turnedmuseum recounts the important role that the 180 citizens played in helping Garibaldi unify Italy during the Risorgimento.

piazza, si trova la Cappella Colleoni, sede del mausoleo di Bartolomeo Colleoni (1400-1475), un importante capitano generale della Repubblica di Venezia e uno dei personaggi più amati di Bergamo. Assicuratevi di raggiungere il punto più alto di Bergamo e di visitare La Rocca, una fortezza la cui costruzione, pur avendo avuto inizio nel XIV secolo, venne più volte interrotta dalla guerra. L’edificio divenuto poi museo testimonia l’importanza del ruolo di 180 cittadini che aiutarono Garibaldi a unificare l’Italia durante il Risorgimento.

The avenues & museums of the Low City: Città Bassa

Le vie e i musei della Città Bassa

While Bergamo alta is usually seen as the main draw for tourists, Bergamo bassa also has plenty of charm and continues to tell the story of this unique two-tiered city. Start by walking on Via Roma towards Porta Nuova; a pair of colonnaded, neoclassical buildings dating from the 1830s used to mark the official gateway to the town. The ancient centre of the lower city is made up of hamlets: San Leonardo, Pignolo and Santa Caterina. The Sentierone is a popular walkway which has been the Bergamasco meeting place since the 17th century, complete with porticos and chestnut-treelined piazzas. You can also admire the so-called quadriportico, an elegant arcade adorned with marble decorations and full of refined shops and cafés. On the opposite side there is the Donizetti Theatre, dedicated to Bergamo’s greatest music composer: Gaetano Donizetti. Cross the street and go to another beautiful square, Piazza Vittorio Veneto: here stands an obelisk dedicated to Napoleon, along with the Torre dei Caduti—the War Memorial Tower. One of the most popular repositories of masterpieces in Italy, the Accademia Carrara is home to medieval and Renaissance canvases by Raphael, Botticelli, Titian, Canaletto and Mantegna. Located just outside the ancient walls to the city, the gallery is a must for art aficionados. For modern and contemporary art lovers, check out GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea.

Mentre Bergamo alta è di solito considerata dai turisti l’attrazione principale, Bergamo bassa possiede anch’essa molto fascino e continua a narrare la storia di questa città a due livelli. Incamminatevi da via Roma verso Porta Nuova; un tempo, i due edifici neoclassici con tanto di colonnato e risalenti agli anni ’30 del 1800 segnavano il punto esatto dell’ingresso della città. L’antico centro della città bassa è costituito da borghi: San Leonardo, Pignolo e Santa Caterina. Il Sentierone è un famoso viale considerato un punto d’incontro bergamasco sin dal XVII secolo, con tanto di portici e piazze fiancheggiate da castagni. È possibile inoltre ammirare il cosiddetto quadriportico, un’elegante struttura di porticati intarsiati di marmo, sotto cui si trovano molti negozi e caffè. Sul lato opposto sorge il Teatro Donizetti, dedicato al grande compositore bergamasco Gaetano Donizetti. Attraversate la strada e dirigetevi verso la bella Piazza Vittorio Veneto, dove si erge un obelisco dedicato a Napoleone, assieme alla Torre dei Caduti, torre dedicata alla memoria dei caduti in guerra. Uno dei luoghi più famosi in cui si conservano capolavori italiani, l’Accademia di Carrara custodisce tele medievali e rinascimentali di Raffaello, Botticelli, Tiziano, Canaletto e Mantegna. Situata poco fuori le antiche mura della città, la galleria è un must per gli appassionati. Se siete appassionati d’arte moderna e contemporanea, date un’occhiata alla GAMeC.

Shopping on Via XX Settembre in Bergamo

66


Ancient Roman Theatre in Brescia

“Step into Roman Brescia and discover an archaeological complex Roman Forum that dates back to 1st century B.C. Described as the city’s navel, Piazza del Foro once was the centre of civic and commerce life.” ”Immergetevi nella Brescia romana per andare alla scoperta del complesso archeologico del Foro Romano, risalente al I secolo a.C. Descritto come l’ombelico della città, Piazza del Foro fu un tempo il centro della vita civica e commerciale”. Piazza del Foro is one of the oldest piazze romane in Brescia

BRESCIA

BRESCIA

The city of art, Mille Miglia & gastronomical heights

La città dell’arte, delle Mille Miglia e del top della gastronomia

Layers of hidden treasures Founded by Cenomani Gauls in the 7th Century B.C., this ancient town became the core of the Roman Empire between 4th century B.C. and 5th century A.D. Originally named Brixia, Brescia holds the largest Roman archaeological area in Northern Italy and is home to three UNESCO World Heritage sites. The territory of Brescia is characterized by unique treasures both above and below ground. Once you have visited the piazzas, museums and palaces, you can still uncover its underground wonders of canals, old rivers and streams that tell the story of when this was the backbone of commerce and mercantile activities. Let’s not forget the breathtaking nature that surrounds the three lakes, (Garda, Idro and Iseo) or the Adamello mountain range and the rolling hills of Franciacorta. As a first-time visit, let’s start at square one and discover the city through its various piazzas.

Strati di tesori nascosti Fondata dai Galli Cenomani nel VII secolo a.C., la città divenne il centro dell’Impero Romano tra il IV a.C. e il V secolo d.C. A Brescia, un tempo Brixia, si trova la maggiore area archeologica romana dell’Italia settentrionale e che oggi è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Il territorio bresciano è caratterizzato da tesori unici, sia sopra che sotto terra. Una volta visitate le piazze, ci sono sempre da scoprire meraviglie sotterranee come canali, vecchi fiumi e ruscelli a testimonianza di un’epoca in cui la città era spina dorsale del commercio e delle attività mercantili. Non dimentichiamo la natura mozzafiato che circonda i tre laghi (Garda, Idro e Iseo) o la catena montuosa dell’Adamello e le colline sinuose della Franciacorta. Come prima visita, cominciamo dall’inizio e scopriamo la città attraverso le sue piazze.

Piazza Del Foro

Piazza Del Foro

Step into Roman Brescia and discover an archaeological complex Roman Forum that dates back to 1st century B.C. Described as the city’s navel, Piazza del Foro once was the centre of civic and commerce life. By the square are the remains of the Capitolium Temple (73 A.D.) and a Roman Theatre (1st century A.D.), which

Immergetevi nella Brescia romana per andare alla scoperta del complesso archeologico del Foro Romano, risalente al I secolo a.C. Descritto come l’ombelico della città, Piazza del Foro fu un tempo il centro della vita civica e commerciale. Accanto alla piazza, sorgono le rovine del Tempio Capitolino (73 a.C.) e del

67


TRAVEL

Photo by Sara Melotti

Teatro Grande, Brescia

was one of the main Italian theatres at the time with a capacity of 15,000. Inside the Capitolium temple, catch a glimpse of the Vittoria Alata, a Roman bronze statue first discovered in the early 1800s. Locals see the woman with angel wings wrapped in a cloak as the symbol of the city, whereas art critics consider her a sculptural masterpiece. This temple was dedicated to the three main Roman gods: Jupiter, Juno and Minerva. Today you can admire the remains of the temple with a series of Corinthian columns, and inside the wonderful polychrome marble floors with geometric decorations of the 1st century A.D. Not too far from here, carve out some time to visit the sprawling Santa Giulia Museum (an ex-monastery), with an impressive collection of art dating back from the 4th century B.C. to the 1700s.

Teatro Romano (I secolo a.C.), uno dei maggiori dell’epoca con una capacità di 15.000 spettatori. All’interno del Tempio Capitolino, date un’occhiata alla Vittoria Alata, una statua romana in bronzo scoperta all’inizio del 1800. I bresciani considerano la donna alata, avvolta in un mantello il simbolo della città, mentre i critici d’arte la considerano un capolavoro scultoreo. Il tempio venne dedicato a tre divinità romane: Giove, Giunone e Minerva. Oggi, è possibile ammirare il tempio grazie a una serie di colonne corinzie e, al suo interno, grazie ai pavimenti in marmo policromatico con decorazioni floreali risalenti al I secolo a.C. Non distante da qua, ritagliatevi un po’ di tempo per visitare il vasto Museo di Santa Giulia (un ex monastero), sede di un’incredibile collezione di opere d’arte risalenti al periodo che intercorre tra il IV secolo a.C. e il 1700.

Piazza Paolo VI This square is home to two cathedrals: Duomo Vecchio and Duomo Nuovo. The religious heart of the city, Duomo Vecchio, also known as La Rotonda, is the most prominent Romanesque circular church still standing. There are countless artistic treasures inside the church from mid-13th century frescoes above to fragments of a 6th century basilica and Roman spa below as well as the crypt of San Filastrio. The Neo-classical Duomo Nuovo was designed by architect Giovanbattista Lantana as early as 1604, but financial difficulties delayed its completion until 1825. This resulted in a mish-mash of architectural styles revealing a splendid Baroque façade in Botticino marble on the lower part while the upper showcases the classical flourishes of the late 1700s.

Piazza Paolo VI In questa piazza si trovano due cattedrali: il Duomo Vecchio e il Duomo Nuovo. Cuore religioso della città, il Duomo Vecchio, altresì noto come La Rotonda, è la chiesa circolare romanica più famosa ancora in piedi. Innumerevoli sono i tesori artistici al suo interno: dagli affreschi della metà del XIII secolo ai frammenti di una basilica del VI secolo e di terme romane, fino alla cripta di San Filastrio. Il Duomo Nuovo, neoclassico, fu progettato dall’architetto Giovanbattista Lantana all’inizio del 1604, ma delle difficoltà finanziarie ne ritardarono il completamento fino al 1825. Ciò ha dato vita a un miscuglio di stili architettonici tra cui una splendida facciata barocca in marmo botticino nella parte inferiore, mentre la parte superiore mostra le fioriture classiche del tardo 1700.

68



TRAVEL

Il Castello di Brescia is a fortress built on the Cidneo Hill, close to the historical centre of the city

Piazza Della Loggia Arguably Brescia’s most refined public space boasting shop-lined arcades and magnificent Renaissance buildings, here you will find the most evidence of the Venetian Republic that ruled Brescia from 1426 to 1797. Gaze upon the Venetian-style Palazzo della Loggia which houses the mayor’s office and the eponymous Torre dell’Orologio—an exquisite astrological timepiece modelled after the one in la Serenissima’s Piazza San Marco. It’s a perfect spot to enjoy an aperitivo and do some people-watching in one of the piazza’s bars. Instead of an aperol spritz, go for the local Pirlo made with still white wine and Campari.

Piazza Della Loggia Probabilmente lo spazio pubblico più raffinato di Brescia con i portici costeggiati da negozi e palazzi rinascimentali, è qui che troverete le testimonianze più evidenti della Repubblica di Venezia che governò Brescia dal 1426 al 1797. Date uno sguardo a Palazzo della Loggia, in stile veneziano, sede dell’ufficio del sindaco e all’eponima Torre dell’Orologio – un delizioso orologio astrologico sulla scia di quello della Serenissima in Piazza San Marco. È il luogo adatto per un aperitivo o per osservare la gente che passa da uno dei bar della piazza. Piuttosto che per un Aperol Spritz, optate per un Pirlo a base di vino bianco e Campari.

Piazza Della Vittoria While not the most beautiful piazza, it is definitely one that captures the remnants of Il Duce’s dreams of grandeur. Designed by Marcello Piacentini and opened in 1932, the square is an anthology of Fascist architecture: the imposing marble-faced porticoes, the soaring Palazzo delle poste opposite an Art Deco building. On the inside corner is the Torrione INA, the first skyscraper built in Italy. The Torre della Rivoluzione and three other buildings, recalling the classical architecture, complete the square. Here in the month of May is where the vintage car race, Mille Miglia event is held. Reserved to cars built between 1927 and 1957, it attracts thousands of car lovers from all over the world.

Piazza Della Vittoria Sebbene non sia la piazza più bella, è sicuramente una di quelle che racchiude i resti del desiderio di grandiosità del Duce. Progettata da Marcello Piacenti e aperta nel 1932, la piazza è un’antologia dell’architettura fascista: il portico imponente di marmo, l’alto Palazzo delle Poste e di fronte un edificio in Art Deco. All’angolo interno si trova il Torrione INA, il primo grattacielo d’Italia. A completare la piazza, la Torre della Rivoluzione e tre altri edifici in stile classico. È qui che nel mese di maggio si tiene la corsa di macchine d’epoca, la Mille Miglia. Riservata alle auto costruite tra il 1927 e il 1957, attira migliaia di appassionati di macchine da tutto il mondo.

Bergamo & Brescia: Ready for prime time

Bergamo e Brescia: pronte per il grande pubblico Avendo rivelato appena in superficie la ricchezza culturale della “capitale dell’anno”, non ho dubbi che Bergamo e Brescia sono pronte a passare dallo stato di destinazioni turistiche di serie B a destinazioni di serie A. Qui troverete tutto quello che vi piace dell’Italia e, in più, c’è un ulteriore motivo al quale non ho ancora nemmeno fatto riferimento: la gastronomia. Sia Bergamo che Brescia sono state riconosciute dall’UNESCO per la gastronomia, dai casoncelli, un tipo di pasta fresca, alla polenta e osei, nonché luogo di nascita di una varietà di formaggi. Per quanto mi riguarda, Bergamo mi ha conquistata una volta provato il taleggio.

Having just scratched the surface of the cultural wealth of this year’s capital, I have no doubt that Bergamo and Brescia are set to change their B status to a primary tourist destination. You can find everything we love about Italy here, and there’s still another reason I haven’t even touched upon: the food. Both Bergamo and Brescia are UNESCO-recognized cities for gastronomy, from the fresh pasta casoncelli to the polenta e osei, home to a variety of cheeses. Personally, Bergamo had me at taleggio.

70



TRAVEL

Dove sorseggiare vini frizzanti eccezionali

BY - D I M AU R E E N L I T T L E J O H N

Franciacorta is Italy’s youngest bubbly producer Franciacorta, il più giovane produttore di spumante d’Italia

P

ssst. Want an insider tip on Italy’s lesser known and arguably best bubbly? Some of the country’s finest sparkling wine is produced by a little more than 100 wineries in the 200 square kilometres between the cities of Brescia and Bergamo in Lombardy. It’s made in the metodo classico (bottled fermented like French Champagne). If you haven’t tried it yet in Canada, that might be because less than 15% of the 17.5 million bottles produced are exported. However, travel to Italy especially in this region, and you’ll be guaranteed a glass of the fruity, floral sparkler in restaurants, with an aperitivo in a bar or at winery tasting sessions (some special events are even held in the area’s many castles). Franciacorta had vineyards long before the Romans came, and monks who inhabited the area into the Middle Ages were known for their red wine making. The white bubbly came later, much later. The first official Franciacorta sparkling wine was produced in the area in 1961 by a local winemaker who was itching to create something new.

P

ss… Volete sentire una chicca su uno degli spumanti meno noti e senza ombra di dubbio migliori d’Italia? Uno tra i vini frizzanti più raffinati d’Italia viene prodotto in poco più di 100 cantine vinicole in un territorio di 200 km quadrati tra Brescia e Bergamo, Lombardia. Viene prodotto secondo il metodo classico (rifermentazione naturale in bottiglia come per lo champagne francese) e se non l’avete ancora provato in Canada, ciò potrebbe dipendere dal fatto che viene esportato meno del 15 per cento dei 17,5 milioni di bottiglie prodotte. Se vi recate però in Italia, in questa zona in particolare, avrete la garanzia di bere un bicchiere di questo spumante fruttato e floreale al ristorante, come aperitivo al bar o durante degustazioni di vino organizzate dalle cantine vinicole (ci sono addirittura eventi speciali nei molti castelli della zona). Nella zona di Franciacorta c’erano già i vigneti molto prima dell’arrivo dei Romani e i monaci che ci vivevano ai tempi del Medioevo erano conosciuti proprio per la produzione di vino rosso. Lo spumante bianco arrivò dopo. Molto tempo dopo.

72

Photo by Giuseppe La Spada

Where To Sip Outstanding Sparklers



TRAVEL

“The modern success is to be attributed to winemaker Franco Ziliani’s work with the Guido Berlucchi winery, who bottled the first bottle of the modern Franciacorta wine,” notes Jean Marco Palmieri on the website Italysfinestwines.it. They experimented with the traditional, champagne-style, bottle fermentation and dosage (adding a small shot of sugar) and other winemakers followed suit. The regional designation DOC (Denominazione di Orgine Controllata) was achieved in 1967, and the top label, DOCG, was awarded in 1995. Franciacorta was the first Italian wine made in the traditional way to attain DOCG status. Since then, it has gained in national pride and garnered a global reputation due to high-quality viticulture and scrupulous production standards. There are three styles: Franciacorta is fresh and subtly floral; Franciacorta Satèn has a silky character; and Franciacorta Rosé has a more structured, vigorous quality. As with French champagne, Chardonnay, Pinot Noir and Pino Blanc grapes are used, but unique to Franciacorta, some vintages include up to 10% of an ancient vinifera. “In 2017, in addition to the classic blend provided for in the specification, a fourth, native grape variety called Erbamat was introduced. It helps guarantee the correct acidity of the wines, especially in light of the current climate changes,” explains Monica Faletti, spokesperson for Ca’ del Bosco, one of the region’s pioneer producers. A consortium comprising 200 members, including growers, wineries and bottlers, was established in 1990 and strictly regulates production. Along with dictating the percentage of each grape allowed, the consortium’s standards maintain that the wine rests on lees for 18 months from the harvest. This increases to 30 months for the vintage version and 60 for premium reserves. “Since we started our wine production, we have always looked for a unique target—quality. We cultivate 253 hectares, and thanks to the best soil, we can obtain high-quality grapes. In the last few years, we acquired new vineyards at different altitudes so we are able to enhance all the possible nuances in

Photo by Mattia Aquila

Photo by courtesy of Brescia Tourism

Ca’ del Bosco cellar

Ca’ del Bosco winery

Il primo spumante Franciacorta ufficiale fu prodotto nel 1961 da un produttore di vini della zona con la voglia di creare qualcosa di nuovo. “Il successo moderno è da attribuirsi al lavoro di Franco Ziliani con la cantina Guido Berlucchi, che imbottigliarono la prima bottiglia del moderno vino Franciacorta” spiega Jean Marco Palmieri nel sito web Italysfinestwines.it. Sperimentarono per primi la fermentazione in bottiglia tradizionale e dosata (con l’aggiunta di una piccola aggiunta di zucchero) prevista per lo champagne, seguiti poi da altri produttori. La designazione regionale DOC (Denominazione di Origine Controllata) venne ottenuta nel 1967, mentre il marchio massimo DOCG gli venne riconosciuto nel 1995. Il Franciacorta fu il primo vino italiano fatto in modo tradizionale a ottenere il marchio DOCG. Da allora è diventato motivo d’orgoglio nazionale, ottenendo inoltre fama internazionale grazie a una viticultura di alta qualità e standard di produzione scrupolosi. Ne esistono tre stili: un Franciacorta dal gusto fresco e leggermente floreale; il Franciacorta Satèn con una caratteristica setosa; il Franciacorta Rosé, più strutturato e di maggior vigore. Seppur come nel caso dello champagne francese vengano usate uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, alcune annate di Franciacorta se ne distinguono per l’aggiunta fino al 10 per cento di un’antica Vitis vinifera. “Nel 2017, in aggiunta al blend classico previsto dal disciplinare, è stata aggiunta una quarta varietà di un vitigno autoctono chiamato Erbamat. Contribuisce a garantire la corretta acidità dei vini, soprattutto alla luce dell’attuale cambiamento climatico” spiega Monica Faletti, portavoce della Ca’ del Bosco, una delle case produttrici pioniere del territorio. Nel 1990 venne costituito un consorzio di cui fanno parte 200 membri, tra coltivatori, cantine vinicole e imbottigliatori, e che ne regola rigorosamente la produzione. Oltre a stabilire la percentuale consentita per ogni vitigno, gli standard del consorzio impongono che, a partire dalla vendemmia, il vino rimanga a maturare e ad affinarsi sui lieviti per 18 mesi. Periodo che arriva a 30 mesi per la versione vintage e ben 60 per le Riserve. “Sin da quando abbiamo cominciato a produrre il nostro vino, abbiamo sempre mantenuto un unico obiettivo: la qualità. Coltiviamo un

74


our wines,” confirms Faletti. Ca’ del Bosco’s award-winning wines include Riserva Annamaria Clementi Zero Dosage and Riserva Annamaria Clementi Rosé. Made from grapes of selected and historic vineyards, both age on the lees for a minimum of eight years. “The name Annamaria Clementi is in honour of our foundress and mother of our chairman, Maurizio Zanella. They represent the highest expression of our savoir-faire.” A wonderful thing about Franciacorta is that you can drink different versions of the wine with every course of your meal. Restaurants in the region partner with wineries allowing you to dabble in many inventive food-pairing menus. Local dishes to try with a dry Franciacorta include: manzo all’olio di Rovato, braised beef cooked slowly in olive oil served on a bed of polenta or baked stuffed tench from the hamlet of Clusane. Franciacorta wines are versatile, unique and pair easily; they are some of finest vintages in the country. What better reason to go to the region and find out for yourself ?

terreno di 253 ettari e grazie a un suolo ideale, riusciamo a ottenere uve di massima qualità. Nel corso degli ultimi anni, abbiamo acquistato nuovi vigneti, ad altitudini diverse, così da poter migliorare tutte le possibili nuance dei nostri vini” conferma Faletti. I vini premiati di Ca’ del Bosco comprendono il Riserva Annamaria Clementi Dosage Zero e il Riserva Annamaria Clementi Rosé. Prodotti con uve a partire da storici vigneti selezionati, rimangono entrambi ad affinarsi sui lieviti per almeno otto anni. “Il nome Annamaria Clementi rende omaggio alla nostra fondatrice, nonché madre del presidente Maurizio Zanella. Rappresentano l’espressione massima del nostro savoir-faire”. Una cosa fantastica che riguarda il Franciacorta è che ne esistono varie versioni per ogni pasto. I ristoranti del territorio, in collaborazione con le cantine vinicole, ci consentono di gustare molti menu con abbinamenti fantasiosi. Tra i piatti regionali da provare con un Franciacorta secco compaiono: il manzo all’olio di Rovato, brasato di manzo cotto lentamente in olio d’oliva e servito su un letto di polenta, ovvero la trinca ripiena al forno della frazione di Clusane. I vini Franciacorta sono versatili, unici e facilmente abbinabili; sono inoltre tra i vini vintage più raffinati del paese. Quale motivo migliore per visitare il territorio e scoprirlo voi stessi?

Cin cin!

Cin cin!

Tasting Rooms: A few wineries to check out

An Overview at the Franciacorta Summer Festival

Ca’del Bosco: Established in the 1960s, this winery is a delight for tastings with contemporary art and sculptures around every corner. Fondata negli anni ’60, ricca di pezzi d’arte contemporanea e sculture ad ogni angolo, è una cantina ideale per le degustazioni. cadelbosco.com

Panoramica sul Franciacorta Summer Festival

Degustazioni: cantine vinicole da visitare

If you visit during the Franciacorta Summer Festival (held May to September) you’ll be able to partake in a myriad of events that tap into this delicious wine. These include tastings, exhibitions, guided tours, concerts in the most fascinating and prestigious winery settings, sports events, picnics and outdoor activities. franciacorta.net

Guido Berlucchi: The region’s largest winery is where the signature sparkler was invented. It produces four million bottles a year. La più grande cantina vinicola del territorio e luogo di nascita di questo tipico vino spumante, di cui produce quattro milioni di bottiglie all’anno. berlucchi.it

Se vi troverete in zona durante il Franciacorta Summer Festival (da maggio a settembre), avrete l’opportunità di prender parte a una miriade di eventi legati a questo vino delizioso. Tra questi, troviamo degustazioni, mostre, visite guidate, concerti nelle cantine vinicole più affascinanti, eventi sportivi, picnic ed attività all’aria aperta. franciacorta.net

Le Cantorie: Standing sentinel over a terraced hill, this winery has some of the region’s best views and is a favourite for weddings. Arroccata su una collina terrazzata da cui si possono ammirare alcuni dei migliori panorami del territorio. È inoltre gettonatissima per i matrimoni. lecantorie.com

For more information: Per ulteriori informazioni: Brescia Tourism: bresciatourism.it

Ronco Calino: Small, family-owned winery, certified organic since 2016. Try its Brut Millesimato which rests on its lees for 65 months. Piccola cantina vinicola a conduzione familiare, con certificazione di produzione biologica dal 2016. Da provare il loro Millesimato Brut che rimane ad affinarsi sui lieviti per 65 mesi. roncocalino.it Traduction française à la page 97

75


RECIPES

76


Recipes & photography by

Gabriel Riel-Salvatore Managing Editor g.salvatore@panoramitalia.com

Stir-fried Zucchini and Potatoes with Tomato Sauce Zucchine e patate in padella con salsa di pomodoro

H

ere’s a popular, inexpensive recipe that never seems to miss its target. This simple, hearty yet flavourful dish is the ultimate vegan-friendly meal. While perfect as a main, it can be used as a side with pork chops or sausages. No matter how you like to eat it, the best part will always be mopping up your plate scarpetta style with a loaf of crusty bread. The secret lies in preparing the ingredients separately and then mixing them, allowing the dish to take on its full flavour. Ideally, the consistency should not be too wet, nor too dry.

E

cco una ricetta popolare ed economica che è sempre una garanzia. Questo piatto semplice, sostanzioso e saporito, è un ottimo pasto vegan-friendly. Perfetto come secondo, può essere utilizzata come contorno con fettine di manzo o di maiale o con salsicce. Non importa quanto ti piaccia mangiarlo, la parte migliore sarà sempre pulire il piatto facendo la scarpetta con un buon pane croccante. Il segreto sta nel preparare gli ingredienti separatamente e poi mescolarli, lasciando che il piatto prenda tutto il suo sapore. Idealmente, la consistenza non dovrebbe essere né troppo bagnata né troppo asciutta.

Ingredients / Ingredienti medium zucchini, diced / zucchine medie, a dadini large peeled potatoes, diced / patate pelati grandi, a dadini fresh tomatoes, diced with seeds removed / pomodori freschi tagliati a cubetti senza semi canned San Marzano tomatoes, diced and puréed / pomodori San Marzano in scatola tagliati a cubetti e ridotti in pureamedium onion, chopped / cipolla media tritata cloves garlic / spicchi d’aglio olive oil / olio d’oliva parsley and/or basil / prezzemolo e/o basilico salt and pepper / sale, pepe

77

. . . . 3-4 . . . . 4-6 ....6 . . . . 400g .... 1 .... 2 . . . . 2 tbsp / cucchiai . . . . to taste / a piacere . . . . to taste / a piacere


RECIPES

Preparation / Preparazione For the potatoes • Rub a pan with a clove of garlic. Add olive oil and heat. Add the potatoes and stir until coated. Then cover with water, adding a pinch of salt. • Cook until potatoes are tender (about 10-15 minutes) mixing from time to time, adding water if necessary. The starch from the potatoes will thicken the broth mixture.

Per le patate • Strofinare una padella con uno spicchio d’aglio. Aggiungere l’olio d’oliva. Aggiungere le patate e mescolare bene. Quindi coprire con acqua aggiungendo un pizzico di sale.

For the zucchini • Quarter the zucchini lengthwise and remove the seeds (if large). Then cut the zucchini sticks into medium-sized pieces. • Heat a little olive oil in a frying pan and cook zucchini over medium heat until golden (about 10 minutes). Do not overcook. They should still be slightly crunchy.

Per le zucchine • Tagliare in quattro le zucchine nel senso della lunghezza e togliere i semi (se grandi). Quindi tagliare i bastoncini di zucchine a pezzi di media grandezza. • Scaldate un filo d’olio in una padella e cuocete le zucchine a fuoco medio fino a doratura senza farle cuocere troppo (circa 10 minuti). Devono essere ancora leggermente croccanti.

For the tomato sauce • Prepare the sauce in a large saucepan by browning the onion and garlic clove in olive oil. Add the diced tomatoes and cook for about 5-7 minutes. Stir in tomato purée, mixing well, and cook for another 10 minutes over medium-low heat.

Per la salsa di pomodoro • Preparare la salsa in una casseruola capiente facendo rosolare la cipolla e lo spicchio d’aglio con l’olio d’oliva. Aggiungere i pomodori a cubetti e cuocere per circa 5-7 minuti. Unire la passata di pomodoro mescolando bene e far cuocere per altri 10 minuti a fuoco medio-basso.

• When the sauce is ready, combine all ingredients. Add salt, pepper and chopped parsley to taste. Simmer everything for about another ten minutes so that the flavours extend throughout the dish. Serve hot or warm, adding some hot peppers for those that like it spicy.

• Quando la salsa sarà pronta, unire tutti gli ingredienti aggiungendo sale, pepe e prezzemolo tritato a piacere. Fate sobbollire il tutto per una decina di minuti circa in modo che i sapori si diffondano bene in tutto il piatto. Servire caldo o anche tiepido aggiungendo un po’ di peperoncino per chi ama il piccante.

• Cuocere fino a quando le patate saranno tenere (circa 10-15 minuti) mescolando di tanto in tanto, aggiungendo acqua se necessario. Il risultato dovrà essere leggermente liquido con una specie di brodo addensato dall’amido delle patate.

78



RECIPES

The Big Easy

80


Muffuletta Sandwich Panino Muffuletta

L

ooking to make a truly epic sandwich? Invented in New Orleans by Sicilian immigrants at the turn of the last century, muffuletta is often referred to as the king of all Italian-style sandwiches. This thick, hearty panino is packed with layers of sliced meats and cheeses, including mortadella, capocollo and salami along with provolone and mozzarella. It’s topped with a classic olive salad that truly makes this sandwich memorable. Quick and easy to make, this unique spread adds a punch of flavour and colour. The briny vegetables infused in olive oil bring texture and balance to the heft of the meat and cheese. Hard to find outside of the Big Easy, the round seeded muffuletta bun can be replaced by any large round, flat loaf or even ciabatta or focaccia.

S

tai cercando di fare un panino davvero epico? Inventata a New Orleans da immigrati siciliani all’inizio del secolo scorso, la muffuletta viene spesso definita il re di tutti i panini all’italiana. Questo panino denso e sostanzioso è ricco di strati di affettati e formaggi, tra cui mortadella, capocollo e salame insieme a provolone e mozzarella. È condito con una classica insalata di olive che lo rende davvero memorabile. Veloce e facile da preparare, questa insalata spalmabile unica aggiunge un tocco di sapore e di colore. Le verdure salate inbevute nell’olio d’oliva, bilanciano inoltre il peso della carne e del formaggio. Difficile da trovare al di fuori del ‘Big Easy’, la muffuletta tonda con semi può essere sostituita da qualsiasi grande pagnotta tonda, piatta o anche ciabatta o focaccia.

Ingredients / Ingredienti For the sandwich/ Per il panino large muffuletta-style roll or any large round loaf / grande pagnotta stile muffuletta o qualsiasi grande pagnotta rotonda . . . 1 sliced Genoa salami or thinly sliced salami / salame genovese a fette o salame a fette sottili . . . 50 g sliced hot capocollo / capocollo piccante affettato . . . 50 g sliced mortadella / mortadella a fette . . . 50 g sliced provolone cheese / provola a fette . . . 50 g slices of mozzarella / fette spesse di mozzarella . . . 100 g olive salad / insalata di olive . . . 6 tbsp/cucchiai For the salad / Per l’insalata pitted black and green olives / olive nere e verdi snocciolate . . . 3/4 cup/tazza jarred Italian giardiniera / giardiniera italiana in barattolo . . . 1/2 cup/tazza chopped roasted red peppers / peperoni rossi arrostiti tritati . . . 1/4 cup/tazza capers / capperi . . . 2 tbsp/cucchiai medium garlic clove, chopped / spicchio d’aglio medio, tritato . . . 1 extra-virgin olive oil / olio extravergine di oliva . . . 3 tbsp/cucchiai

red wine vinegar or lemon juice (optional) / aceto di vino rosso o succo di limone (facoltativo) . . . 1 tbsp/cucchiaio dried oregano / origano essiccato . . . 1 tsp/cucchiaino freshly ground black pepper, more to taste / pepe nero appena macinato, a piacere . . . 1/4 tsp/cucchiaino fresh Italian parsley / prezzemolo italiano fresco . . . 1 tbsp/cucchiaio

81


RECIPES

Preparation / Preparazione For the sandwich

Per il panino

• Slice the bread in half and open. If the bread is too thick, carve out part of the interior to leave more room for the ingredients to make it easier to eat.

• Tagliare il pane a metà e aprirlo. Se il pane è troppo denso, ritagliare una parte dell’interno per lasciare più spazio agli ingredienti e renderlo più facile da mangiare.

• Brush the inner sides of the bread with the oil from the olive salad and let it soak into the bread.

• Spennellare i lati interni del pane con l’olio dell’insalata di olive e lasciarlo assorbire dal pane.

• Layer the salami, mortadella and capocollo on the bottom half of the bread. Add another layer of provolone and mozzarella and top the cheeses with a thick layer of olive salad. Place the top half of the bun over the olive salad and press.

• Sulla metà inferiore del pane mettere il salame, la mortadella e il capocollo. Aggiungere un altro strato di provolone e mozzarella e guarnire i formaggi con uno spesso strato di insalata di olive. Mettere la parte superiore del panino sopra l’insalata di olive e pressare.

• Slice into four wedges and serve.

• Tagliare in quattro parti e servire.

• The muffuletta can also be served warm. Pre-heat the oven to 350°F . Place the sandwich on a baking sheet and toast in the oven for about 5 or 10 minutes, until warm or until the mozzarella starts melting.

• La muffuletta può essere servita anche tiepida. Preriscaldare il forno a 180°C. Mettere il panino su una teglia e tostare in forno per circa 5 o10 minuti, fino a quando sarà tiepido o fino a quando la mozzarella inizierà a sciogliersi.

For the olive salad

Per l’insalata di olive

• Drain the olives, giardiniera, roasted peppers and capers. Place the drained ingredients in a food processor along with the garlic, oregano, parsley, pepper, lemon juice and olive oil. Pulse ingredients until coarsely chopped.

• Scolare le olive, la giardiniera, i peperoni arrostiti e i capperi. Mettere gli ingredienti scolati in un robot da cucina insieme all’aglio, origano, prezzemolo, pepe, succo di limone (facoltativo) e olio d’oliva. Frullare gli ingredienti fino a tritarli grossolanamente.

• Transfer mixture to a container or a glass jar, topping it with olive oil from the bowl. Refrigerate until ready to use.

• Trasferire il composto in un contenitore o in un barattolo di vetro, guarnendolo con l’olio d’oliva dalla ciotola. Conservare in frigorifero fino al momento dell’uso.

82



A star in the making B Y - D I S Y LV I A S U R I A N O - D I O D A T I

Una stella nascente

A

ctor and singer Niko Ceci is not your average 14-year-old. The ambitious teen fell in love with the stage at age four and has never looked back. After almost a decade of following his dream, the performer is now looking forward to the release of a new Apple TV and Netflix series this year, and many more exciting opportunities lie ahead. It began when the young star, barely bigger than a tot, took the stage for a play in an Italian class production. Ceci’s parents recognized their son’s natural ability and enthusiasm as something not to be ignored. “Niko performed on stage for three shows and got standing ovations,” his father Pat Ceci recalls. “I think that’s when my wife and I realized he had a real gift.” So, Amanda and Pat Ceci took their son to a talent agent who had been recommended by a friend. They admit they were apprehensive about putting their child into a competitive industry so early, but saw how much he loved to perform. The tiny actor was only six when he began getting small roles; the rest was history. Ceci began his career in voice animation for networks including Treehouse TV and Nick Jr., appearing in TVO Kids’ Odd Squad and Nickelodeon’s Blue’s Clues and You. Last November, he was excited to appear in Apple TV’s second season of Circuit Breakers, ending the year with the release of a song he wrote and sang called “Christmas Morning”.

L’

attore e cantante Niko Ceci non è il tipico quattordicenne. Adolescente ambizioso, si è innamorato del palcoscenico a quattro anni e non ci hai mai ripensato. Dopo quasi dieci anni all’inseguimento del suo sogno, adesso l’artista non vede l’ora che Apple TV e Netflix lancino quest’anno una nuova serie TV. Ad attenderlo ci sono molte altre occasioni entusiasmanti. Tutto ha avuto inizio quando la giovane stella, appena più grande di un lattante, è salita sul palco per uno spettacolo di un corso di italiano. I genitori di Ceci si sono resi conto che il talento naturale e l’entusiasmo del figlio non andavano ignorati. “Nei tre spettacoli in cui ha recitato, Niko ha ottenuto standing ovation” ricorda il padre. “Penso che sia stato a quel punto che io e mia moglie ci siamo resi conto di questo suo dono”. Così, Amanda e Pat Ceci hanno accompagnato il figlio da un talent manager raccomandatogli da un amico. Ammettono che pur essendosi preoccupati all’idea di far entrare il figlio in un settore molto competitivo così giovane, ne riconoscevano l’immenso amore per la recitazione. Il giovanissimo attore ha cominciato a ottenere piccole parti ad appena sei anni: il resto è storia. Ceci ha debuttato come doppiatore nei cartoni animati per canali come Treehouse TV e Nick Jr., comparendo nel programma di TVO Kids Odd Squad e in Blue’s Clues and You di Nickelodeon. Lo scorso novembre, è stato felice di partecipare alla seconda stagione di Circuit Breakers di Apple TV e di concludere l’anno con l’uscita di una canzone da lui scritta e cantata dal titolo “Christmas Morning”.

84

Photo by Denise Grant

Niko Ceci


Although recently offered a role in a mainstream movie, Ceci chose to take an offer from Netflix instead because it felt like the right role for him. He says, “I’m so grateful to have the guidance of my manager Megan McGregor (InVision Artists), who helps find roles that fit me as a person, because that’s what’s most important to me.” The new series (I Woke Up a Vampire) will air this spring on Family Channel, and stream on Netflix later this year. “It was the greatest experience of my life, and I learned so much from so many talented people,” he says of the filming. “I wouldn’t trade that for anything.” The young actor gives credit to his parents for allowing him to follow his dreams. He knows their support has made it possible to pursue his goals. His dad gives the credit to his son. “He is internally motivated. He does this for no other reason than he is truly passionate about it. He is driven and has the work ethic to get things done,” he acknowledges. “My wife and I don’t have to do much…we just take him where he needs to go. He learns his lines, parts, and does all the work himself.” The eighth grader also has to manage his education in the midst of a whirlwind career. “Luckily, I go to a private school,” he says. “The teachers are great; they work with me a lot and help me do work in advance if I’m filming or need to be on set. I know that at any minute, anything could happen—an audition could come, or I could have a singing competition—so I like to be ahead of my schoolwork as much as possible.” Although he does miss school for acting jobs, he has a tutor on set. When it comes to his roots, this performer hailing from the Greater Toronto Area gets his love of cooking from his Italian genes. “I started cooking with my Nonna Nina. From a very young age, she taught me how to make meatballs, homemade pasta, orecchiette.” He recalls singing with his maternal nonna as they made traditional Calabrese recipes from her upbringing in the town of Carpanzano, Cosenza, and working on classic dishes from his nonno’s commune in Rogliano, Cosenza. He is also influenced by the flavours of his father’s family, who are from Valenzano, Bari. Ceci says he likes to help make tomato sauce and participate in old customs, enjoying all the flavours of Italy. He credits his work ethic to his family’s teachings and integrity. Although only at the beginning of his career, this rising star has learned more than just skill and stage presence through his time in the entertainment world. He’s learned how to handle setbacks, rejection and challenges. “If it’s a ‘no’, you move on and try your best for the next one. Because there’s going to be an insane amount of ‘no’…but then there’s going to be that one ‘yes’...and it’s going to change your life.”

Sebbene di recente gli sia stato offerto un ruolo in un film classico, Ceci ha scelto di accettare un’offerta di Netflix perché ha ritenuto che il ruolo gli si addicesse di più. “Sono grato di essere sotto la guida della mia agente Megan McGregor (InVision Artists), che mi aiuta a trovare ruoli che mi si addicano come persona, cosa per me importantissima” racconta. La nuova serie (I Woke Up a Vampire) andrà in onda in primavera su Family Channel, per poi essere trasmessa su Netflix alla fine dell’anno. “È stata l’esperienza più bella della mia vita, in cui ho imparato moltissimo da persone talentuose” dice a proposito delle riprese. “Non farei a cambio per nulla al mondo”. Il giovane attore ringrazia i genitori per avergli consentito d’inseguire il proprio sogno. Sa che è stato il loro sostegno a consentirgli di raggiungere i suoi obiettivi. Invece, è a lui che suo padre riconosce il merito. “La sua motivazione gli viene da dentro. Lo fa solo perché ne è veramente appassionato. È determinato ed ha una grande etica del lavoro,” riconosce. “Io e mia moglie non dobbiamo fare tanto…ci limitiamo ad accompagnarlo dove deve andare. Impara il copione e le parti facendo tutto da solo”. Lo studente dell’ottava deve inoltre gestire la scuola nel bel mezzo di questa carriera vorticosa. “Per fortuna frequento una scuola privata’” spiega. “I professori sono fantastici; mi seguono molto e mi aiutano a fare i compiti in anticipo se ci sono le riprese o se devo andare sul set. So che in qualunque momento potrebbe succedere qualcosa ed è per questo che mi piace portarmi avanti con il lavoro più che posso”. Sebbene salti la scuola a causa del lavoro, ha anche un insegnante privato sul set. Per quanto si parla delle radici di questo artista di Toronto, l’amore per la cucina gli viene dai geni italiani. “Ho cominciato a cucinare con mia nonna Nina. Quando ero piccolissimo, mi ha insegnato a preparare le polpette, la pasta fatta in casa, le orecchiette”. Si ricorda di quando cantava con la nonna materna mentre preparavano piatti calabresi, tipici del paese di Carpanzano, Cosenza, o piatti tradizionali del paese del nonno, Rogliano, comune anch’esso nella provincia di Cosenza. Ad influenzarlo ci sono anche i sapori della famiglia paterna, di Valenzano, Bari, Puglia. Ceci racconta che gli piace preparare la salsa di pomodoro e partecipare alle usanze antiche, godendosi tutti i sapori d’Italia. Ritiene che la sua etica del lavoro provenga dalla moralità e dagli insegnamenti ereditati dalla famiglia. Sebbene sia solo agli esordi della carriera, al di là della competenza e della presenza scenica, la stella nascente ha imparato già molto lavorando nell’industria dell’intrattenimento. Ha imparato a gestire i contrattempi, i rifiuti e le difficoltà. “Se ricevi un ‘no’, vai avanti e fai del tuo meglio per il prossimo ruolo. La quantità di no è incredibile…ma poi arriva un ‘sì’ …che ti cambierà la vita”.

85


New Biography Explores Montreal Opera Family Una nuova biografia esplora la storia di una famiglia montrealese di cantanti lirici Carole Gagliardi carole.gagliardi@panoramitalia.com

A

La

uthor Connie Guzzo McParland recently published the biography of the Quilico family, starring Gino, his father Louis and mother Lina. An Opera in 3 Acts Starring Gino Quilico recounts the struggles and successes of a family of Italian-Canadian opera singers from Montreal, Quebec, which took place on and behind the scenes of some of the most prominent opera houses in the world. I recently interviewed Connie Guzzo McParland and Gino Quilico.

scrittrice Connie Guzzo McParland ha pubblicato di recente la biografia della famiglia Quilico, in cui compaiono Gino, il padre Louis e la madre Lina. An Opera in 3 Acts Starring Gino Quilico (Opera in 3 atti con Gino Quilico) racconta le tragedie e i successi di una famiglia italo-canadese di cantanti d’opera di Montreal, Quebec, vissuti sia sulla scena che dietro le quinte di alcuni dei teatri più importanti al mondo. Di recente, ho intervistato Connie Guzzo McParland e Gino Quilico.

Perché ha deciso di scrivere la sua Why have you decided to write your prima biografia sulla famiglia Quilico? first biography on the Quilico family? Connie Guzzo-McParland: Dopo la pubConnie Guzzo-McParland: After the blicazione del mio primo romanzo, The publication of my last novel, The Women Women of Saturn (Le donne di Saturno), of Saturn, inspired by my own personal ispirata alla mia esperienza personale pur experience but highly fictionalized, I Connie Guzzo-McParland essendo molto romanzata, ho riflettuto thought long and hard about my next molto sul mio progetto successivo. Pur dedicandomi alla narrativa, project. I am a fiction writer but have always enjoyed reading or mi è sempre piaciuto leggere o guardare documentari sulle vite di watching documentaries about the lives of exceptional personalipersone eccezionali, così ho sentito il bisogno di scrivere un saggio e ties and I felt the need to write in a non-fiction book and challenge mettermi alla prova come scrittrice. Pian piano, l’idea ha preso forma. myself as a writer. Slowly, an idea crystallized. Why not shine a Perché non far conoscere qualcuno della comunità italiana che si è dislight on someone from our Italian community that has accomtinto? La nostra comunità celebra con maggiore frequenza il successo plished something special? Our community more often celebrates finanziario o imprenditoriale, ma spesso trascura l’impegno e il talento financial and business success, but often overlooks the effort and che ci vogliono per farcela nella sfera artistica. talent that it takes to make it in the artistic sphere. Avevo conosciuto Gino Quilico attraverso mio fratello Vincenzo, I had met Gino Quilico through my brother Vincenzo, a musicista e direttore di un coro, così mi è venuto in mente che Gino, musician and choir director, and it occurred to me that Gino, assieme al padre Louis, aveva raggiunto la fama mondiale nel mondo together with his father Louis, had reached fame in the opera della lirica ma anche che, purtuttavia, la famiglia non era altrettanto world and yet, the family is not as well known outside of this famosa al di fuori di questo mondo raffinatissimo. Ho pensato fosse il very sphere. I thought it was time for the community at large momento di far scoprire alla comunità nel suo insieme e al pubblico as well as the general public to discover the accomplishment i traguardi di questa famiglia eccezionale. La mia curiosità personale of this exceptional family. My personal curiosity and interest e il mio interesse stavano anche nel voler analizzare cosa ci è voluto lay also in exploring what it took for the Quilicos with humble affinché i Quilico, di umili origini italiane, raggiungessero questo livello origins in the Italian community to achieve this level of success di successo e fama, e a quale prezzo. and fame and at what cost. You adopted a particular style using the first person to recount each one’s story. Why? Connie Guzzo-McParland: My interest in telling this story was not to write about opera as an art form, or about voice technique

Ha adottato uno stile particolare ricorrendo alla prima persona per raccontare la storia di ognuno. Perché? Connie Guzzo-McParland: Nel raccontare questa storia non mi interessava scrivere di lirica in quanto forma d’arte, delle tecniche vocali o di elen-

86


care semplicemente una serie di traguardi professionali. Volevo raccontare il lato personale e umano della loro storia. Ho scelto di scrivere il libro in un genere creativo saggistico raccontando una storia vera, pur ricorrendo alle tecniche della narrativa così da renderlo più interessante per quei lettori che magari non sono per nulla interessati alla lirica o non ne hanno dimestichezza. Non ho mai incontrato né Lina né Louis, ma nelle mie interviste con Gino, ne ho avvertito la forza delle voci. In tutto il libro, ho inoltre creato delle scene che possono o meno essere accadute magari non proprio come le avevo immaginate, ma ho mantenuto i fatti relativi alla loro vita fedeli alla realtà. Aveva senso far raccontare a ognuno dei tre membri della famiglia la propria storia con parole proprie.

or simply list a series of their career accomplishments. I wanted to tell the personal and human side of their story. I chose to write the book in a creative nonfiction genre, that is to tell a real story but use the techniques of fiction to make it interesting for those readers that may not be all that interested in or familiar with opera. I never met Lina nor Louis, but in my interviews with Gino, I sensed their strong voices. Throughout the book, I also created some scenes which may or may have not happened exactly as I imagined them, but I maintained all the facts of their lives as they really happened. The concept of having each of the three family members tell their own story in their own voices felt more authentic to me. Why did you agree to open up like this in this book? Gino Quilico: All my life I have been an open book. I am sincere with my public, my friends and my family. I wanted to share my experiences. I wanted to make the readers understand all the work and challenges I have faced in my personal and artistic life. Yes, I have made a few mistakes in the past, but I don’t regret anything.

Perché ha deciso di aprirsi così in questo libro? Gino Quilico: Sono un libro aperto da sempre. Sono sincero con il mio pubblico, con gli amici e la famiglia. Volevo condividere le mie esperienze. Volevo far comprendere ai lettori tutto l’impegno messo e le difficoltà affrontate nella vita personale ed artistica. Sì, ho commesso degli errori in passato, ma non mi pento di nulla.

Why did you choose to dedicate a whole Perché ha deciso di dedicare un capitolo chapter on Lina Pizzalongo, the mother intero a Lina Pizzalongo, madre di Gino e of Gino and wife of Louis? moglie di Louis? Connie Guzzo-McParland: Gino had a Connie Guzzo-McParland: Gino nutriva great love for his mother, an accomplished un immenso amore per la madre, anche lei musician in her own right. She grew up musicista di successo. Cresciuta all’interno in Montreal’s Italian community of Mile della comunità italiana di Mile End a MonEnd, studied music from an early age and treal, studiò musica sin da giovanissima e fu had been considered a child piano prodigy considerata un prodigio del pianoforte con with a great future ahead of her. But she grandi prospettive di successo. Tuttavia, gave up her dream of becoming a concert una volta incontrato Louis, abbandonò il pianist when she met Louis and then dediproprio sogno di diventare una pianista cated her life to the careers of her husband concertista per dedicarsi alla carriera del and her son. Gino also spoke very highly of marito e del figlio. Gino ha anche parlato his father whom he claims taught him all benissimo del padre il quale dice gli abbia he knows about voice technique. But the insegnato la tecnica vocale. I due, però, two had a falling out after Lina’s death and Salon du Livre 2022, Gino and Connie litigarono dopo la morte di Lina e il secLouis’s remarriage after which Lina’s conondo matrimonio di Louis, dopo il quale il contributo di Lina sembrava tribution seemed to have been erased. I gave Lina her due in the essere stato dimenticato. Ho dato a Lina ciò che si meritava nel primo first act which I titled “The Bohemians”, because Lina recounts atto, intitolato “I Bohémiens”, affinché Lina raccontasse le difficoltà dei the struggles of the early years, just like the artists in Puccin’s opprimi anni, proprio come gli artisti de La Bohème. era, La Bohème. An Opera in 3 Acts Starring Gino Quilico, a Linda Leith Publication, will be launched at the Blue Metropolis Literary Festival on April 28. It is currently available in English and French on Amazon.ca and in bookstores upon request.

An Opera in 3 Acts Starring Gino Quilico, pubblicata da Linda Leith, sarà lanciata al Blue Metropolis Literary Festival il 28 aprile. Il libro è attualmente disponibile in inglese e francese su Amazon. ca e nelle librerie on demand. Traduction française à la page 98

87


Affamati come lupi

BY - D I DA N T E D I I U L I O

Italian-Canadian businessman acquires minority ownership of U.S. Campobasso 1919

W

Un imprenditore italo-canadese diventa socio minoritario dell’U.S. Campobasso 1919

hen it comes to soccer, foreign ownership can be a controversial subject. The promise of stadium expansion, improved training facilities and increased transfer spending is always a lucrative proposition. The benefits can also extend to an increase in local tourism and real estate prices. Of course, foreign ownership could end in disaster if the owners lack respect for the traditions and history of a club and refuse financial transparency. As opposed to England and Spain, international investment is still a relatively new phenomenon in Italian calcio, but is increasing each season. Where once most clubs were owned by local businessmen and families, half of Serie A’s 20 clubs are now majority-owned by international investors, mostly from North America. The foreign owners of AC Milan, Inter, Roma, Fiorentina, etc. may draw more recognition, but the lower levels in Italy are also attracting ownership interest from abroad. Take Italian-Canadian businessman Angelo Pastò, founder and president of Stanford Properties Group (SPG). He acquired minority ownership of U.S. Campobasso 1919, currently playing in Eccellenza, Italy’s fifth division. The team recently received an investment from American television personalities Kelly Ripa and Mark Consuelos. With this new acquisition, Pastò will partner with majority owner Matt Rizzetta of North Sixth Group, LLC. Born in Ururi, within the province of Campobasso in Molise in 1966 and immigrating to Canada in spring 1967, Pastò knew instantly he wanted to be part of this venture.

Q

uando si tratta di calcio, la proprietà straniera può rivelarsi un argomento contraddittorio. La promessa di ricevere uno stadio più ampio, delle strutture sportive migliori e più fondi per gli acquisti sono tutte proposte allettanti. I benefici potrebbero peraltro estendersi a un aumento del turismo locale e del valore dei beni immobiliari. La proprietà estera, ovviamente, potrebbe rivelarsi un disastro qualora i proprietari non rispettassero le tradizioni e la storia del club o rifiutassero una trasparenza delle operazioni finanziarie. A differenza dell’Inghilterra e della Spagna, gli investimenti internazionali sono un fenomeno relativamente nuovo per il calcio italiano, in aumento ad ogni stagione. Mentre una volta la maggior parte dei club appartenevano a imprenditori e famiglie del territorio, oggi, metà dei 20 club di serie A appartengono con quota maggioritaria a investitori stranieri, prevalentemente nordamericani. Seppur i proprietari stranieri di AC Milan, Inter, Roma, Fiorentina, ecc. ricevano maggior riconoscimento, anche le serie inferiori italiane suscitano adesso maggiore interesse d’acquisto all’estero. Si consideri per esempio l’imprenditore italo-canadese Angelo Pastò, fondatore e presidente del gruppo Stanford Properties (SPG). È diventato socio di minoranza dell’U.S. Campobasso 1919, al momento in Eccellenza (la quinta divisione italiana). La squadra ha da poco ricevuto un investimento da due personalità della televisione americana, Kelly Ripa e Mark Consuelos. Con la nuova acquisizione, Pastò si metterà in società con il socio maggioritario Matt Rizzetta del gruppo Sixth North, LLC. Nato a Ururi, in provincia di Campobasso, Molise, nel 1966 e immigrato in Canada nella primavera del 1967, Pastò ha capito sin da subito di voler partecipare a quest’impresa. “Il Campobasso si presentava come un progetto con grande poten-

88

Photo by Maurizio Silla

Hungry Like the Wolf


$36 FOR 3 YEARS w w w. p a n o ra m i t a l i a . co m / s u b s c r i b e

D IA N ANA A N -C . 14 3 ITA LI O TH E 20 22 | N FA LL

M AG

A ZI N

E

THE IT S U M A LI A N MER -C 20 22 A N A D IA N | NO . 14 2 M AG A

Z IN

E

20 years

THE ITAL IANCAN ADIA N MAG AZIN E WIN TER 202 2-23 | NO. 144

r Cove

h to a’s Pat Canad orld Cup the W e Ricett iselli to di p gio al pes ag Pasta ova e form u con no fo le lì al te Supp ear f the Y o es at Gradu

r Cove d Worl e Ricett ie h finocciana ta di il Insala ce alla sic ri e aran ambe con g modorini hetti po Spag l Trave ria Calab s es of e h g c a e eA The B ths for th Pa It’s a

Dog’s

It’s a Dog Cover ’s W orld Insa R lata di fin icette aran o ce a Spag lla siccchi e hett ilian i con a gam pom beri e odori ni The Beac Trav hes el of C Path alab s for ri the A a ges

SUBSCRIBE NOW

AND NEVER MISS AN ISSUE


“Campobasso presented itself as a high-growth project in a ziale in un mercato piuttosto ingiusto, alla guida di un presidente aprelatively underserved market, led by a passionate and energetic passionato ed energico, Matt Rizzetta, che aveva già fatto esperienza president, Matt Rizzetta, who already had experience in Italian nel calcio italiano. Si tratta inoltre della squadra più importante della football. It is also the most important team in the region my regione da cui proviene la mia famiglia, il che aveva un valore per me family is from, and that resonated with me. I believe we have the particolare. Credo che abbiamo sia il piano che le risorse necessarie plan and resources to bring the team back to Serie C in the short per riportare la squadra in serie C in poco tempo”. term.” Nell’estate del 2021, l’S.S. Campobasso venne escluso dalla serie C In summer 2022, Serie C club S.S. Campobasso was ruled indel calcio italiano. Rizzetta, che era socio minoritario della squadra, aceligible to compete in Italian soccer. Rizzetta, who used to own quisì così i diritti sportivi del club locale, il Campobasso 1919, per farlo a minority interest in that team, then acquired the sports rights diventare l’U.S. Campobasso 1919. Pur dovendo partire dalle serie più of the other local club, Campobasso 1919, to become U.S. Cambasse, sapeva che il sostegno di Pastò, Ripa e Consuelo era primorpobasso 1919. While needing to start from a lower league, he diale per portare a termine il progetto e la lotta per la promozione knew that the support of Pastò, Ripa, and nelle maggiori divisioni. Pastò e gli investitori Consuelos were paramount to drive the vicredono che il club possa rivendicare una sion and fight for promotion to the upper fetta enorme del mercato sportivo della division. Pastò and the investors believe regione. Consuelos e Ripa sono presi dalla that the club can claim a huge share of the promozione del marchio Campobasso 1919 region’s sports market. Consuelos and Ripa negli Stati Uniti, mentre Pastò si occuperà del are now focused on growing the Campomercato canadese. basso 1919 brand in the USA while Pastò “Abbiamo in programma di far crescere la will focus on the Canadian market. tifoseria raggiungendo le comunità italo-ca“We plan on growing the fanbase nadesi attraverso le vie tradizionali e i social through outreach in the Italian-Canadian media. Grazie alla squadra, per i tifosi è dicommunities through the routes of traventato più semplice guardare tutte le partite ditional and social media. The team has live su TV Campobasso 1919 o YouTube” streamlined the fans’ ability to watch all spiega Pastò. Angelo Pastò games live on Campobasso 1919 TV on “L’obiettivo di TV Campobasso è senza YouTube,” said Pastò. “The goal of CB TV is undoubtedly to make dubbio quello di rendere i tifosi parte integrante della squadra, ben the fan a more integral part of the team, welcoming interaction with accogliendo le interazioni con un pubblico digitale sempre più esian increasingly demanding digital audience and designed to be the gente e destinato ad essere il “cuore” ufficiale dei tifosi rossoblù, non official ‘heart’ of rossoblù fans, not only in Molise and Italy, but solo in Molise e in Italia, ma in tutto il mondo”. around the world.” Di recente, il presidente della serie A Lorenzo Casini ha avvisato Recently, Serie A president Lorenzo Casini warned that che gli acquirenti stranieri devono evitare di cedere alla tentazione foreign buyers of clubs must avoid the temptation of prioritizdi profitti veloci rispetto all’investimento a lungo termine, poiché gli ing quick profits over long-term investment, as short-term goals obiettivi a breve termine potrebbero ledere agli interessi generali could trump the wider needs of the league as a whole, such as della lega nel suo insieme, come ad esempio quello di migliorare le improving Italy’s obsolete stadiums. Better stadiums can attract condizioni obsolete degli stadi italiani. Degli stadi migliori attirerebmore families, widening the league’s audience, which could bero più famiglie, facendo così aumentare il pubblico della serie, il increase their media rights, particularly outside of Italy. che aumenterebbe ulteriormente i loro diritti media, in particolare al Under North Sixth Group, Campobasso 1919 secured excludi fuori dell’Italia. Sotto il gruppo North Sixth, il Campobasso 1919 si sive rights to the 21,000-seat stadium Nuovo Romagnoli and is è assicurato i diritti per 21.000 posti allo stadio Nuovo Romagnoli ed recognized as the primary team of Campobasso. The ambitions è riconosciuto come la squadra principale di Campobasso. Le ambifor the Campobasso 1919 project are to build an international zioni per il progetto Campobasso 1919 sono quelle di creare un club club that represents the immigrants from Molise across the internazionale che rappresenti gli immigrati molisani di tutto il mondo, world and to bring the team to the upper tiers of Italian football nonché quelle di portare la squadra ai livelli superiori del calcio italiano within the next five years. nel giro di cinque anni. Nicknamed I Lupi, the tiny club reached its peak in the 1980s Con il soprannome di I Lupi, questo piccolo club toccò l’apice negli when it reached Serie B, the second tier of Italian football, and anni ’80, raggiungendo la Serie B, la seconda serie calcistica italiana, e remained there for five seasons. With North Sixth Group’s inrimanendovi per cinque anni. Grazie all’investimento del gruppo North vestment, the wolves are currently top of their division. Winning Sixth, i lupi sono al momento in cima alla classifica della loro serie. is great, but for Pastò, it’s a passion project. Vincere è fantastico, ma per Pastò è un progetto spinto dalla pas“If we can get Italian-Canadian youngsters interested in sione. “Se riusciamo a far sì che i giovani italo-canadesi si interessino regional football teams in Italy and have them follow the games, alle squadre di calcio regionali italiane e riusciamo a fargli seguire I am confident it will bring them closer to their Italian heritage. le partite, sono certo che si sentiranno più vicini alla propria cultura I would love to own a team in the higher levels of Italian soccer, italiana. Mi piacerebbe avere una squadra nelle serie italiane maggiori, but at this time I am hoping this investment will lead to U.S. ma al momento spero che questo investimento faccia avanzare l’U.S. Campobasso 1919 moving up in divisions while bringing the Campobasso 1919 alle serie più alte, facendo per altro avvicinare tutta whole Pastò family closer together with our Italian roots.” la famiglia Pastò alle proprie origini italiane”. Forza Lupi!

Forza Lupi!

90



EVENTS

Unico Primo Pentola D’oro Awards Celebrating the food & beverage industry’s finest The Italian Chamber of Commerce of Ontario Canada (ICCO Canada), Unico Inc. and Primo Foods presented the 10th annual Pentola d’Oro Awards in downtown Toronto, bringing together Italian food lovers and industry professionals across the city. Held November 18, the revered culinary awards honoured the following individuals and businesses for their contributions to the Ontario food and beverage landscape: Paul Bravi (Senior Vice President, Food Basics, Metro) - Pentola d’Oro Award; Francesco Zulian (Vice President, General Manager of Sales, Italian Food Tech) - Italy-Canada Award; Alex Barrotti (Founder, TouchBistro) - Innovative Entrepreneur Award; Frank 2. Commisso (President, Commisso Estate Winery) - Lifetime Achievement Award; Gemma Gelateria - Best Gelato Award; Il Covo - Favourite Hotspot Award. Also recognized were Sam Primucci (Founder, Pizza Nova), Nick Di Donato (President & CEO, Liberty Entertainment Group) and Arthur Pelliccione (Owner, Jan K Overweel Ltd.).

Romina Monaco Events Editor romina@panoramitalia.com

1.

3.

4.

1. Francesco Zulian (Italy-Canada Award recipient) and Vince Scornaienchi 2. Patrick Pelliccione, Consul General Luca Zelioli, David Rocco and Tony Altomare 3. Patrick Pelliccione, Tony Altomare, Sam Primucci and Corrado Paina 4. Ralph Younes, Frank Commisso and John Porco (Title Sponsor) 5. Ron Sedran, Mary Dalimonte, Ernie DeCarlo, Nicole Dobinson andPat Pelliccione 6. Frank Commisso (Lifetime Achievement Award recipient), Pat Pessotto, Jenny Longo, Daniela Carcasole and Tony Altomare 7. Bambina Marcello, Alex Barrotti (Innovated Entrepreneur Award recipient), Riccardo Bressan, Fabrizio Secco and Pat Pelliccione 8. Tony Altomare, Domenic Primucci, Paul Bravi (Pentola d’Oro Award recipient), John Fabbro and Pat Pelliccione

5.

6.

7.

8.

92


Pink Diamond Gala After breast cancer After Breast Cancer (ABC) celebrated a 10-year milestone at its annual Pink Diamond fundraising gala held December 11 in downtown Toronto. Raising $140,000 and a grand total of $1 million to date for breast cancer survivors, this chic Sunday luncheon attracted over 500 supporters and featured inspirational musical performances by Canadian treasures, Jully Black and Roberta Battaglia. The organization was founded in 2013 by Alicia Vianga, ABC’s executive director,

with a mission to empower women affected by breast cancer through after-care education, financial aid in regards to mastectomy bras and breast prosthesis including access to resources and emotional support via community engagement. Powerful keynote speaker and breast cancer advocate, Silvana Tibollo encouraged guests to continue their support of the nationwide ABC which has provided financial assistance to over 4000 recipients.

1. Kristen Wells and Melissa Wells 2. Gordon Jones and Samantha Brown 3. Gino Cucchi and Carmela Liparoti 4. Natalia Trela, Barbara Trela and Monika Trela 5. Keynote Speaker, Silvana Tibollo and ABC Founder, Alicia Vianga 6. Nadia Cerelli, Stella Acquisto and ABC Founder, Alicia Vianga 7. Nick Puopolo, Roberta Battaglia, ABC Founder Alicia Vianga and Nancy Dow 8. Sandra Discianni, Lucy Gisonni-Lex, Elly Di Bonaventura and Margaret Pastora

2.

4.

5.

3.

6.

7.

8.

93

Luigi Pullano Photography

1.


EVENTS

Cocktail du Nouvel An Chambre de Commerce Italienne au Canada To toast and welcome the New Year the Italian Chamber of Commerce in Canada (ICCC) hosted its inaugural Cocktail du Nouvel An where members and partners savoured the traditional flavours of Italy. Held February 1 in Montreal, everyone was able to enjoy a variety of authentic Italian cheeses presented by marchand-fromager, Yannick Achim, who was on-site to share his vast knowledge. The ICCC is scheduled to hold additional events this year such as the fifth edition of the Forum D’Affaires Canada-Italie and the Premio Venezia Award Ceremony recognizing excellence in collaborations between Italy and Canada.

1.

2.

1. Sal Nicastro (President, Ampak), Carmine D’Argenio (Board Chair and President, ICCC) and Danielle Virone (Executive Director, ICCC) 2. Yannick Achim (Fromagerie Yannick)

Donat Taddeo

Appointment to the Order of Canada 1.

2.

Joining the ranks alongside other illustrious Canadians, educator and community advocate, Donat Taddeo will be appointed to the prestigious Order of Canada. In a citation released in December 2022, Taddeo is being recognized “for his significant contributions to his community and to educational institutions as a teacher, development leader, administrator and volunteer.” Taddeo’s lengthy career involving education, health and politics in Québec is an impressive resume spanning decades and includes working at Concordia University as the Dean of Humanities, Faculty of Arts and Science, Dean of the Faculty of Engineering and Computer Science, and associate professor in the Department of Communications Studies. In the 1970s he served as commissioner for the Commission des écoles catholiques de Montréal and was a founding member of the Consiglio Educativo Italo-Canadese and the Positive Action Committee (later Alliance Québec). In 1987, he co-authored with Raymond C. Taras the book Le débat linguistique au Québec: La communauté italienne et la langue d’enseignement and served as the Québec Ministry of International Affairs’ delegate to Italy. 1. Donat Taddeo 2. His Holiness, Pope Francis with Donat Taddeo

Holiday Ornaments for a Cause Pizza Nova holiday campaign In an innovative and creative approach to supporting Toronto’s SickKids Foundation, the popular Pizza Nova franchise created a limited edition, ‘Vespa’ ornament which was sold at locations across southern Ontario during the holiday season. A successful campaign to say the least, Pizza Nova president, Domenic Primucci proudly presented a $15,000 donation on January 23 to SickKids Foundation officials, Katie McHugh-Escobar (Director of Community Events) and Sheryl Yip (Sponsorship & Cause Marketing). This two-year partnership will continue raising funds to help build a new state-of-the-art hospital, additional patient care buildings and support breakthrough research. 1. Domenic Primucci (President, Pizza Nova), Katie McHugh-Escobar (Director of Community Events, SickKids Foundation) and Sheryl Yip (Sponsorship & Cause Marketing, SickKids Foundation)

94

1.



TRADUCTIONS / TRADUZIONI Page 96

Les Italo-Canadiens ont-ils perdu la foi ? Par Sal Difalco

M

algré l’accélération de la sécularisation, du catastrophisme et de l’incertitude numérique de notre époque, le catholicisme romain demeure une facette commune, sinon toujours unificatrice, de la culture italienne, tant au pays qu’à l’étranger. Malgré les revers qu’elle s’est infligés et les coups qu’elle a reçus au cours des dernières décennies, l’Église conserve un monopole religieux en Italie et continue à dominer culturellement les événements de la vie de la plupart des Italiens. Compte tenu de la baisse de la fréquentation des églises et de l’intensification de la superficialité et du laxisme moral, on peut se demander si l’incarnation actuelle du catholicisme romain italien n’est pas davantage un trait d’identité, un ornement culturel, plutôt que quelque chose de véritablement ancré dans la foi. Bien sûr, il est difficile et peut-être téméraire de généraliser la foi d’un peuple, et peut-être qu’en fin de compte, cela n’a pas d’importance pour les Italiens en Italie : les grandes églises perdureront, les cérémonies persisteront, même si elles sont réduites à une espèce de kabuki pseudo-pieux. Le Vatican sera toujours là, au cœur de l’Italie. Mais comment cela s’applique-t-il aux Italiens immigrés, et en particulier à leurs enfants et petitsenfants, éloignés de l’étreinte et de la continuité rassurante d’une culture et d’une langue monolithiques ? L’histoire des Italiens au Canada, par exemple, est intimement liée à leur relation avec l’Église catholique romaine, et cette relation a façonné leur identité, même dans un nouveau pays. L’archevêque Frank Leo, qui a récemment succédé au cardinal Thomas Collins à la tête de l’archidiocèse de Toronto, était auparavant auxiliaire de l’archidiocèse de Montréal. Il note qu’à la fin du 19e siècle, et lors des vagues d’immigration ultérieures au début du 20e siècle et après la Seconde Guerre mondiale, l’Église du Québec a accueilli les Italiens, en particulier les paroisses nationales de Montréal qui desservaient différentes communautés ethniques.

« Les prêtres fournissaient des soins pastoraux et des services en italien », dit-il. « Ils étaient des pères spirituels proches qui se sacrifiaient pour aider les familles à trouver un logement et un emploi, à apprendre l’anglais et à placer leurs enfants à l’école. Et ils les faisaient participer à des organisations qui renforçaient leurs liens entre eux et avec leurs communautés. Ils ont bien servi l’ancienne génération. » Mgr John Borean, curé de St. Clare of Assisi à Woodbridge, au nord de Toronto (dont la congrégation est résolument italienne), fait écho à ces sentiments. « La foi a unifié et galvanisé la communauté italienne immigrée de Toronto. Et les messes italiennes les maintenaient connectés à leur langue, à leur foi et à leur culture. » Mais tout n’a pas toujours été rose à Toronto, ville protestante et catholique irlandaise. Dans son essai intitulé « Church and Clergy, and the Religious Life of Toronto’s Italian Immigrants, 1900-1940 » (Canadian Catholic History: a survey, 1983), John Zucchi, professeur à l’Université McGill, écrit : « Les prêtres et les ordres religieux italiens en poste à Toronto ne pouvaient que considérer leurs paroissiens comme des ressortissants italiens, surtout à l’époque du fascisme, et ils abordaient leur tâche en comprenant qu’eux, les clercs, étaient des missionnaires catholiques civilisant un peuple sous-développé. » Au cours de ces premières années, les églises catholiques italiennes de Toronto étaient également compromises sur le plan financier. Ainsi, de nombreux Italiens ont rompu avec l’Église, rejoignant même les missions méthodistes et évangéliques, ou sont restés indifférents à celle-ci. Après la Seconde Guerre mondiale, 500 000 Italiens ont afflué au Canada – beaucoup d’entre eux ont atterri dans la région du Grand Toronto – et, au cours des décennies suivantes, ils ont profondément marqué le paysage religieux canadien. Leur langue a résonné dans les églises qu’ils ont occupées ou construites ; leurs rituels ont perduré. Mais lorsque les jeunes générations ont fui leurs quartiers italiens traditionnels pour s’installer en banlieue, la carte des lieux de culte a changé. Roberto Perin, de l’Université York, répertorie ces changements dans sa monographie intitulée « Toronto’s Italians

96

and their Places of Worship » (Oltreoceano n° 14, 2018). Après avoir servi pendant des décennies les Italiens du centre-ville de Toronto, par exemple, Madonna del Carmine a fait la transition vers le cantonais pour les résidents catholiques de Chinatown. Les immigrants portugais ont rapatrié St. Agnes lorsque sa congrégation italienne s’est dirigée vers l’église St. Francis of Assisi, où la désormais emblématique procession du Vendredi saint a débuté à la fin des années 1950. Dans la paroisse italienne historique Madonna degli Angeli, les Portugais prédominaient au milieu des années 1980. En revanche, un trio d’églises protestantes, rebaptisées St. Alphonsus, St. Sebastian et San Nicola di Bari (les deux dernières situées sur St. Clair Avenue) sont devenues des paroisses italiennes. St. Alphonsus et St. Sebastian serviront plus tard des congrégations multilingues. Quant à San Nicola di Bari, des immigrants d’Érythrée et d’Éthiopie y célèbrent (encore aujourd’hui), selon le rite guèze. « Il est évident que les choses ont changé », concède Mgr Borean, qui dirige peut-être la plus importante église de banlieue au service des ItaloCanadiens. « La population immigrée a vieilli et s’est réduite en nombre. La majorité des Italiens parlent maintenant l’anglais. Avec l’évolution démographique, les messes italiennes finiront par être remplacées. Les deuxième et troisième générations ont un rapport à la foi différent de celui des premières. Elles ont une façon totalement différente de regarder le monde. Malheureusement, beaucoup ont oublié ou abandonné la foi. » L’archevêque Leo admet que « les jeunes d’aujourd’hui sont difficiles à atteindre, même parmi les catholiques. Et ils ne pratiquent pas comme leurs parents et grands-parents, même s’ils célèbrent toujours les sacrements. Mais les sacrements ne sont qu’une partie du chemin à parcourir. » Et que dit la jeune génération à ce sujet ? Amanda Lenjosek (née Garzo), dont les grands-parents ont émigré du sud de l’Italie, enseigne à l’école primaire à la Hamilton-Wentworth Catholic District School Board. Elle représente une fenêtre possible sur l’avenir. « Ma foi est très importante pour moi et ma vie de famille », ditelle. « C’est la lentille avec laquelle


je vois et comprends le monde qui m’entoure. Elle influence tout, de mon style parental à mes responsabilités en tant qu’épouse. Chaque dimanche, nous allons à l’église en famille. » Elle est également consciente des obstacles inhérents à la recherche et au maintien de la foi. « Aujourd’hui, avec toutes les distractions et les messages déformés provenant d’entreprises séculières, il est encore plus difficile pour les gens de trouver Dieu », ditelle. Mgr Borean est d’accord. « Beaucoup de gens vivent au jour le jour en cherchant des distractions, des divertissements et des satisfactions immédiates. Ils ne saisissent pas l’importance de la foi. Mais nous ne pouvons pas perdre espoir. Je crois que, tôt ou tard, le pendule reviendra en arrière. Les jeunes en viendront à remettre en question l’orientation de leur vie et la culture détériorée qui les entoure, et peut-être verrons-nous un retour à la foi. Et peut-être prendra-t-elle une forme différente – mais dans tous les cas, il faut que Dieu soit là. » Mme Lenjosek est également pleine d’espoir. « Les jeunes semblent effectivement attirés par une foi authentique et audacieuse, et non par une version édulcorée. De nombreuses jeunes familles choisissent d’assister à des messes plus traditionnelles et plus respectueuses. Nous avons besoin d’un renouveau spirituel – un renouveau basé sur le message véritable et non dilué de l’Évangile. La voie du monde n’est pas suffisante, comme beaucoup de gens le découvrent. Et l’Église catholique doit diriger le monde, et non être dirigée par lui. Pour que l’Église reste pertinente, elle ne doit pas s’inquiéter de devenir comme le monde, mais plutôt être l’antidote à ses maux. » « La mission de l’Église a toujours été d’approfondir la foi et de diffuser le message évangélique d’altruisme et d’amour des autres, et d’être véritablement une ancre dans les tempêtes de la vie », conclut l’archevêque Leo. « Il est certain que dans le climat actuel, il faudra de la créativité et de l’ingéniosité pour parler le langage du Christ d’une manière qui sera comprise. Mais je suis plein d’espoir. Il y a encore beaucoup de bien à faire. Et Dieu ne nous abandonnera jamais. »

Page 72

Où siroter d’excellents mousseux ? La Franciacorta est la plus récente région productrice de bulles d’Italie. Par Maureen Littlejohn

P

sst ! Vous voulez un conseil d’initié sur les bulles les moins connues et sans doute les meilleures d’Italie ? Certains des meilleurs vins mousseux du pays sont produits par un peu plus de 100 établissements vinicoles situés dans un secteur de 200 km2 entre les villes de Brescia et de Bergame, en Lombardie. Ils sont élaborés selon le metodo classico, c’est-à-dire mis en bouteille après fermentation comme le champagne français. Si vous ne les avez pas encore essayés au Canada, c’est peut-être parce que moins de 15 % des 17,5 millions de bouteilles produites sont exportées. Cela dit, si vous séjournez en Italie, et plus particulièrement dans cette région, vous dégusterez très certainement un de ces mousseux fruités et floraux dans les restaurants, pendant l’aperitivo dans un bar ou lors de dégustations dans les vignobles (certains événements spéciaux sont même organisés dans les nombreux châteaux de la région). La Franciacorta possédait des vignobles bien avant l’arrivée des Romains, et les moines qui habitaient la région jusqu’au Moyen Âge étaient connus pour leur production de vin rouge. Le vin blanc à bulles est apparu plus tard, beaucoup plus tard. Le premier vin mousseux officiel de Franciacorta a été produit dans la région en 1961 par un viticulteur local qui avait envie de créer quelque chose de nouveau. « Le succès moderne doit être attribué au travail du vigneron Franco Ziliani, qui avec la cave Guido Berlucchi a mis en bouteille la première version du vin Franciacorta moderne », note Jean Marco Palmieri sur le site Italysfinestwines.it. Ils ont expérimenté la fermentation en bouteille et le dosage (ajout d’une petite dose de sucre) traditionnels, à la manière d’un champagne, et d’autres viticulteurs leur ont emboîté le pas. L’appellation régionale DOC (Denominazione di origine controllata) a été obtenue en 1967, et le label

97

supérieur, DOCG, en 1995. Le Franciacorta a été le premier vin italien produit de manière traditionnelle à obtenir le statut de DOCG. Depuis lors, il a gagné en fierté nationale et s’est forgé une réputation mondiale grâce à une viticulture de haute qualité et à des normes de production scrupuleuses. Il en existe trois styles : le Franciacorta classique, frais et subtilement floral ; le Franciacorta Satèn, qui a un caractère soyeux ; et le Franciacorta Rosé, plus structuré et vigoureux. Comme pour le champagne français, les cépages chardonnay, pinot noir et pinot blanc sont utilisés, mais, fait unique à Franciacorta, certaines cuvées comprennent jusqu’à 10 % d’un ancien vinifera. « En 2017, en plus de l’assemblage classique prévu par le cahier des charges, un quatrième cépage autochtone appelé erbamat a été ajouté. Il permet de garantir une acidité correcte des vins, surtout au vu des changements climatiques actuels », explique Monica Faletti, porte-parole de Ca’del Bosco, l’un des producteurs pionniers de la région. Un consortium comprenant 200 membres, dont des producteurs, des caves et des embouteilleurs, a été créé en 1990 et réglemente strictement la production. En plus de dicter le pourcentage de chaque cépage autorisé, les normes du consortium prévoient que le vin repose sur lies pendant 18 mois à partir de la récolte. Cette durée passe à 30 mois pour la version millésimée et à 60 mois pour les réserves premium. « Depuis que nous avons commencé notre production de vin, nous avons toujours visé un objectif unique : la qualité. Nous cultivons 253 hectares, et grâce aux meilleurs sols, nous pouvons obtenir des raisins de grande qualité. Ces dernières années, nous avons acquis de nouveaux vignobles à différentes altitudes afin de pouvoir mettre en valeur toutes les nuances possibles dans nos vins », précise Faletti. Les vins primés de Ca’del Bosco comprennent la Riserva Annamaria Clementi Zéro Dosage et la Riserva Annamaria Clementi Rosé. Élaborés à partir de raisins de vignobles sélectionnés et historiques, tous deux vieillissent sur lies pendant un minimum de huit ans. « Le nom Annamaria Clementi a été


TRADUCTIONS / TRADUZIONI choisi en l’honneur de notre fondatrice, mère de notre président, Maurizio Zanella. Il représente la plus haute expression de notre savoir-faire. » Un autre aspect merveilleux des vins de Franciacorta est qu’on peut en boire une version différente avec chaque plat d’un repas. Les restaurants de la région s’associent aux établissements vinicoles, ce qui permet d’en déguster avec de nombreux menus inventifs. Parmi les plats locaux à essayer avec un Franciacorta sec, citons le manzo all’olio di Rovato, du bœuf braisé cuit lentement dans de l’huile d’olive servi sur un lit de polenta, ou la tanche farcie cuite au four du hameau de Clusane. Les vins de Franciacorta sont polyvalents, uniques et se marient facilement avec divers mets : ils font partie des meilleurs crus du pays. Quelle excellente raison d’aller dans la région afin de le découvrir soimême ! Cin cin cin ! Page 86

Une nouvelle biographie explore une famille montréalaise de l’opéra Un Opéra en 3 actes mettant en vedette Gino Quilico Par Carole Gagliardi

L’

auteure Connie Guzzo-McParland a publié il y a peu la biographie de la famille Quilico, plus précisément de Gino, son père, Louis, et sa mère, Lina. Un Opéra en 3 actes mettant en vedette Gino Quilico raconte les défis et les succès d’une famille de chanteurs d’opéra italo-canadiens de Montréal, au Québec, liés à certaines des maisons d’opéra les plus en vue au monde. J’ai récemment interviewé Connie Guzzo-McParland et Gino Quilico. Pourquoi avez-vous décidé d’écrire votre première biographie sur la famille Quilico ? Connie Guzzo-McParland : Après la publication de mon dernier roman, The Women of Saturn, inspiré de mon expérience personnelle mais très romancé, j’ai longuement réfléchi à mon prochain projet. Je suis une écrivaine de fiction, mais j’ai toujours aimé lire

ou regarder des documentaires sur la vie de personnalités exceptionnelles et j’ai ressenti le besoin de me mettre au défi d’écrire une œuvre documentaire. Lentement, une idée s’est cristallisée en moi. Pourquoi ne pas mettre en lumière quelqu’un de notre communauté italienne qui a accompli quelque chose de spécial ? Notre communauté célèbre régulièrement le succès financier et commercial, mais néglige souvent l’effort et le talent qu’il faut pour réussir dans la sphère artistique. J’ai rencontré Gino Quilico par l’intermédiaire de mon frère Vincenzo, musicien et chef de chœur, et il m’est venu à l’esprit que Gino, de même que son père, Louis, avaient atteint une renommée internationale dans le monde de l’opéra, et que pourtant cette famille n’était pas tellement connue en dehors de ce monde très restreint. J’ai pensé qu’il était temps pour la communauté dans son ensemble ainsi que pour le grand public de découvrir les réussites de cette famille exceptionnelle. Ma curiosité et mon intérêt personnels m’incitaient aussi à explorer ce qu’il a fallu aux Quilico, d’origine modeste, pour atteindre ce niveau de succès et de renommée. Vous avez adopté un style particulier pour raconter l’histoire de chacun, vous avez utilisé la première personne. Pourquoi ? Connie Guzzo-McParland : Mon but n’était pas d’écrire sur l’opéra en tant que forme d’art ni sur la technique vocale, ni simplement d’énumérer une suite de réalisations professionnelles. Je voulais raconter le côté personnel et humain de l’histoire de chacun. J’ai choisi d’écrire le livre dans un genre créatif documentaire, c’est-à-dire de raconter une histoire vraie mais en utilisant les techniques de la fiction pour la rendre captivante pour les lecteurs qui ne s’intéressent peut-être pas à l’opéra ou qui le connaissent mal. Je n’ai jamais rencontré Lina ni Louis, mais dans mes entretiens avec Gino, j’ai senti leur voix. Tout au long du livre, j’ai également imaginé des scènes qui auraient pu se produire, tout en maintenant les faits de leur vie tels qu’ils se sont réellement déroulés. L’idée que chacun des trois membres de la famille raconte sa propre histoire avec sa propre voix m’est apparue plus authentique.

98

Pourquoi avoir accepté de vous livrer ainsi dans ce livre ? Gino Quilico : Toute ma vie, j’ai été un livre ouvert. Je suis sincère envers mon public et mes proches. Je voulais raconter mes expériences. Je voulais faire comprendre aux lecteurs tout le travail réalisé et les défis rencontrés au cours de ma vie personnelle et artistique. Oui, c’est sûr que j’ai fait des bêtises dans le passé, mais je ne regrette rien. Pourquoi avoir choisi de consacrer un chapitre entier à Lina Pizzalongo, la mère de Gino, épouse de Louis ? Connie Guzzo-McParland : Gino avait un grand amour pour sa mère, une musicienne accomplie. Elle a grandi dans la communauté italienne du Mile-End, à Montréal, a étudié la musique dès son plus jeune âge et était considérée comme une enfant prodige du piano ayant un grand avenir devant elle. Mais elle a abandonné son rêve de devenir pianiste de concert lorsqu’elle a rencontré Louis et a ensuite consacré sa vie aux carrières de son mari et de son fils. Gino a également fait l’éloge de son père, qui, dit-il, lui a appris tout ce qu’il savait sur la technique vocale. Mais les deux se sont disputés après la mort de Lina et le remariage de Louis, après quoi la contribution de Lina semblait avoir été effacée. J’ai donné son dû à Lina dans le premier acte, que j’ai intitulé « Les bohèmiens », parce que Lina raconte les luttes des premières années, tout comme les artistes de l’opéra La Bohème de Puccini. Un opéra en 3 actes mettant en vedette Gino Quilico, une publication de Linda Leith, sera lancé au Festival littéraire Metropolis bleu le 28 avril. Le livre est actuellement disponible en anglais et en français sur Amazon. ca et en librairie sur demande.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

Celebrating the food & beverage industry’s finest Unico Primo Pentola D’oro Awards

1min
page 92

Affamati come lupi Affamati come lupi

6min
pages 88-91

New Biography Explores Montreal Opera Family

6min
pages 86-88

Niko Ceci

6min
pages 84-85

Panino Muffuletta Muffuletta Sandwich

3min
pages 81-83

Preparation / Preparazione

1min
pages 78-79

Zucchine e patate in padella con salsa di pomodoro

1min
page 77

Where To Sip Outstanding Sparklers Dove sorseggiare vini frizzanti eccezionali

7min
pages 72-77

Double the Culture Double the Culture

17min
pages 62-72

The Case for a Ligurian Getaway

3min
pages 60-61

FRANCESCA FANTETTI

2min
pages 56-60

LIVINGITALIANSTYLE

2min
pages 54-55

Plâtrier Élite /Elite Drywall Finishing

3min
pages 52-53

False Negative, Twice as Strong

5min
pages 48-51

Italiani a Victoria, Columbia Britannica

6min
pages 44-47

Posthumous Commemoration for Salvatore Gallaro

6min
pages 40-43

The “Cool” Temptation of Organized Crime Il “fascino” del crimine organizzato

7min
pages 36-39

Groundbreaking History, Uncertain Future Una storia da pioniera e un futuro incerto

7min
pages 26-31

Readers Comments

13min
pages 18-23

Basta...Spare Me. Spare Us!

6min
pages 12-17

Our Faith La nostra fede

6min
pages 8-12
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.