Il TERZO tempo
AMARE DI NUOVO, SEMPRE E COMUNQUE di Lidia Ravera
H
o ricevuto una lettera che mi ha fatto riÀettere, a lungo, e amaramente; non vi cito il nome della lettrice che mi ha scritto perché non vuole essere in alcun modo menzionata o nominata. La chiameremo, perciò, con un nome di fantasia: vi piace Graziella? Si usava molto negli anni Sessanta del secolo scorso. C’era anche una bicicletta che si chiamava così. Dunque Graziella ha sessantanove anni, è vedova da quando ne aveva sessanta e, da pochi mesi, ha intrecciato una relazione ăettuosa (lei la de¿nisce con questo aggettivo, interpretatelo come volete) con un signore che abita nel palazzo di fronte al suo. Si ritrovavano sempre nello stesso bar e chiedevano lo stesso căè: decăeinato lungo, macchiato caldo. Un bel giorno, è arrivato un barman nuovo che non capiva bene la lingua e ha sbagliato ad eseguire l’ordinazione. A tutti e due. Graziella si è messa a ridere di gusto e il signore, invece di arrabbiarsi, ha riso con lei.
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www.spazio50.org | luglio/agosto 2022
La faccio breve, hanno incominciato a vedersi. E non soltanto al bar. Due volte al cinema, un concerto, una passeggiata, lo zoo. Il primo bacio se lo sono dato davanti alla gabbia delle scimmie. E di nuovo hanno riso. La loro amicizia contiene molta allegria, chiacchiere, cenette. Una notte soltanto hanno dormito insieme, carezzandosi prima di prendere sonno. Graziella era felice, e anche l’uomo, sembrava godere di quella intimità senza urgenze carnali, più alla ricerca della compagnia e della tenerezza che di sesso. Sarebbe il racconto di una seconda primavera felice, se non ci fossero di mezzo i ¿gli. Sì, un maschio di 41 anni e una femmina di 3 , entrambi di Graziella. Due brave persone, già mature, che, come bambinetti gelosi, non hanno accettato che la loro madre avesse una relazione. «Fregatene, Graziella, mandali al diavolo, non si meritano niente, anzi, si meritano una vecchiaia solitaria e infelice». Le ho scritto così, arrabbiata e partecipe, condividendo il suo dispia-