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BIMESTRALE Organo ufficiale di:

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)

22 6 EDITORIALE 8 NOVITÀ PRODOTTI 14 TECH

52 LE VELE BIANCHE, IL CONDOMINIO SICILIANO NZEB

di Erika Seghetti

FEEDSCHOOLS

22 PERCHÉ SOSTITUIRE

58 FAVORIRE LA

di Diego Menegon, Giulia Leghissa, Daniela Lobosco, Enrico Genova, Marco Calderoni

INTERVISTA

30 IDROGENO, LA

RISPOSTA DI FERROLI AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

a cura della Redazione

SPECIALE CLIMATIZZAZIONE

33 IMPIANTI DI

CLIMATIZZAZIONE E COVID-19: RIPARTIAMO DALLA IAQ di Patrizia Ricci

39 EFFICIENZA, TECNOLOGIA, DESIGN: IL FUTURO È GIÀ QUI di Patrizia Ricci

DENTRO L‘OBIETTIVO

46 DRIVING RANGE IPOGEO SUI COLLI BOLOGNESI

a cura della Redazione

RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI SCOLASTICI IN OTTICA NZEB a cura di Sebastian Bendinelli

IN COPERTINA w w w. c a s a e c l i m a . c o m

ISSN: 2038-0895

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

Fondata da Andrea Notarbartolo Redazione Silvia Martellosio, Sebastian Bendinelli redazione.casaeclima@quine.it

PROGETTO FEEDSCHOOLS Favorire la riqualificazione degli edifici scolastici in ottica nZEB LE VELE BIANCHE Il condominio siciliano nZEB POST SISMA Restauro dell’aggregato Piazza Umberto I

SERVIZIO A PAGINA

46

Hanno collaborato a questo numero Assocaaf, Assoverde, Marco Calderoni, Enrico Genova, Giustino Iovannitti, Giulia Leghissa, Daniela Lobosco, Diego Menegon, Patrizia Ricci, N. Alessandro Rocca, Ugo V. Rocca, Erika Seghetti Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 Luigi Mingacci – l.mingacci@lswr.it Tel. +39 320 4093415 Traffico, Abbonamenti, Diffusione Elena Genitoni Editore Quine srl - www.quine.it

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Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it

di Giustino Iovannitti

CONSULENZA FISCALE

Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30

71 DECRETO SOSTEGNI BIS, IL NUOVO CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO a cura di Assocaaf

Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191

LIBRO BIANCO DEL VERDE

75 UN INVITO AL

CAMBIAMENTO IN NOME DELLA SALUTE

a cura di Assoverde

RESIT

di Ugo V. Rocca e N. Alessandro Rocca

SPECIALE CLIMATIZZAZIONE Efficienza, tecnologia e design. Il futuro è già qui e deve ripartire dalla IAQ

Organo ufficiale

63 RIPARAZIONE E RESTAURO

DEL SISTEMA URBANO

Grafica e Impaginazione LIFE sh.p.k.

DRIVING RANGE IPOGEO SUI COLLI BOLOGNESI

HARP Perché sostituire i vecchi apparecchi di riscaldamento?

CASE HISTORY | POST SISMA

76 LA DECARBONIZZAZIONE

N. 91 I Anno XVI I MAGGIO/GIUGNO 2021 I Bimestrale

Direttore responsabile Marco Zani Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

PROGETTO HARP I VECCHI APPARECCHI DI RISCALDAMENTO?

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Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)

Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)

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Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Lgs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Lgs 196/2003.

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EDITORIALE

Stati Generali del Patrimonio Italiano: rilanciare il settore Beni Culturali

CARLA TOMASI, Presidente FINCO e Vice Presidente Restauratori Senza Frontiere

L’Italia deve essere una guida nelle soluzioni prospettiche riguardanti il settore dei Beni Culturali

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o di recente approfittato dell’occasione degli “Stati Generali del Patrimonio Italiano”, organizzati dal Cnel, per rilanciare un tema che mi è molto caro e che avevamo già inserito nel Progetto FINCO “Per un’Italia più Bella e più Sicura” (vedi Casa&Clima 87, pag.21): l’ipotesi cioè di un vero e proprio bonus per i Beni Culturali con detrazione fiscale cedibile a terzi, istituti bancari inclusi. Oggi per le spese relative alla manutenzione, protezione e restauro di un bene vincolato è prevista una detrazione del 19%. Ma l’Agenzia delle Entrate – con la circolare n. 7/E del 27 aprile 2018 – chiarisce che la detrazione del 19%, prevista per la manutenzione dei beni vincolati, non è cumulabile con quella spettante per le spese sostenute per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (Ecobonus). La detrazione è invece cumulabile con quella prevista dal bonus ristrutturazione per le spese sostenute per interventi di recupero del patrimonio edilizio. In tal caso è tuttavia ridotta del 50%. Francamente, non riesco a vedere un solo motivo perché debba essere più agevolata la sostituzione di un elemento di arredobagno rispetto a ciò che caratterizza al massimo grado il nostro Paese. Fermo restando l’attuale “art bonus”, ritengo che questa sia un’ottima occasione per convergere in proposito con le amministrazioni di riferimento: mai come in questo caso l’Italia deve essere una guida anche nelle soluzioni e nelle proposte prospettiche riguardanti il settore dei Beni Culturali. Mai come nel caso della tutela, della conservazione e della valorizzazione dei Beni Culturali manca, insomma, un approccio integrato in grado di tenere insieme obiettivi di conservazione, sicurezza ed

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efficienza energetica, limitando in tal modo gli interventi sulle componenti più fragili del nostro patrimonio. A tale proposito “Restauratori senza Frontiere” ha sviluppato un documento denominato “Il Manifesto del Restauro Italiano“ con l’obiettivo di tratteggiare le “buone pratiche” nel campo della prevenzione, della conservazione e della manutenzione dei beni inalienabili che costituiscono anche valori fondanti della nostra cultura storico-artistica, dalle indagini preliminari alla progettazione e scelta del contraente. Abbiamo, infatti, il dovere di trasmettere la bellezza ai posteri e al contempo di evitare “crimini culturali”. Nell’attuale PNRR al Capitolo Cultura sono destinati 4,3 miliardi di euro, a cui si sommano quasi 1,5 miliardi del Fondo Complementare al PNRR. Nell’asse M1C3 sono anche previsti 500 milioni per “Roma Caput Mundi”. Sono risorse sostanziose anche se, a mio parere, vi è una grande carenza – e questo è il secondo “titolo” che vorrei far emergere – nella declinazione della sostenibilità in chiave anche culturale. Quanto è sostenibile un determinato afflusso di persone in certi luoghi? Quanto un determinato uso e fruizione dei Beni Culturali? Quanto un intervento di restauro e/o manutenzione malfatto può provocare danni… etc? Insomma, il da fare non mancherebbe. Si tratta di saper essere protagonisti. E proprio in tempo di G20 dobbiamo porci la domanda: se non è l’Italia – che dispone di una rilevantissima percentuale del patrimonio culturale mondiale – a porre con decisione tale problematica, chi dovrebbe farlo?



NOVITÀ PRODOTTI

Sistema domotico per ventilazione intelligente BRA.VO è il nuovo sistema domotico per la ventilazione domestica di Vortice in grado di monitorare costantemente e in autonomia la qualità dell’aria e gestire la ventilazione nelle stanze della casa o di piccoli uffici. Il sistema attualmente si compone di due dispositivi: BRA.VO M è un’unità di recupero calore. Il dispositivo espelle l’aria malsana dalla stanza e, grazie al sistema di ricambio d’aria, ne preleva di nuova dall’esterno, filtrandola e recuperando fino al 90% dell’energia che andrebbe altrimenti dispersa aprendo le finestre. BRA.VO Q è un estrattore d’aria in versione da parete e da incasso. Aspira l’aria insalubre quando i sensori rilevano la necessità di cambiarla. Grazie alla connettività WiFi, può essere integrato con i principali dispositivi e accessori della smart home. È compatibile con Apple HomeKit e funziona con gli assistenti vocali di Google Assistant e Amazon Alexa. L’app BRA.VO, disponibile sia per Android che iOS, è lo strumento che permette di configurare il sistema domotico. Una volta installati i prodotti, l’app è in grado di integrare i dispositivi Netatmo che misurano la qualità dell’aria e attivare la ventilazione in funzione della concentrazione di CO2 rilevata dai sensori in ogni stanza. Inoltre, BRA.VO può ricevere informazioni sulla qualità dell’aria esterna all’edificio per adattare il funzionamento in base ai livelli di inquinamento rilevati. Per esempio, in caso di superamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti è in grado di ridurre l’immissione di aria all’interno delle nostre case.

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Lampada germicida per la sanificazione degli ambienti Per garantire una corretta sanificazione degli ambienti, IDEMA presenta la nuova lampada germicida SMUV-101, un accessorio che aggiunge alla filtrazione standard del climatizzatore un sistema per la disinfezione dell’aria di casa. La lampada si compone di due strisce LED, progettate per l’alloggiamento all’interno della parte superiore del climatizzatore. La lampada UVC/UVA può essere installata su qualsiasi climatizzatore delle gamme mono e multi split IDEMA, inclusa la nuova linea residenziale ISAX ad alta efficienza che già vanta uno ionizzatore di serie, ottenendo così l’effetto di una doppia purificazione combinata. Conforme a tutte le certificazioni europee per la sterilizzazione dell’aria, la lampada sfrutta l’azione battericida e antivirale della luce ultravioletta per sanificare in profondità l’aria degli ambienti, prevenendo efficacemente la diffusione di virus e microrganismi.

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Pannello per cassette a 4 vie dal design ricercato Silent-Iconic è l’innovativo pannello per cassette a 4 vie di Hitachi premiato con il Best of the Best 2021 dei Red Dot Award, l’iF Design Award 2020 e il Good Design Award 2020 del Japan Institute of Design Promotion. Dal design elegante, il pannello è la soluzione ideale per architetti e interior designer alla ricerca di una soluzione non invasiva per la climatizzazione degli ambienti commerciali. Ideato da Tomohiko Sato, Senior Designer presso l’Hitachi Product Design Department a Tokyo, questo pannello – integrandosi con lo stile contemporaneo ed essenziale degli spazi commerciali e delle strutture ricettive – rappresenta una valida alternativa ai tradizionali sistemi canalizzati. In particolare, il designer si è concentrato sui 4 deflettori, realizzati in total black per ridurre l’impatto visivo, e sul design delle feritoie, rese quasi invisibili per essere parte integrante del soffitto e funzionali.

Caratteristiche tecniche

A livello tecnico i quattro deflettori sono disegnati per ridurre l’impatto visivo e per garantire un preciso controllo del flusso d’aria. Inoltre, la funzione di controllo GentleCool permette la regolazione graduale della temperatura, evitando spiacevoli getti d’aria fredda. Il bordo di soli 13 mm e lo spazio minimo tra pannello e soffitto (3 mm) rendono Silent-Iconic quasi invisibile. Anche la ripresa centrale è progettata per integrarsi con l’ambiente circostante. La forma quadrata e lo stile essenziale risultano adatti a qualsiasi ambiente che richiede elevati standard architettonici, in un perfetto connubio tra design innovativo e alta tecnologia di diffusione dell’aria. Il pannello principale è semplice da installare e smontare perché è fissato alla struttura da viti. Un sistema di cavi abbassa la griglia del pannello principale fino a 4 m, semplificando la manutenzione anche nel caso di ambienti con soffitti molto alti. Anche l’accesso al pannello centrale per la pulizia dei filtri è facilitato. Silent-Iconic è compatibile con le cassette 4 vie (RCI-FSR) di Hitachi Cooling & Heating.

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NOVITÀ PRODOTTI

Climatizzatore con sistema di fissaggio a clips All Easy Pro è il climatizzatore di Midea che grazie al design a una sola vite e all’innovativo sistema di fissaggio a clips semplifica le operazioni di installazione e manutenzione per installatori e consumatori: il montaggio richiede solamente sette minuti e riduce i tempi di smontaggio a un solo minuto. A renderlo possibile è un sistema brevettato, pratico e innovativo che permette di fare a meno di attrezzi. Pulire il ventilatore e la vaschetta di scarico condensa risulta facilitato grazie al design a una vite che permette lo smontaggio rapido del prodotto. All Easy Pro è igienico e pratico: il filtro superiore è mantenuto in posizione da 6 connettori magnetici e può essere rimosso in modo semplice per effettuare la pulizia in qualsiasi momento e mantenere un livello di qualità dell’aria ottimale nel tempo. Il climatizzatore consente anche di essere installato in condizioni restrittive: la distanza rispetto al soffitto è di soli 5 cm e garantisce comunque un raffreddamento ottimale. Il prodotto ha dimensioni compatte (L-795 A-295 P-220 mm) anche se le aperture per il transito dell’aria sono ottimizzate in modo da assicurare un maggiore spazio per l’ingresso e l’uscita dell’aria. La regolazione lineare della velocità del ventilatore permette di selezionare il regime di rotazione della ventola tra 100 valori di velocità, in modo da personalizzare secondo le proprie preferenze il volume d’aria e consentire il funzionamento anche al di sotto della soglia di percezione del rumore. Il climatizzatore è collegabile alla rete WiFi di casa per accedere all’interfaccia di controllo remoto con estrema facilità, grazie all’apposita chiavetta USB Midea Smart Kit. Inoltre, l’interfaccia può essere gestita tramite l’applicazione Midea Air e alle tecnologie di voice control è possibile controllare le funzioni del climatizzatore. La classe di efficienza energetica in raffreddamento è A+++ e la soglia minima di funzionamento in modalità riscaldamento è pari a una temperatura esterna di -20 °C. La funzione Intelligent Eye assicura il massimo risparmio energetico, attivandone la modalità sull’unità interna quando non viene rilevata presenza di occupanti nell’ambiente, riducendo così i costi energetici fino al 25%.

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ERRATA CORRIGE

Nell’articolo “Il cappotto termico: materiali, tecnologie, posa in opera e finitura”, pubblicato a pagina 21 di Casa&Clima n° 90, l’elenco dei criteri che gli isolanti termici e acustici devono rispettare non è completo (Box a pg. 25). In particolare, mancano i seguenti due criteri: non devono essere prodotti utilizzando ritardanti di fiamma che siano oggetto di restrizioni o proibizioni previste da normative nazionali o comunitarie applicabili; se il prodotto finito contiene uno o più dei seguenti componenti – Cellulosa, Lana di vetro, Lana di roccia, Perlite espansa, Fibre in poliestere, Polistirene espanso, Polistirene estruso, Poliuretano espanso, Agglomerato di Poliuretano, Agglomerati di gomma e Isolante riflettente in alluminio – questi devono essere costituiti da materiale riciclato e/o recuperato secondo le quantità minime indicate, misurato sul peso del prodotto finito, come indicato nel decreto. Il quarto criterio deve invece essere integrato nel seguente modo: se costituiti da lane minerali, queste devono essere conformi alla nota Q o alla nota R di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i. (29).

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Per una VMC modulare, flessibile e rapida da installare FITT Agix è il sistema di distribuzione e diffusione VMC certificato da Kiwa secondo la norma europea EN 17192:2019. Di recente introduzione, la norma EN 17192 è la prima dedicata alle condotte non metalliche per la ventilazione negli edifici residenziali e ridisegna l’approccio all’intero sistema di distribuzione, prescrivendo numerosi test e valutazioni. La norma europea EN 17192 contempla tutti gli aspetti che caratterizzano il sistema di ventilazione: dalle materie prime utilizzate fino alle condizioni di utilizzo dell’impianto di VMC installato. Gli elementi di FITT Agix sono stati testati secondo le rigorose disposizioni introdotte dalla norma al fine di garantire la qualità, la sicurezza e la massima durata nel tempo del sistema.

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ARIA PURA, SEMPRE PURIFICATORI CON TECNOLOGIA STREAMER

TECNOLOGIA STREAMERTM ELIMINA BATTERI ALLERGENI, VIRUS* * Efficacia dimostrata da test svolti per l’ottenimento del marchio qualità ECARF, importante riconoscimento per prodotti ritenuti ideali per le persone con allergie. Il purificatore d’aria Daikin non è un dispositivo medico e non deve essere utilizzato come sostituto di trattamenti medici o farmaceutici. Per maggiori info consulta www.daikin.it

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NOVITÀ PRODOTTI

Caldaie murali a condensazione con pompa di modulazione totale La nuova gamma di caldaie a condensazione Luna Style di Baxi presenta un’interfaccia rinnovata, un sistema di GAC che consente di mantenere costante la qualità della combustione e una pompa elettronica a modulazione totale con motore a magneti permanenti per migliorare le prestazioni dell’impianto. Inoltre, la linea si caratterizza per un’estetica totalmente nuova, attenzione all’ambiente attraverso la riduzione di emissioni inquinanti e alti livelli di efficienza. Luna Style è stata progettata per funzionare con una miscela composta fino al 20% da idrogeno.

Nuova interfaccia di design

Il nuovo display ampio, retroilluminato e a colori è dotato di icone per gestire con maggiore semplicità i parametri o controllare i valori di funzionamento di tutte le zone dell’abitazione da un unico pannello di controllo. Il sistema si compone di una manopola di selezione e di 3 tasti di comando. Per l’acqua calda sanitaria è possibile regolare la temperatura e programmare orario di accensione e spegnimento.

Pompa elettronica a modulazione totale

Rispetto alle pompe modulanti tradizionali, la pompa elettronica a modulazione totale con motore a magneti permanenti di cui è dotata la gamma consente minori consumi elettrici e maggiore durabilità. Grazie alla funzione elettronica di deareazione impianto, inoltre, è possibile rimuovere in modo rapido l’aria in fase di prima accensione. Il campo di modulazione ampio (fino a 1:10) determina una riduzione significativa del numero di accensioni/spegnimenti, migliorando così l’efficienza della caldaia e garantendo all’utente finale maggiore silenziosità e durata dei componenti.

Sistema GAC per il controllo della combustione

La presenza del sistema GAC (Gas Adaptive Control) garantisce il controllo automatico della combustione. Il sistema misura

continuamente il segnale di fiamma durante il funzionamento della caldaia e adegua la portata di gas in modo da mantenere costante la qualità della combustione. Ciò favorisce una riduzione dei tempi di installazione, esclude eventuali regolazioni manuali e garantisce un minore impatto ambientale grazie al controllo delle emissioni di CO/CO2. Le caldaie Luna Style 24/35 Mago sono dotate di serie del Baxi Mago, cronotermostato modulante con WiFi integrato che permette di gestire il comfort domestico direttamente da un’app dedicata. In presenza di Baxi Mago/Baxi Mago wireless, tutte le caldaie della gamma accedono alla detrazione del 65% prevista dall’Ecobonus 2021, anche nella misura straordinaria del Superbonus; tutta la gamma può, infine, godere della detrazione Bonus Casa.

www.baxi.it

Sifone a parete per docce filo pavimento Valsir presenta un sifone per docce a filo pavimento caratterizzato dall’installazione a parete, ideale per ristrutturazioni e nuove installazioni. X-Wall conferisce completa libertà creativa nella progettazione del bagno, lasciando carta bianca sulla realizzazione del piatto doccia e adattandosi alle ultime tendenze dell’interior design. Il sifone è completamente ispezionabile: la pulizia e manutenzione sono agevoli e veloci. Ma X-Wall introduce anche alcune novità come la possibilità di integrare lo scarico della condensa dell’impianto di condizionamento e la connessione per lo

scarico dell’acqua disponibile sia a destra che a sinistra del sifone, in base alle esigenze di installazione. Con corpo in ABS, per una migliore adesione alle guaine sigillanti, X-Wall è adatto a qualsiasi tipologia di parete, compresi i sistemi MFV di Valsir; è fornito con telo impermeabilizzante premontato, per facilitarne l’installazione. È disponibile con griglia in acciaio inox, lucido o satinato, regolabile per adattarsi tanto al design della doccia quanto agli spessori dei rivestimenti delle pareti.

I modelli disponibili

Il sifone è disponibile in due versioni, in funzione dell’altezza di installazione richiesta: X-Wall30, con altezza minima di installazione di 70 mm, e X-Wall50, per un’altezza minima di 90 mm. Entrambi vantano una portata eccellente – considerato lo scarico medio di una doccia, pari a 15 l/m – con valori di 0,6 l/s (ovvero 36 l/m) per quanto riguarda X-Wall30 e 0,8 l/s (ovvero 48 l/m) se parliamo invece di X-Wall50. Anche dal punto di vista della resistenza agli odori, il sifone è in grado di garantire delle performance notevoli, con un valore di 290 Pa riferito a X-Wall30 e di 430 Pa se parliamo di X-Wall50.

www.valsir.it

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Pompa di calore monoblocco con gas refrigerante naturale R290 AroTHERM plus di Vaillant è una pompa di calore monoblocco che punta tutto su sostenibilità ambientale, silenziosità e facilità di installazione. La sua caratteristica principale è l’impiego del gas refrigerante naturale R290, che presenta un livello molto basso di GWP (pari appena a 3), sia rispetto al gas R410a che all’R32. AroTHERM plus raggiunge una temperatura di mandata di 75 °C – permettendo anche l’abbinamento con radiatori o fancoil e una maggiore flessibilità nella scelta del bollitore – e richiede una carica di refrigerante molto bassa (0,6 kg, circa il 50% in meno rispetto a quanto richiesto dagli altri tipi di gas). Le sue prestazioni la rendono adatta a usufruire del Superbonus 110% e delle altre detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus e Bonus casa).

Avvolgibili e Frangisole

Guarnizioni per serramenti

Cassonetti MonoBlocchi

Silenziosità

Le emissioni sonore sono minimizzate grazie al Sistema SoundSafeSystem, ai giunti antivibranti nel circuito refrigerante, alle tubazioni ottimizzate, al circuito refrigerante racchiuso in una camera isolata acusticamente, alla piastra per disaccoppiare il circuito refrigerante dal telaio e allo smorzatore per la riduzione delle vibrazioni meccaniche. In questo modo, la pompa di calore è paragonabile, dal punto di vista delle emissioni sonore, alla ventola di un PC, con 28 db(A) a 3 m in modalità silenziosa.

Soglie e gocciolatoi

Installazione rapida e flessibile

La pompa di calore, disponibile in 3 taglie di dimensione e 6 di potenza (4 a 15 kW), viene installata all’esterno e può essere combinata con l’unità compatta da interno uniTOWER plus, con bollitore sanitario integrato da 190 l, o con il modulo murale MEH 97/6. In caso di installazione senza unità interna è necessario sempre ordinare l’interfaccia VWZ AI e la centralina climatica sensoCOMFORT. Lo spazio occupato all’interno dell’abitazione in caso di utilizzo dell’unità interna uniTOWER plus è ridotto al minimo, poco più dello spazio necessario per un frigorifero. Il sistema pre-dimensionato di aroTHERM plus e di uniTOWER plus consente un’installazione rapida: una squadra di due installatori può posizionare l’unità esterna e la torre idraulica smontabile in due parti in una sola giornata di lavoro. Successivamente, l’installazione, che non richiede la certificazione F-Gas e la messa in servizio del sistema, può essere eseguita da un solo installatore. Le opzioni di installazione consentono di posizionare il prodotto a pavimento, a parete o su un tetto piano.

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TECH

Materiale antisiccità che raccoglie l’acqua potabile Una membrana di idrogel che riesce a produrre acqua sia attraverso la generazione solare di vapore che tramite la raccolta delle goccioline della nebbia

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iccole strutture ispirate alla forma delle spine dei cactus che consentono di raccogliere l’acqua potabile dall’aria sia di giorno che di notte. Il materiale, una membrana di idrogel ideata dal California Institute of Technology, può produrre acqua sia attraverso la generazione solare di vapore d’acqua che tramite la raccolta della nebbia; due processi indipendenti che in genere richiedono due dispositivi separati. Secondo Ye Shi, ricercatore della Ucla: “I cactus sono adattati in modo univoco per sopravvivere ai climi secchi. Nel nostro caso, queste spine che chiamiamo micro-alberi, attraggono goccioline d’acqua microscopiche sospese nell’aria, consentendogli di scivolare lungo la base e di fondersi con altre goccioline in gocce relativamente pesanti che alla fine convergono in un serbatoio”. Le spine sono costituite da un idrogel, ovvero una rete di polimeri idrofili che attraggono naturalmente l’acqua. Grazie alle loro dimensioni ridotte possono essere stampati su una membrana sottilissima.

COME FUNZIONA? Durante il giorno, la membrana in idrogel assorbe la luce solare per riscaldare l’acqua intrappolata al di sotto, che diventa vapore. Dopodiché, il vapore si ricondensa su un coperchio trasparente, dove può essere raccolto. Durante la notte, la copertura trasparente si ripiega e la membrana di idrogel viene esposta all’aria umida per catturare la nebbia. I risultati dei test hanno messo in evidenza come durante la notte i campioni dei materiali con una superficie compresa tra 55 e 125 cmq siano stati in grado di raccogliere circa 35 millilitri di acqua dalla nebbia. Nei test durante il giorno il materiale è stato in grado di raccogliere circa 125 millilitri dal vapore solare. L’auspicio è di trovare un partner privato in grado di commercializzare la tecnologia, da dedicare soprattutto alle regioni alle prese con scarsità d’acqua. 14

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Batterie ricaricabili in cemento, l’innovazione che potrebbe rivoluzionare le costruzioni Dalla Svezia una miscela in calcestruzzo con fibre di carbonio rivestite da metalli che trasformerebbe gli edifici in gigantesche batterie

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n edificio in cemento che immagazzina energia come una gigantesca batteria. A sviluppare il concept è stato un gruppo di ricerca della Chalmers University of Technology in Svezia. L’innovazione parte da una miscela a base di cemento con piccole quantità di fibre di carbonio, aggiunte per aumentare la conduttività e la resistenza alla flessione. Nella miscela è incorporata una rete in fibra di carbonio rivestita di metallo: ferro per l’anodo e nichel per il catodo. La ricerca ha prodotto una batteria ricaricabile a base di cemento con una densità energetica media di 7 wattora per metro quadrato (o 0,8 wattora per litro). La densità di energia viene utilizzata per esprimere la capacità della batteria e, secondo una prima stima, le prestazioni della nuova batteria Chalmers potrebbero essere dieci volte più potenti rispetto ai precedenti tentativi di batterie di cemento. La densità di energia è ancora bassa rispetto alle batterie commerciali, ma questa limitazione potrebbe essere superata grazie all’enorme volume a cui la batteria potrebbe essere costruita quando utilizzata negli edifici.

DALLO STOCCAGGIO ENERGETICO AL MONITORAGGIO DELLE INFRASTRUTTURE Il fatto che la batteria sia ricaricabile è sicuramente la qualità più rilevante e le possibilità applicative potrebbero essere diverse, dallo stoccaggio energetico al monitoraggio. I ricercatori immaginano che la batteria potrebbe alimentare l’illuminazione LED, così come contribuire alla connessione 4G in aree remote o alla protezione catodica contro la corrosione nelle infrastrutture in calcestruzzo. L’idea è ancora in una fase iniziale. Le questioni tecniche che devono ancora essere risolte prima che la commercializzazione dell’innovazione possa essere una realtà includono l’estensione della durata della batteria e lo sviluppo di tecniche di riciclo. “Poiché le infrastrutture in calcestruzzo sono solitamente costruite per durare cinquanta o anche cento anni, le batterie dovrebbero essere raffinate per adattarsi a questo arco temporale o per essere più facili da sostituire e riciclare una volta terminata la loro vita utile. Per ora, questo rappresenta una sfida importante dal punto di vista tecnico”, afferma Emma Zhang.


Calore per le generazioni future

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Dalle microplastiche una schiuma per l’isolamento delle abitazioni Marco Caniato, ricercatore e docente dell’Università di Bolzano, ha inventato e brevettato un biopolimero efficace come isolante termico e acustico

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L’EMERGENZA MICROPLASTICHE NEI MARI L’invenzione, realizzata in collaborazione con l’Università di Trieste, rappresenta uno sviluppo promettente nella battaglia contro la dispersione ambientale delle microplastiche, che costituiscono oggi

Le prove di caratterizzazione condotte hanno confermato che il prodotto possiede ottime proprietà isolanti e che può facilmente competere con gli isolanti tradizionali. Abbiamo dimostrato che un approccio sostenibile, pulito ed ecologico può essere usato per riciclare i rifiuti marini e per costruire con un materiale ecologicamente ed economicamente conveniente

n biopolimero ricavato dalla lavorazione delle alghe rosse che permette di sfruttare materiali plastici o inerti di altro genere per realizzare una schiuma per l’isolamento acustico e termico delle abitazioni: l’invenzione è stata brevettata da Marco Caniato, ricercatore e docente della Facoltà di Scienze e Tecnologie di Bolzano, e pubblicata sulla rivista Sustainable Materials and Technologies. Per creare il biopolimero, Caniato ha impiegato un estratto dell’alga agar agar, un polisaccaride normalmente usato come gelificante naturale della consistenza di un gel che, dopo essere stato addizionato con carbonato di calcio, può essere mescolato alla plastica polverizzata. Come materiali rappresentativi delle microplastiche che più comunemente si trovano in ambiente marino, sono state utilizzate materie plastiche derivate dai rifiuti industriali e domestici (polietilene, bottiglie di tereftalato, polistirolo espanso e schiumato). Dopo la gelificazione, i campioni vengono congelati a -20 °C per 12 ore e infine liofilizzati per rimuovere l’acqua. Il risultato finale è un materiale poroso che può essere utilizzato, ad esempio, al posto della lana di roccia. Il processo di realizzazione prevede anche il riciclo dell’acqua che viene raccolta al termine della liofilizzazione, dopo lo scongelamento.

MARCO CANIATO, ricercatore e docente della Facoltà di Scienze e Tecnologie di Bolzano

una vera emergenza. Le microplastiche secondarie, ovvero i frammenti di plastica di dimensioni inferiori ai 5 mm che derivano dall’utilizzo e dall’abbandono di oggetti come buste o bottiglie di plastica, rappresentano circa il 68-81% delle microplastiche presenti negli oceani. Nel 2017 l’ONU ha dichiarato la presenza di 51 mila miliardi di particelle di microplastica nei mari della Terra: “500 volte più numerose di tutte le stelle della nostra galassia”. In tutto il mondo, i mari sono una

delle aree più inquinate da micro e macro plastiche. Di conseguenza, il trattamento e la gestione del ciclo di vita dei materiali plastici si sono trasformati in un problema enorme la cui mancanza di soluzione minaccia la biodiversità marina e la sopravvivenza di moltissime specie ittiche. Senza considerare che ancora non si conoscono con esattezza i pericoli per l’uomo derivanti dall’ingresso di questi minuscoli frammenti di plastica nella catena alimentare.



TECH

Polimeri termoplastici per asfalti più sostenibili Mapei e Iren hanno siglato un accordo per l’utilizzo di polimeri riciclati per la realizzazione di pavimentazioni stradali in ottica di economia circolare

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Stabilizzare le celle solari in perovskite… usando i capelli? A partire dai capelli umani, un gruppo di scienziati australiani ha creato dei punti quantici di carbonio in grado di stabilizzare e rendere più efficienti le celle solari in perovskite

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idea potrà sembrare strana, ma un gruppo di ricercatori della Queensland University of Technology ha utilizzato dei capelli umani – ricavati dai rifiuti di un barbiere di Brisbane – per realizzare punti quantici di carbonio (carbon dot) nelle celle solari in perovskite. I carbon dot sono una classe di nanomateriali di carbonio, con dimensioni inferiori a 10 nm, impiegati per migliorare le prestazioni di un’ampia gamma di dispositivi fotovoltaici. Nel caso delle celle in perovskite, i punti quantici formano intorno ai cristalli una sorta di strato protettivo che protegge il materiale dall’umidità e da altri fattori ambientali, oltre a garantire una maggiore efficienza. Le celle in perovskite hanno fatto di recente alcuni importanti passi in avanti per quanto riguarda i risultati di efficienza, e rappresentano quindi una delle tecnologie più promettenti per il futuro del fotovoltaico. Tuttavia hanno diversi problemi di instabilità e vulnerabilità, che rendono ancora difficile la loro commercializzazione su larga scala. I capelli umani sono ricchi di carbonio e azoto: per trasformarli in nanodot, vengono spezzati e bruciati a 240°C. Lo studio è stato pubblicato sul numero di marzo del Journal of Materials Chemistry A da un team di ricercatori guidato dalla professoressa Hongxia Wang.

Il nostro obiettivo finale è rendere l’energia solare più economica, accessibile e durevole, e quindi creare dispositivi fotovoltaici leggeri, dato che le attuali celle solari sono molto pesanti

HONGXIA WANG, Queensland University of Technology

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apei e Iren hanno siglato un accordo per l’utilizzo di polimeri termoplastici riciclati per la realizzazione di pavimentazioni stradali sostenibili e durature. Il progetto, gestito da Iren attraverso la controllata I.Blu, operatore nazionale nel settore della selezione e riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica da raccolta differenziata, ha come obiettivo l’implementazione di una tecnologia che possa far ottenere un significativo aumento della vita utile delle pavimentazioni stradali. Test congiunti, realizzati con il supporto del Laboratorio Stradale del Politecnico di Milano, hanno consentito di individuare le formulazioni che, grazie all’utilizzo dei tecnopolimeri sviluppati da Mapei e Iren, portano alla realizzazione di asfalti più sostenibili e duraturi particolarmente adatti a strade, autostrade, aree industriali, aeroporti, centri logistici e commerciali. I conglomerati bituminosi additivati con i tecnopolimeri conferiscono, infatti, alle pavimentazioni, a parità di spessore, un aumento significativo della vita utile con conseguente riduzione dei costi di manutenzione e una resistenza alla deformazione permanente dovuta al carico d’esercizio. Incrementano anche le resistenze alle escursioni termiche e ai raggi UVA, determinando meno degradi superficiali e riducendo così i rischi, in particolare, per cicli e motocicli.


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Nanoparticelle biocompatibili per la sanificazione dell’acqua Un gruppo di ricerca dell’Università di Roma Tre, in collaborazione con l’Università Boku di Vienna, ha realizzato nuovi materiali biocompatibili in grado di rimuovere i metalli pesanti di origine antropica dalle acque

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ACS Applied Materials and Interfaces di American Chemical Society, è il frutto della collaborazione di un gruppo di chimici (prof. ssa Tecla Gasperi, dott. Elia Roma) e fisici (dott.ssa Barbara Capone, dott. Pietro Corsi) del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, in partnership con il team del prof. Erik Reimhult dell’Università BOKU di Vienna. L’articolo riporta i risultati ottenuti, sottolineando come la ricerca rappresenti il primo passo verso la produzione di materiali che siano in grado di contrastare la dispersione di pericolosi metalli pesanti nell’ambiente.

Partendo dal design teorico del materiale, il gruppo del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre ha sviluppato la sintesi delle macromolecole funzionalizzate. I nanomateriali sono poi stati analizzati e le loro proprietà sono state studiate in collaborazione con la BOKU di Vienna. Ne è stata, inoltre, verificata la capacità di rimuovere inquinanti dalle acque. Un elemento importante nella realizzazione del progetto è la biocompatibilità del materiale utilizzato in quanto permetterebbe un utilizzo su larga scala delle nuove nanoparticelle.

La combinazione tra un approccio teorico innovativo e tecniche sperimentali che abbiamo utilizzato quasi ‘pionieristicamente’ nel campo dei materiali, come la calorimetria isotermica di titolazione, ci ha permesso di comprendere come le nanoparticelle funzionalizzate interagissero con gli ioni di metalli pesanti. Alla luce delle nuove conoscenze acquisite, possiamo realizzare nanoparticelle utilizzabili per un risanamento ambientale, argomento di prioritaria importanza al giorno d’oggi

e risorse idriche stanno diventando un bene sempre più prezioso e poco accessibile a tutti, sia per la continua crescita della popolazione mondiale che per una sempre maggiore contaminazione di origine antropica che porta all’inquinamento di laghi, fiumi, mari e risorse sotterranee. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su nove non ha accesso a fonti di acqua pulita e ogni anno più di 840.000 persone muoiono a causa di malattie legate all’acqua. Per risolvere questo problema un’efficace soluzione potrebbe venire dallo studio di un gruppo di ricercatori dell’Università Roma Tre che ha portato allo sviluppo di nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro, ricoperte di un coating polimerico biocompatibile, in grado di rimuovere dall’acqua ioni provenienti da metalli pesanti. Questa scoperta apre nuovi scenari nell’ambito dello sviluppo sostenibile. Infatti, l’assorbimento degli inquinanti da parte delle nuove nanoparticelle, la biocompatibilità e le proprietà magnetiche, che ne permettono una estrazione controllata, rendono il nuovo materiale intelligente ed estremamente promettente per un potenziale utilizzo nell’ambito della purificazione e monitoraggio delle acque sia all’interno di filtri, sia in soluzione per future possibili applicazioni in ambito industriale. La ricerca Theoretical and Experimental Design of Heavy Metal-Mopping Magnetic Nanoparticles, pubblicata sulla rivista

ERIK REIMHULT, professore presso l’Università di Vienna


IMPIANTI DECENTRALIZZATI

INFORMAZIONE DALLE AZIENDE

Per la climatizzazione di grandi spazi Efficienza e flessibilità con le soluzioni innovative Hoval

Come garantire un microclima ottimale nei grandi ambienti commerciali, industriali o espositivi? Indipendentemente dalla destinazione d’uso è importante che l’ampiezza degli ambienti non comporti problemi di disomogeneità nella distribuzione del calore e dispersioni con conseguenti consumi eccessivi. L’ultima generazione di sistemi decentralizzati per la climatizzazione di grandi ambienti Hoval è la soluzione più pratica ed efficiente per riscaldare e raffrescare ambienti di altezza elevata. Questi sistemi innovativi non comportano infatti la necessità di canali di distribuzione dell’aria e consentono quindi di risparmiare spazio; non creano problemi di interferenza con gli altri impianti, eliminano la necessità di manutenzione dei canali e, infine, non comportano perdite d’aria normalmente frequenti in presenza dei canali di distribuzione, con inutili dispersioni di energia. Ogni singola unità riesce, da sola, a coprire un’area molto vasta, perché teoricamente è in grado di sostituire 3 o 4 aerotermi tradizionali e ha un peso inferiore del 70% rispetto ai sistemi centralizzati. I sistemi non canalizzati Hoval sono adatti sia per la fase invernale che per la fase estiva e sono utilizzabili anche abbinati a una pompa di calore o a una caldaia a gas a condensazione, in grado di lavorare con acqua a bassa temperatura e con una ridotta differenza di temperatura tra mandata e ritorno. Un ulteriore valore aggiunto è determinato dal sistema di regolazione Hoval Digital Top Tronic® C che consente di customiz-

HOVAL ROOFVENT® RC. Sistema di climatizzazione decentralizzato per grandi ambienti zare ogni singola unità: nello stesso ambiente possono cioè coesistere situazioni diverse: in una determinata area, per esempio, se occorre si può modificare la geometria di lancio dell’aria per ottenere situazioni di particolare comfort e differenziare le singole zone.

PROGETTAZIONE E MANUTENZIONI SEMPLIFICATE La decentralizzazione degli impianti di climatizzazione Hoval comporta notevoli vantaggi. Ottimizzazione dei consumi. L’assenza di canalizzazioni significa che non si verifica nessuna perdita di portata e le dispersioni d’aria vengono notevolmente ridotte, così come i consumi, grazie anche alla tecnologia Airinjector e all’algoritmo di controllo Variotronic che garantiscono una stratificazione di soli 0,15°K per metro di altezza. Facilità di progettazione. È possibile combinare diversi tipi di impianto per realizzare soluzioni ad hoc per ogni singolo progetto. Dotate di design compatto e di peso ridotto, le unità Hoval di climatizzazione si integrano facilmente in qualsiasi progetto. Il sistema decentralizzato consente inoltre di ampliare gli impianti esistenti con la successiva eventuale aggiunta di impianti nuovi. Tempi di montaggio ridotti. Le varie unità di climatizzazione vengono fornite già pronte per l’allacciamento, quindi si installano facilmente e rapidamente. Essendo montate a soffitto si risparmia inoltre spazio che altrimenti andrebbe occupato nei locali sottostanti. Manutenzione più semplice. La presenza di più unità che funzionano in autonomia, consente infine di eseguire gli interventi di manutenzione sulle singole macchine, senza disattivare l’intero impianto. Più igiene. L’aria di mandata non viene inquinata dalle impurità presenti nei canali, difficili da pulire e si mantiene quindi più salubre. Hoval S.r.I. Via XXV Aprile 1945, 13/15 24050 Zanica (BG) Tel. +39 035 6661111 info.it@hoval.com | www.hoval.it


PROGETTO HARP

Perché sostituire i vecchi apparecchi di riscaldamento? Attraverso un tool online, il progetto HARP coinvolgerà i cittadini al fine di etichettare i loro apparecchi di riscaldamento obsoleti, fornire una stima dei costi energetici associati e proporre alternative disponibili nel mercato, cercando di creare un ponte tra il consumatore e i professionisti del settore DIEGO MENEGON1, GIULIA LEGHISSA1, DANIELA LOBOSCO2, ENRICO GENOVA3, MARCO CALDERONI4 Eurac Research, 2Assotermica ENEA, 4R2M Solution

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H

ARP – acronimo di Heating Appliances Retrofit Planning – è un progetto finanziato dall’Unione Europea all’interno dei fondi Horizon 2020 che concentra le attività in 5 Stati membri partecipanti: Italia, Portogallo, Spagna, Germania e Francia. Mentre Eurac Research, ENEA, Assotermica e R2M Solution sono i partner italiani, il progetto comprende anche diversi partner con base a Bruxelles, con il compito di garantire un punto di vista europeo sulle attività di progetto e di fornire elementi utili alla Commissione Europea per gli sviluppi futuri. L’idea principale del progetto è quella di motivare le persone a pianificare la sostituzione delle caldaie obsolete con alternative più sostenibili ed efficienti. Tra i 126 milioni di caldaie installate in Europa, circa il 60% è inefficiente (con classe C o inferiore), ma spesso il consumatore non è cosciente di questa inefficienza e dei costi associati. Attraverso un tool online, il progetto coinvolgerà i cittadini al fine di etichettare i loro apparecchi di riscaldamento obsoleti, fornire una stima dei costi energetici associati e proporre alternative disponibili nel mercato, cercando di creare un ponte tra il consumatore e i professionisti del settore.

PARCO EDILIZIO E PARCO CALDAIE Una delle prime attività del progetto ha riguardato la mappatura delle caratteristiche del parco edilizio e di quello caldaie installate nei Paesi partecipanti al progetto e come dati aggregati EU28 [1]. Al fine di garantire una statistica completa e coerente si sono utilizzati dati da diverse fonti aggiornati al 2017. Il parco edilizio è stato analizzato in termini di popolazione, superfici totali e riscaldate, tipologie (case singole o multifamiliari) e anno di costruzione. Invece, i prodotti per il riscaldamento sono stati suddivisi tra “riscaldamento ambientale” e “produzione di acqua calda sanitaria”, analizzando il numero di unità installate, la capacità termica e l’energia finale consumata.

Questi dati sono stati incrociati al fine di definire una matrice che combini le diverse soluzioni tecnologiche implementate nel parco edilizio complessivo. Il patrimonio residenziale italiano, destinato a una popolazione di 60,5 milioni di abitanti (nel 2017), è suddiviso in 6,7 milioni di case singole (SFH) e 25,3 milioni di appartamenti in edifici multifamiliari (MFH). La superficie media corrisponde rispettivamente a 95 m² e 67 m² [2]. Di questa, l’80% è superficie riscaldata [3], corrispondente a 5,3M SFH e 20,2M MFHs [4]. Il numero medio di stanze per appartamento è 4.2 [5]. In termini di età media di costruzione si distinguono principalmente edifici costruiti prima del 1980 (68,7%) e dopo il 1991 (18,6%). Il fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria è soddisfatto da 23,7 milioni di unità, che sono impianti autonomi per il 77% e centralizzati per il 23%. Di questi impianti la maggior parte sono caldaie a gas con 17,6 milioni di unità (74% del totale), di cui il 29% a condensazione. Considerando tutti gli apparecchi alimentati da fonti fossili, la percentuale raggiunge l’84%. La capacità installata in Italia, nel 2017, era pari a 1.270 GW, di cui l’81% erano caldaie a gas. 762 GW erano caldaie non a condensazione, 267 GW erano caldaie a condensazione e 182,3 GW caldaie a gasolio non condensanti. La capacità di apparecchi con fonti fossili rappresentava il 96% dell’intero parco caldaie installato in Italia. Riguardo alla suddivisione fra le tipologie di edifici, il 77% delle unità installate sono in impianti autonomi, ma corrispondono al 31% della capacità installata e al 52% del consumo finale di energia. Rispetto a unità dedicate per la produzione di acqua calda sanitaria, in Italia ci sono 10,5 milioni di unità installate, di cui il 66% elettrici con accumulo (6,9 milioni). La seconda tipologia di scaldacqua è a gas istantanei e corrisponde a 2,1 milioni di unità. Nonostante rappresentino la maggior parte delle unità installate, gli scaldacqua elettrici coprono solo 17 GW di capacità installata, mentre quelli a gas istantanei coprono 46 GW di capacità.

FIGURA 1. Statistiche italiane del 2017 degli apparecchi per il riscaldamento e combinati: unità installate, capacità termica installata [GW] e consumo finale di energia [TWh] www.casaeclima.com

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PROGETTO HARP ETICHETTATURA DEGLI APPARECCHI OBSOLETI Il successivo passaggio del progetto è comprendere l’efficienza degli apparecchi privi di etichettatura energetica, in altri termini installati prima dell’attuazione dei Regolamenti europei 811/2013 [6] e 812/2013 [7]. Per fare questo è stata sviluppata una procedura di etichettatura che fa riferimento al riscaldamento e all’acqua calda sanitaria.

Riscaldamento FIGURA 2. Ripartizione tra impianti autonomi e centralizzati di unità installate, capacità termica installata, consumo finale di energia e superficie riscaldata

Al fine di raggiungere più utenti, la metodologia sviluppata presenta due opzioni: un calcolo semplificato per un utente “comune” e un calcolo det-

TABELLA 1 – Ripartizione unità installate in Italia dei diversi apparecchi per il riscaldamento tra impianti autonomi e centralizzati ITALIA

Riscaldamento autonomo (SFH + MFH-A)

Riscaldamento centralizzato (MFH-C)

Totale

Caldaie a gas a condensazione

3,929,040

1,170,960

5,100,000

Caldaie a gas non a condensazione

9,630,000

2,870,000

12,500,000

Caldaie a gasolio a condensazione

10,085

11,915

22,000

Caldaie a gasolio non condensanti

921,060

1,178,940

2,100,000

Caldaie a carbone

91,394

176

91,570

Pompe di calore

647,632

114,288

761,920

Solare termico COMBI

76,376

Caldaie a biomassa

2,725,000

6,800

2,731,800

Riscaldamento elettrico

186,449

132,339

318,787

Totale

18,216,036

5,485,417

23,701,453

76,376

FIGURA 3. Statistiche italiane del 2017 degli apparecchi per acqua calda sanitaria: unità installate, capacità termica installata [GW], consumo finale di energia [TWh] 24

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tagliato per un utente professionista. La scelta incide solamente sulla selezione dei dati da introdurre nel calcolo: nella versione semplificata si utilizzano valori di default, mentre al professionista sono richiesti parametri più dettagliati. I dati richiesti sono riassunti nella Figura 4. Il calcolo del rendimento stagionale viene effettuato in accordo con il Regolamento 811/2013, in modo tale che si possa confrontare l’etichettatura della vecchia caldaia con quella di un prodotto nuovo, presente sul mercato. Nel calcolo del rendimento stagionale si tiene in considerazione l’effetto dell’invecchiamento dei componenti che, nonostante la manutenzione ordinaria, peggiora le prestazioni del sistema di riscaldamento. La validazione del metodo è stata effettuata su circa 4.600 caldaie con diverse tipologie costruttive, età, potenze e combustibili. Per validare il metodo sono stati raccolti i dati necessari per il calcolo semplificato e per quello dettagliato. In particolare, si è confrontata la classe energetica determinata secondo il Regolamento 811/2013

con il risultato del metodo proposto. L’accordo tra questi calcoli è di circa il 3%. Come prova aggiuntiva in laboratorio sono state provate 3 caldaie, una standard di 31 anni e due a condensazione di 11 anni. I risultati hanno confermato la validità del metodo [8], [9]. La Figura 5 mostra come tutte le vecchie caldaie standard risultino in classe D, le caldaie a bassa temperatura in classe C o D, mentre solamente per le caldaie a condensazione i risultati variano dalla classe B alla classe A.

Acqua Calda Sanitaria (ACS) Come per le caldaie dedicate al riscaldamento ambientale, anche per gli scaldacqua è stata sviluppata una metodologia che tiene conto del tipo di utente (comune o professionista). In questo caso si deve distinguere il calcolo tra le diverse tipologie di prodotti: gas istantaneo, gas con accumulo, elettrico istantaneo ed elettrico con accumulo. Per il calcolo per l’utente comune si parte dal numero di abitanti dell’unità immobiliare e si associa

FIGURA 4. Diagramma di flusso per il calcolo dell’etichetta energetica dei vecchi apparecchi per il riscaldamento

FIGURA 5. Efficienza dei vecchi apparecchi per il riscaldamento in funzione di anno di costruzione e taglia www.casaeclima.com

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PROGETTO HARP

il profilo di prelievo più idoneo. Come nella precedente metodologia, i calcoli sono effettuati su valori di default. Nel calcolo dettagliato riservato al professionista, invece, il dettaglio delle informazioni richieste è maggiore. Per quanto riguarda il profilo di prelievo, la Direttiva 812/2013 considera diversi livelli di estrazione dell’energia, che corrispondono a utilizzi diversi dell’acqua calda sanitaria, di seguito rappresentati nella Figura 6. Anche in questo caso si considera l’effetto dell’invecchiamento dei componenti. Poiché le tecnologie sono diverse, si sono considerati diversi valori tra scaldacqua a gas (GIWH e GSWH), elettrici (EIWH e ESWH). La Figura 8 mostra il coefficiente di invecchiamento anche per le pompe di calore non ancora implementate nella metodologia di calcolo degli scaldacqua. La validazione è stata condotta su 400 componenti, dei quali 200 modelli alimentati a gas e 200 elettrici. Come per la validazione degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente, i dati raccolti hanno consentito il calcolo dell’etichetta energetica in accordo con il Regolamento 812/2013 e seguendo i metodi sviluppati nel progetto. I risultati sono riportati nei grafici di Figura 7, indicando le “etichette calcolate secondo la metodologia” in

Profilo di carico

Bisogni

Applicazioni

3XS

Lavaggio mani

Piccoli uffici

XXS

Pulizie domestiche

Piccoli uffici

XS

Lavaggio piatti e pulizie domestiche (contemporanee)

Uffici

S

Lavaggio piatti e pulizie domestiche (contemporanee)

Uffici

M

Uso cucina, pulizie domestiche, 2 doccie

Residenziale (1-2 persone)

L

Uso cucina, pulizie domestiche, doccie

Residenziale (3-5 persone)

XL

Uso cucina, pulizie domestiche, doccie e/o vasca da bagno

Residenziale (5-8 persone)

XXL

Uso cucina, pulizie domestiche, doccia e vasca da bagno (contemporanee)

Residenziale (oltre 9 persone)

FIGURA 6. Profili di prelievo di ACS Fonte: https://bit.ly/2SR45vv

FIGURA 7. Diagramma di flusso per il calcolo dell’etichetta energetica dei vecchi apparecchi per l’acqua calda sanitaria. Le sigle riportate nel diagramma identificano I seguenti tipi di scaldacqua: istantaneo a gas (GIWH); a gas con accumulo (GSWH); elettrico istantaneo (EIWH); elettrico con accumulo (ESWH) 26

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CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE DI HARP

FIGURA 8. Andamento del coefficiente di invecchiamento in funzione dell’età dell’apparecchio funzione delle “etichette misurate” al fine di validare le assunzioni fatte nel metodo. Nel caso degli scaldacqua, le classi energetiche dipendono dal profilo di prelievo. Pertanto, non è consigliabile confrontare due prodotti con differenti profili di prelievo a parità di efficienza. La Figura 9 mostra come tutti gli scaldacqua con età superiore a 15 anni rientrano nelle classi E e F, mentre quelli nuovi rientrano in classe D o C. Si nota una differenza di prestazioni tra i diversi profili di prelievo: i rendimenti più alti vengono raggiunti dai prodotti con profilo di prelievo L rispetto al profilo M. Un analogo risultato si osserva anche per gli scaldacqua a gas istantanei, che vedono efficienze maggiori per le taglie maggiori. Nel caso di scaldacqua istantanei l’efficienza è maggiore perché viene meno il contributo delle perdite termiche dell’accumulo.

L’obiettivo di HARP è informare i cittadini europei del livello di inefficienza energetica dei loro impianti di riscaldamento obsoleti, attraverso la promozione del ricorso all’etichetta energetica degli apparecchi esistenti, secondo il metodo sviluppato nel progetto. A ogni Stato membro sono stati, pertanto, assegnati dei target relativi al numero di consumatori da informare e al numero di professionisti da formare. In Tabella 2 è possibile leggere i target, diversi per ogni Paese. Per raggiungere gli obiettivi assegnati, ciascun Paese membro coinvolto in HARP dovrà comunicare i risultati del progetto a livello nazionale nel corso delle due campagne di comunicazione previste dal progetto. Con uno sguardo all’Italia, la prima campagna di comunicazione è stata avviata lo scorso marzo e si concluderà a giugno 2021, mentre la seconda vedrà i partner impegnati nel corso dell’intera stagione invernale 2021. Con l’obiettivo di raggiungere stakeholder diversi, entrambe le campagne vedranno il susseguirsi di numerose attività di comunicazione, adattate ai diversi tipi di utente: eventi, fiere, interviste, post social, saranno il cuore delle attività dei prossimi mesi. La prima campagna italiana intende raggiungere prevalentemente l’utente finale soprattutto attraverso l’uso dei social e grazie alla condivisione di materiali informativi elaborati all’interno del consorzio e tesi a informare il consumatore sui temi legati all’efficienza energetica e alla sostenibilità economico – ambientale degli edifici.

FIGURA 9. Efficienza degli apparecchi elettrici con accumulo. Profili M e L www.casaeclima.com

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PROGETTO HARP

TABELLA 2 – I target diversi per ogni Paese Francia 376275 250

Consumatori Professionisti

Germania 464122 250

Italia 339668 259

Portogallo 58863 100

Spagna 261072 150

La seconda campagna darà spazio ai professionisti, che saranno formati e informati sul progetto e sul tool per l’etichettatura attraverso seminari e sessioni di training. Il coinvolgimento dell’intera filiera sarà fondamentale per sensibilizzare i consumatori. A supporto dei partner, per ogni Paese partecipante è stato, inoltre, creato un National Expert Forum (NEF), che raccoglie gli stakeholder più importanti della filiera impiantistica ed edilizia nazionale. Al NEF Italia, infatti, aderiscono membri come AiCARR, CIG, CTI, Assistal, Angaisa, Altroconsumo, GBC, Agenzia Casaclima e tanti altri. Il compito dei NEF è principalmente quello di supportare le campagne di comunicazione dei partner nazionali affinché il progetto abbia una risonanza maggiore, dando luogo a uno scambio di informazioni tra esperti nel settore energetico. Assotermica, con il supporto di ENEA ed Eurac Research, coordina l’attività di comunicazione sia a livello nazionale che europeo, con l’obiettivo di assicurare la corretta implementazione dei singoli piani d’azione nazionali e, quindi, il raggiungimento degli obiettivi stabiliti da HARP.

CONCLUSIONI L’analisi dei consumi energetici ha mostrato che nel 2017 il consumo per riscaldamento ammontava a 272 TWh, di poco inferiore alla richiesta complessiva di energia elettrica nel 2018, pari a 321 TWh. A questo va aggiunto che nei consumi di riscaldamento non sono compresi quelli industriali né il consumo per l’ACS. Questi dati dimostrano che, anche considerando l’elevata efficienza delle pompe di calore elettriche, il passaggio dal riscaldamento alimentato a gas naturale a

uno fortemente incentrato sulle sole pompe di calore (soluzione spesso proposta dai policy maker nazionali ed europei) avrebbe un impatto molto rilevante sulle esigenze di trasmissione e distribuzione della rete elettrica nazionale, che richiederebbe quindi un potenziamento adeguatamente programmato. Considerando che la rete elettrica nazionale dovrà in futuro essere in grado di gestire anche gli aggiuntivi fabbisogni della mobilità elettrica, le tecnologie rinnovabili termiche (quali solare termico e caldaie a biomassa), che utilizzano energia non elettrica, avranno un ruolo importante nel soddisfacimento dei fabbisogni termici degli edifici. La transizione energetica dovrebbe dunque trovare il giusto mix di tecnologie da fonti rinnovabili termiche: solare termico, caldaie a biomassa, teleriscaldamento, oltre alle pompe di calore elettriche aerotermiche, idrotermiche e geotermiche. Poiché il 60% degli apparecchi per il riscaldamento è inefficiente, si è sviluppata una metodologia di calcolo che accresce la consapevolezza del consumatore finale sia verso le prestazioni degli apparecchi obsoleti sia verso le possibilità di conseguire una maggior efficienza (e quindi ridurre i propri consumi) attraverso la sostituzione con apparecchi efficienti presente sul mercato. Le metodologie sviluppate per l’etichettatura di caldaie e scaldacqua obsoleti sono divulgate mediante una campagna di comunicazione che mira a raggiungere in Italia circa 340.000 consumatori e 260 professionisti.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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[1]

R. Marchetti, ‘Deliverable 2.2: Building vs heating stock (space and water) matrix, EU and country level’, Nov. 2019.

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[3]

CRESME, ‘4° Rapporto congiunturale e previsionale - Il mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia 2018-2021’, 2019.

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BSRIA, ‘D2.1a - Survey on the energy needs and architectural features of the EU building stock’, 2014.

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[6]

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temperature control and solar device and packages of combination heater, temperature control and solar device’. 2013. [7]

EC, ‘Commission delegated Regulation (EU) No 812/2013 of 18 February 2013 supplementing Directive 2010/30/EU of the European Parliament and of the Council with regard to the energy labelling of water heaters, hot water storage tanks and packages of water heater and solar device’. 2013.

[8]

D. Menegon, D. Lobosco, L. Micò, J. Fernandes, G. Di Prenda, and V. D’Acunti, ‘Boosting the Heating Appliances Stock Renovation Through the Labelling of Old Appliance’, presented at the SDEWES 2020, Cologne, Sep. 2020.

[9]

D. Menegon, D. Lobosco, J. Maldonado, P. Pannier, and A. Morell, ‘Deliverable 3.1: Labelling methodologies and validation report’, D3.1, Oct. 2020. [Online]. Available: https://heating-retrofit.eu/wp-content/ uploads/2020/11/D3.1-Labelling-methodologies-and-validation-report. pdf.


CALDAIE A CONDENSAZIONE

INFORMAZIONE DALLE AZIENDE

Calore per le generazioni future Da Viessmann le nuove caldaie a condensazione Vitodens serie 100 certificate H2 Ready Le nuove Vitodens serie 100 sono pronte per affrontare la transizione energetica, introducendo un’importante novità: sono certificate H2 Ready per il funzionamento con una percentuale fino al 20% di idrogeno miscelato al gas metano. L’importanza dell’introduzione dell’idrogeno come combustibile è facilmente intuibile: si può ottenere da una sostanza disponibile in natura in grandi quantità, ovvero l’acqua, ed è possibile ricavarlo in maniera sostenibile (idrogeno green); inoltre, la sua combustione produce solo vapore acqueo. Accanto al tema della combustione a idrogeno, la nuova gamma di caldaie murali e caldaie compatte con potenzialità da 3,2 a 32 kW è da segnalare anche per altre caratteristiche innovative e per i componenti brevettati, realizzati con materiali di qualità eccellente, quali il bruciatore Matrix Plus, il sistema Lambra Pro per il controllo della combustione e lo scambiatore di calore Inox-Radial. Grazie a queste innovazioni – frutto della ricerca Viessmann e prodotte interamente all’interno degli stabilimenti aziendali – le caldaie della nuova serie 100 sono in grado di modulare la potenza seguendo al meglio i carichi termici dell’edificio riducendo al minimo accensioni e spegnimenti, assicurando un grande risparmio energetico, ridotte emissioni inquinanti e una maggior durata dei prodotti nel tempo.

CONNESSA ED ELEGANTE La cura per i dettagli e per il design – caratterizzato dalla nuova colorazione bianca con finitura opaca Vitopearlwhite e dal display digitale integrato con schermo LCD a sette segmenti con quattro tasti touch, disposto su pannello frontale ultrapiatto – assicura l’integrazione dei modelli all’interno degli ambienti domestici. La regolazione digitale consente inoltre di selezionare varie modalità di funzionamento e la luce LED integrata rossa (Lightguide), presente sul display, informa costantemente sullo stato della caldaia e sul suo funzionamento. Vitodens serie 100 offre ulteriori vantaggi grazie alla connettività integrata, che consente di collegare la caldaia alla rete internet per un controllo costante delle funzionalità da remoto sia da parte dell’utente, tramite l’app ViCare, si a da parte del centro assistenza tramite il servizio digitale Vitoguide.

DETRAZIONI FISCALI Vitodens serie 100 sono caldaie in classe di prodotto A (Reg. Del. UE n. 811/2013). Abbinate a un sistema di termoregolazione evoluto in classe V, VI o VIII – come ViCare Thermostat, che si collega via radio alla caldaia – o al termoregolatore Vitotrol 200-E con connessione a filo (PlusBus), la classe energetica della caldaia sale ad A+. L’installazione di una Vitodens serie 100 consente di ottenere quindi le detrazioni fiscali del 50% o 65% o del Superbonus 110%. In caso di acquisto di una Vitodens in sostituzione dell’impianto esistente, l’installatore può applicare lo sconto del credito Ecobonus direttamente nella fattura all’utente finale e cedere questo credito a Viessmann, in virtù dell’accordo raggiunto dall’azienda con Banco BPM.

Viessmann s.r.l.u. Via Brennero, 56 37026 Pescantina (VR) info@viessmann.it | viessmann.it


INTERVISTA

Idrogeno, la risposta di Ferroli al cambiamento climatico Al fine di ridurre le emissioni inquinanti, da anni Ferroli sta investendo nello sviluppo di sistemi ibridi per il comfort domestico. Oggi però guarda anche al medio-lungo periodo e alla nuova frontiera: l’idrogeno a cura della REDAZIONE

D

urante la pandemia causata dal Covid-19 tutti abbiamo riflettuto sulle nostre abitudini di vita, le nostre priorità, le nostre paure e, nel contempo, le nostre speranze. Molti di noi hanno sperimentato una dimensione diversa del rapporto con il benessere psicofisico e ambientale, inteso sia come comfort della propria abitazione che come cura del pianeta. Non è un caso se dopo il lockdown i settori che più hanno goduto di un rimbalzo economico sono stati quelli legati al comfort domestico, come gli elettrodomestici. Questa consapevolezza della dimensione del well-being – ma anche una rinnovata attenzione alla sostenibilità – ha conquistato segmenti e fasce di età sempre più trasversali della popolazione, tanto che perfino il mondo della finanza ha percepito questo megatrend. Già alla fine del 2020, infatti, abbiamo assistito a importanti prese di posizione da parte di player di grosso calibro, pronti a ridirigere gli investimenti dalla old economy fossile verso le energie rinnovabili e altri settori “verdi” emergenti, come – ad esempio – la filiera dell’idrogeno. Peraltro, già da prima della pandemia, i legislatori europei avevano assunto un ruolo proattivo verso i cambiamenti climatici tramite la parola d’ordine “sviluppo sostenibile”. Ora la parola d’ordine è stata applicata nel presente, modificandola prontamente in “ripresa sostenibile”. Ne abbiamo parlato con il Corporate Marketing Director di Ferroli, Stefano Casandrini.

C&C: Qual è l’impegno di Ferroli rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici? S.C.: Al fine di ridurre le emissioni inquinanti tramite una tecnologia flessibile, efficiente e installabile anche nelle vecchie abitazioni, Ferroli sta investendo da tempo nello sviluppo di sistemi ibridi e a energia rinnovabile per il comfort domestico. Oggi però stiamo guardando anche al medio-lungo periodo, dove la sfida si chiama: idro30

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STEFANO CASANDRINI Corporate Marketing Director Ferroli Spa geno. Crediamo fermamente che l’uso dell’idrogeno diverrà entro pochi anni un vettore energetico vitale per lo sviluppo dei piani di decarbonizzazione a livello globale.

Come si produce l’idrogeno e quali applicazioni può avere nella vita quotidiana? L’idrogeno può essere prodotto in vari modi e con varie tecniche, alcune in uso da diversi decenni. La svolta tecnologica su cui tutti stanno spingendo è la produzione di idrogeno verde, ovvero proveniente dall’elettrolisi dell’acqua tramite elettrolizzatori industriali alimentati con energia elettrica da fonti rinnovabili. La produzione massiva di idrogeno verde, quindi carbon free, è attesa su scala industriale dopo il 2030, anno in cui i processi tecnologici dovrebbero aver raggiunto la maturità e le economie di scala necessarie. La produzione di idrogeno grigio (da reforming del metano) su scala industriale è invece una realtà già da molto tempo. Viene oggi largamente utilizzato per la sintesi dell’ammoniaca, componente chimico base per i fertilizzanti necessari all’agricoltura


moderna e quindi alla nostra alimentazione. Quindi l’idrogeno è già alla base della vita di tutti i giorni.

parla anche della possibilità di realizzare nuove reti europee Full Hydrogen per un totale di 23.000 km.

Se l’idrogeno è già largamente disponibile su scala industriale, perché non viene ancora utilizzato per gli usi finali come, ad esempio, per il riscaldamento?

Tornando al parallelo con l’industria automobilistica: se si dovesse assistere a un’imprevista accelerazione della transizione, come risponderebbe Ferroli?

La motivazione più probabile è socio-poIn Ferroli eravamo già convinti da tempo litica. Fino all’era pre-Covid l’interesse dei che l’idrogeno avrebbe giocato un ruolo cittadini e della politica per una diffupredominante nella mappa energetica in sione più vasta dell’idrogeno era in una RAGGIO. Caldaia murale a condensazione “Hydrogen PLUG-IN” un futuro prossimo. Tempo fa abbiamo fase puramente embrionale. Si può dire quindi creato una Task Force di ricerca lo stesso anche dell’auto elettrica: poca diffusione fino al 2020, mentre dedicata, in partnership con specialisti del mondo dei bruciatori di recente i modelli elettrici hanno superato le immatricolazioni dei (Centro R&D Polidoro Spa) e della modellizzazione avanzata (Einmodelli a benzina. Un traguardo impensabile fino a pochi anni fa. dhoven University of Technology). Questo ci ha permesso di svilupPer fortuna nel caso dell’idrogeno l’industria energetica stava già pare un modello matematico innovativo in grado di dare risposte “preparando la brace” per attizzare poi il fuoco. In Italia SNAM è predittive affidabili sullo sviluppo della combustione dell’idrogeno, stato un precursore della sperimentazione dell’idrogeno nelle reti di di mappare le temperature di reazione, i prodotti di reazione, distribuzione, avendo condotto i primi test alcuni anni fa. Oggi può le velocità e i flussi termici in 3D, generando un vero e proprio addirittura dichiarare che le proprie reti sono già “Hydrogen Ready” “gemello virtuale” della cella di combustione di una caldaia a idroal 70%; un risultato davvero eccezionale. geno, per migliorarne l’efficienza. In Italia però ci sono anche altri distributori, che devono certificare Abbiamo già colto i primi sviluppi di questo lavoro tramite l’ingela compatibilità tecnologica delle reti; inoltre, non è da sottovalutare gnerizzazione di una nuova generazione di caldaie a condensache le reti attuali possono trasportare in genere miscele fino a perzione che, in concomitanza con il restyling estetico e prestazionale, centuali del 20% di idrogeno, ma hanno bisogno di essere “retrofitha già incorporato anche la predisposizione al funzionamento con tate” nel caso di percentuali maggiori. miscele di idrogeno e gas naturale, nella percentuale prevista da qui In virtù del crescente interesse dell’Unione Europea e dell’opinione al 2030 (20-80%). Oggi stiamo lavorando per lo scenario post 2030, pubblica, un sempre maggior numero di operatori si sta muovendo pensando quindi a un “nuovo salto”, cioè allo sviluppo di prodotti su progetti di ammodernamento e riadattamento delle reti. Recenteche possano funzionare al 100% a idrogeno (Full Hydrogen). mente, più di 90 industrie del “sistema gas” europeo hanno formaAnche su questo fronte siamo messi molto bene, essendo già arrivati lizzato la propria disponibilità verso la Commissione europea per lo alle fasi finali delle prove sul campo e avendo finora ottenuto ottimi studio dell’utilizzo degli attuali gasdotti per il trasporto di miscele di risultati in tutti i test effettuati, sia in termini di prestazioni che, natugas e idrogeno. Il tutto comporterebbe investimenti giganteschi. Si ralmente, di sicurezza e affidabilità. www.casaeclima.com

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VMF & SISTEMA CASA

IL SISTEMA INTELLIGENTE PER LA CLIMATIZZAZIONE DELLA CASA Aermec presenta la soluzione completa, innovativa ed efficiente per la climatizzazione degli ambienti residenziali. Grazie al semplice pannello touch screen del sistema VMF è possibile gestire completamente l’impianto idronico, sia localmente che in maniera centralizzata, garantendo le migliori prestazioni energetiche ed il massimo comfort in ogni ambiente e durante tutto l’anno. Il sistema si completa con BHP, la pompa di calore di tipo split a gas ecologico R32 e OMNIA SLIM, il silenzioso ventilconvettore a ridotta profondità.

BHP Pompe di calore

Ventilconvettore Omnia Slim Pannello da incasso VMF-E6

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Pumps


SPECIALE

Climatizzazione

Impianti di climatizzazione e Covid-19: ripartiamo dalla IAQ La pandemia ha dimostrato l’importanza degli impianti per ridurre il rischio di contagio, a patto però che siano progettati e gestiti correttamente PATRIZIA RICCI

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SPECIALE

A

ll’inizio della pandemia da Covid-19 si è parlato molto, e non sempre a ragione, del ruolo che gli impianti di climatizzazione e ventilazione possono avere nel combattere o, viceversa, nel diffondere il virus, spesso fornendo informazioni non corrette e arrivando a proporre soluzioni estreme come lo spegnimento degli impianti. Dal punto di vista tecnico, è stato appurato che ventilazione, ricambio dell’aria e filtrazione contribuiscono a ridurre la concentrazione di SARS-CoV-2 nell’aria e quindi il rischio di trasmissione (purché tali impianti siano ben gestiti). Al contrario, gli spazi non climatizzati possono causare stress termico e, soprattutto nei soggetti più deboli, ridurre la resistenza alle infezioni. In generale, quindi, secondo gli esperti lo spegnimento dei sistemi di climatizzazione e ventilazione non è una misura raccomandata per ridurre la trasmissione del virus. Una cosa è però certa: questa emergenza pone tutti gli addetti del settore delle costruzioni di fronte alla responsabilità di realizzare impianti HVAC che siano in grado di garantire un’elevata qualità dell’aria indoor (IAQ) e quindi un effetto positivo sulla salute. Coniugare i due imperativi di una migliore qualità dell’aria e di una sempre più elevata efficienza energetica rappresenterà la più grande sfida del futuro dell’impiantistica, anche se, vale la pena ricordarlo, non esiste “la” soluzione unica, ma tante soluzioni diverse, declinate secondo gli schemi più adatti per ciascuna differente tipologia di utenza.

LE PROBLEMATICHE DEGLI IMPIANTI La ventilazione, naturale o forzata, è vista dalla gran parte delle persone come necessaria per il ricambio dell’aria fisiologica, per respirare aria fresca. In realtà sfugge ai più il concetto di qualità dell’aria – Indoor Air Quality (IAQ) – associato anche alla purezza dell’aria

all’interno degli edifici, che deve essere priva o quasi di contaminanti di varia natura, che possono provocare malessere o danno alla salute, tra i quali sono compresi anche microrganismi quali insetti, batteri e virus. Una delle strategie per l’ottenimento di una buona IAQ è l’induzione di aria esterna (ventilazione) al fine di diluire gli inquinanti: la concentrazione dell’inquinante nell’ambiente è infatti tanto minore quanto maggiore è la portata d’aria esterna. Dato che la ventilazione naturale risulta non costante e poco affidabile, perché legata agli andamenti statistici delle variabili ambientali esterne (clima), è meglio ventilare utilizzando un impianto di ventilazione o un impianto di climatizzazione dotato di ventilazione, aumentando le portate di aria esterna, cioè la quantità di aria che l’impianto preleva dall’esterno e immette nell’ambiente chiuso. Di norma, infatti, l’aria condizionata immessa negli ambienti è costituita da una miscela di aria esterna e di aria “ricircolata”, cioè ripresa dall’ambiente interno, fatta passare attraverso un filtro, e reimmessa nella macchina che tratta l’aria (UTA, unità trattamento aria), dove viene miscelata con l’aria esterna, raffreddandola (in estate) o riscaldandola (in inverno). In questo modo si riduce la necessità di potenza termica che l’impianto deve fornire per portarla alle condizioni desiderate. È ormai dimostrato che la ventilazione meccanica contribuisce alla riduzione del rischio di contagio (per grandi distanze) nei locali chiusi e quindi occorre fare in modo che ci sia una maggior ventilazione con aria esterna incrementando, ove possibile, il numero di ricambi orari, e chiudendo (nei casi in cui è richiesto) il ricircolo dell’aria, attuando inoltre un programma di manutenzione adeguato. Si fa comunque presente che le prestazioni di un sistema di ventilazione (naturale o forzata) non possono essere espresse soltanto attraverso la portata o il tasso di ricambio dell’aria. Infatti, a parità di tali valori, variando ubicazione e dimensioni della rete di distribuzione e immissione dell’aria, è possibile ottenere modalità diverse di rimozione degli inquinanti. La norma UNI 10339:1995 prevede un approccio prescrittivo per la progettazione degli impianti: il numero di ricambi orari varia da 0.5 Vol/h per usi residenziali, a 1-2 Vol/h per usi civili (solitamente si calcola ipotizzando 10 L/s per persona). Per il controllo della qualità dell’aria, la norma prevede un’adeguata ventilazione degli ambienti in modo da diluire l’inquinante al di sotto dei valori di soglia indicati o facendo sì che le condizioni non risultino indesiderabili per non più del 20% delle persone (standard ASHRAE 62-89R). La norma è da tempo in fase di revisione. Per i nuovi edifici, le indicazioni ministeriali costituiscono nuovi riferimenti normativi per la progettazione degli impianti di climatizzazione.

L’EFFICACIA DELLA VENTILAZIONE Nel caso in cui l’inquinante sia un virus, come il SARS-CoV-2, presente nell’aerosol, la sua concentrazione (numero di particelle per unità di volume) è espressa in termini di carica virale (numero di virus per unità di volume o quanta di produzione virale). La prima

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Climatizzazione

cosa da stabilire è il numero delle cariche virali elementari presenti in ambiente via aerosol, perché il rischio di contrarre il virus è direttamente proporzionale a tale valore. Una carica virale elementare è definita come il nucleo di una gocciolina trasportata dall’aria in grado di causare l’infezione delle persone suscettibili al virus con una probabilità del 63%; in linguaggio tecnico-scientifico è detta appunto “quantum”. Essendo la relazione che esprime la concentrazione di inquinanti di tipo esponenziale, maggiore è il flusso di ventilazione, minore è la concentrazione interna e maggiore è l’intensità della sorgente interna, maggiore è la concentrazione interna. La concentrazione dei quanta/m³, C(t), nota la produzione oraria dei q=quanta/h, è data dalla seguente relazione:

Con n numero di ricambi orari e V = volume di spazio (m3). È possibile quindi calcolare le concentrazioni di inquinanti, quanta/m³, o le portate d’aria esterna necessaria per avere una prestabilita concentrazione di patogeno. La relazione che lega la concentrazione media dei quanta/m³ e la produzione oraria dei quanta/h/m³ è data da:

Noti i quanta/h si può calcolare la probabilità di contagio individuale e generale. Si evince che: maggiore è la portata d’aria di rinnovo, maggiore è il tasso di ventilazione, minore è il numero di cariche virali elementari presenti in ambiente; raddoppiando il volume si dimezzano sia la concentrazione dei quanta/m³ che la produzione dell’infezione, quanta/h. Se si hanno più ambienti in serie il passaggio dell’aria di ventilazione dal primo ambiente verso l’ultimo porta con

sé i quanta di infezione ma si abbassa la concentrazione per unità di volume e la produzione oraria. Di conseguenza anche il rischio individuale diminuisce. Analogamente, se si utilizza il ricircolo dell’aria la portata d’aria immessa negli ambienti aumenta e la concentrazione dei quanta/m³ diminuisce. Il ricircolo tuttavia deve essere attuato utilizzando filtri ad alta efficienza e sistemi di abbattimento batterico e virale, altrimenti si rischia di portare cariche virali anche in ambienti nei quali non sono presenti. Per questo, secondo le indicazioni dall’ISS, il ricircolo dell’aria attraverso ambienti multipli non è consentito. È altresì evidente che, se è sempre attiva la sorgente, non si potrà mai annullare del tutto la carica virale media dell’ambiente ma la si potrà comunque diminuire di molto, sotto la soglia minima per cui, se inalata da un soggetto sano, questo non contragga l’infezione. Le considerazioni finora esposte sono stati effettuate dagli esperti basandosi sui dati dell’influenza comune. Nel caso del SARS-CoV-2 le persone suscettibili sono in numero molto maggiore e il virus è più contagioso. Il rischio di contagio è molto più alto in assoluto. Ad oggi nessuno sa con certezza quale sia il valore di soglia del Covid-19, cioè quale sia la dose infettiva, il che rende impossibile determinare con certezza quale deve essere la quantità di aria di ventilazione che occorre introdurre in un dato ambiente per garantire condizioni di sicurezza rispetto alla possibilità di infezione. Si cerca di attuare la massima ventilazione possibile e compatibile con lo stato del sistema edificio-impianto esistente per ridurre al minimo la possibilità di contrarre l’infezione (ALARA principle, As Low As Reasonably Achievable).

CLIMATIZZAZIONE SENZA VENTILAZIONE Non tutti gli impianti di climatizzazione (cioè che controllano temperatura e umidità dell’ambiente interno) sono dotati della funzione di ventilazione (impianti a tutt’aria o aria primaria e terminali locali). Il vantaggio della ventilazione meccanica, dedicata o inclusa nell’impianto di climatizzazione, sta nella possibilità di filtrare l’aria esterna immessa nell’ambiente. Questi impianti, solitamente impiegati per la climatizzazione dei grandi spazi comuni, come ad esempio i supermercati, devono operare con la maggior quantità di aria esterna possibile compatibile con le caratteristiche dell’impianto stesso, eventualmente eliminando il ricircolo dell’aria interna. Se l’impianto non è dotato di ventilazione, il sistema lavora, se ad aria, con un ricircolo interno totale: aspira l’aria dall’ambiente interno, la raffredda o la riscalda, e la reimmette nello stesso ambiente, modalità, questa, caratteristica di tutti i sistemi di condizionamento detti split, dei ventilconvettori, ad armadietto, a soffitto o canalizzati. In questo caso, a seconda che l’impianto serva un unico ambiente o più ambienti, si possono configurare più scenari per i quali si rimanda ai consigli degli esperti [AiCARR (2020), Prontuario sul ruolo degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva nella riduzione della diffusione della COVID-19].

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SPECIALE IAQ: LE METODOLOGIE DI APPROCCIO Le metodologie di approccio al problema del controllo della qualità dell’aria sono essenzialmente tre: 1) approccio prescrittivo: si prescrivono le portate d’aria minima o massima per persona (oppure per m2 di superficie) in base alla categoria e alla destinazione d’uso dell’edificio (UNI 10339:1995); 2) approccio prestazionale: fissati i limiti di concentrazione degli inquinanti, le portate di aria esterna devono garantire tali limiti (questa metodologia richiede la conoscenza degli inquinanti e delle sorgenti); 3) approccio olfattivo: si limitano le concentrazioni di inquinanti in modo da ridurre la percezione olfattiva degli stessi. L’applicazione del metodo richiede la stima del carico inquinante sensoriale totale e la determinazione della portata d’aria sufficiente a contenere la percentuale di persone in soddisfatte dalla percezione dell’aria al di sotto di una certa soglia. Il danese Ole Fanger (Fanger, 1988) ha introdotto a questo proposito due unità di misura: l’olf, dal latino olfactus, che rappresenta la quantità di inquinanti percepibili aerodispersi da parte di una persona adulta con attività sedentaria, e il decipol, dal latino pollutio, che quantifica invece la qualità percepibile dell’aria e corrisponde alla sensazione avvertita respirando in uno spazio chiuso inquinato da un olf e sottoposto all’immissione di 10 l/s di aria pulita. Alla teoria di Fanger, il cui metodo da molti viene riconosciuto come efficace e di facile impiego, si rimprovera tuttavia un’eccessiva tendenza alla semplificazione.

FILTRAZIONE DELL’ARIA La filtrazione svolge un ruolo essenziale nel controllo e mantenimento di livelli di contaminazione accettabili. Con l’utilizzo di sistemi filtranti ad elevata efficienza si assicura il corretto ricambio dell’aria, poiché viene immessa aria nuova e filtrata, permettendo l’espulsione di quella inquinata e garantendo protezione anche contro le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e i microrganismi. Il sistema di filtrazione può essere posizionato esclusivamente sulle prese d’aria esterne (Outside Air Treatment), soprattutto nel caso di ambienti outdoor particolarmente inquinati; oppure può essere utilizzato per creare zone di bypass all’interno del sistema dei condotti di aerazione (Partial Supply Air Treatment). Questo sistema è valido quando sono note le concentrazioni di inquinanti indoor e outdoor e il livello di riduzione delle concentrazioni richiesto è comunque modesto e facilmente gestibile. I risultati migliori si ottengono nei sistemi in cui si ha l’installazione di opportuni sistemi di filtrazione sugli eventuali punti di ricircolo (ammesso prima dell’emergenza Covid-19) e sopra opportuni sistemi di bypass (Full Supply Air Treatment). I filtri si caratterizzano per:

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la frazione arrestata del particolato inquinante (efficienza); le perdite di carico del flusso d’aria durante l’attraversamento; ■ l’intervallo di tempo tra una manutenzione (sostituzione o pulizia dei filtri) e l’altra. Esistono vari tipi di filtri: ■ filtri meccanici, che arrestano polveri tra 0,5 e 1 µm. Sono dei materassini di materiale fibroso attraversati da aria con velocità compresa tra 1 m/s e 4 m/s. Il costo è contenuto e la perdita di carico è bassa, ma aumenta in modo rilevante con l’intasamento; ■ filtri elettrostatici, utilizzati per particelle tra 0,001 µm e 0,5 µm. Il campo elettrico (circa 12 kV) ionizza l’aria e la superficie del particolato contenuto in essa. Le particelle aderiscono ad una piastra carica di segno opposto in un campo elettrostatico; ■ filtri chimici che eliminano particolari gas o vapori, ad esempio i filtri a carbone attivo. Questi filtri sono caratterizzati da processi di adsorbimento. ■ ■

La filtrazione meccanica dell’aria si basa su diversi meccanismi fisici che possono avvenire singolarmente o in accoppiata. La scelta delle diverse tipologie di filtro è oggi regolata da più normative (UNI EN 10339, EN 779, UNI EN 1822) le quali permettono di definire con precisione le caratteristiche del filtro in relazione alla classe di efficienza e impiego. Senza entrare nel merito della descrizione delle diverse caratteristiche, si possono individuare in base alla norma UNI 779:2012 “Filtri d’aria antipolvere per ventilazione generale – determinazione della prestazione di filtrazione” le tre seguenti macro-categorie o gruppi: ■ filtri grossolani (G), detti anche pre-filtri; ■ filtri medi (M); ■ filtri fini (F). In particolare, è la norma UNI EN 1822-1 “Filtri per aria ad alta efficienza (EPA, HEPA, ULPA) – Parte 1: classificazione, prove di pre-


Climatizzazione stazione, marcatura” che regola l’applicazione dei filtri per l’aria ad alta e altissima efficienza e a bassissima penetrazione (EPA, HEPA, ULPA) utilizzati nel campo della ventilazione e del condizionamento dell’aria. La presa d’aria esterna non deve essere collocata in prossimità di una strada di grande traffico, di una ribalta di carico/scarico automezzi, di scarichi di fumi o prodotti della combustione, in punti vicini a espulsioni industriali, di servizi igienici o comunque di aria viziata o contaminata, in vicinanza di torri di raffreddamento o torri evaporative, oppure a un’altezza minore di 4 m dal piano stradale più elevato di accesso all’edificio. In funzione dell’efficienza, si distingue tra filtri: ■ M: media efficienza; ■ A: alta efficienza; ■ AS: altissima efficienza. La proposta di aggiornamento della UNI 10339:1995 prevede nuovi valori delle portate di ventilazione che dovranno essere comprensive di una quota fissa, costituita esclusivamente da aria di apporto esterna, e di una quota dipendente dalla qualità dell’aria interna desiderata, e quindi tale da limitare le concentrazioni massime degli inquinanti critici. Oltre che da un’adeguata portata d’aria trattata, il raggiungimento della qualità dell’aria desiderata dipende anche dal livello di filtrazione della stessa. Da qui la definizione della classe minima di filtrazione in funzione della destinazione d’uso, del livello di qualità desiderato e del livello di qualità dell’aria esterna. Una maggiore attenzione al risparmio energetico è perseguibile contenendo le portate d’aria, in particolare quella esterna, imponendo la regolazione automatica o manuale delle portate proporzionalmente all’affollamento dell’ambiente, limitando le resistenze aerauliche, utilizzando componenti a più elevata efficienza e provvedendo alla manutenzione dei filtri.

ALTRI METODI DI RIDUZIONE DEL RISCHIO DI CONTAGIO Gli impianti a tutt’aria senza ricircolo non pongono problemi per il rischio di contagio aereo. L’aria esterna, infatti, considerata non infetta, viene filtrata normalmente con filtri adeguati all’edificio e poi distribuita negli ambienti tramite una rete aeraulica. Gli impianti che, per motivi essenzialmente dovuti al risparmio energetico, effettuano il ricircolo dell’aria interna con conseguente miscelazione con l’aria di rinnovo esterna, possono presentare invece un maggior rischio di contagio aereo. In questo caso è necessario inserire dispositivi battericidi e lampade UV per debellare il virus presente nell’aerosol. Nel caso in cui non sia possibile intervenire in tal senso, le norme vigenti impongono la chiusura della serranda del ricircolo in modo da far funzionare l’impianto a sola aria esterna. Per impianti centralizzati si può effettuare la filtrazione antibatterica delle UTA (Unità di Trattamento Aria) sia per impianti di condizionamento che di ventila-

IL CONTESTO NORMATIVO SULLA QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR UNI 10339:95. In vigore ormai dal 1995, la norma è attualmente oggetto di revisione. In questi ultimi anni, infatti, la Comunità Europea ha emanato diverse Direttive per il miglioramento degli ambienti interni. Tra queste, la direttiva EPBD sull’etichettatura energetica degli edifici, sulla base della quale il CEN ha preparato svariate norme applicative per il calcolo del fabbisogno energetico dei sistemi di riscaldamento, dei sistemi di ventilazione e climatizzazione. Una di queste è la EN 13779, base per la modifica della UNI 10339 da parte del CTI (Comitato Termotecnico Italiano) già posta in inchiesta pubblica. La norma fornisce indicazioni per la classificazione e la definizione dei requisiti minimi degli impianti e dei valori delle grandezze di riferimento durante il loro funzionamento, ma anche l’individuazione degli elementi che il committente e il fornitore devono indicare nell’offerta, i documenti per l’ordine e le condizioni da rispettare nel corso della fornitura. La UNI individua anche i parametri e i tassi di concentrazione limite dei diversi inquinanti (biossido di zolfo, particolato, monossido di carbonio, ozono, biossido di azoto, piombo) per la valutazione della qualità dell’aria. Prescrive che la distribuzione dell’aria debba garantire che il flusso immesso si misceli con l’aria ambiente in tutto il volume convenzionale occupato, con velocità dell’aria all’interno del locale entro determinati limiti, e comunque non superiore a 0,3 m/s in corrispondenza della superficie luogo dei punti distanti 60 cm dal perimetro della griglia. Ai fini della qualità dell’aria interna, è importante anche la posizione della presa d’aria esterna, per la quale la norma definisce dove non deve essere collocata. In ogni caso, sia l’aria esterna, sia quella di ricircolo devono essere filtrate tramite l’impiego di filtri di classe appropriata, funzione dell’efficienza degli stessi. La nuova versione della norma sarà composta da quattro parti: Parte 1 – Definizioni e classificazione. Prescrizioni relative a componenti e a sistemi aeraulici; Parte 2 – Procedure per la progettazione, l’offerta e la fornitura di impianti aeraulici; Parte 3 – Requisiti di qualità dell’aria e prestazioni degli impianti aeraulici a servizio di edifici e ambienti non residenziali; Parte 4 – Requisiti di qualità dell’aria e prestazioni degli impianti aeraulici a servizio di edifici e ambienti residenziali. UNI EN 16798-1:2019. Prestazione energetica degli edifici – Ventilazione per gli edifici – Parte 1: Parametri di ingresso dell’ambiente interno per la progettazione e la valutazione della prestazione energetica degli edifici in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica – Modulo M1-6. La norma descrive e approfondisce il tema della qualità dell’aria per gli edifici con e senza VMC. Per quest’ultimi vengono

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SPECIALE elencate le metodologie di calcolo per determinare le portate di ventilazione. I parametri di progettazione per la qualità dell’aria interna devono essere derivati utilizzando uno o più dei seguenti metodi: Metodo 1: basato sulla qualità dell’aria percepita; ■ Metodo 2: basato su valori limite per la concentrazione degli inquinanti; ■ Metodo 3: basato su portate d’aria di ventilazione. All’interno di ciascun metodo, il progettista può scegliere tra diverse categorie di ambienti interni. La norma definisce per due tipologie di ambienti (a bassa emissione e a bassissima emissione) i limiti per alcuni parametri, quali i composti organici volatili totali (TVCO) e la formaldeide. La CO2 è il principale indicatore della qualità dell’aria. È prodotto dall’uomo e facilmente misurabile con la strumentazione. I valori limite per gli ambienti interni sono stati aggiornati rispetto alla versione precedente della norma (UNI EN 15251). ■

CEN/TR 16798-2:2019. Energy performance of buildings – Ventilation for buildings – Part 2: Interpretation of the requirements in EN 16798-1 – Indoor environmental input parameters for design and assessment of energy performance of buildings addressing indoor air quality, thermal environment, lighting and acoustics (Module M1-6). UNI EN 16798-3:2018. Prestazione energetica degli edifici – Ventilazione per gli edifici – Parte 3: Per gli edifici non residenziali – Requisiti prestazionali per i sistemi di ventilazione e di condizionamento degli ambienti (Moduli M5-1, M5-4). All’interno dei riferimenti normativi sopra citati vengono approfonditi sotto diversi aspetti i temi degli inquinanti, dei relativi valori limite, delle strategie di ventilazione, delle portate e della filtrazione in funzione della destinazione d’uso.

zione centralizzata. Oggi sono stati messi in commercio kit completi di filtrazione, sistema battericida UV e sistema di controllo della carica batterica e/o virale. Le radiazioni UV che si dimostrano efficaci per l’abbattimento dei microrganismi sono le UV-C. I raggi emessi dalle lampade germicide UV-C hanno lunghezza d’onda centrata su 254 nm che corrisponde alla frequenza di massimo effetto germicida, che permette di inattivare il 97% delle particelle di diametro 0,1 micron e il 95% delle particelle di diametro 1 micron. La filtrazione per effetto fotovoltaico si basa sulla produzione di ioni positivi e negativi che, in presenza di umidità nell’aria, producono acqua ossigenata (H2O2) che attacca e decompone il materiale organico. L’efficacia di questo dispositivo è stata verificata per i batteri (legionella), i virus dell’influenza, della SARS e altri già noti. Lo scorso giugno 2020, alcuni studi dell’Università Statale di Milano hanno dimostrato l’efficacia distruttiva dei raggi UV-C con lunghezza d’onda di 254 nm nei confronti dei legami molecolari di DNA e RNA dei virus, compreso il virus SARS-CoV-2. Sono disponibili anche lam-

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pade UV inseribili in qualunque punto del canale d’aria ed esistono in commercio ventilconvettori muniti di lampada germicida UVC ad effetto foto-catalitico igienizzante. Oltre ai sistemi foto-catalitici, sono disponibili anche sistemi ionizzanti al plasma freddo o Non-Thermal Plasma (NTP), detti Cold Plasma Generator, CPG. Questi dispositivi agiscono per inattivazione degli agenti patogeni attraverso scariche elettriche nell’aria che producono radicali ossidrilici H e OH che attaccano e uccidono batteri e virus. Questi dispositivi non richiedono le protezioni richieste dai sistemi foto-catalitici e possono anche essere montati su terminali esistenti, sia fancoil che UTA. Nelle UTA si possono montare a valle delle batterie fredde o a monte del ventilatore di mandata o anche all’interno dei canali di distribuzione dell’aria. Ovviamente è molto più semplice costruire nuovi impianti con inglobati i nuovi sistemi di protezione dal contagio aereo piuttosto che intervenire su impianti esistenti, quando disponibili, inserendo ex novo filtri e batterie UV, in quanto occorre tenere presenti problemi di varia natura: spazio insufficiente le nuove apparecchiature; impossibilità di inserire le protezioni per l’uomo per le radiazioni UV-C; indisponibilità di spazi per l’inserimento delle sonde UV nei canali; basso tempo di permanenza dell’aria all’interno delle UTA o dei fan coil in caso di bassi valori di ricircolo dell’aria; necessità di fermare le attività durante i lavori di refurbishment.

BIBLIOGRAFIA WHO (2020), Infection prevention and control during health care when COVID-19 is suspected. Interim guidance, 19 march 2020, World Health Organization

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AiCARR (2020), Prontuario sul ruolo degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva nella riduzione della diffusione della COVID-19 2

Livio Mazzarella, Coronavirus e climatizzazione. Quando, come e perché accendere l’aria condizionata, Quine S.r.l. 2020

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“Progettazione di impianti di climatizzazione e la COVID-19” – Seminario di approfondimento a cura dell’ing. Giuliano Cammarata, organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano in collaborazione con Quine S.r.l., 16 e 23 ottobre 2020

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Climatizzazione

Efficienza, tecnologia, design: il futuro è già qui Le interviste con i rappresentanti di quattro aziende del settore, Airzone, Hitachi Cooling & Heating, Mitsubishi Electric e Toshiba, per fare il punto sull’andamento del mercato e sulle tecnologie più promettenti PATRIZIA RICCI

I

LA CRESCITA DELLA DOMANDA La domanda sta mostrando una forte crescita, sia per il “rimbalzo” post-covid sia per il consolidamento delle politiche di incentivazione fiscale. “Marzo e aprile hanno visto una crescita esponenziale, considerato quanto accaduto negli stessi mesi dell’anno precedente. Siamo molto ottimisti per il 2021. La cessione del credito e lo sconto in fattura stanno fornendo eccellenti risultati. Se vengono introdotte le semplificazioni sul Superbonus che tutti auspichiamo, potremmo conseguire ulteriori buone opportunità. A questo punto, paradossalmente, un limite potrebbe derivare dalla reale capacità degli installatori a far fronte alla crescita della domanda”, commenta Paolo Caimi. Una conferma dell’incremento positivo registrato nei primi mesi del 2021 arriva anche da Stefano Negri, soprattutto in relazione al miglioramento della situazione globale: “Il mercato sta recuperando

Il futuro prossimo a cui stiamo già lavorando è l’integrazione domotica con tutti gli altri sistemi di componentistica presenti sull’impianto

n base all’indagine sul mercato della climatizzazione nel 2020 pubblicata da Assoclima, il Covid-19 ha influenzato sicuramente il settore, ma l’anno si è chiuso con perdite relativamente contenute. L’indagine evidenzia la tenuta del residenziale con buoni risultati dell’ultimo trimestre e prospettive incoraggianti per il futuro, anche grazie agli incentivi varati dal Governo, in primis il Superbonus 110%. Dell’andamento del mercato nei primi mesi del 2021 e delle aspettative per il futuro, così come del corretto uso degli impianti e delle tecnologie innovative per il settore, abbiamo parlato nel corso di una serie di interviste online – visibili interamente sul nostro sito e scannerizzando i QR code presenti su queste pagine – con Desirée Quintero, Direttrice Tecnica di Airzone Italia, Paolo Caimi, Marketing Manager Hitachi Cooling & Heating, Stefano Negri, Marketing Director Divisione Climatizzazione di Mitsubishi Electric, e Antonio Galante, Product Manager Toshiba Italia Multiclima.

DESIRÉE QUINTERO, Direttrice Tecnica Airzone Italia

molto velocemente le perdite dello scorso anno. Abbiamo registrato un buon andamento nei primi mesi e una prospettiva molto incoraggiante per la chiusura dell’anno. Le riaperture step by step stanno incidendo sul business generale e sul nostro comparto”. Oltre agli incentivi, anche lo smart working e una sempre maggiore attenzione al comfort e alla qualità dell’ambiente lavorativo domestico, hanno contribuito favorevolmente alla ripresa della domanda, spiega Antonio Galante: “Dopo il brusco calo dei primi mesi del 2020, a fine anno il mercato si è ripreso, senza tuttavia recuperare i livelli 2019, e il 2021 mostra un trend positivo proprio nel residenziale, sia per i singoli sistemi che per i multisplit. Discorso leggermente diverso per

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SPECIALE

È fondamentale che il lavoro del progettista non venga svilito dal compromesso e da scelte dettate da logiche di prezzo

PAOLO CAIMI, Marketing Manager Hitachi Cooling & Heating

il comparto industriale, uffici e negozi, per i quali le chiusure forzate hanno inciso maggiormente. Nei primi tre mesi del 2021, tuttavia abbiamo visto una certa dinamicità anche in questo settore, in vista della ripartenza delle attività”. Tra le conseguenze della pandemia, rientra anche l’aumento dei costi delle materie prime, dei componenti e della logistica, che impattano inevitabilmente sulla filiera produttiva. Durante il lockdown del 2020, le chiusure degli impianti estrattivi e produttivi hanno ridotto la disponibilità delle commodity. Oggi, la forte ripresa economica di Usa e Cina ha causato un nuovo boom della domanda e, in parallelo, un forte rialzo dei prezzi. Lo sottolinea Desirée Quintero, confermando comunque un trend positivo: “Nonostante le criticità, possiamo confermare nei primi sei mesi del 2021 il raggiungimento degli obiettivi prefissati, con buone prospettive anche per il triennio futuro”.

assicura performance durature nel tempo e un’alta qualità dell’aria. In molte macchine inoltre abbiamo dei dispositivi ionizzatori, come i filtri Ultra-Pure”. Occorre tuttavia una maggiore sensibilità dell’utente finale per il mantenimento dell’impianto in condizioni ottimali. Sulla priorità del ricambio d’aria per la salubrità degli ambienti concorda anche Negri: “La ventilazione non è una cosa nuova. Il ricambio dell’aria negli ambienti è da sempre fortemente consigliato per una migliore qualità del comfort ambientale. Oggi più che mai, dato che molti di noi passano tanto tempo in casa anche per lavoro, è sempre più necessario predisporre un corretto impianto di ventilazione, la sola apertura di porte e finestre non è più consigliabile”. La tecnologia offre nuovi sistemi che abbattono gli eventuali virus presenti, ma nessun impianto può dirsi Covid-free al 100%. “Dobbiamo lavorare per minimizzare i rischi e la ventilazione è un aspetto fondamentale”, aggiunge. Un miglior comfort con la garanzia della temperatura ideale sulla base delle specifiche esigenze è l’obiettivo primario di un sistema di climatizzazione. “Oggi questo comfort è molto legato anche alla sicurezza della qualità dell’aria in casa e in ufficio. La nostra casa madre ha sviluppato delle soluzioni che adeguano la tecnologia di controllo che già forniamo agli impianti alla necessità di offrire una qualità superiore dell’aria”, spiega Quintero. “Gli studi effettuati hanno confermato l’efficacia della filtrazione dinamica tramite ionizzazione, che sarà disponibile già a luglio sul nostro Easyzone IAQ”. Secondo Caimi tuttavia, va fatto un distinguo tra ciò che può limitare la propagazione, ad esempio le metodologie di filtrazione, e ciò che si sta studiando per abbattere il virus. Queste tecnologie infatti necessitano di rigorosi test e controlli prima dell’applicazione. “L’impianto va comunque considerato nella sua completezza”, precisa. L’attuale situazione porta a una valorizzazione del lavoro dei progettisti.

TECNOLOGIE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO

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L’elevata efficienza passiva richiesta agli edifici comporterà una necessità sempre maggiore di ventilazione

Con l’emergenza sanitaria è aumentata la sensibilità verso l’uso corretto e attento degli impianti di condizionamento dell’aria e il Covid19 ha fatto emergere un tema già molto sentito, quello della qualità dell’aria interna degli edifici. “Premesso che gli impianti di climatizzazione non sono ‘dispositivi medicali’, ma sistemi che aiutano ad avere un maggiore comfort per gli ambienti, Toshiba ha sviluppato una serie di tecnologie che aiutano a contenere il virus, seguendo le raccomandazioni nazionali ed europee che individuano nel ricambio d’aria lo strumento più efficace per diluire l’eventuale presenza di agenti patogeni”, chiarisce Galante. “La batteria di tutti i nostri sistemi è dotata di un rivestimento protettivo speciale, Magic Coil, che previene il depositarsi della polvere; questo, grazie alla funzione Self-Cleaning,

STEFANO NEGRI, Marketing Director Climatizzazione Mitsubishi Electric


Climatizzazione “L’impianto deve essere progettato per garantire l’immissione di ricambi d’aria adeguati, ed è fondamentale che il lavoro del progettista non venga successivamente svilito dal compromesso e da scelte dettate da logiche di prezzo”, specifica Caimi.

NON SOLO COMFORT TERMICO

NON SOLO VENTILAZIONE Anche la climatizzazione può contribuire al mantenimento dell’aria pulita negli ambienti, non solo la ventilazione. I climatizzatori d’aria, che non immettono aria fresca dall’esterno ma raffreddano l’aria dell’ambiente stesso, sono sistemi molto diffusi nelle nostre case. “Su queste soluzioni stiamo installando una tecnologia proprietaria, Plasma Quad: un sistema di filtrazione attiva dell’aria a marchio Mitsubishi Electric, sviluppato per l’abbattimento degli inquinanti indoor, che abbatte il 99% dei virus, batteri e muffe presenti”, afferma Negri. In ambito residenziale – come afferma Galante – l’eccellenza tecnologica si sposa anche con il design. “Quest’anno abbiamo lanciato un nuovo prodotto, HAORI Toshiba, che presenta non solo un’efficienza di prima categoria, in classe A+++, grande silenziosità e una elevata qualità

Bisogna premettere che gli impianti di climatizzazione non sono ‘dispositivi medicali’, ma sistemi che aiutano ad avere un maggiore comfort per gli ambienti

È possibile ottenere un buon compromesso tra efficienza e risparmio energetico? Secondo Caimi, i due aspetti sono strettamente correlati: “Le nuove tecnologie disponibili consentono efficienze che solo pochi anni fa erano impensabili e rendono le pompe di calore realmente fruibili in ogni fascia climatica con un notevole abbattimento dei consumi”. Il comfort termico deve essere supportato da una tecnologia evoluta, in grado di garantire anche un risparmio energetico. “Sui nostri sistemi sono presenti degli algoritmi di controllo intelligenti che ottimizzano questi due aspetti, rispettando le normative vigenti in materia di risparmio energetico” sottolinea Quintero. Le nuove costruzioni devono soddisfare determinati requisiti in termini di efficienza energetica, tra i quali la copertura di energia primaria pari ad almeno il 50% ottenuta con energie rinnovabili. “L’elevata efficienza passiva richiesta agli edifici comporterà una necessità sempre maggiore di ventilazione, per la quale le pompe di calore rappresenteranno la soluzione predominante”, afferma Negri. Concorda Caimi: “Le pompe di calore aria-acqua hanno raggiunto livelli tecnologici molto elevati e con un’opportuna progettazione rappresentano la migliore soluzione soprattutto per le nuove costruzioni e ristrutturazioni. Il tutto è regolato da una domotica sempre più presente e una forte attenzione per l’ambiente”. Non bisogna dimenticare che il tema della climatizzazione in Italia è molto sentito. Sono molti gli edifici esistenti già provvisti di un sistema di climatizzazione, che possono rappresentare un problema in termini di risparmio energetico. “Il vero problema è proprio l’esistente”, precisa Negri. “In tal senso, Superbonus e cessione del credito sono ottimi strumenti. Migliorando l’efficienza degli edifici esistenti, si abbattono le emissioni e si riduce la richiesta di energia”.

ANTONIO GALANTE, Product Manager Toshiba Italia Multiclima

dell’aria, ma anche un’estetica straordinaria. Un elegante elemento d’arredo: qualcosa non più da nascondere ma da mettere in evidenza”.

INNOVAZIONE TECNOLOGICA PER IL FUTURO “L’innovazione tecnologica punta a sistemi sempre più efficienti, con un’attenzione sempre crescente alla qualità dell’aria interna, studiando l’accoppiamento sui nuovi prodotti residenziali di lampade UV-C per essere ancora più efficaci nella inibizione dei batteri e all’ambiente”, afferma Galante. Tecnologie che possono essere efficaci anche sugli impianti esistenti. “In futuro, non è esclusa la possibilità di retrofit con filtri sempre più efficaci, oltre ai sistemi di igienizzazione già presenti sui nostri sistemi”, precisa Caimi. Altra soluzione sulla quale punta la ricerca di settore è rappresentata dai gas refrigeranti. Riuscire a combinare efficienza e sostenibilità è infatti essenziale sia sotto il profilo economico che sotto il profilo ambientale. “La sfida è cercare gas refrigeranti a sempre minore impatto ambientale, sempre più eco-friendly e con efficienze sempre più elevate”, afferma Negri. Anche Toshiba è molto attiva nella ricerca di gas refrigeranti a basso GWP. “Per il futuro della climatizzazione commerciale abbiamo lanciato quest’anno il nuovo sistema VRF SMMSu ad alta tecnologia equipaggiato con il nuovissimo compressore Triple Rotary a controllo inverter vettoriale, concepito e realizzato per soddisfare i più alti standard di qualità ed un minore consumo di energia”, precisa Galante. Per Airzone, il futuro passa dal cloud. “Partendo dalla gestione della climatizzazione a zone da remoto, il futuro prossimo a cui stiamo già lavorando è l’integrazione domotica con tutti gli altri sistemi di componentistica presenti sull’impianto per un comfort che non è solo termico ma anche di gestione dell’utenza”, conclude Quintero.

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SPECIALE

Cosa offre il mercato Sistema intelligente per la climatizzazione e il riscaldamento Aermec presenta Sistema Casa, la soluzione completa, innovativa ed efficiente per la climatizzazione e il riscaldamento degli ambienti residenziali. Il cuore del sistema è BHP, la pompa di calore con refrigerante ecologico R32, progettata per produrre acqua calda fino alla temperatura di 60 °C con un range di funzionamento garantito con temperature esterne da -25 °C a +48 °C. È pertanto la soluzione ideale anche per la produzione di acqua calda sanitaria. BHP è costituito da due unità: unità interna – a parete o a basamento – da collocare in un vano tecnico; unità esterna da collocare fuori dalla casa. Il sistema si completa con i fan coil della serie Omnia Slim, silenziosi, prestazionali e di dimensioni compatte. La profondità dei fan coil è molto ridotta (solo 129 mm); questo rende la serie particolarmente adatta all’inserimento nei diversi ambienti della casa. Il controllo e la gestione dell’intero Sistema Casa sono garantiti da VMF Aermec, vero cervello dell’impianto. VMF permette l’interazione dei diversi elementi dell’impianto: pompa di calore; ventilconvettori ed eventuali sistemi di integrazione termica (solare, caldaia etc). Da un unico pannello di controllo si possono impostare tutte le funzioni di ogni elemento: pompa di calore, ventilconvettori, produzione acqua calda sanitaria etc. Sistema Casa di Aermec è quindi pronto a cogliere tutte le nuove sfide: coniugare integrazione architettonica, comfort e risparmio energetico.

global.aermec.com

Pompe monoblocco ultra-efficienti La gamma delle pompe di calore Idema viene implementata con i nuovi modelli EcoThermal monoblocco della gamma IHC-V, disponibili con potenze termiche che variano dai 5 ai 30 kW, e con gas refrigerante R32. La nuova gamma, equipaggiata di serie con kit idronico (pompa di circolazione acqua e vaso di espansione), soddisfa tutte le richieste di climatizzazione e riscaldamento, così come di produzione di acqua calda sanitaria per applicazioni residenziali, essendo progettata per lavorare fino temperature esterne di -25 °C, e garantendo la produzione di acqua calda fino a 60 °C fino a una temperatura esterna di -10 °C. Il tutto vantando una classe energetica A+++, nonché la conformità di tutti i modelli ai requisiti tecnici richiesti per l’ottenimento di tutte le detrazioni fiscali attualmente in vigore. Il tutto è possibile grazie all’accurata progettazione e alla dotazione di compressori con tecnologia DC Inverter, abbinati a scambiatori ad alta efficienza. Grazie al comando remoto di serie, invece, è possibile controllare il funzionamento delle nuove pompe IHC-V tramite la curva climatica, gestire fonti di calore integrative – come caldaie o resistenze elettriche–, nonché programmare un doppio set point della temperatura acqua in uscita e supervisionare il funzionamento dell’impianto da remoto tramite un’app dedicata.

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Isolamento Mono e multisplit a R32

Per ambienti più salubri La qualità dell’aria negli ambienti domestici sta diventando sempre più importante, tanto che LG ha aggiornato le soluzioni per la climatizzazione residenziale Dualcool Deluxe e Artcool Mirror grazie all’innovativo AirCare Complete SystemTM, che integra anche la tecnologia UVnanoTM in grado di garantire una qualità superiore dell’aria e ambienti più salubri. AirCare Complete SystemTM è un sistema di filtrazione completo in più fasi che mantiene fresca e pulita sia l’aria emessa dal condizionatore sia l’unità stessa. Il Pre-FilterTM intrappola le particelle di polvere di dimensione maggiore e lo ionizzatore PlasmasterTM Ionizer+ rimuove gli odori sgradevoli e immette in ambiente ioni negativi, che attraggono gli inquinanti dispersi nell’aria, come polvere, pollini e batteri, e li trasformano in molecole d’acqua. Questo sistema integra anche funzioni e tecnologie per mantenere pulite le componenti interne del climatizzatore, che influiscono sulla qualità del flusso d’aria emesso. L’innovativa tecnologia UVnano, che utilizza la luce ultravioletta, elimina il 99,99% dei microrganismi batterici che potrebbero annidarsi sul ventilatore dell’unità interna. I LED che emettono raggi UV sono posizionati in corrispondenza del ventilatore e la loro azione danneggia i microrganismi, rompendo la catena del DNA e rendendo impossibile la loro proliferazione. Infine, la funzione Auto-cleaning contribuisce a mantenere l’unità interna del climatizzatore priva di umidità, prevenendo la formazione di muffe e particelle nocive, oltre che il diffondersi di cattivi odori.

Pluma è la gamma di climatizzatori mono e multisplit di Maxa con gas R32 e in classe energetica A++ per il raffrescamento. La serie Pluma – disponibile con unità interne da 2.3 kW, 3 kW, 4.5 kW e 6.3 kW – utilizza un compressore e una presa d’aria per generare un forte flusso di aria fresca per il comfort immediato. Mentre le unità esterne sono dotate di tecnologia inverter, lo split è caratterizzato da linee più smussate, in grado di garantire all’utente finale comfort e alta efficienza di prestazione in raffreddamento anche con temperature esterne fino a 50 °C. Il livello di rumorosità delle unità è estremamente ridotto e consente di utilizzare Pluma in maniera molto confortevole, con un funzionamento silenzioso di soli 20 dB(A) alla minima velocità. La funzione di timer 24h permette di programmare in accensione e spegnimento il climatizzatore nell’arco della giornata. Il sensore di temperatura alloggiato nel telecomando supporta la funzione follow me, garantendo sempre il miglior comfort di temperatura grazie anche alla funzione di ventilazione con effetto 3D. Tale effetto regola dal telecomando la direzione di flusso dell’aria sull’asse verticale e su quello orizzontale. La gamma gestisce a distanza il comfort grazie alla presenza di un apposito Smart Kit e di un’app disponibile sia per applicativi iOS che Android. È possibile così controllare il funzionamento dei condizionatori in ogni situazione e, per esempio, impostare l’accensione e lo spegnimento su base settimanale. L’app, inoltre, consente di programmare una “sleep curve”, ovvero una serie di temperature desiderate in ogni ora della notte. A questo si possono aggiungere due ulteriori plus montati di serie: il filtro agli ioni d’argento e catechina e la funzione di super ionizzatore che permettono di neutralizzare virus e batteri, funghi e spore, purificando l’aria da odori, polveri e pollini.

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SPECIALE Migliorare la qualità dell’aria La serie di climatizzatori Kirigamine Style di Mitsubishi Electric offre uno dei sistemi di filtrazione dell’aria più avanzati del mercato – il Plasma Quad Plus – che, oltre ad abbattere il 99% di virus, batteri e muffe presenti nell’aria, elimina il 98% degli allergeni, il 99,7% degli acari e di polveri e il 99% del PM2.5 sospeso in aria. Sulla base della tecnologia Plasma Quad l’azienda ha inoltre sviluppato Plasma Quad Connect, un filtro innovativo aggiuntivo dedicato a chi già possiede un climatizzatore Mitsubishi Electric o vuole acquistarne uno nuovo e migliorarne la capacità di filtrazione. Test condotti presso il Microbial Testing laboratory Kobe Testing Center della QTEC – Japan Textile products Quality and Technology Center hanno dimostrato che Plasma Quad è in grado di inattivare con successo fino al 99,8% dei virus (incluso il SARS-COV 2), dei batteri e muffe presenti nell’aria, eliminando il 98% degli allergeni (ad esempio i pollini), il 99,7% degli acari e di polveri, il 99% del PM 2.5 sospeso in aria. Il ricambio d’aria garantisce la salubrità dell’ambiente, per questo l’azienda ha sviluppato sistemi dedicati alla ventilazione meccanica controllata decentralizzata. Lossnay VL-100 e VL-50 consentono di aumentare la qualità dell’aria riducendo la dispersione termica e limitando la quantità di sostanze inquinanti nell’aria che respiriamo. I sistemi filtranti presenti, inoltre, bloccano all’esterno eventuali polveri e agenti di fastidio, restituendo aria rinnovata e pulita all’interno delle stanze in cui operano.

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Il climatizzatore “con il vestito” Da tempo il climatizzatore domestico non è più considerato come un semplice oggetto “tecnico”, ma si è evoluto fino a diventare un vero e proprio oggetto d’arredo. Il nuovo Haori di Toshiba rappresenta un decisivo passo avanti in questo senso, grazie a due elementi estetici inconfondibili: la forma leggermente arrotondata e il rivestimento in tessuto, disponibile in una gamma di colori standard (Dark Grey e Light Grey) e opzionali. Le possibilità di personalizzazione sono ampliate dall’accordo con l’azienda Rubelli, che realizza tessuti pregiati di arredamento. L’attenzione per la bellezza non fa passare in secondo piano le prestazioni: Haori utilizza il refrigerante R32 e rientra in classe A+++/A+++, anche in condizioni di carico parziale: il sistema raggiunge un SEER di 8,6 e uno SCOP di 5,1. Il compressore rotativo e la tecnologia inverter consentono di regolare accuratamente la capacità di raffrescamento in ogni condizione di utilizzo. Il suo funzionamento è molto silenzioso grazie alla funzione “Quiet”, che riduce il rumore dell’unità interna fino a soli 19 dB(A) e a 44 dB(A) nominali quella dell’unità esterna. Il livello di rumorosità può essere ulteriormente abbassato fino a soli 37 dB(A) tramite un’apposita funzione attivabile da app o da telecomando. Il climatizzatore dispone del filtro Ultra-Pure PM2.5 che cattura fino al 94% del particolato fine, con un diametro superiore a 2,5 micrometri, e di uno ionizzatore al plasma che cattura e neutralizza le particelle contaminate di dimensioni micrometriche (virus e batteri). Il Wi-Fi integrato, preconfigurato in fabbrica, consente il controllo tramite l’app “Toshiba Home AC Control”, che include la programmazione settimanale. Tra le nuove funzionalità anche il monitoraggio dell’energia e il completo controllo vocale grazie alla compatibilità con i sistemi di riconoscimento vocale Home Assistant di Google e Alexa di Amazon.

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STØNE La pompa di calore che non devi più nascondere

R32

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Driving range ipogeo sui colli bolognesi Una progettazione sostenibile e organica, in un dialogo continuo con il territorio a cura della REDAZIONE

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I

n questo particolare periodo di emergenza sanitaria si è sempre più alla ricerca di locus amoenus, dove stare bene con sé stessi e ritrovare il rapporto originario con la natura. Ne è un esempio Palazzo di Varignana, un luogo senza tempo nel suggestivo scenario dei colli bolognesi e circondato da un giardino inserito nel prestigioso network Grandi Giardini Italiani. In questo meraviglioso contesto, Polistudio A.E.S. ha realizzato un driving range ipogeo: un progetto sostenibile, organico e paesaggistico che ha coinvolto diverse professionalità, in una vera e propria progettazione integrata. Per conoscerne le peculiarità, abbiamo intervistato l’arch Marco Fabbri e l’ing Antonio Scarano di Polistudio A.E.S. che hanno seguito personalmente il progetto.

C&C: Ing. Scarano, com’è nato il progetto? Qual era l’idea iniziale della committenza? A.S.: La filosofia di Palazzo di Varignana è quella di offrire ai suoi ospiti comfort, bellezza e storia del territorio collinare bolognese. Oltre all’offerta ricettiva, il resort offre diversi servizi ed è dotato di molteplici strutture per attività sportive. Siamo stati coinvolti perché la committenza tra i servizi voleva aggiungere quello di un nuovo driving range per gli appassionati di golf. Una richiesta molto attuale se si considera il fatto che in questi anni si è registrato un incremento significativo del numero di campi da golf in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone, Germania, Canada, Corea del Sud, Svezia, Francia e Italia. Attualmente nel mondo ci sono più di 200 campi da golf in costruzione e circa 350 sono in fase di progettazione. In realtà, il driving range non è il classico campo da golf come si potrebbe immaginare. Si tratta di una struttura o zona in cui i golfisti possono fare pratica di lancio; un campo per calibrare i tiri a una lunghezza di circa 200 metri.

Quali sono stati gli step principali di lavoro? A.S.: Il leitmotiv di tutto il progetto è stato quello di rispettare l’equilibrio ambientale. Questa attenzione è stata seguita in tutti gli step di progettazione. Si è trattata di una vera e propria progettazione integrata che ha coinvolto architetti, ingegneri strutturisti, impiantisti elettrici e un professionista paesaggista. Innanzitutto, abbiamo cercato di capire il giusto posizionamento del driving range e fatto uno studio accurato della conformazione e della topografia del terreno. Dopodiwww.casaeclima.com

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ché di che abbiamo fatto prima un tracciamento per definire il posizionamento corretto della struttura. Per fare questo è stata preziosa la collaborazione con il paesaggista Sandro Ricci, un professionista competente che lavora da anni per la committenza e che ha seguito con noi tutto l’aspetto ambientale, di piantumazione e del verde. Il progetto si è dunque sviluppato in stretta relazione con la natura ed è stato modificato grazie agli input dell’esperto paesaggista. Il progetto è diventato quindi la spinta per un intervento ambientale esteso al pendio e ai laghi sottostanti. Attraverso azioni antropiche di stabilizzazione si è salvaguardato l’equilibrio naturale del territorio.

Qual è la filosofia che sta dietro a questo progetto? M.F.: Il progetto si inserisce all’interno di un contesto magnifico, in cui la natura si impone. Abbiamo cercato di seguire la filosofia propria di Palazzo di Varignana, progettando una struttura a basso impatto ambientale, non invasiva, ma che si integrasse perfettamente con l’ambiente circostante. Per questo lo possiamo definire un vero e proprio intervento di architettura organica. Abbiamo dunque studiato una struttura che non fosse visibile dalle camere degli ospiti collocate appena sopra al driving range, ritagliando uno spazio ad hoc per i giocatori. Allo stesso tempo gli ospiti non verranno disturbati dalla presenza dei giocatori. Il driving range si presenta come una sorta di cavità nel terreno, tanto che non la si percepisce come una struttura staccata dall’ambiente circostante. È un vero e proprio driving range ipogeo, una costruzione insolita e affascinante, quasi invisibile dall’alto.

Potete descrivere il progetto nei dettagli? A.S.: La struttura del driving range è in calcestruzzo rivestita. Le sue linee ricordano quelle di una grotta scavata nel terreno. Si tratta di una struttura avvolgente, progettata per ospitare le postazioni dei giocatori. La sfida più importante è stata quella di trovare la giusta mediazione tra concept e realtà. È stato fatto uno studio molto approfondito sulla forma e sui materiali da utilizzare per la copertura del controsoffitto. Abbiamo optato per il Greenwood, un materiale in legno composito, che ricorda quello utilizzato sulle barche. Pur man48

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tenendo il pregio estetico, l’eleganza e il calore del legno offrono notevoli vantaggi propri del materiale plastico. La struttura è sostenuta e intervallata da dieci pilastri che corrispondono alle postazioni da gioco. Anche per i pilastri abbiamo deciso di utilizzare un materiale che si modifica nel tempo e soggetto a ossidazione, la lamiera COR-TEN. Si tratta di una lega di ferro e carbonio di grande robustezza e resistenza ai fenomeni corrosivi. È un materiale che sta diventando molto popolare in architettura, si presta molto bene a essere utilizzato come un rivestimento cucito su misura. Infatti, grazie alle sue capacità di modificarsi nel tempo, si instaura un dialogo visivo con l’ambiente circostante. La lamiera ricopre altri pilastri in acciaio più sottili che avrebbero dato, da soli, un’immagine più funzionale e specifica di un edificio. Invece, la nuova struttura è più massiccia ed è progettata per riprodurre la stessa biforcazione dei rami di ulivo presenti in loco. All’interno dell’edificio sono previsti tre spazi di servizio: sanitario, per distributori automatici di palline e un piccolo garage per i Ballpicker, piccoli robot per la raccolta di palline.

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DENTRO L’OBIETTIVO

MATERIALI E SOSTENIBILITÀ Tutto è relazione. Forme, materiali e colori del driving range sono in dialogo continuo con il territorio. Sostenibilità e tradizione sono centrali, sia nell’uso dei materiali, che nelle tecniche di costruzione. Sono stati privilegiati materiali quali pietra, acciaio e legno. Gli stessi pilastri che sostengono la struttura sono in acciaio e riprendono il colore e le forme dei tronchi di ulivo del luogo. La struttura dell’edificio non toglie spazio al verde. Infatti, il tetto è stato completamente ricoperto da prato e da piante autoctone, come un giardino pensile. La pavimentazione è fortemente drenante ed ecocompatibile, in modo da non interrompere l’equilibrio ambientale nello smaltimento dell’acqua piovana. Si ha dunque il cosiddetto “effetto prato”, l’acqua defluisce nel substrato sottostante e alimenta in modo naturale e costante le falde acquifere. Inoltre, sono pavimenti sicuri ed antiscivolo.

SCHEDA PROGETTO PROJECT MANAGEMENT/ DIREZIONE LAVORI Ing. Alberto Casalboni

ARCHITETTURA

Ci sono stati dei punti di criticità? A.S.: La sfida più importante è stata quella di realizzare certi dettagli della struttura, come quella di portare le doghe lineari a una forma curva. Specialmente nelle zone della conca d’angolo, questo ha comportato uno studio approfondito e simulazioni mirate. Abbiamo utilizzato una tecnologia quasi navale e si può parlare di ingegnerizzazione sia meccanica che architettonica. M.F.: Lo considero un vero e proprio lavoro di sartoria. È come se avessimo rivestito un’infrastruttura in cemento armato. Per fare un progetto integrato è stato necessario sviluppare il singolo dettaglio delle doghe e delle sezioni dei pali. Ogni dettaglio è stato studiato insieme all’impresa Tonon che si è occupata della realizzazione del progetto. Ad esempio, per realizzare le forme dei pali sono state fatte delle simulazioni, predisponendo delle dime di cartone. Successivamente, hanno tracciato con il cartone i profili dell’acciaio, utilizzando una macchina a taglio numerico (CNC).

Per chi è pensato il driving range? Il progetto non si rivolge solo agli ospiti di Palazzo di Varignana, ma a scuole o associazioni sportive. Il risultato ottenuto ha suscitato nuove idee di progettazione e di rigenerazione del territorio. Ad esempio, stiamo progettando una zona ad hoc con piscina, solarium e zona bar per i giocatori. Questo diventerà un nuovo punto focale all’interno del resort. 50

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Arch. Gianluca Corvina, Arch. Marco Fabbri, Ing. Antonio Scarano

STRUTTURE

Ing. Mauro Cevoli, Ing. Alessandro Fiorani, Ing. Claudia Conti

COMPUTI

Geom. Fabrizio Ripari

SICUREZZA

Ing. Andrea Amaducci

IMPIANTI ELETTRICI Ing. Alberto Frisoni, Per.Ind. Pierluigi Ferri

PAESAGGIO E VERDE Per.Agr. Sandro Ricci



DENTRO L’OBIETTIVO

Le Vele Bianche il condominio siciliano nZEB A Modica un complesso residenziale che si avvicina all’autosufficienza energetica, grazie all’apporto di fonti rinnovabili che consentono di coprire il 90% dei consumi ERIKA SEGHETTI

C

osì come le barche a vela sfruttano il vento per navigare, anche un’abitazione può utilizzare risorse naturali per produrre l’energia necessaria al suo funzionamento. È questo parallelismo ad avere ispirato Le Vele, un complesso edilizio realizzato a Modica dalla sede siciliana dello studio di architettura DAAA Haus. Realizzate nel 2019, Le Vele traggono dal mondo nautico non solo l’ispirazione estetica, ma anche il concetto della progettazione volta a

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massimizzare l’efficienza nel pieno rispetto dell’ambiente. Composto da 25 unità immobiliari e 5 mansarde, lo stabile è infatti uno dei pochi edifici dell’Isola che si avvicinano all’autosufficienza energetica. Tutte le unità edilizie sono in classe A4 e l’energia necessaria al funzionamento degli apparati comuni è generata da fonti rinnovabili che consentono di coprire il 90% dei consumi. A distanza di un anno dal completamento dei lavori sono stati effettuati i test e le rilevazioni dei consumi energetici (riscaldamento e


acqua calda sanitaria) grazie al sistema di contabilizzazione di cui è dotato ogni singolo appartamento. I risultati sono di una spesa media per ogni abitazione che oscilla fra i 300 e i 350 euro annuali, a cui si aggiunge una quota condominiale di 20-30 euro mensili che comprende anche la pulizia delle aree condominiali e gestione del verde esterno, i pagamenti per l’amministratore e un fondo cassa per la manutenzione ordinaria annuale dell’impianto. Vediamo nel dettaglio le scelte che sono state effettuate.

di materassini fonoassorbenti disposti su tutti gli orizzontamenti fra i piani, mentre tutte le pareti comuni di separazione verticale fra le unità edilizie sono state realizzate con doppia parete con interposta al suo interno una lastra piombata certificata. Sono state curate tutte le sigillature a terra e sul perimetro delle pareti in modo da creare una barriera acustica continua. Tutte le colonne di scarico passanti dai vari livelli di interpiano sono state realizzate con tubazioni corazzate a doppia camera e insonorizzate con aggiunta di lana di roccia nei punti sensibili. Le pareti esterne – costituite da poroton termico ad alta efficienza termica e acustica, il rivestimento a cappotto e gli infissi in PVC a 7 camere dotati di vetrocamera hanno fatto il resto.

ACUSTICA

GESTIONE E TRATTAMENTO DELLE ACQUE

Per tutte le unità abitative è stata progettata una sequenza di interventi atti a mitigare notevolmente ogni tipo di rumore sia strutturale che di provenienza esterna. La progettazione ha previsto l’applicazione

Nonostante le difficoltà dettate da un contesto densamente urbanizzato, l’edificio dispone di un accumulo idrico di 35 mc che capta le acque provenienti dalle coperture per il riutilizzo destinato all’irrigazione del verde presente e per gli interventi programmati di pulizia delle aree esterne e della rimessa. Acque che

LE VELE BIANCHE, vista esterna

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DENTRO L’OBIETTIVO

vengono utilizzate anche per tutte le aree esterne quali verande, balconi e terrazzi. Tutti questi spazi possiedono degli scarichi esterni intubati e non visibili fino al pozzetto di acque bianche in modo da consentire il lavaggio dei medesimi spazi in sicurezza, evitando percolamenti in facciata e ai piani inferiori. Anche grazie a questo sistema i prospetti dell’edificio si mantengono integri e puliti. Le acque a uso sanitario e le acque tecniche sono trattate a monte con un sistema di addolcimento centralizzato che elimina il calcare in eccesso e immette nella rete interna un’acqua che non danneggia elettrodomestici, tubazioni e impianti, allungando la vita utile di quest’ultimi. Il sistema di sollevamento dell’acqua è garantito da un gruppo di pompe inverter a modulazione continua che erogano potenza in proporzione alla richiesta idrica istante per istante. Questo consente un enorme risparmio di energia elettrica e consente di avere un flusso d’acqua costante in tutte le abitazioni, oltre che a un’estrema silenziosità.

SISTEMA DI RISCALDAMENTO E ACQUA CALDA SANITARIA Il cuore pulsante del progetto è la centrale termica dell’edificio. Collocata all’ultimo piano raccoglie tutta l’efficienza e la bontà della centralizzazione. Alimenta tutti gli impianti a bassa temperatura di tipo radiante delle trenta unità abitative con una unica caldaia a metano di ultima generazione che lavora in appoggio ad un’acqua tecnica. L’impianto solare termico interagisce con quest’ultima e fornisce acqua calda per uso sanitario a tutte le utenze con un accumulo inerziale di 3.000 lt. Il sistema garantisce una copertura del 100% del fabbisogno per circa 7 mesi all’anno, mentre viene integrato nei restanti mesi dalla caldaia. Da una media attendibile si può affermare che la produzione di acqua calda è coperta in maniera gratuita per circa l’80% dei costi necessari dall’energia solare. La parte riscaldamento – grazie alla tecnologia degli impianti a bassa temperatura che lavorano mediamente a 35° C, all’integrazione solare e alla grande qualità dell’involucro edilizio ove sono state ridotte drasticamente le dispersioni termiche – ha consumi più bassi di un impianto tradizionale di circa il 60%. A questo si aggiunge il comfort abitativo dato dal sistema radiante che crea un ambiente privo di flussi d’aria e movimentazione di polveri facendo godere di un tepore confortevole e senza gli inutili ingombri di termosifoni e altri corpi scaldanti. 54

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PROSPETTO ESTERNO


AREE COMUNI INTERNE

In un ambito condominiale dove si è introdotta la centralizzazione un aspetto di primaria importanza è stata la contabilizzazione delle spese legate al consumo di energia. Il progetto ha previsto un sistema di misurazione del calore mediante contabilizzatori di calore disposti in prossimità degli ingressi di ogni unità abitativa. Questi dispositivi misurano l’energia effettivamente richiesta e consumata dal singolo utente per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria e ogni mese trasmettono i dati all’amministratore di condominio.

ILLUMINAZIONE Le parti comuni dell’immobile costituiscono zone necessarie alla funzionalità dell’edificio, ma generano sempre costi legati al consumo di energia. L’edificio è dotato di un’illuminazione condominiale esterna che caratterizza l’edificio e ne esalta le forme non gestibile dal singolo utente, ma che si attiva in notturna autonomamente. Tutti i corpi illuminati sono con tecnologia led e anche l’illuminazione interna dei vani scala, percorsi comuni e rimessa è automatizzata. La parte illuminazione ha consumi molto bassi: le circa cento lampade che illuminano l’esterno hanno assorbimenti compresi fra i 2 e 4 W. Le altre utenze connesse al comune utilizzo sono le pompe principali dell’impianto idrico che abbiamo descritto prima, l’ascensore e tutti gli apparati elettrici presenti. Una nota va spesa anche per il moderno ed efficiente ascensore di ultima generazione con portata da 680 kg che assorbe soltanto 3,5 kW di energia elettrica.

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SPAZI ESTERNI VIVIBILI

FOTOVOLTAICO

AREE ESTERNE VIVIBILI

In risposta alla necessità di energia elettrica necessaria al funzionamento generale di tutti gli impianti comuni è stato installato un impianto fotovoltaico dimensionato per compensare quasi totalmente i costi di energia da ripartire ai condomini.

Altro aspetto fondamentale che si lega al concept principale del progetto è stato quello di dotare tutti gli appartamenti di spazi esterni vivibili. Tutte le unità possiedono infatti uno spazio esterno arredabile e fruibile come naturale estensione del living interno.

INFISSI E IRRAGGIAMENTO SOLARE Anche le aperture esterne sono state dettagliatamente studiate. Le aperture sono state occupate da un sistema di controtelaio monoblocco costruito interamente in PVC e materiale isolante già predisposti per ospitare il cappotto di parete esterno e la finitura a intonaco e gesso interna. Nello spazio della murata sono state alloggiate le guide per lo scorrimento di schermature solari motorizzate che, grazie al movimento rotatorio delle alette, consentono di dosare la quantità di aria e luce desiderata.

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SCHEDA PROGETTO PROGETTO DAAA Haus sede di Ragusa PROJECT MANAGEMENT Arch. Mario Castello, Progettista e direttore dei lavori PARTNERS SUPPORTO TECNICO E COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA Arch. Giorgio Occhipinti e Arch. Daniele Migliorisi PROGETTAZIONE IMPIANTI MG Project, Ragusa, Ing. Marcello Tirrito e partners IMPRESA REALIZZATRICE GSA Costruzioni s.r.l. dei F.lli Avola, Modica


NIENTE PIÚ INSTALLAZIONI LUNGHE E COMPLESSE

Pressione idrica troppo bassa, temperatura instabile, rumorosità della pompa o delle tubazioni, consumi idrici eccessivi, dimensionamento e scelta della pompa errati, installazioni lunghe e complesse: i sistemi di rilancio idrico costringono installatori e utenti a superare molte difficoltà. Nel Grundfos Lab puoi scoprire come risparmiare fino a due ore di lavoro sugli impianti: ti forniremo le competenze e gli strumenti necessari per risolvere rapidamente i problemi più comuni legati all’aumento della pressione negli impianti domestici. Registrati e miglioriamo insieme i sistemi di rilancio. Ti diamo il benvenuto nel Grundfos Lab grundfos.it

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MIGLIORIAMO I SISTEMI DI RILANCIO IDRICO


PROGETTO FEEDSCHOOLS

Favorire la riqualificazione degli edifici scolastici in ottica nZEB Un bilancio del progetto europeo Feedschools, che mette a disposizione delle amministrazioni locali un tool per facilitare l’avvio degli interventi di riqualificazione energetica a cura di SEBASTIAN BENDINELLI

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ome richiesto dall’articolo 5 della Direttiva EED, l’Italia si impegna a riqualificare annualmente almeno il 3% della superficie degli immobili della Pubblica Amministrazione Centrale. A questo scopo è stato avviato nel 2014 il programma PREPAC, che a fine 2020 risultava aver iniziato 195 progetti di riqualificazione energetica per un valore di 270 milioni di euro. A partire da quest’anno è in corso una profonda revisione degli obiettivi europei per l’efficienza energetica degli edifici, nell’ambito di quella che è stata definita – nella Comunicazione della Commissione europea al Parlamento e al Consiglio del 14 ottobre

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2020 – una “ondata di ristrutturazioni” (renovation wave). In questa strategia, gli edifici pubblici ricoprono un ruolo fondamentale: la Commissione prevede infatti, tra le altre cose, di estendere i requisiti in materia di ristrutturazione agli edifici di tutti i livelli della P.A. (non solo centrale), aumentando l’obbligo annuale di ristrutturazione in concomitanza con la revisione della direttiva sull’efficienza energetica, prevista entro il 2021. È chiaro quindi che, nei prossimi anni, numerosi interventi di riqualificazione interesseranno anche l’edilizia scolastica, tasto particolarmente dolente nel nostro Paese.


EDILIZIA SCOLASTICA E APPROCCIO NZEB Gli edifici scolastici sul territorio italiano sono circa 15.000, costruiti per la maggior parte prima dell’entrata in vigore delle norme sull’efficienza energetica. Con il D.M. dell’8 gennaio 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo, il Ministero dell’Istruzione ha assegnato agli enti locali un importo complessivo di circa 835 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico degli istituti scolastici, sulla base dei piani di intervento che tutte le province, città metropolitane ed enti di decentramento regionale hanno presentato entro il termine del 17 novembre 2020. Nella maggior parte dei casi si tratta di interventi di ristrutturazione, ampliamento e messa in sicurezza degli edifici: più rari gli interventi di riqualificazione più ambiziosi, come la trasformazione degli edifici scolastici esistenti in edifici nZEB. A frenare non è tanto la mancanza di fondi, né le problematiche tecniche, ma le difficoltà burocratiche e la mancanza di know-how specifici, in particolar modo all’interno degli enti locali più piccoli. Il progetto europeo Feedschools – finanziato dal programma Interreg Central Europe 2014-2020 e coordinato in Italia da Enea – è nato per affrontare proprio questo problema, con l’obiettivo di elaborare nuove soluzioni non solo tecniche, ma anche finanziarie, da fornire alle autorità locali per implementare le attività di ristrutturazione degli edifici scolastici secondo l’approccio nZEB. Nel concreto, il progetto ha previsto lo sviluppo di un kit di strumenti di supporto transnazionale e olistico, e una banca dati web di buone pratiche, oltre a un percorso formativo focalizzato sul cambiamento comportamentale nelle scuole pilota e la realizzazione di 48 diagnosi energetiche semplificate negli edifici scolastici scelti dai partner. I progetti pilota sono stati svolti in 6 Paesi europei: Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Polonia e Slovenia. In ciascuno sono state coinvolte 8 scuole, prendendo separatamente tre diversi spazi funzionali: la classe, la palestra e la mensa. Per saperne di più, abbiamo parlato con l’Ing. Maria-Anna Segreto, Responsabile Laboratorio Soluzioni Energetiche Integrate (DUEE SPS SEI) di Enea.

C&C: In cosa consiste il progetto e come si è sviluppato? M.S.: Si tratta di due progetti “gemelli”: Feedschools ha come area di intervento il Central Europe, mentre Teeschools riguarda l’area mediterranea. I due progetti sono nati insieme e sono volutamente molto simili. Volevamo affrontare la tematica della riqualificazione in chiave nZEB degli edifici pubblici, in particolare di quelli scolastici in aree climatiche diverse tra loro. Spesso la normativa europea si concentra sulle aree più fredde e non prende in considerazione quelle meridionali, non tenendo conto dell’efficientamento energetico dal punto di vista estivo. Di recente è stata approvata anche un’estensione del progetto (MeetMED2), che farà in modo di applicare la metodologia e il tool sviluppato da Teeschools e migliorato da Feedschools nelle aree arabe e nordafricane, con caratteristiche termiche decisamente diverse rispetto alle nostre.

Come funziona il kit sviluppato nell’ambito del progetto? Si tratta di un kit di diagnosi semplificata. Com’è noto, per progettare una riqualificazione, soprattutto in chiave nZEB, è necessaria una diagnosi di partenza. Spesso però queste diagnosi non vengono affrontate: i responsabili delle scuole e, nel caso italiano, i Comuni non hanno certezze su quali possano essere i benefici di una riqualificazione. Per questo il nostro è un passo preliminare: con il nostro tool, l’Energy Manager del Comune o, in altri Paesi, il responsabile della manutenzione o della parte energetica delle scuole, può fare delle ipotesi sullo stato di fatto dell’edificio scolastico utilizzando i dati che sono presenti nella bolletta e altri semplici dati geometrici, e da lì ipotizzare delle azioni di miglioramento da cui potrà ricavare in termini percentuali, e in alcuni casi anche numerici, l’entità del risparmio ottenibile. In più, per il tool sviluppato in Feedschools abbiamo anche un modulo finanziario: inserendo eventuali percentuali a fondo perduto che arrivano da progetti nazionali, si può capire qual è la percentuale necessaria affinché il progetto diventi efficace non solo dal punto di vista energetico, ma anche economico.

A questo proposito, quali sono le forme di incentivazione che potrebbero spingere le amministrazioni locali ad affrontare un percorso di questo tipo? Per quanto riguarda il sistema Italia, sotto certi aspetti siamo più fortunati, perché la riqualificazione nZEB prevede l’accesso a due diversi meccanismi incentivanti: da un lato abbiamo il Conto Termico, che rifonde la scuola o il comune del 65% della cifra spesa se la riqualificazione avviene in chiave nZEB. In più le regioni, attraverso i bandi POR FESR, hanno emesso – e continueranno a farlo anche nei prossimi anni – dei bandi a fondo perduto che coprono normalmente dal 30 al 40% delle spese, e in ogni caso il 100% del costo della diagnosi energetica. Sommate al 65% del Conto Termico in alcuni casi queste percentuali permettono di arrivare fino al 100%. Se il progetto è fatto bene, in Italia è possibile riqualificare una scuola a costo zero. Alcune delle scuole partner del progetto hanno partecipato ai bandi e ottenuto i fondi per le riqualificazioni.

Quali e quante scuole hanno partecipato al progetto? Al progetto Feedschools, a livello italiano, hanno partecipato in tutto 8 scuole, 5 a Udine e 3 a Bologna, ma con 24 blocchi di diagnosi. Per ogni scuola è stata fatta una diagnosi separata per la palestra, la mensa o il refettorio, che spesso erano in edifici separati. Quindi per noi è come se si fosse trattato di 24 edifici differenti. In Teeschools invece il nostro partner di progetto era il Comune di Castel San Pietro Terme (BO), dove abbiamo lavorato su 5 scuole di tutti i gradi, dalla scuola dell’infanzia alle superiori e due di questi edifici hanno usufruito di fondi regionali e nazionali per essere riqualificate.

Quali sono i prossimi passi? Il progetto Teeschools si è concluso il 31 gennaio, ma lo stiamo capitalizzando sotto diverse forme e all’interno di un altro progetto, sempre nell’ambito della Interreg Med, che si chiama Effiwww.casaeclima.com

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PROGETTO FEEDSCHOOLS

cient Building. Abbiamo messo il tool a disposizione dei Comuni e li accompagniamo nell’utilizzo. In più, inizieremo un’attività chiamata Living Lab, attraverso cui faremo dei workshop tematici. Ognuno di questi avrà come destinatario una diversa tipologia di utente: può essere il tecnico del Comune, il preside della scuola o il professionista. Durante i workshop faremo vedere come si usa il tool in fase preliminare e quali vantaggi si possono avere, anche dal punto di vista economico e finanziario.

La risposta da parte delle amministrazioni locali è stata positiva? Sì, per questo siamo molto soddisfatti. Abbiamo ricevuto molte lettere di interesse, e in molti hanno chiesto di poterci incontrare per ricevere una piccola lezione sull’utilizzo del software. C’è stato molto interesse anche dall’estero, tanto che abbiamo dovuto frenare le partecipazioni, perché non avevamo abbastanza fondi per fare lo stesso in altri Paesi.

Lo stato di degrado dell’edilizia scolastica nel nostro Paese è ben noto. Come mai sono così poco diffusi gli interventi orientati alla prevenzione e non soltanto alla riparazione dei danni più evidenti?

BOLOGNA. I tre edifici scolastici che hanno partecipato al progetto

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Durante il progetto ci siamo posti spesso questa domanda: perché le scuole, nonostante queste possibilità, non si attivano? Abbiamo subito notato che le barriere principali non sono tanto di natura tecnica – perché i tecnici competenti e preparati ci sono – ma nascono innanzitutto dalla scarsa conoscenza di questi meccanismi incentivanti da parte dei Comuni. Le amministrazioni locali, specialmente quelle più piccole, non hanno una figura che possa dedicarsi a seguire i bandi che vengono pubblicati e che conoscano bene tutte le tipologie di detrazione a disposizione. Anche portare avanti la partecipazione a un bando rappresenta spesso un onere. Bisogna quindi distinguere i due problemi: non sempre si tratta di mancanza di personale, a volte il personale c’è ma non ha una competenza specifica in questa materia. Capitolo a parte riguarda il problema dei fondi, che spesso mancano, e l’eccessiva burocrazia: i bandi più “impegnativi” prevedono una parte di rendicontazione che difficilmente un piccolo comune sarà in grado di affrontare internamente.


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Vista dell’aggregato piazza Umberto I

Riparazione e restauro dell’aggregato Piazza Umberto I Un approccio di Universal Design per il palazzo sede storica del Municipio di Paganica in Provincia dell’Aquila GIUSTINO IOVANNITTI Consigliere tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila PAGANICA. Ingresso della delegazione municipale a lavori ultimati

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CASE HISTORY | POST SISMA

L’

intervento di riparazione dei danni conseguenti al sisma del 06 aprile 2009, e di miglioramento sismico dell’aggregato n. 1452 del Comune dell’Aquila, interessa un isolato che risulta fortemente integrato nella forma urbana del Centro Storico di Paganica. Il complesso edilizio presenta una tipologia di aggregazione a corte aperta, con al suo interno dei vicoli e delle corti, ed è circoscritto da Piazza Umberto I, Via Roma, Via del Municipio e Via degli Angeli. Dalla ricerca documentale, dai rilievi e dalle le indagini conoscitive è risultato che gli immobili sulla piazza risultano costruiti su preesistenze sorte alla fine del X secolo intorno alla pieve di Santa Maria, probabilmente posizionata sul sito dell’attuale chiesa parrocchiale, insieme alla Fara di origine bizantina. Tali immobili hanno seguito poi le vicende storiche del paese con la partecipazione, come capo quarto, alla fondazione della città dell’Aquila nel 1424, la devastazione del terremoto del 1349 e la distruzione del Castello di Paganica a opera di Fortebraccio da Montone nel 1423.

LASER SCANNER 3D. Rilievi strumentali dei prospetti esterni 64

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COMPLESSO EDILIZIO L’impianto urbano della frazione derivante dalla ricostruzione post terremoto del 1703 e dalle espansioni avvenute nell’Ottocento con il suo sistema di percorsi e piazze, trova nella Piazza Umberto I uno dei centri di aggregazione principale. La Piazza è delimitata dalla Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, dalla quinta urbana costituita dal Palazzo dei Duchi di Costanzo e dalla sua corte di rappresentanza, e infine dal prospetto sud dell’aggregato oggetto del nostro intervento di riparazione e miglioramento sismico. Nell’aggregato sono state individuate 10 Unità Strutturali, con caratteristiche morfologiche e strutturali molto eterogenee, ma benché la suddivisione in unità strutturali appaia netta seguendo la continuità in elevazione delle murature portanti, tutte le porzioni di aggregato fanno parte integrante di un organismo edilizio e, come tale, gli


interventi necessari alla sua riparazione sono stati progettati e realizzati in modo unitario. L’edificio posto all’angolo davanti alla chiesa parrocchiale ospitava la Casa Comunale e, tra il 1869 e il 1872, ha subito un sostanziale intervento di ristrutturazione con ampliamento che prevedeva il rinforzo di “tutto ciò che può essere rafforzato con opere murarie; si apriranno nuove porte e nuove finestre, si rimuoveranno gli angoli per sostituivi quelli in pietra; si rafforzeranno i muri tutti per poter sostenere il sopraccarico che dovranno avere per la sopraelevazione”. Da allora la struttura, che possiamo individuare come un’edificazione a torre, divenuta sede del Municipio, non era stata sottoposta ad alcun intervento strutturale e dal momento in cui si erano evidenziati problemi di solai ballerini e di difficoltà di accesso ai piani superiori, l’utilizzo ne era stato limitato al primo livello per poi essere successivamente abbandonato. L’immobile è costituito da tre livelli fuori terra più la soffitta, gli orizzontamenti sono a volta in laterizio al primo livello e in acciaio e laterizio ai piani sovrastanti, la copertura è invece con struttura portante in legno. Come caratteristiche architettoniche di pregio sono invidiabili le volte ai piani più bassi, i contorni lapidei angolari e delle aperture sui prospetti, la presenza di fasce marcapiano con decori lapidei, i balconi in pietra e la copertura in legno. Nel piano

INTERVENTI STRUTTURALI sulla muratura con iniezioni

MESSA A NUDO della muratura portante più alto è presente anche un orologio sul prospetto verso la Piazza. Per questo immobile avente destinazione pubblica, si è privilegiato un approccio alla progettazione secondo i principi dell’Universal Design per agevolare le persone con disabilità e permettere una totale accessibilità degli spazi pubblici, prevedendo l’adeguamento igienico sanitario con la realizzazione dei servizi igienici e la predisposizione di un vano ascensore che permetterà il raggiungimento di tutti i piani, convinti che un progetto inclusivo degli spazi sia un requisito essenziale per permettere il pieno godimento dei diritti civili, e per condurre una vita di relazione e assolvere alla responsabilità sociale del progettista di opere pubbliche. Per quanto concerne la seconda unità strutturale, questa mostra, nella tipologia costruttiva e nei caratteri architettonici, le medesime espressioni edilizie dell’unità principale, in essa sono presenti attività commerciali al piano terra, mentre i piani superiori sono a uso residenziale. L’edificio è realizzato in muratura portante in pietra con tre livelli fuori terra più la soffitta per quasi tutta la sua estensione, a parte una porzione presumibilmente dovuta a un ampliamento, con solo due piani fuori terra. Gli orizzontamenti sono a volta in laterizio al primo livello e in acciaio e laterizio ai piani sovrastanti, la copertura è invece con struttura portante in legno. Come caratteristiche architettoniche sono individuabili: i contorni lapidei delle aperture sui prospetti, la presenza di fasce marcapiano e i balconi in pietra. Le ulteriori Unità Strutturali presentano stesse problematiche essendo queste costituite da fabbricati strutturalmente interconnessi in muratura portante in pietra di due o tre livelli con coperture lignee. Sui prospetti principali sono presenti elementi lapidei a contorno delle aperture e dei balconi in pietra, gli sporti di gronda, spesso, sono stati oggetto di lavori di restauro che ne hanno sostituito l’impianto originario, presumibilmente con zampini lignei. www.casaeclima.com

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CASE HISTORY | POST SISMA I DANNI Le sollecitazioni prodotte dal sisma del 6 aprile 2009 hanno prodotto le prevedibili conseguenze per un simile impianto costruttivo, con evidenti segni di sforzo da taglio nelle murature portanti dei livelli inferiori e accenni di ribaltamento di quelle esterne dei piani in elevato; la carenza strutturale degli orizzontamenti e le irregolarità distributive in planimetria e in elevato hanno comportato il cedimento strutturale di solai e coperture e, in alcune situazioni, anche il crollo degli stessi. Particolare rilevanza assume per le strutture verticali la carenza di connessione tra murature ortogonali e la mancanza di un cordolo interpiano e in copertura, con la presenza di un quadro lesionativo notevolmente preoccupante che lasciava presupporre ad accenni di ribaltamento delle murature e alla mancanza di un comportamento scatolare degli edifici nel loro insieme rendendo necessario l’intervento dei VV.FF. onde puntellare le facciate e i solai pericolanti. Per quanto concerne l’Unità numero 10 le tecniche rudimentali di realizzazione, la mancanza di alcun intervento di manutenzione, l’hanno resa particolarmente vulnerabile agli eventi sismici che ne hanno causato il crollo di pressoché tutti gli orizzontamenti e di gran parte delle murature.

LE SCELTE PROGETTUALI Gli interventi strutturali progettuali sono tesi alla riduzione della vulnerabilità sismica e alla eliminazione delle carenze strutturali riscontrate in fase di rilievo. Questi sono orientati a far raggiungere al complesso edilizio un livello di sicurezza pari almeno al 60% di quello corrispondente a una struttura adeguata ai sensi delle NTC 2008, in termini di accelerazione al suolo. Le priorità seguite durante la progettazione degli interventi sono state le seguenti: ■ riparazione degli elementi danneggiati dagli eventi sismici; ■ collegamenti tra orizzontamenti e maschi murari e fra i singoli maschi murari; ■ riduzione delle spinte generate dalle coperture e ove ricorra il caso nelle strutture voltate; ■ adeguamento delle sezioni resistenti inerenti gli orizzontamenti e irrigidimento degli stessi; ■ riduzione dei vuoti nei maschi murari (presenza di nicchie, cavità, imperfezioni costruttive), effettuati mediante la tecnica dello scuci-cuci o attraverso la 66

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RINFORZO DELLE MURATURE mediante applicazione di rete in fibra di vetro (G.F.R.P.) e iniezioni di miscela di leganti


scarnitura e il rinzaffo degli elementi costituenti i maschi murari; incremento della resistenza alle azioni sismiche delle murature più sollecitate.

I LAVORI L’impresa esecutrice è stata la società I Platani del Consorzio Costruttori Paganica che ha eseguito i lavori di: ■ Consolidamento delle superfici voltate mediante applicazione sulla superficie di estradosso di rete in fibra di vetro (G.F.R.P.) e malta cementizia, applicazione perimetrale di cordolatura metallica fissata alle pareti mediante perforazioni e l’ausilio di resine; ■ Rinforzo delle pareti mediante applicazione di rete in fibra di vetro e malta cementizia con spessore minimo 3 cm.; ■ Sostituzione di alcuni solai intermedi realizzati con sezioni nettamente non idonee staticamente alle condizioni di esercizio con nuovi solai della medesima tipologia costruttiva e una soletta armata di ripartizione con cordolatura perimetrale con angolare metallico fissata alle pareti; ■ Sostituzione della copertura lignea degradata e con sezioni non idonee ad assolvere alla propria funzione portante; ■ Demolizione e ricostruzione dei maschi murari realizzati con caratteristiche non idonee alla trasmissione dell’azione sismica o parzialmente crollati. I nuovi maschi, previa la realizzazione di una cordolatura in c.a. sulla fattispecie muraria sottostante, saranno edificati con blocchi forati in laterizio antisismico. L’unità che presenta un’intelaiatura in c.a. con orizzontamenti e copertura in latero-cemento risulta interconnessa alla muratura in pietra delle unità attigue, essendo stata edificata ricavando delle nicchie nelle stesse. I pilastri, incassati nelle murature di pietra, sono in perfette condizioni e quindi si è ritenuto di non intervenire con un eventuale giunto tecnico, che sarebbe risultato anche di difficile realizzazione vista la conformazione strutturale. Per tale unità strutturale è stato previsto di realizzare gli interventi strutturali tramite rinforzo d’angolo e di facciata con materiale composito dei nodi trave/pilastro e l’apposizione di rete antiribaltamento in fibra di vetro sulle tamponature perimetrali esterne. L’unità strutturale numero dieci è composta da fab-

FASI DELL’ESECUZIONE dei rinforzi d’angolo dei nodi trave/pilastro tramite placcaggio fibrorinforzato FRP

NUOVE COPERTURE IN LEGNO

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CASE HISTORY | POST SISMA

bricati interconnessi realizzati a saturazione della corte centrale. I fabbricati sono stati costruiti con elementi di edilizia povera e sono presenti due piani fuori terra più una soffitta. L’edificio è quasi interamente crollato e quindi si è proceduto alla sua sostituzione edilizia con un nuovo edificio realizzato giuntato dal resto dell’aggregato edilizio, le pareti al piano seminterrato, parzialmente controterra, saranno realizzate in c.a. con fondazioni sempre in c.a. e l’ausilio di malta cementizia alle pareti in pietra esistenti; le pareti ai piani superiori saranno realizzate con blocchi antisismici in laterizio e cordolature in c.a. ai vari livelli; tutti gli orizzontamenti compresa la copertura saranno realizzati in latero-cemento.

INTERVENTI PREVISTI Gli interventi progettuali non comportano mutamenti di sagoma e volumetrici per quanto concerne tutto l’aggregato edilizio e pertanto vengono mantenute tutte le caratteristiche plano-volumetriche esistenti. Per quanto concerne le facciate dell’edificio si procederà ripristinando le finiture originarie. L’apposizione del rinforzo con rete in G.F.R.P. verrà effettuato fino alle cornici delle finestre lasciando la loro superficie inalterata. L’apposizione del rinforzo con rete in G.F.R.P. si fermerà, dove presenti, in corrispondenza delle fasce marcapiano onde non deturparne l’aspetto esteriore mentre i decori inerenti l’intonaco saranno riprodotti conformemente agli originali. I capochiave delle cordolature metalliche ai livelli intermedi saranno incassati nella muratura e ricoperti da intonaco. Il manto di copertura sarà ripristinato in tutto e per tutto uguale a quello preesistente. Le gronde ove vengono demolite verrà realizzata con zampini lignei e tavolato. Come si evince dalla relazione di calcolo, la struttura ha conseguito un livello di sicurezza corrispondente alle 68

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SOSTITUZIONE DEI SOLAI INTERMEDI con armatura di ripartizione e cordolatura perimetrale con angolare metallico fissato in parete

previsioni progettuali. La scelta di apporre il rinforzo mediante reti in G.F.R.P. su entrambe le facce relativamente a gran parte delle pareti, è derivato dalla presenza su di esse di notevoli danni in fase sismica e alla individuazione di una fattispecie muraria disaggregata e lontana dai necessari requisiti. Inoltre la presenza di non adeguati collegamenti nelle connessioni murarie d’angolo ha fatto protendere verso questa tipologia di intervento che tramite le perforazioni armate con barre di acciaio B450C di collegamento tra le reti, avrebbe ottimizzato le connessioni. La sostituzione degli orizzontamenti intermedi è stata effettuata soltanto nei casi inevitabili e mai per quelli con caratteristiche di pregio. Quindi tale tipologia di intervento si è limitata a quegli orizzontamenti con uno stato di conservazione precario e per i quali non era possibile tramite un consolidamento raggiungere un livello di sicurezza soddisfacente.

CONSOLIDAMENTO DELLE VOLTE in pietra o in laterizio con reti e connettori abbinati a malta e realizzazione di una cappa collaborante a basso spessore


Per quanto concerne le porzioni di copertura lignea sostituite, è da tener presente che le fattispecie considerate versavano in un pesante stato di degrado, che le rendeva irrecuperabili e che l’intervento di sostituzione è stato eseguito mantenendo la stessa tipologia esecutiva. La demolizione di maschi murari ha riguardato elementi senza le necessarie caratteristiche statiche ad assolvere la propria funzione portante e/o parzialmente crollati. Gli impianti tecnologici presenti, sono stati necessariamente rimossi per permettere gli interventi di demolizione dei massetti e delle pavimentazioni e successivamente degli interventi di rinforzo strutturale e pertanto si è provveduto al loro totale rifacimento. Il miglioramento energetico è stato realizzato sostituendo gli infissi e apponendo l’isolante termico in copertura.

Il presente articolo è tratto dal libro “La ricostruzione dell’Aquila. Rassegna di restauro” edito da Carsa Edizioni, dicembre 2019. info@carsaedizioni.it. L’articolo è stato pubblicato anche sul n° 2/2021 de “Il Giornale dell’Ingegnere”.

SCHEDA PROGETTO COMMITTENZE Consorzio PIAZZA UMBERTO I Presidente sig. Claudio Rossi PROGETTAZIONE PAGUS ENGINEERING Ing. Giustino Iovannitti COLLABORAZIONE Ing. Pierluigi Panico DIREZIONE DEI LAVORI PAGUS ENGINEERING Ing. Giustino Iovannitti COLLABORAZIONE Ingg. Giuseppe Luongo e Gianmaria Cerchiara COORDINAMENTO SICUREZZA PAGUS ENGINEERING Ing. Giustino Iovannitti IMPRESA AFFIDATARIA Consorzio Costruttori Paganica S.c.ar.l. IMPRESA ESECUTRICE I PLATANI srl


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Decreto Sostegni bis, il nuovo contributo a fondo perduto Come si calcolano gli importi dei contributi a fondo perduto? Quali sono le percentuali di indennizzo e come si possono richiedere? a cura di ASSOCAAF

I

l Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Sostegni bis. Il testo definitivo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio 2021. Il contributo a fondo perduto si articola su tre componenti:

1. un contributo riconosciuto in automatico e pari al contributo a fondo perduto, previsto dal decreto Sostegni, per coloro che hanno presentato la domanda entro il 28 maggio 2021; 2. un contributo determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei


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corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020; 3. un contributo a fondo perduto, con finalità perequativa, a condizione che vi sia un peggioramento del risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, rispetto a quello relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019.

CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO RICONOSCIUTO IN AUTOMATICO È riconosciuto, in automatico, un ulteriore contributo a fondo perduto a favore di tutti i soggetti che hanno ottenuto il precedente contributo di cui all’art.1 del d.L. 41/2021, Decreto Sostegni. Per richiedere il contributo di cui al Decreto Sostegni c’era tempo fino al 28 maggio 2021. Il nuovo contributo a fondo perduto spetta nella misura del 100% del contributo già riconosciuto ai sensi dell’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41. Esso è corrisposto dall’Agenzia delle Entrate: ■ mediante accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo; oppure ■ sotto forma di credito d’imposta, nel caso in cui fosse stata effettuata tale scelta per il precedente contributo del DL Sostegni. Devono essere rispettate le seguenti condizioni: ■ alla data di entrata in vigore del Decreto Sostegni bis la partita IVA deve risultare ancora attiva; ■ il contributo a fondo perduto del DL numero 41 del 2021 non deve essere stato restituito o percepito indebitamente.

del 30% rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020. Per determinare il fatturato si fa sempre riferimento alla data di effettuazione dell’operazione. Di cessione di beni o di prestazione dei servizi.

Come si calcola il contributo? L’ammontare del contributo spettante in via alternativa è determinato applicando le seguenti percentuali alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020.

Per coloro che NON hanno richiesto il contributo del primo Decreto Sostegni: ■

Per coloro che, in precedenza, hanno ottenuto il contributo del Decreto Sostegni valgono le seguenti percentuali: ■

CONTRIBUTO ALTERNATIVO A QUELLO AUTOMATICO ■

In alternativa al contributo automatico, se più favorevole, può essere richiesto all’Agenzia delle Entrate uno specifico contributo a fondo perduto. Solo chi riterrà di avere subìto perdite maggiori in quest’ultimo lasso di tempo presenterà un’istanza all’Agenzia delle Entrate. Il contributo a fondo perduto alternativo spetta (in presenza dei requisiti) anche ai titolari di partita IVA che entro il 28 maggio 2021 non hanno richiesto il bonus del primo Decreto Sostegni. Possono beneficiarne imprese, professionisti e titolari di redditi agrario che rispettano i seguenti requisiti: ■ alla data di entrata in vigore del Decreto Sostegni bis la partita IVA risulta essere attiva; ■ i ricavi/compensi 2019 non sono superiore a 10 milioni di euro; ■ l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 è inferiore almeno 72

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91% per i soggetti con ricavi e compensi 2019 non superiori a centomila euro; 60% per i soggetti con ricavi o compensi 2019 superiori a centomila euro e fino a quattrocentomila euro; 50% per i soggetti con ricavi o compensi 2019 superiori a quattrocentomila euro e fino a 1 milione di euro; 40% per i soggetti con ricavi o compensi 2019 superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro; 30% per i soggetti con ricavi o compensi 2019 superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.

60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a centomila euro; 50% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a centomila euro e fino a quattrocentomila euro; 40% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a quattrocentomila euro e fino a 1 milione di euro; 30% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro; 20% per i soggetti con ricavi o compensi indicati superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.

Se l’importo del contributo così determinato è superiore rispetto a quello calcolato sulla base del Decreto Sostegni, la differenza si aggiunge alla somma che verrà ricevuta in automatico. Per beneficiare di tale contributo è sempre necessario presentare apposita istanza, con le modalità che saranno definite da apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Il contributo è sempre detassato e non può essere superiore a 150.000 euro. Per i soggetti obbligati alla presentazione delle comunicazioni della liquidazione periodica IVA (c.d Li.Pe.), l’istanza può essere presentata esclusivamente dopo la presentazione della comunicazione riferita al primo trimestre 2021, avente scadenza 31 maggio 2021.


IL CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO BASATO SUL PEGGIORAMENTO DELL’UTILE D’ESERCIZIO Un ulteriore contributo a fondo perduto è riconosciuto sempre a imprese, professionisti e titolari di reddito agrario a condizione che: ■ abbiano un monte ricavi/compensi 2019 non superiore a 10 milioni di euro; ■ vi sia un peggioramento del risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, rispetto a quello relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, in misura pari o superiore alla percentuale definita con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze. A differenza degli altri contributi a fondo perduto, questo prende come parametro l’utile di esercizio.

Il contributo sarà riconosciuto: applicando alla differenza del risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020

rispetto a quello relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, al netto dei contributi a fondo perduto eventualmente riconosciuti dall’Agenzia delle Entrate ai sensi dell’articolo 25 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, degli articoli 59 e 60 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, degli articoli 1, 1-bis e 1-ter del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, dell’articolo 2 del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, dell’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, e del presente articolo, commi da 1 a 3, la percentuale che verrà definita con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze (art.1 comma 20 bozza Sostegni-bis). In sostanza, si terrà conto anche dei ristori e dei sostegni percepiti nel 2020 e nel 2021. L’istanza per il riconoscimento del contributo può essere trasmessa solo se la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020 è presentata entro il 10 settembre 2021. In anticipo, rispetto alla scadenza ultima del 30 novembre 2021. Anche in questo caso l’importo massimo del contributo non può essere superiore a 150.000 euro e il contributo non concorre al reddito tassabile.

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Un invito al cambiamento in nome della salute Rilanciare il settore del verde per renderlo protagonista delle scelte politiche. Questo l’ambizioso obiettivo del primo “Libro Bianco del Verde”, voluto da Confagricoltura e Assoverde ASSOVERDE

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a pandemia ha messo in luce il grande beneficio che il verde urbano può apportare alla vita quotidiana: parchi, giardini e, più in generale, piante e alberi negli spazi delle città contribuiscono significativamente alla sensazione di benessere derivante dalla loro fruizione o dalla loro semplice presenza. Di qui la necessità di un cambio di passo nelle metodiche di cura del verde, che spesso risultano obsolete o di scarsa qualità rispetto agli standard imposti dalle nuove conoscenze e sensibilità. Confagricoltura e Assoverde – in collaborazione con istituzioni, enti pubblici, università ed enti di ricerca, ordini professionali, associazioni e rappresentanze del settore – nel webinar del 29 aprile hanno presentato i primi risultati del “Libro Bianco del Verde. Per un Neorinascimento della cura e della gestione del Verde”, che ha coinvolto una folta platea di autori e studiosi. Il Libro Bianco del Verde è un invito al cambiamento, un’occasione per riportare il verde e la natura in città a uno stato di equilibrio con l’uomo; una sfida che ambisce a migliorare le conoscenze, eliminare le pratiche obsolete e rinnovare la cura e la gestione del verde nelle città e nelle campagne, grazie a proposte

tecniche e soluzioni concrete, supportate da decisioni politiche. “La cura del Verde – il Verde che cura” è il titolo dell’intervento di apertura del Libro Bianco, di Grazia Francescato, leader ambientalista e già presidente WWF; sulla stretta connessione tra Verde e Salute è focalizzata invece l’intervista di Paola D’Amico al prof. Girolamo Sirchia, già Ministro della Salute; sull’importanza e sulle potenzialità del Verde, l’introduzione al volume del prof. Stefano Mancuso. L’evento – organizzato con MyPlant&Garden, Paysage e Il Verde Editoriale, media partner dell’iniziativa – ha visto il coinvolgimento dei numerosi autori che stanno contribuendo alla stesura del Libro Bianco del Verde e che, nel corso del webinar, hanno anticipato proposte e contributi sui temi della pianificazione, progettazione, gestione e cura del verde e dell’attuale emergenza legata ai pini. Il Libro Bianco del Verde, nella sua prima edizione 2021, e gli eventi correlati hanno ottenuto i patrocini dei Ministeri della Transizione Ecologica, delle Politiche Agricole e Forestali, della Cultura e dell’ANCI, oltre il sostegno di Ordini, Collegi professionali, Federazioni e Associazioni del settore.

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RESIT

La decarbonizzazione del sistema urbano La decarbonizzazione del sistema urbano può essere realizzata tramite l’incentivazione dei sistemi elettrici, in particolare le pompe di calore, e l’installazione di sistemi fotovoltaici di Ing. UGO V. ROCCA e Ing. N. ALESSANDRO ROCCA

R

ecentemente è stato organizzato da Legambiente e Kyoto Club un dibattito sulla necessità di procedere alla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento urbano al fine di mitigare o eliminare l’inquinamento delle città. La mancanza dell’abituale movimento di auto private, quale conseguenza della ridotta mobilità causa Covid-19, ha dimostrato la grande responsabilità del riscaldamento domestico sulle emissioni inquinanti rilevate nel periodo invernale. In pratica, nonostante la netta riduzione dei movimenti veicolari, le centraline di monitoraggio hanno misurato più o meno gli stessi valori degli anni passati. Le polveri sottili sono chiaramente imputabili in gran parte al riscaldamento civile. Giustamente, nel citato convegno si è puntato sul riscaldamento elettrico con pompa di calore, in sostituzione del gas da bruciare a 900 gradi per produrre acqua calda a 70-80 gradi. La soluzione indicata è dunque la pompa di calore elettrica, possibilmente in combinazione con la geotermia a bassa entalpia, molto diffusa sul territorio italiano e poco o per nulla utilizzata ad oggi. La discussione ha centrato gli obiettivi sulla necessità di decarbonizzare i sistemi urbani e ha messo in luce come in altri paesi europei si applichi la proibizione di ulteriore ricorso al gas per riscaldamento civile, onde evitare appunto l’inquinamento urbano da combustione. Francia, Olanda, Gran Bretagna, California si muovono per ridurre o eliminare il ricorso al gas, mentre solo in Italia si chiede la sostituzione del gasolio con il gas. È da apprezzare la decisione di affrontare in un convegno sul tema della decarbonizzazione urbana, tema insolito in Italia. Si ritiene comunque utile e opportuno aggiungere alcune considerazioni. Il ricorso al gas viene scoraggiato in molti paesi, non solo e non tanto per gli effetti connessi all’inquinamento da combustione, quanto per motivi di sicurezza e per la pericolosità connessa all’uso dello stesso.

SICUREZZA, ALCUNE CONSIDERAZIONI La sicurezza va intesa non solo come numero di incidenti in caso di scoppio, ma come pericolo incombente in area urbana 76

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con danni spesso gravissimi, anche se solo materiali. Chiariamo questo concetto: il numero dei morti (30/40 all’anno) o dei feriti (diverse centinaia all’anno) possono apparire quasi trascurabili – con il rispetto dovuto – se si considerano i morti per incidenti automobilistici (oltre 3000 all’anno); il problema va centrato sulla considerazione che gli scoppi da gas possono riguardare anche innocenti che nulla hanno da condividere con le cause degli incidenti. Uno scoppio comporta in genere danni ingenti anche agli appartamenti dei vicini, che sono costretti a trovare sistemazioni provvisorie (spesso per anni). Chi paga i danni ai diversi appartamenti danneggiati? La responsabilità ricade sul proprietario dell’appartamento in cui si è verificato lo scoppio e che, solitamente, non è in grado di ripagare i conseguenti danni. Non tutti sanno che la responsabilità della fornitura del gas finisce al contatore (come per il servizio elettrico) e quindi molti non sono provvisti di un’apposita assicurazione. La mancanza di un Ente di controllo risulta ingiustificata. Sarebbe opportuna l’individuazione di un Ente di sicurezza (ISPRA, ad esempio) che si occupi anche del gas.

INQUINAMENTO Quanto all’inquinamento occorre chiarire che risulta molto importante eliminare in ambito urbano il bruciamento dei combustibili fossili. Con il ricorso al teleriscaldamento, la collocazione di una centrale termica (anche a gas) in periferia eliminerebbe il bruciamento diffuso in città, consentendo un risparmio energetico – soprattutto se la centrale è di tipo cogenerativo (energia elettrica ed energia termica) – ed evitando l’inquinamento diffuso, con distribuzione del calore (acqua calda) in apposite tubazioni non pericolose, in sostituzione di quelle per la distribuzione del gas. Analogamente, sarebbe auspicabile incentivare e incoraggiare l’unione di più condomini a realizzare un’unica centrale termica, più grande, da utilizzare in comune, distribuendo nelle abitazioni il calore (acqua calda) anziché il combustibile, con risparmio energetico ed economico. La decarbonizzazione del sistema urbano si deve realizzare attraverso l’eliminazione


RESIT

FOTOVOLTAICO DA 20 KWP A ROMA. Due impianti installati rispettivamente per l’Istituto Religioso “Congregazione delle Suore di Nostra Signora” e l’Istituto Cattolico Santa Giuliana Falconieri del bruciamento diffuso, non optando per un combustibile fossile in sostituzione di un altro. Si deve ritenere errata la scelta delle amministrazioni cittadine di eliminare il gasolio a favore del metano. Il vantaggio, pur presente ma in misura leggera in termini di inquinamento, non giustifica il netto peggioramento in termini di sicurezza: il gasolio non scoppia e non prende fuoco neanche in contatto con un cerino acceso o un mozzicone di sigaretta. Sempre sul tema dell’inquinamento dai vari combustibili fossili occorre tenere presente che per vari aspetti, ad esempio per l’effetto serra, l’analisi va condotta “a ciclo di vita completo”, cioè dall’estrazione al trasporto, distribuzione e, infine, al bruciamento.

INCENTIVARE L’ELETTRICO In conclusione la decarbonizzazione del sistema urbano può essere realizzata tramite i sistemi elettrici, in particolare le pompe di calore, particolarmente vantaggiose se connesse a una fonte geotermica a bassa entalpia. L’Italia può contare su ampie e diffuse falde distribuite in tutte le regioni; inoltre è possibile utilizzare l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia elettrica installando un impianto fotovoltaico su tetto o in giardino. Resta anche il vantaggio di un accumulo in acqua calda (da riscaldamento elettrico) molto semplice ed economico. Sono questi i sistemi da utilizzare in futuro per i sistemi urbani se si vogliono evitare l’inquinamento da bruciamento diffuso di combustibili fossili e i pericoli di scoppio in caso di presenza di gas nel sistema urbano. www.casaeclima.com

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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO ACEPER – Torino Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI – Roma Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP – Milano Associazione Fabbricanti e Distributori di Forniture Tecnologiche per la Pulizia Professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Segretario: Stefania Verrienti AIFIL – Roma Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA – Bergamo Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES – Roma Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT – Torino Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Carlo Antonio Gandini Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Roberto Faggiano Responsabile: Alessandro Moschini AIZ – Roma Associazione Italiana Zincatura Presidente: Pier Luigi D’Ambrosio Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio ANACI – Roma Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS – Milano Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA – Pistoia Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni Responsabile Rapporti Istituzionali: Dr.ssa Angela Marchese ANCSA – Roma Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT – Ferrara Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti

ANFUS – Brescia Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA – Bolzano Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS – Piacenza Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio ANSAG – Roma Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vicepresidenti: Claudio Calastri, Daria Pasini

ARCHEOIMPRESE – Bologna Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Cristina Anghinetti Vicepresidenti: Claudio Calastri, Daria Pasini ARI – Roma Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES – Roma Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON – Roma Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI – Milano Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI – Padova Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Direttore Operativo: Marco Masini ASSOIDROELETTRICA – Bologna Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA – Trento Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE – Roma Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti CNIM – Roma Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti FIAS – Roma Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi


AIF – FIAS – Roma Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti

UNION – Roma Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ANIG HP – FIAS – Roma Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Moreno Fattor

ZENITAL – Monza Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida

ANISIG – FIAS – Roma Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni

ACI – Roma Presidente: Angelo Sticchi Damiani ALFA ACCIAI SPA – Brescia Legale Rappresentante: Amato Stabiumi ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade – Roma Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini CASEITALY SRL – Roma Presidente: Laura Michelini CSI SPA – Milano Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco ENI GAS & LUCE – Milano Presidente: Stefano Goberti Legale Rappresentante pro Tempore: Lapo Pistelli Amministratore Delegato: Alberto Chiarini GRAVILI SRL – Lecce Amministratore Delegato: Antonio Gravili

FIPER – Roma Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo FIRE – Roma Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo FISA – Roma Fire Security Association Presidente: Marco Patruno

INCO INGEGNERIA SPA – Roma Amministratore Unico: Aldo Muller

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO – Milano Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

IN&OUT SPA – Taranto Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio INTERBAU SRL – Milano Presidente: Giuseppe Cersosimo ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA – Genova Presidente: Pietro Lonardo Vice Presidenti: Giovanni Pedrazzo e Luigi Scopesi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi – Prato Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini M3S SPA – Roma Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL – Piacenza Amministratore Delegato: Italo Perazzi PRAGMATICA AMBIENTALE SRL – Ravenna Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani

HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE – Milano Presidente: Alessandro Ponti

PILE – Varese Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli RSF – Roma Restauratori Senza Frontiere - Italia Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli

RESIT SRL – Roma Presidente: Ugo Vittorio Rocca

UNICMI – Milano Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli

SINERGICA SRL – Taranto Presidente: Ludovico Motolese TRANSFORMTESSILE – Napoli Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Gabriella Gherardi Francesco Burrelli Vice Presidente Vice Presidente Finco Vicario con delega a Organizzazione e Filiere

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo

Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili

Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale

Angelo Artale Direttore Generale

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In ogni numero: novità normative, report fiere, analisi dei progetti, monitoraggi Editore: Quine srl · Via G. Spadolini, 7 · 20141 Milano - Italia · Tel. +39 02 864105 · Fax. +39 02 70057190

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