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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
N. 90 I Anno XVI I MARZO/APRILE 2021 I Bimestrale
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
RIQUALIFICAZIONE CON SUPERBONUS DI UN VILLINO UNIFAMILIARE
DENTRO L’OBIETTIVO Una nuova scenografia urbana DETRAZIONI FISCALI Biomassa legnosa e Superbonus INTERVISTA La qualità dell’aria indoor secondo Panasonic CONSULENZA FISCALE Il “ricalcolo” del credito IVA 2020 Organo ufficiale
ISSN: 2038-0895
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IN QUESTO NUMERO MARZO/APRILE 2021
BIMESTRALE Organo ufficiale di:
Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)
21 4 EDITORIALE 6 NOVITÀ PRODOTTI 10 TECH
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42 DENTRO L’OBIETTIVO
42 Quando la storia
IN COPERTINA
incontra il futuro a cura della Redazione
Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)
Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)
Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani
MERCATO
12 Impianti per l’edilizia,
si aspetta il rimbalzo
a cura della Redazione
DETRAZIONI FISCALI
14 Biomassa legnosa
48 Una nuova scenografia urbana nel cuore di Città Studi
WORK IN PROGRESS
54 Riqualificazione
e risanamento di un edificio anni ’50: prassi di cantiere, o quasi...
a cura di Patrizia Ricci
di Davide Gigli
21 Il cappotto termico:
materiali, tecnologie, posa in opera e finitura
26 Come si realizza
un cappotto termico?
di Patrizia Ricci
INTERVISTA
35 Competenza e
certificazione: così si diffonde la cultura del sistema a cappotto a cura della Redazione
40 La qualità dell’aria indoor secondo Panasonic
a cura della Redazione
Grafica e Impaginazione LIFE sh.p.k. Hanno collaborato a questo numero Assocaaf, Stefano Bergero, Flavio Bruna, Beatrice Filograna, Davide Gigli, Erica Papa, Patrizia Ricci
di Flavio Bruna
e Superbonus? Sì, ma solo a determinate condizioni
SPECIALE ISOLAMENTO
Redazione Silvia Martellosio, Sebastian Bendinelli redazione.casaeclima@quine.it
CASE STUDY
58 Riqualificazione
energetica di un edificio unifamiliare alla luce del Superbonus 110%
SERVIZIO A PAGINA
Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it
TELERISCALDAMENTO A BIOMASSA
77 Quali prospettive
per i comuni montani non metanizzati
a cura di FIPER
di Stefano Bergero, Beatrice Filograna, Erica Papa
72 Il “ricalcolo” del credito
IVA 2020 a seguito di sospensioni e/o omessi versamenti a cura di Assocaaf
PROFESSIONE
e spazzacamini
di Angelo Artale, Direttore Generale FINCO
Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30 Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191
CONSULENZA FISCALE
76 La formazione di fumisti
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Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 Luigi Mingacci – l.mingacci@lswr.it Tel. +39 320 4093415
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Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Lgs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Lgs 196/2003.
© Quine srl - Milano
EDITORIALE
Alcune riflessioni sul Decreto Sostegni e sul “Patrimonio Destinato”
ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco
Il Decreto – anche se amministrativamente semplice – riguarderà solo una minoranza; sarebbe stato opportuno un intervento più diffuso
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a consistenza dei “sostegni” del Decreto Legge 22 marzo 2021, n. 41 meglio noto proprio come “Decreto Sostegni”, nonostante alcuni aggiustamenti migliorativi in sede di dibattito all’interno dell’Esecutivo, è piuttosto limitata. Sarebbe stato dunque bene potenziarli attingendo da strumenti più selettivi e parziali, quali ad esempio il cosiddetto “Patrimonio Destinato” di cui all’articolo 27 del Decreto Legge 19 Maggio 2020, n. 34, convertito in legge il 17 Luglio 2020 n. 77 (cd. “Rilancio”), che prevede, tra l’altro e per brevità, prestiti ed eventuale ingresso della Cassa Depositi e Prestiti nel capitale aziendale con quote di minoranza per massimo 12 anni o, ancora, un aumento del Capitale Sociale (in questo caso non si possono acquistare quote di imprese concorrenti, né distribuire dividendi). La relativa dotazione di 44 miliardi – appunto il “Patrimonio destinato” – è infatti gestita dalla Cassa solo a favore di imprese con fatturato superiore ai 50 milioni di euro, con più di 250 dipendenti, in condizioni di difficoltà rispetto al 2019, ma che tuttavia mantengano prospettive di ripresa. Parliamo di un massimo di 3.500 imprese (ma proprio al massimo), aventi le caratteristiche richieste in termini di bilancio, etc. Al di là della parzialità dell’intervento e della sua subordinazione a diversi requisiti, sarebbe più opportuno un intervento “erga omnes”, o almeno su una platea che comprendesse anche le imprese – in particolare, per quanto riguarda il sistema FINCO – specialistiche e superspecialistiche.
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In questo senso continua a farsi sentire la mancanza di quel Ministero per la Pmi più volte giustamente sollecitato dal presidente di Confimi Industria Paolo Agnelli. Senza citare i sei miliardi che in sette anni sono stati dilapidati in quel pozzo senza fondo di Alitalia, anch’essi più utilmente destinabili al “sostegno”. Sotto il profilo delle principali novità in materia di lavoro e ammortizzatori sociali, esse riguardano in particolare l’integrazione salariale e il blocco dei licenziamenti, dove, all’articolo 8, viene delineato un “doppio binario” per l’uscita graduale dalla normativa di emergenza che dura ormai da oltre un anno. Per quanto riguarda nello specifico gli ammortizzatori sociali, il citato art. 8 prevede che i datori di lavoro privati possano accedere al trattamento di CIG ordinaria Covid per una durata di 13 settimane tra il primo aprile 2021 e il 30 giugno 2021 per i lavoratori in forza alla data di entrata in vigore del decreto. Viene prorogato il blocco dei licenziamenti al 30 giugno, salvo cessazione definitiva dell’attività d’impresa. Non mi soffermo oltre sul punto che, a presentare delle criticità, contiene aspetti non molto chiari che si spera possano essere perfezionati entro la data di conversione del decreto in questione, cioè il 20 maggio. Non ritengo comunque positiva questa enfasi sul blocco dei licenziamenti: le imprese con prospettive stabili o di crescita (e debbo dire che nel sistema FINCO sono la maggioranza) non licenzieranno e anzi, in taluni casi, faticano a trovare manodopera
Bene l’attenuazione delle rigidità – controproducenti soprattutto per gli stessi prestatori d’opera che sanno che l’alternativa alla proroga non è, in molti casi e in questa situazione, l’assunzione, ma la perdita del lavoro – relative alla proroga o al rinnovo dei contratti a termine, le cosiddette “causali”, di cui all’art. 17, poiché ai fini di tali proroghe o rinnovi non si tiene conto di quelle precedentemente intervenute. Vi sono poi alcune opportune norme di attenzione riguardanti i lavoratori fragili.
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Oltre che sulla leva dei “Sostegni”, è basilare agire anche su quella delle misure volte al rilancio e all’iniziativa economica
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qualificata. Per quelle imprese invece non in salute e con prospettive al ribasso, tale misura rischia di provocare effetti peggiori del rimedio, rimandando il momento di ricerca di nuova occupazione da parte delle risorse in esubero. E certamente non saranno i navigator che risolveranno tale problema, poiché al momento l’unica occupazione che hanno creato è la loro medesima e anzi sono già in agitazione per il rinnovo degli incarichi. È inutile fare giri di parole su questa misura, rivelatasi un fallimento completo a carico, come al solito, del contribuente. In proposito sarà bene, ancora una volta, ricordare che non esistono quelli che, comodamente e genericamente, vengono definiti “soldi pubblici”, ma esistono i soldi del contribuente.
Al di là di quanto sopra, è basilare agire, oltre che sulla leva dei “Sostegni”, anche su quella delle misure volte al rilancio e all’iniziativa economica quali ad esempio le detrazioni fiscali per l’emergenza energetica e sismica come il Superbonus 110%. In questo ambito le vere criticità riguardano gli oneri burocratici abnormi da parte della Pubblica Amministrazione e le “strettoie” finanziare da parte degli istituti di credito che improntano al solito la loro azione alla modalità “piove sul bagnato”. Senza voler minimamente sottovalutare l’analisi del merito creditizio, stiamo comunque parlando di una misura garantita dallo Stato al 110%, sia pure con un periodo “ponte”.
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NOVITÀ PRODOTTI
Purificatore domestico con sistema di filtrazione multistrato Samsung Electronics entra nel mercato dei purificatori d’aria con Samsung CubeTM, dotato dell’esclusiva tecnologia Wind-FreeTM, efficace contro polveri sottili, allergeni e gas inquinanti. Il sistema di purificazione multistrato è in grado di purificare l’aria rimuovendo il 99,97% delle polveri ultrafini e degli allergeni, prevenendo la proliferazione di batteri e rimuovendo gas inquinanti come la formaldeide. Dotato di un sensore laser PM1.0, il dispositivo verifica in tempo reale l’effettiva qualità dell’aria all’interno della stanza e rileva le polveri sottili, captando le particelle fino a 0,3 mm. Una volta misurato il livello di inquinamento, Samsung Cube™ depura l’aria in modo naturale attraverso il proprio filtro HEPA, senza emissione di ozono. La tecnologia Wind-FreeTM, già ben nota per la sua applicazione negli altri prodotti della gamma climatizzazione di Samsung, diffonde l’aria pulita in modo uniforme e silenzioso attraverso 60.000 microfori, evitando getti d’aria diretti e riducendo al minimo il rumore, soprattutto quando viene impostata la modalità Notte. Il design pulito e la versatilità di Samsung Cube™ sono stati premiati agli iF Design Award 2019. La modularità permette al purificatore di adattarsi a metrature differenti: un’unità può purificare un ambiente fino ai 47 mq, mentre due unità combinate possono arrivare a 94 mq.
www.samsung.it
Design e personalizzazione per la pompa di calore STØNE di INNOVA è la pompa di calore pensata specificatamente per i contesti in cui non è possibile rinunciare a una perfetta gestione degli spazi e a un alto livello estetico. Con un design all’avanguardia, firmato da Luca Papini, le pompe di calore STØNE minimizzano il proprio impatto in esterno e, grazie al ridotto ingombro di installazione, consentono combinazioni modulari inedite: possono essere installate totalmente a ridosso del muro dell’abitazione (versione a vista con mandata verticale e/o orizzontale), completamente o parzialmente nel muro utilizzando la versione a incasso o a semi incasso o essere posizionate in modalità schiena-schiena per creare dei veri e propri moduli integrabili con prestazioni elevate e alte potenze. Tutti i componenti sono creati su misura. Le pompe di calore STØNE possono essere gestite attraverso il web server BUTLER PRO, il sistema sviluppato da INNOVA per gestire in locale e/o da remoto l’intero impianto di climatizzazione invernale ed estiva, impostando un calendario settimanale a fasce orarie, creando scenari a zone e modificando le impostazioni per avere sempre il giusto livello di comfort in ogni locale dell’abitazione. La gamma è disponibile in differenti soluzioni con potenze da 5 a 15 kW.
www.innovaenergie.com
Interfacce intelligenti per la gestione dei terminali idronici In abbinamento alla scheda di potenza EVO BOARD, il comando con interfaccia intelligente touch screen EVO-2-TOUCH di Galletti consente di realizzare raffinate strategie di gestione e di regolazione dei terminali, minimizzando il costo e l’impatto di installazione, grazie al progetto dell’interfaccia utente separata dalla sezione di potenza. L’interfaccia intelligente contiene in ogni pagina le informazioni essenziali per permettere la consultazione dei principali parametri operativi dell’unità e consentire la configurazione del comando a seconda delle esigenze impiantistiche, in maniera intuitiva grazie alle funzioni di tap e swipe. EVO-2-TOUCH dispone di un ampio display touch screen capacitivo da 2.8’’ e di sonde integrate per la gestione di temperatura dell’aria e umidità relativa e può essere installato sia a parete o a bordo di ART-U. Oltre ad essere predisposto per le principali scatole di collegamento elettrico, EVO-2-TOUCH ha una cornice in lamina di alluminio e polietilene in diversa cromatura per integrarsi facilmente in qualsiasi ambiente. Tutte le principali funzioni dell’interfaccia sono presenti all’interno di GALLETTI APP, l’applicazione di controllo unità terminali per smartphone, attraverso cui sarà possibile attivare o disattivare cicli di deumidificazione, attivare la funzione di temperatura minima e di attivare o disattivare le fasce orarie che definiscono l’accensione e lo spegnimento dei dispositivi.
www.galletti.com
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NOVITÀ PRODOTTI
Funzionalità antibatteriche integrate nel climatizzatore LG Electronics ha integrato nelle proprie soluzioni per la climatizzazione residenziale DUALCOOL Deluxe e ARTCOOL un sistema di filtrazione completo che mantiene fresca e pulita sia l’aria emessa dal condizionatore d’aria sia l’unità stessa. Si tratta di AirCare Complete System™, un processo composto da più fasi: il Pre-Filter™ intrappola le particelle di polvere di dimensione maggiore e lo ionizzatore Plasmaster™ Ionizer+ rimuove gli odori sgradevoli e immette in ambiente ioni negativi, che attraggono gli inquinanti dispersi nell’aria, come polvere, pollini e batteri e li trasformano in molecole d’acqua, lasciando l’aria fresca e igienizzata. Il sistema integra anche funzioni e tecnologie per mantenere pulite le componenti interne del climatizzatore, perché la pulizia interna del prodotto influisce notevolmente sulla qualità del flusso d’aria che emette in ambiente. La tecnologia UVnano™, utilizzando la luce ultravioletta, elimina i microrganismi batterici che potrebbero annidarsi sul ventilatore dell’unità interna. I LED che emettono i raggi UV sono posizionati proprio in corrispondenza del ventilatore e la loro azione danneggia i microrganismi, rompendone la catena del DNA. UVnano™ è in grado di rimuovere il 99,99% dei batteri dal ventilatore, in modo che non vengano immessi in ambiente. La funzione Auto-cleaning contribuisce a mantenere l’unità interna del climatizzatore priva di umidità, prevenendo la formazione di muffe e batteri, oltre che il diffondersi di cattivi odori.
www.lgbusiness.it
VMC a incasso e in polipropilene reversibile Baxi ha introdotto nel proprio portafoglio prodotti una gamma di ventilazione meccanica controllata disponibile in due formati: BV-IN 160/220 verticale a incasso, con due portate da 160 e 220 m3/h, e BV-PR 200/350 in polipropilene reversibile con portata disponibile di 200 e 350 m3/h. In entrambi è presente il free cooling di serie. Le unità BV-IN possono essere installate a incasso sia all’interno dell’abitazione (es. locale tecnico) sia all’esterno (es. terrazza). Il corpo ha 8 possibili uscite per l’aria di rinnovo e di espulsione. È disponibile l’accesso frontale ai componenti principali quali scheda elettronica e filtri per la manutenzione. La soluzione in polipropilene reversibile BV- PR, invece, ha dimensioni compatte (870x660x300 mm) e un peso limitato di 19 kg (BV-PR 200). All’interno dell’unità si crea un flusso dell’aria ottimizzato che con la stampata in polipropilene comporta minori perdite di carico e livelli sonori ridotti. L’unità può essere installata in orizzontale all’interno del controsoffitto o in verticale a parete. È possibile applicare ai sistemi di VMC Baxi un modulo di sanitizzazione e decontaminazione prodotto da Jonix, studiato appositamente per i sistemi Baxi, che si avvale della tecnologia a plasma freddo NTP (Non Thermal Plasma). Inoltre, test di laboratorio condotti dal Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università di Padova hanno dimostrato l’effetto virucida contro il SARS-CoV-2.
www.baxi.it
Il fancoil con soli 12 cm di spessore Maxa presenta la gamma Grimper Fan, il fancoil slim e versatile con prestazioni ed efficienza al massimo della categoria. Con i suoi soli 12 cm di spessore, Grimper Fan è più sottile del 10% rispetto ai competitor nel segmento slim. L’assenza di griglie frontali facilita l’installazione, permettendo di collocare Grimper Fan in modo versatile anche negli spazi più stretti. Grazie all’innovativo sistema di ventilazione le prestazioni della batteria sono garantite lavorando a pressione negativa. Il pannello frontale in vetro temprato è intercambiabile su entrambi i lati per consentire il collegamento delle tubazioni sul lato sinistro/destro senza operazioni aggiuntive (mod. VSL). La tecnologia DC Inverter garantisce la massima silenziosità. Il controllo a bordo macchina è opzionale. La gamma Grimper Fan è composta da 3 linee di prodotto ideali per ogni esigenza di installazione; murale per installazioni a parete, a soffitto orizzontale ed una versione a muro per il bagno.
www.maxa.it 8
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Gli unici con migliaia di microfori e nessun getto d’aria diretto.
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Il design rivoluzionario di WindFree consente di ottenere il massimo del comfort in ufficio e a casa, inclusi gli ambienti più delicati come la camera da letto. Il tutto con la massima efficienza energetica1.
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TECH
Una “membrana” per separare idrogeno e gas naturale Sfruttando le proprietà del carbonio, i ricercatori del Fraunhofer Institute hanno sviluppato una tecnologia che permette di trasportare idrogeno e metano nella stessa rete
Pannelli isolanti prodotti con polimeri riciclati a base di CO2 Covestro e puren hanno realizzato dei pannelli isolanti in schiuma poliuretanica rigida con l’obiettivo di ridurre i consumi di energia e le emissioni inquinanti
I
ricercatori del Fraunhofer Institute for Ceramic Technologies and Systems IKTS hanno sviluppato una tecnologia per separare in maniera efficiente idrogeno e gas naturale: in questo modo le due sostanze (H2 e CH4) potrebbero essere veicolate insieme nella stessa rete ed essere separate soltanto a destinazione, aggirando così uno dei principali ostacoli verso l’affermazione dell’idrogeno come fonte di energia. Ma in che modo? Sfruttando uno strato ultra-sottile di carbonio disposto su un substrato poroso di materiale ceramico, che agisce da membrana separando H2 e CH4. Lo strato di carbonio si forma quando un particolare polimero di cui è composto il substrato ceramico viene riscaldato in assenza di ossigeno. Durante il processo di separazione, l’idrogeno e il gas naturale vengono spinti attraverso moduli tubolari: le molecole di idrogeno, più piccole, sono costrette a passare attraverso i pori della membrana – che hanno un diametro inferiore a un nanometro – e raggiungono l’esterno sotto forma gassosa, mentre le molecole di metano, più grandi, vengono trattenute. “In questo modo”, spiega Adrian Simon, Group Manager del Fraunhofer IKTS, “si ottiene idrogeno con un grado di purezza all’80%. Quando filtriamo il gas naturale residuo in un secondo step, otteniamo un grado di purezza del 90%”. La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto HYPOS (Hydrogen Power Storage & Solutions East Germany), finalizzato alla ricerca di soluzioni per creare un’infrastruttura intelligente per la distribuzione e lo stoccaggio dell’idrogeno verde.
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ovestro, insieme ai partner puren, BYK-Chemie e PSS Polymer Standard Service, ha realizzato un prototipo di pannelli isolanti composti da una schiuma rigida derivante da scarti industriali. La schiuma nasce dalla combinazione di polioli a base di ossidi di etilene derivato dal petrolio e CO2 di scarto della combustione industriale. Questo processo era già stato utilizzato per la produzione di schiume flessibili, ma questa volta l’obiettivo è realizzare un prodotto che possa essere eco-sostenibile sia a livello di produzione sia nell’impiego in edilizia. La realizzazione del prototipo deriva da uno studio durato circa tre anni in collaborazione con la RWTH Aachen University, che oltre ad apportare conoscenze chimiche decisive ne ha anche valutato il potenziale ecologico ed economico. Per creare i primi prototipi sono stati impiegati circa 400 chilogrammi di poliolo derivato della lavorazione di CO2. La schiuma poliuretanica è composta da polioli derivanti da anidride carbonica industriale combinata con ossido di etilene, che le conferisce una notevole capacità espansiva e impermeabile. È dotata inoltre di bassa conducibilità termica e rispetta gli standard europei in materia di sicurezza degli edifici e prevenzione di incendi.
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Abbiamo in programma di produrre prototipi aggiuntivi e di migliorare le proprietà con l’obiettivo di fare un passo da gigante verso l’uso della CO2 come materia prima alternativa nei pannelli isolanti in schiuma rigida ANDREAS HUTHER, Amministratore Delegato di puren
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I 19 canali nella membrana di carbonio
Fotovoltaico: produrre e consumare energia green è ancora più conveniente con ViShare Produrre energia pulita e autoconsumarla, con ViShare è la scelta giusta!
Viessmann riconosce un bonus per chi utilizza le sue tecnologie in funzione dell'autoconsumo dell'energia prodotta. Così oltre a tagliare i costi della bolletta e a sfruttare gli incentivi statali, produrre energie green sarà ancora più conveniente. Autonomia energetica grazie all'impianto fotovoltaico con accumulo Vantaggi per l'ambiente: energia sostenibile e gratuita Bonus ViShare: più energia prodotta e consumata, maggiore è il premio Viessmann viessmann.it
MERCATO
Impianti per l’edilizia, si aspetta il rimbalzo 7° Rapporto Cresme: nel 2020 il settore ha chiuso con una perdita di circa il 6%, ma la crescita trainata dal Superbonus permetterà di tornare entro tre anni ai livelli pre-crisi
L’
GRAFICO 1. Dinamica complessiva del mercato italiano degli impianti per gli edifici miliardi di euro (prezzi costanti 2012). Stime ed elaborazione Cresme su fonti varie novembre 2020, +8,7% a dicembre 2020, -0,3% a gennaio 2021 e +9,2% a febbraio 2021 secondo i dati Angaisa) e dei produttori di caldaie murali a condensazione, che secondo i dati Assotermica registrano un +24,4% nel gennaio 2021 e +39,5% a febbraio. Per gli impianti termici, nel 2021 si configura un
GLI INCENTIVI TRAINANO LA RIPRESA Il 2020 ha interrotto un quinquennio di crescita eccezionale per il mercato dell’impiantistica: tra il 2014 e il 2019 la domanda era cresciuta, in media, del 2,7% ogni anno, e il livello del mercato nel 2019, con circa 252 miliardi di euro, aveva toccato il punto più alto del decennio. La ripresa “a V” prevista nel biennio attuale sarà trainata soprattutto dal Superbonus 110% e dagli altri incentivi fiscali per l’efficientamento energetico: si prevede una crescita dell’11% per il 2021 e del 3,3% per il prossimo. Dopodiché, dipenderà dall’eventuale rinnovo del Superbonus, ancora in discussione (una prima stima per il 2023 riporta un +0,5%). Segno positivo già a fine 2020 per le vendite dei distributori idrotermosanitari (+5,9% a
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doppio scenario: nello scenario “alto”, la crescita prevista tocca addirittura il 18,1%. Ottimi tassi di crescita anche per gli impianti di climatizzazione, con una previsione compresa tra il +12% e il +14,6%. Si conferma il trend già evidenziato nelle scorse edizioni del Rapporto: il peso crescente del settore impiantistico nel comparto edilizio nel suo complesso. La dinamica delle imprese mostra che ormai il 30% delle imprese nelle costruzioni è impiantistica, occupando quasi il 40% degli addetti. Nel contesto europeo, l’Italia è uno dei pochi paesi che hanno recuperato la caduta, rafforzando la propria posizione come secondo mercato impiantistico del continente, dopo la Germania.
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La ripresa del mercato a partire dal 2021 sarà molto intensa grazie alla spinta propulsiva impressa dagli incentivi fiscali LORENZO BELLICINI, Direttore Tecnico Cresme
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anno della pandemia ha colpito duramente anche il settore degli impianti per l’edilizia: nel contesto di un mercato europeo che ha perso circa 30 miliardi di euro, in Italia si registra una contrazione di 1,4 miliardi nell’export (-7,8% rispetto al 2019). Rispetto all’intero settore edilizio, però, l’impiantistica mostra una buona tenuta: il comparto delle costruzioni ha subito infatti una perdita complessiva del 7,8% nella produzione, contro il 6,4% del settore impianti. Sono i dati contenuti nel 7° Rapporto congiunturale e previsionale per il settore dell’impiantistica, realizzato dal Cresme e presentato nella mattinata di giovedì 8 aprile dal direttore tecnico Lorenzo Bellicini durante MCE Live+Digital, l’appuntamento di MCE Mostra Convegno Expocomfort che è andato “in scena” sulla piattaforma online allestita da Reed Exhibitions dall’8 al 16 aprile con un ricco programma di conferenze, talk e presentazioni.
TROPEA S
L’acqua è il bene più prezioso Tropea S è progettata all’insegna della tutela delle risorse idriche. Può utilizzare soltanto 4 litri d’acqua per un risciacquo completo: questo significa, per una famiglia di 4 persone, risparmiare fino a 74 litri d’acqua al giorno (rispetto al consumo di una cassetta tradizionale con scarico da 9 litri), ovvero l’equivalente, in un anno, di più di 15.000 bottiglie d’acqua da 1,5 litri! Scegliendo Tropea S, puoi installare Ariapur. Grazie all’aspirazione combinata dal vaso WC e dall’ambiente, cattivi odori e umidità non saranno più un problema!
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DETRAZIONI FISCALI
Biomassa legnosa e Superbonus? Sì, ma solo a determinate condizioni Chiarimenti in merito ad alcuni dei principali quesiti relativi al Superbonus applicato al riscaldamento a biomassa legnosa utili per la piena applicazione della detrazione fiscale a cura di PATRIZIA RICCI
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l Superbonus 110% è un’occasione straordinaria per dare una netta svolta green sul fronte della rigenerazione del patrimonio edilizio. Tuttavia, come ha spiegato Domenico Brugnoni, presidente di AIEL, Associazione italiana energie agroforestali, intervenendo a un recente digital meeting organizzato da AIEL, con la collaborazione di ENEA e Uncem, “la complessità di questo strumento incentivante comporta inevitabilmente una grande quantità di quesiti, casi particolari, situazioni da interpretare alla luce della normativa vigente. Per far sì che gli obiettivi del provvedimento si trasformino in fatti concreti, è necessario dare tutte le risposte, chiarire i dubbi, spianare le incertezze interpretative che sono ancora in parte presenti, malgrado il significativo impegno su più fronti da parte delle istituzioni preposte”. Nel corso del meeting, grazie al contributo dell’ing. Domenico Prisinzano del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA e Responsabile del “Laboratorio Supporto Attività Programmatiche per l’efficienza energetica”, si è cercato di fare chiarezza sugli elementi che ancora frenano l’applicazione del Superbonus per il settore delle biomasse, rispondendo alle domande più ricorrenti pervenute al Dipartimento tecnico-normativo di AIEL. Sono stati risolti alcuni dei principali dubbi degli operatori, tra cui la definizione di “caldaia a 5 stelle” e di “sistemi ibridi”, la certificazione dei biocombustibili in base alla norma tecnica ISO 17225, i prezziari in uso, nonché i sistemi di microgenerazione. L’utilizzo delle tecnologie a biomassa negli interventi trainanti resta invece il principale dei fronti ancora aperti. In questo senso, AIEL si è impegnata a sollecitare il MiSE per sciogliere i nodi irrisolti e permettere al settore del riscaldamento a biomassa di poter davvero considerare il Superbonus un’opportunità solida e concreta. Il comparto rappresenta la prima fonte rinnovabile nazionale con una produzione di 7,7 Mtep di energia su un totale nazionale pari a 21,6 Mtep, e che conta 14.000 imprese, con un fatturato totale di 4 miliardi di euro e 72.000 posti di lavoro.
INTERVENTI TRAINANTI PER IL SUPERBONUS 110% L’Art. 119 del Decreto Rilancio individua le tipologie di interventi di efficienza energetica per le quali la detrazione dell’Ecobonus si applica nella misura del 110% per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente, sostenute dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021. Al
comma 1 sono indicati gli interventi cosiddetti “trainanti” ossia quelli che consentono di accedere direttamente alla detrazione del 110%. Al comma 2 sono invece indicati gli interventi cosiddetti “trainati”, che devono essere realizzati in abbinamento ad almeno uno degli interventi trainanti per poter accedere alla detrazione del 110%. Tra gli interventi trainanti è prevista “la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale delle unità immobiliari unifamiliari con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento UE 811/2013, a pompa di calore, ivi compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione, a collettori solari o, esclusivamente per le aree non metanizzate nei comuni non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, con caldaie a biomassa aventi prestazioni emissive con i valori previsti almeno per la classe 5 stelle individuata ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2017, n. 186, nonché, esclusivamente per i comuni montani non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, definiti ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera tt), del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102”. Il tetto di spesa è fissato a 30.000 www.casaeclima.com
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euro. La detrazione è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito. Pertanto, in base al testo del decreto, le caldaie a biomassa rientrano fra gli interventi trainanti solo a condizione che siano caldaie caratterizzate da prestazioni emissive elevate, a cinque stelle, e gli interventi siano realizzati in unità unifamiliari, nelle aree non metanizzate dei comuni non interessati a procedure di infrazione europee per la qualità dell’aria. In base a quanto riportato nell’Allegato 1 del D.M. 7.11.2017 n. 186, la classe 5 stelle per le caldaie richiede valori di particolato primario PP = 15 (mg/Nm3), composti organici volatili COT = 5 (mg/Nm3), ossidi di azoto NOx = 150 (mg/Nm3), monossido di carbonio CO = 30 (mg/Nm3) e rendimento = 88 (%).
INTERVENTI “TRAINATI” Se non è possibile incentivare la caldaia a biomassa come intervento trainante, c’è sempre la possibilità di accedere al Superbonus 110% come intervento “trainato”, ad esempio tramite la realizzazione di un cappotto termico. In questo caso (il riferimento normativo è il Decreto Legge 63/2013 che regola l’Ecobonus), l’intervento può configurarsi come sostituzione totale o parziale dell’impianto di climatizzazione invernale con uno dotato di generatore a biomassa, oppure come integrazione o nuova installazione sugli edifici esistenti. L’intervento richiede: ■ un rendimento utile nominale minimo non inferiore all’85% (in base al punto 1 dell’allegato 2 del D.Lgs. 28/2011); ■ la certificazione ambientale di cui al D.M. 7.11.2017 n. 186, in attuazione del D.Lgs. 152/2006 (art. 290, comma 4), in base al punto 1 dell’allegato 2 del D.Lgs. 28/2011; ■ il rispetto di normative locali per il generatore e per la biomassa; ■ la conformità alle norme UNI EN ISO 17225-2 per il pellet, UNI EN ISO 17225-4 per il cippato e UNI EN ISO 17225-5 per la legna.
BOX 1 IL VADEMECUM ENEA SULLE CALDAIE A BIOMASSE Aggiornamento del 22/01/21 Grazie al supporto tecnicoistituzionale di AIEL, lo scorso 22 febbraio è stato pubblicato sul sito di Enea l’aggiornamento del “Vademecum caldaie a biomasse” che riporta i requisiti tecnici necessari per accedere all’incentivo dell’Ecobonus. Rispetto alla precedente versione, sono state apportate delle correzioni a una serie di imprecisioni che, di fatto, penalizzavano l’applicazione dell’incentivo al settore del riscaldamento residenziale a biomasse legnose. In particolare, è stato possibile: ■
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includere le stufe a legna (UNI EN 13240) in classe 4 stelle tra gli interventi agevolabili; includere le cucine e le termocucine a legna (UNI EN 12815) e gli inserti a legna (UNI EN 13229) in classe 4 stelle e in classe 5 stelle fra gli interventi agevolabili; correggere il rendimento previsto per le termostufe a legna (UNI EN 13240) in classe 5 stelle che nella versione precedente era stato fissato all’87%.
Sempre solo in questo caso, l’agevolazione è estesa non solo alle caldaie ma anche a tutti i generatori di calore alimentati a biomasse. Si veda a questo proposito il prospetto riportato nel Vademecum ENEA “Generatori di calore a biomassa” (Aggiornamento del 22/02/2021, vedi Box 1). Inoltre per gli interventi con data di inizio dei lavori a partire dal 6 ottobre 2020, i generatori alimentati da biomasse combustibili devono rispettare i requisiti di 16
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cui all’Allegato G al D.M. 6.08.2020, nel rispetto di quanto definito nell’Allegato 2 del D.Lgs. 28/2011, che richiede un’efficienza di conversione non inferiore all’85% per gli impianti che utilizzano biomasse per la produzione di energia termica ai fini dell’accesso agli incentivi statali. Nell’Allegato G del D.M. 6 agosto 2020 si precisa anche che l’accesso alle detrazioni per i generatori di calore alimentati con biomassa è subordinato: a. nel caso di contestuale sostituzione di un altro impianto a biomasse, al conseguimento della certificazione ambientale con classe di qualità 4 stelle o superiore ai sensi del decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 7 novembre 2017, n. 186; b. in tutti gli altri casi, al conseguimento della certificazione ambientale con classe di qualità 5 stelle ai sensi del medesimo decreto. Quest’ultima precisazione vale senza ombra di dubbio per l’Ecobonus, mentre sembrerebbe non valere per il Super-Ecobonus, che richiede sempre e comunque la tecnologia più efficiente e quindi un generatore di calore a cinque stelle (il sito dell’Enea prevede solo generatori a cinque stelle). È importante sottolineare che l’installazione di una caldaia a biomassa come intervento “trainato” per il Superbonus 110 è possibile anche nelle zone metanizzate e nei comuni interessati da procedure di infrazione europee per la qualità dell’aria, diversamente da quanto avviene nel caso di intervento “trainante”, in quanto il “trainato” segue le regole dell’Ecobonus.
LE OPERE COMPLEMENTARI In relazione ai costi dell’intervento, l’Allegato A del D.M. 6 agosto 2020 specifica che il tecnico può anche avvalersi dei prezzi indicati all’Allegato I, che definisce i massimali specifici di costo per gli interventi sottoposti a dichiarazione del fornitore o dell’installatore ai sensi dell’Allegato A, nei casi in cui, ad esempio, la valutazione economica dell’intervento non venga eseguita da un asseveratore, sulla base dei prezziari o ricorrendo al calcolo analitico dei costi. I costi esposti nella tabella 1 dell’Allegato G si considerano al netto di Iva, prestazioni professionali e opere complementari relative all’installazione e alla messa in opera delle tecnologie. Nella definizione delle cosiddette “opere complementari” vanno considerate le opere aggiuntive o accessorie connesse all’impianto ma non costituenti l’impianto in quanto tale. I costi indicati in tabella infatti riguardano tutto ciò che è strettamente funzionale alla realizzazione dell’impianto (ad esempio, il costo del generatore di calore e l’adeguamento dei sistemi di distribuzione e controllo). Il problema si pone per quegli interventi, più semplici, per i quali si fa ricorso all’Allegato I, in assenza di asseveratore, nel caso in cui si sfori il prezzo unitario massimo indicato in tabella. In questi casi, si raccomanda di indicare in fattura tutti i costi, specificandoli come funzionali alla realizzazione dell’impianto e come costi aggiuntivi (ad esempio, la realizzazione di opere murarie), in quanto se si superano i costi massimi ammissibili, sono quest’ultimi ad essere riconosciuti e non i costi aggiuntivi.
SISTEMI IBRIDI “BIOMASSA-PDC” Un sistema ibrido è un dispositivo (o un impianto) in cui sono presenti più generatori di calore alimentati da diverse fonti di energia, solitamente un combustibile fossile e una fonte rinnovabile. Nei sistemi ibridi, il Manager Energetico intelligente dà la priorità di volta in volta alla pompa di calore ad aria (fonte di energia rinnovabile) o alla caldaia a gas o gasolio (fonte fossile) a seconda di ciò che risulta più vantaggioso in base alle condizioni di esercizio, assicurando sempre massima efficienza e risparmio sui costi energetici. In pratica, il sistema ibrido tende a ottimizzare il processo di produzione del calore. Normalmente gli impianti di riscaldamento vengono gestiti in funzione della temperatura ambiente o della temperatura esterna. In condizioni climatiche normali funzionerà quasi sempre la pompa di calore, fino a quando potrà coprire autonomamente l’intero fabbisogno di calore. Quando questo aumenta, ad esempio al peggiorare delle condizioni climatiche, sarà necessario il supporto della caldaia a condensazione. Questo
LA CERTIFICAZIONE DEI BIOCOMBUSTIBILI Nell’Allegato G del DM 6 agosto 2020, al punto 2.a comma iii, si precisa che “il combustibile utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazione accreditato che ne certifichi la conformità alla norma UNI EN ISO 17225 ivi incluso il rispetto delle condizioni previste dall’Allegato X, Parte II, sezione 4, paragrafo 1, lettera d) alla parte V del D.Lgs. 152/2006 e successive modificazioni. Nel caso delle caldaie potrà essere utilizzato solo pellet appartenente alla classe di qualità per cui il generatore è stato certificato, oppure pellet appartenente a classi di miglior qualità rispetto a questa. In tutti i casi la documentazione fiscale dovrà riportare l’evidenza della classe di qualità e il codice di identificazione rilasciato dall’Organismo di certificazione accreditato al produttore e/o distributore del pellet”. Dato che il combustibile deve essere certificato, si pone il problema dell’autoconsumo. L’auspicio di AIEL e Uncem è quello di un tavolo di confronto con il MiSE per la regolamentazione dell’autoconsumo, ovvero del consumo “virtuoso” della legna da ardere autoprodotta (che rappresenta il 50% del consumo di legna in Italia), che potrebbe essere disciplinato, senza necessariamente richiedere la certificazione di terza parte.
abbinamento comporta un risparmio in termini di energia primaria. Recentemente i produttori di impianti tecnologici a biomassa hanno immesso sul mercato una nuova tipologia di sistema ibrido: il cosiddetto “factory made”, un impianto a biomassa in grado di funzionare in abbinamento alle pompe di calore, costituendo così dei sistemi ibridi in cui entrambi i generatori sono alimentati a fonti rinnovabili, sopratwww.casaeclima.com
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tutto se abbinati all’installazione di un impianto fotovoltaico. Questi sistemi ibridi “biomassa-PdC” hanno soprattutto investito sulla regolazione intelligente in grado di gestire sempre nel modo più efficiente il funzionamento dei due generatori abbinati per la copertura del fabbisogno energetico dell’edificio. Questi sistemi non hanno però ancora ricevuto da parte del legislatore la necessaria attenzione: nel D.M. 6 agosto 2020, al punto 6 “Interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di sistemi ibridi” si fa riferimento ai soli sistemi
TABELLA 1 – I generatori a biomassa che possono accedere all’Ecobonus (fonte: ENEA) Tipologia
Norma di riferimento
Caldaie a biomassa < 500 kW
UNI EN 303-5
Caldaie a biomassa ≥ 500 kW
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Caldaie domestiche a biomassa che riscaldano anche il locale di installazione < 50 kW
UNI EN 12809
Stufe a combustibile solido
UNI EN 13240
Apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati a pellet < 50 kW
UNI EN 14785
Termocucine
UNI EN 12815
Inserti a combustibile solido
UNI EN 13229
Apparecchi a lento rilascio di calore alimentati a combustibili solidi
UNI EN 15250
Bruciatori a pellet per piccole caldaie da riscaldamento
UNI EN 15270
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costituiti “da pompa di calore e caldaia a condensazione, espressamente realizzati e concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro” e non viene fatta menzione di sistemi ibridi che integrino caldaie a biomassa. Il dubbio è che l’abbinamento di una caldaia a biomassa ad una pompa di calore non determini una convenienza effettiva in termini di risparmio di energia primaria, ovvero che l’uso della pompa di calore sia più efficiente, in termini di consumo di energia primaria, della caldaia a biomassa, quando l’obiettivo del legislatore è quello di minimizzare il fabbisogno di energia primaria da fonte rinnovabile. Inoltre, nei sistemi ibridi “biomassa-PdC” si utilizzano nella stessa macchina due sistemi concorrenziali tra loro, anche se tali sistemi abbassano notevolmente il fattore di emissione dell’impianto, determinando vantaggi in termini energetici ed ambientali in virtù dei quali gli stessi meritano tavoli di discussione in relazione ad loro regolamentazione dal punto di vista normativo nelle sedi appropriate.
MICRO-COGENERAZIONE Per quanto riguarda i micro-cogeneratori, in base al comma 2. b-bis, articolo 14, D.L. 63/2013 e ss.mm.ii, la detrazione si applica per l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti che conducano a un risparmio di energia primaria (PES) ≥ 20% con potenza elettrica < 50 kWe, senza riferimento alcuno alla tipologia di alimentazione. Quindi non c’è alcun impedimento all’uso di micro-cogeneratori alimentati a biomassa ai fini del conseguimento di Ecobonus/Superbonus. Per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di micro-cogeneratori vale quanto riportato nel punto 7 dell’Allegato A del D.M. 6 agosto 2020.
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Il cappotto termico: materiali, tecnologie, posa in opera e finitura L’isolamento termico dell’involucro è il primo intervento trainante per accedere al Superbonus 110%: è fondamentale, però, scegliere prodotti di qualità PATRIZIA RICCI
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li obiettivi fissati dalla Comunità Europea per il 2030, finalizzati a una riduzione del 40% dei gas serra rispetto 1990, al 27% del consumo di energia coperto da fonti rinnovabili e a una riduzione del 27% dei consumi energetici, non possono prescindere da una efficienza del nostro patrimonio edilizio, datato e – com’è noto – fortemente energivoro: l’energia impiegata nel settore residenziale rappresenta il 40% del consumo finale di energia in Italia. Di questo 40%, oltre l’80% viene consumato per il solo riscaldamento degli edifici. Nel caso di edifici storici e vecchie costruzioni, il consumo di combustibile per riscaldamento, spesso fossile, varia da 25 a 14 l/m2 anno (o mc/m2 anno) mentre è di circa 3 l/m2 anno per gli edifici in classe A e scende a circa 1,5 l/m2 anno
per le case passive (vedi Tabella 1). È importante dunque ribadire che qualora l’involucro sia molto efficiente, e quindi l’edificio necessiti di poca energia per il riscaldamento, questa possa essere di diversa natura rispetto a un combustibile fossile e anche interamente rinnovabile. L’isolamento dell’involucro è quindi determinante nel fabbisogno energetico dell’edificio. Per accedere al Superbonus 110% e, quindi, riuscire a migliorare di almeno di due classi energetiche l’efficienza di un immobile (prerequi-
TABELLA 1 – Valori di consumo di energia per riscaldamento
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Costruzioni esistenti
ca. 200 kWh/m2 anno
Costruzioni nuove a norma (2009)
ca. 70 kWh/m2 anno
Casa a basso consumo energetico
<50 kWh/m2 anno
Casa passiva
<15 kWh/m2 anno
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Isolamento sito essenziale per l’incentivazione) nella maggior parti dei casi bisognerà puntare sull’isolamento termico dell’involucro. Una delle misure più efficaci e più diffuse per l’isolamento termico dell’involucro è il Sistema di Isolamento Termico a Cappotto. Il cappotto termico è l’intervento principale soprattutto per gli immobili con le classi energetiche più basse, in quanto riduce le perdite di calore verso l’esterno durante l’inverno e l’ingresso del calore in casa durante l’estate, migliorando così il comfort termico.
“SE NON È UN SISTEMA NON È UN CAPPOTTO” “Se non è un sistema non è un cappotto”, anzi sarebbe più corretto dire “se non è un sistema certificato non è un cappotto”, secondo il mantra del Consorzio Cortexa, che riunisce le più importanti aziende specializzate nel settore dell’Isolamento Termico a Cappotto in Italia (si veda a proposito l’intervista al Presidente Andris Pavan a pag. 39). Il sistema in questione costituisce il metodo più efficace per accrescere l’efficienza energetica degli edifici e consiste letteralmente nell’“avvolgerli” con dei sistemi in grado di isolarli e proteggerli dall’esterno. Proprio da questa peculiarità nasce la denominazione internazionale del Sistema a Cappotto, definito ETICS, ossia External Thermal Insulation Composite System (Sistemi Compositi per l’Isolamento Termico Esterno). In Italia, la più diffusa denominazione del sistema – cappotto termico – potrebbe in effetti trarre in inganno, in quanto non contenendo la parola “sistema” non sottolinea l’importanza di avvalersi di sistemi certificati come tali, requisito base per interventi efficaci e durevoli. Inoltre, la stessa denominazione non mette in luce il fatto che, a differenza dei cappotti che vengono utilizzati per proteggersi in inverno, il cappotto termico è efficace sia nella stagione invernale che nei mesi estivi, sia nei climi freddi che in quelli caldi, garantendo un comfort maggiore anche in estate. Per realizzare un cappotto termico di qualità, è opportuno scegliere Sistemi a Cappotto forniti e certificati come “kit” dai produttori, dotati di certificato di Verifica Tecnica Europea (ETA) e di marcatura CE di sistema. Infatti, solo i sistemi certificati, e non i cappotti assemblati con componenti di diversa provenienza, sono in grado di garantire prestazioni specifiche quali il comportamento termoigrometrico, la durabilità, la resistenza agli urti e il comportamento al fuoco. Nei sistemi certificati è il produttore, ovvero il detentore del sistema, a garantire tutto: i singoli componenti del cappotto e, di conseguenza, il cappotto stesso nel suo complesso; se il cappotto non è certificato come sistema, il produttore risponde solo dei singoli componenti quali collante, rasante, isolante, finitura. Il cappotto è sostenibile e durevole se e solo se vengono garantiti tre fattori imprescindibili: la scelta dei materiali, perché solo i cappotti certificati possono essere considerati sistemi a cappotto di qualità; la progettazione, perché il cappotto deve essere progettato da un professionista esperto in materia; la posa in opera, perché la posa deve essere effettuata da applicatori competenti e qualificati.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO Per i sistemi ETICS sono due le norme di riferimento: prEN 17237:2018 – Thermal Insulation products for buildings – External thermal insulation – Specification. ■ ETAG 004 – Linee Guida Tecniche Europee per sistemi isolanti a cappotto per esterni con intonaco. L’EOTA (European Organisation for Technical Approvals) sta gradualmente trasformando gli esistenti ETAG (le linee guida per stilare gli ETA sotto la vecchia direttiva prodotti da costruzione 89/106/CEE) in EADs. Infatti, per prodotti non coperti da norme armonizzate EN, la base per la valutazione dei prodotti è l’EAD (European Assessment Document). Per cui la ETAG 004, che descrive per il sistema completo i metodi di prova per determinarne le caratteristiche fisico-tecniche del sistema, è diventata EAD 040083-00-0404. È cambiata comunque la forma ma non la sostanza. Arriverà anche una nuova norma armonizzata che sarà obbligatoria non prima del 2022. Quando uscirà non potrà essere immesso sul mercato nessun cappotto privo di certificazione e marcatura CE. ■
In sostanza, gli EAD sono: EAD 040083-00-0404 – Documento di valutazione tecnica europea per sistemi di isolamento termico a cappotto per esterni con finitura a spessore. ■ EAD 330196-01-0604 – Documento di valutazione tecnica europea per tasselli in sistemi di isolamento termico a cappotto. Le linee guida ETAG/EAD stabiliscono che il detentore del sistema è responsabile della funzionalità dell’ETICS; tutti i componenti dell’ETICS devono essere definiti dal detentore del sistema; i sistemi includono accessori particolari per il collegamento ad elementi costruttivi. ■
La UNI 11716 Nel 2018 è stata emanata anche la norma UNI 11716 sulla Certificazione delle competenze del posatore, in base alla quale si può richiedere al proprio applicatore di esibire la certificazione delle competenze come posatore di sistemi di isolamento a cappotto, anche se, al momento, tale certificazione non è obbligatoria e quindi, anche ai fini della posa nell’ambito del Superbonus 110% non è vincolante. La norma definisce due livelli distinti: installatore base di sistemi ETICS, a cui è affidata la posa del cappotto, e installatore caposquadra. La norma definisce i compiti e le attività specifiche per entrambe le figure, che in quanto professionisti, sono soggetti ad aggiornamento professionale e sono tenuti alla conoscenza e alle modalità di applicazione dei sistemi, che dovrebbero essere certificati.
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SPECIALE Per un buon risultato funzionale, pratico, estetico e duraturo del Sistema di Isolamento a Cappotto, l’esecuzione professionale e a regola d’arte di tutti i raccordi e le chiusure garantisce che le sollecitazioni dovute agli agenti atmosferici (sole, vento, pioggia e neve) e all’utilizzo dell’edificio (dinamica e fisica costruttiva dell’edificio) non abbiano effetti negativi sulle prestazioni della facciata nel tempo. Per l’esecuzione di chiusure e raccordi conformi al Sistema su diverse parti dell’edificio, gli accessori di giunzione, consistenti in profili, guarnizioni, sigillature, e gli schemi di montaggio, devono garantire al Sistema ETICS: ■ la tenuta all’acqua del giunto; ■ la compensazione dei movimenti differenziali; ■ il sufficiente smorzamento delle vibrazioni trasmesse tra elementi costruttivi e Cappotto; ■ la resistenza meccanica; ■ la continuità dell’isolamento termico.
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Il cappotto è sostenibile e durevole se e solo se vengono garantiti tre fattori imprescindibili: la scelta dei materiali, la progettazione, la posa in opera
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PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE
Requisiti del materiale isolante Il materiale isolante è un importante componente del Sistema di Isolamento Termico a Cappotto. Le sue caratteristiche tecniche e quindi la sua idoneità qualitativa come componente del Sistema vengono indicate nel Codice di Designazione (Designation Code). I valori più importanti del materiale isolante sono indicati nei documenti accompagnatori (scheda tecnica e dichiarazione di prestazione DoP) o sull’etichetta. Il produttore del Sistema garantisce che questi valori vengano rispettati. Per i pannelli isolanti, la marcatura CE è necessaria per l’immissione dei prodotti sul mercato edile ed è applicata in base alle norme di prodotto. Occorre precisare che la marcatura CE, pur rappresentando la “carta d’identità” del prodotto, non fissa i requisiti minimi di prestazione specifici per l’applicazione del Sistema a Cappotto e, di conseguenza, non può da sola attestare l’idoneità dei pannelli isolanti a tale applicazione. È compito del detentore del sistema attestare l’idoneità del prodotto
Isolamento CAPPOTTO, SUPERBONUS 110% E CAM
isolante per l’utilizzo in Sistemi ETICS. Il direttore lavori, il progettista o l’applicatore che usino un sistema non certificato diventano essi stessi responsabili del sistema. In questo caso tutte le prove necessarie, cioè la prova di resistenza allo strappo, carico igrometrico, prestazione al fuoco, durabilità, prova agli urti andrebbero eseguite in laboratorio.
I VANTAGGI DI UN SISTEMA A CAPPOTTO La stratigrafia del cappotto elimina quasi tutti i rischi di verifica termoigrometrica perché, isolando dall’esterno e dimensionando correttamente l’isolamento, non si determina la presenza di condensazioni superficiali, interne e interstiziali e si favorisce una corretta e bilanciata diffusione del vapore. Va precisato infatti che l’isolante non è una barriera al passaggio di vapore. Il cappotto elimina le patologie da condensa perché aumenta la temperatura di esercizio della parete nel periodo invernale e la rende stabile nel periodo estivo. Solo nel caso di un sottodimensionamento il cappotto può localizzare delle condense. In tal senso, va tenuto presente che, in ottica Superbonus, mediamente lo spessore necessario è circa 10-15 cm. La presenza del cappotto determina vantaggi in termini di risparmio di combustibile, eliminazione delle patologie, ponti termici e lesioni termoplastiche, comfort abitativo (eliminazione dei ponti termici significa anche riduzione dei moti convettivi dannosi per la salubrità degli ambienti), sfruttamento dell’inerzia termica delle murature, quiete termica dell’edificio e recupero di spazio abitabile.
L’art. 119 del D.L. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio), convertito con modificazioni dalla Legge n. 77/2020, definisce i tre interventi che permettono di accedere direttamente alla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici. L’isolamento termico dell’involucro rappresenta il primo dei tre interventi “trainanti” del Superbonus 110%. La realizzazione di tale intervento consente di realizzare anche altri interventi, cosiddetti trainati, che accedono (con i loro limiti di spesa) al Superbonus. Per usufruire del Superbonus, gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate, devono interessare l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio o dell’unità immobiliare sita all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno. Nel caso di isolamento termico delle superfici, per accedere al Superbonus, è obbligatorio utilizzare esclusivamente Sistemi a Cappotto i cui pannelli isolanti rispettino i CAM (Criteri Ambientali Minimi) indicati nei capitoli 2.4.1.3 e 2.4.2.9 del Decreto CAM. I CAM premiano, mediante punteggio, i materiali più sostenibili o più efficienti sotto il profilo energetico. In un progetto edilizio i CAM servono a indicare che i materiali utilizzati per la costruzione soddisfino i seguenti requisiti: il 15% in peso dei materiali utilizzati sia materia recuperata o riciclata, il 70% dei rifiuti non pericolosi derivanti dalla demolizione e rimozione sia riusato, recuperato e riciclato; non sono ammesse sostanze dannose per l’ozono; i componenti edilizi devono poter esser sottoposti alla demolizione selettiva e devono essere riciclabili o riutilizzabili. Per quanto riguarda gli isolanti, o in genere i materiali leggeri, nell’analisi del ciclo di vita conta l’impatto ambientale per unità di peso. Gli isolanti utilizzati devono rispettare i seguenti criteri: ■
non devono essere prodotti utilizzando ritardanti di fiamma che siano oggetto di restrizioni o proibizioni previste da normative nazionali o comunitarie applicabili;
■
non devono essere prodotti con agenti espandenti con un potenziale di riduzione dell’ozono superiore a zero;
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non devono essere prodotti o formulati utilizzando catalizzatori al piombo quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma di plastica;
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se prodotti da una resina di polistirene espandibile gli agenti espandenti devono essere inferiori al 6% del peso del prodotto finito;
■
se costituiti da lane minerali, queste devono essere conformi alla nota Q o alla nota R di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i. (29);
■
se il prodotto finito contiene uno o più dei seguenti componenti – Cellulosa, Lana di vetro, Lana di roccia, Perlite espansa, Fibre in poliestere, Polistirene espanso, Polistirene estruso, Poliuretano espanso, Agglomerato di Poliuretano, Agglomerati di gomma e Isolante riflettente in alluminio – questi devono essere costituiti da materiale riciclato e/o recuperato secondo le quantità minime indicate, misurato sul peso del prodotto finito, come indicato nel decreto.
Per sapere se un sistema a cappotto rispetta i Criteri Ambientali Minimi (CAM) occorre verificare se i pannelli scelti abbiano la certificazione ambientale EPD Italy o altra internazionale oppure una certificazione che attesti il contenuto di riciclato, ad esempio ReMade in Italy®, Plastica Seconda, oppure una dichiarazione del produttore secondo la norma ISO 14021 certificata da parte terza. www.casaeclima.com
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SPECIALE
Come si realizza un cappotto termico? Dal materiale isolante alla tassellatura dei pannelli, i criteri per la realizzazione di un sistema a cappotto di qualità sono definiti dalla norma UNI/TR 11715:2018 PATRIZIA RICCI
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Isolamento
L
a norma UNI/TR 11715:2018 definisce i criteri per la realizzazione di un sistema a cappotto di qualità e fornisce tutte le indicazioni necessarie per gestire correttamente tutti i dettagli costruttivi e prevenire gli errori più ricorrenti in fase di progettazione e posa. Anche se non ancora recepita da un Decreto, si può richiedere al progettista e al posatore di agire in conformità a questa norma tecnica per realizzare un cappotto di qualità. Il sistema di isolamento termico dall’esterno (ETICS) definito dalla norma, è costituito da diversi strati funzionali sovrapposti – colla/strato di collante e eventuale tassellatura, materiale isolante, intonaco di base, intonaco di finitura – applicati a partire da un supporto murario sul quale vengono fissati mediante collanti ed eventuali fissaggi meccanici i pannelli di isolamento termico, con successivi strati di protezione e finitura costituiti da intonaci di base armati con rete e intonaci e rivestimenti di finitura. Tali sistemi possono essere realizzati su superfici verticali e su superfici orizzontali (all’intradosso di solai) o inclinate purché non esposte alle intemperie. I supporti previsti sono in muratura, in calcestruzzo armato, in legno e in lastre su struttura leggera. In base alla norma, il progettista deve verificare che il sistema ETICS sia correttamente dimensionato per l’isolamento termico richiesto e rispetti le verifiche termo-igrometriche previste; che siano analizzate le zone più critiche e valutate le soluzioni più adeguate (ad esempio, la zoccolatura, edifici alti, contatti con l’acqua, etc.) e rispettate le norme antincendio; che siano noti i carichi del vento al quale l’edificio sarà sottoposto per la definizione del numero e del tipo di tasselli; che i giunti e i raccordi siano progettati in modo da resistere alla pioggia battente e impedire la formazione di umidità nel sistema. Da un punto di vista della progettazione, la norma distingue tra i seguenti metodi di fissaggio: ■ sistemi incollati, e tra questi: ■ sistemi esclusivamente incollati, ovvero che possono essere completamente incollati (sull’intera superficie) o parzialmente incollati in fasce e/o punti specifici; ■ sistemi incollati e con fissaggi meccanici aggiuntivi; ■ sistemi con fissaggio meccanico: sistemi fissati meccanicamente con collante supplementare, che viene utilizzato principalmente per garantire la planarità del sistema installato.
REQUISITI DEL MATERIALE ISOLANTE TERMICO I materiali isolanti utilizzabili per i sistemi ETICS sono prodotti in pannelli con tolleranze di fabbricazione ridotte e controllate e sono certificati. L’idoneità all’impiego può essere dichiarata mediante l’appartenenza a un kit certificato secondo la normativa vigente (EAD o EN) o la produzione con certificazione e marcatura CE conforme alle caratteristiche tecniche indicate nel prEN 17237:2018. In questa e nella ETAG 004 sono infatti contenute le specifiche tecniche per i materiali isolanti utilizzabili nei sistemi ETICS. I materiali isolanti non indicati nella prEN 17237:2018 possono essere utilizzati nei sistemi ETICS purché compresi in una certificazione di sistema secondo la ETAG 004. Secondo la norma UNI/TR 11715:2018, il materiale deve essere vincolato alla superficie in modo da distribuire le tensioni ed evitare il cosiddetto “effetto cuscino o materasso”, ovvero l’insorgere di difetti estetici e funzionali conseguenti il comportamento di un pannello isolante non stabile dimensionalmente alle variazioni termiche quando è libero di deformarsi, cioè quando non è incollato o è incollato in modo scorretto. A tal fine viene specificato che il
materiale deve essere incollato a cordolo perimetrale e punti, due/tre al centro, per bloccare il pannello ai bordi, in modo che non possa trasmettere le tensioni, e al centro in modo che non spanci. È possibile anche effettuare l’incollaggio a tutta superficie, ma solo quando il supporto è sufficientemente planare e non nel caso di pannelli termoplastici (ad esempio, cappotti in polistirolo). In caso di incollaggio con proiezione meccanica continua, può essere realizzato con il metodo a cordolo perimetrale e punti seguendo uno schema ad M o W senza staccare la pistola in fase applicativa. I pannelli isolanti devono essere applicati dal basso verso l’alto, sfalsati uno sull’altro e completamente accostati. La sfalsatura dei giunti verticali deve essere di almeno 25 cm. In corrispondenza degli spigoli i pannelli devono essere alternati in modo da garantire un assorbimento delle tensioni. In queste zone si possono usare solamente pannelli interi o dimezzati, sfalsati tra loro. Occorre porre particolare attenzione a non utilizzare collante in corrispondenza delle teste dei pannelli. L’utilizzo di porzioni di pannello di lunghezza inferiore ai 15 cm sono ammissibili solo su superfici piane. La posa delle lastre deve essere pianificata in maniera da prevedere che i giunti tra i pannelli siano sfalsati sia rispetto alle aperture di porte e finestre, sia rispetto alla presenza di discontinuità di materiali nel supporto (i pannelli vanno tagliati a L). Quando si isola la spalletta di una finestra, bisogna prima isolare la facciata, quindi
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SPECIALE togliere l’eccesso, e isolare la spalletta e non viceversa. Eventuali fughe tra i pannelli vanno riempite con strisce di materiale isolante. Per fughe inferiori a 5 mm si può utilizzare la schiuma di riempimento poliuretanica. Il collante non deve mai essere utilizzato per riempire spazi vuoti tra i pannelli. I giunti di dilatazione strutturali devono essere ripresi nello strato di isolamento esterno, posando i pannelli in modo da lasciare uno spazio vuoto di circa 3 cm. È opportuno posizionare una striscia di lana di roccia con funzione di isolante e riempimento tra i pannelli, applicare il rasante sui bordi dei pannelli isolanti e nei primi 15/20 cm della faccia dei pannelli e inserire il giunto di dilatazione mantenendo una sovrapposizione tra giunto e giunto di almeno 10 cm.
TASSELLATURA DEI PANNELLI ISOLANTI Il supporto deve essere realizzato o predisposto in modo da garantire un’adesione durevole tra pannello isolante e parete tramite incollaggio o con incollaggio e fissaggio meccanico aggiuntivo. Questo vale per calcestruzzo, pietre calcaree, calcestruzzo alveolare e altri sistemi di muratura non intonacati. In generale, i pannelli isolanti richiedono sempre la tassellatura oltre all’incollaggio. La tassellatura deve essere effettuata dopo presa e indurimento del collante, per evitare distacchi provocati dall’inserimento dei tasselli dovuti a urti e vibrazioni. Solo nel caso in cui i pannelli isolanti siano in polistirene espanso
(EPS) e in lana minerale di roccia (MW) con fibre perpendicolari (pannelli lamellari), quindi quando si utilizza un isolante stabile in condizioni di umidità o ambiente bagnato, si può solo incollare – senza tassellatura – su supporti realizzati con blocchi in laterizio o cemento, mattoni in laterizio pieni o forati, calcestruzzo senza isolamento termico integrato o senza casseri a perdere in lana di legno mineralizzata, calcestruzzo poroso con una resistenza a trazione perpendicolare ≥ 150 kPa, se nuovi e portanti. La norma riporta la seguente dicitura: “Nel caso di supporti intonacati, la possibilità di non utilizzare i tasselli dipende dalla adeguata forza di adesione dell’intonaco (che va verificata)”. Ma né il cappottista né il produttore garantiscono l’adeguatezza della forza di adesione dell’intonaco. I tasselli devono rispettare le prescrizioni della norma EAD 330196-01-0604, in base a una determinata rigidità e portata del piattello e a un coefficiente di conducibilità termica puntuale ( ) ≤ 0,002 W/K (in base a EOTA TR 025). I tasselli devono essere idonei al supporto e fare riferimento alle categorie di utilizzo indicate nella norma EAD 330196-01-0604, che definiscono i campi di impiego del tassello in relazione ai vari tipi di supporto (A, B, C, D ed E).
Determinazione della quantità dei tasselli La base per la valutazione della resistenza statica ai carichi da vento sono le norme tecniche nazionali per le costruzioni vigenti e i documenti di recepimento ed applicazione dell’Eurocodice I. Il numero di tasselli per metro quadrato dipende da: resistenza allo strappo del tassello dal supporto e resistenza allo strappo del pannello isolante attraverso il tassello (valore minimo tra i due); tipo e caratteristiche del materiale isolante; altezza ed esposizione dell’edificio; zona ventosa in cui sorge l’edificio e forma dello stesso. Il numero di tasselli da applicare per unità di superficie deriva dal calcolo della spinta del vento; i tasselli devono inoltre essere applicati seguendo uno schema (a “T” o a “W”) per permettere la loro distribuzione uniforme sulla superficie: la combinazione di queste due esigenze può portare a dover utilizzare, per bassi carichi del vento e per pannelli di dimensioni 100x50, più tasselli di quelli strettamente necessari. Quanto detto non deve in nessun caso costituire un incentivo all’utilizzo di pannelli isolanti di dimensioni elevate (in ogni caso al massimo 120x60 cm) rispetto a pannelli standard (100x50 cm). Gli schemi di tassellatura servono a garantire l’uniforme distribuzione dei fissaggi meccanici su tutta la superficie.
Schema a T Nello schema a T almeno un tassello è posto al centro di ogni pannello e un altro a ogni incrocio dei giunti: questo schema è consigliato per l’applicazione dei pannelli in EPS e in PU. Nel caso siano necessari più tasselli, essi vanno posizionati nella parte centrale dei pannelli.
Schema a W Nello schema a W ogni pannello è fissato con 3 (minimo) o più tasselli: questo schema è possibile per l’isolamento termico con pannelli in MW, in alternativa allo schema T.
Inserimento dei tasselli I tasselli devono essere inseriti a filo con l’isolante. È possibile tuttavia applicare i tasselli incassati nell’isolante: ciò può avvenire o tramite fresatura del pannello o
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Isolamento mediante affondamento del tassello e compressione dell’isolante. In entrambi i casi è necessaria l’applicazione successiva di un tappo in idoneo materiale isolante. Tale applicazione è consigliata per pannelli isolanti di spessore notevole (per esempio >10 cm).
L’INTONACO DI BASE Lo strato di intonaco di base è applicato direttamente sullo strato di isolante termico ed è composto da un rasante specifico nel quale viene annegata una rete di rinforzo in grado di migliorare la sua resistenza a trazione, per evitare i fenomeni fessurativi. Lo strato di intonaco di base ha la funzione di resistere alle sollecitazioni meccaniche agenti sul sistema e a tal fine deve essere dimensionato in termini di spessore e numero di reti di rinforzo. I supporti in muratura nuovi non intonacati possono essere considerati dal posatore idonei, in linea di principio, per l’applicazione dei pannelli isolanti del sistema, partendo dal presupposto che essi siano stati realizzati a regola d’arte. Tra questi sono considerati adatti i laterizi, i blocchi in calcestruzzo (pesanti e leggeri) secondo la norma UNI EN 771-3, calcestruzzo normale, calcestruzzo alveolare autoclavato secondo la norma UNI EN 771-4 e le pareti in cls in blocchi cassero di trucioli in legno secondo la UNI EN 15498. Nel caso di supporti in muratura preesistenti o nuovi intonacati, occorre eseguire il controllo del supporto sul quale verrà installato il sistema; lo stesso dicasi per i sistemi in legno e in pannelli da costruzione leggeri, per i quali, a causa dei movimenti e dinamismi propri di questa tipologia di strutture, dovute anche alla variazione dei carichi, occorre verificare lo stato, la portanza e anche la stabilità del supporto. Se il supporto si muove, nel cappotto, per quanto sia un sistema elastico, possono determinarsi delle lesioni. Nel caso in cui, a seguito delle prove e analisi eseguite, il supporto non dia garanzie di sufficiente resistenza superficiale, è necessario provvedere a operazioni di preparazione del supporto stesso, che costituiscono parte integrante della tecnica applicativa dei sistemi ETICS.
L’INDICE DI RIFLESSIONE L’indice di riflessione è un’unità di misura della riflessione della luce diurna (irraggiamento) (bianco = I.R.100%; nero = I.R. 0%). Per evitare un forte surriscaldamento del Sistema ETICS sono stati determinati valori I.R. minimi. Questi ultimi variano dal 20% al 30% a seconda del paese (in relazione alle condizioni climatiche). Per sistemi ETICS è necessario un valore I.R. superiore al 20% riferito agli intonaci di rivestimento o alle eventuali pitture protettive. In caso di I.R. inferiore al 20% è necessario affidarsi a sistemi specifici, garantiti dal produttore. Per superfici esposte a forte irraggiamento solare (esposizioni a Sud o Ovest) o in zone climatiche con forte irradianza (zone climatiche A, B, C, alta montagna, zone con riverbero, per esempio fronte mare o corsi d’acqua), è consigliabile aumentare il valore di I.R. Con spessori di isolante elevati, il valore dell’indice di riflessione deve essere aumentato per limitare il surriscaldamento superficiale dovuto all’irraggiamento solare.
e alto. Agli angoli di porte e finestre è necessario inserire reti di armatura diagonali, da applicare nell’intonaco di base prima dell’applicazione della rasatura armata e da fissare in modo che i bordi delle strisce si trovino direttamente sull’angolo con inclinazione di circa 45°. Le strisce di rete hanno normalmente una dimensione di ca. 200 x 300 mm. È ammesso l’uso di reti pronte, presagomate. Per ottenere maggiori resistenze meccaniche superficiali, è possibile inserire prima dell’armatura ordinaria un’armatura rinforzata – a maggiore grammatura – oppure una prima armatura uguale a quella ordinaria.
Intonaco di base con armatura È possibile utilizzare diversi tipi di intonaco di base a seconda dei requisiti del Sistema e del materiale dei pannelli isolanti (tipo di materiale e caratteristiche). Si distinguono intonaci di base a spessore sottile, medio
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SPECIALE LA CORRETTA POSA, IN BREVE Per assicurare prestazioni nel tempo, oltre alla progettazione, è fondamentale una posa a regola d’arte.
Mancato posizionamento del profilo di partenza Il profilo di partenza è un elemento essenziale per iniziare la posa dell’isolamento a cappotto su una struttura già definita. Il suo posizionamento permette di assicurare la corretta applicazione in linea dei pannelli da un’altezza da terra non inferiore a 2 cm.
Posizionamento del pannello isolante
Le lastre devono essere posizionate dal basso verso l’alto e sfalsate di almeno 25 cm le une dalle altre, così da permettere una più equilibrata distribuzione delle tensioni ed evitarne la separazione conseguente ai movimenti interni.
Errato incollaggio dei pannelli isolanti
L’effetto camino e l’effetto materasso sono determinati da un errato incollaggio dei pannelli dell’isolamento a cappotto. È importante ricordare che non si deve utilizzare alcun collante tra i pannelli isolanti.
Riempimento delle fughe
Se le fughe tra i pannelli sono maggiori di 2 mm, devono essere riempite con porzioni del medesimo materiale isolante. Per fughe entro i 5 mm è possibile utilizzare un’idonea schiuma isolante a bassa densità. Le fughe non devono essere riempite con materiale isolante.
Incollaggio della rete di armatura
La rete deve essere posizionata al centro o nel terzo esterno dell‘intonaco di fondo, poi stesa a partire dall’alto verso il basso.
Rinforzo della rete in prossimità degli angoli È un errore l’assenza delle porzioni di rete, posta a 45° in prossimità degli spigoli delle finestre, elementi fondamentali per rispondere alle tensioni che si sviluppano.
L’armatura rinforzata deve essere inserita senza sovrapposizione dei lembi, in uno strato di rasante spesso circa 2 mm, prima dell’applicazione delle protezioni di spigoli/angoli e dell’applicazione dell’armatura finale. Tutti gli spigoli devono essere realizzati utilizzando gli appositi paraspigoli con rete preincollata, avendo cura di posizionare i paraspigoli con gocciolatoio nei punti di scolo dell’acqua piovana. L’intonaco di base si applica sullo strato isolante appositamente preparato negli spessori indicati dal produttore nel certificato ETAG. Lo spessore nominale varia da 3 a 5 e 8 mm in funzione del tipo di pannello. Nell’intonaco di base appena applicato si deve inserire la rete in fibra di vetro dall’alto verso il basso, in verticale (consigliato) o in orizzontale, con una sovrapposizione di almeno 10 cm tra reti adiacenti ed evitando la formazione di pieghe. La rete va posizionata al centro o nel terzo esterno dell’intonaco di base. La rasatura si applica con il metodo “fresco su fresco” per garantire la copertura necessaria di tutta la rete. La rete in tessuto di fibra di vetro deve essere poi coperta con almeno uno strato di malta di base di 1 mm, e almeno 0,5 mm nella zona delle sovrapposizioni della rete. Lo spessore minimo del rivestimento finale (intonaco di finitura) serve a garantire la sufficiente protezione dagli agenti atmosferici, e a contribuire alle resistenze meccaniche superficiali, integrando l’intonaco di base. In generale, è consigliabile utilizzare rivestimenti con granello guida (inerte con granulometria maggiore) uguale o superiore a 1,5 mm per garantire sufficienti prestazioni in termini di: ■ plasticità/elasticità del rivestimento; ■ garanzia dello spessore protettivo; ■ rugosità che aiuta la distribuzione delle temperature; ■ creazione di micro ombreggiature con sole a picco, che limitano il surriscaldamento superficiale; ■ mascheratura di piccoli difetti di planarità. Quindi, e questo è ben chiarito dalla norma, l’intonaco di finitura non è una semplice pittura. Come finitura di un Sistema ETICS sono utilizzabili, in alternativa agli intonaci di finitura, rivestimenti costituiti da elementi sottili modulari (mattoncini sottili costituiti da impasti di inerti, resine e pigmenti) che possono essere incollati all’intonaco di base armato. I rivestimenti modulari presenti nelle certificazioni ETA conformi alla ETAG 004 usata come EAD sono assimilati a rivestimenti. Altri elementi modulari, ad esempio ceramiche, grès porcellanato, cotto, etc., che non sono contemplati dalla ETAG 004 possono essere applicati sui sistemi ETICS, o Sistemi a Cappotto, purché siano garantiti dal produttore del sistema o facciano parte di un’ETA conformemente alla EAD 040287-00-0404. In generale è consigliabile utilizzare elementi di piccole dimensioni.
Materiali isolanti diversi
Sulla stessa parete non vanno utilizzati materiali isolanti diversi.
RIFERIMENTI
Tassellatura
prEN 17237:2018 – Thermal Insulation products for buildings – External thermal insulation – Specification.
L’assenza o una cattiva tassellatura possono determinare danni importanti, sia in termini di durata che di estetica della facciata e del cappotto.
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Manuale per l’applicazione del Sistema a cappotto – Cortexa, Eccellenza nel Sistema a Cappotto, www.cortexa.it – Edizione 2, rev. 4, 2.2.2021
Isolamento
Cosa offre il mercato Isolamento in lana di roccia Capatect Minera Line è una delle svariate soluzioni Caparol per realizzare il cappotto termico. Basato sui tre nuovi pannelli in lana di roccia MW Dämmplatte 034 Evolution, MW Dämmplatte 034 Evolution+ e MW Dämmplatte 040 Fire+, il sistema è caratterizzato da massima resistenza al fuoco, comfort estivo oltre che invernale, facilità e rapidità di applicazione e sostenibilità ambientale. Conformi ai requisiti CAM, i pannelli rappresentano la soluzione ideale per gli interventi legati al Superbonus 110%, permettendo anche di incrementare le prestazioni acustiche e al fuoco della facciata, oltre che dell’isolamento termico dell’involucro. L’utilizzo in facciata dei pannelli incombustibili in Euroclasse A1, o alternativamente la realizzazione delle fasce tagliafuoco, contribuisce a contenere efficacemente il rischio di propagazione degli incendi in facciata. Dotati di attestazioni EPD conformi agli standard europei EN 15804 e ISO 14025 e certificati ETA 13/0890, ETA 12/0575, ETA 09/0368, ETA 09 / 0368, 13/0583 i Sistemi Capatect Minera Line contribuiscono al raggiungimento dei crediti previsti dai principali protocolli internazionali di valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici. I Sistemi Capatect Minera Line sono inoltre corredati da dettagli tecnici costruttivi oltre che supportati dalla completa assistenza dei Tecnici Caparol in fase progettuale ed in cantiere.
www.caparol.it
Un sistema versatile per tutte le tipologie di intervento Nato dalla Ricerca & Sviluppo Mapei, MAPETHERM SYSTEM è frutto di un attento studio di tutte le componenti chiave tipiche del cappotto e delle variabili che influiscono sulle sue performance. Si distingue infatti per l’attenzione posta sulla prestazione dell’adesivo, il componente chiave che rende il sistema efficace e duraturo nel tempo. Gli adesivi MAPETHERM contrastano efficacemente le deformazioni create dalle diverse temperature che si generano tra le due facce del pannello isolante, consentendo di installare sistemi di isolamento sicuri e innovativi utilizzando ogni tipo di pannello. Il Sistema MAPETHERM assicura la riduzione dei consumi energetici estivi e invernali, aumenta il comfort abitativo bilanciando la temperatura di ambiente e parete ed elimina la condensazione del vapore acqueo entro le murature dell’edificio. Oltre a intervenire nella realizzazione di sistemi di isolamento termico a cappotto di moderna concezione, MAPETHERM SYSTEM può rispondere nella riqualificazione di cappotti termici degradati dal tempo e dalle intemperie. I cicli di prodotto sono indicati per applicazioni ad alto spessore, in presenza di supporti critici (ad esempio mancata planarità) o in caso di zone critiche quali zoccolature, parti comuni di condomini, aree maggiormente esposte a urti e sollecitazioni. La versatilità del sistema permette anche l’applicazione di rivestimenti in pietra naturale o ceramici, in particolare dei grandi formati a spessore sottile. MAPETHERM SYSTEM è dotato della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD – Environmental Product Declaration), il rapporto che documenta gli effetti ambientali di un prodotto nel suo ciclo di vita, misurandoli con la metodologia standardizzata LCA (Life Cycle Assessment).
www.mapei.com
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SPECIALE Cappotto in laterizio per il Superbonus Tris® di T2D è il sistema costruttivo a taglio termico completo dalle eccellenti prestazioni termiche, disponibile in versione portante antisismica o tamponamento a setti sottili. Tris® risponde ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) necessari per ottenere gli incentivi fiscali previsti dal Superbonus. L’elemento principale del sistema Tris® è un monoblocco preassemblato, costituito da due elementi in laterizio e uno isolante battentato in Neopor® interposto. Tris® garantisce un taglio termico completo e continuo lungo tutte le pareti verticali opache. Un’abitazione perfettamente isolata permette di ottenere un ambiente termico interno ottimale per qualsiasi stagione: caldo e freddo penetrano con difficoltà all’interno dell’abitazione favorendo il comfort abitativo senza inutili dispendi in termini energetici. Grazie ai pezzi speciali e alla battentatura dell’isolante, il sistema Tris® garantisce l’eliminazione totale dei ponti termici ossia di quei punti della struttura in cui si hanno vie preferenziali per la dispersione del calore in corrispondenza di discontinuità di materiali (zone di unione tra le strutture in c.a. e i tamponamenti in laterizio) o di particolari configurazioni geometriche (per esempio gli spigoli).
www.t2d.it
Per il risanamento dei vecchi cappotti I sistemi di isolamento termico a cappotto hanno avuto negli anni e in breve tempo un’ampia diffusione per isolare le facciate di edifici nuovi e di edifici esistenti, forti dei numerosi vantaggi che consentono di ottenere. Se all’inizio mancavano conoscenze specifiche sul comportamento nel tempo dei sistemi di isolamento, oggi conosciamo bene come un cappotto si comporta dopo decenni e come si può eseguire una adeguata manutenzione e un corretto risanamento. Molte delle facciate realizzate da tempo necessitano ora un’adeguata manutenzione e spesso vecchi cappotti termici, non ben eseguiti, presentano problematiche, si intravedono i pannelli in facciata e si ha la formazione di crepe con conseguente degrado dei rivestimenti murali. La soluzione concreta ed efficace per ripristinare il vecchio cappotto è il sistema RÖFIX RenEtics®. Grazie al sistema di fissaggio meccanico con tasselli e speciale rete 3D, il cappotto esistente viene fissato saldamente al supporto. La speciale rete funge da supporto per RÖFIX RenEtics®, intonaco alleggerito a base NHL. Con la rasatura armata finale si realizza uno stato estremamente robusto, che garantisce una superficie della facciata di lunga durata.
www.roefix.it
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Isolamento Isolare il “muro a cassetta” grazie all’insufflaggio L’intervento dell’insufflaggio in parete rappresenta una soluzione economica ed efficace a migliorare le caratteristiche termiche degli edifici. L’isolamento a insufflaggio prevede di “iniettare”, all’interno dell’intercapedine vuota delle murature, il materiale isolante. Tale operazione viene fatta praticando dei piccoli fori sulla parete, a circa 30 centimetri di distanza dai solai. Politerm Wall è la proposta di Edilteco per questa tipologia di interventi: si tratta di perle a cella chiusa di polistirene espanso vergine, specifiche per insufflaggio in intercapedine e volumi confinati. Il vantaggio nell’utilizzo delle perle di EPS risiede nelle caratteristiche intrinseche del prodotto: completamente atossiche, inassorbenti, imputrescibili, esenti da polveri, dimensionalmente stabili nel tempo e prive di valori nutritivi in grado di sostenere la crescita di funghi e batteri. La conducibilità termica lD che Politerm Wall riesce a garantire, una volta insufflato in parete, è di 0,043 W/mK. Questo significa che, prendendo in considerazione una sezione tipo di parete a cassetta, con un’intercapedine d’aria di 8 cm, in una parete avente spessore totale 34 cm, il miglioramento termico della facciata può superare il 60%. La semplicità del sistema permette di eseguire l’intervento di isolamento termico in tempi estremamente ridotti rispetto ad altre soluzioni comuni. Politerm Wall contiene fino al 90% di materie prime rigenerate e soddisfa i requisiti CAM.
www.edilteco.it
Costruire sostenibile con blocchi e solai in legno cemento Dal 1985 Isotex Srl opera sul territorio italiano realizzando oltre 80.000 costruzioni antisismiche ed ecosostenibili, garantendo sicurezza, comfort ed esperienza. Con una sola operazione di posa semplice e veloce, Isotex rispetta tutte le norme vigenti riducendo tempi e costi di costruzione. L’azienda si è sempre contraddistinta per ricerca, sviluppo e qualità dei propri prodotti. Negli anni ha sviluppato il proprio sistema migliorandone le caratteristiche strutturali, termoacustiche e di resistenza al fuoco (REI120-REI40). Eco-sostenibilità e materiali naturali sono altri aspetti fondamentali per Isotex. Da marzo 2021 ha deciso che tutti i propri prodotti saranno dotati degli innovativi inserti di isolante Neopor® BMB di BASF realizzati con l’uso di biomasse (fonti rinnovabili), nel pieno rispetto dei requisiti CAM. Isotex ha inoltre ottenuto l’EPD di Tipo III (Dichiarazione Ambientale di Prodotto). Isotex mette a disposizione Certificazioni e Relazioni redatte da prestigiosi Enti Certificatori, prove effettuate presso Laboratori accreditati e Università, per ottenere tutti i vantaggi proposti dal Superbonus 110% (adeguamento sismico con esoscheletro). Grazie alla qualità dei prodotti, certificazioni e servizi, Isotex esporta in 14 Paesi. Chi acquisterà abitazioni realizzate con il sistema Isotex avrà fatto un ottimo investimento proiettato nel tempo sia in ottica di sicurezza, sia di comfort abitativo.
www.blocchiisotex.com
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STØNE La pompa di calore che non devi più nascondere
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INTERVISTA
Competenza e certificazione: così si diffonde la cultura del sistema a cappotto Rendere obbligatoria la marcatura CE per il cappotto termico e i percorsi formativi per l’applicatore: ne parliamo con Andris Pavan, Presidente del Consorzio Cortexa a cura della REDAZIONE C&C: Secondo molti osservatori, l’annuncio del Superbonus ha avuto come effetto collaterale quello di “congelare” molti lavori programmati dalla metà del 2020 fino all’autunno, in attesa dei decreti attuativi. È stato così anche per voi? A. P.: Il lungo periodo di recepimento e chiarimento in merito al Superbonus 110% ha fatto sì che non vi fossero molte richieste nel lasso di tempo da luglio a fine 2020. Ciononostante, le novità introdotte dal Superbonus hanno contribuito a muovere l’interesse di tutta la filiera in merito all’importanza del Sistema di isolamento termico a cappotto e alla strategicità delle scelte ad esso correlate. Avere creato, con le caratteristiche del Superbonus, un legame indissolubile tra la qualità dell’esecuzione, il raggiungimento di risultati certi di efficientamento e il diritto a usufruire dei benefici, non fa che rafforzare la domanda di qualità rigorosa e verificabile e incentivare un incremento qualitativo e non solo quantitativo della domanda. Cortexa lavora per fare pervenire a tutti gli attori un messaggio molto chiaro in merito alla definizione di qualità degli interventi con Sistema a Cappotto: scelta di Sistemi con certificato ETA secondo ETAG 004 o EAD 040083-00-0404 e marcatura CE di sistema, testati e forniti come kit da un unico produttore; progettazione a cura di progettisti esperti, che conoscano e applichino i criteri del Manuale per l’Applicazione del Sistema a Cappotto Cortexa e la norma UNI/ TR 11715; posa in opera a cura di imprese e installatori che operino secondo il Manuale per l’Applicazione del Sistema a Cappotto Cortexa e la norma UNI/TR 11715 e le cui competenze siano certificate secondo la norma UNI 11716.
Come sta andando ora che il Superbonus è pienamente operativo?
ANDRIS PAVAN Presidente Cortexa
La domanda è in sensibile in aumento, il Superbonus ha fatto da traino, ma si stanno realizzando anche numerosi progetti che accedono al Bonus Facciate 90%. Ci aspettiamo che questo trend continui, sostenuto sia dai bonus che da una diffusione sempre più ampia della cultura del risparmio energetico e della ricerca del comfort abitativo.
Dai dati che avete a disposizione, come vi sembra che si stia distribuendo la domanda tra condominiale e unifamiliare? Il numero di richieste di intervento per edifici singoli e condomini è equiparabile. Anche la distribuzione geografica è piuttosto omogenea. Tuttavia, gli iter decisionali e gli studi di fattibilità per i condomini sono molto più complessi e richiedono tempo. È per questo che ci auspichiamo che il Governo possa riprendere in considerazione www.casaeclima.com
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INTERVISTA
Come consorzio siete fortemente impegnati nella diffusione di una vera e propria “cultura” del sistema a cappotto. Quali ritenete che siano le mancanze più gravi lungo la filiera, dal posatore al cliente finale? Il cliente finale ci contatta quotidianamente per essere indirizzato verso scelte che lo mettano al sicuro da lavori mal progettati e mal seguiti. I punti deboli della catena sono altri: per quanto concerne il
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Il cliente finale ci contatta quotidianamente per essere indirizzato verso scelte che lo mettano al sicuro da lavori mal progettati e mal seguiti
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una proroga del Superbonus. Le premesse dal punto di vista economico-finanziario sembrano essere positive, e l’Italia non può esimersi dal raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni pattuiti a livello europeo. Giocando l’edilizia un ruolo preponderante, è necessario efficientare il patrimonio immobiliare. Si tratta però di obiettivi molto importanti, che non si possono raggiungere in pochi mesi.
sistema a cappotto, sarebbe opportuno che diventasse obbligatoria la marcatura CE del Sistema. Per quanto riguarda l’applicatore, è fondamentale che possa occuparsi di installazione di sistemi a cappotto solo se realmente qualificato: è fondamentale rendere obbligatori i percorsi formativi e di certificazione delle competenze, secondo la norma UNI 11716, già esistente e fortemente voluta da Cortexa. Per quanto concerne il progettista, Cortexa eroga corsi e materiali per i professionisti sin dal 2007. Ne abbiamo formati a migliaia e riteniamo che la cultura progettuale sia cresciuta in questi anni: i riferimenti sono il Manuale per l’Applicazione del Sistema a Cappotto e la UNI/ TR 11715. Contiamo sul fatto che alcune caratteristiche dei nuovi bonus, come l’asseverazione obbligatoria da parte del tecnico, con le responsabilità che ne conseguono, disincentiveranno l’azione di figure non specializzate.
Quanto sono diffusi gli interventi che non rispondono ai requisiti di conformità?
CHI È CORTEXA Cortexa è il progetto associativo che dal 2007 accoglie i principali produttori di Sistemi a Cappotto. Nella categoria Partner Tecnici, inoltre, aderiscono a Cortexa associazioni che si occupano di isolanti – AIPE e FIVRA – e posa del Sistema a Cappotto – ANVIDES, mentre di recente è stata presentata la partnership con ANFIT, l’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy. Nella categoria dei Main Partner vi sono produttori di isolanti, di accessori per il Sistema a Cappotto e di soluzioni per il fissaggio di carichi e per il nodo finestra. “Ognuno di loro – partecipando attivamente allo sviluppo di contenuti tecnici e formativi – contribuisce con un know how specifico a rendere sempre più concreto e chiaro il concetto di ‘qualità nel dettaglio’ per l’efficienza dell’involucro. Un’ulteriore espansione delle collaborazioni e della base associativa rientra tra i nostri obiettivi”, spiega Andris Pavan.
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È difficile quantificare il numero di interventi mal eseguiti o realizzati con “cappotti assemblati”, ossia non forniti come kit da un unico produttore e certificati secondo ETAG 004 o EAD 040083-00-0404 e dotati di marcatura CE. Possiamo però affermare che oggi Cortexa – racchiudendo i principali produttori di Sistemi a Cappotto – rappresenta la quota prevalente di mercato. Le aziende aderenti operano secondo i requisiti di qualità definiti dal Consorzio. La breve gittata del Superbonus 110% potrebbe contribuire all’esecuzione di lavori che non rispecchiano i requisiti di qualità: questo perché la domanda supera l’offerta e favorisce l’azione di imprese non qualificate. Per questo motivo Cortexa continua a investire in attività di informazione/formazione rivolte a tutta la filiera: più si diffondono le conoscenze meno spazio ci sarà per l’improvvisazione.
Tra le “minacce” per il mercato dei sistemi a cappotto ci sono i cosiddetti “nanocappotti” o “microcappotti”, che spesso vengono erroneamente considerati come alternative al cappotto termico. La scelta del Sistema isolante deve essere compiuta sulla base di dati tecnici certi: analisi di fattibilità, calcolo termico, valutazione delle condizioni dell’immobile e classe di consumo che si desidera raggiungere. Il Sistema isolante deve avere precisi requisiti e rispettare la normativa vigente, anche per il semplice fatto che altrimenti non si ha diritto agli incentivi fiscali. Proprio per la sua efficacia e durata nel tempo, il sistema a cappotto è già oggi la soluzione più competitiva sul mercato.
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Pressione idrica troppo bassa, temperatura instabile, rumorosità della pompa o delle tubazioni, consumi idrici eccessivi, dimensionamento e scelta della pompa errati, installazioni lunghe e complesse: i sistemi di rilancio idrico costringono installatori e utenti a superare molte difficoltà. Nel Grundfos Lab puoi scoprire come risparmiare fino a due ore di lavoro sugli impianti: ti forniremo le competenze e gli strumenti necessari per risolvere rapidamente i problemi più comuni legati all’aumento della pressione negli impianti domestici. Registrati e miglioriamo insieme i sistemi di rilancio. Ti diamo il benvenuto nel Grundfos Lab grundfos.it
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INTERVISTA
La qualità dell’aria indoor secondo Panasonic La pandemia ha portato a una maggiore attenzione per la salubrità degli ambienti. Come risponde il mercato della climatizzazione? Ne parliamo con Marco Visconti, Engineering Manager Panasonic Air Conditioning a cura della REDAZIONE C&C: Come si è concluso il 2020 per voi, e quali aspettative avete per il 2021? M.V.: Il mercato del condizionamento in Italia, come purtroppo molti altri nel 2020, è stato fortemente influenzato dalla crisi economica causata dalla pandemia, soprattutto per quanto riguarda i prodotti destinati al settore commerciale e industriale. Dopo un inizio anno dalla crescita media, le prospettive erano di un trend di mercato positivo, soprattutto per le soluzioni residenziali. Purtroppo il blocco delle attività e dei cantieri del secondo trimestre ha tracciato un solco che non è stato più possibile riempire, nemmeno durante l’estate, momento in cui si è potuto assistere a una ripresa del sell out, che ha poi subìto una nuova battuta d’arresto a partire da settembre fino a fine anno. Con questo scenario, a fine 2020 il mercato ha segnato globalmente un decremento indicativo del 10-12% verso il 2019, trascinato fortemente dalle vendite delle soluzioni residenziali. Il 2021 è iniziato con lo stesso trend dell’ultimo trimestre del 2020: la grossa sfida sarà ripartire appena possibile con la proposta delle soluzioni commerciali, destinate al settore Ho.Re.Ca e retail, e di quelle industriali per gli uffici e il settore alberghiero. Caratteristica storica che verrà confermata anche per quest’anno è la vendita delle pompe di calore aria-aria residenziali, legata alla stagionalità estiva. L’aspetto positivo che aiuterà la ripresa del nostro mercato sarà sicuramente l’accesso agli incentivi fiscali introdotto dal governo nel 2020 (Superbonus 110% e cessione del credito), soprattutto per le pompe di calore aria-acqua ad uso residenziale che, anche quest’anno, saranno il prodotto trainante del nostro settore.
Quali sono i trend su cui state puntando maggiormente? La pandemia ha definitivamente portato al centro dell’attenzione l’importanza dell’aria indoor: anche l’ISS ha infatti specificato che “garantire la qualità dell’aria indoor risulta fondamentale nella tutela 40
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MARCO VISCONTI Engineering Manager Panasonic Air Conditioning
della salute dei cittadini e dei lavoratori”. Da questo un nuovo paradigma, il classico split non viene più identificato come lo strumento da utilizzare qualche settimana l’anno per rinfrescare l’aria in casa, ma una soluzione da utilizzare tutto l’anno, per garantire il benessere e il comfort di chi vive gli ambienti che frequentiamo quotidianamente (casa, scuola, lavoro). Per ultimo, ma non per ordine di importanza, riteniamo fondamentale seguire la corsa del mercato dell’Internet delle Cose (IoT) che vede tra i settori in maggior crescita i dispositivi per la “casa connessa” e le soluzioni per l’industria 4.0. L’IoT e il condizionamento HVAC sono ormai fortemente correlati e lo saranno sempre di più nei prossimi anni grazie all’utilizzo della tecnologia 5G: regolazione energetica, analisi costi di gestione, manutenzione degli impianti, saranno presto centralizzati su un’unica sovrastruttura informatica, che raccoglierà i dati, li analizzerà e li utilizzerà per rendere più efficienti gli impianti, anche a livello residenziale.
È aumentato l’interesse nei confronti dell’aria che si respira ogni giorno, e quindi verso le possibili soluzioni per creare un ambiente indoor più salubre. Le persone passano la maggior parte del loro tempo in luoghi chiusi (ufficio, casa, mezzi di trasporto), e sono molte le fonti di inquinamento in ognuno di questi ambienti, date dalle normali attività umane combinate all’inquinamento che arriva dall’esterno. Le soluzioni per migliorare la qualità dell’aria vanno dall’areazione degli spazi fino a dispositivi di climatizzazione che abbiano un sistema in grado di ridurre un certo numero di agenti patogeni, virus e batteri.
Quali sono i prodotti che Panasonic ha sviluppato da questo punto di vista? Panasonic da sempre investe in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di migliorare il benessere e il comfort delle persone. Nel 2003 è stata introdotta la tecnologia nanoe™, fino ad arrivare nel 2019 al dispositivo di ultimissima generazione nanoe™X Mark 2, un sistema che raccoglie l’umidità invisibile presente nell’aria e applica al vapore acqueo raccolto una tensione elevata per produrre “radicali ossidrilici contenuti nell’acqua”. La tecnologia nanoe™X può essere attivata indipendentemente dalle funzioni di raffrescamento/riscaldamento, permettendone l’utilizzo anche nelle stagioni in cui non c’è bisogno di agire sulla temperatura. I radicali ossidrilici hanno la capacità di inibire alcuni virus e batteri presenti nell’aria e sulle superfici, determinati allergeni, certe muffe e gli odori. Reagendo con l’idrogeno, inibiscono la crescita degli inquinanti e, grazie alle dimensioni da 5 a 20 nm, sono in grado di penetrare nei tessuti. Trattengono inoltre l’umidità della pelle, prevenendone la disidratazione. Questa tecnologia è disponibile in diversi prodotti della linea residenziale, ed è stata implementata nelle unità interne della linea commerciale di nuova generazione. L’ultima nata con il sistema nanoe™X di serie è la nuova Etherea, da marzo sul mercato italiano. Grazie al generatore Mark 2 è in grado di produrre 9600 miliardi di radicali ossidrilici
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Il classico split non viene più identificato come lo strumento da utilizzare qualche settimana l’anno per rinfrescare l’aria in casa, ma una soluzione da utilizzare tutto l’anno
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A proposito di Indoor Air Quality, come vi sembra che sia cambiato l’atteggiamento delle persone nei confronti della propria salute?
al secondo (il doppio rispetto al dispositivo Mark 1 installato sulle unità precedenti), ed è caratterizzata da dimensioni più compatte, un design che permette tempi di installazione ridotti e una manutenzione più rapida e semplice. Dotati di elevata efficienza energetica, con un coefficiente SEER/ SCOP pari a 9,50/5,20 per il modello 3,5 kW, i nuovi prodotti garantiscono il massimo comfort a fronte di consumi ridotti. Tra le migliorie, la funzione Aerowings 2.0: grazie al perfezionamento delle alette e al nuovo scambiatore di calore, è stato ottimizzato il getto d’aria e l’aletta secondaria ora più grande (72 mm) fornisce il flusso dove desiderato.
Questa tecnologia è stata testata? Con quali risultati? In seguito al primo test condotto in Europa, Texcell, l’organizzazione internazionale di ricerca a contratto, ha certificato l’effetto inibitorio sul nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) da parte del climatizzatore Etherea CS-Z25VKEW, dotato della tecnologia nanoe™X Mark 1 (N. Report: 1140-01 C3). I test sono stati eseguiti in un ambiente di laboratorio chiuso e non sono stati concepiti per valutare l’efficacia della tecnologia in ambienti non controllati in cui siano presenti persone. In particolare, Texcell ha verificato un effetto inibitorio del 91,4% sul nuovo coronavirus in uno spazio effettivo di 6,7 m3 in 8 ore. Si tratta di un traguardo importante per Panasonic, che ha comunque deciso di non fermarsi con i test su questa tecnologia per riuscire a renderla sempre più efficace.
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Quando la storia incontra il futuro Due edifici vincolati nel centro di Bergamo Alta rinascono grazie a un progetto di recupero architettonico capace di coniugare il rispetto per la storia ai più alti standard di efficienza energetica a cura della REDAZIONE 42
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l recupero architettonico di immobili storici e di pregio non è in contraddizione con il rispetto dei più elevati standard di efficienza energetica e di impatto ambientale: lo dimostra pienamente il progetto “Le Dimore di Via Arena”, promosso da Immobiliare Percassi e curato dagli architetti Maurizio Zambelli e Barbara Radici. Grazie a un delicato intervento di ristrutturazione, realizzato da Impresa Percassi, iniziato nel 2016 e presentato ufficialmente alla fine del 2020, due edifici storici di Bergamo Alta sono stati completamente recuperati e restaurati, raggiungendo i requisiti richiesti per la certificazione LEED, con la realizzazione di 17 unità abitative e 22 posti auto per un totale di circa 3 mila metri quadrati di superficie.
IL PUNTO DI PARTENZA Siamo in via Arena 2, nella prestigiosa zona a traffico limitato della Città Alta di Bergamo. Qui si trovano i due immobili vincolati oggetto dell’intervento. Si tratta di due corpi di fabbrica adiacenti e connessi, appartenenti alla cortina edilizia di via Arena, che culmina nella parte alta con il Monastero di S. Grata. Parte del corpo risale al Duecento, da cui poi si sono eretti volumi e strutture di epoche successive che ne hanno alterato la struttura muraria e l’aspetto di facciata, dove spicca l’impianto decorativo risalente agli anni tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Il lavoro progettuale, oltre che di recupero e restauro conservativo, ha voluto valorizzare i cortili interni, facendo risaltare gli elementi antichi riportati a nuova vita: le scale in pietra, impreziosite dai corpi illuminanti di Viabizzuno, i soffitti affrescati, gli elementi strutturali lignei recuperati, le imponenti travi di rovere, il decoro e il dettaglio dei cassettoni in legno decorati, gli archi in pietra, i travetti e i colonnati. www.casaeclima.com
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L’INTERVENTO Il progetto architettonico ha rivisitato la distribuzione interna degli appartamenti con tagli variabili dai 56 metri quadrati per la dimora più piccola fino a 382 m2 per quella più grande. L’approccio progettuale nella fase esecutiva è stato inoltre quello di recuperare, dove possibile, sia nelle parti esterne sia in quelle interne, gli elementi architettonici di pregio esistenti, attraverso il consolidamento e il restauro, ma anche proponendo nuove soluzioni, nel rispetto del linguaggio tradizionale della storia del manufatto. Questo è stato possibile grazie a uno studio dei materiali già presenti – pietra, ferro e legno – riutilizzati in chiave moderna nella scelta delle finiture. La stesso vale per gli elementi tipologici dell’architettura: cornici, imbotti, architravi, parapetti, corrimano, serramenti e portoni di accesso. “Pietra su pietra, è stato un lavoro da scoprire giorno dopo giorno date le continue scoperte e il continuo problem-solving che mettevamo in atto”, racconta l’architetto e progettista Maurizio Zambelli. “Ogni elemento è studiato profondamente: dalle griglie alle gronde fino alle cerniere degli scuri, ovviamente dal colore della facciata a tutti gli elementi di restauro che appartengono in maniera intrinseca all’edificio”. I restauri sono stati curati dalla Gasparoli, dinastia di restauratori di Gallarate, che con Impresa Percassi ha già collaborato al restauro della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
STRUTTURA E INVOLUCRO Le fondazioni dei due edifici sono realizzate in muratura, come da metodiche costruttive di epoca medievale. Per le aree di intervento per autorimesse poste al piano interrato sono state realizzate sottomurazioni in c.a. e opere limitate di fondazione in c.a. per consolidamento. Il restauro non ha alterato sostanzialmente le strutture portanti verticali – generalmente realizzate in muratura di pietra o mattoni – ma è stato previsto il consolidamento di alcune murature con intonaco fibrorinforzato di legatura della tessitura muraria. I solai orizzontali sono stati consolidati con getti integrativi in calcestruzzo, resi solidali alle strutture esistenti – realizzate con orditura lignea e soprastante assito – mediante connettori, mentre 44
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localmente sono state applicate carpenterie metalliche di supporto. Per quanto riguarda la copertura lignea, sono state mantenute le orditure in buone condizioni, mentre è stato rifatto l’assito, dove non conforme, con isolamento termico-acustico e manto in coppi di recupero agganciati. Dove prevista, la nuova lattoneria è stata realizzata in rame a sagoma tradizionale, mentre i camini sono stati realizzati in muratura di mattoni di recupero. Per la coibentazione dei fabbricati e il contenimento dei consumi energetici è stata realizzata una controparete in cartongesso con pannello isolante. Finestre e porte finestre sono state realizzate in legno di abete lamellare certificato, con sezione telaio 69 mm, sezione anta 68 mm e vetro termoisolante basso-emissivo.
LA CERTIFICAZIONE LEED “Le Dimore di Via Arena” sono uno dei pochi casi a livello internazionale che concorre all’ottenimento della certificazione LEED su un immobile storico e vincolato: la sfida è stata quella di integrare soluzioni tecnologiche innovative in un contesto antico e strutturalmente diverso dalle moderne abitazioni, nel rispetto dei limiti imposti dai vincoli di tutela. Il lavoro, concordato insieme al team di certificazione, ha garantito un sistema di impianto domotico con gestione in remoto, un sistema termico integrato in grado di gestire i sistemi di climatizzazione con riscaldamento e raffrescamento a pavimento, un impianto di ventilazione meccanica controllata, il controllo dei consumi idrici e elettrici, fino alla realizzazione di sistema di isolamento termico e acustico delle unità immobiliari, per rispettare i parametri stringenti della LEED 2009 (vedi Tabella 1). “Abbiamo sfruttato la tecnologia a disposizione per rendere le abitazioni innovative, domotiche e sostenibili, attraverso una progettazione di impianti avanzati non visibili all’occhio, affinché ogni dimora fosse avanzata tecnologicamente ma senza alcun impatto estetico”, racconta l’architetto e progettista Barbara Radici.
TABELLA 1 – Il risparmio energetico Situazione edificio
EPgl,tot (kWh/m2)
Precedente
516,14
Attuale
127,16
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SCHEDA PROGETTO SOLUZIONI IMPIANTISTICHE Per il riscaldamento e il raffrescamento degli appartamenti si è optato per un sistema di pannelli radianti a pavimento a basso spessore di tipo RDZ, modello QUOTA ZERO AD. Il sistema a pavimento è abbinato a un impianto di ventilazione meccanica con recupero di calore ad alta efficienza e deumidificatore per la stagione estiva a integrazione con batteria calda per la stagione invernale, di tipo SiNERGIA modello HRD. Cuore dell’impianto di riscaldamento è una centrale termica a gas metano con caldaie di condensazione posta a piano terra, che si occupa anche della produzione di acqua calda sanitaria. Il sistema di contabilizzazione consente la ripartizione delle spese per il riscaldamento tra le singole unità immobiliari. 46
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PROGETTO E DL RGR Architetti – Bergamo, Studio Zambelli - Bergamo PROGETTO TERMOTECNICO Studio Bellini e Associati - Bergamo IMPRESA EDILE Impresa Percassi S.p.A. - Bergamo SERRAMENTI E RIVESTIMENTI INTERNI Oggetto Casa S.r.l. – Parre (BG); Zanotti S.n.c. Bergamo BI.CI S.r.l. – Osio Sopra (BG) PAVIMENTAZIONE Trapattoni Marmi S.r.l. – Dalmine (BG)
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DENTRO L’OBIETTIVO
Una nuova scenografia urbana nel cuore di Città Studi Il polo informatico dell’Università degli Studi di Milano ha ridisegnato un intero isolato del quartiere. Protagonista è l’acciaio, con le lamiere stirate dipinte di bianco che rivestono gli edifici e gli spazi di aggregazione Arch. FLAVIO BRUNA
Isolarchitetti 48
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egli ultimi anni i principali atenei milanesi sono stati interessati da diverse opere di rinnovamento e ampliamento, in una positiva competizione verso il miglioramento dell’offerta formativa e dei servizi per gli studenti, i docenti e il personale tecnico. I nuovi spazi destinati alle discipline tecnologiche dell’Università degli Studi nascono da un masterplan che voleva aprire alla città un isolato rimasto chiuso su se stesso per anni. Il risultato è una nuova piazza – che parte da via Celoria, cuore dello storico quartiere “Città Studi” – definita da grandi quinte metalliche, che tagliano e definiscono gli spazi aperti alternandoli ai volumi costruiti su un’ampia superficie totale.
SPAZIOSITÀ E ACCOGLIENZA L’opera si colloca all’interno di un “macro-isolato” formatosi dalla fusione di tre isolati previsti dal Piano Albertini del 1934. Le ragioni dell’intervento derivano dalla necessità di riorganizzazione spaziale e funzionale dei corpi di fabbrica, che hanno subito nel tempo processi di modificazione tipologico-funzionale, non più in grado di soddisfare le nuove esigenze dell’Università e di ottemperare alle norme di legge. L’aspetto più evidente dell’area riguarda la natura del luogo: una fusione di stratificazioni di addizioni e superfetazioni, che hanno trasformato l’area stessa in un denso “campus” universitario. L’opera è stata realizzata all’interno dell’area ricavata dalla demolizione di tre edifici, privi di interesse storico-architettonico, destinati rispettivamente ad attività scientifico-didattiche, attività amministrative e attività del Dipartimento di Fisica; ha interessato una superficie di circa 1700 m2, con diversi volumi fuori terra e interrati, che accolgono le nuove funzioni richieste. Tali volumi hanno una forte relazione con gli spazi esterni e urbani, sia per quanto riguarda le funzioni insediate, sia per le relazioni architettoniche, rendendo dunque protagonista un paesaggio che funge da sipario per le attività che si svolgono nell’opera stessa. Rispetto alla configurazione precedente, chi passeggia per le vie del quartiere percepisce ora “dal basso” un maggiore senso di spaziosità e accoglienza. L’effetto scenico è ottenuto soprattutto grazie ai rivestimenti in lamiere stirate d’acciaio dipinte di bianco. Le lamiere sono innestate su profili tubolari a sezione quadrata e rettangolare di differenti dimensioni e rivestono sia gli edifici che gli spazi di aggregazione, fungendo da filtro alla luce solare e creando ombreggiature dalle forme particolari. Il dise-
FIGURA 1. La vista sulla piazza dall’edificio www.casaeclima.com
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gno architettonico è volutamente simbolico ed evocativo, ricercando un dialogo sia con gli insediamenti preesistenti, sia con le aree circostanti configurate a verde e prospicienti le vie di Città Studi. Ai due lati della piazza-cuneo centrale (Figura 1) si collocano i corpi segreteria studenti e biblioteca interdipartimentale, dotata anche di sale di consultazione e archivio per studenti e ricercatori. L’intervento si completa con opere d’arredo urbano che impreziosiscono la vista da via Celoria: pur rappresentando una rottura rispetto alla tipica corte chiusa, non spezza i legami con il quartiere ponendosi come monumento indipendente ma dialoga con il passato invitandolo alla modernità.
GLI OBIETTIVI DELL’INTERVENTO Le finalità del progetto sono state principalmente due: ammodernamento e adeguamento funzionale del patrimonio immobiliare del campus; realizzazione di nuovi spazi per le attuali esigenze didattico-scientifiche dell’Università. Per raggiungere tali obiettivi, si è proceduto per fasi: ■ demolizione dei tre edifici obsoleti sia sul piano funzionale che strutturale e privi di testimonianza storica, per liberare le superfici necessarie; ■ realizzazione di un nuovo edificio articolato in tre blocchi rispondente sia alle specifiche funzioni, che agli aspetti di efficienza tecnologica ed energetica. Il risultato di tale operazione progettuale ha portato a una prima razionalizzazione sul piano funzionale e spaziale dell’area, centralizzando in un’unica sede diverse strutture universitarie sparse nel comparto universitario e fuori dallo stesso. In particolare, il nuovo polo ha previsto: ■ una sede didattico-scientifica definitiva per gli insegnamenti e i Corsi di Laurea di Informatica, all’interno di un comprensorio di proprietà universitaria, dismettendo l’attuale sede di Via Comelico, non più adeguata alle nuove esigenze; ■ una grande “Biblioteca d’Area” che accorpa le Biblioteche d’Aree di Biologia, Chimica, Fisica e Informatica: discipline i cui insegnamenti e Dipartimenti trovano sede all’interno del campus in questione. Ciò ha permesso di liberare spazi, per lo più inadeguati alle esigenze delle rispettive Biblioteche d’Area, presso gli edifici del “Campus”, permettendo la riconversione degli spazi per altre attività didattico-scientifiche; ■ una nuova sede della Divisione Segreteria Studenti di “Città Studi”. 50
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FIGURA 2. La copertura metallica del tetto
IN CANTIERE. La posa dei rivestimenti in acciaio
IN CANTIERE. La realizzazione del tetto in profili d’acciaio a doppio “T” zincati a caldo e giuntati mediante bulloni
INTERNI. La biblioteca www.casaeclima.com
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Quest’ultima iniziativa strategica creerà le condizioni per demolire l’attuale edificio di via Celoria n.22 liberando una grande area, in fregio a via Celoria, in cui poter realizzare, in una seconda fase, un nuovo edificio da destinare a parte degli insegnamenti di Chimica, cui potrà seguire ancora la ristrutturazione funzionale e tecnologica, per lotti, dell’attuale sede dei Dipartimenti di Chimica (non più idonea e rispondente alle normative di sicurezza vigenti) dove troveranno sede definitiva parte degli stessi Dipartimenti.
IL RISULTATO Il nuovo complesso edilizio si configura in volumi indipendenti funzionalmente ma integrati e collegati tra loro con una superficie complessiva pari a circa 15.750 m2, pensati e articolati nei seguenti spazi:
Edificio alto a Sud – Sede Dipartimenti di Informatica
INTERNI. Il grande lucernario
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a. Una piastra-basamento composta da due piani fuori terra (rialzato e primo) che accolgono attività didattiche, aule e laboratori per lezione di base e per lezioni di informatica, sale studio; Centro di Calcolo del Dipartimento di Fisica; b. al di sopra della piastra un corpo di 7 piani (dal 2° all’8°) da destinarsi a laboratori e aule didattiche di informatica per attività specialistiche di limitata capienza, nonché studi, laboratori di ricerca e servizi gestionali e amministrativi per studenti e personale universitario dei Dipartimenti di Informatica; lucernari posti in sommità irradiano il volume che risulta caldo, luminoso e accogliente. Di particolare rilievo la copertura a “tappeto volante” che ospita gli spazi tecnici e all’estradosso pannelli fotovoltaici;
LA SCELTA DEI MATERIALI Fin dalle prime idee di progetto, si è scelto di lavorare sulla materia per restituire un edificio che si integrasse e valorizzasse un paesaggio urbano fortemente connotato. Blocchi monolitici rivestiti in pietra high-tech, segnati e scanditi da aperture variabili, sono ordinati da grandi quinte di metallo. La facciata dell’edificio che ospita il Dipartimento di Informatica è interamente rivestita con piastrelle ceramiche in grès porcellanato, posate con sistema di facciata micro-ventilata montata su struttura metallica. L’ambiente risultante è un frammento di città impreziosito e reso ameno da un arredo urbano nel verde per il passeggio, l’attesa, l’incontro, la lettura; i corpi di fabbrica creano una pianta “frantumata” e penetrabile, una “rottura” del fronte costruito con la formazione di una grande ansa di ingresso su via Celoria, importante snodo di relazioni. Si ringrazia Fondazione Promozione Acciaio
SCHEDA PROGETTO c. corpo interrato da adibirsi al primo livello (seminterrato) a depositi e archivi per le Biblioteche d’Area, Segreterie Studenti e per magazzino dei Dipartimenti, mentre al livello sottostante interrato è prevista la realizzazione di un parcheggio interrato e centrali tecnologiche. Parte del tetto piano del corpo interrato, nonché della parte di piastra-basamento, costituisce (il corpo Ovest) un nuovo suolo artificiale con spazi aperti a Nord (living studenti, terrazze e giardini), che si affacciano verso il giardino del comparto, valorizzando il carattere di spazio pubblico tra i due corpi di fabbricato.
Edificio basso a Nord – Centro Servizi Studenti In questo corpo di fabbricato gli spazi sono stati progettati per le seguenti funzioni: a. Piani fuori terra: la Segreteria Studenti di “Città Studi” (dotata di idoneo salone sportelli per il ricevimento al pubblico; la “grande Biblioteca” che raggruppa le Biblioteche d’Area di Biologia, Chimica, Fisica ed Informatica; b. Piano seminterrato: deposito libri della Biblioteca con accesso diretto del pubblico anche per consultazione.
PANNELLI FOTOVOLTAICI SUL TETTO Il grande tetto produce energia rinnovabile per il Dipartimento ed è realizzato in acciaio in profili a doppio “T” zincati a caldo e giuntati mediante bulloni (Figura 2). Pannelli sandwich alternati ad elementi vetrati rivestono la superficie della copertura. La carpenteria metallica è impiegata anche nelle parti a sbalzo dove termina il tappeto di moduli fotovoltaici: colonne in tubolari sono il basamento, sulla cui sommità si innestano 4 serie di profili a U a sostegno di travi principali e secondarie in IPE che formano il reticolo portante.
COMMITTENTE Università degli Studi di Milano PROGETTO MASTERPLAN, ARCHITETTONICO E AREE ESTERNE Isolarchitetti (Aimaro Isola, Saverio Isola, Flavio Bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio, Stefano Peyretti) PROGETTO STRUTTURALE F. Ossola PROGETTO ESECUTIVO Consorzio Integra, Sicrea Group, Mate Engineering PROGETTO IMPIANTISTICO Consorzio Mythos S.c.ar.l. IMPRESA Consorzio Integra; Sicrea Group OPERE EDILI, STRUTTURE METALLICHE SOTTOSERVIZI Icis IMMAGINI Archivio Isolarchitetti (cantiere); Bruno Cattani (foto del finito)
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WORK IN PROGRESS
Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: prassi di cantiere, o quasi... Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica di un edificio costruito negli anni ’50. Ottava parte: il cantiere entra nel vivo DAVIDE GIGLI
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e demolizioni scoprono sempre la verità, che purtroppo rimane celata in fase di preventivo e in fase di progetto. Risanare è un’arte, difficile e rischiosa a volte: è purtroppo facile non prevedere quello che è stato realizzato 50 anni prima, quando normative, tecnica e controllo erano sicuramente diversi rispetto ad oggi. Così a volte si scopre che il solaio in latero-cemento in realtà è solo quasi latero… E il poco cemento presente lega il tutto attraverso l’utilizzo di ferri lisci (Figura 1). Tale contingenza rende necessario dunque legare in maniera tridimensionale anche i tramezzi che corrono paralleli all’andamento delle pignatte, attraverso ferri trasversali che distribuiscono il carico in maniera allargata. Al tempo stesso abbiamo deciso di non utilizzare mattoni troppo leggeri o aerei per
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i tramezzi, per non penalizzare la separazione acustica tra le stanze. Ogni tramezzo, realizzato in poroton spessore 8 e 11 cm, è separato dal solaio da una striscia acustica in gomma, spessore circa 9 mm, e verrà separato con strisce perimetrali dal getto del sottofondo alleggerito, sotto il quale verrà inserito un materassino anticalpestio (Figura 2).
SOTTOFONDO E PAVIMENTAZIONE Il sottofondo esistente era suddiviso in zone: nella parte del soggiorno era composto da un impasto di malta ben costipata e omogenea, la cui rimozione ha richiesto diverso tempo per effettuare la
frantumazione del manto con delicatezza, per non stressare il solaio sottostante. Nelle camere, invece, sotto il parquet precedentemente rimosso, è stato trovato un sottofondo in granuli di argilla (tipo leca) mescolati a uno strato finale di colla – scelta probabilmente dovuta al tentativo di isolare termo-acusticamente gli ambienti. Nella zona di corridoio centrale invece il sottofondo era in sabbia. Poiché sia corridoio che zona giorno presentavano lo stesso rivestimento in piastrelle, non riusciamo a comprendere il motivo di questo cambio di materiale. Oltretutto la pavimentazione in piastrelle esistente era incollata su quella originale in seminato. Ciò però non aiuterà a recuperare centimetri per l’altezza interna. La volontà di inserire un riscaldamento radiante causerà la perdita di almeno 7-8 cm rispetto alla quota di calpestio attuale, ma fortunatamente non pregiudicherà il rispetto delle altezze interne minime: a fine lavori si avranno ancora 276 cm circa di altezza interna netta.
CAPPOTTO INTERNO Il muro perimetrale esterno è stato realizzato con mattoni forati monoblocco da 35 cm; da un lato questo consente di sfruttare la massa muraria in estate, e rinunciare per ora al cappotto esterno, realizzando un cappotto interno in fibra di legno, di spessore finale 4 cm, integrato con lastre di calcio-silicato per le strisce perimetrali di contatto con i solai e negli imbotti delle finestre. Dall’altro lato, però, la mancanza di un’intercapedine non consente di recuperare spazio eliminando il mattone interno. Si tratta comunque di un’operazione particolarmente delicata, da realizzarsi solo dopo accurate indagini termoigrometriche: questo tipo di operazione può essere considerata come il livello di difficoltà estremo di isolamento interno. Non si può improvvisare. Uno dei temi che dovranno poi essere affrontati in fase di completamento sarà la gestione delle tante altezze interne nella zona centrale, dovute al passaggio a vista delle travi portanti. L’utilizzo di un semplice cartongesso non è così banale, in quanto la trave è piuttosto alta e porterebbe l’altezza interna (se inglobata da un ribassamento) al di sotto dei 2,60 metri, altezza minima consentita dalle norme di igiene (Figura 3).
FIGURA 1. Il solaio con ferri lisci
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE A livello idraulico, abbiamo scoperto finalmente le zone di passaggio dei tubi (di rame) che portavano il riscaldamento dalla caldaia (seminterrato) al piano, nascosti in un passaggio laterale, di dimensioni equivalenti a quelle di un camino. Tale passaggio verrà ancora sfruttato per le nuove tubazioni e i nuovi collegamenti. Non è stato mai realizzato invece (concetto troppo contemporaneo per l’età della casa) un cavedio ispezionabile in zona neutra. I tubi di rame esistenti, solidali nel passaggio probabilmente a causa di detriti o di un getto di malta per bloccarne il movimento, sono stati ripuliti e giuntati a moderni tubi in geberit; questa operazione ha consentito di evitare di creare (nel vano scale) una nuova traccia per portare i
FIGURA 2. I tramezzi in poroton con separazione acustica www.casaeclima.com
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WORK IN PROGRESS
FIGURA 3. Le diverse altezze
FIGURA 4. Lo sfiato che collegava le cucine dei due piani 56
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nuovi tubi al piano primo. Come detto nel numero scorso, i camini esistenti rispecchiano concetti molto vecchi e assolutamente fuori norma. È lecito domandarsi come la casa (il tetto) non siano mai andati a fuoco. In fase di progetto è prevista una verifica dei parametri antincendio di tutti i passaggi attraverso il tetto e un’eventuale sistemazione. Abbiamo scoperto che anche altri camini presentavano situazioni di degrado avanzate, dovute a decenni di mancata manutenzione, che saranno via via sanati. In Figura 4 si può osservare una specie di camino, o meglio sfiato, che collega le cucine dei due piani; finalmente svelato il motivo di certi odori di provenienza finora sconosciuta. A lato di questo sfiato comune, sono presenti due camini. Il primo, centrale, collega la caldaia del piano sottostante al tetto, il secondo, più a destra, potrebbe aver collegato in passato una stufa a legna, dal piano primo al tetto. Infatti era completamente chiuso da uno spesso tappo di fuliggine. Tutto ciò mi porta a una considerazione personale: ritengo sempre migliore anche se più costoso, riportare un immobile, un appartamento a uno stato di “nudità” prima di partire con il nuovo intervento; ciò consente di mettere appunto a nudo queste situazioni ed eliminarle. A lungo termine, prevenire è meglio che curare: si vive il disagio una volta sola e la prossima manutenzione così pesante apparterrà ad un’altra generazione. Sovrapporre tacca a tacca alla fine non si rivela scelta né intelligente né economica. Prossimi passi: attualmente sono in corso di realizzazione impianto termoidraulico ed elettrico, di cui vi daremo conto prossimamente.
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Baxi Hybrid Power, composti da uno o più generatori in pompa di calore abbinati a caldaie a gas di alta potenza (singole o in cascata) e gestiti da un Hybrid manager, è la soluzione ibrida pensata da Baxi per la riqualificazione di edifici residenziali esistenti, palazzine e condomini con impianto centralizzato. Ottimizzazione del risparmio energetico
Elevata modularità
Riduzione dei costi di gestione dell’impianto
Doppio salto di classe in ottica di Superbonus
La più ampia gamma di configurazioni sul mercato
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CASE STUDY
FIGURA 1. Fotoraddrizzamento prospetto ovest
FIGURA 2. Fotografia prospetto ovest
Riqualificazione energetica di un edificio unifamiliare alla luce del Superbonus 110% Un villino unifamiliare genovese è stato adottato come caso di studio per il miglioramento energetico secondo i criteri previsti per il Superbonus 110% PROF. ING. STEFANO BERGERO*, ARCH. BEATRICE FILOGRANA**, DOTT.SSA ERICA PAPA***
*Dipartimento di Architettura e Design (DAD), Scuola Politecnica, Università di Genova **Architetto, libero professionista ***Studentessa candidata, Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Scuola Politecnica, Università di Genova
I
l presente articolo sintetizza la tesi di Laurea Magistrale [1] in Architettura discussa nella sessione di dicembre 2020 presso il Dipartimento di Architettura e Design (DAD) della Scuola Politecnica dell’Università di Genova riguardante l’applicazione della recente normativa in tema di efficienza energetica degli edifici e detrazioni fiscali, nota come Superbonus 110%, nata a supporto della ripresa del settore edilizio, a fronte della grave crisi econo-
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mica derivata dall’epidemia di Covid-19. Il caso di studio riguarda il miglioramento della prestazione energetica di un edificio unifamiliare, attraverso la riqualificazione dei componenti edilizi e impiantistici. L’analisi è stata condotta applicando la regolamentazione introdotta dall’articolo 119 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 [2], noto come Decreto Rilancio, convertito in Legge 17 luglio 2020, n. 77, e dalle successive modificazioni e integrazioni, nonché
dal D.M. 6 agosto 2020 [3], recante i requisiti tecnici per l’accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici. Il lavoro segue il percorso che deve affrontare il tecnico per quantificare l’effetto del Superbonus 110%, partendo dall’analisi dello stato di fatto dell’immobile, procedendo nella progettazione degli interventi migliorativi in materia di isolamento e impianti nel rispetto della normativa tecnica vigente in materia di efficienza energetica degli edifici e detrazioni fiscali, per concludersi con un cenno sulla verifica dei massimali di spesa e della congruità dei costi.
STATO DI FATTO Oggetto di studio è un villino unifamiliare situato in Liguria, a Genova, sulle alture del quartiere residenziale di Nervi, storico Borgo marinaro della Città Metropolitana (comune in zona climatica D, 19 m s.l.m, 1435 Gradi Giorno). L’edificio nello stato attuale risale al 1940 e presenta elementi di pregio caratteristici dei tipici villini genovesi dell’epoca (Figure 1 e 2). Dall’analisi urbanistica, l’immobile ricade in una zona caratterizzata da vincolo paesaggistico di “bellezza d’insieme”. In fase di progettazione degli interventi migliorativi si ha avuto cura di non alterare lo stato del luogo e l’aspetto esteriore dell’immobile, mantenendone gli elementi tipici. L’edificio, a causa dello stato di degrado in cui attualmente versa, appartiene alla Categoria F2, unità collabente. L’immobile, a destinazione d’uso residenziale, si sviluppa a partire da un piano seminterrato in prevalenza non climatizzato, elevandosi in un primo e secondo piano riscaldati fuori terra, terminando in un sottotetto non abitabile e non riscaldato (Figura 3). I prospetti principali a sud e a ovest affacciano rispettivamente su un ampio giardino e su strada, godendo di un’ottima esposizione e di vista mare; il fronte nord è chiuso tra i civici confinanti, mentre quello ad est, che costituisce il retro dell’immobile, è antistante uno dei muraglioni di contenimento delle fasce soprastanti. Il lotto si distribuisce sui tipici terrazzamenti liguri con diversi salti di quota. Fino agli anni ’20 il terreno era destinato a uliveto. Le strutture verticali sono costituite da muratura portante in pietra naturale, mista in pietra e mattoni e mattoni pieni. L’involucro non presenta alcun tipo di coibentazione. I componenti orizzontali sono costituiti da una soletta in laterocemento, sia a copertura del vano seminterrato non riscaldato, che a copertura del corpo aggettante a sud. La soletta del primo piano
FIGURA 3. Piante e sezione verticale con indicazione dei volumi riscaldati e non riscaldati abitabile è costituita da uno strato di graniglia di 3 cm direttamente appoggiato su terreno e da materiale di riporto. Il solaio interpiano è realizzato in cemento e il controsoffitto che delimita il volume del sottotetto è costituito dal tipico strato in canniccio. La copertura, con struttura spingente a falsi puntoni, supporta direttamente un manto di tegole marsigliesi. I serramenti sono in legno con vetro singolo. In Tabella 1 vengono riportati i dati geometrici dell’edificio. Prerogativa essenziale per il raggiungimento dell’applicazione degli incentivi fiscali previsti dal Superbonus è la presenza obbligatoria all’interno dell’edificio oggetto di intervento di un impianto di riscaldamento. In particolare, la Circolare dell’Agenzia delle Entrate 22 dicembre 2020, n. 30 [4] prevede espressamente che “per gli edifici collabenti, nei quali l’impianto di riscaldamento non è funzionante, deve essere dimostrabile che l’edificio è dotato di impianto di riscaldamento rispondente alle caratteristiche tecniche previste dal D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 e che tale impianto è situato negli ambienti nei quali sono effettuati gli interventi di riqualificazione energetica”. Nel caso in oggetto è presente una vecchia stufa a biomassa, situata nel corpo aggettante a sud, che può essere considerata un impianto termico ai sensi della recente definizione riportata nel D.Lgs. 10 giugno 2020, n. 48 [5]. Nello stato di fatto non è presente l’impianto per la produzione di acqua calda sanitaria, che pertanto viene simulato in maniera standard.
TABELLA 1 – Dati geometrici dell’edificio. Superficie utile
101.85 m2
Superficie disperdente strutture opache
443.41 m2
Superficie disperdente componenti finestrati
24.67 m2
Volume lordo riscaldato
501.57 m3
Fattore di forma
0.93 m-1
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Al fine di dimostrare il miglioramento di almeno due classi energetiche, requisito fondamentale per accedere alla detrazione del 110%, e di redigere le verifiche ex Legge 10 dello stato di progetto, è stato implementato il modello energetico dell’edificio mediante il software di calcolo Edilclima 700 [6], in conformità alle norme della serie UNI/TS 11300. L’analisi dello stato di fatto ha rivelato un’elevata inefficienza energetica dell’involucro edilizio sia invernale che estiva; la classe energetica di partenza risulta tuttavia discreta (classe E), data l’elevata componente rinnovabile del vettore energetico biomassa (fp,ren= 0.8, fp,nren= 0.2), come risulta dal frontespizio dell’APE ante operam riportato in Figura 4. In Figura 5 è riportata la ripartizione dei disperdimenti termici per i differenti componenti edilizi.
INTERVENTI MIGLIORATIVI: INVOLUCRO Il progetto degli interventi migliorativi è stato realizzato adottando le tecnologie più adatte in relazione alle varie criticità riscontrate, in conformità con la normativa vigente e nei limiti del vincolo cui è soggetta l’area in cui è situato il manufatto. Nel caso degli edifici unifamiliari, l’articolo 119 del Decreto Rilancio classifica gli interventi migliorativi che accedono alla detrazione del 110% in due categorie: ■ “trainanti”, ovvero interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda (comma 1, lettera a) e sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria (comma 1, lettera c); ■ “trainati”, da eseguirsi congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, ovvero gli interventi di efficienza energetica già soggetti ad ecobonus di cui all’articolo 14 del D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito con modificazioni dalla Legge 3 agosto 2013, n. 90 [7] (comma 2), l’installazione di pannelli fotovoltaici (comma 5) e dei relativi sistemi di accumulo (comma 6) e l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici (comma 8). In Tabella 2 sono indicati gli interventi proposti per il miglioramento della prestazione energetica dell’involucro dell’edificio, evidenziando il componente edilizio che supporta l’isolante, la superficie oggetto di intervento, le caratteristiche dei materiali isolanti
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FIGURA 4. Frontespizio APE ante operam
FIGURA 5. Dispersioni per componente edilizio
utilizzati e le principali prestazioni dei componenti nelle situazioni ante e post operam. Nella situazione post operam è evidenziata la trasmittanza limite da rispettare per l’accesso agli incentivi fiscali, come da Allegato E del D.M. 6 agosto 2020. Tutti i materiali impiegati sono conformi ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) secondo il D.M. 11 ottobre 2017 [8] e sono provvisti di marcatura CE o comunque di conduttività termica dichiarata con riferimento alla norma UNI EN ISO 10456 [9] per quanto riguarda le modalità statistiche di rappresentatività del dato, così come richiesto dalla nota ENEA sulla prestazione dei materiali isolanti del 2 dicembre 2020 [10]. A titolo di esempio, sono riportate in Figura 7 le sezioni dello stato di progetto relative ai due corpi dell’edificio con evidenziati gli interventi di isolamento.
TABELLA 2 – Interventi sull’involucro edilizio Intervento trainante: isolamento superfici disperdenti opache orizzontali e verticali Tipologia di intervento Isolamento a cappotto della parete verticale esterna. Supporto: Muratura portante esterna. *Si prende come esempio la porzione di muratura a chiusura della loggia della facciata ovest, (s = 380 mm).
Caratteristiche materiale isolante
Prestazione ante operam
Prestazione post operam
Ulim [W/(m2K)]
U = 1.58 W/(m2K) M.S. = 684 kg/m2 YIE = 0.245 W/(m2K)
U = 0.16 W/(m2K) M.S. = 702 kg/m2 YIE = 0.006 W/(m2K)
0.26
U = 2.00 W/(m2K) M.S. = 1190 kg/m2 YIE = 0.163 W/(m2K)
U = 0.25 W/(m2K) M.S. = 1194 kg/m2 YIE = 0.006 W/(m2K)
0.26
U = 2.24 W/(m2K) M.S. = 414 kg/m2 YIE = 0.946 W/(m2K)
U = 0.88 W/(m2K) M.S. = 428 kg/m2 YIE = 0.146 W/(m2K)
U = 1.42 W/(m2K) M.S. = 1236 kg/m2 YIE = 0.096 W/(m2K)
U = 0.25 W/(m2K) M.S. = 1253 kg/m2 YIE = 0.006 W/(m2K)
Pannelli in schiuma di resina fenolica espansa. s = 100 mm l = 0.019 W/(mK) R = 5.263 m2K/W r = 35 kg/m3 c = 1.75 kJ/(kgK) m = 40 Sup. tot. = 184.86 m2
Isolamento a cappotto della parete verticale esterna (zoccolatura alla base). Supporto: muratura portante esterna. *Si prende come esempio la porzione di muratura portante esterna mista in pietra e laterizio, (s = 500 mm). Criticità: risalita di umidità capillare dal terreno.
Pannelli in polistirene espanso estruso (XPS) con finitura superficiale waferata. s = 100 mm l = 0.035 W/(mK) R = 2.857 m2K/W r = 30 kg/m3 c = 1.4 kJ/(kgK) m = 80 Sup. tot. = 17.32 m2
Isolamento aree critiche e sostituzione di colonnine esistenti con altre su misura in EPS. Supporto: muratura sottofinestra e tamponamento balaustra (s = 23 mm), Figura 6. Criticità: impossibile applicazione di elevati spessori di isolamento a causa della presenza di elementi di decoro architettonico.
Pannelli in aerogel. s = 10 mm l = 0.015 W/(mK) R = 0.667 m2K/W r = 230 kg/m3 c = 1.00 kJ/(kgK) m=5
0.26* *Vedi paragrafo risultati
Sup. tot. = 4.91 m2
Isolamento pareti verticali controterra. Supporto: muratura portante in pietra naturale (s = 600 mm). Criticità: rischio di condensa interstiziale e formazione di muffe; esigenza di ridotti spessori di isolamento.
Pannelli in schiuma polyiso espansa rigida (PIR) con rivestimento gas impermeabile multistrato su entrambe le facce e freno al vapore integrato sul lato caldo. s = 60 mm l = 0.022 W/(mK) R = 2.727 m2K/W r = 35 kg/m3 c = 1.46 kJ/(kgK) m = 89900
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TABELLA 2 – Interventi sull’involucro edilizio accoppiato ad una lastra in cartongesso (CG) s = 13 mm l = 0.21 W/(mK) R = 0.062 m2K/W r = 736 Kg/m3 c = 1.00 KJ/(KgK) m = 10 Sup. tot. = 32.68 m2 Isolamento del solaio su piano seminterrato non riscaldato. Supporto: soletta laterocemento (s = 250 mm).
Pannelli in schiuma fenolica espansa a cellule chiuse rivestiti su entrambe le facce da uno strato di velo vetro saturato. s = 60 mm l = 0.019 W/(mK) R = 3.158 m2K/W r = 35 kg/m3 c = 1.75 kJ/(kgK) m = 40
U = 0.16 W/(m2K)* M.S. = 465 kg/m2 YIE = 0.001 W/(m2K) U = 1.33 W/(m2K) M.S. = 417 kg/m2 YIE = 0.338 W/(m2K)
*La diminuzione di trasmittanza è dovuta anche al pannello isolante dell’impianto radiante a pavimento.
0.28
Sup. tot. = 8.45 m2 Isolamento pavimento su terreno: rifacimento solaio aerato. Criticità: elevata risalita di umidità capillare dal terreno, dissesto dello strato presente.
Sistema modulare a cupole in EPS Twinpor, per pavimenti aerati isolati. s = 130 mm l = 0.030 W/(mK) R = 4.333 m2K/W r = 35 kg/m3 c = 1.45 kJ/(kgK) m = 60
U = 0.13 W/(m2K)* M.S. = 226 Kg/m2 YIE = 0.005 W/(m2K) U = 0.72 W/(m2K) M.S. = 1056 kg/m2 YIE = 0.230 W/(m2K)
*La diminuzione di trasmittanza è dovuta anche al pannello isolante dell’impianto radiante a pavimento.
0.28
Sup. tot. = 70.20 m2
Isolamento soletta terrazza area sud-ovest: rifacimento solaio isolato. Criticità: instabilità ed elevato degrado strutturale.
Sistema modulare in travetti in EPS 11/8+5 s = 240 mm l = 0.079 W/(mK) R = 3.038 m2K/W r = 794 kg/m3 c = 0.84 kJ/(kgK) m = 17 Sup. tot. = 31.34 m2
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U = 2.01 W/(m2K) M.S. = 311 kg/m2 YIE = 1.264 W/(m2K)
U = 0.19 W/(m2K) M.S. = 339 kg/m2 YIE = 0.008 W/(m2K)
0.22
TABELLA 2 – Interventi sull’involucro edilizio Isolamento del soffitto in canniccio su vano sottotetto non riscaldato. Supporto: soffitto in canniccio (s = 30 mm)
Pannelli in schiuma fenolica espansa a cellule chiuse rivestiti su entrambe le facce da uno strato di velo vetro saturato.
Criticità: ridotti spessori.
s = 100 mm l = 0.019 W/(mK) R = 5.263 m2K/W r = 35 kg/m3 c = 1.75 kJ/(kgK) m = 40
U = 4.01 W/(m2K) M.S. = 40 kg/m2 YIE = 3.961 W/(m2K)
U = 0.18 W/(m2K) M.S. = 45 kg/m2 YIE = 0.163 W/(m2K)
0.22
Sup. tot. = 50.37 m2
Intervento aggiuntivo (comma 1, lettera a, modifica introdotta da Legge di Bilancio 2021) Pannelli isolanti in schiuma polyiso espansa rigida (PIR), con rivestimenti GT power insulation face su entrambe le facce.
Isolamento del tetto: rifacimento copertura. Criticità: elevato stato di degrado strutturale.
s = 40 mm l = 0.022 W/(mK) R = 1.818 m2K/W r = 36 kg/m3 c = 1.45 kJ/(kgK) m = 148
U = 6.25 W/(m2K) M.S. = 40 kg/m2 YIE = 6.234 W/(m2K)
U = 0.46 W/(m2K) M.S. = 55 Kg/m2 YIE = 0.447 W/(m2K)
0.8
Sup. tot. = 67.02 m2
Intervento trainato: sostituzione serramenti Caratteristiche serramento
Tipologia di intervento
Prestazione ante operam
Prestazione post operam
Ulim [W/m2K]
Uf = 4.137 W/(m2K) Ug = 5.747 W/(m2K) ggl,n = 0.850
Uf = 0.900 W/(m2K) Ug = 0.700 W/(m2K) ggl,n = 0.570
1.67
Prestazione post operam
ggl+sh,lim [W/m2K]
ggl+sh = 0.15
0.35
Sostituzione serramenti esistenti con serramenti a doppio vetrocamera e vetro bassoemissivo. Telaio in legno, spessore 75 mm. Triplo vetro con intercapedine di Argon 33.1/12/4/12/33.2. Sup. tot. = 24.67 m2
Intervento trainato: installazione schermature mobili Tipologia di intervento
Caratteristiche schermatura
Prestazione ante operam
= 0.2 e re = 0.2
ggl+sh = 0.30
Sostituzione persiane esistenti con altre a stecche fisse, colore scuro
Legenda Sup. tot. = superficie lorda disperdente totale oggetto di intervento [m2]; s = spessore [m]; l = conducibilità termica [W/(mK)]; R = resistenza termica [m2K/W]; r = massa volumica [kg/m3]; c = calore specifico [kJ/(kgK)]; m = permeabilità al vapore [·]; U = trasmittanza termica [W/(m2K)]; M.S. = massa superficiale [kg/m2]; YIE = trasmittanza termica periodica [W/(m2K)]; Ulim = trasmittanza limite secondo D.M. 06-08-2020. Uf = trasmittanza termica del serramento [W/(m2K)]; Ug = trasmittanza termica del vetro [W/(m2K)]; ggl,n = fattore solare incidenza normale [·]; e = trasmittanza solare della schermatura mobile [.]; re = riflettanza solare della schermatura mobile [.].
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CASE STUDY PONTI TERMICI Particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei ponti termici, che rappresenta una delle fasi più critiche della procedura di calcolo della prestazione energetica degli edifici. La correzione dei ponti termici e la corretta valutazione della relativa trasmittanza lineica sono molto importanti nello stato di progetto essendo determinanti per la verifica dei requisiti minimi richiesti dal D.M. 26 giugno 2015 [11]. Lo studio dei ponti termici è stato condotto utilizzando tre diversi software. Tale approccio si è reso necessario nell’avanzamento del lavoro, essendo il fabbricato caratterizzato da una geometria articolata con materiali che si compenetrano creando nodi complessi. I software utilizzati sono i seguenti. ■ EC 709 [12], abaco conforme alla norma UNI EN ISO 14683 [13] e disponibile come modulo interno al software EC 700; è stato utilizzato per il calcolo della trasmittanza lineica dei ponti termici più comuni, dove si è riscontrata conformità tra il modello dell’abaco e la situazione reale. ■ Iris 5.0 [14], software di calcolo agli elementi finiti (FEM) sviluppato da ANIT e conforme alle norme UNI EN ISO 14683 e UNI EN ISO 10211 [15]; consente di definire la configurazione dei nodi in relazione ai differenti materiali e spessori costituenti il ponte termico. ■ Mold Simulator [16], software di calcolo agli elementi finiti (FEM) sviluppato da Dartwin e conforme alle norme UNI EN ISO 14683 e UNI EN
FIGURA 7. Stato di progetto: sezioni interventi B-B’, C-C’ 64
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FIGURA 6. Intervento sulla balaustra, prospetto ovest
ISO 10211; è stato utilizzato per la gestione dei casi più complessi, essendo possibile determinare con esattezza le configurazioni dei nodi, attraverso la definizione dettagliata degli elementi, delle sezioni di flusso, dei materiali, delle condizioni al contorno. In particolare, tale software è stato utilizzato per il ponte termico relativo al nodo finestra/muro/piana di marmo che risulta particolarmente complesso e richiede un’analisi particolarmente dettagliata. Si ricorda che i metodi agli elementi finiti consentono anche un’analisi precisa del rischio formazione di muffa in corrispondenza del ponte termico, cosa che gli abachi non consentono o, come EC 709, consentono solo in modo approssimato. In Tabella 3 sono messi a confronto i risultati di simulazione ante e post intervento di tre differenti nodi, ottenuti attraverso i differenti software utilizzati. La correzione
TABELLA 3 – Ponti termici Abaco ponti termici EC 709 Ante correzione Angolo tra pareti
Post correzione Angolo tra pareti
Risultati di calcolo
Risultati di calcolo
= -1,454 W/(mK) = -0,727 W/(mK)
= -0,067 W/(mK) = -0,034 W/(mK)
tot
tot
Dati generali
Dati generali
Smur = 340.0 mm lmur = 1.800 W/(mK)
Smur = 340.0 mm lmur = 1.800 W/(mK) Upar = 0.176 W/(m2K)
Verifica rischio muffa
Verifica rischio muffa
Mese critico: Gennaio
Mese critico: Gennaio
presenza muffa
assenza muffa Iris (FEM)
Ante correzione Angolo tra pareti
Post correzione Risultati di calcolo tot
Angolo tra pareti
Risultati di calcolo
= -0.894 W/(mK) = -0.447 W/(mK)
= -0.018 W/(mK) = -0.036 W/(mK)
tot
Dati generali
Dati generali
Smur,1 = 180.0 mm Smur,2 = 340.0 mm lmur,1= 0.778 W/(mK) lmur,2= 0.810 W/(mK)
Smur,1 = 180.0 mm Smur,2 = 340.0 mm lmur,1= 0.778 W/(mK) lmur,2= 0.810 W/(mK) Upar,1 = 0.176 W/(m2K) Upar,2 = 0.169 W/(m2K)
Verifica rischio muffa
Verifica rischio muffa
Mese critico: Gennaio Tsi,min,prog = 15.3°C Tsi,min,no muffa = 15.1°C
Mese critico: Gennaio Tsi,min,prog = 19.4°C Tsi,min,no muffa = 15.1°C
assenza muffa
assenza muffa Mold Simulator (FEM)
Ante correzione Parete – telaio – piana di marmo
Post correzione Risultati di calcolo = 0.384 W/(mK) tot = 0.192 W/(mK)
Parete – telaio – piana di marmo
Risultati di calcolo = 0.136 W/(mK) = 0.068 W/(mK)
tot
Dati generali
Dati generali
Smur = 340.0 mm lmur = 0.810 W/(mK) Uf = 2.000 W/(m2K) = 0.837
Smur = 340.0 mm lmur = 0.810 W/(mK) Upar = 0.169 W/(m2K) Uf = 2.000 W/(m2K) = 0.837
Verifica rischio muffa
Verifica rischio muffa
Mese critico: Gennaio Tsi,min,prog = 12.7 °C Tsi,min,no muffa = 15.1°C
Mese critico: Gennaio Tsi,min,prog = 16.8 °C Tsi,min,no muffa = 15.1°C
presenza muffa
assenza muffa
Legenda = Trasmittanza termica lineica di riferimento, dimensioni esterne [W/(mK)]; = Trasmittanza termica lineica di calcolo, dimensioni esterne [W/(mK)]; Smur = spessore muro [m]; lmur = conducibilità tot termica muro [W/(mK)]; Upar = trasmittanza termica parete isolata [W/(m2K)]; Tsi,min,prog = Temperatura superficiale minima stato di progetto [°C]; Tsi,min,no muffa = Temperatura superficiale minima per evitare rischio formazione di muffe [°C] www.casaeclima.com
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dei ponti termici comporta una notevole riduzione dei flussi termici dispersi ed un aumento delle temperature superficiali interne eliminando il rischio formazione di muffa.
INTERVENTI MIGLIORATIVI: IMPIANTI Il secondo intervento trainante consiste nella sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente con uno nuovo avente il sottosistema di generazione costituito da una pompa di calore aria-acqua installata all’esterno per i servizi di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria, le cui caratteristiche, rientranti nei
limiti richiesti per accedere agli incentivi secondo l’Allegato F del D.M. 06/08/2020, sono riportate in Tabella 4. La distribuzione è prevista con una colonna montante di mandata e ritorno e collettori di piano, l’emissione tramite pannelli radianti a pavimento. Per evitare la formazione di condensa sui pavimenti in raffrescamento, è prevista l’installazione di un deumidificatore per piano per abbassare il grado di umidità dell’aria in condizioni estive. La regolazione è garantita da cronotermostati per singolo ambiente. L’acqua calda sanitaria è prodotta con accumulo e scambiatore rapido. Uno schema della centrale termica è riportato in Figura 8. In Tabella 4 sono anche riportati i rendimenti d’impianto per i servizi riscaldamento,
Figura 8. Schema della centrale termica
TABELLA 4 – Interventi sul sistema impiantistico Intervento trainante: sostituzione impianto di climatizzazione invernale Caratteristiche generatore
Descrizione Sostituzione impianto di climatizzazione invernale esistente. Nuovo generatore: pompa di calore aria/acqua per i servizi di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria.
Temperatura aria esterna 6°C bulbo umido e 7°C bulbo secco, temperatura acqua in uscita 35°C, T = 5°C: COP = 4.20 (COPlim = 4.1) PuR = 13.05 KW Temperatura aria esterna 35°C, temperatura acqua in uscita 18°C, T = 5°C: EER = 3.95 (EERlim = 3.8) PuC = 14.70 KW
Prestazioni impianto stato di progetto Riscaldamento = 0.861 H Raffrescamento = 0.537 C Produzione ACS = 3.09 W
Valori limite per edificio di riferimento
H,lim
= 0.572
C,lim
= 0.531
W,lim
= 1.11
Legenda COP = coefficiente di prestazione; EER = rapporto di efficienza energetica; PuR = potenza termica utile riscaldamento; PuC = potenza termica utile raffrescamento; H = rendimento globale medio stagionale dell’impianto di riscaldamento; C = rendimento globale medio stagionale dell’impianto di raffrescamento; W = rendimento globale medio stagionale dell’impianto di produzione di acqua calda sanitaria.
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all’intero edificio che, come risulta da Tabella 6, sono tutti soddisfatti. Non trattandosi di ristrutturazione rilevante, non è necessario rispettare gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili secondo i principi minimi fissati dall’Allegato 3 del D.Lgs. 3 marzo 2011, n. 28. [17]. In ogni caso, l’intervento proposto è in grado di coprire con fonti rinnovabili il 46,2% del fabbisogno di energia primaria complessivo per i servizi riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria e separatamente il 77.6% del solo fabbisogno per acqua calda sanitaria. Risultano anche soddisfatti i requisiti tecnici propri del Superbonus richiesti dal D.M. 06/08/2020, come riportato in Tabella 7. In particolare, i valori limite di trasmittanza riportati nell’Allegato E non tengono conto dei ponti termici, ma costituiscono il limite del valore medio determinato come rapporto tra la somma dei prodotti delle singole trasmittanze termiche e la rispettiva superficie d’influenza e la superficie complessiva dell’intervento, come precisato nelle FAQ ENEA di ottobre 2020 [18]. Ne segue che
raffrescamento e acqua calda sanitaria, confrontati con i valori limite previsti per l’edificio di riferimento secondo il D.M 26/06/2015. Inoltre, dal momento che l’impianto sfrutta come vettore energetico l’energia elettrica, considerata la favorevole esposizione dell’edificio, è opportuno sfruttare il fotovoltaico come intervento trainato, essendo anch’esso incentivato al 110 %. L’intervento consiste nel posizionamento sulla copertura di sei pannelli fotovoltaici in silicio policristallino, orientati a sud e solidali con la falda della copertura. Le caratteristiche dei pannelli fotovoltaici sono riportati in Tabella 5.
RISULTATI L’intervento proposto coinvolge più del 50% della superficie disperdente lorda dell’edificio e inoltre comporta la ristrutturazione dell’impianto termico e quindi, ai sensi del DM 26/06/2015, si colloca nell’ambito della ristrutturazione importante di I Livello. Ne segue la necessità di rispettare i valori limite dei parametri energetici relativi
TABELLA 5 – Interventi sul sistema impiantistico Intervento trainato: installazione di pannelli fotovoltaici Descrizione
Caratteristiche impianto N. 6 pannelli fotovoltaici in silicio policristallino. Superficie utile singolo modulo: 1.46 m2 Superficie utile complessiva: 8.76 m2 Riflettanza superfici circostanti: 0.27 Potenza di picco singolo modulo: 220 Wp Potenza di picco complessiva: 1320 kWp Inclinazione solidale con la falda.
Installazione di impianto fotovoltaico e relativo sistema di accumulo.
TABELLA 6 – Riepilogo verifiche dei requisiti di legge D.M. 26/06/2015 (ex Legge 10) Tipo di verifica (ristrutturazione importante di I livello)
Esito
Valore ammissibile
Valore calcolato
u.m.
Verifica termoigrometrica
Positiva
Trasmittanza media divisori e strutture locali non climatizzati
Positiva
Area solare equivalente estiva per unità di superficie utile (Asol,est/ Asol,utile)
Positiva
0.030
≥
0.009
-
Coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione (H’t)
Positiva
0.53
≥
0.34
W/(m2K)
Indice di prestazione termica utile per riscaldamento (EPH.nd)
Positiva
39.04
>
37.18
kWh/(m2anno)
Indice di prestazione termica utile per il raffrescamento (EPC,nd)
Positiva
12.97
>
7.91
kWh/(m2anno)
Indice di prestazione energetica globale (EPgl,tot)
Positiva
106.51
>
69.26
kWh/(m2anno)
Rendimento globale medio stagionale dell’impianto per i servizi riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria ( H, C, W)
Positiva (vedi Tabella 4)
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TABELLA 7 – Riepilogo verifiche requisiti tecnici Superbonus D.M. 06/08/2020 Trasmittanze medie Tipo di verifica (Allegato E, Tabella 1)
Esito
Valore ammissibile
Valore calcolato
u.m.
Trasmittanza muri
Positiva
0.26
≥
0.228
W/(m2K)
Trasmittanza pavimenti
Positiva
0.28
≥
0.149
W/(m2K)
Trasmittanza soffitti
Positiva
0.22
≥
0.187
W/(m2K)
Trasmittanza componenti finestrati
Positiva
1.67
≥
0.845
W/(m2K)
Coefficienti pompe di calore (Allegato F, Tabella 1) Verifica positiva (vedi Tabella 4) Salto di almeno due classi energetiche APE ante operam
APE post operam
EPgl,nren [KWh/(m2anno)]
Classe energetica
EPgl,nren [KWh/(m2anno)]
Classe energetica
161,64
E
36,78
A3
non è necessario che sia rispettato il valore limite di trasmittanza delle singole superfici oggetto di intervento, bensì la trasmittanza media pesata sulle aree dei componenti, così come classificati nell’Allegato E (verticali, orizzontali di copertura, orizzontali di pavimento, serramenti). Infine, il miglioramento di almeno due classi energetiche deve essere dimostrato mediante il confronto tra l’APE convenzionale ante e post operam, dove nella confi68
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gurazione post operam è necessario considerare gli stessi servizi energetici presenti nella situazione ante operam. Ne segue che l’indice di prestazione globale riportato nell’APE post operam di Tabella 7 non prende in considerazione il servizio di climatizzazione estiva, anche se esso è stato considerato nella simulazione al fine di allocare in modo corretto l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico.
CONGRUITÀ DEI COSTI È stata eseguita un’analisi previsionale dei costi, per verificare il rispetto dei limiti massimi di spesa per ogni categoria di intervento come da articolo 119 del D.L. 34/2020 e la congruità dei prezzi per le singole lavorazioni, come da paragrafo 13 del D.M. 06-08-2020. Il calcolo della spesa per tipologia di intervento è stato determinato mediante preventivi forniti dalle singole aziende e attraverso analisi del prezzo con l’ausilio di listini di mercato.
Detrazione complessiva applicabile: € 10.142 x 110% = € 11.156 Detrazione fiscale annua: € 11.156 / 5 = € 2.231 Sostituzione impianto di climatizzazione invernale La spesa totale risulta essere di € 27.105 < € 30.000 limite di spesa massimo ammissibile come da D.L. 34/2020, art. 119, comma 1, lettera c. Detrazione complessiva applicabile: € 27.105 x 110% = € 29.816 Detrazione fiscale annua: € 29.816 / 5 = € 5.963
Isolamento termico dell’involucro opaco La spesa totale risulta essere di € 41.259 < € 50.000 limite di spesa massimo ammissibile come da D.L. 34/2020, art. 119, comma 1, lettera a. Detrazione complessiva applicabile: € 41.259 x 110% = € 45.385 Detrazione fiscale annua: € 45.385 / 5 = € 9.077
Installazione impianto fotovoltaico e relativo sistema di accumulo La spesa totale risulta essere di € 3.221 < € 48.000 limite di spesa massimo ammissibile, come da D.L. 34/2020, art. 119, comma 1, lettera a. con € 2000 < € 2400(*) ogni kWp. Detrazione complessiva applicabile: 3.221 x 110% = € 3.543 Detrazione fiscale annua: € 3.543 / 5 = € 709
Sostituzione di finestre comprensive di infissi La spesa massima ammissibile si ricava dividendo il valore di detrazione massima ammissibile, pari a € 60.000 come da L. 296/2006, per 110%, ovvero € 54.545. La spesa totale risulta essere di € 23.108 < € 54.545 Detrazione complessiva applicabile: € 23.108 x 110% = € 25.419 Detrazione fiscale annua: € 25.419 / 5 = € 5.084 Installazione di schermature solari La spesa massima ammissibile si ricava dividendo il valore di detrazione massima ammissibile, pari a € 60.000 come da D.L. 63/2013, art. 14, comma 2, lettera b, per 110%, ovvero € 54.545. La spesa totale risulta essere di € 10.142 < € 54.545
La stima della spesa complessiva su cui si applica la detrazione del 110% per gli interventi di riqualificazione ammonta a € 105.200, a cui corrisponde una detrazione complessiva del 110% pari a € 115.720, con una detrazione fiscale annua di € 23.144. La congruità dei prezzi per le singole lavorazioni riguardanti gli interventi sopra citati è stata determinata confrontando i preventivi e le analisi di prezzo ottenute, con i prezzi medi delle opere compiute riportati nel prezzario DEI Recupero, Ristrutturazione, Manutenzione, aggiornato ad aprile 2000, in combinazione con il Prezzario Regionale della Liguria, aggiornato al 2020; in assenza di voci corrispondenti sui suddetti prezzari è stata eseguita un’analisi del prezzo basata sulla media dei valori di mercato.
CONCLUSIONI Nel presente articolo è stata presentata una sintesi del lavoro di tesi Magistrale in Architettura riguardante la riqualificazione energetica di un edificio unifamiliare situato a Genova Nervi. Sono stati affrontati i diversi passaggi necessari per conseguire la detrazione del 110%, prevista dall’articolo 119 del Decreto Rilancio e meglio nota come Superbonus. In Figura 10 è rappresentata una vista del fronte principale dell’edificio a seguito dell’intervento proposto.
La presente pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto di ricerca dell’Ateneo di Genova PRA 2018.
FIGURA 9. Vista post intervento del fronte principale www.casaeclima.com
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CASE STUDY
RIFERIMENTI [1]
Papa E., 2020, “Riqualificazione energetica di un edificio unifamiliare alla luce del Superbonus 110%”. Tesi di Laurea Magistrale in Architettura, Dipartimento Architettura e Design, Scuola Politecnica, Università di Genova, A.A. 2019/2020.
[8]
Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 11 ottobre 2017, “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”.
[2]
Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.
[9]
UNI EN ISO 10456:2008, “Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di progetto e procedimenti per la determinazione dei valori termici dichiarati e di progetto”.
[3]
Decreto Ministero dello Sviluppo Economico 6 agosto 2020, “Requisiti tecnici per l’accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici - cd. Ecobonus”.
[10]
ENEA, “Nota sulla prestazione dei materiali isolanti”, aggiornata al 2 dicembre 2020, https://www.efficienzaenergetica.enea.it.
[11]
[4]
Circolare dell’Agenzia delle Entrate 22 dicembre 2020, n. 30, “Detrazione per interventi di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico degli edifici prevista dall’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (Decreto Rilancio) - Risposte a quesiti”.
Decreto Ministero dello Sviluppo Economico 26 giugno 2015, “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”.
[12]
EDILCLIMA® Engineering & Software, EC 709 (versione 03.18.39), https://www.edilclima.it.
[13]
UNI EN ISO 14683:2018, “Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi semplificati e valori di riferimento”.
[14]
Iris (versione 5.0), https://www.anit.it/software-anit/iris.
[15]
UNI EN ISO 10211:2018, “Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali - Calcoli dettagliati”.
[16]
Mold Simulator (versione 5.1), https://www.dartwin.it/it/software/moldsimulator.
[17]
Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”.
[18]
FAQ ENEA Ottobre 2020, https://www.efficienzaenergetica.enea.it.
[5]
Decreto Legislativo 10 giugno 2020, n. 48, “Attuazione della direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica”.
[6]
EDILCLIMA® Engineering & Software, EC 700 (versione 10.21.02), https://www.edilclima.it.
[7]
Decreto Legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito con modificazioni dalla Legge 3 agosto 2013, n. 90, “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché’ altre disposizioni in materia di coesione sociale”.
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Il “ricalcolo” del credito IVA 2020 a seguito di sospensioni e/o omessi versamenti
Nel modello IVA 2021 è stato predisposto il rigo VA16 per i versamenti non effettuati nei termini ordinari in base alle disposizioni legate alla pandemia da Covid-19 a cura di ASSOCAAF
I
l credito IVA 2020, che emerge dalla dichiarazione IVA 2021 per anno 2020, può essere “influenzato” dalla sospensione dei versamenti 2020, da omessi versamenti 2020 o da versamenti “non spontanei” relativi agli anni 2018 e/o 2019. Infatti, nel corso del 2020, alcuni contribuenti, a seguito delle disposizioni previste nei vari provvedimenti legati alla pandemia da Covid-19, hanno potuto usufruire della sospensione dei versamenti IVA 2020. Nel modello di dichiarazione IVA 2021 per anno 2020 è stato predisposto il rigo VA16, che ha lo scopo di monitorare tali versamenti non effettuati nei termini ordinari. Per ogni ipotesi di differimento (ciascuna fatti-
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specie di sospensione è abbinata a un codice), deve essere riportato l’importo non versato entro la scadenza ordinaria. La possibilità di effettuare nel 2021 i versamenti IVA sospesi può avere riflessi sulla determinazione del saldo IVA 2020; il soggetto che ha deciso di rateizzare i pagamenti oltre il termine ultimo di presentazione del mod. IVA 2021 (quindi, oltre il 30 aprile 2021) non potrà scomputare tali importi nel caso in cui risulti un credito IVA dal quadro VL, considerata la necessità di “conteggiare” solo l’IVA effettivamente versata (e non quella dovuta). In sede di predisposizione del mod. IVA 2021 è possibile riscon-
trare l’omesso versamento, da parte del contribuente, del saldo di una o più liquidazioni periodiche. I versamenti sospesi (e quindi rinviati), se non effettuati entro la presentazione della dichiarazione IVA 2021 per anno 2020, vengono considerati alla stregua di veri e propri omessi versamenti e, nel caso di dichiarazione annuale IVA 2021 a credito pregiudicano, come gli omessi versamenti (non regolarizzati), la possibilità di utilizzare in tutto o in parte il credito. Infatti, in presenza di una dichiarazione annuale IVA con un risultato (potenziale) a credito, a seguito della modalità di compilazione del rigo VL30, risulta necessario (ri)calcolare il credito spettante (da esporre al rigo VL33) considerando quanto effettivamente versato per il 2020. Si avrà pertanto una riduzione del credito IVA che risulterà dal mod. IVA 2021 e che potrà essere utilizzato in compensazione nel 2021; al rigo VL41 si darà evidenza della differenza tra il credito potenziale e il credito effettivo. A seguito dell’introduzione della Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA, l’Agenzia delle Entrate è in grado di individuare il mancato versamento con ampio anticipo rispetto al passato. Tale violazione può essere regolarizzata spontaneamente dal contribuente tramite il ravvedimento operoso, che comporta il versamento dell’imposta dovuta, degli interessi e della sanzione
I versamenti sospesi, se non effettuati entro la presentazione della dichiarazione IVA 2021 per anno 2020, vengono considerati alla stregua di veri e propri omessi versamenti
ridotta; il contribuente può, in alternativa, aspettare che sia l’Agenzia delle Entrate a inviare comunicazione di irregolarità o cartella di pagamento. Il rigo VL30 del mod. IVA 2021 è “diviso” in 5 campi: campo 2, l’ammontare complessivo dell’IVA periodica dovuta. Tale importo corrisponde alla somma dei campi 1 di rigo VP14 della Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA 2020 (senza considerare gli importi già indicati a campo 1 di rigo VP14 ma non versati in quanto non superiori a € 25,82) compreso l’acconto (rigo VP13);
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La Sezione 3 del Mod. IVA 2021 www.casaeclima.com
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■
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■
campo 3, il totale dei versamenti periodici. Tale importo corrisponde ai versamenti relativi al 2020 effettuati a titolo di saldo mensile / trimestrale delle liquidazioni IVA, compresi gli interessi dell’1%, l’acconto, nonché l’imposta versata a seguito di ravvedimento; campo 4, l’ammontare dell’IVA versata a seguito del ricevimento delle comunicazioni di irregolarità riguardanti le liquidazioni periodiche 2020. In particolare, va considerato quanto versato a titolo d’imposta, a esclusione di interessi / sanzioni, con il codice tributo “9001”, fino alla data di presentazione della dichiarazione; campo 5, l’ammontare dell’IVA versata a seguito della notifica delle cartelle di pagamento riguardanti le liquidazioni periodiche 2020 fino alla data di presentazione della dichiarazione; il campo “4” e il campo “5” del rigo VL30, a seguito della sospensione delle notifiche delle comunicazioni di irregolarità e delle cartelle di pagamento, difficilmente saranno oggetto di compilazione; campo 1, il maggiore tra gli importi indicati a campo 2 e la somma di campo 3 + campo 4 + campo 5. Tale importo concorre alla determinazione del saldo della dichiarazione annuale.
In presenza di una situazione “regolare” gli importi di campo 2 e 3 di rigo VL30 coincidono. Al rigo VL33 del mod. IVA 2021 deve essere evidenziato il credito IVA annuale. In presenza di una differenza positiva tra i seguenti righi:
VL4 + VL11, campo 1 + VL12, campo 1 + da VL24 a VL31 (somma dei crediti)
meno
VL3 + da VL20 a VL23 (somma dei debiti)
va riportato il credito ottenuto considerando la somma degli importi di campo 3, 4 e 5 di rigo VL30 (IVA periodica versata, IVA periodica versata a seguito di comunicazioni di irregolarità, IVA periodica versata a seguito di cartelle di pagamento) in luogo di quello di campo 1 del medesimo rigo. Ai fini di tale calcolo è infatti necessario considerare esclusivamente i versamenti effettuati. L’ammontare del credito IVA da riportare a rigo VL33 è influenzato anche dalla presenza di rigo VL12, riservato all’indicazione del credito IVA 2018/2019 “riemerso” dal quadro VQ per effetto della regolarizzazione degli omessi versamenti periodici dei predetti anni a seguito del ricevimento delle comunicazioni di irregolarità / notifica cartelle di pagamento.
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GLI OMESSI VERSAMENTI PERIODICI 2018/2019 E IL QUADRO VQ DEL MOD. IVA 2021 Predisponendo il mod. IVA relativo alle annualità 2018 e 2019, in caso di omesso versamento di una o più liquidazione periodica, è stato necessario ridurre il credito spettante (rigo VL33) considerando quanto effettivamente versato per il 2018 e/o 2019 (fino alla presentazione della dichiarazione). I versamenti effettuati dal contribuente nel 2020, successivi al termine della presentazione della dichiarazione IVA 2020 per anno 2019, ed eseguiti a seguito del ricevimento della comunicazione di irregolarità / notifica cartella di pagamento, per omessi versamenti IVA 2018 e/o 2019, consentono di far “riemergere” il credito IVA relativo all’anno 2018 e/o 2019. I versamenti effettuati successivamente alla presentazione del mod. IVA 2020 per anno 2019 devono essere riportati nel quadro VQ del mod. IVA 2021 per anno 2020 al fine di far riemergere (in tutto o in parte) il credito IVA 2018 e/o 2019 e di farlo concorrere alla determinazione del saldo IVA 2020, mediante indicazione al rigo VL12.
IL CREDITO ANNUALE 2020 INIBITO A CAUSA DELLA SOSPENSIONE DEI VERSAMENTI COME POTRÀ ESSERE RECUPERATO? Si possono ipotizzare due soluzioni: 1. necessità di attendere la dichiarazione IVA 2022 per anno 2021, inserendo i versamenti nel prossimo modello dichiarativo; 2. essendo versamenti spontanei, dovrebbero confluire nella colonna 3 del rigo VL30; per i versamenti effettuati dopo la presentazione della dichiarazione IVA 2021 per anno 2020, si renderebbe necessaria la presentazione di una dichiarazione IVA 2021 integrativa. Si ricorda che l’utilizzo in compensazione del credito IVA 2020, risultante dal mod. IVA 2021, fino a € 5.000, non richiede alcun adempimento “preventivo”; per importi superiori a € 5.000 richiede la presentazione del mod. IVA 2021 con apposizione del visto di conformità. La compensazione, per importi superiori a €.5.000,00, può essere effettuata dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione. I soggetti ISA che hanno conseguito un punteggio almeno pari a 8 per il 2019 o di 8,5 quale media per il 2018/2019 beneficiano dell’esonero dal visto per un importo non superiore a € 50.000 annui. La presenza di una dichiarazione annuale IVA a credito consente al contribuente alternativamente di: ■ riportare il credito all’anno successivo e scomputarlo nelle relative liquidazioni periodiche; ■ riportare il credito all’anno successivo e utilizzarlo in compensazione; ■ richiederlo a rimborso.
PROFESSIONE
La formazione di fumisti e spazzacamini Un livello formativo di tipo impiantistico è inapplicabile per la maggior parte degli operatori del settore: sarebbe più opportuno, come proposto da ANFUS, equiparare l’apprendistato al tirocinio di adattamento ANGELO ARTALE, Direttore Generale FINCO
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arliamo in questo articolo di un settore poco conosciuto – e per certi versi suggestivo nell’immaginario collettivo – una realtà diffusa su tutto il territorio e i cui operatori sono costantemente a contatto con le esigenze dei cittadini, e quindi le conoscono. Parliamo dei fumisti e degli spazzacamini. Da tempo la nostra Federata ANFUS (l’Associazione Nazionale di riferimento) solleva le importanti problematiche in merito alla formazione professionale degli operatori di tale settore. L’Associazione ha a più riprese evidenziato come la richiesta di un livello di formazione di tipo impiantistico per l’installazione e la manutenzione degli impianti a biomassa (ex D.P.R. 74/2013), che si condivide, sia, di fatto, inapplicabile alla stragrande maggioranza dei fumisti e degli spazzacamini, dal momento che chi è già in attività non può impegnarsi in un lungo percorso di apprendistato. D’altro canto il mercato avrebbe bisogno di moltissimi professionisti (ad oggi esistono solo 5.000 operatori a fronte di un parco camini/ impianti costituito da circa 6 milioni di unità) che, necessitando della qualificazione di impiantista, difficilmente riusciranno ad accedere a questo settore per una serie di ragioni connesse al percorso formativo, così come previsto dal Decreto Ministeriale 37/08. Attualmente le competenze dell’installatore e del manutentore degli impianti a biomasse sono ben delineate dalla norma UNI 11657, anche alla luce della norma UNI 10847 che definisce la manutenzione ordinaria e quella straordinaria. ANFUS è da sempre impegnata nella crescita professionale del comparto, ma è anche consapevole che, con questa barriera di ingresso (il citato obbligo di apprendistato), è arduo ampliare i livelli occupazionali del settore (in maniera “regolare”). Per questa ragione, anche alla luce di vigenti disposizioni del Ministero dello Sviluppo Economico particolarmente favorevoli in materia di accesso al mercato nazionale di impiantisti extracomunitari – come il Decreto Direttoriale MISE del 26 luglio 2016 che prevede che un operatore extracomunitario proveniente da un Paese in cui la professione non è regolamentata, possa dimostrare di aver lavorato per un anno nel settore e scegliere un percorso formativo non
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superiore a tre anni con tirocinio di adattamento oppure sostenere direttamente un esame – è necessario un confronto di merito con gli Uffici, da tempo rimandato. L’obiettivo è approfondire la questione e illustrare la proposta ANFUS di equiparare, per gli installatori e manutentori di impianti termici a biomassa di cui alla norma UNI 11657, l’apprendistato richiesto dal D.M. 37/08 al tirocinio di adattamento (previsto dal citato Decreto Direttoriale MISE del 26 luglio 2016 per gli operatori non comunitari) organizzato da Enti Formatori, da svolgersi contemporaneamente alla formazione prevista. Questa categoria è comunque prigioniera di un ginepraio di ripartizioni di competenze per la disciplina dell’attività. In termini generali sarebbe opportuno prendere in mano la materia onde qualificare in modo univoco operatori che per loro natura sono dediti soltanto a operazioni di manutenzione ordinaria di un segmento di impianto termico.
TELERISCALDAMENTO A BIOMASSA
Quali prospettive per i comuni montani non metanizzati? Istituzioni, professionisti e imprese si sono confrontati nel corso di un webinar sulle opportunità della filiera legno-energia nelle aree montane a cura di FIPER
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l 12 marzo scorso, si è svolto il webinar “Teleriscaldamento a biomassa: quali prospettive per i comuni montani non metanizzati?” nell’ambito del progetto europeo Unlocking the community bioenergy potential, in cui FIPER rappresenta un caso pilota per l’avvio delle comunità di energia rinnovabile. Walter Righini, Presidente FIPER, ha aperto i lavori e introdotto le diverse categorie rappresentate nel corso del confronto in un approccio bottom-up: cittadini, professionisti, amministratori locali, istituzioni regionali (Rolfi, assessore agricoltura Regione Lombardia e Corgnati, tecnico forestale regione Piemonte), imprese boschive, consorzi forestali, Ricerca Sistemi Energetici – RSE (Armanasco), istituti di ricerca (ENEA, Itabia), la rappresentante delle Politiche Agricole e Forestali (Stefani, direttrice generale foreste), UNCEM (Bussone – presidente). 48 voci accomunate dall’interesse per le bioenergie. Dai territori montani e dalla aree rurali è emerso un forte interesse da parte degli operatori della filiera e monte e degli amministratori locali a valutare nuove progettualità di mini-reti di teleriscaldamento a biomassa a chilometro zero. Le principali barriere emerse ed evidenziate: rischio di metanizzazione delle aree montane, come emerso negli ultimi mesi, seppur dotate di ingenti risorse rinnovabili, pregiudizio culturale sull’impiego delle biomasse, mancanza di linee di finanziamento dedicate, oltre agli aspetti tecnici e operativi (per es. parcellizzazione forestale, mancanza di formazione specifica di installatori e tecnici, etc). È stata anche l’occasione per presentare due case history, rispettivamente l’esperienza ventennale bosco-legno energia Valtellina (Tirano, Sondalo, S. Caterina Valfurva) e l’esperienza ultradecennale della mini-rete del comune di Marchirolo (VA), per illustrare gli effetti economici, occupazionali di questi progetti che vanno oltre la dimensione tipicamente energetica e ambientale. Un incoraggiamento, una testimonianza per gli amministratori e imprenditori presenti per condividere l’esperienza vissuta nell’affrontare le diverse problematiche che si sono incontrate nel corso del tempo. Da parte del MIPAAF la disponibilità ad aprire un confronto sugli attuali “effetti distorsivi” delle politiche attualmente in atto da condividere all’interno del tavolo filiera legno nazionale. Da Regione Lombardia, l’impegno a promuovere iniziative e attivare risorse per
incrementare la viabilità agroforestale e investire su nuove progettualità di reti di teleriscaldamento a biomassa nelle aree montane, da condividere all’interno delle misure del bacino padano per migliorare la qualità dell’aria. Le istituzioni presenti hanno convenuto sulla necessità di rimettere al centro il ruolo del settore primario nella promozione dell’economia circolare e nell’azione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza e valorizzare le risorse rinnovabili presenti sul territorio anziché metanizzare i comuni montani. La voce del territorio è stata chiara: UNCEM, in rappresentanza dei comuni montani ha affermato la necessità di “fare più squadra” tra le diverse filiere afferenti al legno, dalla produzione di case fino alla filiera arredo. Diversi i sindaci intervenuti, tra cui Tirano, Menconico, Valvestino. Spada (Tirano) ha evidenziato i vantaggi apportati dalla presenza del teleriscaldamento per riattivare la filiera bosco locale e favorire l’avvio della comunità dell’energia rinnovabile, rimarcando che i comuni montani possono e devono essere autonomi dalle fonti fossili, per attivare nuovi investimenti e favorire lo sviluppo locale. Mentre Valvestino (BS) e Menconico (PV) a testimonianza di comuni non metanizzati che intendono avviare nuove reti di teleriscaldamento a biomassa. Il presidente FIPER ha poi illustrato il potenziale di sviluppo del teleriscaldamento a biomassa nei comuni non metanizzati in Regione Lombardia (93) e in Regione Piemonte (133). Un potenziale che permetterebbe a questi territori di emanciparsi dalle fonti fossili e creare reddito e occupazione. Un grande viaggio, inizia sempre con un primo passo. Avanti tutta quindi per la transizione ecologica nelle aree interne con il petrolio verde dei nostri boschi. www.casaeclima.com
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SOCI FINCO ACEPER Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP Associazione Fabbricanti e Distributori di Forniture Tecnologiche per la Pulizia Professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Segretario: Stefania Verrienti AIFIL Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti
ANFUS Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio ANSAG Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidente: Ezio Michielin ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Cristina Anghinetti, Claudio Calastri ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Direttore Operativo: Marco Masini ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi
AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti
UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini
ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Moreno Fattor
ZENITAL Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida
ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni
ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani
FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo
ALFA ACCIAI SPA Legale Rappresentante: Amato Stabiumi
FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo
CASEITALY SRL Presidente: Laura Michelini
ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini
CSI SPA Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco GRAVILI SRL Amministratore Delegato: Antonio Gravili
FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno
INCO INGEGNERIA SPA Amministratore Unico: Aldo Muller IN&OUT SPA Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio
FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli
INTERBAU SRL Presidente: Giuseppe Cersosimo ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Presidente: Pietro Lonardo Vice Presidenti: Giovanni Pedrazzo e Luigi Scopesi
HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE Presidente: Alessandro Ponti
LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini
PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli
M3S SPA Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL Amministratore Delegato: Italo Perazzi
RSF Restauratori Senza Frontiere - Italia Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli
PRAGMATICA AMBIENTALE SRL Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani RESIT SRL Presidente: Ugo Vittorio Rocca
UNICMI Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli
SINERGICA SRL Presidente: Ludovico Motolese TRANSFORMTESSILE Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti
Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate
COMITATO DI PRESIDENZA FINCO
Carla Tomasi Presidente Finco
Gabriella Gherardi Francesco Burrelli Vice Presidente Vice Presidente Finco Vicario con delega a Organizzazione e Filiere
Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature
Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo
Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili
Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale
Angelo Artale Direttore Generale
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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
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N. 84 I Anno XV I MARZO/APRILE 2020 I Bimestrale
N. 86 I Anno XV I SETTEMBRE 2020 I Bimestrale
RESTYLING IN CHIAVE GREEN
IAQ Qualità dell’aria nelle abitazioni: cosa respiriamo? INTERVISTA Una realtà che OSA DENTRO L’OBIETTIVO L’intensità della natura nella riqualificazione EDILIZIA SOSTENIBILE Materiali naturali per case naturali
KLIMAHOUSE | VIDEO Quando una fiera si trasforma in movimento
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N. 85 I Anno XV I MAGGIO/GIUGNO 2020 I Bimestrale
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D.P.R. 151/2011 Prevenzione incendi negli impianti a biomasse CASE STUDY Le abitazioni del futuro? Resilienti e sostenibili PREMIO POROTON 2019 Demolire e ricostruire in laterizio
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NORMATIVA Classificazione energetica degli edifici e SRI
WORK IN PROGRESS Sotto il vestito… altro che niente
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