Linee guida alla progettazione di Plant Based Solutions

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Le piante giocano un ruolo fondamentale nella transizione ecologica che le città si trovano ad affrontare in questo momento storico, caratterizzato dai grandi cambiamenti climatici in atto. Sempre più utilizziamo termini come “design biofiliaco” o “green urbanism” “biomorphic urbanism” in cui la progettazione è intesa come pratica che prende larga ispirazione dalla natura, per sviluppare soluzioni in grado di migliorare l’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Fino ad oggi le piante erano incorporate nei progetti a scala urbana per ragioni per lo più estetiche o di arredo urbano, solo in tempi recenti abbiamo capito che l’integrazione di sistemi vegetali in città è una delle alternative più efficienti che abbiamo per affrontare problemi legati alla regimentazione delle acque, alla stabilizzazione del suolo, all’aumento delle temperature e alla qualità dell’aria. In questo testo pensato per il Comune di Prato ma applicabile anche ad altre aree urbane, parliamo di Plant-based Solutions, ossia soluzioni che utilizzano piante e alberi per risolvere alcuni problemi specifici delle città. L’espressione usata nel titolo è una deformazione della dicitura Nature-based Solution, normalmente utilizzata nella letteratura scientifica. Pur facendo riferimento a questa letteratura e a questo settore disciplinare ormai codificato, abbiamo scelto già nel titolo di mettere l’accento sulle piante, per evidenziare che è la vegetazione, più che altri elementi naturali, a fare la differenza e a rendere le nostre città più sane, salutari e sostenibili.

Linee guida a cura di PNAT per Prato Urban Jungle

a cura di PNAT srl per il Comune di Prato coordinamento scientifico e progettuale: Stefano Mancuso Elisa Azzarello Camilla Pandolfi Cristiana Favretto Antonio Girardi team di progetto: Lucia BiancaFrancescaMatteoCastellaniDeRossiDiBussoloGalmarini Giorgia Magrì Matteo WertherMasiGuidi Nissim Livia

NessunaAntonioPaciniSarpatopartedi libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti. pubblicazione visionabili e scaricabili da www.pnat.net/it/ seguendo il

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Gli allegati alla

sono

percorso: I NOSTRI LAVORI ∕ PRATO URBAN JUNGLE - LINEE GUIDA ∕ Allegati Urban Jungle

Le piante giocano un ruolo fondamentale nella transizione ecologica che le città si trovano ad affrontare in questo momento storico, caratterizzato dai grandi cambiamenti climatici in atto. Sempre più utilizziamo termini come “design biofiliaco” o “green urbanism” in cui la progettazione è intesa come pratica che prende larga ispirazione dalla natura, per sviluppare soluzioni in grado di migliorare l’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Fino ad oggi le piante erano incorporate nei progetti a scala urbana per ragioni per lo più estetiche o di arredo urbano, solo in tempi recenti abbiamo capito che l’integrazione di sistemi vegetali in città è una delle alternative più efficienti che abbiamo per affrontare problemi legati alla regimentazione delle acque, alla stabilizzazione del suolo, all’aumento delle temperature e alla qualità dell’aria. In questo testo pensato per il Comune di Prato ma applicabile anche ad altre aree urbane, parliamo di Plant-based Solutions, ossia soluzioni che utilizzano piante e alberi per risolvere alcuni problemi specifici delle città. L’espressione usata nel titolo è una deformazione della dicitura Nature-based Solution, normalmente utilizzata nella letteratura scientifica. Pur facendo riferimento a questa letteratura e a questo settore disciplinare ormai codificato, abbiamo scelto già nel titolo di mettere l’accento sulle piante, per evidenziare che è la vegetazione, più che altri elementi naturali, a fare la differenza e a rendere le nostre città più sane, salutari e sostenibili.

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Sommario PREFAZIONE 10 Stefano Mancuso, da “La Pianta del Mondo” 11 Cristiana Favretto, La Città Naturale 14 INTRODUZIONE 16 Antonio Girardi, Prato Urban Jungle 17 I SERVIZI ECOSISTEMICI 22 benefici forniti dagli ecosistemi 23 categorie dei servizie cosistemici 25 CITTÀ E NATURE-BASED SOLUTIONS 30 strategie e interventi in città basati sulla natura 31 NbS e temi di applicazione 33 NATURE-BASED SOLUTIONS 44 NbS le schede 45 1.0_INTERVENTI DI MESSA A DIMORA DI PIANTE 48 interventi di messa a dimora di piante 49 • Parklets 50 • Aree di sosta verdi 52 2.0_REGIMENTAZIONE E DEPURAZIONE DELLE ACQUE 54 regimentazione e depurazione delle acque 55 • Sistemi di drenaggio urbano 56 3.0_INTERVENTI SUL SUOLO E SULLE SUPERFICI IMPERMEABILI 60 interventi sul suolo e sulle superfici impermeabili 61 • Pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo 62 • Impianti di fitorimedio 66 4.0_INTERVENTI DI VERDE VERTICALE 68 interventi di verde verticale 69 • Barriere verdi/barriere verdi filtranti 70 • Facciate verdi 74 5.0_INTERVENTI SUGLI ELEMENTI ORIZZONTALI DEGLI EDIFICI 78 interventi sugli elementi orizzontali degli edifici 79 • Coperture verdi e tetti giardino 80 6.0_UTILIZZO DI PIANTE IN AMBIENTE INDOOR 84 utilizzo di piante in ambiente indoor 85 • Sistemi di depurazione attraverso le piante 86

7.0_PRODUZIONE DI CIBO 90 produzione di cibo 91 • Sistemi di coltivazione intensivi 92 • Indoor farms 94 • Frutteto urbano 95 • Rooftop farms 96 • Floating farms 98 • Orti sociali 100 • Food Forest 102 ALLEGATI TECNICI DELLE NbS 104 allegati tecnici 105 1.0/all_INTERVENTI DI MESSA A DIMORA DI PIANTE 106 2.1/all_REGIMENTAZIONE E DEPURAZIONE DELLE ACQUE 108 3.0/all_INTERVENTI SUL SUOLO E SULLE SUPERFICI IMPERMEABILI 110 4.0/all_INTERVENTI DI VERDE VERTICALE 114 5.0/all_INTERVENTI SUGLI ELEMENTI ORIZZONTALI DEGLI EDIFICI 116 6.0/all_UTILIZZO DI PIANTE IN AMBIENTE INDOOR 120 7.0/all_PRODUZIONE DI CIBO 122 CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE NbS 126 introduzione 127 criteri di valutazione della sostenibilità e dell’impatto di interventi verdi in ambito urbano 129 URBAN JUNGLE FACTOR (UJF) 132 Urban Jungle Factor (UJF): un nuovo indice prestazionale 133 criteri di calcolo dell'UJF 134 calcolo del coefficiente di beneficio e sostenibilità (q) 137 MODALITÀ DI ADESIONE E CONCESSIONE DEL MARCHIO URBAN JUNGLE® 156 codice uso e licenze del marchio Urban Jungle® 157 modalità di attribuzione del marchio Urban Jungle® 158

SITI PILOTA PROGETTO U.I.A 160 calcolo preliminare dei benefici per gli interventi di Urban Jungle Prato 161 1.0_MERCATO COPERTO, MACROLOTTO 0 162 Mercato Coperto, Macrolotto 0 163 • Indoor Jungle 172 • Outdoor Jungle 180 2.0_FARM PARK, VIA DELLE PLEIADI 186 Farm Park, via delle Pleiadi 187 3.0_EPP VIA TURCHIA, PNAT 208 EPP via Turchia 209 4.0_EPP VIA TURCHIA, SBA 228 EPP via Turchia 229

10 PREFAZIONE

LA GIUNGLA URBANA E LA LOTTA AL RISCALDAMENTO GLOBALE:

“Non è possibile, comprendere il funzionamento di un ambiente complesso come una città, guardando alle sole necessità umane. Potrebbe sembrare paradossale, ma è proprio uno sguardo più ampio l’unica possibilità perché queste stesse necessità siano preservate anche nel futuro. Cerco di essere più chiaro: studiare e pianificare le città perseguendo soltanto le immediate esigenze delle persone che le abitano è il modo più sicuro perché questi stessi bisogni, in breve tempo, non possano più essere garantiti. Al contrario, per capire la fisiologia di una città è necessario tenere conto dell’intero ecosistema che la caratterizza. Ogni altro metodo di studio non può che essere una semplificazione”. a cura di Stefano Mancuso, da “La Pianta del Mondo”

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“Le città, essendo diventate il luogo dell’uomo, sono anche i principali motori della nostra aggressione all’ambiente. Attualmente intorno al 70% del consumo globale di energia e oltre il 75% del consumo mondiale di risorse naturali sono a carico delle città, le quali producono il 75% delle emissioni di carbonio e il 70% dei rifiuti. Entro il 2050 le città dovranno essere in grado di ospitare altri due miliardi e mezzo di persone, con un consumo di risorse che al momento riesce difficile immaginare. Di fronte a questi numeri è evidente che qualunque soluzione al problema dell’impatto umano non può che passare attraverso le città. Ma quali possono essere queste soluzioni? Fortunatamente sono tante e cambieranno ogni aspetto del funzionamento della città: dai trasporti, al consumo di acqua, dalla produzione di rifiuti, all’emissione di anidride carbonica, tutto sarà riportato all’interno di cicli chiusi che renderanno molto più efficViente il funzionamento della città. Le soluzioni esistono e, anche se lentamente, riusciranno a limitare i danni. Ciò che è davvero urgente, tuttavia, è cambiare la nostra concezione di città”.

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1. Matthews T.K., Wilby R.L., Murphy C. (2017) - Communicating the deadly consequences of global warming for human heat stress. PNAS 114: 3861–3866.

Come se non bastasse, dobbiamo, inoltre, considerare che in città ogni effetto dell’aumento di temperatura è amplificato dalle peculiari caratteristiche dell’ambiente urbano. La cosiddetta isola di calore, ad esempio, ossia il fenomeno per il quale in città le temperature sono più elevate che nelle aree rurali circostanti, rende la città un luogo molto più suscettibile agli aumenti di temperatura. Soltanto a causa delle isole di calore si calcola che, a livello globale, la temperatura delle città aumenti in media di 6,4 °C2. Si tratta di un dato che, anche se molto variabile nella sua entità a seconda della collocazione geografica e delle caratteristiche proprie di ogni centro urbano, è un indicatore dell’enorme impatto che il nostro modo di costruire ha sull’ambiente. Il primo ad accorgersi di questo fenomeno fu un chimico e farmacista inglese, Luke Howard, cui va il merito non solo della prima osservazione in assoluto dell’esistenza dell’isola di calore urbano, ma anche di essersi accorto che questa differenza di temperatura è maggiore di notte rispetto al giorno. Nel 1820, nel suo trattato The Climate of London - il primo in assoluto ad occuparsi del clima di una città – Howard scriveva che confrontando i dati di nove anni di temperature registrate in centro a Londra e in località rurali immediatamente circostanti la città, “la notte è 3,7 °F (equivalenti a 2,1°C) più calda in città rispetto alla campagna”. I motivi che portano a questo surriscaldamento sono vari e dipendono dal modo in cui le nostre città sono costruite e funzionano. Uno dei fattori principali nella formazione delle isole di calore dovuta alla natura artificiale delle superfici cittadine. Queste, infatti, a causa della loro impermeabilità e della mancanza di copertura vegetale, mancano della possibilità di raffreddarsi attraverso l’evapotraspirazione dell’acqua, al contrario di quanto avviene nelle aree rurali. Non basta. In città le superfici scure assorbono quantità significativamente maggiori di radiazione solare e materiali come l’asfalto o il cemento, hanno proprietà termiche differenti rispetto a quelle delle superfici rurali. Inoltre, una parte significativa dell’energia utilizzata in città dalle automobili, dall’industria o per riscaldare e raffreddare gli edifici è persa sotto forma di calore residuo aumentando la temperatura dell’ambiente. E infine: la geometria

2. Phelan P.E. et al. (2015) - Urban Heat Island: Mechanisms, Implications, and Possible Remedies. Annual Review of Environment and Resources. 40: 285-307.

“Oltre il 90% delle città sono costiere e come tali, saranno soggette a fenomeni di inondazioni sempre più frequenti e pericolose a causa dell’inevitabile innalzamento del livello del mare. I fenomeni atmosferici, sempre più violenti, risulteranno in danni crescenti dovuti a tempeste, inondazioni, vento, siccità. Danni di questo tipo oltre che prostrare direttamente la popolazione, avranno effetti altrettanto importanti sul piano economico, portando a interruzioni delle attività commerciali e della normale funzionalità della città. Le ondate di calore estivo, ossia i periodi con temperature molto oltre la media, diventeranno sempre più frequenti con effetti disastrosi sulla salute delle persone. Con l’incremento della temperatura, aumentano molte patologie che hanno conseguenze mortali. Uno studio del 2017 stima che se anche riuscissimo a limitare l’innalzamento della temperatura media entro la metà del secolo a soli 2 °C rispetto al livello preindustriale – prospettiva ormai quasi irrealizzabile – il numero di morti nelle città per i soli effetti delle ondate di calore supererebbe i 350 milioni1.

3. Oke T.R. (1982) - The energetic basis of the urban heat island. Quarterly Journal of the Royal Meteorological Society. 108 (455): 1–24.

“Le città sono, quindi, particolarmente vulnerabili al riscaldamento globale. La buona notizia è che sono anche il luogo dove il riscaldamento globale può essere combattuto con più efficacia. Poiché è in città che si produce il 75% della CO2 di origine umana, è qui che la stessa va bloccata, utilizzando gli alberi per rimuoverne la maggiore quantità possibile dall’atmosfera. Nel 2019 un team di ricercatori del politecnico di Zurigo pubblicava i risultati di uno studio in cui si affermava che la messa a dimora, a livello planetario, di mille miliardi di alberi era di gran lunga la soluzione migliore, più efficiente e misurabile, per riassorbire dall’atmosfera una significativa percentuale della CO2 prodotta a partire dall’inizio della rivoluzione industriale4. Nonostante la bontà dello studio e le sue solidissime basi scientifiche le critiche non si fecero attendere: dove avremmo mai trovato lo spazio per piantare mille miliardi di alberi? Quale sarebbe stato il costo? I risultati sarebbero stati di sicuro molto inferiori a quelli stimati ecc. Critiche in gran parte infondate. La superficie per piantare questi alberi esiste e il costo, per quanto notevole, è di gran lunga inferiore a qualunque alternativa si possa immaginare che abbia soltanto una parte delle possibilità di successo di questa. Se poi, si riuscisse a piantare una parte rilevante di questi alberi all’interno delle nostre città, i risultati, sono certo, sarebbero molto superiori. Infatti, l’efficienza delle piante nell’assorbimento della CO2 è tanto superiore quanto maggiore è la loro vicinanza alla sorgente di produzione. In città ogni superficie dovrebbe essere coperta di piante. Non soltanto i (pochi) parchi, viali, aiuole e altri luoghi canonici, ma letteralmente ogni superficie: tetti, facciate, strade; ogni luogo dove è immaginabile mettere una pianta, deve potercela ospitare. Di nuovo, l’idea che le città debbano essere dei luoghi impermeabili, minerali, contrapposti alla natura, è soltanto un’abitudine. Nulla vieta che una città sia completamente ricoperta di piante. Non esistono problemi tecnici o economici che possano davvero impedire una scelta del genere. E i benefici sarebbero incalcolabili: non soltanto si fisserebbero quantità enormi di CO2 lì dove è prodotta, ma si migliorerebbe la vita delle persone, praticamente in qualunque ambito si voglia prendere in esame. Dal miglioramento della salute fisica e mentale allo sviluppo della socialità, dal potenziamento delle capacità di attenzione alla diminuzione dei crimini, le piante influenzano positivamente il nostro modo di vivere da ogni possibile punto di vista. Come mai le nostre città non siano completamente ricoperte di piante, fuori e dentro gli edifici, nonostante le migliaia di serissime ricerche pubblicate sui benefici del verde urbano, rimane un mistero di difficile interpretazione”.

4. Bastin J-F. et al. (2019) - The global tree restoration potential. Science 365: 76-79.

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Se sommiamo l’effetto del riscaldamento globale a quello tipico delle isole di calore nelle città, i risultati non sono per nulla rassicuranti”.

degli edifici, la mancanza di vento che impedisce il raffreddamento per convezione, il maggior inquinamento atmosferico e le polveri che cambiano le proprietà radianti dell’atmosfera, tutto in città concorre ad innalzare la temperatura dell’ambiente3.

La maggior parte delle nostre città sono calde, secche, inquinate e impermeabili.

Fatte le debite proporzioni, ci ritroviamo oggi in una situazione simile a quella che portò alla nascita, due secoli fa, del verde urbano inteso come luogo deputato alla fruizione collettiva. La città ottocentesca, concentrando in sé la maggior parte del lavoro, delle energie, del denaro e quindi della popolazione, fu soggetta ad una crescita incontrollata con forti trasformazioni strutturali e ambientali. Per la prima volta le aree verdi sorsero come elemento di arredo, di miglioramento ambientale e di ricreazione sociale, inserendosi nel disegno urbano che si andava sviluppando. Oggi sappiamo che gli alberi cambiano positivamente l’ambiente in cui viviamo moderando il clima, migliorando la qualità dell’aria, riducendo il deflusso superficiale delle acque piovane e la presenza di CO2 nell’aria. Quantificare questi benefici è uno straordinario strumento per capire quanto sia importante il nostro patrimonio naturale. Il verde è fondamentale nelle nostre città, dal punto di vista energetico, ecologico, sociale ed economico. La mancata conoscenza dei benefici del verde comporta il rischio di sottovalutare l’importanza delle cosiddette “infrastrutture verdi”. L’impiego di infrastrutture verdi e di soluzioni basate sull’utilizzo delle piante, Naturea cura di Cristiana Favretto,

Allo stesso tempo, il cambiamento climatico sta portando eventi meteorologici più frequenti ed estremi come tempeste estive, inondazioni improvvise e ondate di calore.

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La sostenibilità e la resilienza delle aree urbane ai cambiamenti climatici possono essere notevolmente amplificate ripristinando sistemi naturali e integrando gli approcci basati sulla natura con le infrastrutture convenzionali e lo sviluppo urbano.

La Città Naturale

15 based Solutions (NbS), è una scelta essenziale per affrontare le sfide attuali e future e per fronteggiare l’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sul nostro vivere quotidiano. La ricerca ha già dimostrato ampiamente che le piante e le soluzioni che queste ci ispirano, quando vengono integrate nelle costruzioni urbane, possono fornire contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici e aiutano a costruire la resilienza.

I vantaggi ed i benefici che offrono le piante in ambiente urbano, non devono essere infatti limitati ai luoghi canonici, seppur fondamentali, come i parchi, i viali, i giardini e le aiuole.

L’utilizzo delle piante in maniera innovativa per coprire le facciate degli edifici, produrre cibo sulle superfici orizzontali degli edifici, purificare gli ambienti interni, fitorimediare o rinaturalizzare piccole aree dismesse e degradate di pertinenza degli edifici, regimentare e depurare le acque, catturare la CO2 e filtrare i contaminanti atmosferici, risponde in maniera efficace alle esigenze dell’ambiente, della società e della salute dei cittadini.

Di seguito sono riportati alcuni esempi di NbS utilizzabili alla scala urbana e dell’edificio con esempi che hanno già avuto applicazione di successo in tutto il mondo.

Le NbS diventano in questo modo più fruibili dagli abitanti del palazzo o del quartiere ed i benefici legati alla loro presenza sono ancora più tangibili e calcolabili.

Oltre al ruolo fondamentale che le piante e il verde hanno nella pianificazione urbana, altrettanto importanti sono le soluzioni basate sull’utilizzo delle piante che possono venire applicate direttamente alla scala dell’edificio e delle sue pertinenze.

16 INTRODUZIONE

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La salute, il benessere, e la stessa sopravvivenza delle comunità umane dipendono dall'uso delle risorse naturali. Le risorse naturali sono le materie prime, il cibo, i combustibili e la biomassa che servono a produrre beni e servizi, oltre all’acqua e i terreni biologicamente attivi che servono a ricevere, dissipare e pulire i rifiuti provenienti dalle attività dell'uomo, reintroducendoli nel ciclo. Con il termine “servizi ecosistemici” si definisce la capacità da parte dei sistemi naturali di produrre benefici funzionali alla vita e allo sviluppo degli insediamenti umani. Un esempio di servizi ecosistemici è quello svolto dalle foreste, che immagazzinano carbonio dall’aria stoccandolo nella biomassa delle piante e nel terreno e così contribuiscono a mitigare il fenomeno dell’effetto serra, responsabile dei cambiamenti Iclimatici.serviziecosistemici che sostengono la vita nel pianeta hanno dei limiti in termini di capacità di produrre risorse o di depurare gli scarti. Ad esempio, un campo coltivato potrà fornire una specifica quantità di cibo all’anno, mentre un bosco riuscirà a stoccare solo una determinata quantità di anidride carbonica.

Questa soglia limite viene definita biocapacità. Nel pianeta ci sono aree ad elevata biocapacità – ad esempio la Foresta Amazzonica– la cui popolazione umana usa una piccola frazione delle risorse che gli ecosistemi sono in grado di produrre, e aree invece caratterizzate da un'elevata densità di persone, da un’immensa domanda di risorse e da una scarsa biocapacità intrinseca. Queste aree sono le città. Le strutture urbane, per vivere, hanno bisogno di contare su immensi territori naturali situati in zone al di fuori dei loro confini, da cui traggono cibo, acqua e materiali e di cui necessitano per l’assorbimento dei propri scarti, tra cui anidride carbonica, rifiuti e liquami. a cura di Antonio Girardi, Prato Urban Jungle

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Questo stesso bosco, oltre ad assorbire la CO2 contribuirà alla regimentazione delle acque e alla loro pulizia, alla mitigazione delle temperature negli spazi limitrofi, potrà fornire biomassa, e sarà un ambiente per fare sport, passeggiare, rilassarsi.

Forse la più efficace definizione riguardante questo nuovo modo di vedere la natura in chiave funzionale all’uomo è quella di Nature–based Solutions (NbS). Mettendo l’accento su “solutions”, il termine sottolinea il fatto che si tratta di progetti che utilizzano elementi e processi naturali per affrontare sfide allo sviluppo umano, incluso il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, la salute umana, e la perdita di biodiversità. Le NbS possono essere implementate anche in modo integrato con altre soluzioni tecnologiche e ingegneristiche, ma, in quanto sviluppate principalmente da elementi naturali, sono fortemente determinate dai contesti naturali locali. I servizi ecosistemici che le NbS generano devono essere valutati nel medio–lungo periodo: piantare un bosco per contribuire all’assorbimento della CO2 e aumentare la biodiversità è un’azione che darà risultati consistenti solo se il bosco avrà modo di crescere, di diventare un ambiente ecologico complesso e di durare negli anni.

In quest’ottica, è di fondamentale importanza ripensare l’ambiente costruito perché possa contribuire a rinvigorire e proteggere i sistemi naturali, invece di indebolirli e frammentarli. In fase di progettazione, è necessario pensare in termini di paesaggi ibridi, di spazi dove la divisione tra habitat "umano" e "naturale" si dissolve, e dove ambiente costruito e ambiente naturale si fondono. Questi paesaggi possono essere più resilienti rispetto ad oasi ad alta naturalità o ad ambienti altamente costruiti, poiché gli ultimi due non sono in grado di supportare contemporaneamente le funzioni umane e quelle naturali. Spazi verdi di dimensioni e caratteristiche diverse, piccoli e grandi parchi, aree agricole, strade alberate, corridoi ferroviari, spazi verdi spontanei, tetti verdi e giardini residenziali, sono i nuovi campi di battaglia. C’è bisogno di trasformare questi spazi in luoghi dove la natura possa riadattarsi e ricomporre, dove la natura sia protetta e la biodiversità rafforzata, dove piante e animali possano vivere insieme sviluppando e rafforzando le relazioni che li legano. Spazi che contemplino anche la presenza dell’uomo, la fornitura di risorse naturali locali e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Spazi dove vivere in sinergia con una natura rinvigorita e tutelata, con l’obiettivo di proteggere e potenziare gli ecosistemi, rifornire le città di risorse locali e migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Ad esempio, la regione urbana di Roma, per ottenere le risorse di cui ha bisogno e depurare i rifiuti che produce, fa affidamento su un'area naturale maggiore della somma del Centro e del Nord Italia.

In pratica, sarà una soluzione multifunzionale in grado di garantire una molteplicità di servizi alla comunità locale. Se la gestione del territorio spesso si è concentrata sulla fornitura in una specifica area di un singolo servizio ecosistemico – ad esempio la produzione di cibo – adesso si tende a promuovere l’applicazione di soluzioni in grado fornire più servizi in una determinata area in modo che, ad esempio, si ottenga un'agricoltura produttiva adottando allo stesso tempo pratiche che migliorino lo

La prima azione effettuata, propedeutica alle altre, è stata la realizzazione di un sistema di rating per misurare l’efficacia delle Nature-based Solutions alla scala dell’edificio e delle sue pertinenze. Tale sistema sperimentale – chiamato Urban Jungle Factor – si appoggia a degli studi pionieri realizzati da alcune città europee e nordamericane, per attribuire un punteggio alle azioni di NBS. Il punteggio viene calcolato con una formula che tiene conto della superficie a verde rispetto alla superficie totale dell’edificio, e di un fattore che stima la qualità dell’intervento rispetto ai criteri di Aria, Acqua, Suolo, Cibo, Salute e benessere, Comfort e Biodiversità, oltre che rispetto all’uso delle risorse.

19 stoccaggio della CO2, contribuiscano a regimentare le acque e sostengano la vita degli insetti impollinatori.

Oltre che nelle aree periurbane e di frangia, le NbS possono trovare fruttuosa applicazione nelle aree urbane, alla scala del quartiere e dell’edificio. Possono contribuire all’aumento della biodiversità, alla resilienza e contemporaneamente alla mitigazione e all’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. La sfida di Prato Urban Jungle – progetto europeo finanziato all’interno dello strumento Urban Innovative Action – è di sperimentare soluzioni a verde in edifici pilota della città di Prato, in maniera da rendere le aree della città coinvolte, degli esempi di buona progettazione ripetibili in altre realtà europee.

La potenzialità di questo sistema di rating è enorme. Si pensi al successo di strumenti come LEED, BREEAM, e all’italiano Casa Clima: questi sistemi di certificazione sono serviti a guidare l’industria delle costruzioni verso soluzioni più sostenibili e efficienti nell’uso delle risorse, semplicemente rendendo visibile all’utente finale le prestazioni di un edificio attraverso un punteggio facile da capire. La stessa cosa abbiamo fatto per Urban Jungle Factor: abbiamo costruito un sistema solido, scientificamente valido e applicabile a molti casi diversi per misurare le performances delle Nature Based Solutions. Se implementato e diffuso in ampi contesti potrebbe essere fondamentale per far capire in che modo le piante e le tecnologie basate sui sistemi naturali possono contribuire a rendere più vivibile, sano e confortevole l’ambiente costruito in cui viviamo. Urban Jungle Factor è stato utilizzato come linea guida per la progettazione di tre interventi edilizi. Il primo intervento è un’opera di risistemazione degli spazi interni di un ex edificio industriale, in seguito adibito a Mercato Coperto cittadino. L’interno dell’edificio è stato diviso in due zone: una adibita alla vendita dei prodotti agricoli locali, l’altra alla preparazione e somministrazione dei prodotti. Quest’ultima area, di estensione di circa 250 m2, è stata trasformata in una foresta indoor, dove le piante sono l’elemento caratterizzante. Oltre al valore estetico, le piante generano un beneficio fondamentale in termini di qualità dell’aria. Infatti, nel progetto è stata integrata una tecnologia innovativa sviluppata da Pnat chiamata Fabbrica dell’Aria, un

L’interesse verso i local food systems sta ricevendo un forte supporto da parte delle autorità nazionali e locali, ad esempio attraverso la produzione di regolamenti edilizi che incoraggiano l’utilizzo dell'agricoltura urbana nelle strategie alimentari, o anche fornendo finanziamenti, terreni, assistenza tecnica e laboratori educativi agli imprenditori agricoli. La motivazione alla base dell’interesse delle pubbliche amministrazioni sul tema sta nel fatto che i sistemi alimentari locali possono apportare vari benefici all'ambiente urbano, tra cui la creazione di posti di lavoro stabili, l'aumento di una economia e di una richiesta di servizi locali. Inoltre, in termini di rigenerazione degli spazi urbani, la produzione e vendita di prodotti agricoli locali può innescare fenomeni per cui i cittadini sono attratti in aree marginali, contribuendo così ad aumentare la vitalità e rilevanza di queste aree, a migliorare l'estetica del quartiere e a ridurre la criminalità. Ecco perché, quando viene avviata un'attività agricola in un quartiere, i valori immobiliari tipicamente salgono nell'area circostante. Questa è una questione di interesse anche per gli stakeholder che lavorano sul rinnovamento delle città, che porta l'agricoltura urbana ad essere un modello sempre più utilizzato

20 sistema unico al mondo di filtrazione botanica, che purifica l'aria interna dagli agenti inquinanti attraverso l'utilizzo di piante. È una bio-macchina replicabile, scalabile e le cui prestazioni sono misurabili, costituita da un volume vetrato che racchiude alcune piante di specie selezionate. L'aria da depurare viene prelevata dall'ambiente e costretta a passare attraverso un bio-filtro, costituito sia dal substrato che dalle piante stesse. Durante il passaggio, gli inquinanti subiscono processi di degradazione e assorbimento, sia a livello delle radici che delle foglie. In questo modo, le piante non sono solo elementi decorativi, ma il cuore tecnologico di un nuovo prodotto. In generale, Pnat interpreta Prato Urban Jungle come un innovativo masterplan che ha l’obiettivo di riconfigurare la relazione tra città, ambiente, risorse e abitanti. In quest’ottica, un argomento forte che accomuna tutti i progetti di Pnat per Urban Jungle Prato, è quello della creazione di “local food systems”. I local food systems sono sistemi per la produzione, vendita distribuzione e consumo di cibo locale. In uno studio del Parlamento Europeo del 2016 (Short food supply chains and local food systems in the EU) si definisce come cibo locale quello prodotto e consumato in un raggio di 20-30Km. La domanda di verdure locali da parte dei cittadini Europei è emersa negli ultimi anni come una tendenza significativa. I consumatori sono sempre più convinti che il cibo fresco locale faccia bene alla loro salute: un sondaggio di Friends of the Earth riporta alcuni dati significativi: in Europa quasi 8 persone su 10 pensano che il cibo prodotto localmente fornisca un'alimentazione più sana; il 50% del campione intervistato acquista regolarmente cibo direttamente dal produttore, mentre il 67% del campione pensa che dovrebbero esserci più posti dove acquistare cibo locale. Molti studi confermano la maggiore qualità degli ortaggi locali freschi rispetto a quelli che devono percorrere lunghe distanze: questi ultimi in media contengono il 30% in meno di nutrienti, perché sono stati raccolti prima della maturazione, tenuti in frigorifero e consumati molti giorni (o settimane) dopo la raccolta.

Oltre alla risistemazione del Mercato Coperto – luogo delegato alla vendita e somministrazione di cibo a km 0 – Pnat ha lavorato in altri due progetti che puntano a generare benefici economici e sociali, creano spazi di aggregazione e di lavoro, attraverso la coltivazione di cibo in città. La Serra di via Turchia è un progetto proposto per un complesso di edilizia sociale, dove l’agricoltura urbana è funzionale a costruire un percorso di avviamento al lavoro e di innovazione sociale. Il Parco di via delle Pleiadi, è un ampio parco pubblico dove una serra per le coltivazioni si integra con strutture di preparazione e vendita di cibo, e con spazi ricreativi all’aperto.

Prato Urban Jungle vuole essere una piattaforma collaborativa di sperimentazione dell’uso di soluzioni basate sulla natura in ambito urbano. Queste soluzioni sono in grado di generare una molteplicità di benefici, da quelli ambientali come il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione delle temperature, fino ai benefici legati al benessere della persona e della comunità. Allo stesso tempo, questi sistemi di sinergie tecnico-ecologiche vogliono generare spazi di qualità per i cittadini, luoghi dove le comunità locali possono ricostruire collegamenti con il mondo naturale e agricolo. Le soluzioni proposte sono ampiamente flessibili e possono essere messe in pratica in altre città, superando i molti vincoli che caratterizzano i diversi spazi urbani. I vincoli sulla conformazione dei luoghi non devono spaventare perché, per quanto complessi, possono essere superati attraverso la concertazione e la negoziazione tra tutti gli attori interessati, tra cui i cittadini e le amministrazioni. Quello che conta è l’obiettivo di realizzare un cambiamento vero, radicale in chiave ecologica. Se non ora, quando?

21 come motore di rigenerazione. Ad esempio, l'imprenditore agricolo urbano J.J. Reidy, fondatore della società Urban Pastoral con sede a Baltimora (urbanpastoral. co), spiega che la sua azienda mira a integrare "produzione agricola all'avanguardia e spazi di accoglienza innovativi, creando centri legati al cibo esteticamente accattivanti ed economicamente sostenibili, gettando così le basi per un modello scalabile di rigenerazione urbana nelle città postindustriali”. La sua strategia aziendale è quella di creare unità di produzione agricola in aree disagiate contribuendo a rivitalizzarle e ad aumentare il valore delle proprietà circostanti. A sua volta riceve investimenti, aiuti logistici e uso gratuito degli spazi dai proprietari degli edifici.

22 I SERVIZI ECOSISTEMICI

Poiché molti di questi servizi sono da sempre a disposizione gratuitamente, il loro valore sul lungo periodo non viene riconosciuto e considerato nelle previsioni economiche della società. Per questo nel 2005 un gruppo di scienziati si sono riuniti ed hanno elaborato il Millennium Ecosystem Assessment, la più ampia e approfondita sistematizzazione delle conoscenze sino ad oggi acquisite sullo stato degli ecosistemi del mondo, che ha suddiviso le funzioni ecosistemiche in 4 categorie principali:

A. Supporto alla vita (“ Supporting”); B. Approvvigionamento (“Provisioning”); C. Regolazione (“Regulating”); D. Valori culturali (“Cultural”).

Nelle città, aree verdi debitamente progettate in qualità ed estensione, possono ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico e mitigare gli impatti di eventi estremi come ondate di calore, siccità ed alluvioni. Aree verdi accessibili, inoltre, promuovono l’attività fisica ed ormai numerosi studi li associano a benefici di carattere fisico, psicologico e salutistico. L’importanza dei servizi ecosistemici è quindi fondamentale in quanto essi, direttamente o indirettamente, influenzano e sostengono la vita ed il benessere umano secondo modalità e relazioni che verranno analizzate nei paragrafi successivi.

Gli ecosistemi della Terra forniscono all’uomo svariati vantaggi e benefici, alcuni diffusamente noti mentre altri sono conosciuti dai soli addetti ai lavori ed appassionati.

benefici forniti dagli ecosistemi

23

La qualità della nostra vita e le attività economiche dipendono in modo sostanziale dagli ecosistemi e dai servizi e benefici che essi forniscono. Un ecosistema è l’insieme di piante, animali, comunità microbiche e ambiente circostante, che interagiscono come un’unità funzionale (MEA - Millennium Ecosystem Assessment). Attraverso i servizi ecosistemici (definiti come “I benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano” – MEA), la natura è in grado di offrire soluzioni integrate, smart ed a basso costo a molte sfide che la società deve e dovrà fronteggiare, come il riscaldamento globale, eventi catastrofici e l’inquinamento. Inoltre, essi contribuisco alla salute dell’uomo ed al suo benessere, nonché a creare una società il più possibile coesa ed equa.

24 → i servizi ecosistemici APPROVVIGIONAMENTOREGOLAZIONEOTROPPUSCULTURA cibo smaltimentomaterieprimemedicinaacquadolcequalitàariaclimarisorseidricheerosionerifiutiregolazionepandemieimpollinazioneciclofotosintesisuolomitigazionenutrientivalorispiritualivaloriesteticiturismo salute ECOSISTEMICISERVIZI Identificazione delle prin cipali funzioni ecosistemi che suddivise in quattro categorie: supporto alla vita, approvvigionamento, regolazione, valori culturali Rielaborazione grafica. Fonte: Millenium Ecosystem Assessment-MA, 2005

Il legname è raccolto da foreste e piantagioni ed è usato per diversi scopi come l’edilizia, manifattura, carburanti. Secondo la FAO (2010) tutelare i boschi e le foreste significa salvaguardare la fonte più importante di servizi ecosistemici: la foreste infatti offrono biodiversità e svolgono un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Anche la funzione socio-economica è importante, perché boschi e foreste offrono lavoro a circa tre milioni di persone (COM, 2013). Inoltre la produzione mondiale di farmaci sono derivati, in parte, da piante forestali (DEFRA, 2005).

B. APPROVVIGIONAMENTO (“Provisioning”)

categorie dei servizie cosistemici 25→→

A. SUPPORTO ALLA VITA (“Supporting”)

Questi servizi costituiscono i beni materiali prodotti dagli ecosistemi, tra cui cibo, legname e fibre (di diverso tipo e con diversa funzionalità), acqua fresca e risorse biochimiche e che trovano sbocco sul mercato. La popolazione mondiale raccoglie le varietà di cibo di cui si nutre da sistemi intensivi come colture, bestiame ed allevamenti di pesce, ma anche da sistemi naturali attraverso la raccolta di piante spontanee, la caccia di animali selvatici ed infine la pesca in acque dolci e salmastre.

I servizi di “supporto” sono quelli necessari ed indispensabili alla produzione di tutti gli altri servizi e pertanto hanno un impatto sull’uomo indiretto o nel lungo periodo. Di questo gruppo fanno parte l’acqua, alla base della vita sulla Terra e di tutti gli ecosistemi, gli elementi minerali come l’azoto (N), il fosforo (P) ed il potassio (K), essenziali per la crescita e lo sviluppo degli organismi, la fotosintesi per la produzione dell’ossigeno e la formazione del suolo.

L’acqua ricopre un ruolo fondamentale nella vita e nelle attività dell’uomo: le coltivazioni richiedono almeno il 60% della quantità di acqua attinta dalle riserve e per questo risulta fondamentale migliorare l’efficienza dei sistemi di coltivazione, così che il terreno aumenti la propria capacità di ritenzione idrica e diminuisca la pressione sul comparto. Parallelamente è stato stimato che il 15% del totale della risorsa idrica utilizzata a scopo agricolo viene impiegata per la produzione di sementi.

Gli ecosistemi della Terra forniscono all’uomo svariati vantaggi e benefici. Il MEA li ha suddivisi in 4 categorie:

[m3]runoff Riduzione dei tempi di piccoMinoreportata di base tempo [ore]

Questa categoria di servizi ecosistemici è costituita da tutti quei benefici che rendono possibile la vita, quali: impollinazione, qualità dell’acqua, erosione e controllo delle alluvioni, stoccaggio della CO2 e mitigazione dei cambiamenti climatici. Tutti questi processi coesistono e collaborano per mantenere gli ecosistemi puliti, sostenibili, funzionali e resilienti al cambiamento.

portataMaggiorePost-sviluppoPre-sviluppodibase

piùRecessionebreve

delle acque di pioggia Rielaborazione grafica. Fonte: Shafique 2017

26 → i servizi ecosistemici

C. REGOLAZIONE (“Regulating”)

L’agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) negli Stati Uniti (U.S. EPA, 2012) ha individuato sei principali parametri per la quantificazione del livello di inquinamento atmosferico, tra i quali O3, polveri sottili (PM2.5 e PM10), CO, SOx, NOx e piombo. I contaminanti possono essere parzialmente sottratti all’atmosfera grazie alla presenza di vegetazione: i principali meccanismi attraverso cui la vegetazione riesce a rimuovere i contaminati sono l’assorbimento attraverso gli stomi e la deposizione secca. Quest’ultima si presenta quando un flusso di aria intercetta la superficie fogliare della pianta e la particella tende a rimanervi adesa finché un evento meteorologico (pioggia) non farà cadere a terra i contaminanti, oppure (vento) non li riporterà in sospensione.

Eventi molto intensi e sempre più frequenti alle nostre latitudini, portano alla formazione del run-off superficiale che, oltre a superare la capacità del sistema fognario e quindi comportare allagamenti, apporta un maggior carico di inquinanti, che vengono dilavati da superfici impermeabili e contaminate (strade, tetti ecc.).

Il fenomeno del cambiamento climatico e l’aumento delle aree urbanizzate porterà ad un intensificarsi dei problemi già presenti sulla gestione delle risorse idriche in ambito urbano, nonché sulla fertilità del suolo e sullo scambio di gas tra questo e l’atmosfera.

c.1 QUALITA’ DELL’ARIA

Implicazioni distribuzionebanizzazionedell’ursullatemporale

c.2 GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE

Tecnologie di decontaminazione che si fondano sulle capacità delle piante di decomporre degradare o trasformare composti pericolosi in composti non pericolosi, prendono generalmente il nome di fitorimedio.

TEMPERATURA GIORNONOTTE(GIORNO)dell’ariatemperatura (NOTTE)superficieditemperatura (NOTTE)dell’ariatemperatura

La vegetazione contribuisce ad una gestione sostenibile delle acque urbane: riduce le portate di picco in fognatura tramite l’aumento della permeabilità del suolo e quindi garantendo un maggiore tasso di infiltrazione ed un rilascio graduale del flusso infiltrato, aumenta l’evapotraspirazione e fornisce bacini di accumulo e sistemi di trattamento delle acque.

Le piante sono organismi autotrofi che sintetizzano carboidrati a partire da CO2 e H2O attraverso la fotosintesi clorofilliana alimentata dall’energia solare e producono ossigeno come elemento di scarto. Durante la crescita esse immagazzinano nella loro biomassa grandi quantità di carbonio, funzionando da veri e propri “depositi di carbonio” (carbon sink). Nell’ottica di creare dei veri e propri “depositi di carbonio” è necessario prestare molta attenzione nella destinazione delle piante a fine ciclo. Infatti, se il legno in cui viene stoccata la maggior parte del carbonio va incontro a decomposizione, la CO2 immagazzinata ritorna rapidamente in atmosfera. Se invece l’albero viene sostituito con nuove piante ed utilizzato per creare prodotti in legno (legname da opera), il carbonio rimane immagazzinato per decenni.

c.4 DECONTAMINAZIONE DEL SUOLO

Zona

27→→

c.3 ASSORBIMENTO CO 2

Fonte: Ferrini et al. “Role of vegetation as a mitigating factor in the urban context” categorie (GIORNO)superficieditemperatura

Rurale RuralePeri-urbano Peri-urbanoumidaZona ParcoindustrialeZona residenzialeUrbano residenzialeUrbanoCentro città temperatura di superficie (GIORNO) TEMPERATURA NOTTE GIORNO temperatura dell’aria (GIORNO) temperatura di superficie (NOTTE) temperatura dell’aria (NOTTE)

ZonaPeri-urbanoRuraleumida industriale Urbanoresidenziale Urbanoresidenziale cittàCentro

c.5 TEMPERATURA I risultati di numerosi studi (Papadakis et al., 2001) hanno mostrato che le piante costituiscono un eccellente sistema passivo per il controllo termico degli edifici in estate, offrendo significativi vantaggi rispetto ai convenzionali schermi solari artificiali. dellaRappresentazionefluttuazione della temperatura dell’aria e delle superfici in funzione dello sviluppo urbanistico Rielaborazione grafica.

28 → i servizi ecosistemici

Rielaborazione

Fonte: Ecosystems and Human Well-being: A Report of the Millennium Ecosystem Assessment APPROVIGIONAMENTO SICUREZZA REGOLAZIONE COMPONENTI DEL BENESSERE SERVIZI ECOSISTEMICI FAVORIRE • sicurezza personale • accesso sicuro alle risorse • sicurezza dai disastri SALUTE • forze • benessere • accesso ad acqua e aria pulite BUONE RELAZIONI • coesione sociale • mutuo rispetto • capacità di aiutare gli altri MATERIA PRIMA PER IL BUON VIVERE • mezzi di sussistenza adeguati • cibo sufficientemente nutriente • riparo • accesso ai beni LIBERTÀ DI SCELTA E AZIONE facoltà di realizzare ciò che ciascun individuo ritiene importante fare ed essere • cibo • acqua • legno e fibre • carburante CULTURA • estetica • spirituale • educazionale • ricreazionale • del clima • dei corsi d’acqua • delle malattie • Purificazione delle acque VITA SULLA TERRA - BIODIVERSITÀ • il ciclo dei nutrienti • la formazione dei suoli • la produzione primaria

D. VALORI CULTURALI (“Cultural”) Di questa categoria fanno parte tutti quei servizi immateriali come i benefici spirituali e psicologici, sviluppo cognitivo, valore estetico e giustizia sociale e coesione. Secondo studi riportati da Mangone et al. si evince che le aree verdi promuovono una generale sensazione di benessere a coloro che ne hanno accesso, ma ancora di più che le interazioni personali dirette con spazi verdi, come l’attività di giardinaggio o la lettura di un libro in un parco, sono più benefici rispetto al solo attraversamento di una zona vegetata. Inoltre, è stato dimostrato che gli ambienti verdi di questo tipo migliorano il benessere psico-fisico, riducono il tempo di degenza ed infine migliorano la produttività di lavoratori e studenti. Parallelamente sussiste anche il concetto di biofilia, cioè un innato bisogno degli esseri umani di connettersi alla natura: il verde infatti è un elemento che la maggior parte delle persone riconduce a sensazioni di bellezza, piacevolezza e benessere. Servizi ecosistemici: bio diversità e componenti del benessere. grafica.

Se quindi i Servizi Ecosistemici rappresentano i benefici che le persone traggono dagli ecosistemi in termini di risorse, benessere, economici o ambientali, le Nature-based Solutions (NbS) sono le soluzioni finalizzate al ripristino e mantenimento di tali servizi.

categorie

Le NbS utilizzano processi naturali e si possono applicare a diversa scala (edificio, locale, urbana) ed in diversi ambiti (urbano, peri-urbano ed extra-urbano). Nei paragrafi successivi verranno descritte le principali e più comuni NbS con focus sui potenziali benefici connessi, specifiche tecniche, richieste manutentive e possibili indici per il monitoraggio attivo dei benefici apportati.

29→→

30 CITTÀ E SOLUTIONSNATURE-BASED

Le Nature-based Solutions (NbS) sono interventi verdi localizzati in ambito urbano e periurbano con lo scopo di far fronte alle sfide poste dai cambiamenti degli ecosistemi. Sono soluzioni versatili inspirate alla natura e per questo caratterizzate da minor costo realizzativo e manutentivo in rapporto ai molteplici benefici (ambientali, sociali ed economici) che se ne traggono. Peculiarità degli interventi verdi è che svolgono contemporaneamente più servizi apportando benefici a diversi livelli sia ambientali, che sociali ed economici, ed inoltre possono assumere molte sfumature diverse così da poter meglio rispondere alle esigenze specifiche del contesto. Tra tutti i servizi che le varie soluzioni possono apportare, l’elemento comune è sicuramente il contributo che essi danno al ripristino ed all’incremento della biodiversità, che risulta essere fortemente e direttamente minacciata dal prelievo eccessivo di alcune specie da parte dell’uomo e, indirettamente, per effetto della perdita di habitat, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. Consapevole della sua importanza, l’Italia nel 2010 ha approvato la Strategia Nazionale per la Biodiversità che vuole “essere uno strumento di integrazione delle esigenze di conservazione ed uso sostenibile delle risorse naturali nelle politiche nazionali di settore” [www.minambiente.it]. Questa si basa sull’individuazione di tre tematiche cardine: 1) biodiversità e servizi ecosistemici 2) biodiversità e cambiamenti climatici 3) biodiversità e politiche economiche Per ognuna di tali tematiche è stato individuato un obiettivo strategico. Infatti, ripristinando habitat ed ecosistemi si favorisce il reintegro e la proliferazione delle comunità di piante, animali e microrganismi, che a loro volta garantiscono alcuni servizi ecosistemici principali come la fotosintesi, il flusso di nutrienti, la fertilizzazione del suolo.

strategie e interventi in città basati sulla natura

31→→

32 → nature based solutions NbSGUIDALINEE TEMI sostenibilitàbenefici Nature-based Solutions (NbS)

Il WELL Building Standard definisce un metodo basato sulle prestazioni per misurare, certificare e monitorare le caratteristiche dell’ambiente costruito che hanno un impatto sulla salute e sul benessere dell’uomo, attraverso sette categorie di benessere: l’aria, l’acqua, il nutrimento, l’illuminazione degli ambienti, il fitness, il comfort e il benessere psicologico. Adattando le categorie presentate all’interno del WELL alle NbS oggetto del presente documento, si sono identificate le seguenti tematiche:

NbS e temi di applicazione 33→→

Quindi il vero campo di battaglia, dove si deciderà la sostenibilità globale sono le città. La NbS, sono un concetto relativamente recente utilizzato dalla Commissione Europea per identificare strategie, azioni, interventi, basati sulla natura che applicati ad un contesto urbano e peri-urbano sono in grado di aumentare la resilienza delle città ai cambiamenti climatici. Le piante e le soluzioni che queste ci ispirano, quando vengono integrate all’ambito urbano, possono fornire contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici e rappresentano perciò soluzioni più efficienti ed economiche rispetto ad approcci tradizionali. E’ proprio l’ampia gamma di vantaggi creati dalle NbS che necessita spesso di una semplificazione per valutare a pieno l’efficacia di una loro applicazione nel tessuto urbano. Centrale infatti diventa il ruolo dei processi di scelta per valutare il raggiungimento di obiettivi per migliorare i servizi ecosistemici e aumentare la resilienza urbana. Nello specifico nella analisi che seguirà, si è resa indispensabile una suddivisione in TEMI a cui appartengono famiglie di BENEFICI che aiutano nella scelta di applicazione corretta delle NbS. Questo per evitare di utilizzare queste soluzioni verdi, come semplici azioni di “rinverdimento” delle città, ma di sfruttarle a pieno mettendole a sistema in modo da innescare dei veri e propri processi di rigenerazione urbana tramite logiche consapevoli di utilizzo. Nel creare queste categorie tematiche si è preso spunto dal noto WELL Building Standard, uno strumento gestito e amministrato dall’International WELL Building Institute (IWBI), una società di pubblica utilità la cui missione è quella di migliorare la salute e il benessere dell’uomo nell’ambiente costruito.

Se pensiamo che gli insediamenti urbani contribuiscono a rappresentare circa il 75% del consumo mondiale di risorse naturali e ospitano la maggior parte della popolazione risulta chiaro l’impatto significativo che hanno le nostre città nella sfida ai cambiamenti climatici. Su scala globale, il consumo di risorse è in costante aumento perché la popolazione mondiale è stimata in crescita di 1/3 entro il 2050 e con questo aumento, insieme alla costante crescita economica, andiamo verso uno scenario in cui l’estrazione di materiale raddoppierà e la domanda di cibo e acqua aumenterà di oltre il 50%.

34 → nature based solutions aria acquasuolo àtsalutebenesserecomfortcibobiodiversi

35→→

salutecomfortsuoloacquaariae

cibobiodiversitàbenessere * presenti o potenzialmente presenti in almeno uno degli interventi tipo della sezione. NbS e temi di applicazione

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosfe rico, tra le principali fonti si trovano il traffico stradale, il riscaldamento domestico e la combustione industriale. Il traffico veicolare rappresenta il principale responsabile dell’in quinamento a livello urbano.

L’inquinamento dell’aria indoor è il risultato dell’aria esterna a cui si aggiungono numero se fonti interne agli edifici, come l’anidride car bonica (CO2) prodotta dalle persone, le polveri sottili (PM) rilasciate dalle attività antropiche e uno spettro molto ampio di composti organici volatili (VOC) prodotti da una serie di mate riali sintetici utilizzati sia nelle parti strutturali (vernici, intonaci, materiali plastici, tubazioni, pavimentazioni, guarnizioni, etc.) sia negli elementi di arredo.

aria

36 → nature based solutions

Per mitigare l’impatto di questi contaminanti, garantire una buona qualità dell’aria e salva guardare la salute pubblica, i vari stati hanno emanato direttive e normative mirate principal mente alla diminuzione delle emissioni legate al traffico (gestione del traffico veicolare, promozione di mobilità sostenibile, pianifi cazione urbanistica e miglioramento delle tecnologie) e alla riduzione di quelle legate alla combustione domestica e industriale.

L’inquinamento atmosferico è divenuto una delle maggiori cause di mortalità sia nei paesi sviluppati sia in paesi in via di sviluppo. La scarsa qualità dell’aria negli ambienti interni rappresenta un problema di crescente impatto man mano che si assiste ai fenomeni di urbanizzazione; questi inducono sostanziali cambiamenti negli stili di vita nelle città che spesso si traduce in un incremento della permanenza delle persone negli ambienti indoor. Nei paesi industrializzati, si stima che le persone trascorrano mediamente 22 ore al giorno all’interno di edifici (KLEPEIS et al., 2001), dove l’esposizione cronica, anche a bassi livelli di inquinamento dell’aria, può aumentare il rischio di effetti negativi sulla salute (Bernstein et al., 2008)

L’agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) negli Stati Uniti (U.S. EPA, 2012) ha individuato sei principali parametri per la quantificazione del livello di inquinamento atmosferico, tra cui si hanno: • ozono (O3) polveri sottili (PM2.5 e PM10) monossido di carbonio (CO) piombo (Pb) ossidi di zolfo (SOx) ossidi di azoto (NOx).

All’interno degli edifici vengono prodotti residui di diversa natura: solida, liquida e Igassosa.residuiliquidi che vengono indicati comu nemente come “acque reflue”, si originano sia dall’utilizzo delle acque di approvvigio namento, sia dall’intercettazione delle acque meteoriche da parte delle superfici ricoprenti l’edificio stesso. Nel caso in cui le acque reflue non vengano opportunamente trattate, un loro accumulo può portare a condizioni di setticità, dovute a processi di trasformazione a carico delle sostanze organiche in esse contenute. Inoltre, le acque reflue non trattate possono conte nere numerosi microorganismi patogeni ed elementi in grado di stimolare la crescita di organismi acquatici che generano sostanze che presentano un rischio per la salute umana e per l’ambiente.Una delle soluzioni disponibili per il trattamento in situ delle acque reflue è rappresentata dalla fitodepurazione (Stefana kis, 2019; Verhoeven et al., 2006; Zamora et al., 2019). La fitodepurazione è una tecnologia di depu razione che utilizza varie specie vegetali per degradare, estrarre o immobilizzare sostanze inquinanti presenti nell’acqua. I meccanismi d’azione dei processi su cui si basa la fitodepurazione sono molteplici: degradazione, estrazione e fissazione o immo bilizzazione. Tutti i processi avvengono grazie all’attività dell’ecosistema che si crea nelle immediate vicinanze dell’apparato radicale delle piante. Il trattamento di fitodepurazione è in quest’am bito considerato un trattamento decentraliz zato che non si pone l’obiettivo di sostituirsi ai trattamenti convenzionali centralizzati (es., impianto di trattamento a fanghi attivi), quanto a contribuire a una migliore gestione dei volumi e dei carichi, attraverso la riduzione del numero e delle dimensioni delle strutture cen tralizzate, aumentando al contempo il valore ecologico e riducendo l’impatto ambientale.

• buona capacità di rimozione di azoto e fosforo. Esistono comunque alcuni svantaggi:

• ottima efficienza nei confronti delle compo nenti biodegradabili; fosforo, metalli e alcune sostanze organiche possono invece essere accumulate nel tempo

acqua NbS

• con elevati carichi inquinanti di azoto, coli formi e/o sostanza organica, sono necessarie elevate superfici e questo può causare elevati costi di impianto. Trattamenti complemen tari (per esempio UV per i coliformi, metodi complementari per la nitrificazione) per alcuni inquinanti possono allora essere la soluzione più adatta. e temi

37→→

• ottima capacità di abbattimento degli inqui nanti organici presenti nelle acque reflue civili

• la produzione di fanghi o residui è ridotta al minimo con conseguente riduzione dei problemi di smaltimento

• nei climi particolarmente freddi l’efficienza, soprattutto quella relativa alla capacità di nitri ficazione dell’azoto ammoniacale, diminuisce durante l’inverno

• minima utilizzazione di macchinari, appa recchiature, energia e operatori esperti

di applicazione

I principali vantaggi di questa tecnologia sono:

• minor costo di costruzione e di gestione rispetto a sistemi tradizionali di trattamento dei reflui a pari qualità dell’effluente

• non sono ad emissione “zero” essendo costituiti da organismi viventi che producono rifiuti

• richiedono un’ampia superficie, maggiore rispetto ai sistemi convenzionali

• servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari e biomassa, materie prime, etc)

• servizi di supporto (fisico, decomposizione e mineralizzazione di materia organica, habitat delle specie, conservazione biodiversità, etc)

• servizi culturali (servizi ricreativi, paesag gio, patrimonio naturale, etc).

38 → nature based solutions

Un suolo in condizioni naturali fornisce al genere umano i servizi ecosistemici necessari al proprio sostentamento:

• servizi di regolazione (del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’ero sione e dei nutrienti, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, etc)

Allo stesso tempo è anche una risorsa fragile che viene spesso considerata con scarsa consapevolezza e ridotta attenzione nella valutazione degli effetti derivanti dalla per dita delle sue funzioni; le scorrette pratiche agricole, zootecniche e forestali, le dinamiche insediative, le variazioni d’uso e gli effetti locali dei cambiamenti ambientali globali possono originare gravi processi degradativi che limitano o inibiscono totalmente la funzionalità del suolo e che spesso diventano evidenti solo quando sono irreversibili, o in uno stato talmente avanzato da renderne estremamente oneroso ed economicamente poco vantaggio so il ripristino. A scala di edificio, la tutela della risorsa suolo può avvenire principalmente attraverso la rigenerazione ecologica (ad es., incremento della sostanza organica, miglioramento della fertilità, etc), la preservazione della permea bilità del suolo (ad es., attraverso la riduzione del run-off e quindi la minore pressione sulle reti idriche a causa degli effetti delle precipita zioni) e la bonifica tramite fitorimedio. suolo

39→→

La qualità della vita dei cittadini europei dipende in gran parte dalla qualità dell’am biente urbano. Le aree urbane in Europa sono interessate da numerose questioni di tipo ambientale, sebbene la scala e l’intensità dei problemi vari da città a città, si possono identificare alcune criticità comuni che comprendono: la scarsa qualità dell’aria, gli alti volumi di traffico e congestione, gli elevati livelli di rumore ambientale, la produzione di ingenti volumi di rifiuti, i cambiamenti climatici e la conseguente necessità di adattamento, ambienti costruiti ormai in condizioni di degra do, l’espansione irregolare e incontrollata delle aree urbanizzate, ed infine la scarsità di aree per lo sport, per il gioco e la bassa qualità delle aree verdi.Con l’ottica di sviluppare la sostenibilità e incrementare la soddisfazione di tutti i cittadini nei confronti del contesto locale come luogo per vivere e lavorare, nel 1999 la Commissione Europea e il Gruppo di esperti sull’Ambiente Urbano ha promosso il progetto Indicatori Comuni Europei (European Common Indicators, ECI). Il progetto individua un set ristretto di indica tori capaci di rappresentare le azioni locali verso la sostenibilità. Viene stilata una lista di indicatori di sostenibilità locale che fanno riferimento a principi di sostenibilità: ogni indicatore deve essere pertinente ad almeno tre di essi. Uno degli indicatori riguarda l’“Ac cessibilità delle aree verdi pubbliche e dei servizi locali” ed è misurato dalla percentuale di popolazione che vive entro 300 metri da aree verdi di una dimensione di almeno 5000 m2 (parchi, giardini, spazi aperti, attrezzature, verde privato fruibile, etc) e da alcuni servizi di base (sanitari, trasporto, istruzione, alimentari, fruttivendoli, etc). Le aree verdi sono definite come: parchi pubblici, giardini o spazi aperti ad uso esclu sivo di pedoni e ciclisti tranne isole verdi o spartitraffico, cimiteri (a meno che le autorità locali riconoscano la loro funzione ricreativa o naturale, storica o di importanza culturale); attrezzature per lo sport all’aria aperta, accessibili gratuitamente al pubblico; aree private (aree agricole, parchi privati) accessi bili gratuitamente al pubblico. L’analisi di tutti i dati prodotti e messi a dispo sizione dai partecipanti ad ICE ha permesso di formulare una preliminare individuazione delle tematiche più critiche e di formulare quindi alcune “raccomandazioni” circa le politiche e azioni prioritarie per fronteggiare tali criticità, in particolare:

• un miglioramento della qualità urbana e maggiori limiti all’urbanizzazione del territorio (riducendo il consumo di aree verdi, promuo vendo la riqualificazione di quelle dismesse e modelli insediativi più compatti)

NbS e temi di applicazione

• un aumento dei livelli di soddisfazione dei cittadini (rispondendo alle loro aspettative in materia di qualità dell’ambiente, servizi, sicurezza, occupazione, partecipazione). Gli spazi verdi urbani costituiscono un soste gno per la salute dei cittadini sia in termini di benessere fisico che mentale. Numerosi studi di psicologia ambientale individuano nel verde cittadino uno strumento terapeutico ed anti-stress, confermando il valore sociale e psicologico della componente verde urbana. Il verde infatti è un elemento che la maggior parte delle persone riconduce a sensazioni di bellezza, piacevolezza e benessere. La possibilità di rapido accesso a zone vegetate produce rilassamento, facilita la concentrazione e aiuta a ridurre lo stress quotidiano. È stato notato che in seguito a danneggia salute e benessere

• un cambiamento radicale nella distribuzio ne modale degli spostamenti urbani (riducen do l’uso dell’auto privata)

• una più sana e migliore qualità della vita (riducendo l’inquinamento atmosferico e acustico); - una gestione più sostenibile delle risorse naturali (riducendo le emissioni di CO2, aumentando la diffusione dell’innovazione ambientale nei processi e nei prodotti)

Diversi studi hanno dimostrato che l’aumento di aree verdi in ambiente urbano gioca un ruolo positivo sulla salute psicologica e fisica come la riduzione di malattie legate allo stress cronico (Roe et al., 2013), sullo sviluppo sociale e cognitivo nei bambini (Amoly et al., 2014) e sul numero di persone fisicamente attive il quale è legato direttamente ad una riduzione del rischio di problemi vascolari (Tamosiunas et al., 2014).

40 → nature based solutions menti o abbattimenti in viali alberati o in spazi verdi per eventi meteorologici, malattie, errata gestione, ecc., le persone avvertano un senso di vuoto, accompagnato da una perdita di identità dello spazio aperto circostante.

Al verde viene attribuita anche una funzione didattico-pedagogica inestimabile, in partico lare: evidenzia il susseguirsi dei cicli naturali che normalmente tendono a scomparire nella relazione della città col paesaggio naturale; favorisce il senso di orientamento delle persone nello spazio urbano, diversificando gli ambienti.; dinamizza curiosità e interesse verso le singole specie, in funzione della fioritura, della trama fogliare e del portamento; infine incrementa il proprio valore con il passare del tempo, arrivando ad assumere nel corso dei decenni, valori inestimabili per il significato simbolico che acquistano come elementi singoli o raggruppati. Il verde urbano riesce poi a generare una spinta sociale: quando esiste una componen te vegetazionale in una città si assiste anche al sorgere di gruppi di volontari legati alla gestione e alla conservazione di tale patrimo nio, promuovendo un senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente in cui si vive, fa nascere una consapevolezza di appartenenza al territorio. Inoltre, l’educazione verso la gestione del territorio può essere trasmessa alle nuove generazioni: già nell’età giovanile si può instaurare un’etica ambientale, che responsabilizza i giovani riguardo all’evoluzio ne futura del loro spazio vitale. La salute fisica e mentale è collegata ad una sana alimentazione in grado di appor tare al corpo umano le componenti nutritive necessarie. L’educazione alimentare e la disponibilità di informazioni attendibili e accurate riguardanti il cibo rappresentano uno dei fattori fondamentali del benessere delle persone. Una corretta informazione è in grado di porre rimedio all’instaurarsi di cattive abitudini alimentari e per essere efficace deve iniziare nei primi anni della crescita degli individui e comunque non dopo i dieci anni di età. Successivamente, si sostiene, sarebbe difficile se non impossibile correggere cattive abitudini acquisite nei primi anni. Esistono alcune tipologie di Nature-based Solutions (ad es., food forest, orti urbani, etc.) che sono concepite anche allo scopo di ampliare la conoscenza delle persone nei confronti della varietà, delle modalità di produzione e stagio nalità delle colture. Il coinvolgimento diretto delle persone nella realizzazione e gestione di questi interventi si traduce direttamente in una sensibilizzazione nei confronti della qualità degli alimenti freschi (ad es. frutta e verdura di stagione) promuovendo diete più salutari ed equilibrate. Molte delle Nature-based Solutions inoltre si possono accostare al concetto di “biofilia” (Blau et al., 2018). Per biofila si intende un in nato bisogno degli esseri umani di connettersi alla natura. Esistono approcci di progettazione biofila il cui obiettivo è quello di affrontare le carenze della pratica edilizia e paesaggistica contemporanea stabilendo un nuovo quadro di riferimento per inserire la natura nell’am biente costruito. La progettazione biofila cerca di considerare le persone come un organismo biologico da incorporare nell’ambiente co struito moderno con l’obiettivo di migliorare la salute, il fitness e il benessere delle persone (Kellert, 2008).

L’inquinamento acustico è uno dei principali problemi ambientali che riducono il livello di comfort negli spazi interni ed esterni degli edifici, poiché può arrecare disturbo al sonno e allo svolgimento delle attività quotidiane. Inoltre, è anche causa di una maggiore incidenza di alcune tipologie di disturbi della salute tra i quali si citano infarto, ictus, problemi cardiovascolari etc. (Basner et al., 2014).In molti studi si dimostra che l’impiego di strutture verdi si rivela efficace nell’abbat timento dell’inquinamento acustico (Azkorra et al., 2015). Tre meccanismi concorrono alla riduzione del rumore: il primo è rappresen tato dalla riflessione e dispersione acustica esercitata dagli organi delle piante; il secondo è l’assorbimento acustico, attribuito alla dissipazione dell’energia acustica attraverso l’oscillazione degli elementi elastici (tronco, foglie, rami) che viene convertita in energia termica; il terzo riguarda la creazione di fronti d’onda che sommandosi si annullano (inter ferenza distruttiva), a causa della deviazione del percorso delle onde sonore dovuto alla presenza delle piante. In quest’ultimo mecca nismo è rilevante anche la presenza del suolo che contribuisce a ridurre il rumore attraverso il cosiddetto “ground effect”. Quest’ultimo meccanismo è particolarmente utile alla riduzione del rumore generato dal traffico (a frequenze intorno ai 100 Hz). A ciò si può sommare un altro meccanismo per aumentare il comfort acustico all’interno degli edifici ed è la riduzione del tempo di riverbero. Il tempo di riverbero è un parametro estremamente importante nella qualità acustica ambientale perché influenza l’intelligibilità del parlato in quanto un riverbero eccessivo porterebbe alla sovrapposizione di suoni e parole che pregiudicherebbero la comprensione del Inmessaggio.generale, perché le piante abbiano effetto positivo sull’acustica degli ambienti, si posso no seguire le seguenti indicazioni di massima:

• le piante dovrebbero essere grandi e in buono stato di salute • le piante dovrebbero essere particolarmen te fogliose (frondose)

• collocare le piante accanto alle pareti ha un impatto acustico migliore rispetto a collocarle al centro di una stanza. Le Nature-based Solutions possono essere efficaci anche per migliorare l’isolamento acustico. L’efficienza dipende principalmente dalla tipologia di intervento, anche se gli studi a riguardo sono limitati e l’efficacia dell’intervento deve essere studiata e valutata caso per caso. Nel caso di pareti verticali e facciate verdi, alcuni autori hanno individuato un potere fonoisolante nei confronti del rumore generato dal traffico (Pérez et al., 2016).

41→→

• la collocazione diffusa delle piante è migliore rispetto a quella concentrata di poche piante.

I risultati di numerosi studi (Papadakis et al., 2001) hanno mostrato che le piante costitu iscono un eccellente sistema passivo per il controllo termico degli edifici in estate, offren do significativi vantaggi rispetto ai convenzio nali schermi solari artificiali. Il comfort termico estivo negli edifici è infatti molto importante specialmente nelle grandi città dove le temperature sono elevate a causa dell’aumen to di diverse attività umane e dalla mancanza di aree verdi. L’applicazione delle piante per l’ombreggiatura degli edifici può essere un efficiente metodo passivo di controllo termico. L’effetto di raffreddamento per evaporazione delle piante può inoltre abbassare la tempera tura dell’aria intorno alla parete ombreggiata. Oltre al risparmio energetico che può essere ottenuto utilizzando gli alberi come dispositivi di ombreggiatura, si devono anche conside rare i benefici generali per l’ambiente, tra i quali la riduzione delle emissioni di gas serra ottenuta grazie al risparmio di energia, e l’influenza estetica degli interventi verdi.

comfort NbS e temi di applicazione

• gruppi di piante con un minimo di tre esem plari sono più efficienti di piante singole

• l’attuale composizione delle diete non permette di sfamare adeguatamente tutta la popolazione mondiale di preservare gli ecosi stemi e le risorse naturali

Negli ultimi anni il cibo sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nell’ambito delle politiche urbane, diventando un asse d’inter vento prioritario per riorientare i processi locali di produzione e consumo secondo paradigmi più sostenibili. Questo può avvenire grazie ad iniziative che coinvolgono sia i produttori che i consumatori per la riappropriazione del tema del cibo da parte delle persone che lo consumano. La necessità di spostarsi verso stili di produzione e consumo diversi dai sistemi alimentari attualmente in uso è dettata principalmente dalle seguenti evidenze (Willett et al., 2019):

L’agricoltura urbana è un mezzo per la valorizzazione di aree dismesse che possono essere trasformate in aree verdi produttive.

Le aree coltivate inoltre contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di CO2. La conversione di aree dismesse può inoltre disincentivare la pratica dello smaltimento illegale di rifiuti. cibo

I sistemi alimentari sono l’insieme dei beni, processi, conoscenze, valori simbolici e cognitivi che regolano i flussi di cibo lungo tutte le fasi della filiera: dalla produzione, che comprende le tecniche di produzione, le tecnologie coinvolte, la localizzazione e la gestione dei fattori di produzione, fino al consumo e alla gestione e trattamento degli scarti alimentari. Oggi, a seguito dei processi di industrializzazione delle filiere del cibo che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, in molti ambiti viene riconosciuto il problema dell’aumento di distanza tra produttori di cibo e i consumatori (MIPAFT, 2019).

42 → nature based solutions

• i modelli di consumo alimentare delle economie più ricche contribuiscono in modo sostanziale al surriscaldamento climatico, pro ducendo enormi quantità di gas serra, mentre quelli che si stanno affermando nei Paesi in Via di Sviluppo richiedono consumi crescenti di carni rosse e cereali, aggravando le pres sioni su risorse idriche, suolo e biodiversità

• la produzione di cibo è tra i più importanti fattori che impattano sul cambiamento clima tico, sulla perdita di biodiversità, sull’uso delle risorse idriche, sulla compromissione dei cicli dei nutrienti e sui cambiamenti dell’uso del suolo. In questo contesto, l’agricoltura urbana fornisce cibo di buona qualità e contribuisce alla responsabilizzazione dei consumatori nei confronti della risorsa alimentare. L’agricoltura urbana combatte l’insicurezza alimentare fornendo prodotti sani e freschi, promuove la cultura alimentare e aiuta lo sviluppo economico locale sia attraverso la vendita dei prodotti sia generando risparmi sulla spesa alimentare. Può contribuire ad aumentare la resilienza economica attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e offre un’alternativa economicamente ed ecologicamente soste nibile rispetto alle filiere convenzionali. Può inoltre contribuire al contenimento della spesa sostenuta per l’acquisto di prodotti freschi, soprattutto a carico delle fasce della popola zione economicamente più deboli. I benefici dell’agricoltura urbana possono essere anche di carattere educativo, offrendo agli individui la possibilità di maturare una coscienza ecologica e una maggiore con sapevolezza dei meccanismi di produzione degli alimenti. Inoltre, l’agricoltura in ambiente urbano può rappresentare un’attività ricreativa che, non richiedendo particolari competenze, favorisce l’inclusività e l’equità.

biodiversità NbS e temi di applicazione

• preservare la biodiversità locale in un ambiente urbanizzato • creazione di passaggi o corridoi per le popolazioni naturali migliorare la risposta delle specie al cam biamento ambientale • connettere le persone con la natura e fornire educazione ambientale fornire servizi ecosistemici adempiere alle responsabilità etiche • migliorare il benessere umano.

Il concetto di biodiversità si riferisce comu nemente alla diversità della vita sulla terra, in tutte le sue forme e differenze. La biodiversità ha valore ambientale, economico ed etico-cul turale. La componente ecologica ed ambientale è rappresentata dalla ricchezza di specie presenti e dalla variabilità del loro patrimonio genetico, entrambe alla base dei processi di adattamento e resilienza alle variazioni ambientali (Ricklefs, 2006). A seguito delle trasformazioni ambientali, nuove specie con caratteri peculiari compaiono grazie all’affer mazione di interazioni geniche che si deter minano per ricombinazione dei geni presenti. Maggiore è la variabilità genetica presente più elevata risulterà di conseguenza la capacità della vita di rispondere al cambiamento. Un altro fattore fondamentale è l’influenza positiva della biodiversità sulla resilienza degli ecosi stemi, intesa come capacità di superare eventi anomali e ripristinare le condizioni di stabilità iniziali (Peterson et al., 1998). La riduzione della biodiversità risulta molto dannosa anche nell’ambito produttivo nel settore agricolo, poiché la ridotta variabilità genetica delle specie allevate può esporre le colture e gli animali a problemi di carattere sanitario e quindi causare una ridotta produttività con conseguenti perdite economiche. La tutela della biodiversità implica anche la valorizzazione degli aspetti etici e culturali, ad esempio gli usi e le tradizioni locali; inoltre, la biodiversità rappresenta anche una possibilità di sviluppo economico e culturale per le gene razioni future. Di conseguenza, la scomparsa di una specie o di una varietà determina una perdita di conoscenze, di tradizioni e saperi legati al suo uso; inoltre, può determinare la perdita della varietà di opzioni legate alla possibilità di utilizzare tali risorse in futuro. La scomparsa di informazioni genetiche può ad esempio compromettere possibili vie future di sviluppo per la ricerca biologica, farmaceutica e medica. Al contrario di quello che avviene in un am biente naturale, nel contesto urbano è spesso difficoltoso definire e assegnare un valore alla biodiversità. Una delle caratteristiche della biodiversità in ambiente urbano è che essa è costituita in gran parte da specie coltivate e molto spesso esotiche (Angermeier, 1994); ad esempio nel caso della flora si pensi a tutte le specie coltivate negli orti urbani, nei giardini, balconi e in tutti gli spazi verdi. La definizione di biodiversità può essere controversa soprat tutto per quanto riguarda le specie esotiche, che a volte dominano i sistemi urbani. Di conseguenza, può essere impossibile proteggere o ristabilire un ecosistema vitale che abbia l’aspetto e le funzioni del sistema nativo che l’area urbana ha sostituito. Quindi, le motivazioni per la conservazione biologica in un’area urbana sono necessariamente diverse da quelle legate alla protezione della biodiversità degli ambienti naturali. (Dearborn and Kark, 2010) ne hanno individuate alcune, così riassunte:

43→→

44 SOLUTIONSNATURE-BASED

L’impiego di infrastrutture verdi e di soluzioni basate sull’utilizzo delle piante, Nature-based Solutions (NbS), è una scelta essenziale per affrontare le sfide attuali e future ma anche per fronteggiare l’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sul nostro vivere quotidiano.

La maggior parte delle nostre città sono calde, secche, inquinate e impermeabili. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico sta portando eventi meteorologici più frequenti ed estremi come tempeste estive, inondazioni improvvise e ondate di calore (SEE 2012).

45 NbS le schede

Oltre al ruolo fondamentale che le piante e il verde hanno nella pianificazione urbana, altrettanto importanti sono le soluzioni basate sull’utilizzo delle piante che possono venire applicate direttamente alla scala dell’edificio e delle sue pertinenze. I vantaggi ed i benefici che offrono le piante in ambiente urbano, non devono essere infatti limitati ai luoghi canonici, seppur fondamentali, come i parchi, i viali, i giardini e le aiuole.

La sostenibilità e la resilienza delle aree urbane ai cambiamenti climatici possono essere notevolmente amplificate ripristinando sistemi naturali e integrando gli approcci basati sulla natura con le infrastrutture convenzionali e lo sviluppo urbano.

L’utilizzo delle piante in maniera innovativa per coprire le facciate degli edifici, produrre cibo sulle superfici orizzontali degli edifici, purificare gli ambienti interni, fitorimediare o rinaturalizzare piccole aree dismesse e degradate di pertinenza degli edifici, regimentare e depurare le acque, catturare la CO2 e filtrare i contaminanti atmosferici, risponde in maniera efficace alle esigenze dell’ambiente, della società e della salute dei cittadini.

Di seguito sono riportati alcuni esempi di NbS che hanno già avuto applicazione di successo in tutto il mondo.

Le NbS diventano in questo modo più fruibili dagli abitanti ed i benefici legati alla loro presenza sono ancora più tangibili e calcolabili.

La ricerca ha già dimostrato ampiamente che le piante e le soluzioni che queste ci ispirano, quando vengono integrate nelle costruzioni urbane, possono fornire contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici aiutando a costruire la resilienza.

Interventi di messa a dimora delle InterventidepurazioneRegimentazionepianteedelleacquesulsuoloesulle superfici impermeabili Interventi sugli elementi orizzontali degli edifici Interventi di verde verticale Utilizzo di piante in ambiente Produzioneindoordicibo •Aree•Parkletsdisosta verde •Sistemi di drenaggio urbano •Pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo •Impianti di fitorimedio •Barriere verdi/barriere verdi filtranti •Facciate verdi •Coperture verdi e tetti giardino • Sistemi di depurazione dell’aria indoor •Sistemi di coltivazione intensivi •Rooftop farms •Indoor •Floatingfarmsfarms 46 → nature based solutions Nature-based Solutions

47→→ TEMI NbS le schede

48 → nature based solutions AMESSADI1.0_INTERVENTI PIANTEDIDIMORA ambito di applicazione temi applicabili

interventi di messa a dimora di piante

Gli alberi possono essere strategicamente sistemati nello spazio urbano per ottenere ombra, raffrescamento dell’aria e mitigazione delle isole di calore urbane. Sistemati in prossimità degli edifici, li schermano dai raggi solari e ne riducono il carico termico, determinando un minore utilizzo degli impianti di condizionamento e quindi di energia. Grazie alla superficie fogliare, che assorbe calore proteggendo dalle radiazioni solari e dal riverbero delle superfici pavimentate, e all’evapotraspirazione (processo con il quale l’acqua assorbita dalle radici viene rilasciata sotto forma di vapore acqueo), gli alberi permettono di realizzare, all’interno del tessuto urbano, delle zone al riparo dalle alte temperature e dall’irraggiamento diretto, particolarmente utili durante le roventi stagioni estive. La creazione di aree verdi alberate all’interno delle città offre molti benefici. È, infatti, la strategia più economica ed efficiente per ridurre la concentrazione di CO2, rimuovere gli inquinanti atmosferici (NO2, O3, SO2, PM10 , etc), mitigare la temperatura delle isole di calore, gli effetti del surriscaldamento globale soprattutto nelle città costiere. La messa a dimora degli alberi limita il rischio di ruscellamento delle acque, che vengono intercettate dalle foglie e dal fusto e parzialmente assorbite dalle radici e dal suolo permeabile. I benefici della presenza del verde urbano interessano anche il benessere degli abitanti e la salute fisica (soprattutto per quanto riguarda le patologie respiratorie) e mentale. Alcuni studi dimostrano che la piantagione di alberi in città ha un impatto positivo anche sulla sicurezza e sulla percezione della sicurezza e della coesione sociale. La manutenzione del verde urbano può fornire posti di lavoro e nuovi sbocchi occupazionali. L’inserimento di alberi è una scelta strategica anche per quanto riguarda la riqualificazione estetica degli spazi residuali della città. Intervenire piantando alberi contribuisce al miglioramento estetico degli spazi e riduce il ruscellamento delle acque reflue. Per massimizzare gli effetti della schermatura dei raggi solari e della mitigazione della temperatura con l’evapotraspirazione occorre scegliere accuratamente le specie arboree da impiegare. Inoltre, l’impiego di specie diverse aumenta la biodiversità e favorisce la creazione di corridoi faunistici.

49→→

Parklets

1.1

Oltre al considerevole contributo in termini estetici e di beneficio psicologico per gli abitanti, la presenza delle piante aumenta la qualità dell’aria e dell’ambiente nel quale questi sistemi sono inseriti. Di fatto, i pocket parks introducono porzioni di parco all’interno dei quartieri e delle stra de delle città, producendo tutti i benefici legati alla presenza di verde e permetten do la riqualificazione di aree pedonali o di marciapiedi degradati e la ripopolazione dei luoghi pubblici abbandonati o poco frequentati. La dimensione contenuta e la facile manutenzione li rende soluzioni ide ali per la scala ridotta di edificio, quartiere o strada, e per piccoli gruppi di cittadini. Un buon design è un aspetto centrale di queste soluzioni perché ne favorisce il successo in termini di accettazione da parte degli abitanti e fruitori, determinan do l’efficacia dell’intervento di riqualifica zione urbana.

50 → nature based solutions

Una delle strategie di riqualificazione dello spazio urbano prevede interventi puntuali mirati a incentivare la fruizione degli spazi all’aperto, creando occasioni di sosta, interazione, attività in luoghi privi di identi tà o destinati al solo passaggio. I parklets o pocket parks (“giardini tascabili”) sono strutture, mobili o fisse, che ospitano piante ed erbe e nascono per conferire valore alle aree di vicinato, rispondendo alle esigenze degli abitanti o sopperendo alla disattenzione delle pubbliche ammi nistrazioni. La prerogativa dei parklets è la grande flessibilità, che li rende adatti a svariate possibilità d’uso: i parklets pos sono essere da sedute, orti, parcheggi per biciclette, opere d’arte, contenitori.

Meristem Design 2017

• Fresh air squares

I Fresh air squares sono pensati come parklets trasportabili, facili da allestire nello spazio urbano. Sono equipaggiamenti urbani composti da una seduta sinuosa, realizzata con tavole di legno per cantieri e impalcature, e da vasche che ospitano piante e piccoli alberi. La presenza delle piante e il design accurato offrono una sosta rigenerante nella vita frenetica delle città.

• Hammersmith & Fulham Parklets

All’interno di un’iniziativa più ampia per incoraggiare spazi verdi, aria più pulita e pro muovere gli spostamenti in bicicletta, i quattro parklet a Hammersmith trasformano degli spazi a parcheggio di una strada trafficata in luoghi in cui i cittadini possono godersi il verde. L’uso di specie vegetali sempreverdi e tolleranti alla siccità, grandi alberi, arbusti, rampicanti e piccole piante da fiore e bulbi, consente di creare uno spazio vibrante per tutto l’anno, con diversi cicli di fioritura durante le stagioni. Due parchi hanno pergole verdi alte 3 m con edera rampicante e caprifoglio che permettono l’ombreggiamento degli spazi di Londrasosta.

Londra Team London Bridge + WMB Studio 2015 esempio .1 Fresh air squares. Courtesy of Team London Bridge and Guy’s & St Thomas’ Foundation interventi di messa a dimora di piante esempio .2

51→→

La presenza del verde rende concreti i benefici psico-fisici di una permanenza prolungata in questi spazi, incoraggian do direttamente e indirettamente la vita all’aperto degli abitanti, rafforzando il loro senso di comunità e di appartenenza. Le aree di sosta verdi prevedono la combina zione di piante di specie differenti, così da creare ecosistemi ad alta biodiversità che possano attrarre la piccola fauna locale.

Aree di sosta verdi Nelle città contemporanee, gli spazi per lo svago e il tempo libero sono necessari alla costruzione di un ambiente urbano sano, sostenibile e a misura d’uomo. Le aree di sosta verdi sono spazi verdi dise gnati per la ricreazione passiva collettiva (sosta, relax, osservazione della natura, contatto sociale). L’implementazione di tali aree verdi ricopre un ruolo chiave nel le politiche per la salute, la conservazione della natura e la pianificazione urbana.

Gli alberi ad ampia chioma, tra gli altri, sono ideali perché assicurano un buon ombreggiamento. Le sedute e le dotazioni fisse degli spazi devono essere disegnate per favorire il benessere dei fruitori e la loro interazione. Il sistema di illuminazione deve essere efficiente e ben integrato, in maniera tale da restituire un’immagine gradevole e confortevole e infondere sicurezza negli abitanti. Il suolo deve essere sistemato per favorire il drenaggio e l’eventuale smaltimento delle acque meteoriche in eccesso. Le green resting areas sono strumenti di valorizzazione economica delle aree interessate, e grazie alle capacità depurative delle piante assi curano un aumento della qualità dell’aria.

1.2

52 → nature based solutions

Placa de Paisos Catalan. Courtesy of EMF Estudi Martì Franch esempio .2 Vanke Wangjing Garden Intervento di riqualificazione di un’area in via di abbandono attraverso le piante. Il parco, pensato per la sosta e la fruizione lenta, ha di fatto restituito alla comunità un’area inutilizzata compresa tra uffici e parcheggi ed è un esempio di “landscape refreshment” in uno scenario denso e in continuo sviluppo come il tessuto urbano pechinese. InstinctPechinoFabrication

53→→ interventi di messa a dimora di piante • Placa de Paisos Catalan L’operazione di rinverdimento di questa piazza di Barcellona ha comportato l’inse rimento di specie vegetali diverse e tipiche della zona, in modo da generare una nuova porzione di ecosistema all’interno del tessuto urbano. Il disegno dell’area invita alla sosta e alla comprensione dell’intervento, grazie alla segnaletica che illustra le piante e spiega il progetto. Sono previsti, inoltre, sistemi di raccolta e riciclo dell’acqua piovana, con suoli stratificati, cisterne sotterranee e pacciami assorbenti. Barcellona EMF (Marti Franch) 2008-10 esempio .1

2018

54 → nature based solutions E2.0_REGIMENTAZIONE ACQUEDELLEDEPURAZIONE ambito di applicazione temi applicabili

regimentazione e depurazione delle acque

55→→

I sistemi di drenaggio urbano sostenibili (SUDs) sono sistemi di smaltimento delle acque meteoriche a basso o nullo impatto sull’ambiente.

Si compongono di una serie di strategie e soluzioni progettate per drenare e decontaminare le acque superficiali, preservare la qualità dei bacini idrici locali e fornire nuove risorse d’acqua agli abitanti. I SUDs operano trattenendo l’acqua piovana, depurandola dagli inquinanti e rilasciandola lentamente, così da arginare il rischio di ruscellamento e non sovraccaricarne gli impianti fognari e di smaltimento delle acque né i naturali corsi d’acqua. Gli interventi possono essere implementati in aree pubbliche, private, urbane e sub-urbane, potendo assumere forme ed aspetto diversi, in funzione del posizionamento e dell’eventuale funzione estetica.

2.1

56 → nature based solutions

Sistemi di drenaggio urbano Esempi di sistemi di drenaggio urbano in ambito urbano sono i seguenti:

• Rain gardens, ovvero sistemi composti da substrati permeabili di differente poro sità, piante spontanee e piante iper-accu mulatrici adatte alla fitodepurazione delle acque. Questi possono essere integrati negli ambienti urbani per aumentare la capacità di stoccaggio e gestione delle acque meteoriche, soprattutto in prossimi tà di strade e parcheggi.

Le aree di bioritenzione, si presentano come leggere depressioni del suolo ricoperte a verde. Le acque di dilavamen to vengono convogliate tramite deflusso superficiale all’area di bioritenzione vegetata. Nell’area di ristagno si ha un ac cumulo temporaneo e un ulteriore depo sizione di materiale trasportato. Lo strato filtrante effettua una prima filtrazione delle acque meteoriche e favorisce la crescita di microorganismi che provvedono a una degradazione della materia organica trasportata. Lo spessore del pacchetto di inerti svolge la funzione di sistema di filtrazione. Le particelle del suolo, se presenti, forniscono siti per l’adsorbimen to di inquinanti. La vegetazione garantisce la stabilità dell’area di bioritenzione e partecipa all’azione di trattenimento degli inquinanti.

• Trattamento delle acque reflue, utilizzan do una parte del tessuto urbano come filtro verde. In questo caso, le acque di scarico possono essere impiegate per irri gare una piantagione di alberi, ottenendo il duplice vantaggio di depurare l’acqua, attraverso le radici, prima di reimmetter la nell’ambiente attraverso il suolo e di produrre valore grazie alla coltivazione di opportune specie arboree. In alternativa, per la fitodepurazione e il trattamento del le acque di scarico si possono adottare soluzioni che prevedano la realizzazione di micro-ecosistemi paludosi, composti da substrati porosi e sabbiosi, piante acqua tiche o ideali agli ambienti acquitrinosi e colonie microbiche che collaborano alla decontaminazione delle acque.

57→→

• Climate-proof social housing Installazione di sistemi di drenaggio e smal timento dell’acqua meteorica in alcuni com plessi residenziali popolari situati in un’area di Londra particolarmente soggetta al rischio di ruscellamento. Il progetto è articolato in diversi interventi: coperture verdi drenanti; rain gardens; pavimentazioni verdi permeabili; bacini verdi filtranti; sistemi di dispersione delle acque meteoriche nel terreno. I lavori sono stati affidati ad associazioni per la formazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Londra Borough of Hammersmith & Fulham 2016

regimentazione

I grandi contributi in termini di riduzione del ruscellamento dell’acqua, di abbassamento della temperatura nella stagione estiva, di isolamento termico degli edifici, di aumento della biodiversità e del coinvolgimento degli abitanti sono stati rilevati con un costante monitoraggio.

• Lost Effra SUDs project Installazione di sistemi di drenaggio dell’ac qua per impedire l’esondazione del fiume Effra, interrato per buona parte del suo corso nel tessuto urbano. Il progetto, finalizzato ad intercettare le acque in suoli permeabili per evitarne il ruscellamento, ha previsto l’inse rimento di rain gardens nelle rotonde e nelle aiuole spartitraffico; la sostituzione di alcune superfici lastricate o asfaltate con pavimenta zioni verdi permeabili e una copertura verde coltivabile. Gli abitanti e le associazioni locali si occupano della gestione delle aree. Londra London City Hall 2016 esempio .1 e depurazione delle acque esempio .2

• Bottière-Chênaie ecodistrict Il progetto dell’eco-distretto ha posto partico lare attenzione alla gestione dell’acqua. Sono stati riportati alla luce i corsi d’acqua interrati e rimettesse in funzione le cisterne, realizzando rain garden lungo gli assi viari per trasferire l’acqua meteorica direttamente in falda, senza caricare l’impianto fognario. Sono stati disegnati canali e piccoli bacini di raccolta dell’acqua piovana lungo le aree pedonali, per rallentare l’effetto di run-off. Muri di conteni mento e nuovi percorsi sono stati costruiti con gabbie metalliche e pietre, per renderli capaci di filtrare e disperdere l’eventuale flusso d’ac qua. L’arredo dei parchi è stato progettato in armonia con la presenza dei bacini di raccolta d’acqua. In prossimità delle abitazioni, il suolo è stato rivestito per il 50% da piante, con le ulteriori funzioni di aumentare la biodiversità e contrastare l’isola di calore. Nantes Atelier de paysages Bruel-Delmar 2005-2018

58 → nature based solutions

esempio .3

59→→ Biomatrix floating garden. Courtesy Biomatrixofwater • Biomatrix floating garden Progetto di riqualificazione di un bacino del canale Rochdale nella città di Manchester attraverso l’inserimento di giardini galleggianti e piante acquatiche. Il miglioramento estetico e la bonifica dell’aria e della salubrità dell’ac qua innescate dalla massiccia introduzione di piante ha aumentato la qualità della vita del vicinato, accrescendo notevolmente la frequentazione del posto da parte dei cittadini e dei turisti. 2016Manchester esempio .4 regimentazione e depurazione delle acque

60 → nature based solutions * Tema presente per la sezione “3.2 impianti di fitorimedio” * SUL3.0_INTERVENTI SUPERFICISULLEESUOLO IMPERMEABILI ambito di applicazione temi applicabili

Tali misure comprendono l’impiego di opportuni materiali permeabili in sostegno alla “infrastruttura verde”, e un ricorso sempre maggiore a sistemi naturali di raccolta delle acque

interventi sul suolo e sulle superfici impermeabili

L’impermeabilizzazione

Laddove si è verificata un’impermeabilizzazione, è buona pratica adottare misure tese a mantenere alcune delle funzioni del suolo e ridurre gli effetti negativi, diretti o indiretti, significativi sull’ambiente e il benessere umano.

61→→

proposti in questo capitolo illustrano alcuni modi di limitare, mitigare o compensare l’impermeabilizzazione del suolo.

L’attuale processo di urbanizzazione e conversione del nostro paesaggio è una delle principali sfide che siamo tenuti ad affrontare per invertire la Glitendenza.interventi

delle superfici è la costante copertura di un’area di terreno e del suo suolo con materiali impermeabili artificiali, come asfalto e cemento, con effetti negativi sui servizi ecosistemici essenziali (come produzione alimentare, assorbimento idrico, capacità di filtraggio e tamponamento del suolo), nonché sulla biodiversità.

In generale il suolo fornisce i servizi essenziali per la vita sul nostro pianeta come la produzione di cibo, l'infiltrazione e pulizia dell’acqua e protezione dalle inondazioni, habitat per lo sviluppo e la vita delle piante, aree ricreative, micro regolazione del clima, etc. È una risorsa così cruciale che non può essere igno rata. Tuttavia, in particolare nelle aree urbane, il suolo viene impermeabilizzato a causa della presenza delle abitazioni e delle infrastrutture. La rimozione e la sostituzione di superfici impermeabili come cemento e asfalto ed il ripristino del suolo e della sua fertilità è un processo di vera e propria de-imper meabilizzazione. Vengono rimossi gli strati impermeabilizzati e il materiale estraneo così da ristrutturare il profilo del terreno. Il processo, adeguatamente gestito, può permettere di recuperare una parte considerevole delle funzioni fondamentali del Sostituiresuolo. la pavimentazione e ripristinare il suolo, anche attraverso l’introduzione di nuova vegetazione, aiuta ad attenuare la temperatura, aumenta la quantità di terreno permeabile riducendo il deflus so delle acque piovane che a sua volta riduce la quantità di sedimenti ed altri inquinanti che defluiscono insieme a queste, rmigliorando la qualità estetica dell'area oggetto di intervento. Un basso livello di impermeabilizzazione del suolo per abitante è decisamente favorevole poiché riduce la nostra impronta ecologi ca generale. Le pavimentazioni verdi sono valide opzioni per interrompere questa omogeneità minerale senza inficiare le prestazioni strutturali delle strade e del suolo Possonopubblico.essere realizzate con elementi modulari aggregabili (generalmente in materiali polimerici o lapidei), dotati di un nucleo permeabile e coltivabile. Se accu ratamente disegnate e progettate, le pavi mentazioni verdi possono essere utilizzate per diversificare dei percorsi (ciclabili, pedonali, carrabili) e per accrescere il valore estetico delle aree interessate.

3.1

Pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo

62 → nature based solutions

63→→ • [Park]ing Operazione di de-paving con sostituzione di porzioni della pavimentazione carrabile in asfalto con un substrato permeabile e colti vabile. Il pattern è stato disegnato in maniera coerente con la funzione di parcheggio dell’area, dimostrandone la compatibilità con la presenza di piante e verde. Il materiale accumulato nella fase di sottrazione è stato parzialmente reimpiegato nel nuovo substrato, mescolato con terra e terriccio. I benefici apportati da questo progetto sono diversi, tra cui la riduzione dell’effetto run-off dell’acqua, la riduzione dell’inquinamento dell’aria, lmitigazione della temperatura in ambiente urbano. Courtrai/ Kortrijk (Belgio) Wagon Landscaping 2009 • Texture garden L’intervento di de-paving e ridisegno della piazza d’ingresso di un nuovo museo è noto per la composizione a QR-code e i riferimenti simbolici delle scelte progettuali. Porzioni della pavimentazione sono state sostituite con suoli permeabili nel quale sono piantate graminacee, così da ottenere uno spazio verde fruibile dai cittadini e in relazione con il museo. Apposite sedute a diverse altezze sono state scelte per favorire la lettura dell’intervento a più livelli (inclusa una visione d’insieme dall’alto).

Courtrai/ Kortrijk (Belgio) Studio Basta + Wagon Landscaping 2014 esempio .1 Basta interventi sul suolo e sulle superfici impermeabili esempio .2

Texture Courtesygarden.ofStudio

In questo progetto di sistemazione del boulevard è stata prestata particolare at tenzione alla creazione di spazi verdi fruibili dagli abitanti e alla demineralizzazione delle superfici pedonali. Due file di alberi sono state piantate attorno agli alberi secolari già presenti; sono state inserite aree verdi ricrea tive e playground; la pavimentazione è stata studiata per assicurare il corretto drenaggio dell’acqua anche in funzione dell’irrigazione, disegnando un pattern che alterna fasce di substrati permeabili ricoperti di vegetazione a fasce impermeabili di diversa tipologia. Arbusti e piante arricchiscono la biodiversità della zona. Joan

LolaBarcellonaDomènech_architect 2008-2011 esempio .3 Passeig de St

LolaCourtesyBoulevard.ofDomènech_architect

64 → nature based solutions • Passeig de St Joan Boulevard

interventi

Questo progetto si compone di una modifica nel rivestimento del manto stradale e la realizzazione di un sistema di raccolta e ca nalizzazione dell’acqua e di aree verdi lungo il percorso. Le “Climate Tile” sono mattonelle cosparse di piccole forature, collegate ad un sistema di raccolta dell’acqua che la distribu isce alle piante messe a dimora nelle aiuole inserite lungo la strada di intervento. Grazie alle piante e alla permeabilità della nuova pavimentazione, il progetto trasforma i marcia piedi in elementi capaci di limitare il rischio di run-off ed impiegare l’acqua come risorsa per la coltivazione in ambito urbano.

dal 2014 The Climate Tile. Courtesy of Tredje

.4

65→→ • The Climate Tile

TredjeCopenhaghenNatur Natur sul suolo e sulle superfici impermeabili esempio

La rizo-filtrazione costituisce un procedi mento abbastanza analogo alla fito-estra zione ma che viene generalmente impie gato in zone umide attraverso l’impiego di piante acquatiche o adattate ad ambienti palustri. È una tecnica che sfrutta la capa cità di queste piante di assorbire i conta 3.2

La fitorimediazione è una biotecnologia che prevede l’utilizzo di piante e/o dei microrganismi associati al fine di assorbi re metalli pesanti, degradare inquinanti di natura organica presenti nel suolo e ridur ne la loro biodisponibilità nell’ambiente.

Impianti di fitorimedio Alcune aree urbane possono essere caratterizzate dalla presenza di suoli contaminati da inquinanti di natura orga nica od inorganica. Queste aree possono rappresentare un grosso svantaggio sia da un punto di vista estetico (spesso sono aree dismesse e degradate) che da un punto di vista dello sviluppo economico.

66 → nature based solutions

L’aspetto innovativo della fitorimediazione è di utilizzare sistemi biologici naturali per la trasformazione e la detossificazione d’inquinanti non naturali attraverso l’uso di tecniche a basso costo, con basso impatto ambientale, visivamente grade voli e rispettose dell’ambiente. In pratica si sfrutta la capacità che hanno alcune specie vegetali di assorbire gli inquinanti per poi stoccarli o degradarli attraverso i loro naturali processi fisiologici. L’impiego di questa tecnologia può quindi essere di importanza cruciale per recuperare pic cole aree urbane con suoli contaminati e restituirle alla comunità, in alternativa alle tecniche convenzionali, soprattutto in virtù della sua estrema semplicità, economicità e Lasostenibilità.fitorimediazione include una gamma di tecniche la cui classificazione è fatta in base alle strategie che le piante utilizzano per compiere il lavoro di depurazione anche tenendo conto della natura stessa del contaminante.

Si parla di fito-estrazione quando la pianta attraverso vari meccanismi è in grado di assorbire certi contaminanti dal suolo (es. metalli pesanti) e di trasferirli alle parti aeree (fusto, foglie etc.); la raccolta di tali parti permette di ridurre gradualmente (soprattutto dopo diversi cicli di raccolta ripetuti negli anni) i livelli di questi compo sti nel suolo.

Ujirany ND Landscape Architects 2001

Bethlehem (Pennsylvania, USA) SWA Group 2007-2008 esempio .1 esempio .2 interventi sul suolo e sulle superfici impermeabili

• Sands Bethworks

• Millenary Park Questa riconversione di un’area industriale abbandonata a parco pubblico ha previsto la realizzazione di superfici vegetate e la messa a dimora di piante e un sistema di depurazio ne della falda locale. L’intervento nasce come operazione di decontaminazione dei suoli e della falda, inquinati dalle attività industriali, ed ha previsto la messa a dimora di piante. Il parco è diviso in due settori: “motivazionale” e “interattivo”. Il primo, nel quale sono colti vati frumento, vigneti, meli e graminacee, è pensato come un’esperienza visiva inusuale sulla natura. Il secondo è un playground dotato di dispositivi mobili di vegetazione con i quali i fruitori diventano i costruttori del proprio Budapestintorno.

La fito-degradazione è invece una tecnica che si adatta bene a certi contaminanti di origine organica contenuti nel suolo, spesso sottoprodotti di precedenti attività industriali. Le piante possono anche con tribuire alla degradazione per via aerea di certi composti inquinanti tramite il proces so di Un’altrafito-volatilizzazione.tecnicainteressante

è la cosid detta fito-stabilizzazione. Si tratta di un metodo “passivo”, perché non si tratta di una vera e propria tecnica di bonifica, quanto di una strategia di contenimento del problema. Si parla di stabilizzazione quando, ad esempio, la pianta produce sostanze che immobilizzano (cioè rendo no insolubile e meno mobile) l’inquinante nel terreno impedendone quindi la disper sione nell’ambiente circostante. Questa azione può essere anche di tipo fisico in quanto le radici delle piante possono fungere da “rete” che limita fenomeni ero sivi responsabili della dispersione degli inquinanti.

Progetto di riuso e riqualificazione di una vasta area industriale dismessa. I terreni più conta minati da metalli pesanti e sostanze tossiche sono stati asportati e trasferiti in discarica, mentre la decontaminazione graduale della restante parte dei suoli è stata affidata alle piante, soprattutto betulle e ginepro. Sono state scelte piante adeguate ai suoli alta mente alcalini, in modo da riequilibrarne la composizione, e con diverse specie di alberi, arbusti e piante da sottobosco si sono avviate operazioni di fito-estrazione e fito-degradazio ne di inquinanti (attraverso lo stoccaggio e la raccolta nella biomassa). Sono state realizzate vasche drenanti con piante per la fitodepurazione dell’acqua piovana contaminata e cordoli drenanti formati da compost (30%), terriccio (60%), ghiaia e tubazioni sono stati posizionati nelle aree di accesso carrabile per convogliare l’acqua nelle vasche di depurazione.

67→→ minanti in soluzione acquosa e trasferirli alle parti aeree. Anche in questo caso è molto importante disporre di piante carat terizzate da un esteso sistema radicale.

68 → nature based solutions * Tema presente per la sezione “4.2 facciate verdi” * VERDEDI4.0_INTERVENTI VERTICALE ambito di applicazione temi applicabili

69→→

interventi di verde verticale

Il verde verticale potrebbe essere considerato una deriva del verde pensile.

La vegetazione influisce sulla regolazione termica del sistema edificio. La presenza di vegetazione diffusa nella città offre un altro grande vantaggio: la riduzione dell’effetto isola di calore, un problema persistente nei centri urbani. Il verde è una delle soluzioni possibili, perché non accumula il calore assorbito dalla radiazione solare. Buone prestazioni sono riscontrabili anche in termini di isolamento acustico, poiché lo strato di fogliame del giardino verticale riduce la trasmissione del rumore. Inoltre, nei casi in cui la parete verde si trovi ad alcuni centimetri di distanza dall’edificio, si forma un’intercapedine d’aria che offre i vantaggi di una parete ventilata, aumentando la resistenza termica della parete regolando l’innalzamento della temperatura superficiale in estate e il suo abbassamento in inverno.

Tuttavia, le tecniche utilizzate per coperture piane o inclinate e quelle per ricoprire pareti verticali, si sono progressivamente separate sotto il profilo delle tecniche realizzative, delle finalità e delle prestazioni, che attualmente possono essere considerate due applicazioni completamente distinte.

La parete verde è una chiusura verticale vegetata. L’inverdimento può essere realizzato con specie vegetali piantumate al suolo a sviluppo rampicante, ancorate direttamente alla superficie oppure supportate da reti, graticci o cavi ancorati alla facciata o strutture che siano parte integrante della chiusura verticale.

Durante l’attività fotosintetica, le piante sono in grado di intercettare e trattenere o degradare gli inquinanti (sia i composti organici volatili (VOC) che il particolato). Questa capacità è alla base del funzio namento delle Green Filter Areas, infra strutture verticali che impiegano le piante per depurare l’aria dagli agenti inquinanti atmosferici. Progettate come barriere visive (oltre che filtri), esse sono adatte a separare spazi di pubblica fruizione e percorsi pedonali da strade trafficate o aree industriali. Un’area verde di filtro può essere realizzata tramite l’accostamento di alberi, arbusti o siepi, piantati diretta mente nel suolo o in vasche, secondo un progetto accuratamente disegnato; ma può anche prevedere strutture di rinforzo tra le piante, per amplificare l’isolamento visivo e acustico. Gli interventi di green filter hanno un impatto sulla qualità dello spazio urbano al pari di qualunque in tervento di disegno dell’arredo urbano permanente.

70 → nature based solutions

4.1

Le barriere verdi sono elementi di se parazione degli spazi e di isolamento acustico che impiegano le piante come parte costitutiva. La selezione di specie locali favorisce la ri-naturalizzazione dell’area interessata e la creazione di piccoli ecosistemi per la fauna locale.

Barriere verdi/barriere verdi filtranti

Alcune speciali barriere sono disegnate per attutire i rumori prodotti dal traffico ed isolare acusticamente le strade dalle abitazioni: le piante, sistemate sulle strut ture verticali, ne amplificano la capacità di assorbimento acustico. Queste strutture presentano una curvatura sommitale, sono generalmente metalliche e le piante sono sistemate su substrati di lana di roc cia e servite da un sistema di irrigazione che usa acqua di recupero. In generale, è comunque opportuno scegliere specie vegetali che non presentino particolari esigenze d’acqua e di cure, così da agevolare la manutenzione degli impianti.

71→→

Per questa ragione, è opportuno elabora re progetti specifici per ogni area di inter vento. In generale, l’efficacia del disposi tivo è maggiore quanto più la barriera è alta, densa e porosa. Queste caratteristi che permettono di filtrare grandi quantità d’aria e intercettarne gli inquinanti, senza respingerli. L’impiego di piante e alberi sempreverdi è una scelta strategica per garantire il pieno funzionamento della bar riera per tutto l’anno (studi mostrano che le conifere sono specie particolarmente efficaci per la decontaminazione dell’aria, grazie alla struttura e alla quantità delle fo glie aghiformi). È opportuno evitare piante allergeniche. Infine, nella progettazione di una barriera verde filtrante, è necessario evitare di ridurre la visibilità stradale nei punti di attraversamento pedonale.

interventi di verde verticale

72 → nature based solutions

Solutions GmbH

• CityTree Il Citytree è un elemento di arredo urbano rive stito di muschio, pensato per essere installato in diversi punti all’interno della città per creare spot di depurazione dell’aria. Grazie alla capacità del muschio di intercettare e tratte nere gli agenti inquinanti atmosferici, infatti, il Citytree funziona come una barriera verde filtrante. L’elemento è munito di sensori di impianto alimentati da pannelli solari, batterie di bordo e di serbatoio d’acqua per l’irriga zione automatica. Nelle versioni più recenti, Citytree è stato pensato per essere fruibile come seduta e dotato di prese di corrente per incentivare la sosta dei cittadini. Londra, Berlino GreenCity Solutions 2017 esempio .1 City

City CourtesyTree.of Green

73→→ Grön ArkitekturCourtesyBullerskärm.ofLAND

• Grön Bullerskärm Questa barriera verde acustica è parte del piano di interventi per ridurre l’inquinamento acustico all’interno della città di Stoccolma. L’infrastruttura è lunga circa 170m, è realiz zata in corten, lana di roccia, piante da fiore in zolla su un lato e graminacee dall’altro. L’impiego della vegetazione implementa la capacità di isolamento acustico, ma soprat tutto conferisce alla barriera la capacità di depurare l’aria, trattenere l’umidità, intercetta re l’acqua meteorica e attrarre gli impollinatori. La parete, che delimita un impianto sportivo, costeggia verso l’esterno un percorso pe donale e ciclabile, entrando quindi in diretto contatto con gli abitanti. L’apporto estetico della vegetazione è quindi decisivo per la piacevolezza dell’esperienza.

2016LANDStoccolmaArkitektur esempio .2 interventi di verde verticale

Si tratta di soluzioni tecnologiche leggere e flessibili che, comparate ad altre tec niche di verde verticale, non presentano costi elevati di impianto e manutenzione, molte possono essere facilmente ap plicate a qualunque edificio o struttura, senza che questa venga sovraccaricata.

Le facciate verdi con piante rampicanti offrono molteplici vantaggi dal punto di vista estetico, ambientale, economico e psicologico. Schermando l’irraggiamento diretto e favorendo l’isolamento termico dell’edificio cui si appoggiano, permet tono di ridurre il consumo energetico per la climatizzazione degli ambienti interni. Contribuiscono inoltre alla depurazione dell’aria dagli agenti inquinanti e al dre naggio e alla decontaminazione dell’ac qua meteorica, costituendo un ecosistema ospitale per piccoli animali. Infine, proteg gono l’integrità dell’edificio dagli agenti atmosferici e dall’effetto corrosivo delle piogge e, se opportunamente disegnate, ne amplificano la qualità estetica.

74 → nature based solutions

Facciate verdi Sono definite facciate verdi le pareti verticali completamente o parzialmente coperte da vegetazione. Le facciate verdi realizzate con piante rampicanti prevedo no una struttura con un graticcio sul quale vengono fatte ancorare le piante, che radicano a terra o in apposite vasche.

4.2

Hoi An CourtesyHotel.ofVo Trong Nghia Architects esempio .1 interventi di verde verticale

Vietnam Vo Trong Nghia 2017

75→→ •

Hoi An Hotel L’hotel, progettato dallo studio vietnamita Vo Trong Nghia, integra le piante nelle soluzioni di chiusura verticale, in modo tale da favorire la mitigazione della temperatura interna, l’ombra e il raffrescamento dell’aria negli spazi di circolazione, impedire la concentra zione di calore e migliorare la qualità dell’aria. L’apporto estetico della soluzione è notevole e la presenza delle piante nelle aperture genera giochi di luce. La vegetazione è piantata in vasi posti ai vari piani dell’edificio.

76 → nature based solutions Orchard-lisle living wall. Courtesy of London Bridge + Better Bankside • Orchard-lisle living wall Realizzazione di una parete verde su un edificio residenziale nell’ambito di progetti di rinverdimento e riqualificazione dell’area. L’intervento, sebbene economicamente impegnativo, contribuisce a migliorare la qualità dell’aria, favorire la biodiversità, isolare termicamente l’edificio e mitigare la temperatura attraverso la evapotraspirazione delle piante. Gli abitanti sono stati coinvolti nel progetto con campagne di sensibilizzazione. Londra Team London Bridge + Better Bankside 2019 esempio .2

77→→ MFO CourtesyPark.of Raderschal lpartner ag sarchitektenlandschaft esempio .3 interventi di verde verticale • MFO Park Situato all’interno di un’area industriale dismessa, il progetto ha comportato la realiz zazione di una struttura metallica sulla quale sono state innestate delle piante rampicanti. La forma dell’imponente costruzione e il lin guaggio adottato appartengono al repertorio industriale e l’elemento nuovo è perfettamente coerente con l’intorno. L’uso di piante è mas siccio. Rampicanti rivestono l’intera superficie dell’edificio, e grazie alle funzioni di depu razione dell’aria dagli inquinanti, protezione dall’irraggiamento diretto e mitigazione della temperatura, lo spazio offerto agli abitanti è di grande qualità. RaderschallZurigo + Burckhardt 2002

78 → nature based solutions SUGLI5.0_INTERVENTI DEGLIORIZZONTALIELEMENTI EDIFICI ambito di applicazione temi applicabili

79→→

Le coperture degli edifici rappresentano una parte consistente delle superfici urbane, che possono essere strategicamente sfruttate per la realizzazione di substrati permeabili e la coltivazione di piante, utili alla gestione delle acque meteoriche, alla depurazione dell’aria e all’isolamento termico degli edifici. I tetti verdi si dividono in tetti estensivi ed intensivi in funzione degli elementi costituenti la stratificazione, del peso che esercitano sulla struttura portante e sul livello di accessibilità riservato alle persone. Possono inoltre assumere varie caratteristiche e declinazione in base alla funzionalità che gli si vuole attribuire. Nella progettazione di una copertura verde, per valutare il sistema più adatto al caso specifico, devono essere considerate le caratteristiche architettoniche e strutturali dell’involucro. Si deve porre particolare attenzione alla progettazione dell’elemento portante che deve sostenere i pesi permanenti dello strato colturale e della vegetazione. Lo spessore del substrato è il principale parametro per la definizione dei diversi sistemi di tetto verde, poiché da questo dipende il tipo di vegetazione che può essere integrata.

interventi sugli elementi orizzontali degli edifici

Coperture verdi e tetti giardino Le coperture degli edifici rappresentano una parte consistente delle superfici urba ne, che possono essere strategicamente sfruttate per la realizzazione di substrati permeabili e la coltivazione di piante, utili alla gestione delle acque meteoriche, alla depurazione dell’aria e all’isolamento termico degli edifici. Una copertura verde è una versione leggera e semplificata del tetto giardino, che non appesantisce la struttura. Procedendo dall’interno verso l’esterno, una copertura verde è composta da una superficie impermeabile, uno stra to di separazione protettivo, un substrato permeabile tessile per la coltivazione idro ponica (come i pannelli in lana di roccia nel quale sono sistemate le piante, servite da un impianto di irrigazione a goccia). La vegetazione scelta deve essere bassa a causa del ridotto spessore del substrato di dimora e non presentare particolari esigenze di acqua e manutenzione. Una copertura verde ha una buona capacità di isolamento termico dell’edificio e contribu isce a ridurre i consumi energetici per la climatizzazione degli spazi interni. Il tetto giardino è la tipologia che più si avvicina al giardino pensile. Sul tetto viene riprodotto un vero e proprio giar dino nel quale possono essere presenti alberi, arbusti, fioriture, ma anche sentieri e panche che rendono il giardino fruibile dalla comunità.

5.1

80 → nature based solutions

Alcantara PROAP (Joao Nunes) 2011

• Chicago Botanic’s Garden green roof Il centro e giardino botanico di Chicago è uno dei maggiori centri di studi e conservazione delle piante al mondo. La copertura della sede del laboratorio e centro di ricerca è interamen te rivestita di piante, tipiche del paesaggio nordamericano ed esotiche, per un’estensione complessiva di 1500 m2. Il substrato di col tivazione è una miscela di argilla espansa, argillite, vermiculite, perlite, sabbia e materia organica. Questo tetto giardino è anche uno scenario di ricerca, per quanto riguarda l’adattabilità delle diverse specie di piante alla messa a dimora sulle coperture degli edifici. La biodiversità generata dalla ricchezza e varietà di specie vegetali impiegate è l’habitat ideale per uccelli, insetti (soprattutto impolli natori) e altra piccola fauna locale donando una splendida e sempre mutevole immagine al OehmeChicagogiardino.(USA)+VanSweden (OVS) 2009 sugli elementi orizzontali degli edifici esempio .1 esempio .2

interventi

81→→

Trattamento delle acque Etar Premiato per l’accuratezza dell’inserimento paesaggistico (sia estetico che strutturale), il progetto ha previsto la realizzazione di un roof garden, a diverse quote, sulla copertura del complesso per la depurazione dell’acqua. Per l’intervento sono state selezionate specie loca li, al fine di ricucire la cesura con il paesaggio generata dalle infrastutture. Costituito da un complesso mosaico determinato dall’aggre gazione di essenze autoctone reintrodotte, tale scelta riconduce ad una volontà di mimesi generale degli edifici costituenti il nuovo impianto tecnologico. L’intervento rimanda, quindi, al senso del luogo, rispettandone la vocazione e riproponendone la parcelliz zazione fondiaria agraria che anticamente caratterizzava il territorio della Valle. Oltre a migliorarne l’inserimento paesaggistico, la copertura vegetale favorisce la riduzione degli effetti connessi all’isola di calore, contribuen do al miglioramento della qualità dell’aria, alla creazione di habitat e alla promozione della biodiversità. Inoltre, essa mira a proteggere l’edificio dal sole e alla riduzione dell’emissio ne d’inquinanti gassosi.

Un progetto di ripensamento della circola zione e dello spazio pubblico della stazione ferroviaria e dei pullman di Rueil, che ricono sce alle piante un ruolo centrale. Le coperture delle pensiline sono verdi e la vegetazione è inserita anche nelle corsie, entrando a far par te del disegno e della suddivisione funzionale.

L’immagine che si vuole restituire è quella di una “stazione giardino”, nella quale le piante rivestono le strutture e gli alberi diventano essi stessi elementi di riparo dal sole e dal calore. Rueil-Malmaison (Francia) URBICUS 2016

La scelta degli alberi (meli decorativi) è un riferimento alla città di Montréal e conferisce al progetto anche un valore simbolico. Montréal Claude Cormier 1999-2002 esempio .3 esempio .4

• Giardino sulla copertura dei parcheggi del Palazzo dei Congressi Riconversione in parco pubblico della spia nata in cemento in copertura dei parcheggi sotterranei del Palazzo dei congressi. Il giardino realizzato è modellato in maniera sinuosa con montagnole ricoperte di piante e arbusti, e spazi di seduta pensati per ospitare situazioni di incontro tra residenti e turisti.

82 → nature based solutions

Multimodal Hub

83→→ Multimodal Hub. Courtesy of URBICUS Esplanade du Palais des congrès de Montréal. Courtesy of Guillaume Paradis, Claude Cormier et Associés interventi sugli elementi orizzontali degli edifici

84 → nature based solutions INPIANTEDI6.0_UTILIZZO INDOORAMBIENTE ambito di applicazione temi applicabili

Secondo la L13/2018 dell’Unione Europea, “l’inquinamento atmosferico rimane il più grave problema di salute ambientale in Europa, con un tasso di mortalità più di 10 volte superiore a quello degli incidenti stradali”. Ma, contrariamente a ciò che generalmente si pensa, l’inquinamento atmosferico non è qualcosa che riguarda solo gli spazi esterni: l’aria all’interno degli edifici è generalmente più inquinata di quella esterna. Unicef (2012) riporta che i 3/4 dei 4000 decessi legati all’inquinamento atmosferico tra i bambini europei sotto i cinque anni, sono attribuibili alla bassa Qualità dell’Aria Interna (IAQ) degli edifici. Non sorprende dato che trascorriamo in media il 93% della nostra giornata in spazi chiusi. Le fonti responsabili dell’inquinamento indoor sono diverse: gli occupanti e le loro attività, l’edificio, la sua manutenzione (ad esempio i detergenti) e l’inquinamento esterno “importato” negli edifici attraverso la ventilazione. La ventilazione ha un ruolo ambiguo, porta gli inquinanti urbani nell’edificio (in particolare CO2, NO2, O3 e PM) mentre riduce le concentrazioni di inquinanti prodotti da fonti indoor, in particolare i VOCs (ad esempio benzene e formaldeide). I sistemi di filtrazione più comuni attualmente in uso sono i sistemi di filtrazione meccanica. Esiste un altro tipo di filtrazione che utilizza le piante per purificare l’aria. Poiché le piante catturano molecole inquinanti e le incorporano nella loro biomassa, il filtro ha una durata indefinita ed è quindi molto più efficiente rispetto alla filtrazione meccanica.

85→→

utilizzo di piante in ambiente indoor

Sistemi di depurazione attraverso le piante La tecnologia prima descritta prende il nome di filtrazione botanica. Poiché le piante catturano molecole inquinanti e le incorporano nella loro biomassa, il filtro ha una durata indefinita, legata al benes sere della pianta e risultando comunque uno scarto organico una volta concluso il suo ciclo di vita. Risulta quindi molto più ecologico rispetto a sistemi tecnologici a filtri meccanici.

86 → nature based solutions 6.1

I sistemi di depurazione dell’aria indoor prevedono la realizzazione di impianti attraverso i quali viene fatta passare l’aria da depurare in modo forzato (non sono perciò piante disposte in modo libero nello spazio in questione). L’aria fluisce attraverso delle vasche/contenitori dove vengono messe a dimora le piante, per poi tornare, depurata, nell’ambiente.

Quando le sostanze inquinanti passano attraverso il substrato di coltura, vengono bloccate e quindi assorbite dalle radici delle piante e/o degradate dai microrga nismi presenti nel substrato. Gli inquinanti rimanenti vengono assorbiti dalle foglie attraverso gli stomi, degradati e convertiti in nutrienti.

La Fabbrica dell’Aria® La Fabbrica dell’Aria® è un sistema di depu razione dell’aria che impiega le piante come filtro botanico. Il progetto, brevettato, depura l’aria interna agli edifici dagli inquinanti at mosferici, le polveri sottili e i VOC (i composti organici volatili prodotti dall’attività umana). La struttura è dotata di sensori per il monitoraggio in tempo reale dell’attività filtrante delle piante. Attualmente è installata in luoghi di co-working ed eventi, e in spazi commerciali.

87→→ •

2019Pnat Fabbrica dell’Aria®. Courtesy of Pnat Srl Fabbrica dell’Aria®. Courtesy of Pnat Srl utilizzo di piante in ambiente indoor esempio .1

88 → nature based solutions Fabbrica dell’Aria® per Adidas Store - Berlino. Courtesy of Pnat SrlF Fabbrica dell’Aria® per Adidas Store - Berlino. Courtesy of Pnat Srl

89→→ Fabbrica dell’Aria® per Accademia del CaffèFirenze. Courtesy of Pnat Srl utilizzo di piante in ambiente indoor

90 → nature based solutions CIBODI7.0_PRODUZIONE ambito di applicazione temi applicabili

In tempi recenti si è osservato un rinnovato interesse nell’agricoltura urbana e peri-urbana, cioè quei comparti produttivi, che a vario titolo ed entità, si colloca fisicamente nelle zone di alta urbanizzazione e in qualche modo ne occupa gli interstizi, ponendosi anche come ostacolo alla definitiva scomparsa dell’agricoltura in quei contesti. Tale fenomeno viene giustificato da una sempre maggiore attenzione e valorizzazione delle aree verdi ed ai benefici socio-economici-ambientali che essa apporta. Una delle peculiarità fondamentali di questo tipo di agricoltura è la prossimità ai mercati ed ai consumatori, nonché alle attività a monte ed a valle del processo produttivo, che ne sono quindi agevolate dalla prossimità.

91→→

produzione di cibo

Le serre climate-smart costituiscono un approccio innovativo alle sfide affrontate dall’agricoltura a causa del surriscalda mento globale. Ideali per essere collocate all’interno degli spazi urbani, le serre cli mate-smart combinano l’impiego di suoli sinergici (a base di biochar, per esempio) con la scelta accurata delle varietà com mestibili da coltivare e si propongono come alternativa strategica alla coltiva zione in campo, perché più adattabili alle continue modificazioni climatiche e am bientali. Le serre climate-smart impiegano la coltivazione idroponica e sono proget tate per minimizzare il consumo di energie e acqua – ad esempio, possono essere dotate di pannelli fotovoltaici per la pro duzione di energia elettrica o di sistemi di desalinizzazione e fitodepurazione dell’ac qua salata o salmastra. Le strutture de vono essere articolate in maniera tale da ottimizzare lo spazio per la produzione: le piante possono essere inserite su piatta forme orizzontali poste a differenti altezze, o su impalcature verticali, a seconda delle esigenze di irraggiamento delle colture. Si tratta di soluzioni particolarmente efficienti per la produzione agricola in aree urbane, capaci di generare un’entrata economica per gli abitanti del quartiere, che possono essere coinvolti, oltre che nel consumo, nella produzione, nella raccolta e nel commercio degli ortaggi e dei frutti col tivati. Se adeguatamente disegnate, le serre urbane possono diventare luoghi di incontro per la comunità, possono ospi tare attività di formazione agricola o di sensibilizzazione ai temi della sostenibilità e attivare processi di cooperazione tra i residenti.

Sistemi di coltivazione intensivi

92 → nature based solutions 7.1

93→→ Sistemi di coltivazione intensivi. Courtesy of Lufa Farms produzione di cibo esempio .1 • Lufa farms Denunciando l’insostenibilità dell’attuale sistema di produzione alimentare, Lufa Farms nasce come esempio di coltivazione in serre a basso consumo energetico e idrico, collocate sulle coperture degli edifici industriali di Montreal. Con le serre, il gruppo produce e distribuisce settimanalmente agli abitanti cibo fresco come ortaggi, insalate e erbe aroma tiche. L’obiettivo è quello di implementare la produzione di cibo in situ e senza il consumo di suolo, per contribuire alla sostenibilità alimentare delle città. Montréal (Canada) 2009

L’agricoltura verticale indoor può essere definita come la pratica di coltivare piante in sistemi verticali in ambiente chiuso e controllato. Questo tipo di coltivazione, grazie alla possibilità di utilizzare più ripiani su una stessa struttura, può mol tiplicare gli spazi di coltivazione rispetto alle tradizionali coltivazioni orizzontali. L’agricoltura verticale è spesso associa ta all’agricoltura urbana grazie alla sua capacità di svilupparsi in spazi limitati.

94 → nature based solutions 7.2

Indoor farms

La maggior parte delle cosiddette fattorie verticali sono realizzate con impianti idro ponici molto efficienti, gli ortaggi vengono cioè coltivati senza utilizzare suolo, op pure in aeroponica, dove le radici delle piante vengono sistematicamente irrorate con acqua e sostanze nutritive. Al posto della luce solare naturale, vengono utiliz zati sistemi di illuminazione a led, mentre gli impianti di climatizzazione sono spesso alimentati da fonti rinnovabili. Si riduce in questo modo il consumo di suolo e grazie agli alti livelli raggiunti dalla tecnologia, si migliora l’utilizzo di risorse naturali come ad esempio l’acqua che viene gestita ed ottimizzata in funzione alle necessità delle piante.

95→→ produzione di cibo 7.3

Frutteto urbano

Le città contemporanee sono costellate di spazi residuali, generati da errori di pianificazione o gestione del tessuto, da previsioni mancate o dal subentro di nuove esigenze da parte degli abitanti. Privi di specifica funzione, questi spazi vengono destinati ad usi temporanei più o meno adeguati (parcheggio, soprattutto).

Un intervento di urban orchard prevede la riconversione di spazi residuali in piccoli frutteti urbani, per creare piccoli boschi produttivi all’interno delle strade e dei quartieri. Le piante da frutto vengono messe a dimora nel suolo o in apposite vasche, la manutenzione è ridotta e può essere condivisa, attraverso la respon sabilizzazione degli abitanti stessi. Le strutture devono essere opportunamente orientate secondo gli assi cardinali e pre vedere sistemi di smaltimento dell’acqua in eccesso. La combinazione delle specie vegetali può seguire la consociazione di alberi da frutto, piante da ortaggi e specie attrattive per gli impollinatori. Un design accurato può agevolare l’inserimento delle soluzioni nel contesto urbano, e può prevedere tecnologie per l’autonomia energetica (ad esempio, pannelli solari per l’irrigazione). I frutteti urbani sono si stemi che generano profitto e uguaglianza per gli abitanti grazie alla produzione di cibo sano e fresco, alla formazione e alle attività lavorative legate alla produzione. Questo innescherebbe un meccanismo virtuoso di produzione di capitale umano e di risorse per gli abitanti. Attorno ai frutteti urbani possono essere organizzati dei percorsi didattici per bambini e adulti sulla coltivazione, l’autoproduzione di cibo, la relazione con la natura.

Rooftop farms I tetti dei palazzi e delle abitazioni sono normalmente gli spazi più sottoutilizza ti nelle città. Negli ultimi anni l’idea di poter sfruttare questi spazi come risorsa preziosa, ad esempio come spazio per la produzione alimentare sta ricevendo particolare attenzione. La trasformazio ne di tetti inutilizzati in tetti “attivamente coltivati” e il loro adattamento a spazi produttivi può portare numerosi vantaggi, cambiando letteralmente il volto di intere città e migliorando la vita delle persone che vi abitano. La realizzazione di vere e proprie fattorie urbane sui tetti può contribuire a finanziare la creazione ed il mantenimento di spazi verdi di cui le città hanno notevolmente bisogno. L’agricoltu ra urbana può diventare in questo modo un’impresa fiscalmente sostenibile: dalle fattorie sui tetti, in cui sono realizzati an che i mercati dove gli abitanti del quartie re si riforniscono, ai tetti dei supermercati, dove vengono coltivati gli ortaggi venduti poi direttamente all’interno del negozio.

96 → nature based solutions 7.4 esempio .1

2014Cina

• Liuzhou Chenfeng Brewing Factory roof Su una superficie di 0,2 ettari, la copertura verde produttiva fornisce il luppolo per la produzione di birra dello stabilimento sottostante, portando vantaggi economici in termini di risparmio di suolo e di trasporto dei prodotti per la vendita, oltre che energetico per l’isolamento termico dell’edificio.

97→→ Brooklyn Grange Farm. Courtesy of Brooklyn Grange produzione di cibo esempio .2 esempio .3 • HKU Rooftop Farms Coltivazione sul tetto nella città di Hong Kong, con fornitura di servizi legati alla formazione dei futuri operatori e all’organizzazione di eventi per il coinvolgimento della comunità. In questo caso, le piante sono coltivate in vasche disposte sulla superficie di copertura, aumen tando dunque i benefici termici e ambientali legati alla creazione di un substrato vegetale sulla sommità di un edificio.

New York 2010

Hong Kong 2015 Brooklyn Grange Farm Il BGF è un progetto di riferimento per quanto riguarda i rooftop garden. Con una produzione annua di quasi 40,000 chili di ortaggi oltre ad apiari, è in grado di fornire cibo fresco e sano agli abitanti di New York, promuovendo un’alimentazione corretta e generando entrate economiche locali. Inoltre, ospita eventi e progetti educativi per privati e per la comunità.

98 → nature based solutions 7.5 esempio .1 Floating farms Il consumo di cibo e la crescita della popolazione mondiale aumenteranno verti ginosamente nei prossimi anni. La scarsità di acqua potabile e di terre coltivabili sono due tra gli ostacoli maggiori per soddisfare i cambiamenti sia quantitativi che qualitativi della domanda di cibo. Le fattorie galleggianti sono sistemi completamente autonomi per le coltivazioni fuori suolo in grado di dissalare l’acqua di mare o di purificare l’acqua inqui nata attraverso un processo di evaporazione/ condensazione interamente alimentato dall’e nergia solare. Sono quindi moduli galleggianti per la coltivazione, senza consumo di suolo, acqua dolce o energia chimica. Ovunque sia presente uno specchio d’acqua, questo può essere utilizzato per la coltivazione sulle fattorie galleggianti, all’interno delle quali sono installati sistemi di coltivazione idroponica, una tecnica di coltivazione fuori terra che garantisce un risparmio di acqua fino al 70% rispetto alle culture tradizionali, grazie al riuso continuo dell’acqua.

2015Pnat

• Jellyfish Barge JFB è una serra modulare galleggiante in grado di garantire sicurezza alimentare fornendo acqua e cibo senza pesare sulle risorse esistenti. La struttura, costruita con materiali a basso costo è composta da un basamento in legno di circa 70 m2, che galleggia su fusti in plastica riciclati, e da una serra. La poca energia necessaria è fornita da sistemi che sfruttano energie rinnovabili, come pannelli solari e turbine per il moto ondoso. Un innovativo sistema di coltivazione idroponica garantisce, infine, produzioni a massima resa con un minimo consumo idrico.

99→→ Jellyfish Barge. Courtesy of Pnat Srl produzione di cibo

100 → nature based solutions 7.6

Orti sociali Gli orti sociali o comunitari sono formati da un insieme di appezzamenti di terreno urbano destinati alla coltivazione di piante orticole e hanno come fondamento l’agri coltura ecologica. Gli orti sono solitamente inseriti in aree urbane di proprietà privata o pubblica (spesso marginalizzate) che vengono concesse ai cittadini come spazio fisico per la coltivazione. Que ste soluzioni, oltre a rappresentare una risorsa alimentare per chi se ne prende cura, rappresentano anche luoghi per sviluppare nuove pratiche di sostenibilità urbana, per costruire nuovi rapporti sociali all’interno delle comunità e per recuperare valori agricoli e ambientali in aree forte mente Esistonoantropizzate.diversitipi di orticoltura urbana sulla base della disponibilità di acqua e suolo. L’orticoltura urbana può esse re raggruppata in: orticoltura intensiva utilizzando sistemi di coltivazioni intensivi; orti comunitari (qui i terreni sono messi a disposizione dal governo locale e tali terreni sono ulteriormente suddivisi in lotti) e micro o mini giardini che usano anche semplici sistemi fuori suolo per coltivare fiori, erbe, verdure, funghi, etc.

Il progetto, realizzato nella periferia di Parigi, nasce per creare unità di transizione ecologica nella città, gestite direttamente dai residenti. L’intervento include: orti comunitari, serra urbana, giardini educativi, pollai e altre strutture per l’autosostentamento come un negozio di semi, un bar, un laboratorio che ospita, tra gli altri, corsi di formazione sulla coltivazione idroponica, l’apicoltura, il compo staggio, il commercio dei prodotti attraverso le reti di distribuzione locali. Il complesso è dotato di sistemi di riciclo dell’acqua piovana e di produzione di energia solare.

101→→ produzione di cibo esempio .1 esempio .2 esempio .3

Berlino colletivo Prinzessinnengarten / Nomadisch 2009Grün

• Neukolln community garden

Città Metropolitana di Parigi AAA Atelier d’Architecture Autogerée 2016

La trasformazione delle abitudini culturali ha portato al progressivo abbandono di alcuni cimiteri nella città di Berlino. Il collettivo Prinzessinnengarten, già attivo nella rigene razione urbana attraverso la coltivazione, ha convertito parte del terreno del cimitero in un orto comunitario, destinato alla produzione agricola per il consumo locale. Un esempio curioso e virtuoso di ri-funzionalizzazione degli spazi della città.

• Prinzessinnengarten

• Agrocité, Gennevillers

Berlino colletivo Prinzessinnengarten 2019

Realizzato in un’area residuale della città di Berlino difesa dalla privatizzazione grazie al sostegno degli abitanti, il Prinzessinnegarten è un orto urbano comunitario che organizza e ospita attività di formazione e incontro. Le piante sono coltivate in vasche, in coerenza con il modello ispiratore del “giardino noma de”. Nel corso degli anni e grazie al successo dell’operazione, attorno all’orto comunitario si sono tenuti momenti di confronto pubblico sui temi della relazione tra uomo e natura, sulle possibilità future di agricoltura urbana, sulla resilienza delle città, sul consumo sostenibile. Il sostentamento del progetto è in parte dovuto alla vendita dell’eccedenza degli ortaggi e all’offerta di visite guidate e corsi.

Food Forest La Food Forest è una foresta che si compone principalmente di specie carat terizzate dalla produzione di frutti eduli. È un tipo di coltivazione che simula un ecosistema boschivo su più strati: erba ceo, arbustivo e arboreo. Mira ad imitare i processi caratteristici di un ecosistema a “bosco immaturo” ovve ro, mentre la foresta matura è dominata da grandi alberi che lasciano penetrare poca luce, un bosco immaturo è caratte rizzato da alberi di diversa dimensione, arbusti ed erbe. L’alternanza di zone om breggiate a zone più illuminate offre una varietà di nicchie ecologiche ad elevata produttività. Gli alberi da frutto si trovano al livello su periore, mentre al di sotto ci sono arbusti di bacche commestibili, piante perenni e annuali, per passare agli strati inferiori con produzioni di piccoli frutti selvatici fino ad arrivare alla produzione di tuberi e funghi.

102 → nature based solutions 7.7

I processi ed i cicli naturali mantengono la fertilità del terreno e la salute delle piante. In questo modo è possibile creare dei sistemi di produzione di cibo che richiedono molte meno risorse e manu tenzione di quelle correntemente richieste dall’agricoltura contribuendo inoltre al miglioramento del suolo e dell’habitat naturale. Inoltre, la Food Forest fornisce direttamente cibo ai cittadini, aumenta la biodiversità in ambiente urbano e contri buisce a creare un habitat adatto alla vita degli animali.

103→→ produzione di cibo esempio .1 • Beacon Food Forest È la più grande “Food Forest” dello stato di Washington e comprende un frutteto o “Bosco edibile”, un cespuglieto di frutti rossi, un’area di sosta sotto il noceto, un orto sociale, una piazza, un playground per i bambini, tutti aperti alla fruizione dei cittadini. BFF implementa la biodiversità e fornisce cibo fresco e sano alla città di Seattle. Il luogo è un riferimento per la comunità e organizza corsi di formazione sui temi dell’autoproduzione di cibo (piante e funghi) e della permacultura. Seattle (USA) 2009

104 ALLEGATI TECNICI DELLE NbS

• resistenza a parassiti di qualsiasi genere

105

• adattabilità alle condizioni e alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo

I suggerimenti progettuali sono tesi all’aumento e miglioramento della biodiversità, all’interno degli spazi urbani e nel loro sviluppo alla scala territoriale, a comportarne un’ampia gamma di benefici: dalla crescita della longevità dei sistemi naturali, alla loro capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, dallo stoccaggio di CO2 alla fornitura di spazi sociali e ricreativi per i cittadini.

L’utilizzo di questi allegati risulta perciò come un possibile sviluppo della tipologia di NbS da realizzare, in ambito urbano e alla scala dell'edificio, puntando a soddisfare alcuni requisiti comuni tra cui:

• assenza o limitata capacità allergenica

• assenza di caratteri specifici indesiderati, come frutti pesanti, velenosi, maleodoranti e fortemente imbrattanti, spine, elevata capacità pollonifera, radici pollonifere o forte tendenza a sviluppare radici superficiali

allegati tecnici

Le specie vegetali consigliate sono da intendersi come un’indicazione -non prescrittivache tiene conto di un insieme di fattori determinati e caratteristici della zona pratese.

Nelle schede di seguito verranno forniti degli approfondimenti delle NbS illustrate nel precedente capitolo, al fine di favorirne la comprensione dal punto di vista generale, funzionale ed ecologico.

Indicazioni generali In aggiunta ai benefici comunemente apportati dall'applicazione di questa NbS bisogna considerare che ogni specie è “specializzata” in una o più attività: • alberi da ombra • alberi per assorbimento di CO2 ed inqui nanti atmosferici • alberi per la mitigazione delle isole di calore Criterio funzionale La vegetazione modifica sensibilmente la radiazione solare attraverso i processi di riflessione, trasmissione e assorbimen to. Le chiome degli alberi intercettano la radiazione solare determinando una temperatura radiante delle superfici ombreggiate molto inferiore a quella delle superfici esposte alla radiazione diretta. La luce disponibile sotto la chioma degli alberi è composta da una quantità minima di radiazione diretta e inoltre da radia zione diffusa. Nel nostro sistema urbano la gestione delle acque di runoff è una continua sfida a causa della tendenza ad avere piogge sporadiche, ma intense, che sempre più spesso portano al sovraccari co della rete fognaria ed alle problemati che ad esso correlate. Gli alberi in questi termini possono costituire una risorsa perché riescono a ripartire il volume di pioggia tra le diverse componenti del ciclo idrologico: intercettazione attraverso la chioma, evapotraspirazione, aumento dell’infiltrazione nel suolo ed un allontana mento dell’acqua filtrata grazie ai cunicoli scavati dalle radici.

106 → nature based solutions

PIANTEDIDIMORAAMESSADI1.0/all_INTERVENTI

• Tiglio •

107→→ allegati tecnici NbS Criterio ecologico

Un importante contributo alla salute dell’uomo e dell’ambiente è dato dalla funzione che sta alla base del mondo ve getale: la fotosintesi clorofilliana. Questa permette la fissazione del carbonio sotto forma di biomassa, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera. Dal punto di vista biologico la quantità sequestrata dipende da molti fattori, in particolare dal tasso di crescita e dalla mortalità che per le alberature in zone residenziali è più elevato che nella foresta; di conseguenza le piante che più si prestano a questo tipo di funzione sono alberi longevi a rapido accrescimento. Parallelamente la vegeta zione rimuove gli inquinanti dall’atmosfera. Scelta delle specie vegetali alberi da ombra Noce Bagolaro Farnia Acero campestre alberi per assorbimento di CO2 ed inquinanti atmosferici Pioppo bianco Olmo Pino Acero alberi per la mitigazione delle isole di calore Pioppo nero Farnia Acero campestre

• Tiglio •

• Tiglio • Olmo •

Indicazioni generali Di seguito si riportano le caratteristiche principali ed i riferimenti necessari alla progettazione di alcune soluzioni finaliz zate al drenaggio urbano sostenibile tra cui aree filtranti e sistemi di bioretenzione, riferendoci al "The SuDs Manual" (Woods, Ballard et al. 2015). Altre soluzioni sono indagate nelle schede relative alle singole NbS. Le aree inerbite filtranti sono sistemi di drenaggio costituiti da corridoi inerbiti leggermente in pendenza, progettati per trattare il runoff provenienti dagli adiacenti elementi impermeabili per mezzo della sedimentazione, filtrazione e, ove possi bile, l’infiltrazione. Spesso costituiscono un pre-trattamento prima dei sistemi di bioretenzione, possono anche essere impiegati singolarmente. La pendenza varia tra 1-5%, pendenze superiori richie dono l’utilizzo di spargitori di livello per il controllo dell’erosione. Nel caso dei sistemi di bioretenzione lo spessore dello strato di immagazzina mento dell’acqua, finalizzato alla cattura del volume di acqua da trattare, rag giunge un massimo di 150-300 mm. La vegetazione ricopre un duplice ruolo: da un lato influenza l’efficienza del sistema assorbendo direttamente i contaminanti e rimuovendo i nutrienti dal terreno, dall’al tro riduce l’erosione dello strato superfi ciale e aiuta a mantenere la permeabilità del suolo. L ’elemento filtrante è compo sto principalmente da sabbia, materia organica e nutrienti a lento rilascio per una crescita sana della vegetazione. La profondità del presente strato mediamen te varia tra 750-1000 mm, ma può rag giungere un minimo di 400 mm, nel caso di interventi ridotti, per i quali è richiesta solo vegetazione bassa. Lo strato inferiore previene la perdita di materiale fine dallo strato di filtrazione a quello di drenaggio: può essere costituito da un geotessile

ACQUE

DELLEDEPURAZIONEE2.1/all_REGIMENTAZIONE

108 → nature based solutions

Scelta delle specie vegetali

• Ontano • Salice • Sambuco • Alisma plantago-aquatica • Butomus umbellatus • Phragmites australis • Scirpus lacustris lacustris • Typha latifolia • Typha angustifolia • Angelica sylvestris • Berula erecta • Centaurea jacea • Chamaerion angustifolium • Eupatorium cannabinum • Filipendula ulmaria • Galium palustre • Lathyrus pratensis • Lotus pedunculatus • Lythrum salicaria • Mentha aquatica • Myosotis scorpioides • Sparganium erectum • Thalictrum flavum • Valeriana officinalis

allegati tecnici NbS o da uno strato di terreno composto in funzione delle caratteristiche geotecniche. Infine viene posizionato lo strato di dre naggio, che colletta le acque provenienti dagli strati sovrastanti e le convoglia nelle tubature di allontanamento. Lo spessore dello strato dipende da una serie di fattori come il diametro delle condotte, , il livello degli scarichi etc. Di questa famiglia di interventi fanno par te, tra gli altri, i rain gardens, sistemi più piccoli e meno ingegnerizzati e spesso utilizzati in ambito privato e i box alberati filtranti. Criterio funzionale Questa tipologia di NbS è rappresentata da un insieme di interventi volti alla regi mazione delle acque in ambiente urbano attraverso approcci naturalistici. I SuDs comprendono diverse tipologie di inter venti il cui funzionamento nei confronti della riduzione del runoff è determinato sia dall’aumento della permeabilità del terreno che dall’intercettazione diretta o indiretta dell’acqua piovana per effetto della presenza di vegetazione. Criterio ecologico La letteratura identifica diverse tipologie di piante che possono essere utilizzate nella costruzione di queste strutture. La prima si basa sull’impiego di prati del tutto analoghi a quelli dei giardini. Una seconda tipologia si basa sull’impiego di arbusti o alberi spesso alternati a rocce per rallentare la velocità di scorrimento dell’acqua. Questo tipo di intervento è in genere molto efficace nella riduzione del runoff e riduce gli inquinanti delle acque di scorrimento tramite processi filtrazione/ depurazione. In alcune aree particolar

mente aride è possibile sostituire piante mesofite con delle xerofite. In climi parti colarmente piovosi è possibile realizzare delle vere e proprie wetlands (aree umi de) che svolgono la medesima funzione costituite per lo più da vegetazione igrofila (canne di palude, bambù ecc.).

109→→

Nonostante la capacità drenante propria di questi sistemi, è comunque consiglia bile accoppiarli con un sistema di troppo pieno, che convogli in un sistema fognario le acque in eccesso. Inoltre, qualora la prossimità della falda o delle fondazioni lo imponga, è possibile prevedere una impermeabilizzazione di fondo ed un sistema di dreni per l’allontanamento delle acque trattate. Poiché nel tempo le fes sure ed i pori potrebbero intasarsi, dimi nuendo così la capacità d’infiltrazione, si consiglia un fattore di riduzione della permeabilità pari a 10 sul lungo termine.

• le caratteristiche geologiche del terreno, con particolare attenzione alla sua perme abilità • una stima del volume di acqua immagaz zinabile nel terreno

Ulteriori specifiche e limiti sono riportati nel "The SuDs Manual" (Woods, Ballard et al. 2015). impianti di fitorimedio ad oggi la normativa che regola la bonifica di siti contaminati è il D.Lgs 152/2006 che introduce il fitorimedio come una delle possibili soluzioni. Tuttavia, tale soluzione non viene ulteriormente disciplinata con regolamenti specifici. All’articolo 242 comma 8 (cfr. allegato 3 Titolo V parte IV), infatti si fa riferimento ai criteri per la selezione e l’esecuzione degli interventi di bonifica, nonché per l’individuazione delle migliori tecniche di intervento a costi

110 → nature based solutions SULLEESUOLOSUL3.0/all_INTERVENTI IMPERMEABILISUPERFICI

Indicazioni generali pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo per realizzare corretta mente una pavimentazione, gli elementi da prendere in considerazione per un’a nalisi sono:

• il volume di traffico a cui la pavimenta zione sarà soggetta, che determinerà lo spessore minimo dei vari strati compo nenti la pavimentazione.

• computo metrico estimativo Elementi essenziali del Progetto Esecutivo saranno modalità, impatti, tempi e costi di: prove pilota • preparazione dell’area e impianto

• privilegiare le tecniche di bonifica che riducono permanentemente e significati vamente la concentrazione nelle diverse matrici ambientali, gli effetti tossici e la mobilità delle sostanze inquinanti

• ripristino e restituzione Fondamentali inoltre come per ogni altra tecnica: • protocolli e calendari di monitoraggi e verifiche d’efficacia

• privilegiare le tecniche di bonifica ten denti a trattare e riutilizzare il suolo nel sito, trattamento in-situ ed on-site del suolo contaminato, con conseguente riduzione dei rischi derivanti dal trasporto e messa a discarica di terreno inquinato

Una volta selezionate le specie vegetali più adatte al trattamento e stabilite le con dizioni ottimali di crescita tramite espe rimenti di microcosmo in laboratorio, si procede all’allestimento di impianti pilota. Queste prove hanno lo scopo di simulare i fenomeni che avvengono in campo, osservare i meccanismi di trasferimen to e valutare contemporaneamente gli effetti ambientali collaterali al processo di assorbimento. Completata la fase pilota in serra è possibile applicare la tecnologia in pieno campo, avendo cura di considerare le variabili aggiuntive che possono influire sull’efficienza del processo di fitorimedio quali, ad esempio, quelle meteorologiche (“Phytoremediation: metodologie, parame tri e protocollo d’applicazione – A.P.A.T”).

• evitare ogni rischio aggiuntivo a quello esistente di inquinamento dell’aria, delle acque sotterranee e superficiali, del suolo e sottosuolo, nonché ogni inconveniente derivante da rumori e odori

• pratiche manutentive tradizionali e ge stionali specifiche

• evitare ogni possibile peggioramento dell’ambiente e del paesaggio dovuto dalle opere da realizzare Quindi, sebbene l’attuale contesto norma tivo non richiami esplicitamente le tecni che di fitorimedio, queste rispondono ai requisiti tecnici generali richiamati nell’Al legato 3. Appurato che la concentrazione dell’inquinante supera la Concentrazioni di Soglia degli Inquinanti (CSC), si deve procedere alla caratterizzazione del sito, per avere una ricostruzione dei fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali presenti. Gli elementi essenzia li da includere nella caratterizzazione per poter valutare e progettare un intervento con fitorimedio sono: analisi della vegetazione presente sul sito: la presenza di piante è di per sé indi ce di una contaminazione non fitotossica inquadramento climatico: fondamentale per selezionare le specie e definire le strategie colturali più adatte valutazione della vegetazione potenziale e del contesto ambientale valutazione delle caratteristiche agrono miche dei terreni Elementi essenziali del Progetto Prelimi nare: inquadramento cartografico, geologico, idrogeologico diagnosi stazionale selezione delle specie e della tipologia d’impianto, in funzione del punto prece dente e degli obiettivi del progetto • piano di coltura eventuale dismissione

111→→ allegati tecnici NbS sostenibili consultabile dal dipartimento delle politiche europee tecnicipoliticheeuropee.gov.it/)(https://www.alcunitraicriterigeneralisono:

112 → nature based solutions

Criterio funzionale pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo prevedono l’impiego di piante, normalmente erbacee perenni, per la realizzazione di superfici calpestabili. La maggior parte di esse è utilizzata per la realizzazione di parcheggi in alternativa all’asfalto. Esse non sostituiscono in toto l’impiego di elementi in materiale inerte (testate e tozzetti) ma ne integrano la struttura apportando molti benefici. Nelle versioni più diffuse, la vegetazione è ospitata in intercapedini ricavate all’inter no delle testate e va a costituire fino al 5060% della superficie della pavimentazio ne. I criteri funzionali alla base di queste NbS sono rappresentati da taglia ridotta (specie erbacee), perennità e resistenza alle alte temperature. impianti di fitorimedio la funzione di tali impianti è quella di migliorare la qualità chimico-fisica di substrati (in genere suoli) contaminati da inquinanti di tipo organico o inorganico. Esso include una vasta gamma di tecniche la cui classificazione è fatta contemporaneamente sia in base alle strategie che le piante utilizzano per compiere il lavoro di depurazione sia alla natura stessa del contaminante. Gli inter venti più comuni sono rappresentati dalla fitoestrazione e dalla fitodegradazione. Si parla di fitoestrazione quando la pianta attraverso vari meccanismi è in grado assorbite certi contaminanti dal suolo (es. metalli pesanti) e di trasferirli alle parti aeree (fusto, foglie etc.); la raccolta di tali parti permette di ridurre gradualmente (soprattutto dopo diversi cicli di raccolta ripetuti negli anni) i livelli di questi compo sti nel suolo. La fito-degradazione è inve ce una tecnica che si adatta bene a certi contaminanti di origine organica contenuti nel suolo, spesso sottoprodotti di prece denti attività industriali. Questi composti altamente tossici sono persistenti e diffi cilmente degradabili. I più comuni sono i policlorobifenili (PCBs), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), e altri sottopro dotti dell’attività petrolchimica. In questo caso è importante scegliere vegetali in grado di favorire la degradazione di questi composti in molecole meno persi stenti e pericolose per la salute umana e per l’ambiente. Le radici di alcune piante presentano la capacità di secernere alcu ne sostanze (essudati radicali) in grado di favorire la degradazione di queste sostan ze. Le piante scelte per la realizzazione di questi interventi devono quindi presentare caratteristiche di tolleranza all’inquinante presente e congiuntamente manifestare un’azione (assorbimento o degradazione) attiva di rimozione dello stesso. Queste due funzioni possono essere presenti in un elevato numero di vegetali.

Criterio ecologico pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo nella scelta delle specie da utilizzare per la realizzazione delle pavimentazioni verdi valgono le consuete raccomandazioni di impiegare specie che meglio si adattano al contesto pedologico e climatico della zona. Particolare atten zione deve essere prestata nella valuta zione della disponibilità di acqua. Una strategia attuabile per ridurre la necessità di irrigare consiste nell’utilizzare specie e cultivar resistenti alla siccità. impianti di fitorimedio dal punto di vista ecologico, le specie utilizzate devono es sere estremamente adattabili al contesto climatico e pedologico dell’area.

• per i climi più freschi e temperati e in presenza di un regolare approvvigio namento idrico, comuni graminacee da prato (Lolium, Festuca, ecc.)

Scelta delle specie vegetali pavimentazioni verdi e demineralizzazione del suolo sulla base delle consi derazioni menzionate, tra le specie che maggiormente si impiegano nella realizza zione di queste NbS si trovano:

113→→ allegati tecnici NbS

• in zone più calde o in zone in cui non è possibile assicurare un regolare apporto idrico, specie con maggiore resistenza alla siccità (Herinaria, Paspalum, Zoysia) impianti di fitorimedio Le specie impie gate variano a seconda della tipologia di intervento. Per la fitoestrazione di metalli pesanti si può ricorrere a due tipologie di piante: la prima è rappresentata dalle specie iper-accumulatrici, sono in genere originarie di ambienti di per sé già ricchi di metalli pesanti, come le rocce serpen tine. Le piante del genere Thlaspis o, ad esempio, quelle appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae sono riconosciute per la loro grande affinità con lo zinco, il cadmio e il nickel. La senape (Brassica juncea L. Czern.) è spesso utilizzata per l’estrazione del piombo e del rame. Su lato opposto si collocano le cosiddette piante a rapido accrescimento. Trattasi in questo caso di specie arboree contrad distinte da alcuni caratteri eco-fisiologici peculiari tra cui spiccano la rapidità di crescita, la facilità di propagazione, la presenza di apparati radicali fitti e densi nonché la possibilità di essere gestite a ceduo. Queste piante includono specie presenti in climi temperati quali il salice (Salix spp) e il pioppo (Populus spp) ma anche specie adatte a climi più caldi per esempio gli eucalipti (Eucalyptus spp.).

Nel caso degli interventi di fitodegradazio ne le specie consigliate sono rappresen tate da piante arboree, quali il pioppo, o erbacee, quali il mais o l’erba medica, e alcune graminacee.

• i living walls sono composti da strutture prefabbricate che permettono una coltiva zione su substrato o idroponica Criterio funzionale Il rivestimento con essenze vegetali della facciata esterna di una costruzione può essere effettuato attraverso diver si approcci. Le pareti verdi assolvono contemporaneamente funzioni di isola mento termico, depurazione dell’aria, proteggono l’edificio dalla corrosione e ne esaltano le qualità estetiche. La parete verde può essere giustapposta alla parete perimetrale dell’edificio oppure integrata all’involucro architettonico dello stesso. Nel primo caso (facciate verdi) si fa uso di vegetali radicati a terra e rampicanti che si sviluppano su reti o cavi in acciaio inos sidabile ancorate alla facciata attraverso particolari distanziatori. Nel secondo caso (living walls) il sistema è costituito da pan nelli in polietilene, suddivisi al loro interno in celle nelle quali va sistemato il substra to di coltivazione e le piante. Un esempio di ancoraggio alla facciata può avvenire fissando al muro tramite viti e una serie di bande metalliche disposte in successio ne. Ciascun pannello consente una facile circolazione del flusso dell’acqua al suo

114 → nature based solutions

Con il termine “Pareti Verdi” si intendono superfici verticali vegetate, che si distin guono in facciate verdi e living walls, la cui differenza fondamentale è la moda lità con cui le piante sono ancorate alla struttura:

VERTICALEVERDEDI4.0/all_INTERVENTI Indicazioni generali

• nelle facciate verdi le piante rampicanti sono messe a dimora direttamente nel terreno e possono essere o meno asso ciate a strutture di supporto come cavi o reti; inoltre si può prevedere una crescita dal basso verso l’alto (“in arrampicata”) o viceversa (“in cascata”).

115→→ allegati tecnici NbS interno senza trasportare via il terriccio di coltivazione. Questa modalità di inver dimento è adatta anche per rivestimenti discontinui della facciata, caratterizzando l’aspetto dell’edificio con l’alternanza di fasce orizzontali o verticali verdi con parti scoperte dell’involucro. Ovviamente le specie vegetali proponibili nel primo caso sono rappresentate come ricordato da rampicanti decidue o sempreverdi mentre quelle impiegate in sistemi a celle sono perenni di taglia ridotta. Criterio ecologico Per questa NbS i criteri ecologici più importanti sono rappresentati dalla re sistenza agli sbalzi termici e all’aridità. Sfortunatamente poche piante presentano questi caratteri e contemporaneamente quelli funzionali richiesti per il funziona mento della tecnica. Comunque sono da preferirsi piante che vengono già utilizzate in zona per scopi ornamentali che hanno dimostrato un buon livello di adattamento all’ambiente. Scelta delle specie vegetali facciate verdi • Jasminum officinale “Aureum” • Trachelospermum jasminoides • Akebia quinata • Wisteria floribunda • Parthenocissus quinquefolia • Parthenocissus tricuspidata living wall • Ajuga reptans • Liriope muscari • Sedum acre • Sedum album • Sedum reflexum • Sedum sarmentosum • Sedum Sexangulare • Sedum spurium • Delosperma nubigenum

EDIFICIDEGLI

La presente norma individua i seguenti agenti interferenti sul sistema di copertu ra: idrici biologici chimici • carichi permanenti e variabili termici (da costruzione e manutenzione) radiativi Mentre tra i principali requisiti richiesti agli strati delle coperture ci sono: capacità drenante capacità agronomica capacità di aerazione capacità di accumulo idrico livello di manutenzione della vegetazione resistenza agli attacchi biologici capacità agronomica

Indicazioni generali Si fa riferimento alla norma UNI 11235:2007: Istruzioni per la progettazio ne, l’esecuzione, il controllo e la manuten zione di coperture a verde e successivi aggiornamenti istruzioni per la progettazione

ORIZZONTALIELEMENTISUGLI5.0/all_INTERVENTI

116 → nature based solutions

Si intente l’attitudine di un sistema e/o di un suo componente a favorire e mantene re nel tempo le condizioni agronomiche necessarie al corretto sviluppo della vegetazione in funzione del contesto per garantire un’adeguata capacità agrono mica è necessario analizzare il contesto climatico e quindi verificare lo spessore dello strato colturale, il contenuto di mate ria organica e la ritenzione idrica capacità drenante E’ necessario garantire un rapido ed effi

In funzione della tipologia di copertura verde scelta, viene individuato il relativo impegno manutentivo a partire da 3-4 ore/ anno per interventi estensivi a minima manutenzione, fino a 30 ore/anno per interventi intensivi ad alta manutenzione. resistenza agli attacchi biologici

• definendo l’evapotraspirazione potenzia le giornaliera per la vegetazione desidera ta nelle condizioni climatiche previste

• definendo l’apporto idrico di irrigazione previsto livello di manutenzione della vegeta zione

117→→ allegati tecnici NbS cace drenaggio, attraverso un’adeguata permeabilità verticale, ed un allontana mento delle acque in eccesso. La perme abilità viene determinata secondo la UNI EN 1097-6. L’elemento drenante deve essere prescelto in funzione delle sue prestazioni delle esigenze progettuali. La capacità drenante necessaria è definita sulla base della morfologia della coper tura, posizione degli scarichi, intensità di pioggia critica considerata a progetto e coefficiente di afflusso della copertura. capacità di accumulo idrico Il requisito principale richiesto è di accu mulare acqua durante le precipitazioni meteoriche o le irrigazioni e cederla suc cessivamente, durante i periodi di neces sità. Per definire tale capacità, la proget tazione del sistema a verde avviene:

Si rimanda alla UNI EN 13948 ed UNI EN ISO 846 progettazione della copertura e degli strati Il sub-sistema edilizio è composto da ele menti sempre presenti (elementi primari) e da strati secondari ed impianti che posso no essere introdotti a seconda di partico lari contesti e finalità. Di seguito un elenco degli elementi primari e secondari nella composizione di una copertura verde. Elementi primari: elemento portante • elemento di protezione meccanica elemento filtrante elemento di tenuta elemento drenante strato colturale elemento di protezione all’azione delle radici elemento di accumulo idrico strato di vegetazione Elementi primari: strato di barriera al vapore strato di pendenza strato di continuità strato di separazione/scorrimento strato antierosione strato di schermo al vapore strato di regolarizzazione strato di diffusione delle pressioni di vapore strato di protezione meccanica strato termoisolante strato di imprimitura strato di irrigidimento o ripartizione dei carichi strato di zavorramento Di seguito si elencano le caratteristiche principali ed i riferimenti per la progetta zione degli elementi primari; ulteriori spe cifiche ed approfondimenti sono presenti nella normativa.

• individuando un sistema che possa ac cumulare un volume di acqua disponibile tale da garantire alla vegetazione un’auto nomia adeguata all’evapotraspirazione ed al piano di gestione previsto

• progettazione elemento di tenuta (§ 5.5.4.): Il Prospetto 5 UNI 11235 fornisce indicazioni riguardo le caratteristiche degli elementi di tenuta, da considerare complementarmente alle più importanti caratteristiche che devono essere valu tate nella progettazione. Tra le soluzioni maggiormente impiegate si trovano le membrane bituminose, le membrane sintetiche, la compartimentazione del sistema di tenuta.

• progettazione dell’elemento di protezio ne dall’azione delle radici (§ 5.5.5): La protezione può pervenire a mezzo di una barriera meccanica o chimica, ma in en trambi i casi è essenziale in fase di messa in opera, garantire una perfetta continuità del manto impermeabile e quindi della barriera stessa. Nel Prospetto 6 sono riportate le caratteristiche principali che una barriera deve avere con relativa nor ma di riferimento. Anche in questo caso le soluzioni che si posso adottare preve dono l’utilizzo di membrane bituminose o membrane poliolefiniche.

• progettazione dello strato di protezione meccanica (§ 5.5.6): La caratteristica principale richiesta a questo elemento è la capacità di resistere all’azione di carichi statici o dinamici sia durante la fase di installazione, sia durante la vita utile.

• progettazione dell’elemento drenante (§ 5.5.7): Il presente elemento ha la finalità di garantire il drenaggio delle acque meteoriche e di irrigazione, sia nella zona corrente che in zone localizzate della copertura. Per perseguire tale fine ven gono utilizzati aggregati granulari (natu rali o artificiali) od elementi prefabbricati (geosintetici). Pendenze minime oscillano fra 1-2%. Nel caso di utilizzo di aggregati granulari, la normativa riporta riferimenti prestazionali in termini di permeabili tàresistenza al gelo, pH= 6.5-8.0 per tetti estensivi e pH= 5.5-8.0 per tetti intensivi e conducibilità termica: <50 mS/m per tetti estensivi e <40 mS/m per tetti intensivi.

• progettazione dello strato colturale (§ 5.5.12): il requisito assoluto è il controllo della capacità agronomica e le specifiche

• progettazione dell’accumulo idrico (§ 5.5.8): Il requisito richiesto è quello di accumulare acqua durante gli venti meteorici o l’irrigazione e di cederlo successivamente durante i periodi neces sari. La capacità di accumulo dipende dal contesto climatico e dalla vegetazione scelta. Similarmente allo strato drenante, anche in questo caso le soluzioni adottate prevedono l’inserimento di aggregati gra nulari o elementi prefabbricati. È sempre necessario garantire che nell’elemento di accumulo idrico vi sia almeno il 60% di aria libera di passare dallo strato drenante a quello colturale, ed inoltre per ovviare al deterioramento dell’apparato radicale, lo spessore tra pelo libero dell’acqua e lo strato filtrante sia almeno di 1 cm.

• progettazione dell’elemento filtrante (§ 5.5.9): questo strato ha il compito di mantenere la funzionalità dello strato di drenaggio, attraverso la filtrazione delle particelle fini che potrebbero pervenire dallo strato colturale. Le tipologie corren temente utilizzate sono aggregati granula ri ( permeabilità > 0.3 cm/s) e geosistetici.

118 → nature based solutions • strato di imprimitura • strato di irrigidimento o ripartizione dei carichi • strato di zavorramento Di seguito si elencano le caratteristiche principali e i riferimenti per la progettazio ne degli elementi primari; ulteriori speci fiche ed approfondimenti sono presenti nella normativa: • progettazione elemento portante (§ 5.5.2): è necessario individuare in manie ra corretta il carico permanente che deve essere valutato in relazione ai materiali componenti i singoli strati e componenti saturi di acqua. Per la progettazione si rimanda alla normativa tecnica, locale e regionale di riferimento.

Scelta delle specie vegetali • Aglio rotondo • Alisso • Cartamo • Acino invernale • Garofanino frangiato • Draba primaverile • Euforbia cipressina • Eliantemo maggiore • Iris • Piumino • Lino • Lobularia • Garofanina annuale • Psillio • Sedum • Silene

119→→ allegati tecnici NbS dipendono dalla tipologia di vegetazione scelta, le caratteristiche della copertura, il contesto climatico e dall’irrigazione.

Criterio funzionale Per una copertura verde estensiva la scelta delle piante da utilizzare è di vitale importanza. I criteri che guidano l’indi viduazione delle specie da utilizzare si basano su considerazioni morfologiche, eco-fisiologiche e di manutenzione. Nel caso di un tetto verde di tipo intensivo, i criteri funzionali che guidano la scelta del le piante scaturiscono dalla destinazione di uso attribuita all’intervento stesso: sarà data priorità alle specie ornamentali nel caso in cui la funzione estetico-ricreativa sia quella dominante, oppure nell’ambito di specie a destinazione alimentare (orti ve, frutti di bosco, piccoli arbusti, ecc.), se la copertura assolve funzioni alimenta ri, educative o ludiche.

Criterio ecologico • Nella Toscana settentrionale, la biodiver sità delle cenosi vegetali è molto ricca e i numerosi habitat naturali presentano più o meno le stesse caratteristiche ecologiche di un tetto verde estensivo. Da un punto di vista ecologico la scelta di specie appar tenenti a questi habitat potrebbe risultare il miglior compromesso data l’elevata adattabilità di specie locali nel contesto di un progetto di questo tipo. Le specie proposte per la realizzazione di un tetto verde intensivo, devono essere adatta bili alle condizioni agro-pedo-climatiche della zona. Sono da prediligere le colture di facile manutenzione a basso impatto ambientale e di taglia ridotta per evitare danni causati dal vento.

INDOORAMBIENTEINPIANTEDI6.0/all_UTILIZZO

• “non-low polluted building” La portata di aria da introdurre (che sia con ventilazione meccanica, naturale od ibrida) per garantire l’IAQ richiesta è stimata in base a uno dei seguenti metodi:

• metodo basato sulla qualità dell’aria percepita: il flusso d’aria totale richiesto è una funzione del numero di persone e dell’area attraverso valori predefiniti as

• “very-low polluted building”

Indicazioni generali Norma UNI EN 16798: Prestazione energetica degli edifici - Ventilazione per gli edifici articolata in 18 moduli. Di particolare interesse sono UNI EN 167981:2019 e UNI CEN/TR 16798-2:2019 che illustrano i metodi di calcolo dei valori di input che stanno alla base della richiesta della portata per la ventilazione, senza specifici riferimenti alla filtrazione botani ca. Questa normativa specifica illustra i requisiti ambientali interni (temperatura, umidità, qualità dell’aria, luce ed acustica) utili per la progettazione di edifici e calcoli per le prestazioni energetiche. Vengono introdotte quattro categorie di qualità dell’ambiente interno, IEQ, (già presenti nella precedente UNI EN 15251) in base alle quali vengono attribuiti i valori prede finiti che costituiscono i valori di input per la progettazione. L’IAQ (indoor air quality) come prima strategia deve essere con trollata attraverso la scelta dei materiali da costruzione, attività e prodotti per la manutenzione ed arredamento, e succes sivamente attraverso la ventilazione e le possibili tecnologie di filtrazione e/o puli zia dell’aria; questa varietà di possibilità per la gestione e il raggiungimento della qualità dell’aria desiderata rappresenta un passo in avanti rispetto alla UNI EN 15251, che prevedeva la sola ventilazio ne. La normativa prevede la classificazio ne dell’edificio in 3 categorie:

• “low-polluted building”

120 → nature based solutions

• metodo basato su flussi d’aria predefiniti: espresso in base alle persone o all’area (cfr. allegato B.3 per i parametri predefi Èniti).richiesta una ventilazione minima anche in periodi di non occupazione per evitare l’accumulo di contaminanti. Nel caso di edifici residenziali le portate d’aria devono essere specificate come scambio di aria/h per ogni stanza o fornitura di aria esterna per persona. La norma definisce anche un flusso d’aria minimo anche per periodi di non occupazione degli spazi.

allegati tecnici NbS segnati in base alla categoria (I-IV) della IAQ desiderata e al tipo di edificio (vedi Tab.2 della normativa di riferimento)

• Chamadorea • Calathea • Aglaonema • Aspidistra • Philodendron monstera • Philodendron squamiferum • Strelitzia reginae • Strelitzia Nicolai • Dieffenbachia • Ficus lyrata • Musa • Howea forsteriana • Ficus ‘Alii’ • Rhipsalis • Platyceriu

• metodo con riferimento alla concentra zione limite di sostanze inquinanti: la con centrazione limite è definita come CO2, presa come indicatore della presenza umana, secondo la categoria IAQ deside rata. Se necessario altre sostanze inqui nanti possono essere considerate e in questo caso la portata di progetto sarà la maggiore tra quelle calcolate per i singoli inquinanti. Le ulteriori richieste sono che la concentrazione della sostanza nell’aria esterna sia inferiore a quella interna e l’identificazione dei principali inquinanti e il loro flusso di emissione.

121→→

Criterio funzionale Il principio di funzionamento di questa NbS è basato sulla capacità delle piante di catturare molecole inquinanti presenti nell’aria e degradarle coadiuvate spesso dall’azione dei microorganismi che vivono attorno alle radici. La depurazione è in questo caso data dall’azione congiunta pianta-suolo-microrganismi. Esistono due meccanismi possibili: la filtrazione passiva e attiva. Quella passiva è esercitata da piante esposte al contaminante presente in atmosfera, la filtrazione attiva è quella esercitata dal sistema pianta-suolo-mi crorganismi nei confronti di inquinanti presenti in un flusso di aria che attraversa il filtro sotto l’azione di una pressione esterna. I sistemi più efficienti nella rimo zione degli inquinanti presenti nell’aria indoor sono rappresentati da quelli attivi, perché in grado di trattare attraverso il ricircolo elevati volumi di aria. Criterio ecologico Dal punto di vista ecologico, le specie utilizzabili devono essere in grado di sopravvivere in ambienti indoor spesso caratterizzati da limitata disponibilità di luce. Le piante di origine tropicale si adat tano molto bene a questi ambienti. Scelta delle specie vegetali Asplenium

• nei sistemi idroponici gli apparati ra dicali delle piante vivono in assenza di un substrato solido, immerse in maniera più o meno continuativa in una soluzione nutritiva (o comunque a stretto contatto con essa) per buona parte del ciclo produttivo. Questa tipologia di coltiva zione permette di ridurre i consumi idrici, di ottimizzare l’uso di soluzioni nutritive e di migliorare quali-quantitativamente il raccolto. rooftop farm permettono la coltivazione di verdure e piante aromatiche a km0, azzerando i consumi legati al trasporto e prediligendo tecniche di coltivazione eco sostenibili e biologiche. La presenza di una rooftop farm è vantaggiosa anche per l’immobile, in termini estetici e ambientali, e anche dal punto di vista della soddisfa zione degli abitanti, che possono trovare

122 → nature based solutions

CIBODI7.0/all_PRODUZIONE

Indicazioni generali sistemi di coltivazione intensivi come le serre climate-smart funzionano indi pendentemente dal tipo di suolo su cui vengono insediate e possono essere facilmente integrate all’interno degli spazi urbani. Alcuni dei sistemi maggiormente impiegati nelle serre climate-smart preve dono il substrato o l’idroponica: • nel primo caso, i substrati comunemen te utilizzati sono: torba, fibra di cocco, sabbia, ghiaia, pomice, lapillo, perlite, argilla espansa, vermiculite, lana di roccia e molti altri. Tutti questi substrati svolgono le funzioni tipiche del terreno, quali anco raggio, areazione dell’apparato radicale e volàno termico; da essi la pianta assorbe anche i nutrienti disciolti nella soluzione nutritiva che viene somministrata attra verso i gocciolatori o la subirrigazione, quando si tratta di coltivazioni in vaso, oppure tramite gocciolatori normali a ciclo chiuso o a ciclo aperto per tutti gli altri tipi di coltivazione.

Inoltre si può prevedere l’installazione di sistemi di monitoraggio aria ed acqua, utili alla valutazione dell’andamento della concentrazione degli inquinanti target. Da un punto di vista prestazionale, la presen za di terreno per le colture garantisce un maggiore coefficiente di assorbimento acustico ed un maggior comfort termico rispetto ad una equivalente pavimentazio ne artificiale. food forest al pari della struttura di un bosco la food forest si articola su più stra ti, ovvero erbaceo, arbustivo e arboreo, dove però ciascuno di tali strati è dedica to alla produzione di cibo. Criterio funzionale sistemi di coltivazione intensivi le caratteristiche delle serre climate-smart sono l’elevata produttività per unità di superficie e l’estrema sostenibilità delle produzioni. Si tratta di soluzioni particolar mente efficienti per la produzione agricola in aree urbane, capaci di generare un’en trata economica per gli abitanti del quar tiere, che possono essere coinvolti, oltre che nel consumo, nella produzione, nella raccolta e nel commercio degli ortaggi e dei frutti. rooftop farm la creazione di orti sulle su perfici di copertura degli edifici permette di valorizzare spazi spesso inutilizzati, e la loro conversione in sistemi produttivi può apportare numerosi vantaggi. Nella scelte delle piante, è da prediligere la funzione produttiva, anche se in alcuni casi altri fattori (estetici) possono assumere una certa importanza. Le specie selezionate dovrebbero presentare uno sviluppo ver ticale abbastanza contenuto per evitare problemi di stabilità determinati dalla frequente ventosità presente sui tetti. orti sociali la funzione produttiva è quella preminente anche se ad essa si possono accompagnare altri benefici di ordine so ciale e ambientale. La scelta delle specie da utilizzare è quindi legata alla possibilità di realizzare produzioni agricole di pregio e ad alto valore alimentare. food forest è una forma di permacoltura la cui funzione prioritaria è rappresentata dalla produzione di cibo. Da un punto di vista strutturale essa è caratterizzata dalla presenza di uno strato boschivo dominante che costituisce un ecosistema agro-forestale ispirato alla natura e ritenu to ecologicamente stabile. Criterio ecologico sistemi di coltivazione intensivi Il principale criterio che guida la realizzazio ne di sistemi di coltivazione in ambiente urbano è rappresentato dalla sostenibilità

123→→ allegati tecnici NbS nelle attività di coltivazione collettiva delle occasioni per instaurare e consolidare le proprie relazioni

orti sociali la coltivazione diretta di cibo oltre ad essere benefica da un punto di vista alimentare, comporta una mag giore conoscenza e consapevolezza della stagionalità degli alimenti, nonché benefici psicologici e sociali connessi alla lavorazione comunitaria del terreno.

La realizzazione di orti, così come la presenza di altro tipo di piante, permette il controllo spazio-temporale delle acque piovane; infatti, tramite l’assorbimento dell’acqua da parte del terreno e delle radici, si ha una riduzione delle acque superficiali ed una conseguente diminu zione della portata di picco nel sistema fognario, causa di eventuali tracimazioni.

rooftop farm le specie proposte per la realizzazione di rooftop farms dovrebbero presentare elevata adattabilità alle condi zioni climatiche della zona e presentare inoltre scarse esigenze in termini di cure colturali. orti sociali le specie proposte, oltre a dover presentare elevata adattabilità alle condizioni agro-pedo-climatiche della zona, devono essere facilmente gestite attraverso itinerari produttivi basati sull’im pego di pratiche a basso impatto ambien tale. food forest è un intervento di tipo agro-selvicolturale caratterizzato di per sé da elevata biodiversità e stabilità ecologi ca. Risulta quindi fondamentale in sede di realizzazione proporre un elevato numero di specie facilmente adattabili al contesto agro-pedo-climatico che offrano al con tempo produzioni alimentari di pregio. In genere i tre strati che costituiscono la food forest sono costituiti da specie diverse. specie vegetali sistemi di coltivazione intensivi

Scelta delle

Su substrato • Pomodoro • Melanzana • Peperone • Cetriolo Idroponica • Basilico • Lattuga rooftop farm Ciclo Primaverile-Estivo • Lattuga • Ravanello • Bietola • Cipolle/Aglio • Zucca • Sedano • Pomodoro • Melanzana • Zucchina • Prezzemolo • Basilico Autunno-Vernine • Cavolo/cavolfiore • Rapa • Spinacio Officinali • Salvia • Rosmarino • Maggiorana • Pepolino • Dragoncello • Santoreggia orti sociali Ciclo Primaverile-Estivo

124 → nature based solutions ambientale. La scelta della soluzione adottata dovrebbe infatti essere influen zata, oltre dalle normali considerazioni tecnico-economiche di fattibilità, anche da considerazioni legate all’impatto della stessa sulle risorse ambientali. Si dovrebbero quindi favorire tecniche di coltivazione in grado di razionalizzare tutti i fattori della produzione (input energetici, acqua, fertilizzanti) ricorrendo a sistemi di coltivazione fuori suolo e a fonti di energia rinnovabili (es. solare, fotovoltaico).

125→→ allegati tecnici NbS • Lattuga • Ravanello • Bietola • Fave • Cipolla/Aglio • Zucca • Sedano • Pomodoro • Melanzana • Zucchina • Prezzemolo • Basilico Autunno-Vernine • Cavolo/cavolfiore • Cardo • Rape • Spinacio • Porro • Radicchio • Asparago • Finocchio Officinali • Salvia • Rosmarino • Maggiorana • Pepolino • Dragoncello • Santoreggia food forest Strato arboreo • Noce • Ciliegio • Gelso • Meli innestati • Acero • Frassino Strato arbustivo • Albicocco • Pesco • Pero • Cotogno • Susino • Caco • Melograno • Fico Strato basale • Lampone • Ribes • Uva spina Ortaggi perenni • Fave • Ceci • Piselli • Bietole • Girasoli

126 CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE NbS

127

introduzione

Per affrontare le sfide della società contemporanea sono necessarie soluzioni che vadano a beneficio sia del benessere umano che della biodiversità. In particolar modo quando si affrontano i temi della sicurezza alimentare, della preservazione della risorsa idrica, dello sviluppo economico e sociale, della salute umana, della riduzione del rischio di catastrofi o della lotta al cambiamento climatico, le soluzioni basate sulla natura (NbS) offrono un approccio che può essere sia sostenibile sia offrire molteplici benefici alle persone ed alla natura. Tuttavia, nonostante i recenti progressi nella diffusione di NbS, la definizione di criteri e linee guida per l’implementazione delle NbS risulta ancora troppo strettamente correlata al contesto locale. Da qui nasce la volontà di tutte le parti coinvolte, cittadini e amministrazione, di unificare e identificare linee guida che regolino la pianificazione, la valutazione e il conseguente monitoraggio delle azioni svolte. Avere delle linee guida aiuta nel tempo a perfezionare la metodologia di intervento: si riescono a valutare le diverse tipologie di impatto che una soluzione può avere in un diverso ambito rispetto ad un altro con le dirette conseguenze in ambito sociale, ambientale ed economico, tenendo conto dunque, in termini di fattibilità, di avere la possibilità di valutare aspetti quali solidità e sostenibilità di un determinato progetto. Da un punto di vista d’insieme il grado di efficienza delle NbS viene valutato in base alle loro abilità di risoluzione di un determinato problema, entro i campi d’azione in cui operano, a diverse scale e nel perdurarsi del tempo con una grande interazione tra dinamiche quali esigenza, vantaggio e beneficio sui cittadini.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha definito un framework al fine di creare una visione comune nei confronti delle NbS attraverso l’elaborazione di uno Standard globale per la progettazione e la verifica delle soluzioni basate sulla natura.

128 → criteri di valutazione

In questa sezione del documento, mantenendo saldi i riferimenti ai principi globali stilati dall’IUCN e analizzando le esperienze fatte in vari contesti internazionali, si è arrivati alla definizione di criteri di valutazione degli interventi dove specificamente si ricorre all’uso di specie vegetali, qui denominati come “Nature-based Solutions (NbS)”. I criteri si suddividono in due grandi categorie: la prima riguarda tutti i possibili benefici delle NbS nei confronti degli esseri umani e dell’ambiente; la seconda tiene in considerazione i possibili impatti che ogni singola NbS può generare, valutandone quindi la sostenibilità sia economica che ambientale della stessa.

Obiettivo dello Standard è quello di aumentare la domanda di NbS, portando così un cambiamento positivo e sostenibile. Per integrare le NbS, sono necessari un linguaggio e un quadro comune per riunire i partner intorno a tali sfide che coinvolgono tutti gli ambiti. L’IUCN ha suggerito alcuni principi che comprendono il fulcro di questo concetto, evidenziano il ruolo della NbS nell’affrontare le sfide globali: questi principi comprendono l’efficienza in termini di costi, l’impiego di finanziamenti pubblici e privati, la facilità di comunicazione, e la replicabilità delle soluzioni.

Di seguito verranno illustrati alcuni lavori ed esperienze internazionali che hanno fornito la base di partenza per l’elaborazione dei criteri di valutazione delle NbS prese in esame in questo documento, tenendo ben presente che l’ambito di applicazione di questi criteri riguarda il contesto specifico della scala di edificio.

Di fondamentale importanza nel raggiungimento di tale obiettivo è l’impegno a migliorare la funzionalità dell’ecosistema, promuovere lo sviluppo dei biotopi e allo stesso tempo mantenere il corrente uso e sviluppo del territorio. Il BAF quindi, contribuisce a standardizzare e a raggiungere in termini concreti, i seguenti obiettivi di qualità ambientale: la salvaguardia e miglioramento del microclima e la riduzione dell’inquinamento atmosferico; la salvaguardia e il controllo del suolo e del bilancio idrico; il miglioramento della quantità e qualità delle piante e della biodiversità; il miglioramento dell’ambiente urbano.

129→→

Secondo il “Programma per la protezione del paesaggio e delle specie” di Berlino, un importante traguardo di sviluppo urbano è la riduzione dell’impatto ambientale nella città. Il BAF è strettamente legato al termine di “biotope”, cioè un’area con valori ecologici che fornisce una comunità biologica per specifiche piante e animali. È stato concepito per includere paesaggi verdi nell’ambiente urbano e trae origine dal diritto federale e locale tedesco che richiede la protezione e il ripristino degli ecosistemi nella loro diversità naturale e la protezione dei biotopi specifici.

Successivamente, nel 2001 è stato formulato il “Green Space Factor” dalla città di Malmo (Svezia) traendo in parte ispirazione dall’esperienza del BAF di Berlino. È uno strumento utilizzato per misurare il valore ecologico di un’area urbana. Il Green Space Factor è misurato come valore medio dell’intera area del lotto, con valori compresi tra 0 e 1, assegnati alle differenti sotto aree in base ai benefici che la vegetazione è in criteri di valutazione della sostenibilità e dell’impatto di interventi verdi in ambito urbano

La città di Berlino è stata la prima Pubblica Amministrazione, nel 1994, a definire un approccio pragmatico mirato ad incrementare la presenza del verde all’interno della città. La procedura, denominata “BAF” – Biotope Area Factor, ha le caratteristiche di un normale indice urbanistico, come la superficie coperta e la superficie fondiaria, ma esprime la porzione di area destinata al verde o ad altre funzioni legate all’ecosistema.

Nazioni come la Germania e la Svezia, da sempre attente alle tematiche ambientali ed ai benefici ecologici, economici e sociali che il paesaggio urbano fornisce, sono state le prime a sviluppare Indici Urbanistici di Qualità Ambientale, allo scopo di salvaguardare e migliorare l’ambiente urbano, gli habitat naturali, il microclima, i suoli e il bilancio idrico.

Seattle è la prima città negli Stati Uniti d’America ad aver avviato una procedura urbanistica concreta che tenga conto dell’incremento del verde nelle aree a più alta densità urbana. E’ stato definito un indice di calcolo, denominato “Seattle Green Factor” (SGF) sviluppato attraverso lo studio e l’integrazione degli indici già applicati in Germania (Berlino) e in Svezia (a Malmo).

https://www.seattle.gov/sdci/codes/codes-we-enforce-(a-z)/seattle-green-factor 130 → criteri di valutazione

grado di apportare all’ecologia e alla gestione locale delle acque piovane.

Sfruttando il concetto di “coefficienti moltiplicativi” si è cercato di motivare e premiare la diversa attribuzione di tali punti, sulla base della maggiore o minore spesa Ildell’intervento.SeattleGreen Factor è un indice di valutazione delle strategie paesaggistiche applicabili alla progettazione di nuovi spazi della città e che ha come scopo quello di incentivare l’utilizzo di soluzioni verdi nelle aree urbane densamente abitate lasciando piena flessibilità ai designers. Si applica a quartieri con più di quattro unità abitative, a spazi commerciali di superficie superiore a 1200 m2, parcheggi con più di 20 spazi auto, la quantità e la qualità del paesaggio urbano nelle aree urbane dense, consentendo al contempo una maggiore flessibilità per sviluppatori e progettisti di utilizzare in modo efficiente le loro proprietà. L’ordinanza 122311 della città di Seattle richiede che l’equivalente del 30% di una parcella nelle zone commerciali sia vegetata utilizzando il fattore SGF. Il Green Factor incoraggia a massimizzare il “potenziale di vegetazione” attraverso la piantagione di strati multipli di vegetazione e alberi in aree pubbliche e private. Ci sono bonus aggiuntivi per investimenti in acque piovane e / o impianti a basso consumo idrico. Inoltre, la preservazione di alberi preesistenti, i tetti verdi e il trattamento delle acque sono incentivati.

L’SGF si basa su in sistema di punteggi premiali in base al miglioramento del paesaggio tenendo conto degli aspetti estetici, benefici legati alla regimazione delle acque piovane, riduzione delle isole di calore, dell’inquinamento dell’aria, l’aumento della biodiversità, miglioramento del benessere psicofisico.

131→→

GF=

SV=

Algoritmo di Calcolo SGF si calcola attraverso la seguente formula: Superfice verde interessata da ogni singolo intervento Green Factor, Fattore moltiplicativo con cui viene considerata la superficie utile al fine del calcolo totale SI= Superficie totale di intervento Dove la superficie ecologicamente attiva viene calcolata moltiplicando l’estensione dell’intervento SV a dei fattori correttivi GF che premiano il costo dell’intervento.

L’

La città di Seattle ha scelto di avere un punteggio minimo standard di SGF pari a 0.3. della sostenibilità e dell’impatto di interventi verdi in ambito urbano

132 URBAN FACTORJUNGLE(UJF)

I paragrafi che seguono sono mirati alla descrizione di quei criteri di calcolo che permetteranno il raggiungimento dello standard richiesto per l’attribuzione del marchio Urban Jungle.

133

Urban Jungle Factor (UJF): un nuovo prestazionaleindice

Sulla base delle considerazioni che hanno portato alla nascita del concetto del Seattle Green Factor, è stato ideato un metodo di calcolo di tipo prestazionale, l’Urban Jungle Factor (UJF) che non solo premia la presenza di soluzioni verdi, ma ne valuta i benefici e la loro sostenibilità.

Questo indice infatti, tiene conto del fatto che alcune soluzioni verdi, se non opportunamente progettate, possono avere un grosso impatto economico a causa di un’eccessiva richiesta di acqua o di manutenzione.

Ai fini del calcolo è stato predisposto un foglio excel (allegato 1- foglio calcolo UJF) i cui dettagli sono riportati nella User Guide (allega to 2 – guida utente). Materiale scaricabile da www.pnat.net/it/ seguendo il percorso: I NOSTRI LAVORI > PRATO URBAN JUNGLE - LINEE GUIDA > Allegati Urban Jungle 134 → urban jungle factor TIPOLOGIE E SPECIFICHE DEGLI INTERVENTI Gli interventi che concorreranno al raggiungimento dello standard rientrano nelle categorie viste in precedenza: 1. Interventi di messa a dimora di piante 2. Interventi di verde su coperture 3. Interventi di verde verticale 4. Interventi di regimazione e trattamento delle acque 5. Interventi su suolo e su superfici impermeabili 6. Utilizzo di piante in ambiente indoor 7. Produzione di cibo

Ogni intervento viene quindi “pesato” sulla base dei seguenti elementi: L’area [m2] interessata dalla NbS Un indice, q, dipendente dalla qualità dell’intervento La superficie ecologicamente attiva totale, relativa a tutte le NbS inserite, verrà rapportata alla superficie totale dell’edificio e delle sue pertinenze. Il valore soglia per l’attribuzione del marchio Urban Jungle dovrà essere ≥0.30. criteri di calcolo dell'UJF

La formula per il calcolo dell’UJF è la seguente: NbS= Superficie Nature-based Solutions [m2] qi= Indice SI = superficie dell’edificio e delle sue pertinenze [m2]

Ogni NbS proposta sarà sottoposta ad un’analisi delle soluzioni progettuali adottate, per definirne i benefici ambientali, sociali e le caratteristiche tecniche e manutentive impiegate nella fase operativa. Da questa valutazione ne deriverà un indice q che sarà utilizzato come fattore correttivo della superficie occupata dalla specifica NbS, e verrà così definita “superficie ecologicamente attiva” (NbSi x qi).

A questo punto la superficie ecologicamente attiva totale rappresenta l’area di intervento che andrà effettivamente a concorrere al risultato finale, rapportata all’area totale della parcella: NbS= Superficie Nature-based Solutions [m2] q= Indice SI = superficie dell’edificio e delle sue pertinenze [m2] criteri di calcolo dell'UJF

135→→

La superficie ecologicamente attiva per il singolo intervento corrisponde alla superficie in m2 occupata dalla NbS moltiplicata per l’indice precedentemente descritto: Superficie ecologicamente attivai=NbSi [m2 ] x qi

L’indice q è la somma di due coefficienti, il primo rappresentativo dei benefici apportati con la NbS, qb, e l’altro relativo alla parte operativa della sostenibilità, qs Per entrambi i coefficienti è stata imposta una soglia minima di accettabilità pari a 0.25: interventi che presenteranno punteggi inferiori in almeno una delle sezioni, non saranno considerate nell’analisi successiva. L’indice q si definisce, quindi, come segue: q=qb+qs [0;2] Per il metodo di calcolo si rimanda alla User Guide.

SUPERFICIE ECOLOGICAMENTE ATTIVA

Tutte le superfici ecologicamente attive così calcolate vengono sommate: Superficie ecologicamente attivatot=∑(i=1:n)(NbSi x qi) Dove n è il numero di NbS accettabili.

CALCOLO DELL’INDICE Q

Tali fattori vengono moltiplicati per il numero effettivo di interventi approvati e successivamente sommati al rapporto tra Superficie Ecologicamente Attiva ed Area totale dell’Intervento, concorrendo linearmente al raggiungimento dell’UJF. A valle dei criteri adottati e fin qui delineati si trova il risultato finale degli interventi, Urban Jungle Factor:

Per il calcolo della superficie delle NbS che prevedono la messa a dimora di alberi e arbusti, è stato previsto un fattore di conversione che considera la taglia degli alberi scelti. Il foglio di calcolo quindi richiederà l’inserimento del numero di alberi previsti e lo convertirà in una superficie sulla base dell’estensione della loro chioma.

IL CONTRIBUTO DELLA MESSA A DIMORA DI ALBERI ALLA DEFINIZIONE DELL’AREA

Il Bonus è così composto: Da 2 a 3 NbS approvate: il fattore premiante è 0.01; Da 4 o più NbS approvate: il fattore premiante è 0.02.

In linea con quanto tramandato dall’esperienza del SGF è stata posta una soglia di accettabilità a 0.30, superata la quale il marchio Urban Jungle può essere ceduto.

Essi rappresentano veri e propri elementi premianti, attribuendo agli alberi “un’area di pertinenza” che risulta superiore a quello del solo ingombro al suolo.

Bonus Quantitativo: criteri e calcolo E’ stato introdotto un ulteriore fattore premiante in virtù nel numero di NbS proposte e ritenute accettabili, con lo scopo di incentivare il raggiungimento della soglia di accettabilità per il maggior numero di interventi possibili e di ottenere un maggiore sfruttamento delle aree e volumi, interni ed esterni, della zona di intervento.

A valle di queste considerazioni sono stati utilizzati dei fattori di conversione per stimare la copertura fogliare delle seguenti taglie di alberi: Dimensione della taglia dell’albero Fattore di conversione da SGF [m2] Arbusti 1.12 Alberi di III grandezza (h<12m) 6.98 Alberi di II grandezza (h=12-18m) 18.6 Alberi di I grandezza (h>18m) 32.55

136 → urban jungle factor

In questa sezione vengono presentati i criteri per il calcolo del coefficiente di beneficio e sostenibilità appena definito, per gli interventi di Nature-based Solutions (NbS) e per ciascun tema affrontato.

Nei prossimi capitoli, ognuna delle tematiche appena elencate verrà singolarmente analizzata e saranno definiti in dettaglio tutti gli aspetti che consentono di effettuare il calcolo delle prestazioni delle NbS attraverso il computo del coefficiente di sostenibilità e benefici (q). calcolo del coefficiente di beneficio e sostenibilità (q)

I criteri di valutazione si suddividono in benefici e criteri di sostenibilità corretti per un indice prestazionale che si applica all’intero intervento di riqualifica e che è definito Urban Jungle Factor (UJF).

RISORSERISORSEMANUTENZIONE-ACQUA-ENERGIA

Per confrontare l’impronta di ogni NbS rispetto a queste due macro-categorie, per la seconda si è preferito utilizzare il concetto di “sostenibilità”, in modo tale da poter ottenere una quantificazione delle diverse caratteristiche delle NbS, sia che siano benefici o impatti, sempre in termini positivi, indipendentemente quindi ai temi.

Come già accennato, i criteri di valutazione delle NbS, finalizzati al calcolo del coefficiente, possono essere raggruppati in due macro-categorie: da un lato ogni NbS sarà in grado di apportare benefici nei confronti delle persone che occupano gli spazi, dell’ambiente e degli ecosistemi; dall’altro, l’implementazione di NbS comporterà necessariamente anche alcuni impatti sia in termini economici che ambientali. L’obiettivo principale che deve essere raggiunto nella realizzazione di una NbS è chiaramente la massimizzazione dei benefici e la minimizzazione degli impatti.

137→→

La valutazione dei benefici seguirà i sette temi presentati in precedenza:

SALUTECIBOSUOLOACQUAARIA E BIODIVERSITÀCOMFORTBENESSERE

Per quanto riguarda la valutazione delle NbS in termini di sostenibilità invece si sono identificate le tre seguenti categorie:

01 Rimozione dell’inquinamento da composti organici volatili (VOC)

Questo criterio si applica nel caso in cui la Nature-based Solutions eserciti un’azione diretta o indiretta sulla riduzione delle concentrazioni negli ambienti dei composti organici volatili. I composti organici volatili (in inglese volatile organic compounds VOC), sono composti chimici di diversa natura accomunati da una elevata volatilità che quindi si ritrovano nell’ambiente principalmente sottoforma gassosa. I VOC comprendono: gli idrocarburi, aldeidi, eteri, alcoli, esteri, clorofluorocarburi (CFC) e idroclorofluorocarburi (HCFC). I più comuni in ambiente indoor sono: formaldeide, benzene, terpeni, idrocarburi policiclici aromatici e gli alcol ed esteri. I VOC si originano da vernici, finiture e altri rivestimenti, sono anche il risultato dell’uso di prodotti per la pulizia, deodoranti per ambienti, prodotti per la cura della persona e altri materiali introdotti nell’edificio. Ad alte concentrazioni, questi composti possono portare ad irritazione del naso e faringe, e sono stati associati a leucemia, asma infantile e altri disturbi respiratori. I livelli di VOC possono essere 5 volte superiori all’interno che all’esterno. La quantificazione della concentra zione nell’ambiente avviene generalmente attraverso il parametro TVOC (unità di misura ppb o μg/m3) che fornisce una stima della somma di tutti i VOC presenti. punteggio attribuibile 1 se, ricorrendo alle informazioni reperibili nella letteratura scientifica, è dimostrato che la NbS è in grado di ridurre il parametro TVOC di almeno il 5%. 0 se la riduzione è inferiore al 5% o non applicabile. 02 Rimozione dei contaminanti atmosferici Questo criterio si applica nel caso in cui la Nature-based Solutions eserciti un effetto positivo nei confronti di almeno uno dei contaminanti atmosferici che provengono dall’esterno dell’edificio (PM, O3, NOx, SOx). Il particolato atmosferico (in inglese Particulate Matter PM) si riferisce a quelle particelle sospese e presenti nell’aria che hanno un diametro inferiore a quello indicato nella sigla. Ad esempio, PM10 indica la concentrazione (espressa generalmente in μg/m3) delle particelle aventi diametro uguale o inferiore ai 10 micrometri (1 micron = 1 milionesimo del metro). Le misure più utilizzate sono il PM10 e PM2.5. Il secondo rappresenta una frazione ancora più fine rispetto a PM10 ed è molto importante dal punto di vista sanitario perché questa frazione, se inalata, può raggiungere gli alveoli polmonari più in profondità e causare gravi problemi respiratori. Inoltre, numerose sostanze chimiche, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed i metalli (quali piombo, nichel, cadmio, arsenico, vanadio, cromo), possono aderire alla superficie delle polveri sottili andando ad aggravare gli effetti negativi sulla salute della popola aria Di seguito si elencano le caratteristiche associate alle NbS che consentono di ridurre, minimizzare e monitorare l’inquinamento dell’aria indoor ed outdoor:

02 Riduzione dei contaminanti atmosferici (PM, O3, NOx, SOx)

03 Monitoraggio della qualità dell’aria

138 → criteri di valutazione

01 Rimozione dell’inquinamento da composti organici volatili (VOC)

CALCOLO DEL COEFFICIENTE DI BENEFICIO (q)

0 se la condizione appena descritta non è soddisfatta criteri di calcolo del coefficiente di beneficio

punteggio attribuibile

1 se la NbS è in grado di apportare una riduzione delle concentrazioni di almeno uno dei contaminanti menzionati (PM, O3, NOx, SOx), sulla base delle informazioni reperibili in letteratura. 0 se la NbS non produce effetti su questi parametri.

Il criterio si applica qualora la NbS preveda l’installazione di un sistema di sensoristica in grado di rilevare e monitorare nel tempo le concentrazioni di almeno uno dei contaminanti descritti. La qualità dell’aria, anche all’interno di un singolo edificio ha una elevata variabilità spaziale e temporale. Allo scopo di garantire elevate performance degli impianti installati, relativamente alla qualità dell’aria, è necessario disporre di adeguate informazioni quantitative. La raccolta dei dati permette ai gestori di effettuare una tempestiva correzione di eventuali scostamenti nelle metriche della qualità interna. Inoltre, la possibilità di fruizione del dato da parte di tutti gli utenti delle strutture favorisce una maggiore responsabilizzazione del pubblico rispetto ai problemi ambientali.

(q)

punteggio attribuibile 1 se la NbS prevede l’installazione di sensori ambientali in grado di monitorare almeno uno dei contaminanti descritti (PM, VOC, O3, NOx, SOx) e garantire la fruibilità dei risultati da parte del pubblico.

139→→

03 Monitoraggio della qualità dell’aria

zione esposta. I PM si originano principalmente da attività umane ed eventi naturali. Le attività antropiche che utilizzano combustibili fossili o biomasse, come nelle lavorazioni artigianali ed in quelle industriali (ad esempio nelle centrali termoelettriche, raffinerie, nelle industrie chimiche, del cemento e dell’acciaio), ma anche in attività quotidiane come cucinare, riscaldare, traspor tare merci o utilizzare veicoli a motore sono fonti di particolato. Tra gli eventi naturali che danno origine al particolato si citano l’erosione di rocce ed altre superfici, la formazione di aerosol mari no e gli incendi. L’ozono, normalmente presente nell’ozonosfera a 25 km di altitudine, è anche prodotto dalle attività umane e risulta essere un inquinante molto velenoso se respirato a grandi dosi. Gli ossidi di azoto e di zolfo sono principalmente generati dalla combustione nell’industria e nei processi produttivi ed hanno un forte effetto irritante a carico delle vie respiratorie nonché un’azione irritante anche sull’apparato sensoriale (occhi, naso etc.) anche a minime esposizioni.

La sostanza organica presente nei reflui viene indicata in termini di BOD (domanda biochimica di ossigeno). Il BOD indica la frazione di ossigeno disciolto utilizzata da una popolazione microbica eterogenea per stabilizzare/ossidare, in condizioni specifiche di temperatura e in un determinato intervallo di tempo, il materiale organico biodegradabile presente nell’acqua. Poiché la completa biodegradazione della sostanza organica contenuta in acqua richiederebbe un tempo troppo lungo, nella pratica tale periodo viene ridotto ad un arco temporale di cinque giorni (BOD5). Oltre al BOD, la sostanza organica si indica anche attraverso il COD (Domanda Chimica di Ossigeno) che è la quantità di ossigeno consumato per l’ossidazione chimica, e non biologica, da un campione d’acqua contenente sostanze organiche (sia biodegradabili che non biodegradabili) ed eventualmente inorganiche, sotto specifiche condizioni di temperature e in un determinato intervallo di tempo. L’efficienza di alcuni impianti di fitodepurazione in termini di rimozione del BOD è molto alta, specie quando la sostanza organica è altamente biodegrada bile. Per l’attribuzione del punteggio si fa riferimento ai valori prescritti dalla normativa in materia ambientale (D.Lgs. 152/2006). In particolare, si fa riferimento alla Tab. 1 dell’allegato 5, parte III, del D.Lgs. 152/2006, che definisce i limiti di emissione degli scarichi per gli impianti delle acque reflue urbane. punteggio attribuibile 1 se la NbS è in grado di ridurre la concentrazione del BOD5 al di sotto di 25 mg/L e del COD al di sotto di 125 mg/L. 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile. acqua Di seguito si elencano le caratteristiche associate alle NbS che consentono di ridurre, minimizzare e monitorare l’inquinamento delle acque reflue, legate all’utilizzo della tecnica di fitodepurazione: 01 Abbattimento del BOD e COD 02 Riduzione dei solidi sospesi (SST) 03 Abbattimento dell’azoto 04 Abbattimento del fosforo 05 Trattamento delle acque di prima pioggia 06 Monitoraggio della qualità delle acque Recupero e riutilizzo delle acque reflue trattate

01 Abbattimento del BOD e COD

07

140 → criteri di valutazione

criteri calcolo del coefficiente di beneficio (q)

di

punteggio attribuibile

1 se la NbS è in grado di ridurre la concentrazione del fosforo totale < 5 mg/L.

L’azoto organico è spesso associato alla presenza di sostanza organica nei reflui, alla presenza di microrganismi (alghe), di residui e detriti di piante superiori. Le principali trasformazioni dell’azoto organico che avvengono durante il processo di trattamento sono: l’ammonizzazione, la nitrificazione e la denitrificazione. La presenza sia di zone aerobiche (in prossimità degli apparati radicali) che di zone anaerobiche (lontano dalle radici) favorisce sia processi di ossida zione (ammonizzazione e nitrificazione) che di riduzione (denitrificazione).

1 se la NbS è in grado di ridurre la concentrazione dell’azoto totale al di sotto di 15 mg/L.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

141→→

03 Abbattimento dell’azoto L’azoto nei reflui causa l’eutrofizzazione dei corpi idrici ed è tossico per gli organismi viventi se presente sotto forma di ammoniaca, nitriti o nitrati. L’azoto può essere misurato come azoto organico, ione ammonio, come nitrato o come combinazione di entrambe le forme. L’azoto totale è dato dalla somma dell’azoto Kjeldahl (N organico + NH3) + azoto nitrico + azoto nitroso.

04 Abbattimento del fosforo Il fosforo nei reflui causa eutrofizzazione. L’eliminazione del fosforo tramite fitodepurazione è poco efficiente, in genere a causa della scarsa superficie di contatto tra refluo e substrato. punteggio attribuibile

02 Riduzione dei Solidi Sospesi Totali (SST) I solidi sospesi totali (SST) sono costituiti dalle sostanze solide sospese (organiche ed inorgani che) nel refluo rilevabili tramite filtrazione secondo procedure standard. Un elevato livello di SST può diminuire l’ossigenazione dell’acqua e provocare l’instaurarsi di condizioni anaerobiche, influenzando in tal modo l’efficienza dell’intero sistema. La capacità di rimozione di SST negli impianti di fitodepurazione è ritenuta elevata. punteggio attribuibile

1 se la NbS è in grado di ridurre la concentrazione del SST al di sotto di 35 mg/L. 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

05 Trattamento delle acque di prima pioggia Il valore dell’installazione di un impianto di fitodepurazione (o di altra tecnologia riconducibile a tale processo, es: tetto verde, SuDs) aumenta nel caso in cui si preveda di utilizzarlo anche per il trattamento delle acque di runoff contaminate a seguito di un evento meteorico intenso.

Questo consente di alleggerire il carico di inquinanti convogliati verso il depuratore tradizionale. punteggio attribuibile

1 se la NbS prevede il convogliamento delle acque di runoff dalle superfici impermeabili (tetti, coperture, etc) verso installazioni a verde per cui è riscontrabile un contributo non trascurabile.

06 Monitoraggio della qualità delle acque Il criterio si applica qualora la NbS preveda l’installazione di un sistema di sensoristica in grado di rilevare e monitorare nel tempo le concentrazioni di almeno uno dei seguenti parametri: pH, temperatura e conducibilità solidi sospesi Azoto nitrico e/o ammoniacale punteggio attribuibile

1 se la NbS prevede il monitoraggio in continuo di almeno uno dei parametri sopra elencati e viene garantita la fruibilità dei risultati da parte del pubblico.

0 se la condizione appena descritta non è soddisfatta.

07 Recupero e riutilizzo delle acque reflue trattate Il criterio si applica qualora l’effluente recuperato a valle del trattamento di fitodepurazione sia riutilizzato per scopi non potabili (ad es. irrigazione di aree verdi) punteggio attribuibile 1 se si effettua il recupero di almeno il 25 % della portata totale dell’effluente.

142 → urban jungle factor

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

Lo sviluppo delle superfici impermeabilizzate è largamente attribuibile a strategie di pianifica zione territoriale che non hanno tenuto in considerazione la perdita irreversibile del suolo, gli effetti ambientali collegati, la qualità della risorsa sacrificata e l’esistenza di strumenti capaci di valutarla.

A livello urbano la forte pressione è esercitata sulle reti idriche, in quanto l’impermeabilizzazione riduce l’infiltrazione delle piogge nel suolo, in casi estremi impedendola completamente.

punteggio attribuibile 1 se la NbS è in grado di aumentare la concentrazione di sostanza organica nel suolo e a favorire la rigenerazione ecologica. 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

suolo

143→→

La rigenerazione ecologica di un suolo degradato comporta una serie di interventi volti a ripri stinare il giusto equilibrio chimico, fisico e biologico alterato da fattori esterni, attività antropiche o inquinamento. La riforestazione e l’inserimento di elementi vegetali su suoli degradati può costituire un valido strumento per ripristinare le condizioni ecologiche ottimali. Questi interventi agiscono incrementando la concentrazione della sostanza organica e migliorandone quindi la fertilità. La sostanza organica del suolo è una componente dinamica, complessa e fondamentale del suolo e del ciclo globale del carbonio. Pur rappresentandone solo una piccola parte per centuale (generalmente tra 1 e 5%), controlla molte delle proprietà chimico, fisiche e biologiche risultando il costituente più importante e l’indicatore chiave del suo stato di qualità.

02 Preservazione della permeabilità del suolo

1 se la NbS è in grado di ridurre la quantità di superfici impermeabilizzanti, almeno del 10% rispetto alla superficie totale dell’intervento.

01 Rigenerazione ecologica

L’impermeabilizzazione influisce sulla biodiversità del sottosuolo e della superficie, la riduzione dell’evapotraspirazione e incremento del fenomeno noto come “isola di calore”. punteggio attribuibile

L’impermeabilizzazione dei suoli dovuta all’incremento dell’urbanizzazione e alle nuove infrastrutture è la causa più importante del degrado del suolo, non solo sul territorio nazio nale ma anche nella maggior parte dei paesi industrializzati e densamente abitati dell’Europa occidentale e settentrionale, dove l’incremento dell’impermeabilizzazione è avvenuto soprattutto a spese di aree agricole, confermando la tendenza rilevata in Italia.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile. 01 Rigenerazione ecologica 02 Preservazione della permeabilità del suolo 03 Fitorimedio/Bonifica del suolo criteri di calcolo del coefficiente di beneficio (q)

Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) costituiscono una vasta classe di composti organici costituiti da due o più anelli aromatici uniti tra loro. L’origine degli IPA è prevalentemente la combustione incompleta o la pirolisi di materiale organico. Le fonti possono essere sia naturali, quali incendi boschivi ed eruzioni vulcaniche, sia antropiche, quali combustione incompleta di combustibili fossili, legno e grassi; l’apporto dovuto alle fonti naturali è comunque una minima percentuale sul totale. Gli IPA tendono ad accumularsi nei sedimenti e questo fa sì che gli orga nismi bentonici siano costantemente sottoposti a tali contaminanti, specialmente in aree dove

03 Fitorimedio/Bonifica del suolo

- La destinazione d’uso del sito è quella relativa ai “Siti ad uso commerciale e industriale” (le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) nel suolo e nel sottosuolo individuati nella Tabella B, Allegato 5, Parte IV del D.Lgs. 152/06). Il tal caso un intervento di bonifica può essere in grado di ridurre la contaminazione fino alle CSC stabilite nella Tabella A e pertanto risulta possibile un cambio di destinazione d’uso a “Siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale”.

144 → urban jungle factor

Attuate le necessarie misure di prevenzione, il responsabile dell’inquinamento deve svolgere un’indagine preliminare sui parametri oggetto dell’inquinamento delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo e acque sotterranee), valutando se i livelli di contaminazione riscontrati nel sito supe rino il livello dei valori soglia di contaminazione (CSC). Le concentrazioni soglia di contamina zione (CSC) sono i livelli di contaminazione delle matrici ambientali che costituiscono valori al di sopra dei quali è necessaria la caratterizzazione del sito e l’analisi di rischio sito specifica, come individuati nell’Allegato 5 alla Parte quarta del D.Lgs. 152/06. Questo approccio non implica necessariamente un intervento di bonifica, ma richiede invece la caratterizzazione ambientale del sito e la determinazione delle concentrazioni soglia di rischio (CSR).

- Il sito è già classificato come “Siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale” ma le concen trazioni residue dei contaminanti sono vicine al limite. In questo caso l’obiettivo della bonifica è quello di ridurre il più possibile la presenza dei contaminanti all’interno del suolo.

Nel caso che il suolo in oggetto sia contaminato da inquinanti organici o inorganici, il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (“Testo Unico Ambientale”), affronta specificamente l’aspetto della bonifica dei siti contaminati nel Titolo V della Parte IV. La procedura per la bonifica e il ripristino am bientale dei siti inquinati prende avvio qualora avvenga un evento potenzialmente in grado di contaminare un sito oppure quando vi siano individuate ‘contaminazioni storiche’. In tali casi, il responsabile dell’inquinamento entro le 24 ore successive deve mettere in opera le necessarie misure di prevenzione (ovvero le iniziative necessarie per contrastare nell’immediatezza un evento suscettibile di creare in un futuro prossimo una minaccia per la salute o per l’ambiente).

Le concentrazioni soglia di rischio (CSR) si riferiscono invece ai livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l’applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica, secondo i principi illustrati nell’Allegato 1 alla Parte quarta del D.Lgs. 152/06, come modificato dal D.Lgs. 4/2008, e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazio ne, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito.

Le classi di inquinanti di maggiore interesse dal punto di vista ambientale sono essenzialmente tre: microinquinanti organici (quali PCB, pesticidi, IPA, diossine, ecc.), composti ionici (quali ad esempio nitrati, nitriti, ammonio, solfati, cloruri, fluoruri, ecc.) e metalli pesanti (quali arsenico, mercurio, piombo, cadmio, cromo, nichel, vanadio, rame, ecc.).

Oggetto delle presenti linee guida non è la messa a punto di una tecnologia di bonifica che consenta di bonificare un’area contaminata, dal momento che si considera che l’area o l’edificio all’interno dei quali verranno realizzati gli interventi NbS deve essere stata precedentemente sottoposta a bonifica prima della possibilità di fruizione (o edificabilità) dell’area stessa. Piutto sto, gli eventuali interventi di bonifica sono mirati a migliorare ulteriormente le caratteristiche del suolo ed eventualmente ridurre le concentrazioni di contaminanti residue (anche da precedenti interventi di bonifica). Pertanto, si possono individuare due casi di applicazione delle tecniche di bonifica “green”:

I policlorobifenili (PCB) sono composti chimici molto stabili non sono ossidabili, non attaccano i metalli, sono poco solubili in acqua, ma lo sono nei grassi e nei solventi organici, non sono infiammabili, evaporano a temperature superiori a 300°C e si decompongono solo oltre 800 – 1000°C e sono scarsamente biodegradabili. I PCB sono stati largamente utilizzati in svariati processi industriali e sono da considerarsi tra i contaminanti più pericolosi a causa delle loro proprietà chimico-fisiche, infatti presentano una grande stabilità ai diversi attacchi chimici che li rendono difficilmente degradabili e fortemente bioaccumulabili nei tessuti degli organismi viventi.

criteri di calcolo del coefficiente di beneficio (q)

1 se, ricorrendo a studi pregressi o a dati reperibili nella letteratura scientifica, la NbS è in grado di:o Ridurre le concentrazioni al di sotto della Tabella 1B (nell’Allegato 5 al Titolo V della Parte quarta del D.Lgs. 152/06) se l’area è classificata ad “Uso commerciale e industriale”. o Ridurre le concentrazioni di almeno uno dei contaminanti (CSC riportati nella tabella 1° al Titolo V della Parte quarta del D.lgs 152/06) di almeno il 10% in un orizzonte tempo rale di 5 anni, se il sito è classificato “uso verde pubblico, privato e residenziale” 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

gli sversamenti di idrocarburi avvengono frequentemente e in grandi quantità. Gli IPA hanno effetti negativi sia sull’ambiente sia sull’uomo, in particolare molti IPA sono stati classificati come “probably carcinogenic to humans” o “possibly carcinogenic to humans”, secondo l’International Agency for Research on Cancer.

punteggio attribuibile

145→→

Sono sostanze intese per l’utilizzo come regolatori di crescita delle piante, defoglianti, dissec canti e diradanti. I metalli pesanti sono presenti nei suoli come componenti naturali o come conseguenza dell’attività umana. Essendo alla base di molte catene alimentari naturali, le piante accumulatrici di metalli sono ritenute direttamente o indirettamente responsabili della assunzione di metalli pesanti tossici da parte degli esseri umani e degli animali. Mentre alcuni metalli pesanti sono necessari per la vita, il loro accumulo eccessivo in organismi viventi è sempre tossico. Il pericolo di metalli pesanti è aggravato dalla loro persistenza indefinita nell’ambiente.

I pesticidi o fitofarmaci vengono definiti dalla FAO come “qualunque sostanza, singola o mi scelata con altre, destinata a distruggere o controllare qualsiasi organismo nocivo, impedirne o prevenirne i danni, inclusi i vettori di malattie umane e animali, le specie indesiderate di piante o animali che causano danni o comunque interferiscono durante la produzione, la lavorazione, la conservazione, il trasporto e la commercializzazione di cibo, di derrate alimentari, di legname e suoi derivati, di alimenti zootecnici, nonché le sostanze che possono essere destinate agli animali per il controllo di insetti, acari o altri organismi nocivi somministrate o applicate ad essi.

146 → urban jungle factor

1 se, sulla base di informazioni presenti nella letteratura scientifica del settore, la NbS ha ricadute sul benessere psicologico dei soggetti a cui è rivolta.

salute e benessere Di seguito si elencano i criteri che si applicano alle NbS relativamente al tema del benessere e della tutela della salute dell’individuo: 01 Benefici psicologici 02 Promozione dell’attività fisica all’aperto 03 Costruzione di spazi fruibili 04 Informazione e sensibilizzazione Responsabilizzazione verso la cura del bene comune 06 Educazione alimentare 07 Biofilia

02 Promozione dell’attività fisica all’aperto punteggio attribuibile 1 se è possibile dimostrare che la NbS offre la possibilità di svolgere attività fisica all’aperto.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

03

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile. Costruzione di spazi fruibili punteggio attribuibile 1 se la NbS contiene degli spazi fruibili dal pubblico 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

01 Benefici psicologici punteggio attribuibile

05

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

(q)

1 se la NbS è in grado di coinvolgere direttamente gli utenti ai quali è destinato l’intervento attraverso lo svolgimento di attività di natura pratica volte alla sua preservazione.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

1 se con l’intervento sono previste attività divulgative volte all’informazione e alla sensibi lizzazione degli utenti rispetto ai temi di sostenibilità ambientale

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

07 Biofilia punteggio attribuibile

1 se la NbS promuove l’interazione tra uomo e ambiente naturale

04 Informazione e sensibilizzazione punteggio attribuibile

06 Educazione alimentare punteggio attribuibile

05 Responsabilizzazione verso la cura del bene comune punteggio attribuibile

1 se l’intervento prevede attività che consentono ai fruitori di sviluppare una sensibilità nei confronti dell’educazione alimentare

147→→

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

criteri di calcolo del coefficiente di beneficio

comfort I criteri che si applicano alle NbS relativamente al tema del comfort, sono i seguenti:

01 Assorbimento acustico punteggio attribuibile

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

148 → urban jungle factor

02 Isolamento acustico punteggio attribuibile 1 se, sulla base di informazioni presenti nella letteratura scientifica la NbS incrementa l’isolamento acustico tra due ambienti o tra ambiente esterno e interno.

1 se è possibile dimostrare che la NbS svolge una funzione di assorbimento acustico (sia in ambienti esterni che indoor).

03 Riduzione del tempo di riverbero punteggio attribuibile 1 se sulla base delle informazioni reperibili in letteratura o sulla base di calcoli specifici, la NbS consente di ridurre il tempo di riverbero (misurato come parametro T60 secondo Sabine, applicando le normative ISO relative).

01 Assorbimento acustico 02 Isolamento acustico 03 Riduzione del tempo di riverbero 04 Comfort olfattivo 05 Riduzione dell’irraggiamento solare

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

05 Riduzione dell’irraggiamento solare punteggio attribuibile

1 se l’intervento prevede l’impiego di specie con emissione odorigena piacevole.

1 se la NbS è in grado di mitigare l’effetto dell’irraggiamento solare sulle superfici di edifici o superfici calpestabili (ad es. pavimentazioni).

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile. criteri di calcolo del coefficiente di beneficio (q)

149→→

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

04 Comfort olfattivo punteggio attribuibile

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

Per continuità della produzione si intende l’articolazione temporale dell’offerta produttiva. Questo criterio prevede un’assegnazione di un punteggio positivo agli interventi che consentono di ottenere produzione distribuite su un arco temporale maggiore. punteggio attribuibile

1 se la NbS è in grado di offrire una produzione di alimenti per almeno 9 mesi l’anno.

01 Diversificazione dell’offerta

1 se, la NbS consente di assicurare una produzione di almeno 3 tipologie colturali 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

03 Beneficio economico

150 → urban jungle factor

I benefici economici riguardano invece la possibilità di vendita del prodotto o di risparmio economico legato all’autoconsumo, oltre che alla creazione di posti di lavoro. punteggio attribuibile 1 se la NbS è in grado di generare benefici economici o creazione di posti di lavoro all’interno del contesto in cui è inserita 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile. cibo Di seguito si elencano i criteri associati alle soluzioni verdi per l’agricoltura in ambito

01urbano:Diversificazione dell’offerta 02 Continuità della produzione 03 Beneficio economico

La diversificazione dell’offerta si riferisce al numero delle colture di diversa tipologia che insistono sullo stesso impianto produttivo. Il criterio si prefigge di attribuire un valore maggiore a quegli interventi che, prevedendo l’utilizzo di più specie vegetali nello stesso ambiente (poli coltura, avvicendamenti e/o consociazioni), consentono il raggiungimento di un elevato livello di biodiversità. punteggio attribuibile

02 Continuità della produzione

151→→ 01 Promozione della biodiversità punteggio attribuibile 1 se è possibile dimostrare che la NbS è in grado di contribuire ad un arricchimento della biodiversità. 0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile. biodiversità criteri di calcolo del coefficiente di beneficio (q)

152 → urban jungle factor

CALCOLO DEL COEFFICIENTE DI SOSTENIBILITÀ (q) sostenibilità

Con il termine manutenzione si intende l’insieme delle operazioni e tecniche messe in atto per garantire il corretto funzionamento di una NbS nel tempo. Nell’ambito delle NbS si individuano tre criteri che concorrono nella definizione di questo concetto. L’automazione rappresenta l’utilizzo di specifici sistemi di controllo per la gestione di una particolare tecnologia o processo, riducendo la necessità l’intervento umano. Nel caso specifico delle NbS, alcuni processi possono essere facilmente automatizzati riducendo notevolmente i costi di manutenzione dell’intervento. Essa à volta alla gestione spaziale e temporale della variabilità per dosare tutti i fattori produttivi in base alle reali necessità delle piante. Tra le operazioni più comunemente automatizzabili riportiamo ad esempio l’irrigazione. In questo caso l’automazione applicata all’irrigazione, intesa come tecnologia per la gestione delle piante che costituiscono una NbS, agevola la pianificazione irrigua, permette di monitorare l’irrigazione, agevola le operazioni di controllo dei consumi e della spesa energetica e diventa pratica riproducibile negli anni e ottimizzabile. Inoltre, l’automazione nel settore delle NbS ha lo scopo di minimizzare gli impatti sull’ambiente attraverso la razionalizzazione degli input e l’aumento della loro efficienza. Il monitoraggio remoto è uno strumento attraverso il quale è possibile accedere ovunque e in qualsiasi momento tutte le informazioni disponibili riguardanti lo stato del sistema da una postazione remota. Esso è composto da una infrastruttura hardware (sensori, controller, gateway, interfacce) e da un sistema software di misura, controllo, scambio di dati e gestione delle allerte. Il monitoraggio remoto consente di ridurre la frequenza dell’intervento degli operatori, in quanto attraverso la verifica dello stato del sistema avviene senza dover inviare operatori presso il sito di installazione. I sistemi moderni inoltre consentono di limitare gli interventi alle sole casistiche in cui il guasto o l’anomalia sono segnalati dal sistema, riducendo ulteriormente il numero degli interventi e le tempistiche. In sede di progettazione di una NbS si dovrà attentamente valutare quali specie vegetali impiegare e le tecniche utilizzate per la gestione dell’opera nel tempo con particolare riferimento a criteri di ridotto livello di input esterni. L’organizzazione spaziale delle nuove realizzazioni dovrà perseguire una facile gestione delle strutture, garantendo qualità estetica e funzionale e ottimizzando i costi presenti e futuri attraverso, ad esempio, la corretta scelta di specie vegetali (specie autoctone, rustiche, etc.) e l’adozione di soluzioni tecniche a bassi input (energetici, idrici, etc.). Ove possibile si dovrà fare quindi ricorso a specie vegetali facilmente adattabili al contesto (es. prediligendo specie resistenti all’aridità nel caso di interventi in ambienti difficili quali tetti verdi o pareti verticali oppure specie particolarmente tolleranti l’umidità nella realizzazione di opere di trattamento di acque inquinate). Sono sempre da preferire specie rustiche che richiedono un basso livello di nutrienti onde evitare onerose operazioni di fertilizzazione. Sono poi da considerare con particolare attenzione

Il consumo di risorsa energetica invece si riferisce all’uso diretto e indiretto dell’energia elettrica e termica per garantire il funzionamento degli impianti. L’adozione di ogni tipo di misura che consenta la riduzione dell’impatto energetico è valutata positivamente.

153→→

aspetti relativi al mantenimento della forma delle piante, ricordando che le operazioni di potatura sono solo parzialmente meccanizzabili, richiedendo pertanto personale altamente specializzato comportano un notevole incremento dei costi di gestione di una NbS. Altre considerazioni sono relative alla disposizione spaziale delle NbS che dovrebbe facilitare alcune importanti operazioni quali la raccolta delle foglie. L’utilizzo di specie a carattere perenne, a lento accrescimento ed elevata rusticità abbinato alla scelta di materiali ecocompatibili e materiali riciclati con predilezione verso quelli di provenienza locale, consente di ridurre notevolmente la manutenzione dell’opera aumentandone il livello globale di sostenibilità. Aspetto chiave della sostenibilità relativa all’implementazione di qualsiasi NbS è l’impiego di risorse. In questa tipologia di interventi con il termine risorse ci si riferisce sostanzialmente a due classi principali: uso dell’acqua e consumo di energia. L’uso dell’acqua indica il volume di acqua che deve essere impiegato per mantenere un buono stato di salute di una NbS; in particolare questo può dipendere da diversi fattori, tra cui il tipo di intervento e la tipologia di specie vegetali utilizzate, le tecniche colturali impiegate, la tipologia del sistema di irrigazione. Alcune misure che consentono di ridurre l’impatto generato dal consumo di risorsa idrica sono ad esempio lo stoccaggio e l’impiego irriguo dell’acqua piovana, l’impiego di specie a bassa richiesta idrica e l’ impiego delle acque reflue trattate o acque di qualità inferiore rispetto a quelle per uso umano, ma comunque con caratteristiche idonee allo scopo irriguo.

Dove non è possibile prevedere l’installazione di impianti che minimizzano l’impronta energetica è possibile comunque ricorrere alle energie rinnovabili in modo tale da garantire gli stessi obiettivi in termini di impronta ecologica e sostenibilità.

criteri di calcolo del coefficiente di sostenibilità (q)

03 Tecniche colturali punteggio attribuibile 1 se la NbS prevede l’impiego di sistemi e tecniche a basso livello di manutenzione e a ridotto consumo di input (fertilizzanti, pesticidi, etc).

09

10

Di seguito si elencano i criteri associati all’uso delle risorse idriche: Percentuale di uso dell’acqua piovana rispetto all’acqua potabile Percentuale acqua piovana/ acqua potabile >50% Riuso acque irrigue e/o acque reflue 08 Impiego di specie a bassa richiesta idrica

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

07

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

01 Grado di automazione degli impianti punteggio attribuibile 1 se, la NbS contiene elementi che sono controllati da un sistema che permette l’automa zione di alcune operazioni (es. impianto di irrigazione, accensione e spegnimento dell’impianto di illuminazione).

02 Monitoraggio remoto punteggio attribuibile 1 se l’intervento prevede l’installazione di un sistema di sensori che consente di monitora re la funzionalità degli impianti. Deve essere garantita (anche solo in parte) la fruibilità dei dati di interesse generale a tutti gli utenti.

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

06

03

154 → urban jungle factor

Di seguito si elencano i criteri associati all’uso delle risorse energetiche: Utilizzo di energia da fonti rinnovabili Uso di sistemi ed impianti a basso consumo energetico

05

Di seguito si elencano i criteri associati alla manutenzione degli interventi: 01 Grado di automazione degli impianti 02 Monitoraggio remoto dello stato degli impianti Impiego di tecniche di coltivazione a basso impatto 04 Impiego di specie vegetali a bassa richiesta di manutenzione

1 se si applicano dei sistemi per il riuso delle acque irrigue e/o acque reflue.

04

1 se la NbS prevede l’impiego di specie a basso livello di manutenzione (potature, sistemi di supporto, etc).

05 Percentuale di uso dell’acqua piovana rispetto all’acqua potabile punteggio attribuibile

Specie vegetali con bassa richiesta di manutenzione punteggio attribuibile

06

07 Riuso acque irrigue e/o acque reflue punteggio attribuibile

0 se i criteri non sono soddisfatti o sono non applicabili.

10 Uso di sistemi ed impianti a basso consumo energetico punteggio attribuibile 1 se si impiegano sistemi ed impianti a basso consumo energetico.

0 se i criteri non sono soddisfatti o sono non applicabili.

criteri di calcolo del coefficiente di sostenibilità (q)

0 se il criterio non è soddisfatto o è non applicabile.

1 se si impiegano energie da fonti rinnovabili.

0 se i criteri non sono soddisfatti o sono non applicabili.

0 se i criteri non sono soddisfatti o sono non applicabili.

0 se i criteri non sono soddisfatti o sono non applicabili.

1 se si impiega una qualunque percentuale di acqua piovana rispetto all’acqua potabile.

155→→

0 se i criteri non sono soddisfatti o sono non applicabili.

08 Impiego di specie a bassa richiesta idrica punteggio attribuibile

Percentuale acqua piovana/acqua potabile >50% punteggio attribuibile 1 se tale percentuale supera il 50%.

09 Utilizzo di energia da fonti rinnovabili punteggio attribuibile

1 se si impiegano specie a bassa richiesta idrica.

156 MODALITÀ DI ADESIONE CONCESSIONEE DEL MARCHIO URBAN JUNGLE®

Gli interventi di Urban Jungle possono essere una risposta concreta delle città per affrontare le sfide della società contemporanea urbana come la sicurezza alimentare, la preservazione della risorsa idrica, lo sviluppo economico e sociale, la salute umana, il benessere psicofisico, la riduzione del rischio di catastrofi o della lotta al cambiamento climatico.

La richiesta di concessione del marchio “Urban Jungle®” con la sottomissione di tutta la documentazione necessaria a verificare la bontà delle attribuzioni di benefici e sostenibilità e dei calcoli effettuati deve essere fatta pervenire esclusivamente a Pnat srl all'indirizzo e-mail urbanjungle@pnat.net Il documento (allegato 3 – uso marchio UJ) è scaricabile da www.pnat.net/it/ seguendo il percorso: I NOSTRI LAVORI > PRATO URBAN JUNGLE - LINEE GUIDA > Allegati Urban Jungle

Il sistema prevede un’analisi olistica degli interventi che vengono scomposti ed esaminati nel dettaglio. Ogni NbS deve raggiungere specifici valori soglia attraverso l’assegnazione di un punteggio che poi è utilizzato per il calcolo della superficie ecologicamente attiva di intervento e rapportato con l’intera superficie interessata dall’area edificata e dalle sue pertinenze.

157

Urban Jungle® si propone come marchio distintivo di un approccio di riqualificazione urbana green, che si basa sull’applicazione di soluzioni basate sulle piante (NbS) agli spazi urbani.

L’Urban Jungle Factor rappresenta lo strumento oggettivo di misura della sostenibilità degli interventi di Urban Jungle, volontario ed indipendente. Tale strumento è legato all’applicazione di NbS e viene posto quale discriminante la possibilità di accedere all’uso del marchio distintivo.

codice uso e licenze del marchio Urban Jungle®

158

Per l’attribuzione del marchio distintivo Urban Jungle® è stato definito un valore soglia di Urban Jungle Factor (UJF) ≥ 0.30.

Qualunque soggetto, pubblico o privato, può richiedere la concessione del marchio per un intervento realizzato. Il marchio andrà a contraddistinguere il fabbricato e le sue pertinenze, e sarà concesso soltanto ad opera realizzata.

La domanda, presentata tramite apposito modulo di adesione, dovrà essere corredata del foglio di calcolo compilato, attestante il punteggio UJF ≥ 0.30 (allegato 1 “Foglio di calcolo UJF”), e da una relazione tecnica comprovante i punteggi e le premialità utilizzate ai fini del calcolo.

Il soggetto richiedente potrà utilizzare il marchio distintivo, attestante la conformità del proprio intervento al’Urban Jungle, e lo potrà utilizzare per tutte le finalità descrittivo/ informative/divulgative che vadano ad identificare l’opera.

Una commissione di esperti provvederà alla valutazione della documentazione presentata ed effettuerà un sopralluogo tecnico per verificare la bontà di esecuzione delle opere ed il loro stato di manutenzione. Una volta ottenuto il parere favorevole della commissione, si passerà alla stipula del contratto di uso logo tra il soggetto richiedente e PNAT srl.

modalità di attribuzione del marchio Urban Jungle®

L’opera deve prevedere sulle superfici degli edificati e loro pertinenza, l’applicazione di NbS, e deve essere localizzata in zone urbane, periurbane, industriali e destinate ai servizi pubblici.

La documentazione completa per l’attribuzione del marchio Urban Jungle® è riportata in allegato 3 “Codice uso marchio, Domanda di affiliazione, Bozza contratto di licenza del marchio Urban Jungle®”.

159

160 SITI PROGETTOPILOTA U.I.A

calcolo preliminare dei benefici per gli interventi di Urban Jungle Prato

PNAT congiuntamente al Comune di Prato e allo studio Boeri, ha vinto il progetto europeo Urban Innovative Action per il finanziamento di alcuni interventi nell’area urbana di Prato. L’obiettivo dei progetti che sono stati proposti è quello di ristabilire un nuovo equilibrio tra verde e ambiente costruito creando delle vere e proprie giungle urbane attraverso l’utilizzo di tecnologie Nature Based Solution. Il processo di inverdimento porta ad una radicale miglioramento degli spazi urbani in termini ambientali, sociali e di salute del cittadino.

161→→

A seguito verranno illustrati ed approfonditi i progetti presentati che sono: 01. il Mercato Coperto di Prato 02. il Farm Park in via delle Pleiadi 03. la Serra di via Turchia. 04. gli edifici residenziali e le aree di pertinenza di via Turchia.

162 → siti pilota progetto UIA COPERTO,1.0_MERCATO 0MACROLOTTO

163→→ calcolo preliminare dei benefici degli interventi 1 Mercato Coperto, Macrolotto 0 PNAT

Attribuzione preliminare benefici intervento Farm Park, via delle Pleiadi: 164 → siti pilota progetto UIA

Il progetto di valorizzazione del nuovo edificio del Mercato Coperto, sito in via Umberto Giordano, all’interno dell’area denominata Macrolotto 0, prevede due diversi interventi di forestazione urbana. Il verde sarà infatti un elemento presente sia all’esterno del volume edilizio rivestendo la facciata principale, sia al suo interno, rendendo la vegetazione non solo parte di un ambiente caratterizzante ma soprattutto macchina biologica in grado di depurare l’aria inquinata. La presenza del verde inoltre garantisce tutta una serie di benefici sul comfort delle persone. Nello specifico il mercato diventerà riferimento attivo nel sistema della demineralizzazione urbana grazie a delle azioni puntuali altamente efficaci a introdurre biodiversità negli spazi trattati. Il primo intervento relativo agli spazi interni del mercato consiste nella realizzazione di un’area di consumo e somministrazione di cibo e bevande. Si tratta di una grande Fabbrica dell’Aria® di nuova concezione, nella quale i dispositivi di filtrazione botanica attiva dotati di tecnologia Stomata® saranno coadiuvati da soluzioni di sistemazione indoor di piante su superfici verticali e orizzontali, al fine di creare un ambiente salubre e ideale alla consumazione del cibo, ispirato ai principi della biofilia. Si otterrà così uno spazio vivibile, la cui aria sarà costantemente depurata dagli inquinanti atmosferici attraverso le piante, e nel quale gli arredi, i tavoli e le sedute saranno integrati a vasche per piante. Ciò svilupperà tutta una serie di benefici sul comfort delle persone, ad esempio isolando acusticamente e visivamente le postazioni da quelle vicine e generando dei benefici di tipo psico-fisico legati alla vicinanza con le piante Il secondo intervento prevede di trasformare la facciata esterna dell’edificio in una grande scenografia verde, attraverso piante sistemate su rete metallica. Queste piante verranno messe a dimora in elementi composti da vasche e sedute, posti ai lati dei vani di ingresso. I benefici relativi a questo intervento sono ampi, e variano dal miglioramento della qualità dell’aria in prossimità delle aree di sosta di nuova costruzione, fino alla mitigazione delle temperature. In entrambi gli interventi la volontà è di offrire alla comunità luoghi dedicati alla condivisione, all’informazione, ai servizi, alla cultura e al tempo libero.

Mercato Coperto, Macrolotto 0 165→→

166 → siti pilota progetto UIA Ambito del Macrolotto 0. Piano Operativo del comune di Prato

L’intervento nell’edificio del Mercato Coperto fa parte di una serie di interventi puntuali ma connessi, rivolti alla valorizzazione dell’area del Macrolotto Zero come distretto creativo, “favorendo l’inserimento di attività culturali nel tessuto produttivo esistente, incrementando la dotazione di servizi del territorio e aumentando la permeabilità degli isolati, spesso talmente densi da non prevedere superfici scoperte.”

L’area dove si colloca il progetto è infatti caratterizzata da grande compattezza edilizia e dalla permanenza di un patrimonio edilizio di destinazione industriale. Sono fabbriche realizzate nella prima grande fase di espansione di Prato, proprio a ridosso del centro storico, in quella corona chiamata “città densa”. Attraverso il concetto di rete si sviluppano legami nuovi e trasversali, tra logiche morfologiche e funzionali diverse, generando così processi di integrazione e di mutuo beneficio tra attività e comunità sociali differenti. Le relazioni tra vita pubblica e privata, tra vita sociale e lavorativa, acquistano nuove conformazioni, legate a nuovi e innovativi modi di usare lo spazio della città. All’interno di queste logiche si sviluppa il progetto di riconversione dell’Ex Fabbrica Forti nel nuovo Mercato metropolitano di IlPrato.comune

167→→ Mercato Coperto, Macrolotto 0

Le aree di interesse sono:

• l’area compresa tra via G. da Verrazzano, via Colombo e via Giordano che ha visto la conclusione nell’estate del 2020, della realizzazione di un parco pubblico con area fitness e Playground in un lotto che prima ospitava un deposito dismesso;

• l’area dell’ex fabbrica Pieri, parzialmente recuperata con la realizzazione di una Medialibrary, uno spazio di co-working una area ristoro ed infine la realizzazione di una piazza pubblica;

di Prato grazie all’intervento del PIU (Piano di Innovazione Urbana) è in fase di chiusura di tre grandi interventi strategici per la rigenerazione del Macrolotto Zero, dove l’integrazione sociale e il riuso del suolo getteranno le basi di una nuova centralità urbana dell’intero quartiere che giocherà un ruolo moderno a sistema con il centro storico e gli altri poli d’interesse della città. Il PIU è un bando varato dalla Regione Toscana e finanziato dal Programma Operativo Regionale (POR) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020.

• l’intervento di recupero del volume edilizio dell’ex fabbrica Forti in via Giordano, per la realizzazione del Mercato Metropolitano di Prato, dove si sono chiuse le opere di recupero dell’edificio. Su quest’ultimo intervento verranno eseguite l'operazione di riforestazione della facciata (intervento esterno) e la realizzazione al suo interno della Fabbrica dell’Aria con funzione di area ristoro e consumazione.

168 → siti pilota progetto UIA

Il Macrolotto Zero Il Macrolotto Zero è un quartiere ampio situato nei pressi del centro storico, contraddistinto dalla presenza di varie entità sociali ed economiche che lo rendono unico nel suo genere caratterizzato da una serrata presenza di residenze e spazi produttivi provenienti da piccole attività a conduzione familiare. Si estende per circa 44 ettari, con una quasi completa assenza di spazi pubblici, pur collocandosi a ridosso del centro storico di Prato. La zona riporta perciò tratti simili alla periferia: un degrado edilizio e urbanistico diffuso, la mancanza di sufficienti spazi collettivi e una bassa presenza di servizi alla persona, accentuato da barriere infrastrutturali che ne marcano la divisione -a nord la ferrovia, ad ovest la tangenziale-. Il Mercato Coperto Il Mercato Coperto è un grande spazio coperto ottenuto dalla riconversione della dismessa manifattura tessile “Forti”, passata di recente a disposizione dell’amministrazione comunale, primo tassello del rilancio del Macrolotto Zero finanziato con i fondi del PIU (Piano d’innovazione urbana).

Nel 2018 sono iniziati i lavori di ristrutturazione per ammodernare completamente l’ex area di follatura, un edificio di pianta rettangolare, composto da quattro volte parallele leggibili anche nel prospetto di facciata, con due lucernai trasversali a illuminarne lo spazio sottostante. Quattro portali rivestiti in acciaio corten permettono l’accesso da via Umberto Giordano per una connessione al centro città e agli altri interventi del PIU. La recente ristrutturazione ha concepito il mercato come uno spazio permeabile Playground Mercato Coperto Medialibrary Ambito del Macrolotto 0, gli interventi.

169→→

Nei due lati corti sono stati ricavati vani tecnici e servizi, introducendo dei volumi per l’intera lunghezza che non raggiungono il solaio (alto 4 metri circa nel punto più basso) e permettono perciò una lettura completa dell’intero involucro. A seguito della ristrutturazione recentemente completata, gli interni presentano ora una pavimentazione in cemento, pareti e solaio intonacati di bianco, tale l’esterno, con la copertura finita in lamiera il cui risvolto sottolinea e marca le curve del solaio in facciata. All’interno le linee dei sottoservizi sono agganciate a travi e pilastri esistenti, volutamente mantenute a vista, per un effetto che persiste il carattere industriale del fabbricato.

aprendolo con altrettanti varchi anche su via Vincenzo Bonicoli. L’intera via d’ingresso sarà interessata da una mobilità lenta con velocità di marcia massima di 30km/h per renderla sicura e promuovere un traffico ciclistico e pedonale. Il lato ovest intercetta infatti il percorso ciclopedonale grazie ad un piano in calcestruzzo inclinato per rendere accessibile lo stabile all’intero pubblico di visitatori, evitando barriere architettoniche. Lo spazio interno è cadenzato dalle colonne in corrispondenza delle travi su cui si impostano le volte, creando una ritmicità che si ripete tre volte ogni 10 metri circa.

Mercato Coperto, Macrolotto 0

Fabbrica dell'AriaVasche esterne Vasche internePareteesternaverde Ambito del Macrolotto 0, il Mercato Coperto.

L’intervento di valorizzazione del nuovo edificio del Mercato Coperto, si può precisare essere in linea con le strategie per la città definite all’interno del Piano Operativo per la forestazione urbana. Il verde sarà infatti un elemento presente sia all’esterno del volume edilizio, sia al suo interno, rendendo la vegetazione non solo parte di un ambiente caratterizzante ma soprattutto macchina biologica in grado di depurare l’aria inquinata, oltre a garantire un benessere fisiologico e sociologico per le persone che sosteranno in questo luogo. Nello specifico il mercato diventerà riferimento attivo nel sistema della demineralizzazione urbana grazie a delle azioni puntuali altamente efficaci a introdurre biodiversità negli spazi trattati.

A tal riguardo risulta indispensabile citare il Forest Building del gruppo statunitense SITE, un centro commerciale della catena BEST. Questo progetto non solo ha cercato di salvaguardare la presenza del verde all’esterno della struttura costruita, ma, in modo rivoluzionario per gli anni ’80, ha incluso le specie vegetali al proprio interno o per meglio dire è stata la presenza naturale a plasmare l’intervento. Per il gruppo, infatti, l’architettura non è solo funzionalismo ma ha la responsabilità di dialogo con i problemi di mutamento culturale in atto. E similmente, l'intervento del Mercato Coperto va ad aumentare la superficie di verde presente, non solo sfruttando l’area esterna dell’edificio, ma portando specie vegetali all’interno dello spazio, potendolo considerare come un unico ambiente fruibile e pubblico.

170 → siti pilota progetto UIA vista aerea

La progettazione degli spazi interni prevede la realizzazione di un’area di consumo e somministrazione di cibo e bevande. Questa diventerà una grande Fabbrica dell’Aria, ossia uno spazio in grado di rimuovere gli inquinanti atmosferici attraverso le piante.

171→→ il Mercato Coperto, soluzioni e possibilità negli spazi interni Mercato Coperto, Macrolotto 0

L'azione esterna invece utilizza la natura per rendere la facciata dell'edificio verde, tale da mitigare l’impatto dell’edificio nell’ambiente circostante, per dissuadere il calore nel periodo estivo e captare gli inquinanti atmosferici durante l’intero ciclo di vita. L’intervento previsto è relativo all’area esterna dell’edificio prospiciente via Giordano. La facciata dell’edificio è quindi trasformata in una grande scenografia verde, costruita con piante rampicanti che salgono su una rete metallica. Le piante verranno messe a dimora su delle vasche posizionate ai lati dei vani di ingresso, che integreranno anche delle sedute. I benefici relativi a questo intervento sono ampi, e variano dal miglioramento della qualità dell’aria in prossimità delle aree di sosta di nuova costruzione, fino alla riduzione delle temperature. In entrambi gli interventi la volontà è di offrire alla comunità luoghi dedicati alla condivisione, all’informazione, ai servizi, alla cultura e al tempo libero.

L’aspetto più innovativo è il miglioramento della qualità dell’aria che le piante produrranno. Per la prima volta a questa scala, nel Mercato Coperto verrà sperimentato l’innovativo sistema di depurazione botanica Stomata, grazie al quale gli inquinanti presenti all’interno dei locali verranno in gran parte rimossi e degradati dalle nostre amiche verdi. moodboard dell'intervento

All’interno del Mercato Coperto è stata ricavata un’area di circa 215 m2, separata dal resto dello spazio con una vetrata attraversabile in tre punti. Questa divisione è stata pensata per abbinare alla funzione della parte a superficie maggiore, ovvero uno spazio di vendita di prodotti agricoli, una zona di preparazione e somministrazione del cibo (con la presenza di una cucina) che possa utilizzare direttamente la frutta e la verdura acquistata in loco. A questa si integra una zona di consumazione e di ristoro con varie tipologie di sedute, caratterizzata dalla costante presenza di piante attraverso gli arredi, i tavoli e le sedute, elementi integrati in grandi vasche per contenere il verde, di modo che le persone si ritrovino letteralmente circondate dalle piante. Ciò svilupperà una serie di benefici, da quelli psicofisici, ad altri più funzionali, isolando acusticamente e visivamente le postazioni da quelle vicine.

172 → siti pilota progetto UIA Indoor Jungle

Mercato Coperto, sezione vasca e parete N-O. Courtesy of Pnat Srl

3 0 8 4 11 35 1 0 5 0 3 0 4 0 1 0 4 0 10 ±0,000 +2,970 S 01 Sezione vasca interna 1:10 Te a o di supporto n ubo a i 50x50mm Lam e a d rives imento frontale sp 2mm Vasca n acc a o sp 2mm P ante n vaso Prof o ango are a at ugua 150x150x10mm Rete metal ca per piante ramp cant mag a 200x200mm Tubolar n acc aio 50x50mm P an e da cap to ato Vasca n accia o sp 2mm Arg l a espansa R vest mento ron ale in egno sp 2cm Terriccio Tessuto non essu o Arg l a espansa a coper ura sp 2cm PIANTE DI GRANDI DIMENSIONI 2 Areca h180 3 Areca h250 4 Musa Bananas h140 5 Musa Bananas h>200 6 Ficus Lyrata 7 2 Ph d d Mons era 7 Phi d d 8 Ken h 180 1 Areca h140 7 3 Ph odendron h180 7 1 Ph l d d 173→→ Mercato Coperto, Macrolotto 0 L'intervento interno al mercato è costituito da quattro tipologie di sistemi in cui sono presenti piante: vasche, vasche sospese, Fabbrica dell'Aria e parete verde.

Le vasche sospese, localizzate ad una certa altezza dal suolo, avranno il compito di ospitare piante generalmente "ricadenti", il cui effetto di riempimento è volto ad esaltare la sensazione di immersione in uno spazio simile a una giungla, intercettando, passivamente, una prima quantità del particolato e degli inquinanti dispersi nell'aria.

Le vasche sono ambienti in cui le piante vengono inserite e svolgono prevalentemente una funzione estetica. L'intervento prevede la coltivazione di piante tropicali in dodici vasche di dimensioni variabili, con forme morbide ed organiche, che permettono di incassare tra il verde le varie tipologie di tavoli, in modo da massimizzare la vicinanza dei visitatori con le piante. Sono posizionate a varie altezze dal piano di calpestio, sollevate grazie a una struttura in acciaio; alcune integrano anche gli elementi di seduta, altre i piani di appoggio che hanno un’altezza da terra di 110 cm.

La Fabbrica dell'Aria è un sistema di bio-filtrazione vegetale dell’aria in grado di rispondere efficientemente, in maniera sostenibile, all’esigenza della depurazione dell’aria negli ambienti indoor. Secondo l’Unione Europea “l’inquinamento atmosferico rimane il più grave problema di salute ambientale in Europa, con un tasso di mortalità più di 10 volte superiore a quello degli incidenti stradali” e l’aria all’interno degli edifici spesso è più inquinata di quella esterna. Questo perché gli inquinanti dell’aria interna provengono da svariate fonti e includono particelle di origine esterna che migrano all’interno e particelle che provengono da fonti interne. I composti organici volatili (COV) sono tipici inquinanti indoor derivanti da diverse fonti, inclusi materiali da costruzione, arredi, prodotti per la pulizia, prodotti per la cura personale e deodoranti per ambienti. All’interno del Mercato Coperto il tema della depurazione dell’aria è uno degli elementi chiave del progetto di interni, in quanto trasforma l’area bistrot in una sorta di grande filtro botanico che depura l’aria di tutto lo spazio interno.

Fabbrica dell'Aria, render di progetto. Courtesy of Pnat Srl

174 → siti pilota progetto UIA

Le “Fabbriche dell’Aria®” sono due e sono posizionate lungo la vetrata di separazione dei due ambienti, dimensionate per garantire aria pulita all’interno del mercato. Entrambi gli elementi utilizzano il sistema Stomata®, una tecnologia di filtrazione vegetale sviluppata da Pnat che amplifica significativamente la naturale capacità delle piante di assorbire e degradare gli inquinanti aerei sia inorganici (biossido di carbonio, composti dell’azoto, polveri sottili) che organici (COV). L’aria viene prelevata dall’ambiente e costretta a passare attraverso un filtro progettato per favorire la captazione degli inquinanti che grazie alle piante, subiscono processi di degradazione ed assorbimento, sia a livello delle radici che delle foglie. Le “Fabbriche dell’Aria®” sono completamente automatizzate e le installazioni saranno dotate di sensori che monitorano in tempo reale i dati ambientali e il livello di inquinanti atmosferici in entrata e in uscita dal sistema, in modo che possano essere visionati attraverso devices posizionati all’interno del Mercato Coperto.

La parete vegetata prevista all'interno della indoor jungle si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 29 m, contro il muro esistente che delimita i locali di servizio del lato Nord-Ovest. È realizzata con una rete metallica elettrosaldata, di maglia 20x20cm, su cui le piante rampicanti presenti nelle vasche sono libere di aggrapparsi per riempire l'intera superficie verticale. Ciascuna vasca e parete sarà alimentata da un sistema di irrigazione a goccia in grado di soddisfare i fabbisogni idrici delle piante durante tutto l'anno. Le vasche sono provviste di un sistema di drenaggio e di allontanamento delle acque in eccesso attraverso condotte di scarico collegate alla rete. Fabbrica dell'Aria, schemi di prova per la depurazione degli spazi interni.

175→→ Mercato Coperto, Macrolotto 0

176 → siti pilota progetto UIA vasche sospese vascheparete vegetata Fabbrica dell'Aria Elementi verdi all'interno del Mercato Coperto.

177→→ Mercato Coperto, specie vegetali interne. Aechmea fasciata macrorrhizos Musa banana Howea forsteriana Sansevieria trifa sciata “Laurentii” Fatsia japonica Philodendron hede raceumdiversifolium“Scandens”Stephanotis floribunda AsparagusEpipremnumsprengeriaureumMonstera deliciosa Strelitzia nicolai Asplenium nidus Cissus rotundifoliaRAMPICANTI/RICADENTI MEDIEEPICCOLE Hedera PhilodendronhelixxanaduFicus lyrata Rhipsalis bacciferaAglaonema roebeli nii “Silver Queen” GRANDI Dieffenbachia CalatheaDypsisseguinelutescensorbifoliaTradescantia zebrina Trachelospermumjasminoides

178 → siti pilota progetto UIA Render di progetto dell’interno del Mercato CourtesyCoperto. of Pnat Srl

179→→ Mercato Coperto, Macrolotto 0

Il Mercato Coperto: interventi esterni. parete vegetatasedute vasche

180 → siti pilota progetto UIA Outdoor Jungle

A ridosso della parete del Mercato Coperto che guarda via Giordano vengono posizionate delle fioriere con messe a dimora delle piante di varie specie, tra cui rampicanti. Il fondo di ciascuna vasca è forato per il libero scolo delle acque. Le vasche sono posizionate a varie altezze dal piano di calpestio, sollevate grazie a una struttura in acciaio realizzata con montanti e traversi. Tra le vasche sono realizzate delle sedute rivestite con doghe in pino autoclavato. Sopra ai portali di ingresso al mercato sono presenti dei solai in cemento armato sorretti da dei setti murari. Su ciascuno di questi solai vengono posizionate 3 vasche in acciaio per arricchire ulteriormente la facciata di verde. Contro l'intero muro esterno su via Giordano viene realizzata una controparete su cui le piante rampicanti presenti nelle vasche sono libere di aggrapparsi. La controparete è realizzata con una rete metallica elettrosaldata con maglia 20x20cm, montata su cornici in tubolari di acciaio, a loro volta connessi alla muratura attraverso delle staffe.

Nella parte superiore della facciata la cornice in tubolari viene sagomata per seguire il disegno della copertura a volta. Nell’intercapedine tra il muro e la rete metallica passano gli impianti di irrigazione ed elettrico. In corrispondenza dei pluviali esistenti la rete si interrompe per permetterne l’ispezione.

L’intervento sugli spazi esterni prospicienti via Giordano ha come obiettivo la valorizzazione del piazzale di ingresso come area di sosta e di incontro. Attraverso le piante si aumenta la qualità architettonica dello spazio e si offre maggiore comfort agli utenti.

45 75 V A R A L 0 V A R A B E 0 0 0 400 ±0 000 0 S 02 03 sezione vasca esterna / aportale le 1:20 Rete metal ica per piante rampicanti magl a 200x200mm Tubo ari n acciaio 50x50mm Vasca n acciaio sp 2mm Tessuto non tessuto Lam era di r vestimento frontale sp 2mm Tubazioni di scarico d am 32mm Vasca in accia o sp 2mm Telaio di sopporto tubolari 50x50mm Tela o d sopporto tubo ari 50x50mm Tubolare d irr g dimento Arg lla espansa Po P ante da esterni da capitolato Lamiera di rivest mento frontale sp 2mm Terriccio 19 Vitex agnus 181→→ Mercato Coperto, Macrolotto 0 Mercato Coperto, specie vegetali esterne, sezione vasca e parete di ingresso su via Giordano. Courtesy of Pnat Srl elegantissimaHederaCeanothusrepensSalviamicrophylla Hedera MiscanthushelixsinensisStipatenuifolia TrachelospermumjasminoidesRosmarinus officinalis Vitex agnus Lonicerajaponica atriplicifoliaPerovskia farinaceaSalvia bonariensisVerbena VASCAINRAMPICANTI

182 → siti pilota progetto UIA Render di progetto, intervento esterno del Mercato Coperto. Courtesy of Pnat Srl

183→→ Mercato Coperto, Macrolotto 0

184 → siti pilota progetto UIA a.ARIARimozione dell’inquinamento da composti organici volatili (VOC) b. Riduzione dei contaminanti atmosferici (PM, O3, NOx, SOx) c. Filtrazione dell’aria attraverso convezione d.forzataMonitoraggio della qualità dell’aria a.ACQUAAbbattimento del BOD e COD b. Riduzione dei solidi sospesi (SST) c. Abbattimento dell’azoto d. Abbattimento del fosforo e. Trattamento delle acque di prima pioggia f. Monitoraggio della qualità delle acque g. Recupero e riutilizzo delle acque a.SUOLORigenerazione Ecologica b. Preservazione della permeabilità del suolo c. Riduzione dei livelli di contaminazione nel suolo

SALUTE a. Benefici psicologici b. Promozione dell’attività fisica all’aperto c. Costruzione di spazi fruibili d. Informazione e sensibilizzazione e. Responsabilizzazione verso la cura del bene comune f. Educazione alimentare g. Biofilia a.COMFORTAssorbimento acustico b. Isolamento acustico c. Riduzione del tempo di riverbero d. Comfort olfattivo e. Riduzione dell’irraggiamento solare CIBO a. Diversificazione dell’offerta b. Continuità della produzione c. Beneficio economico a.BIODIVERSITA'Promozionedella biodiversità

MERCATO COPERTO Utilizzo di piante in ambiente indoor 0.40 0.40 0.80 225.14 SI Parklets 0.26 0.40 0.66 15.54 SI Green Facade 0.30 0.40 0.70 95.62 SI PBS4 0.00 0.00 0.00 0.00 NO PBS5 0.00 0.00 0.00 0.00 NO PBS6 0.00 0.00 0.00 0.00 NO PBS7 0.00 0.00 0.00 0.00 NO PBS8 0.00 0.00 0.00 0.00 NO PBS9 0.00 0.00 0.00 0.00 NO PBS10 0.00 0.00 0.00 0.00 NO TOTALE 336.30 3 1002 m 2 336.30 m 2 0.03 RISULTATO DEL PROGETTO: URBAN JUNGLE FACTOR Sostenibilità qs(≥0.25) Indice q=qb +qs ecologicamenteSuperficieattiva Accettabilità della PBS Benefici qb (≥0.25) 0.37Punteggio Finale: Area totale di Intervento: Superficie EcologicamenteBonus:Attiva: UJF ≥0.30 185→→ 321 Mercato Coperto, Macrolotto 0

186 → siti pilota progetto UIA PARK,2.0_FARM PLEIADIDELLEVIA

187→→ calcolo preliminare dei benefici degli interventi 2 Farm Park, via delle Pleiadi PNAT srl

Attribuzione preliminare benefici intervento Farm Park, via delle Pleiadi: 188 → siti pilota progetto UIA

Il progetto prenderà vita in due fasi: in una prima fase verra realizzata la serra tecnologica e i servizi ad essa legati, in una seconda fase si prevede l’introduzione dell’area ludico-ricreativa per i più piccoli con i food container e gli spazi di pertinenza, il playground, gli orti aromatici e la cintura di alberi ed arbusti.

Utilizzare in sinergia alberi e piante e materiali semplici o di recupero è strategico per la trasformazione dell’area in uno spazio accessibile e fruibile a tutti gli abitanti di Prato. L’intervento è un’occasione per avvicinare gli abitanti ai temi dell’educazione alimentare, dell’agricoltura sostenibile e dell’ecologia.

Farm Park, via delle Pleiadi 189→→

Farm Park è un progetto innovativo legato al verde e al cibo che servirà ad attivare nuove funzioni nell’area verde denominata Parco Prato. Il lotto ha al suo interno piantumazioni giovani ed è circondato da parcheggi e dalla strada declassata. L’idea è di attivare un processo di rigenerazione, utilizzando il verde in modo unico ed innovativo in modo da riscrivere le relazioni tra gli abitanti e il parco ad oggi sotto-utilizzato. Il progetto consiste in una serra urbana ad alto rendimento, per la produzione di vegetali a km 0, di un’area ristoro riutilizzando vecchi containers industriali per la somministrazione di cibo e bevande prodotte localmente, un orto aromatico, un’area per i più piccoli dove il gioco sarà un modo per avvicinarsi ai temi ambientali attuali, il tutto circoscritto da una fascia tampone di nuove alberature con lo scopo di ridurre l’impatto visivo ed acustico dato dalla presenza della strada e creare così uno spazio confortevole. Tutti gli elementi saranno fortemente integrati con il verde. Nel progetto il concetto di Urban Jungle trova una sua naturale collocazione dato il massiccio impiego di verde a giocare un ruolo chiave: creazione di spazi ombreggiati, comfort ambientale, visivo e psichico.

190 → siti pilota progetto UIA Ambito della declassata. Piano Operativo del comune di Prato

La peculiarità di questo luogo, rispetto ai programmi di piano, è la sua posizione di testa rispetto al Viale Leonardo Da Vinci, comunemente denominato “declassata”, ovvero l'arteria principale di Prato in direzione est-ovest che divide in due l'intera città. Il Piano Operativo riconosce l’asse della Declassata come uno dei grandi temi di sviluppo del territorio pratese.

191→→

L’area in oggetto, denominata Farm Park, si trova nella località di San Giusto a Ovest della città Prato. Questo lotto, assieme al Macrolotto 0, fa parte del progetto Urban Jungle con l’intento di restituire spazio pubblico alla collettività, includendo alberi, piante e natura, assorbendo numerose tonnellate di CO2 e aumentando il benessere degli abitanti.

L'area dell'intervento è in una zona commerciale e ad oggi si presenta come grande spazio verde sottoutilizzato, con piantumazioni giovani e alcune attrezzature (panchine e lampioni) lungo un percorso in ghiaino che la attraversa. Si trova racchiusa tra edifici di estesa dimensione, circondata dai parcheggi delle attività e collegata a Nord alla strada declassata. Il parco commerciale accoglie molti punti vendita di vario genere ed esercizi commerciali legati al benessere, la cura della persona e alla ristorazione, includendo anche un Cinema Multisala. Questa varietà di negozi e servizi vede l’area fortemente attraversata da un flusso di persone sia in orari diurni, che serali (palestre e ristoranti) e notturni (cinema). L’area circostante inoltre è ricca di attività produttive, aree residenziali e scuole, tutte interconnesse tra loro, le quali rappresentano possibili fruitori per uno sviluppo futuro del parco. Partendo da Nord, infatti, abbiamo una grande polo scolastico di cui fanno parte l’Istituto Statale d’Istruzione Superiore Gramsci – Keynes, I’Istituto di Agraria Francesco Datini di Prato e l’Istituto Tecnico e Professionale Statale Paolo Dagomari, con all’incirca un bacino di 5000 studenti che quotidianamente raggiungono l’area. Tra il parco commerciale e il polo scolastico si trova l’area residenziale Gescal di San Giusto. Un ampio complesso del piano Ina-Casa, caratterizzato da una struttura ad alveare dove gli edifici sono costituiti da quattro torri e quattro bracci che racchiudono delle corti accessibili dalle vie principali mediante passaggi carrabili e pedonali. Al centro del quartiere, sono collocati i servizi collettivi come il centro parrocchiale, la scuola materna ed elementare e il centro sociale. Il progetto coordinato da Ludovico Quaroni

La potenzialità del progetto "Farm Park" sta nel poter divenire porta d’ingresso a questo sistema, le cui caratteristiche rafforzeranno lo spazio verde pubblico, rendendolo un polo attrattivo integrato alle realtà presenti nella zona (le case di edilizia popolare, gli istituti scolastici e gli spazi commerciali).

Farm Park, via delle Pleiadi

commercialeAreaFarm Park Residenze Gescal Polo scolastico L'area del Farm Park e del quale fanno parte anche Edoardo Detti, Massimo Boschetti, Adolfo de Carlo risponde al fabbisogno di circa 3.600 vani. L’intervento rappresenta un importante documento delle teorie urbanistiche di Quaroni, elaborate negli anni '50, in merito all’importanza degli spazi collettivi e delle aree verde comuni. L’intervento comprende infatti anche l’Istituto scolastico Comprensivo don Milani e l’edificio con la piscina coperta Gescal. A sud dell’area è presente un altro complesso residenziale sociale: l’EPP di via Turchia di San Giusto: l’edificio ad alta densità abitativa, caratterizzato da aree verdi è stato completato nel 1994 ed è costituito da tre blocchi collegati da una piazza pedonale su cui affacciano due edifici bassi destinati a cantine.

192 → siti pilota progetto UIA

Attorno al parco l’area commerciale, che vede la presenza di due centri commerciali e polifunzionali: uno denominato “Parco Prato” e l’altro “Omnia Center” e di un l’edificio della catena “Maison du Mond”.

Sono presenti complessivamente 102 alloggi di edilizia residenziale pubblica.

STRALCIOPrimo STRALCIOSecondo

Suddivisione in Stralci di progetto

2: Recinzione, completa di rampicanti, a chiusura della serra tecnologica con orti in cassa, area di ristoro con food point, playground area piccoli e nuove alberature.

Il progetto verrà realizzato in due stralci: STRALCIO 1: Serra tecnologica, completa e funzionante in ogni sua parte e comprendente di doppi servizi aperti al pubblico e al personale della serra e dei food STRALCIOpoint.

193→→

Pnat realizzerà il progetto con lo scopo di valorizzare l’area verde precedentemente descritta, raggiungibile da via delle Pleiadi. Le fasi progettuali saranno suddivise in due stralci, un progetto ben più ampio legato al verde e al cibo che servirà ad attivare nuove funzioni nell’area del parco.

Farm Park, via delle Pleiadi

• area ludico -ricreativa dove il gioco sarà un modo per avvicinarsi ai temi ambientali più attuali.

Il Farm Park: schema funzionale e dei benefici

Il progetto esprime il concetto di Urban Jungle che si compone di una serie di elementi progettuali:

194 → siti pilota progetto UIA

• serra tecnologica urbana ad alto rendimento, di tipo freddo, per la coltivazione idroponica in sacco, la quale accoglie doppi servizi aperti al pubblico e al personale della serra e dei food point, un'area laboratoriale e un semenzaio.

• area ristoro per la somministrazione di cibo e bevande agli utenti del parco, usufruendo del ripristino di vecchi conteiners trasformati in food point.

• aree di permanenza all’aperto con strutture che utilizzano le piante per favorire l'ombreggiamento

“Il tema ambientale è anche intrinsecamente sociale,” spiega il Prof. Stefano Mancuso, co-fondatore di Pnat, “così come sostenibilità è anche equità. Questo è un progetto di rigenerazione urbana attraverso le piante, che riscrive le relazioni tra abitanti e risorse all’interno della città.”

Farm Park, via delle Pleiadi Il Farm Park: schema relazioni

195→→

Il progetto inoltre prevede anche la messa a dimora di specie vegetali, per la depurazione dell’aria, l’ombreggiamento e la mitigazione della temperatura, che in sinergia con gli altri elementi di progetto contribuiranno a consentire una graduale operazione di riqualificazione che coinvolgerà tutto il parco richiedendo la partecipazione attiva del Comune e delle associazioni che operano sul territorio.

Il primo stralcio di progetto consiste nella realizzazione di una serra ad alto rendimento, di tipo freddo, per la coltivazione idroponica in sacco. Nell'ambito di questa prima fase di progetto prevede la coltivazione di ortaggi a km0 diventando motore per l'economia locale e favorendo l’incontro e le attività della comunità. Le tecnologie di coltivazione idroponica previste nella serra garantiranno la produzione sostenibile di grandi quantità di ortaggi, seguendo però i ritmi stagionali.

La serra al suo interno è suddivisa nelle seguenti aree funzionali: Park

All’interno del piano di Prato Urban Jungle, quindi, l’intervento diventa un’occasione per avvicinare gli abitanti ai temi dell’educazione alimentare, dell’agricoltura sostenibile e Ladell’ecologia.serra,unavolta attivata, potrà essere gestita da privati o associazioni e la produzione di ortaggi potrà essere venduta direttamente sul posto a privati, associazioni, gestori di locali per la consumazione di cibo e bevande, mense ect.

Connessioni tra il Farm

196 → siti pilota progetto UIA

La serra avrà anche la funzione di avviamento al lavoro grazie a percorsi di formazione che trovano sbocco in attività legate al vivaismo, alla gestione del verde e alla formazione di operatori agricoli specializzati in serre ad alto rendimento.

e l'area circostante STRALCIO 1.

Serra Tecnologica

197→→ FORMAZIONEELAVORATIVEOPPORTUNITÀBREVEAGRO-ALIMENTAREFILIERA Farm Park, via delle Pleiadi La serra lavorativeopportunitàtecnologica:e produzione

La serra sarà destinata a due cicli produttivi: primaverile-estivo e autunno-invernale, così da garantire una produzione continua durante buona parte dell’anno. Nelle stagioni calde sarà dedicata alla coltivazione del pomodoro, varietà “cherry”, in quelle fredde a una serie di specie di cavoli (verza, cappuccio e nero), che ben si prestano alla coltivazione fuori suolo, in ambiente protetto e su substrato artificiale. Tale scelta è stata dettata dall’esigenza di garantire la produzione in serra non riscaldata (serra fredda), la quale permetterà un anticipo delle semine a primavera e un prolungamento della coltivazione in autunno e nel periodo invernale. Quindi sull’annata si otterranno raccolti complessivamente più abbondanti.

• area servizi igienici e spogliatoio I servizi igienici, che occupano una campata di testa, sono suddivisi in due spazi grazie a due ingressi, con accesso dall’interno e dall’ esterno. Questo permette di avere una parte destinata ai soli lavoratori (della serra e a coloro che gestiranno i Food Point in futuro) che avrà in aggiunta uno spogliatoio. I rimanenti servizi sono ad uso del pubblico esterno.

La serra sarà in grado di ospitare la coltivazione di circa 750 piante.

La coltivazione invernale delle tre specie di cavolo verza, cappuccio e nero (n.250 per tipo) sarà effettuata a partire dalla fine di agosto, quando cesserà la produzione di pomodori, protraendosi per tutta la stagione fredda. La produzione annua di cavoli è, invece, stimata intorno alle 2 tonnellate, per la stessa superficie di coltivazione.

198 → siti pilota progetto UIA

Per garantire la massima aerazione, soprattutto per i periodi più caldi, l’intero colmo dell’area produttiva sarà dotato di sportelli apribili. L’illuminazione prevista sarà solo da lavoro e non tecnica da serra per la crescita delle piante. È previsto inoltre un sistema di ombreggiamento interno in piano, costituito da una serie di teli mobili in senso longitudinale, avente anche la funzione di coibentazione durante la notte. Per la produzione sono previsti 8 filari di canalette per coltivazione in plastica appoggiate a terra su cui corrono gli impianti di irrigazione e fertirrigazione.

La coltivazione estiva prevede la semina di 5 varietà di pomodoro “cherry” (n.150 per tipo) così ripartite: ciliegino “Black cherry”, datterino “Zebrato”, “Piccadilly”, datterino “Arancione”, datterino “Giallo”, con produzione annua stimata attorno alle 3,8-5,8 tonnellate, per una superficie di coltivazione di circa 275 m2

• area semenzaio zona dedicata alla germinazione dei semi per la produzione biologica • area produttiva è lo spazio centrale dedicato alla coltivazione, occupando 10 campate per un totale di 40 m. La struttura della serra è composta da un telaio in ferro zincato a tamponamento delle campate -di 4 m-, con chiusure per le pareti verticali in vetro temperato, mentre per quelle di copertura in policarbonato alveolare di spessore 6mm, fissati tramite piastrine ai profilati portavetro in lega di alluminio.

• area tecnica area legata agli impianti e ad uso magazzino

• area laboratorio destinata a tutte le attività tecniche e di avviamento al lavoro della serra produttiva

199→→ Farm Park, via delle Pleiadi Cicli produttivi cavolo datterinocavoloPiccadillynerocappuccio"zebrato" datterino arancione cavolo verza ciliegino "Black cherry" datterino giallo

200 → siti pilota progetto UIA

Nel parco alcuni container industriali verranno trasformati in veri e propri locali, dotati di tutti gli impianti, permettendo così di creare un’area di ristoro dove produttori locali potranno distribuire i propri prodotti e gli ortaggi provenienti dalla vicina serra tecnologica. L'area sarà attrezzata con 72 posti a sedere per i fruitori del parco, gli arredi utilizzati saranno flessibili e rimovibili riducendo così l'impatto sull'ambiente e favorendo la permanenza all'aperto.

Containers food point

Funzioni e attrezzature containers food point STRALCIO 2.

In una seconda fase saranno realizzati degli orti rialzati per specie aromatiche. Ciò avviene tramite l’utilizzo di cassoni in legno come contenitori, riempiti con un terreno più morbido e fertile per ottimizzare la crescita e lo sviluppo delle piante. La loro altezza ne facilita l’uso da parte di qualsiasi utente, per una didattica inclusiva. La struttura può essere arricchita con altre forme e elementi così da integrare ulteriori piani di lavoro e di sosta.

Specie vegetali consigliate per orti aromatici in cassa Mentha spicata menta Rosmarinus officinalis rosmarino alto Armoracia rusticana rafano Salvia officinalis salvia comune Erigeron karvinskianus cespica Rheum rabarbaro Melissa officinalis melissa hydrangea ortensia

201→→ Farm Park, via delle Pleiadi Orti aromatici

Specie vegetali consigliate per il parco

Acer campestre acero campestre Carpinus betulus carpino bianco Fraxinus oxycarpa frassino meridionale

202 → siti pilota progetto UIA Messa a dimora degli alberi È prevista la massa a dimora di alberi e arbusti al fine di cingere l'area di progetto e fungere da fascia tampone. Gli scopi principali di questa operazione sono di ridurre l'impatto visivo e acustico dato dalla presenza della strada e di creare zone di ombreggiamento, contribuendo alla generazione di uno spazio confortevole a livello ambientale e psichico

Hedera helix

Condizione primaria per la realizzazione di un "Food Park" che diventi un attrattore urbano è creare il giusto comfort ambientale, soprattutto nella stagione calda. Il parco presenta numerosi alberi piantumati recentemente i quali però non hanno ancora raggiunto una dimensione di fronda da garantire l’ombreggiamento adeguato. Nell’area adiacente ai food container verranno allestite delle strutture semplici di supporto a reti metalliche che saranno in grado di sostenere i rampicanti. In poco tempo, grazie alla crescita veloce di questo tipo di piante, si avranno delle zone d’ombra per tavoli e sedute. Attraverso le piante si aumenta la qualità architettonica dello spazio e si offre maggiore comfort agli utenti.

Specie vegetali consigliate per le pergole ombreggianti

203→→ Farm Park, via delle Pleiadi

Trachelospermumelegantissimajasminoides falso gelsomino Lonicera biflora caprifoglio profumanto Hedera helix hibernica Hedera helix edera comune

Pergola ombreggiante

204 → siti pilota progetto UIA Render di progetto. Courtesy of Pnat Srl

205→→ Farm Park, via delle Pleiadi

206 → siti pilota progetto UIA a.ARIARimozione dell’inquinamento da composti organici volatili (VOC) b. Riduzione dei contaminanti atmosferici (PM, O3, NOx, SOx) c. Filtrazione dell’aria attraverso convezione d.forzataMonitoraggio della qualità dell’aria a.ACQUAAbbattimento del BOD e COD b. Riduzione dei solidi sospesi (SST) c. Abbattimento dell’azoto d. Abbattimento del fosforo e. Trattamento delle acque di prima pioggia f. Monitoraggio della qualità delle acque g. Recupero e riutilizzo delle acque a.SUOLORigenerazione Ecologica b. Preservazione della permeabilità del suolo c. Riduzione dei livelli di contaminazione nel suolo

SALUTE a. Benefici psicologici b. Promozione dell’attività fisica all’aperto c. Costruzione di spazi fruibili d. Informazione e sensibilizzazione e. Responsabilizzazione verso la cura del bene comune f. Educazione alimentare g. Biofilia a.COMFORTAssorbimento acustico b. Isolamento acustico c. Riduzione del tempo di riverbero d. Comfort olfattivo e. Riduzione dell’irraggiamento solare CIBO a. Diversificazione dell’offerta b. Continuità della produzione c. Beneficio economico a.BIODIVERSITA'Promozionedella biodiversità

Serra produttiva 0,27 0,30 0,57 142,46 SI Prato 0,40 0,50 0,90 3499,39 SI Pergola ombreggiante 0,29 0,40 0,69 122,78 SI Alberi 0,40 0,30 0,70 245,55 SI Orto aromatico 0,25 0,30 0,55 88,49 SI Rampicanti 0,29 0,40 0,69 328,38 SI PBS7 0,00 0,00 0,00 0,00 NO PBS8 0,00 0,00 0,00 0,00 NO PBS9 0,00 0,00 0,00 0,00 NO PBS10 0,00 0,00 0,00 0,00 NO TOTALE 4427,05 6 4450 m 2 4427,05 m 2 0,12 RISULTATO DEL PROGETTO: URBAN JUNGLE FACTOR Sostenibilità qs(≥0.25) Indice q=qb +qs ecologicamenteSuperficieattiva Accettabilità della PBS Benefici qb (≥0.25) 1,11Punteggio Finale: Area totale di Intervento: Superficie EcologicamenteBonus:Attiva: UJF ≥0.30 207→→ 651234 Farm Park, via delle Pleiadi

208 → siti pilota progetto UIA TURCHIA,VIA3.0_EPP PNAT

209→→ calcolo preliminare dei benefici degli interventi 3 EPP via Turchia Pnat

210 → siti pilota progetto UIA

Serra, EPP via Turchia 211→→

All’interno del masterplan di Prato Urban Jungle, oltre alla progettazione degli interventi del Macrolotto 0 e del Farm Park di via delle Pleadi precedentemente illustrati, Pnat ha sviluppato la progettazione preliminare di un episodio di agricoltura urbana nel complesso di via Turchia. Si tratta del progetto di una serra produttiva in un complesso di edilizia popolare, avente lo scopo di creare innovazione sociale attraverso l’agricoltura urbana. Gli studi fatti in fase di progetto, per la loro ricchezza e complessità, rappresentano un’occasione di ricerca e un utile punto di partenza per possibili interventi simili nelle aree più periferiche delle città Europee. L’intervento di progettazione biofiliaca, utilizza la serra come motore per innovazione sociale in grado di produrre cibo, lavoro, formazione e reddito per gli abitanti del quartiere. Vista aerea degli alloggi popolari di Prato e le loro relazioni

Il progetto si sviluppa attorno ad una serra agricola ad alta produttività, che è un’occasione anche per ripensare gli spazi comuni del complesso. Il complesso di edilizia popolare è costituito di tre edifici residenziali a sei piani, disposti su due linee parallele e collegati tra loro da dei magazzini ad un piano. Il focus del progetto è proprio negli spazi adiacenti a questi magazzini, che attualmente sono fortemente degradati ma che nel progetto diventano il nuovo fulcro della vita sociale della micro-comunità di Via Turchia. Le coperture di questi magazzini vengono rese interamente accessibili, e trasformate in terrazze dove gli abitanti possono incontrarsi, acquistare verdura prodotta in serra, e avvicinarsi ai temi dell’agricoltura sostenibile e dell’ecologia. Le terrazze sono ombreggiate da strutture metalliche in acciaio dove crescono piante rampicanti che ne mitigano il microclima anche nei periodi più afosi, e permettono di ospitare funzioni conviviali, pranzi e chiacchierate all’ombra delle fronde. Per garantire l’accessibilità al piano, gli ingressi sono previsti sia tramite una scala in acciaio dal giardino, sia attraverso una passerella che collega il primo piano dell’edificio prospicente, munito di ascensore per disabili. Le terrazze sociali, con accesso indipendente, sono attrezzate con vasche contenenti piante ornamentali ed edibili, tavoli, panche, e barbecue, in modo da permettere piccoli eventi sociali.

Intervento di "depaving" Griglia con rampicanti Vasche perimetrali con specie ornamentali e Pianteedibili rampicanti

212 → siti pilota progetto UIA

Specie vegetali di progetto RAMPICANTI VASCAIN 213→→ Serra, EPP via Turchia MenthaMentaSpicata Rosmarinus officinalis Rosmarino alto Hedera helix elegantissima Trachelospermum jasminoides falso gelsomino o rincospermo Rosmarinus officinalis Rosmarinoprostatusprostato ArmoraciaRafanoRusticana Lonicera biflora Caprifoglio profumanto Salvia officinalis Salvia comune ErigeronCespicakarvinskianus RabarbaroRheum Hedera helix hibernica Hedera helix Edera comune Melissa Officinalis MelissahydrangeaOrtensia

214 → siti pilota progetto UIA

Nel retro ci sono delle terrazze tecniche, ad uso esclusivo dei lavoratori dello spazio serra, attrezzate con tutti gli apparati tecnici funzionali alla produzione agricola, inclusa centrale idrica, quadro elettrico e deposito, racchiusi all’interno di un container da 10 piedi. I magazzini e le loro terrazze, completamente rivestiti da piante rampicanti, e la struttura della serra, realizzata su una struttura a ponte che scavalca i due corpi di fabbrica esistenti, offrono una spazialità inedita, chiudendo una piccola piazza ad Laanfiteatro.piazzaviene

riqualificata attraverso piante, che vengono messe a dimora in superfici recuperate con la tecnica del “depaving”, ossia tramite l’eliminazione di parte della pavimentazione impermeabile attualmente presente. La corte che si viene a creare è uno spazio polivalente in grado di ospitare diversi eventi, tra cui cinema all’aperto, mercato temporaneo, e laboratorio didattico. La serra vera e propria è un volume vetrato realizzato con campate modulari che coprono una superficie di circa 250 m2. La serra si sviluppa sopra un solaio in acciaio che scavalca i magazzini esistenti, strutturalmente indipendente da questi ultimi in modo da non gravare sugli elementi in muratura. Gli ingressi sono previsti sia dal giardino esterno tra i due blocchi residenziali tramite una scala in acciaio che da un collegamento con passerella al primo piano dell’edificio prospicente. Interventi di progetto Serra tecnologica ad alto rendimento Terrazze sociali Terrazze tecniche Piazza

Serra, EPP via Turchia 215→→

Esploso isonometrico Struttura in acciaio Passerella di collegamento alle Scalaresidenzedirisalita

dall'esterno Container utilizzati come vani tecnici e deposito Terrazza tecnica: spazio esterno per i lavori della serra Fioriere Terrazza sociale: tavoli e arredo per esterni Terrazza sociale: orto collettivo L’involucro esterno è composto da un telaio in acciaio con chiusure in vetro temperato, aperture motorizzate e ombreggiante esterno. Il sistema di coltivazione pensato prevede l’inserimento di bancali con struttura metallica e coltivazioni in idroponica su sacco, con impianto di fertirrigazione alimentato in gran parte dalle acque meteoriche raccolte nelle coperture degli edifici limitrofi.

216 → siti pilota progetto UIA

La componente didattica è particolarmente forte nel progetto. Non solo didattica intesa come sensibilizzazione ai temi ambientali, ma anche proprio l’insegnamento di procedure e tecniche pratiche di coltivazione che possono poi essere spese nel mondo lavorativo. Questo punto è fondamentale. Nelle prime fasi di studio dell’area del complesso di Edilizia Popolare di via Turchia, uno dei dati più rilevanti messi in luce dal Comune è la differenza occupazionale dei residenti del quartiere, rispetto alla media comunale della città di Prato. L’intervento proposto ha preso in considerazione questo dato e l’idea di proporre una serra ad alto rendimento in una zona svantaggiata della città, nasce proprio dall’esigenza di avere un driver per l’innovazione sociale in grado di generare lavoro e microeconomie locali, migliorando situazioni di disagio e marginalità. Una struttura produttiva, pensata sia per la produzione e la vendita di cibo ma al tempo stesso in grado di generare occupazione e formazione professionale. Interventi di questo genere inoltre facilitano la nascita di gruppi di volontariato, associazioni per la gestione del nuovo patrimonio, gruppi di acquisto solidale, tutte attività che intensificano le relazioni economiche e sociali con il resto del tessuto cittadino. Il coinvolgimento diretto degli abitanti si traduce direttamente in una sensibilizzazione anche nei confronti dell’alimentazione e della qualità degli alimenti freschi (ad es. frutta e verdura di stagione) promuovendo diete più salutari ed equilibrate migliorando così la qualità della vita. Contribuisce ad ampliare la conoscenza delle persone nei confronti della varietà, delle modalità di produzione e stagionalità delle colture. L’ agricoltura urbana, è di fatto una pratica sociale, in grado di favorire l’aggregazione e l’integrazione attraverso la cultura e i processi di apprendimento. Sono proprio questi valori a fungere da rivestimento sociale protettivo per una riqualificazione urbana inclusiva che contrasta con le considerazioni puramente economiche o speculative perché rimette al centro il valore del cittadino. L’intervento proposto di fatto è stato pensato per ospitare, tutta una serie di attività sociali e culturali che fungono da fattore di crescita per il territorio e per i cittadini. Il mercato settimanale, il cinema all’aperto e laboratori didattici legati alla coltivazione e alla sostenibilità, trovano una collocazione naturale nello spazio tra le due terrazze sociali e la quinta formata dalla facciata della serra.

217→→ Ipotesi di utilizzo dello spazio piazza: - mercato - cinema all'aperto - teatro - mercato Serra, EPP via Turchia

218 → siti pilota progetto UIA Render di progetto. Courtesy of Pnat Srl

219→→ Serra, EPP via Turchia

La serra ad alta redditività di via Turchia è stata pensata come un progetto di agricoltura urbana per la produzione agricola in aree urbane, utilizzando superfici piane di edifici esistenti. In molti paesi del mondo, il fenomeno del Rooftop Farming (coltivazione sul tetto degli edifici) è in continua espansione. Da New York, a Montreal a Shangai, sono ormai moltissime le serre collocate sui tetti degli edifici che a differenza dell’agricoltura tradizionale, producono ortaggi a Km 0 senza consumare “nuova terra”. Queste serre permettono inoltre di ridurre la catena logistica e dei trasporti. Includono tecnologie di recupero dell’acqua piovana e di ricircolo della risorsa idrica, e non usano pesticidi sintetici perché utilizzano tecnologie idroponiche. La scelta dell’itinerario produttivo si basa sia su considerazioni di tipo commerciale sia su valutazioni ecologico-ambientali, nel caso specifico abbiamo proposto un sistema di policoltura in idroponica con pomodori, melanzane, peperoni, lattuga e fragole. Per gestire questi processi si è lavorato su schemi di gestione innovativi. La serra per la produzione agricola proposta è in grado di produrre verdura con grande efficienza, circa 15/20 tonnellate all’anno di ortaggi a seconda delle specie coltivate. Le verdure raccolte generano un ricavo, che dipende dal canale di vendita intrapreso: abbiamo ipotizzato che parte del raccolto venga venduto ai residenti di via Turchia, parte venga venduto nel Mercato Coperto del Macrolotto 0, e parte venga venduto a ristoranti e supermercati. In ogni caso, esiste un valore economico, che possiamo stimare sull’ordine dei 40/50.000€ all’anno. Questa cifra rende sostenibile le attività lavorative di coltivazione, gestione e vendita del prodotto per 10 persone che lavorano part-time. Queste persone, riunite in una associazione, gestiscono per un anno la serra e, aiutati anche da tecnici e moderatori esterni, mentre lavorano imparano tecniche di coltivazione avanzate e le basi per la commercializzazione del prodotto agricolo. Dopo un anno, queste dieci persone saranno sostituite da un altro gruppo di volontari che inizieranno il percorso di training e lavoro.

220 → siti pilota progetto UIA

I residenti che finiscono il ciclo lavorativo avranno acquisito delle competenze in ambito agronomico che potranno essere usate in altri mestieri, dalla serricoltura, al vivaismo, fino alla gestione degli spazi verdi. In Toscana c’è la concentrazione più alta della nostra penisola di serre agricole, vivai e ditte di giardinaggio alla costante ricerca di professionalità sempre più preparate. Si tratta quindi fondamentalmente di un percorso di formazione e di avviamento al lavoro, che potrebbe coinvolgere 50 persone in 5 anni.

221→→ Serra, EPP via Turchia

I criteri che di scelta dei materiali derivavano da uno studio di diversi fattori indispensabili per un’ottima realizzazione dell’opera, tra cui integrazione con il contesto e il rapporto con l’ampio parco verde circostante. I materiali scelti puntano ad una durabilità nel tempo dell’opera ma allo stesso tempo alla reversibilità degli stessi. Tramite smontaggio è possibile tornare allo stato attuale del sito o se necessario ampliare le volumetrie. La struttura pensata in sopraelevazione sui magazzini esistenti è costituita da pilastri e travi di bordo HEA 200, travetti HEA 100, mentre il pacchetto del solaio è in lamiera grecata con isolamento termico e finitura con pavimento flottante. Le dimensioni complessive sono circa 6,7x36,6x3,4 m a cui si aggiunge la serra alta 5,7 m.

PASSERELLA SERRA-EDIFICIO struttura con travi in acciaio zincato vern. e griglia in acciaio pedonale: 20 mq larg. 1,5mt lungh.13 mt parapetto con tubolare in acc. e rete metallica H 1,0 mt x 25 ml(lungh.tot.)

PASSERELLA TERRAZZA-TERRAZZA struttura con travi in acciaio zincato vern. e griglia pedonale in acciaio: 12 mq larg. 2 mt lungh.12 mt parapetto con tubolare in acc. e rete metal lica H 1,0 mt x 12 ml(lungh.tot.)

FACCIATA VETRATA infisso con vetro da definire e profilo da definire: 337 mq h totale 3,9mt passo pilastri portanti 3,9 mt

DEPAVING sostituzione di piastrelle con terra per crescita piante rampincanti : 130 mq

Sul soppalco si dispone la serra, in profilati d’acciaio zincati o d’alluminio, una predisposizione per rivestimento in vetro e portelli di colmo per la ventilazione.

222 → siti pilota progetto UIA

PLUVIALE ACC.INOX O ALL. tubo 43 ml grondaia 70 ml 3 SCALE in acciaio con pedate in griglia pedonale senza alzata, con corrimano. L160 x H 342 cm pianerottolo 160x170 cm

RETE ESTERNA rete in acciaio: 350 mq STRUTTURA ZINCATO VERN. tubolare zincato (40x40mm) per fissaggio reti su pareti verticali di diversa altezza e tubolare zincato per copertura terrazze lungh. 5,1ml largh 4,5ml h1,60 m. totali 470 ml

223→→ Serra, EPP via Turchia ARREDO TERRAZZE vasca in legno per coltivazione 1,6x3,6m: 5 mc panche in legno rimovibili 1,1x0,45m: 3 pz tavoli in legno 1,2x0,7m: 3 pz. CAVI ACCIAIO cavi in acciaio h 2,5 mt lunghezza tot.750 mt PANCHE base con struttura in legno P 20cm H 37cm e piano superiore spesso re 2,5 cm P 30 cm 3 - 10 ml 4 - 13 ml PILASTRO ACCIAIO pilastro strutturale HEA200 h338cm: 12pz COPERTURA SERRA infissi in vetro temperato 2,45x1mt: 270 mq totali passo 3,9mt VASCHE PER PIANTE in lamiera di alluminio vern. h40cm 1 -volume 2,4 mc rivestimento 40 ml 2 -volume 2,4 mc rivestimento 40 ml 3 -volume 1,8 mc rivestimento 30 ml 4 -volume 2 mc rivestimento 32 ml 1 2 4 CONTAINER 10’ Container di recupero 300x244x260H cm - 2 pz. SOLAIO in lamiera grecata costitiuto da profilati in acciaio, travetti HEA 100, travi di bordo HEA 200 e pilastri HEA 200 dimensioni 6,7x37 mt pavimentazione di 248mq in cemento con finitura in resina PAVIMENTAZIONE TERRAZZE in piastrelle flottanti con spessoramento su solaio esistente per arrivare in quota. 1 - 35 mq 2 - 35 mq 3 - 30 mq 4 - 30 mq

Impianto interno di ombreggiamento. All’interno verranno installati i bancali a struttura metallica con pianale idoneo all’irrigazione a flusso e riflusso. Le terrazze presentano una pavimentazione flottante in piastre di ghiaino lavato, rialzate su struttura da definire per arrivare a livello adeguato con la passerella ed evitando il meno possibile la demolizione della struttura esistente. Perimetralmente alla pavimentazione il progetto prevede la posa di vasche per piante realizzate in pannelli sandwich con una faccia in acciaio e una in pvc, montate su supporto rialzato in acciaio zincato.

224 → siti pilota progetto UIA Render di progetto. Courtesy of Pnat Srl

225→→ Serra, EPP via Turchia

SALUTE a. Benefici psicologici b. Promozione dell’attività fisica all’aperto c. Costruzione di spazi fruibili d. Informazione e sensibilizzazione e. Responsabilizzazione verso la cura del bene comune f. Educazione alimentare g. Biofilia a.COMFORTAssorbimento acustico b. Isolamento acustico c. Riduzione del tempo di riverbero d. Comfort olfattivo e. Riduzione dell’irraggiamento solare CIBO a. Diversificazione dell’offerta b. Continuità della produzione c. Beneficio economico a.BIODIVERSITA'Promozionedella biodiversità

226 → siti pilota progetto UIA a.ARIARimozione dell’inquinamento da composti organici volatili (VOC) b. Riduzione dei contaminanti atmosferici (PM, O3, NOx, SOx) c. Filtrazione dell’aria attraverso convezione d.forzataMonitoraggio della qualità dell’aria a.ACQUAAbbattimento del BOD e COD b. Riduzione dei solidi sospesi (SST) c. Abbattimento dell’azoto d. Abbattimento del fosforo e. Trattamento delle acque di prima pioggia f. Monitoraggio della qualità delle acque g. Recupero e riutilizzo delle acque a.SUOLORigenerazione Ecologica b. Preservazione della permeabilità del suolo c. Riduzione dei livelli di contaminazione nel suolo

227→→ Serra, EPP via Turchia 651234

228 → siti pilota progetto UIA TURCHIA,VIA4.0_EPP SBA

229→→ calcolo preliminare dei benefici degli interventi 4 EPP via Turchia Stefano Boeri Architetti

230 → siti pilota progetto UIA Attribuzione preliminare benefici intervento EPP Via Turchia

Il progetto per gli interventi di forestazione urbana degli edifici di EPP di via Turchia, situato nel quartiere San Giusto - un’area urbana ad alta densità abitativa e con ampie aree verdi, caratterizzata dalla presenza degli alloggi sociali- interessa tre edifici residenziali realizzati nel 1992, comprendenti un totale di 102 alloggi.

Il progetto ideato da Stefano Boeri Architetti per gli edifici di Edilizia Pubblica Pratese di via Turchia prevede la vegetalizzazione delle facciate, la demineralizzazione del parcheggio, la realizzazione di una grande pergola verde d’ingresso e la creazione di spazi di socialità comuni nel giardino.

231→→ EPP via Turchia

232 → siti pilota progetto UIA vista aerea del progetto per gli alloggi popolari di via CourtesyTurchia.ofSBA Stefano Boeri Architetti

233→→ Render di progetto. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti EPP via Turchia

Il progetto prevede per i prospetti ciechi, l’istallazione di strutture composte da sottili cavi in acciaio che permettano la crescita di piante rampicanti. Sulle facciate esposte a sud è stato progettato un innovativo sistema di frangisole vegetati, in grado di migliorare il microclima locale, mitigare la temperatura, raffrescare le superfici degli edifici esistenti. Le scelte fatte per la selezione delle specie rampicanti hanno l’obiettivo di contenere l’impegno futuro per la cura del verde parietale, in modo che questo non risulti troppo frequente, oneroso e interferente sia con la struttura dell’edificio stesso che con la vita dei suoi abitanti. La selezione è stata fatta inoltre per consentire di avere nel corso dell’anno non solo un alternarsi di caratteristiche attraenti per l’occhio umano ma anche per la biodiversità locale. Il progetto per le residenze di via Turchia si occupa inoltre della creazione di spazi di socialità comuni, dedicati ad attività collettive e ricreative, come ad esempio orti sociali, attrezzature per la ginnastica dolce, tavoli, sedute ed altro ancora.

Una nuova grande pergola di circa 100 m2, ricoperta di rampicanti ed arredata di sedute, sarà realizzata all’ingresso del complesso, tra i due edifici a sud dell’isolato.

Proseguendo, nello spazio centrale compreso tra le cantine, sono state progettate delle vasche con vegetazione e delle sedute che creeranno un nuovo ambito di accesso all’area adatto alla sosta e alla socialità.

234 → siti pilota progetto UIA fotoSopra:dello stato attuale renderSotto: di progetto. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti

Le nuove ampie superfici vegetate fungeranno da fulcri di connessione verde nel sistema dei corridoi ecologici della città, apportando vari benefici socioambientali e servizi ecosistemici (ESS) agli abitanti ed ai cittadini, come la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, il miglioramento del microclima, la diminuzione del fenomeno del ruscellamento e di allagamenti, l’aumento della biodiversità, l’incremento dell’accessibilità e della giustizia ambientale, il miglioramento del benessere sociale, fisico e mentale ed infine l’aumento del valore estetico ed economico dell’area.

Uno degli obiettivi del progetto è di minimizzare il consumo di acqua di rete, utilizzando ove possibile le acque meteoriche che verranno intercettate ed accumulate in un sistema di cisterne interrate.

EPP via Turchia

235→→ Render di progetto. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti

In questo insieme non mancano le fioriture: corolle anche grandi, vistose, di cromie vivaci e intense, compariranno prevalentemente in estate così da poter emergere dal lussureggiate ed ampio fogliame prodotto nel corso dei mesi precedenti. Anche la gestione di queste specie non intende risultare impegnativa: sono state infatti scelte specie con basse esigenze manutentive e sincronizzate nello stesso momento. L’area dei parcheggi sud sarà interessata da un intervento di demineralizzazione dei suoli che trasformerà 1600 m2 di pavimentazione impermeabile in superficie drenante.

Sono state identificate sia specie arboree che arbustive ed erbacee, con abbinamenti e contrasti naturali che restituiranno un insieme diversificato, il più informale possibile.

Per raggiungere un effetto il più possibile distintivo, oltre alla componente rampicante rivestono un ruolo altrettanto importante gli elementi vegetali che si sviluppano a terra.

236 → siti pilota progetto UIA Render di progetto. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti

237→→ EPP via Turchia

238 → siti pilota progetto UIA Sfide di Rielaborazioneprogetto.grafica. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti Fornire nuovi hotspot per la urbanabiodiversitàdiPrato Realizzare superfici verticali verdi Creare nuovi spazi di socialità grazie alla trasformazione del giardino e dei parcheggi Migliorare il comfort ambientale dell’edificio, schermandolo dall’esposizione solare

239→→ EPP via Turchia Contribuire alla dell’isolariduzionedi calore Aumentare le superfici permeabili dell’area, evitando il fenomeno di persostenibileGarantireciclopedonalicollegatosostenibilenodoDiventareruscellamentounnuovodimobilitàperlacittà,allaretedipratesiunagestionedelleacqueusoirriguocon l’obiettivo del risparmio idrico

240 → siti pilota progetto UIA Interventi di progetto. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti FacciateverdiPergoleibride diPergolatoingresso Spazi di socialità Pavimentazione permeabile

241→→ Gli spazi di socialità nel giardino condominiale. Courtesy of SBA Stefano Boeri Architetti EPP via Turchia Gli orti sociali e le vasche per gli impollinatori L’area giochi per bambini Gli attrezzi per la ginnastica dolce I laboratori didattici all’aperto

SALUTE a. Benefici psicologici b. Promozione dell’attività fisica all’aperto c. Costruzione di spazi fruibili d. Informazione e sensibilizzazione e. Responsabilizzazione verso la cura del bene comune f. Educazione alimentare g. Biofilia a.COMFORTAssorbimento acustico b. Isolamento acustico c. Riduzione del tempo di riverbero d. Comfort olfattivo e. Riduzione dell’irraggiamento solare CIBO a. Diversificazione dell’offerta b. Continuità della produzione c. Beneficio economico a.BIODIVERSITA'Promozionedella biodiversità

242 → siti pilota progetto UIA a.ARIARimozione dell’inquinamento da composti organici volatili (VOC) b. Riduzione dei contaminanti atmosferici (PM, O3, NOx, SOx) c. Filtrazione dell’aria attraverso convezione d.forzataMonitoraggio della qualità dell’aria a.ACQUAAbbattimento del BOD e COD b. Riduzione dei solidi sospesi (SST) c. Abbattimento dell’azoto d. Abbattimento del fosforo e. Trattamento delle acque di prima pioggia f. Monitoraggio della qualità delle acque g. Recupero e riutilizzo delle acque a.SUOLORigenerazione Ecologica b. Preservazione della permeabilità del suolo c. Riduzione dei livelli di contaminazione nel suolo

243→→ RiduzioneAria: dei contaminanti atmosferici TrattamentoAcqua: delle acque di prima pioggia Pergola ingresso 0,29 0,40 0,69 66,93 SI Facciate verdi 0,25 0,40 0,65 2663,05 SI Orto sociale 0,33 0,30 0,63 9,58 SI Prato 0,40 0,50 0,90 2756,70 SI Alberi 0,42 0,30 0,72 845,57 SI Pavimentazione verde 0,27 0,40 0,67 519,25 SI PBS7 0,00 0,00 0,00 0,00 NO PBS8 0,00 0,00 0,00 0,00 NO PBS9 0,00 0,00 0,00 0,00 NO PBS10 0,00 0,00 0,00 0,00 NO TOTALE 6861,08 6 10006 m 2 6861,08 m 2 0,12 RISULTATO DEL PROGETTO: URBAN JUNGLE FACTOR Sostenibilità qs(≥0.25) Indice q=qb +qs ecologicamenteSuperficieattiva Accettabilità della PBS Benefici qb (≥0.25) 0,81Punteggio Finale: Area totale di Intervento: Superficie EcologicamenteBonus:Attiva: UJF ≥0.30 EPP via Turchia 651234

Aria - Bernstein, J.A., Alexis, N., Bacchus, H., Bernstein, I.L., Fritz, P., Horner, E., Li, N., Mason, S., Nel, A., Oullette, J., Reijula, K., Reponen, T., Seltzer, J., Smith, A., Tarlo, S.M., 2008. The health effects of nonindustrial indoor air pollution. Journal of Allergy and Clinical Immunology 121, 585–591. https://doi.org/https://doi.org/10.1016/j.jaci.2007.10.045 - KLEPEIS, N.E., NELSON, W.C., OTT, W.R., ROBINSON, J.P., TSANG, A.M., SWITZER, P., BEHAR, J. v, HERN, S.C., ENGEL MANN, W.H., 2001. The National Human Activity Pattern Survey (NHAPS): a resource for assessing exposure to environmental pollutants. Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology 11, 231–252. https://doi.org/10.1038/sj.jea.7500165 - U.S. EPA, 2012. National Ambient Air Quality Standards (NAAQS) | Air and Radiation | US EPA. U.S. Environmental Protection Agency, Office of Air Quality Planning and Standards. Acqua - Stefanakis, I.A., 2019. The Role of Constructed Wetlands as Green Infrastructure for Sustainable Urban Water Management. Sustai nability. https://doi.org/10.3390/su11246981 - Verhoeven, J.T.A., Beltman, B., Bobbink, R., Whigham, D.F., 2006. Wetlands and Natural Resource Management, Journal of Chemical Information and Modeling. https://doi.org/10.1017/CBO9781107415324.004 Zamora, S., Marín-Muñíz, L.J., Nakase-Rodríguez, C., Fernández-Lambert, G., Sandoval, L., 2019. Wastewater Treatment by Con structed Wetland Eco-Technology: Influence of Mineral and Plastic Materials as Filter Media and Tropical Ornamental Plants. Water. https://doi.org/10.3390/w11112344 Suolo - Andersen, R.G., Booth, E.C., Marr, L.C., Widdowson, M.A., Novak, J.T., 2008. Volatilization and Biodegradation of Naphthalene in the Vadose Zone Impacted by Phytoremediation. Environmental Science & Technology 42, 2575–2581. https://doi.org/10.1021/ es0714336 - Comeau, Y., Brisson, J., Réville, J.-P., Forget, C., Drizo, A., 2001. Phosphorus removal from trout farm effluents by constructed wet lands. Water Science and Technology 44, 55–60. https://doi.org/10.2166/wst.2001.0809 - Ebbs, S.D., Lasat, M.M., Brady, D.J., Cornish, J., Gordon, R., Kochian, L. v, 1997. Phytoextraction of Cadmium and Zinc from a Conta minated Soil. Journal of Environmental Quality 26, 1424–1430. https://doi.org/10.2134/jeq1997.00472425002600050032x - European Commission, 2012. Guidelines on best practice to limit, mitigate or compensate soil sealing, Commission Staff Working Document. https://doi.org/10.2779/75498 - Moreno-Jiménez, E., Esteban, E., Peñalosa, J.M., 2012. The fate of arsenic in soil-plant systems. Reviews of Environmental Contamina tion and Toxicology. https://doi.org/10.1007/978-1-4614-1463-6_1 - Spriggs, T., Banks, M.K., Schwab, P., 2005. Phytoremediation of Polycyclic Aromatic Hydrocarbons in Manufactured Gas Plant–Im pacted Soil. Journal of Environmental Quality 34, 1755–1762. https://doi.org/10.2134/jeq2004.0399 Cibo - MIPAFT, 2019. La pianificazione alimentare: concetti e modelli. Documento realizzato nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazio nale 2014-20. Piano di azione biennale 2017-18. - Willett, W., Rockström, J., Loken, B., Springmann, M., Lang, T., Vermeulen, S., Garnett, T., Tilman, D., DeClerck, F., Wood, A., Jonell, M., Clark, M., Gordon, L.J., Fanzo, J., Hawkes, C., Zurayk, R., Rivera, J.A., de Vries, W., Majele Sibanda, L., Afshin, A., Chau dhary, A., Herrero, M., Agustina, R., Branca, F., Lartey, A., Fan, S., Crona, B., Fox, E., Bignet, V., Troell, M., Lindahl, T., Singh, S., Cornell, S.E., Srinath Reddy, K., Narain, S., Nishtar, S., Murray, C.J.L., 2019. Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems. The Lancet. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(18)31788-4

Salute e benessere - Amoly, Dadvand, Forns, López-Vicente, Basagaña, Julvez, Alvarez-Pedrerol, Mark, N., Sunyer, 2014. Green and Blue Spaces and Behavioral Development in Barcelona Schoolchildren: The BREATHE Project. Environmental Health Perspectives 122, 1351–1358.

245 bibliografia e sitografia

246 https://doi.org/10.1289/ehp.1408215 - Blau, L.M., Luz, F., Panagopoulos, T., 2018. Urban River Recovery Inspired by Nature-based Solutions and Biophilic Design in Albu feira, Portugal. Land . https://doi.org/10.3390/land7040141 Kellert, S.R., 2008. Dimensions, elements and attributes of biophilic design. Biophilic design: the theory, science and practice of bringing buildings to life. - Roe, J.J., Thompson, C.W., Aspinall, P.A., Brewer, M.J., Duff, E.I., Miller, D., Mitchell, R., Clow, A., 2013. Green space and stress: evidence from cortisol measures in deprived urban communities. International journal of environmental research and public health 10, 4086–4103. https://doi.org/10.3390/ijerph10094086 - Tamosiunas, A., Grazuleviciene, R., Luksiene, D., Dedele, A., Reklaitiene, R., Baceviciene, M., Vencloviene, J., Bernotiene, G., Radisauskas, R., Malinauskiene, V., Milinaviciene, E., Bobak, M., Peasey, A., Nieuwenhuijsen, M.J., 2014. Accessibility and use of urban green spaces, and cardiovascular health: findings from a Kaunas cohort study. Environmental Health 13, 20. https://doi. org/10.1186/1476-069X-13-20 Comfort - Azkorra, Z., Pérez, G., Coma, J., Cabeza, L.F., Bures, S., Álvaro, J.E., Erkoreka, A., Urrestarazu, M., 2015. Evaluation of green walls as a passive acoustic insulation system for buildings. Applied Acoustics 89, 46–56. https://doi.org/https://doi.org/10.1016/j.apa coust.2014.09.010 - Basner, M., Babisch, W., Davis, A., Brink, M., Clark, C., Janssen, S., Stansfeld, S., 2014. Auditory and non-auditory effects of noise on health. The Lancet 383, 1325–1332. https://doi.org/https://doi.org/10.1016/S0140-6736(13)61613-X - Papadakis, G., Tsamis, P., Kyritsis, S., 2001. An experimental investigation of the effect of shading with plants for solar control of buildings. Energy and Buildings 33, 831–836. https://doi.org/https://doi.org/10.1016/S0378-7788(01)00066-4 - Pérez, G., Coma, J., Barreneche, C., de Gracia, A., Urrestarazu, M., Burés, S., Cabeza, L.F., 2016. Acoustic insulation capacity of Verti cal Greenery Systems for buildings. Applied Acoustics 110, 218–226. https://doi.org/https://doi.org/10.1016/j.apacoust.2016.03.040 - Qin, J., Sun, C., Zhou, X., Leng, H., Lian, Z., 2013. The effect of indoor plants on human comfort. Indoor and Built Environment 23, 709–723. https://doi.org/10.1177/1420326X13481372 Biodiversità - Angermeier, P.L., 1994. Does Biodiversity Include Artificial Diversity? Conservation Biology 8, 600–602. https://doi.org/10.1046/ -j.1523-1739.1994.08020600.xDearborn,D.C.,Kark,S.,2010. Motivations for Conserving Urban Biodiversity. Conservation Biology 24, 432–440. https://doi. -org/10.1111/j.1523-1739.2009.01328.xPeterson,G.,Allen,C.R.,Holling,C.S., 1998. Ecological Resilience, Biodiversity, and Scale. Ecosystems 1, 6–18. https://doi. org/10.1007/s100219900002 - Ricklefs, R.E., 2006. Evolutionary diversification and the origin of the diversity–environment relationship. Ecology 87, S3–S13. https://doi.org/10.1890/0012-9658(2006)87[3:EDATOO]2.0.CO;2

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- UNALAB- performance and impact monitoring of NBS D3.1 - Ecosystems and Human Well-being: A Report of the Millennium Ecosystem Assessment - http://www.fao.org/ecosystem-services-biodiversity/background/ provisioning-services/en/ - Papadakis, et al. “An experimental investigation of the effect of shading with plants for solar control of buildings”

- Mangone et al. “Forest microclimates: Investigating the performance potential of vegetation at the building space scale “

- Cross river partnership - Creating Parklets for Community and Business Resillience - Woods Ballard et al. - The SuDs Manual 2015 - Remida - Le piante per le fitotecnologie - Urban GreenUP - D1.1 NBS catalogue - UNALAB - technical handbook NBS 2019 - CREA - agricoltura e città 2015 - CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI – Activity Report - Bruni et al. “Decentralized Community Composting: Past, Present and Future Aspects of Italy” - Roe, J.J., Thompson, C.W., Aspinall, P.A., Brewer, M.J., Duff, E.I., Miller, D., Mitchell, R., Clow, A., 2013. Green space and stress: evidence from cortisol measures in deprived urban communities. - Amoly, Dadvand, Forns, López-Vicente, Basagaña, Julvez, Alvarez-Pedrerol, Mark, N., Sunyer, 2014. Green and Blue Spaces and Behavioral Development in Barcelona Schoolchildren: The BREATHE Project. - Tamosiunas, A., Grazuleviciene, R., Luksiene, D., Dedele, A., Reklaitiene, R., Baceviciene, M., Vencloviene, J., Bernotiene, G., Radi sauskas, R., Malinauskiene, V., Milinaviciene, E., Bobak, M., Peasey, A., Nieuwenhuijsen, M.J., 2014. Accessibility and use of urban green spaces, and cardiovascular health: findings from a Kaunas cohort study. - MIPAFT, 2019. La pianificazione alimentare: concetti e modelli. Documento realizzato nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-20. Piano di azione biennale 2017-18. - Willett, W., Rockström, J., Loken, B., Springmann, M., Lang, T., Vermeulen, S., Garnett, T., Tilman, D., DeClerck, F., Wood, A., Jonell, M., Clark, M., Gordon, L.J., Fanzo, J., Hawkes, C., Zurayk, R., Rivera, J.A., de Vries, W., Majele Sibanda, L., Afshin, A., Chau dhary, A., Herrero, M., Agustina, R., Branca, F., Lartey, A., Fan, S., Crona, B., Fox, E., Bignet, V., Troell, M., Lindahl, T., Singh, S., Cornell, S.E., Srinath Reddy, K., Narain, S., Nishtar, S., Murray, C.J.L., 2019. Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems. - Raymond et al. 2017: “An Impact Evaluation Framework to Support Planning and Evaluation of Nature-based Solutions Projects - Basner, M., Babisch, W., Davis, A., Brink, M., Clark, C., Janssen, S., Stansfeld, S., 2014. Auditory and non-auditory effects of noise on health. - Papadakis, G., Tsamis, P., Kyritsis, S., 2001. An experimental investigation of the effect of shading with plants for solar control of -buildings.Peterson, G., Allen, C.R., Holling, C.S., 1998. Ecological Resilience - Ricklefs, R.E., 2006. Evolutionary diversification and the origin of the diversity - (COM, 2013) – New EU Forest Strategy: For Forests and the forest-based sector. Brussels, 20-9-2013. - DEFRA, 2005 – Final report prepared for: The Department for Environment, Food and Rural Affairs (DEFRA). Economics for the Environment Consultancy (eftec), London. - (FAO, 2010) – Global Forest Resource Assessment 2010. Rome.

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→→ bibliografia e sitografia

247

note

Fondata come

dell’uomo

architetti, designer

PNAT (Project Nature) è una società multi disciplinare composta da scienziati vegetali, e ingegneri. spin-off dell’Università degli Studi di dal Stefano Mancuso assieme agronome e botaniche Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi e agli architetti Antonio Girardi e Cristiana Favretto, progetta soluz integrare le piante nella città, negli e e far sì che la presenza delle negli spazi di vita forniscano il massimo beneficio

alle

prof.

edifici

negli oggetti d’uso

piante

Firenze,sedipossibile.Manifattura Tabacchi, via delle Cascine 33 Venezia, San Donà, Corso Silvio Trentin 24 www.pnat.netinfo@pnat.netcontatti

Firenze

ioni per

Le Nature-based Solution (NbS) sono soluzioni che utilizzano elementi e processi naturali per aumentare la sostenibilità e la resilienza delle aree urbane.

Semplificare l’applicazione di queste soluzioni per renderle più facilmente attuabili è l’obiettivo di questo manuale. Lo scopo è di promuovere questo tipo di interventi su piccola e grande scala tra le amministrazioni e i cittadini.

Ripristinare sistemi naturali in città e integrarli alle infrastrutture tradizionali è un modo innovativo ed efficace per affrontare sfide socio-ambientali come: il cambiamento climatico, l’inquinamento dell’acqua, la sicurezza alimentare, la perdita di biodiversità, la gestione di calamità naturali e la tutela della salute delle persone.

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