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GUIDA DIDATTICA per la Scuola dell , Infanzia
PROGETTI ANNUALI
«Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa»
Rudolf SteinerTEATRO DRAMMATIZZAZIONi
Un percorso con la finalità principale di offrire a bambine e bambini molteplici modi di fare teatro.
Partendo dall’innata capacità del far finta di bambine e bambini, affrontiamo un percorso volto allo sviluppo di importanti capacità creative, emotive, linguistiche, lessicali, rinforzando soprattutto l’autostima.
STAGIONI p. 70 FESTE p. 6LA DIDATTICA TEATRALE NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
Nella Scuola dell’Infanzia la didattica teatrale può essere chiamata in causa in numerose occasioni nel corso dell’anno scolastico e può servire da supporto per ogni sorta di attività. Infatti, la sua messa in pratica può intrecciarsi con proposte plastico-pittoriche, musicali e ritmiche, logico-matematiche e di apprendimento linguistico e arricchimento lessicale. Inoltre, stimola l’acquisizione di competenze non cognitive, come empatia, rispetto dell’altro e creatività.
Nel corso dell’anno scolastico, la presenza in sezione di burattini o marionette ha tre finalità educativo-didattiche: serve per accogliere bambini e bambine; contribuisce a rassicurare e a divertire; favorisce la nascita di un processo di socializzazione.
Ma perché i bambini mostrano interesse verso le forme di teatro animato?
Il grande valore di questa tipologia di spettacolo è di appartenere a un mondo dove si mescolano la realtà e il sogno. La marionetta è sufficientemente viva per dare l’illusione di un essere con il quale si può parlare, un essere che ci comprende, ma è sufficientemente immaginaria per precludere un’identificazione completa.
Il particolare realismo del bambino, cioè la tendenza a considerare vero e reale tutto ciò con cui entra in contatto, fa sì che egli stabilisca un rapporto emozionale intenso con i piccoli personaggi in scena.
Si parla cioè di animismo: dare vita a cose che in realtà non la possiedono.
Considerando l’età di bambine e bambini e la conseguente difficoltà di coordinamento dell’indice e del medio, sarà importante la scelta della tipologia di strumento da utilizzare. È opportuno, infatti, presentare in un primo momento burattini e marionette a bastone.
La principale qualità della marionetta o del burattino, immediatamente avvertita dai bambini, è il suo essere un paradosso che concilia gli opposti. È un personaggio con la sua identità, ma al contempo non lo è, poiché si tratta visibilmente di una rappresentazione.
Pensiamo, ad esempio, al paradosso dello specchio, in cui solamente l’uomo, munito di una determinata forma di intelligenza, riesce a dare una spiegazione al paradosso: “nello specchio sono io ma contemporaneamente non sono io”.
Marionette e burattini prolungano e dilatano la potenza creatrice del rappresentare, sviluppano il potere euristico nascosto nella finzione.
Quest’ultima permette modi di conoscere differenti per arrivare a padroneggiare sempre meglio il proprio ambiente e sapercisi collocare. È una forma di comunicazione basata sui simboli, ma che ha anch’essa un importante valore nella crescita individuale. Essendo sia essere che non essere al tempo stesso, la marionetta o il burattino si inseriscono perfettamente nei processi di crescita di bambine e bambini, qualora gli educatori sappiano aiutare il gruppo a filtrare piccole problematiche: emotività, egocentrismo e gestione degli elementi messi a disposizione.
In una semplice progettazione di didattica teatrale si intrecciano le funzioni di entrambi gli emisferi celebrali, permettendo ai bambini di conoscere se stessi, gli altri e il mondo. Anche gli artisti e gli scienziati continuamente utilizzano le finzioni, ossia utilizzano modelli, metafore, ipotesi per stabilire relazioni tra i fenomeni e la realtà.
Il procedimento è il medesimo che segue il bambino quando dall’irrealtà arriva alla realtà attraverso la finzione.
Nel Documento Ministeriale Indicazioni strategiche per l’utilizzo didattico delle attività teatrali del 2017, si legge: «Condividere obiettivi strategici e metodologici è una delle condizioni per salvaguardare e valorizzare la specificità delle singole esperienze scolastiche e per rafforzare, altresì, la loro progettualità mediante il confronto critico e lo scambio di informazioni. Socializzare il know-how, implementando il sistema delle buone pratiche, contribuisce alla crescita di un’idea curricolare della didattica degli spettacoli artistici, ad esaltare la trasversalità disciplinare e a favorire una progettazione di percorsi che pone al centro del processo di apprendimento l’allievo, ovverosia il suo talento, il suo pensiero, le sue emozioni. In sintesi: la sua individualità».
FESTE
Un percorso per affrontare le feste attraverso drammatizzazioni, spettacoli teatrali, sketch e brevi recite.
Per ogni festa – Halloween, Natale, Carnevale e Pasqua – vengono proposti differenti possibilità di fare teatro con bambini e bambine, partendo dalla drammatizzazione fino allo spettacolo di burattini o marionette, e alla semplice narrazione teatrale.
A conclusione del percorso, è consigliabile realizzare un video con un riassunto dei vari spettacoli da far rivedere a bambine, bambini e alle loro famiglie.
Lo sapete che…
Esistono varie tipologie di tecniche di animazione:
le marionette a guanto hanno movimenti e posture limitate, a volte impacciate;
le marionette a filo imitano i movimenti umani e a volte possono estremizzarli;
le marionette a stecca e i burattini a bastone si muovono in stretta connessione con chi dà loro vita.
L’interesse di bambini e bambine per il teatro di animazione deriva dalla teoria dell’animismo, cioè dalla tendenza a dar vita a elementi inanimati.
Inoltre, il teatro di burattini dà l’illusione di essere in parte vero e in parte finto: da un lato è immaginario e quindi preclude un’identificazione completa, dall’altro è reale, perché il burattino è sufficientemente vivo per dare l’illusione di un essere con il quale si può entrare in relazione attraverso il dialogo.
FASI DEL PERCORSO
FESTA STORIA TIPOLOGIA TEATRALE
HALLOWEEN La streghetta e la mummia Teatro di burattini a bastone
NATALE Il Grinch Drammatizzazione in costume
NATALE Babbo Natale e il pinguino triste Teatro di marionette a filo
CARNEVALE La straordinaria storia dei Bubble Teatro di narrazione con il kamishibai
CARNEVALE Ridiamo insieme! Sketch brevi
PASQUA Mamma gallina e i due pulcini Teatro di marionette a stecca
OBIETTIVI
Comprendere un testo
Memorizzare brevi testi
Sviluppare il lessico
Migliorare la struttura frasale
Cimentarsi con differenti linguaggi
Sviluppare la creatività
Sviluppare la capacità osservativa
Comprendere le tradizioni legate a una festa
Comprendere le sequenze in una breve storia
Comprendere e usare i connettivi temporali
Comprendere e accettare le diversità
Imparare a includere tutti
Campo d’esperienza principale: Immagini, suoni, colori
Campi d’esperienza trasversali:
I discorsi e le parole
Il sé e l’altro
La conoscenza del mondo
TEATRO HALLOWEEN
Un percorso per imparare a superare le paure attraverso il teatro di burattini a bastone.
STORIA TIPOLOGIA TEATRALE
La streghetta e la mummia
Materiale particolare
Cartone
Pannolenci giallo
Stecche di legno
Lana fucsia
Carta casa
Cappello da strega
Carta igienica
Occhietti mobili
Teatro di burattini a bastone
Materiale scolastico
Cartoncini di vari colori
Carta eva verde glitterata
Fogli A3 bianchi
Tempere
Tempera acrilica azzurra
Acquerelli
Pennelli
Pennellesse
Colla vinilica
Colla a caldo
Pennarelli
Forbici
Taglierino
Pinzatrice
Scotch
Materiali digitali
Tabella progettazione annuale Modelli
La streghetta e la mummia
Una streghetta passeggia nella notte scura, in cielo splende una bellissima luna e si possono vedere tante stelle.
La streghetta e così serena che comincia a canticchiare:
– La, la, la, la…
Passeggiando incontra una mummia che la saluta tremante:
– Ciao streghetta…
– Ciao! Ma tu chi sei? E perché stai tremando? Hai freddo? –domanda la streghetta.
La mummia, guardandosi intorno sospetta, si avvicina alla streghetta e le sussurra all’orecchio:
– Io sono la mummia e ho tanta paura… Ho paura del buio, della notte nera!
La streghetta ascolta attenta, poi sorride, prende la mummia sotto braccio e dice:
– Non devi avere paura: la notte è bellissima! Si possono ammirare la luna e le stelle e c’è tanto silenzio e tanta tranquillità. Comunque, se proprio non ti passa, posso aiutarti io con un incantesimo!
La mummia, tanta è la paura che ha in corpo, abbraccia felice la streghetta, che procede con la formula magica:
Paura, paura, vattene via da qui! Paura, paura, vattene via da qui! In un istante la paura della mummia sembra sparita, ora può osservare la luna e il cielo stellato ed è così soddisfatta che domanda alla streghetta:
– Facciamo una bella passeggiata in questa notte meravigliosa al chiarore della luna?
Così si avviano per una tranquilla passeggiata notturna, sotto un cielo di stelle.
Marta BartolucciPREDISPOSIZIONE DI SCENA E PERSONAGGI
LA CORNICE
1 Utilizziamo una cornice di cartone e dipingiamola con la pennellessa e la tempera acrilica azzurra.
2 Dal cartoncino di scarto ricaviamo una luna e tre stelle come da modello 114 e dipingiamole di giallo, quindi fissiamole alla cornice in alto a destra, in modo tale che penzolino.
LA STREGHETTA
1 Avvalendosi del modello 115, creiamo le varie parti del corpo della streghetta: il viso e le braccia dal cartoncino verde chiaro; l’abito dal cartoncino azzurro; le scarpe dal pannolenci giallo; il naso dalla carta eva verde glitterata. il naso dalla carta eva
2 Ritagliamo il cappello dal cartoncino nero e predisponiamo i capelli utilizzando e incollando alcuni fili di lana fucsia sul retro del cappello.
3 Assembliamo il tutto con la colla a caldo e fissiamo due occhietti mobili e uno stecco di legno in basso sul retro per dare forma a un burattino a bastone.
LA MUMMIA
1 Predisponiamo il modello 116 della mummia, su cui incolliamo alcune strisce di carta casa bianca e lasciamo asciugare; poi disegniamo le bende e la bocca sorridente con il pennarello nero.
2 Assembliamo il tutto con la colla e fissiamo due occhietti mobili e uno stecco di legno in basso sul retro per dare forma a un burattino a bastone.
Modello file 114
Modello file 115
Modello file 116
DALLA STORIA AL CANOVACCIO
Partendo dalla storia letta, creiamo un canovaccio che riassuma la storia e la divida in scene con i personaggi e le azioni da compiere. Bambini e bambine sono liberi di improvvisare e di formulare le battute, modificandole di volta in volta. A ogni modo, per comodità e considerando l’età dei nostri attori, prevediamo anche delle semplici battute che, nel caso in cui mancasse la capacità d’improvvisazione, possono essere suggerite dall’insegnante.
CANOVACCIO
PRIMA SCENA
Entra in scena la streghetta che canticchia.
Streghetta: – La, la, la, la… Che bella la notte con la luna e le stelle!
SECONDA SCENA
Entra in scena la mummia in un angolo.
Mummia: – Ciao streghetta…
Streghetta: – Ciao! Ma tu chi sei? E perché stai tremando? tremando? Hai freddo?
Mummia: – Io sono la mummia e ho tanta paura… Ho paura del buio, della notte nera!
Streghetta: – Non devi avere paura: la notte è bellissima! Si possono ammirare la luna e le stelle e c’è tanto silenzio e tanta tranquillità. Comunque, se proprio non ti passa, posso aiutarti io con un incantesimo!
TERZA SCENA
In scena la streghetta e la mummia.
Streghetta: – Paura, paura, vattene via da qui! Paura, paura, vattene via da qui! Ha funzionato?
Mummia: – Non ho più paura! Facciamo una bella passegpasseg giata al chiarore della luna?
La streghetta e la mummia escono di scena passeggiando.
3 anni: p. 23
4 anni: p. 27
5 anni: p. 25
1 Scegliamo un luogo da organizzare per la messa in scena, oscuriamo in parte la stanza e creiamo un clima di attesa.
2 Invitiamo bambini e bambine a sedersi di fronte alla cornice, che sarà coperta da un telo, e lasciamo che provino a indovinare ciò che sarà.
3 Diamo inizio alla rappresentazione, ponendo attenzione a tre cose: modificare la voce in base al personaggio; modificare parte del canovaccio per coinvolgere i bambini nella rappresentazione; evitare di farsi vedere dai bambini, ma senza celarsi del tutto per far sì che anche i più piccoli, o i meno coraggiosi, percepiscano quella sottile linea tra il vero e il fantastico.
TOCCA A VOI!
1 Diamo la possibilità a chi vuole di dare voce a uno dei due burattini, lasciando liberi bambine e bambini di interpretare il canovaccio.
2 Formiamo coppie che possano interagire e in cui le differenze siano un punto di forza da cui partire: un bambino timido con un bambino molto loquace; un bambino del gruppo dei piccoli con un bambino del gruppo dei grandi; un bambino bilingue con un bambino lessicalmente completo. un bambino bilingue con un bambino lessicalmente
3 Questa attività è da ripetere per diversi giorni e in momenti differenti in modo tale che i bambini possano rivivere più volte l’esperienza e avere un maggior numero di possibilità per mettersi in gioco.
NEI PANNI DI...
1 Diamo la possibilità a chi vuole di travestirsi e di interpretare il ruolo che preferisce, o interpretare entrambi i ruoli in momenti diversi: i costumi devono essere semplici e rapidi da indossare, con elementi simbolici, perché in tal modo vengono maggiormente accettati; in questo caso, basta un cappello nero per fare una strega e un rotolo di carta igienica per avvolgere la mummia.
2 È possibile costruire lo spettacolo non soltanto con i due protagonisti, ma ampliando il numero di bambine e bambini che partecipano con altri ruoli:
il narratore che racconta la parte narrata;
il costumista che prepara i protagonisti prima di entrare in scena;
il regista che li aiuta a muoversi nella scena.
3 Questa attività è da ripetere in giorni e momenti differenti, in modo tale che i bambini possano rivivere più volte l’esperienza e avere possibilità ulteriori di mettersi in gioco.
PRIMA FASE
1 Predisponiamo due cartoncini A3 bianchi per ognuno e li facciamo dipingere mescolando gli acquerelli nero e blu, per ricreare la notte.
2 Su un foglio A3 bianco dipingiamo con la tempera verde fosforescente il viso della strega e lasciamo asciugare; poi, in un secondo momento, tracciamo il corpo con i pennarelli facendo osservare ai bambini il burattino a bastone della strega come punto di riferimento.
3 Dal cartoncino nero ritagliamo tanti cappelli da strega, anche di forme differenti (vedi modello 115, p. 11) e facciamo scegliere quello che si preferisce; poi, dalla carta eva verde glitterata predisponiamo i nasi, dalla lana fucsia tagliamo alcuni fili e facciamoli utilizzare come capelli, infine dal pannolenci giallo piccoli pezzi per le scarpe.
4 Invitiamo ognuno ad assemblare la propria streghetta con le varie parti del corpo e dei vestiti, poi con il pennarello nero completiamo disegnando occhi e bocca.
5 Ritagliamo e fissiamo su uno dei due cartoncini dipinti in precedenza.
SECONDA FASE
1 Su un foglio A3 bianco riportiamo il modello 116 (vedi p. 11) della mummia, quindi lasciamola ricoprire con la colla vinilica e strisce di carta casa.
2 Una volta asciutta, ritagliamo e facciamo completare con il pennarello nero per realizzare le bende, tracciando linee da sinistra verso destra.
3 Su un piccolo foglio di carta facciamo disegnare gli occhi, ritagliamo e fissiamo sul viso, infine incolliamo la mummia nell’altro cartoncino dipinto in precedenza.
TERZA FASE
1 Assembliamo il libro fissando i due cartoncini lungo il lato verticale con lo scotch trasparente, in modo tale da avere a sinistra la strega e a destra la mummia.
2 Scriviamo la frase simbolo dello spettacolo “PAURA, PAURA, VATTENE VIA DA QUI!” su una nuvoletta di carta bianca e fissiamola vicino alla strega.
3 Nel retro del cartoncino di sinistra incolliamo una copia della storia, che diventa la copertina del piccolo libro documentativo.
TEATRO NATALE
STORIA TIPOLOGIA TEATRALE
Il Grinch Drammatizzazione e recita in costume
Babbo Natale e il pinguino triste Teatro di marionette a filo
Materiale particolare
Carrozzina giocattolo
Decorazioni natalizie
Cappelli da Babbo
Natale
Carta da regalo
Nastri colorati
Scatolone
Scatole di cartone
Tubi di cartone
Abbassalingua
Filo di nylon
Occhietti mobili
Pannolenci colorato
Elastico
Pompon bianchi e rossi
Parrucche verdi
Stoffa verde, rossa, marrone
Pelliccia sintetica bianca
Piccolo abete
Trucco viso verde
Cannucce verdi
Lampada stroboscopica
Scovolini rossi e neri
Cotone idrofilo
Piatti di carta
Fustellatrice
Bastoncino
Materiale scolastico
Cartoncini di vari colori e
dimensioni
Carta crespa rossa e oro
Fogli A4 e A3 bianchi
Carta eva oro glitterata
Tempere
Pennelli
Colla vinilica
Colla a caldo
Colla stick
Tempera acrilica rossa e nera
Pennarelli
Forbici
Taglierino
Spugne
Scotch
Materiali digitali
Tabella progettazione annuale Modelli
Un percorso composto da due possibilità teatrali per affrontare le festività natalizie e viverle crescendo e divertendosi insieme.
Il Grinch RACCONTO
C’era una volta, indovinate un po’, una città chiamata Chi-non-so piena di gente simpatica e cordiale che amava soprattutto la gran festa di Natale.
C’era soltanto il Grinch che non l’amava affatto: anzi, solo a pensarci diventava mezzo matto. Nessuno sa il motivo di quell’odio micidiale, ma se proprio insistete vi do la mia opinione: per me era nel suo cuore la probabile ragione.
– Devo trovare il modo perché almeno quest’anno Natale non arrivi, o mi verrà un malanno! Ne aveva già visti tanti, pensò, troppi Natali, tutte quelle mattine che ogni volta erano uguali; coi Non-so-chi-bambini che correvano sui regali strillando a squarciagola.
Baccano! Urla! Schiamazzi!
Un fracasso infernale, da diventare pazzi!
A forza di pensare ebbe un’idea tremenda! Una splendida idea… Splendidamente orrenda!
– Ora so cosa fare. Mi cucio un vestito rosso e tradizionale: insomma il bel costume del buon
Babbo Natale! Se non trovo la renna, beh, me ne faccio una!
Fischiò al suo cane Max, vecchiotto e un po’ acciaccato, e con lo spago rosso, legato torno torno, gli piazzò sulla testa un magnifico corno!
E giù per la montagna con la slitta traballante scivolò diretto a Chi-non-so, dove ormai le case erano chiuse e spente con tutti gli abitanti che sognavan dolcemente.
STAGIONI
Un percorso innovativo per imparare a osservare la natura e a darle voce attraverso il teatro d’ombre.
Per ogni stagione la storia dell’albero Lello guida bambine e bambini alla scoperta delle caratteristiche della natura, attraverso una semplice rappresentazione teatrale, utilizzando come supporto un teatrino completamente realizzato con materiali di riciclo. La storia attraversa le quattro stagioni, quindi è preferibile affrontarne una parte per volta in relazione proprio al ciclo stagionale.
A conclusione del percorso, è consigliabile realizzare un video – o visionare quello proposto – con un riassunto dei vari spettacoli da far rivedere a bambine, bambini e alle loro famiglie.
Lo sapete che…
Il teatro d’ombre è un’antica forma di spettacolo popolare, realizzato proiettando su uno schermo semitrasparente delle figure, illuminandole da dietro.
Ha origini molto antiche, probabilmente in Asia: alcuni lo ricollegano ai cinesi, altri all’India del 200 d.C., o altri ancora alle tradizioni thailandesi. Con le invasioni mongole questa forma di spettacolo si espande anche in Medio Oriente, grazie soprattutto al popolo gitano che mette in scena spettacoli ambulanti con il teatro d’ombre in giro per i Paesi arabi. È possibile che questa forma teatrale arrivi poi in Occidente portata da viaggiatori durante gli scambi commerciali tra l’Europa e l’Oriente nel 1600.
FASI DEL PERCORSO
Realizzazione materiali (teatrino, cornici, maschere stagionali)
Prima parte: Lello in autunno
Seconda parte: Lello in inverno
Terza parte: Lello in primavera
Quarta parte: Lello in estate
OBIETTIVI
Comprendere un testo
Memorizzare brevi testi
Sviluppare il lessico
Migliorare la struttura frasale
Cimentarsi con differenti linguaggi
Sviluppare la creatività
Sviluppare la capacità osservativa
Comprendere le caratteristiche della natura
Comprendere il trascorrere del tempo
CAMPI D'ESPERIENZA
Campo d’esperienza principale: Immagini, suoni, colori
Campi d’esperienza trasversali: I discorsi e le parole
La conoscenza del mondo
Materiale particolare
Cartone di recupero
Scatola di cartone
Fogli di plastica trasparenti formato A4
Carta forno
Torcia a led
Velcro adesivo
Fustellatrice
Pennello da barba
Plastificatrice
Zucchero
Anime dei rotoli di carta igienica
Pompon bianchi, grigi, celesti e rossi
Piatto da portata oro
Materiale scolastico
Cartoncini di vari colori e dimensioni
Carta velina fucsia o bianca
Tempere
Pennelli
Spugne
Colla vinilica
Colla a caldo
Colla stick
Forbici
Taglierino
Scotch
Scotch carta
Brillantini
Materiali digitali
Canzoni: Autunno nel boschetto
Inverno nel boschetto
Primavera nel boschetto
Estate nel boschetto
Tabella progetto annuale
Modelli
REALIZZAZIONE DEI MATERIALI
Prima che il percorso prenda avvio, è opportuno prevedere la costruzione dei materiali necessari, facendosi aiutare − ove possibile − da bambini e bambine, per renderli partecipi di qualcosa di misterioso che presto scopriranno.
IL TEATRINO E LE CORNICI
1 Realizziamo il teatrino con una scatola di cartone bassa, sul cui coperchio disegniamo un rettangolo di circa 23x33,5 cm e tagliamo, quindi incolliamo nella parte interna un foglio di carta forno ben teso.
2 Applichiamo pezzi di velcro (parte dura) di 2 cm su ognuno dei quattro lati esterni per fissare le cornici delle stagioni; poi, apriamo la scatola su un piano e pratichiamo un buco nella parte centrale del coperchio per inserire la torcia.
3 Ritagliamo dal cartone quattro cornici, da sovrapporre e fissare al bordo del teatrino per mezzo del velcro (parte morbida), quindi caratterizziamole in base alla stagione: autunno − cornice dipinta con la spugna e la tempera marrone e decorata con foglie ricavate con la fustellatrice da carte nei colori autunnali; inverno − cornice dipinta con la spugna e la tempera grigia, poi sfumata con un pennello da barba intinto nella tempera bianca e spolverato di brillantini; decorata, infine, con fiocchi di neve ricavati con la fustellatrice da carta argento; primavera – cornice dipinta con il pennello e la tempera, azzurra in alto e verde in basso, poi sfumata con una spugna intinta nella tempera bianca per fare le nuvole; decorata, infine, con fiori ricavati con la fustellatrice da carte colorate; estate − cornice dipinta con il pennello e la tempera gialla, poi decorata disegnando il prato nella parte in basso con il pennello e la tempera verde e stampando ciliegie rosse con la spugna e la tempera.
LE MASCHERE STAGIONALI
È molto importante predisporre le maschere che serviranno per mettere in scena la storia e che poi utilizzeremo anche nello spettacolo realizzato dai bambini stessi.
La sovrapposizione di più maschere permette l’effetto del disegno in movimento e consente agli spettatori di avere l’idea del tempo che passa.
Per la creazione delle maschere è consigliabile realizzarle sovrapponendone una alla volta alla prima realizzata, quella con l’albero centrale, così da individuare il punto preciso in cui gli elementi combaciano e incollarli ai fogli di plastica trasparente con lo scotch.
L’albero Lello
Predisponiamo il modello 131 dell’albero su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo l’albero al centro di un foglio di plastica trasparente e plastifichiamo.
Le foglie
Predisponiamo il modello 131 delle foglie su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo le foglie su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che risultino visivamente attaccate ai rami, e plastifichiamo.
Le foglie che cadono e il vento
Predisponiamo il modello 131 delle foglie che cadono e del vento su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo le foglie e il vento su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che visivamente le foglie sembrino staccarsi dall’albero e il vento si veda lateralmente, e plastifichiamo.
La neve
Predisponiamo il modello 131 dei fiocchi di neve su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo i fiocchi su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che visivamente la neve cada intorno all’albero, e plastifichiamo.
Il pupazzo di neve
Predisponiamo il modello 131 del pupazzo di neve su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo il pupazzo di neve su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che visivamente si trovi di lato al tronco, e plastifichiamo.
I fiori
Predisponiamo il modello 131 dei fiori su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo i fiori su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che risultino visivamente attaccati ai rami, e plastifichiamo.
Il sole
Predisponiamo il modello 131 del sole su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo il sole su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che visivamente si trovi nell’angolo in alto a destra, e plastifichiamo.
Le ciliegie
Predisponiamo il modello 131 delle ciliegie su cartoncino nero e ritagliamo, quindi fissiamo le ciliegie su un foglio di plastica trasparente, verificando la sovrapposizione con la maschera dell’albero in modo tale che risultino visivamente attaccati ai rami, e plastifichiamo.
2 Su ogni maschera realizzata – sia sul fronte che sul retro – fissiamo due pezzi di velcro posizionati in alto al centro: sul fronte della maschera il velcro morbido e sul retro della maschera il velcro duro; in questo modo sarà possibile fissare una maschera sull’altra velocemente, durante lo svolgimento dello spettacolo.
3 Fissiamo un pezzo di velcro duro all’interno del teatrino, cosicché la prima maschera, quella dell’albero Lello, resti attaccata al teatrino durante l’utilizzo.
FILASTROCCA
Le quattro stagioni
Prima di una ne viene un’altra, poi un’altra ancora, dopodiché si ricomincia: segnano il passare del tempo dal periodo sereno al maltempo, può succedere proprio di tutto dalla pioggia, al sole, al tempo brutto.
Rendono ogni giorno differente e ogni periodo avvincente, se le conosci allora puoi capire quello che succede in divenire: dalle foglie che cambiano colore alle nuvole grigie e la pioggia per ore, dal manto bianco di neve al primo sole lieve lieve, dal profumo dei fiori sbocciati al sole che ci ha scottati, dal rumore delle onde del mare ed è già ora di ricominciare!Marta
BartolucciARTE CREATIVITà
Un percorso rivolto allo sviluppo della creatività cercando di far viaggiare bambini e bambine con la fantasia.
Partendo da stimoli ludici e artistici, affrontiamo un percorso che vuole stimolare da più punti di vista lo sviluppo delle competenze non cognitive e permette a bambine e bambini di divertirsi insieme, imparando nella massima libertà espressiva.
CREATIVITÀ p. 144 ARTE p. 126 COLORI p. 104LE COMPETENZE NON COGNITIVE
Le competenze non cognitive sono tutte quelle capacità che fanno riferimento a caratteristiche individuali legate agli ambiti emotivi, psicosociali e a caratteristiche di personalità. Nella pratica, parliamo di motivazione, creatività, positività, ma anche dell’essere estroversi, della proattività e della stabilità emotiva.
Sono tutte capacità lontane dalle competenze cognitive, che sono legate strettamente al “processamento” delle informazioni, come le abilità di calcolo, verbali e logiche, ma anche tecniche di memorizzazione.
Il premio Nobel per l’economia James Heckman definisce le competenze cognitive come intelligenza cristallizzata e intelligenza fluida. Per quanto concerne lo sviluppo delle competenze non cognitive, Heckman sostiene che ci sono alcuni elementi da cui partire per effettuare un efficace intervento scolastico: le differenze tra le persone sono dipendenti dai tratti della personalità di ognuno e dal contesto sociale; il carattere si forma molto in relazione all’ambiente; lo sviluppo delle competenze cognitive è supportato dallo sviluppo delle competenze non cognitive; i tratti non cognitivi della personalità non sono stabili, ma possono essere modificati con l’insegnamento.
I sistemi educativi di oggi stanno affrontando una drammatica urgenza: affidare all’insegnamento la capacità di insegnare a vivere, come sosteneva Edgar Morin già nel 2015. Anche Howard Gardner sostiene con convinzione che, grazie alle neuroscienze e alla psicologia cognitiva, «... si possono utilizzare due lenti per esaminare la mente umana: la prima mette a fuoco i suoi vari contenuti (concetti, storie, teorie e abilità), la seconda le diverse forme (configurazioni, rappresentazioni, intelligenze) in cui questi contenuti possono manifestarsi».
Il concetto di intelligenza emotiva, portato avanti da Daniel Goleman ed elaborato attraverso studi decennali in campo biologico, sociologico e psicologico, prevede la sottrazione delle emozioni dall’ambito generico del comportamento reattivo-istintivo rispetto a un contesto.
L’emotività non è irrazionalità.
Conoscere le proprie e altrui emozioni è fondamentale per il benessere individuale e sociale.
capitale psicologico
competenze non cognitive
tratti della personalità motivazione ad apprendere
FASI DEL PERCORSO
PROGETTO
DIDATTICO COMPETENZE NON COGNITIVE
COLORI Pensiero creativo, capacità di collaborazione
ARTE Pensiero creativo, motivazione
CREATIVITA ` Pensiero creativo, empatia, motivazione
OBIETTIVI
Cimentarsi con differenti linguaggi
Sviluppare la creatività
Sviluppare la capacità collaborativa
Sviluppare il pensiero divergente
Comprendere le sequenze di una breve storia
Comprendere un testo
Comprendere e usare i connettivi temporali
Comprendere e accettare le diversità
Imparare a includere tutti
Imparare a collaborare per un obiettivo comune
METODOLOGIE DIDATTICHE
Didattica laboratoriale, STEAM
Didattica laboratoriale
D'ESPERIENZA
Campo d’esperienza principale:
Immagini, suoni, colori
Campi d’esperienza trasversali:
I discorsi e le parole
Il sé e l’altro
La conoscenza del mondo
COLORI
Partendo dalla creazione di angoli a tema, ci immergiamo per alcuni giorni nell’utilizzo libero e creativo del colore, stimolando la manipolazione, l’osservazione e al contempo la condivisione e la cura dei materiali.
ANGOLI SPERIMENTALI DIPINTI
GIALLO Opere di Lucio Fontana, Paul Klee, Cracking Art
ROSSO Opere di Yayoi Kusama, Jeff Koons
BLU Opere di Joan Miró, Jeff Koons, Yves Klein
ARANCIONE Opere di William Turner, Mark Rothko, Cracking Art
VERDE Opere di Claude Monet, Hans Arp, Cracking Art
VIOLA Opere di Jeff Koons, Claude Monet, Cracking Art
Materiale particolare
Stoffe di vari colori
Paraspigoli azzurri
Contenitori delle sorprese di Pasqua gialli e aran-
cione
Bottiglie di plastica
Olio di semi
Feltrini rossi
Fogli di plastica blu
Stampini di plastica
Tondi di gommapiuma verde
Lettere magnetiche
Macchina sigillatrice
Imbuto
Buste trasparenti
Palline gel trasparenti
Schiuma da barba
Contenitore
Bastoncini
Materiale scolastico
Cartoncini di vari colori e dimensioni
Fogli di carta bianca
Colla vinilica
Colla a caldo
Tempere
Pennarelli
Pastelli a cera
Scotch
Materiali digitali
Canzone: Mondo colore
Video dei colori
Tabella progetto annuale
CANZONE
Mondo colore
Rit: Sai cosa ho scoperto? Sai cos’è successo?
Per un mondo più bello… ci vuole il pennello!
Per un mondo migliore… ci vuole il colore!
Cappuccetto era rosso e correva nel fitto bosco.
La luna lassù era gialla ancor di più.
Era blu l’onda del mare e il cucchiaio per mangiare!
Rit.
Biancaneve viso bianco, il cacciatore nero e stanco.
Verde verde il coccodrillo, grigia la punta dello spillo.
Rosa il naso del maialino e marrone il mio gattino.
Rit.
Titti giallo canarino, arancione il mandarino.
Viola l’uva già raccolta e lilla la maglia che mi son tolta.
Bianco e nero il mio vestito, colorato Cocorito.
Rit.
Tutto verde Peter Pan, che svolazza qua e là.
Bianco e rosa è il fiocchetto, ma è azzurro se maschietto.
Fiocco bianco per la sposa con la gonna vaporosa!
Rit.
5 anni: pp. 10-13
Marta BartolucciLE STEAM NEGLI ANGOLI SPERIMENTALI
Per angoli sperimentali si intende un luogo prescelto della sezione dove bambine e bambini possano sperimentare liberamente attraverso la manipolazione, il gioco e l’osservazione di materiali specifici.
In un contesto come questo il docente, che funge da regista, documenta i percorsi sperimentali delle bambine e dei bambini stessi senza intromettersi nel processo esperienziale. In questo modo, è possibile progettare un’educazione STEAM, cioè un insegnamento integrato e coordinato rivolto alla risoluzione di problemi reali attraverso l’utilizzo di materiali semplici e adeguati.
Quello STEAM, infatti, è un modello educativo che vuole promuovere e migliorare l’apprendimento delle discipline di cui ne è l’acronimo: scienze, tecnologia, ingegneria, arte e matematica.
Fin dalla Scuola dell’Infanzia, bambini e bambine hanno un insaziabile interesse per gli argomenti
STEAM, pongono domande a cui è lecito fornire risposte attraverso la strutturazione di percorsi sperimentali in cui possano, operando direttamente, trovare risposte alle loro domande.
Alla Scuola dell’Infanzia, le attività STEAM devono essere avviate il prima possibile, perché consentono lo sviluppo della capacità di innovare, di essere tecnologicamente sciolti e comprendere come e perché le cose funzionano: tutto questo permette di formare giovani in grado di rapportarsi in modo adeguato con il mondo futuro.
Le attività laboratoriali − che prevedono il problem solving, i compiti di realtà − alimentano l’evolversi del pensiero critico, attraverso la collaborazione e la ricerca in un rapporto dinamico di comunicazione.
La strutturazione in sezione di un angolo sperimentale che, in un tempo ben definito, cambia completamente veste, porta bambine e bambini a doversi reinventare, in maniera collaborativa, a capire quali sono le finalità dei materiali proposti e soprattutto a dover comprendere come gestire i materiali messi a disposizione.
Tutto ciò permette di lasciare ampio spazio a una auto-educazione in cui il bambino è al centro del processo di apprendimento, dove i docenti diventano organizzatori dell’ambiente che, come sostiene Malaguzzi, funge da terzo educatore.
L'ORGANIZZAZIONE DELL'ANGOLO
Per presentare a bambini e bambine i colori, scegliamo di volta in volta il colore con cui lavorare e organizziamo l’angolo in questo modo: predisponiamo alcuni materiali del colore scelto – stoffe, tappi, contenitori, dischi ricavati da noodle per piscina, piattini di plastica, lettere magnetiche… − e prepariamo due contenitori, uno con pennarelli e uno con pastelli a cera, con accanto una risma di fogli a disposizione; prepariamo a parte la pasta sale neutra (vedi la ricetta a fondo pagina), coloriamola con il colore alimentare o con la tempera del colore scelto e conserviamo in un apposito contenitore, con a fianco stampini, anch’essi del colore scelto. In alternativa, è possibile preparare la pasta sale neutra, da colorare in un secondo momento insieme a bambini e bambine attraverso un esperimento; sulla parete adiacente all’angolo, creiamo un pannello predisponendo un foglio di carta abbastanza grande dove scriviamo il nome dell’angolo (ad esempio, “Angolo giallo”, “Angolo rosso”, ecc.) e affiggiamo tre bolli per indicare il numero di bambini e bambine che possono accedere in contemporanea all’angolo; utilizziamo copie a colori dei dipinti a cui facciamo riferimento e fissiamoli in alto sul pannello, dove successivamente andremo ad attaccare i disegni di bambini e bambine, così da formare un pannello monocolore.
RICETTA PASTA SALE
INGREDIENTI:
• 135 g di farina 00
• 50 g di amido di mais
• 100 g di sale fino
• 1 cucchiaio di olio di semi
• 1 cucchiaio di cremor tartaro
• 250 g di acqua
PROCEDIMENTO:
Mescolare gli ingredienti in polvere, poi aggiungere piano piano l’acqua. Mettere la pentola sul fuoco e cuocere, mescolando, fino all’indurimento.
ROSSO
Organizziamo in sezione l’angolo in base ai criteri presentati in precedenza e lasciamo che bambine e bambini scoprano, manipolino e creino con il colore rosso.
PRESENTAZIONE DELLE OPERE D’ARTE
1 Invitiamo bambine e bambini a disporsi in cerchio e presentiamo il colore rosso sulla Digital Board, poi facciamo visionare le opere d’arte e sottolineiamo l’uso del colore che hanno fatto gli artisti.
APERTURA DELL’ANGOLO
1 Lasciamo che bambine e bambini – nel numero indicato in precedenza – abbiano accesso all’angolo, nel rispetto delle regole di sezione e monitorando il corretto uso dei materiali; infine fotografiamo e documentiamo l’esperienza di didattica laboratoriale.
CREATIVITÀ
Partendo dalle storie de I viaggi di Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari, costruiamo un percorso rivolto allo sviluppo della fantasia e delle competenze non cognitive. Le storie sono state riadattate per collegarle a un mezzo di trasporto che potesse servire come mezzo motivante per partire con la fantasia.
STORIA
Gli uomini di carta barca
MEZZO DI TRASPORTO
Gli uomini di zucchero elicottero
Gli uomini di ghiaccio moto
Gli uomini di sapone mongolfiera
Materiale particolare Materiale scolastico Materiali digitali
Manifesti di carta
Scatoloni (uno più largo e uno più stretto)
Tubi di cartone
Fascette da elettricista
Quotidiani
Carta da pacchi bianca
Cartone di recupero
Fermacampioni
Stoffe colorate
Zucchero
Moto giocattolo
Contenitori per il
ghiaccio
Abbassalingua
Caraffe
Base Lego Duplo
Cerchio di metallo o di plastica
Palloncini lunghi
Buste di plastica
Grattugia con vari
formati
Saponi di vari
colori e formati
Spago
Lacca per capelli
Cannucce
Bastoncini per le
bolle di sapone
Cartoncini di vari colori e dimensioni
Fogli di recupero di varie forme e colori
Fogli A3 bianchi
Tempere
Pennelli
Pastello a cera
bianco
Pastello a legno
bianco
Colla vinilica
Colla stick
Colla a caldo
Pennarelli
Pennarelli
metallizzati
Forbici
Taglierino
Matite
Gessetti colorati
Scotch
Spugne
Carta eva
glitterata
Canzone: Io creo
Tabella progetto annuale
CANZONE
Io creo
36
Con i piedi, con le mani...
con i piedi, con le mani io dipingo fino a domani!
Con i piedi, con le mani...
con i piedi, con le mani io dipingo fino a domani!
Rit: Coi colori, col pennello, oggi io creo un mondo più bello!
Col cervello, col pensiero...
col cervello, col pensiero io disegno anche un veliero!
Col cervello, col pensiero...
col cervello, col pensiero io disegno anche un veliero!
Rit.
Con pazzia e fantasia...
con pazzia e fantasia
faccio tutta la fattoria!
Con pazzia e fantasia...
con pazzia e fantasia
faccio tutta la fattoria!
Rit. (x2)
Marta Bartolucci
FILASTROCCA
Gli uomini di carta
Giovannino Perdigiorno, viaggiando con la barca, capitò nel paese degli uomini di carta. C’erano gli uomini a righe e gli uomini a quadretti, perché li avevano fatti con la carta dei quadernetti. Il più forte del paese era un uomo di cartone e portava una medaglia con su scritto: “Campione”. Poi c’era una ragazza di carta velina, leggera come una piuma: faceva la ballerina. Le case erano piccole, di carta colorata e avevano per tetto una cartolina illustrata.
Sospirò Giovannino: “La carta costa poco… dare una casa a tutti, da queste parti, è un gioco…”.
Adattamento da Gianni Rodari
IL VIAGGIO IN BARCA
COSTRUZIONE DEL MEZZO MOTIVANTE
1 Per il nostro primo viaggio immaginario, costruiamo senza essere visti una barca di carta, unendo con lo scotch due manifesti di recupero dalla parte del lato lungo, in modo da ottenere un unico rettangolo, quindi seguiamo le piegature per realizzare una barca di carta.
RACCONTO DELLA STORIA
1 Invitiamo bambine e bambini a disporsi in cerchio e raccontiamo la storia de Gli uomini di carta; mentre la lettura procede, facciamo apparire a sorpresa la barca di carta, poi a fine lettura facciamo salire in barca due bambini alla volta.
Ad occhi aperti FILASTROCCA
C’è un gran mistero che tra poco io ti svelo: ad occhi aperti non vedi solo quello che c’è… ma anche quello che non c’è.
Basta pensarlo intensamente e non dimenticare niente, ogni cosa che puoi immaginare, sei in grado di farla arrivare proprio lì, davanti a te, adesso c’è quello che in realtà non c’è!
Si chiama sogno ad occhi aperti: puoi immaginare unicorni e deserti, una balena nel mare o un pirata da aiutare.
L’importante è che lo sai… ad occhi aperti puoi sognare anche se non dormirai.
Marta BartolucciCUORE emozioni
Un percorso con la finalità primaria di fissare buone pratiche relazionali e inclusive e di centrare l’attenl’atten zione sull’emotività del singolo inserito in un gruppo.
Partendo da situazioni e proposte-gioco, affrontiamo un percorso per diventare amici, stimolando lo sviluppo delle competenze relazionali e la capacità individuale di sapersi rapportare con il proprio mondo interiore e, di conseguenza, con quello degli altri.
EDUCAZIONE PROSOCIALE E RESILIENZA
L’educazione prosociale ha il compito di abituare bambini e bambine a favorire gli altri o a adoperarsi per il raggiungimento di obiettivi comuni, senza cercare di ottenere delle gratificazioni o dei vantaggi. È alla base dell’alfabetizzazione morale delle nuove generazioni e si basa sulla costruzione di una relazione base istintiva rivolta all’altro, altruista e non egocentrica. Non si parla solo di educare bambini e bambine alla cooperazione, ma anche al rispetto dell’altro e delle sue scelte, nell’ottica di imparare a vivere nel sociale in maniera proficua e serena.
Una delle componenti che sembra essere maggiormente collegata alla capacità di agire in modo prosociale è l’empatia. Alcune ricerche hanno cercato di stabilire quali fattori − interni ed esterni − influiscano sulla risposta empatica dei bambini in età prescolare. Da un punto di vista interno, l’effortful control − capacità di regolare il modo di agire sostituendo un comportamento dominante in caso di necessità − sembra essere un altro elemento determinante.
Secondo il modello teorico di Doris Bischof-Köhler, psicologa dello sviluppo, nel corso dell’età prescolare, bambini e bambine migliorano il funzionamento cognitivo e riescono a padroneggiare più informazioni. Se a 3 anni la semplice visione di un’emozione può suscitare empatia, in poco tempo questa informazione da sola non è più sufficiente. A partire dai 5 anni, per rispondere in modo prosociale bambini e bambine hanno bisogno che l’espressione emotiva dell’altro sia spiegata da elementi di contesto. Da questa età in avanti occorre spiegare l’origine di un’emozione perché i bambini si comportino empaticamente, altrimenti rispondono con comportamenti autocentrati.
La resilienza è la capacità delle persone di riuscire ad affrontare stress o traumi e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita superando le difficoltà. In altri termini resilienza vuol dire adattamento alle avversità. Infatti può essere definita come la capacità posseduta dall’essere umano di autoripararsi dopo un guasto, ristrutturando la propria vita anche partendo da prospettive negative.
Essere resilienti implica una capacità di andare avanti, nonostante la crisi, e permette la ricostruzione di un percorso di vita. A ogni modo, questo non vuol dire non sentirsi in difficoltà e non esprimere emozioni negative, quali tristezza, stress e malinconia.
Coloro che possiedono un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà e presentano alcune caratteristiche:
impegno nelle attività svolte; locus of control interno, cioè la capacità di modificare gli eventi senza esserne in balia; predisposizione ai cambiamenti che non vengono vissuti come problematici.
FASI DEL PERCORSO
PROGETTO DIDATTICO EMPATIA E RESILIENZA
EMOZIONI E CUORE
Capacità di relazione e di interscambio
OBIETTIVI
Comprendere le proprie e altrui emozioni
Imparare a riflettere sulle proprie azioni
Imparare i modi corretti per relazionarsi con gli altri
Costruire relazioni positive con i coetanei
Costruire un rapporto empatico
Riconoscere il proprio ruolo in un gruppo
Comprendere un testo ascoltato
Rielaborare un testo in relazione al proprio vissuto personale
Materiale particolare Materiale scolastico
Hula-hoop
Lana colorata
Cartone
Lavavetri
Stoffe
Piume colorate
Cannucce
Campanella
Rossetto
Paillettes grandi
Contenitore
Sale grosso
Cartoncini di vari colori e dimensioni
Carta eva glitterata di vari colori
Carta gialla fosforescente
Fogli A4 bianchi
Tempere
Acquerelli
Pennelli
Pennarelli
Colla a stick
Colla vinilica
Forbici
Scotch giallo
Pinzatrice
METODOLOGIE DIDATTICHE
Educazione emotiva
Educazione alla prosocialità
Educazione all’ascolto
CAMPI D'ESPERIENZA
Campo d’esperienza principale:
Il sé e l’altro
Campi d’esperienza trasversali:
Immagini, suoni, colori
I discorsi e le parole
Il corpo e il movimento
Materiali digitali
Canzone: Sorridi
Tabella progetto annuale
Modelli
CANZONE
Sorridi
È arrivato il mio momento e qui a scuola son contento. È il momento di salutare e incominciare a giocare!
Rit: Sorridi! Sorridi!
Tutti a scuola son felici!
Sorridi! Sorridi!
Una valanga di amici!
Sorridi! Sorridi!
È un vero spasso qui, non andartene via così!
Finalmente sono a scuola, nessuna bimba sta da sola!
Ogni bimbo in verità, si diverte in quantità!
Rit.
Qui a scuola c’è allegria, posso giocare con fantasia. Una sorpresa per ogni cosa, sarà una giornata strepitosa!
Rit. (x2)
Marta BartolucciLE PAROLE APPESE: COME SI DIVENTA AMICI!
Prima di iniziare il percorso prepariamo con l’aiuto di bambini e bambine una costruzione di hanging art, senza specificare a cosa ci occorrerà veramente.
SCULTURA APPESA
1 Predisponiamo un vecchio hula-hoop e rivestiamolo con carta gialla fosforescente che fissiamo con la colla vinilica, quindi lasciamo asciugare.
2 Dal cartoncino di scarto ricaviamo tondi di 20 cm di diametro tanti quante sono le parole che vogliamo appendere – noi ne abbiamo scelte sette, le stesse dell’allegato Le parole del cuore (Quaderno Operativo Tigrotto e i suoi amici).
3 Mettiamo a disposizione tanti pezzi di carta eva glitterata in differenti colori, sfruttando anche piccole parti di scarto, e diamo l’incarico a un bambino o a una bambina alla volta di rivestire interamente un tondo con la colla vinilica e i piccoli pezzi seguendo due comandi: porre un pezzo vicino all’altro; evitare di mettere vicini colori uguali.
4 Una volta rivestiti entrambi i lati del tondo, foriamo in alto e in basso in maniera simmetrica, infiliamo un filo di lana colorata in uno dei due fori e ancoriamo il tondo all’hula-hoop in modo tale che tutti i tondi siano a distanza regolare gli uni dagli altri; quindi, nel foro in basso fissiamo fili di lana colorata di lunghezze diverse.
5 Fissiamo la nostra scultura sospesa e spieghiamo a bambine e bambini che per terminarla dobbiamo prima decidere insieme come procedere.
COME SI DIVENTA AMICI?
1 Invitiamo bambine e bambini a disporsi in circle time e discutiamo con loro partendo da una domanda: “Come si diventa amici?”.
2 In un primo momento lasciamo che ognuno dica la sua, poi chiediamo se ci sono parole che potrebbero aiutarci a diventare amici, facendo degli esempi, e infine verbalizziamo gli interventi di tutti in modo tale che, alla fine, ognuno porti a casa una copia della conversazione.
3 Concludiamo elencando le parole che il gruppo ha scelto, scriviamole su cartoncino bianco, ritagliamole e infine le fissiamo su un cartone precedentemente colorato dai bambini.
4 Fissiamo le parole sulla nostra scultura appesa e al centro dell’hula-hoop scriviamo la parola “AMICI”, che così risulterà leggibile da sotto.
IL LAPBOOK DELL'AMICIZIA
Realizziamo per ognuno un lapbook che ripercorra il percorso per diventare amici e che rimanga come documentazione e come legame scuola-famiglia.
STRUTTURA DEL LAPBOOK
1 Facciamo dipingere a ognuno due cartoncini A3 bianchi abbastanza spessi con la pennellessa e l’acquerello giallo, uno dei due cartoncini lo pitturiamo fronte e retro, quindi lo tagliamo perfettamente a metà.
2 Su cartoncino di scarto spesso ricaviamo un cuore per ognuno e lo facciamo dipingere, strisciando il lavavetri dall’alto verso il basso sopra ad alcune gocce di tempera dei colori preferiti; poi, una volta asciutti i cuori, ripassiamo il bordo con il pennarello nero e tagliamo perfettamente a metà.
3 Costruiamo il lapbook fissando con lo scotch giallo i due cartoncini tagliati, disponendoli ai lati di quello pitturato da un lato solo, così da avere due sportelli, sui quali incolliamo le due metà del cuore, che a libro chiuso risulterà intero; infine, scriviamo con il pennarello “LE PAROLE DEL CUORE”.
CIAO
Nel Paese dei saluti perduti nessuno si saluta più e ognuno va per la sua strada a testa bassa. Un giorno, dal cielo arriva una mongolfiera colorata con dentro una piccola bambina. Vedendo gli abitanti di quello strano paese, la bambina esclama: − Ehi, sono quassù! Qualcuno, incuriosito, alza la testa e la bambina lo saluta scuotendo la mano: − CIAO! In un baleno, tutti cominciamo di nuovo a salutare e per le vie si sente: − Ciao! Ciao! Ciao! Ciao…
1 Partiamo dalla lettura della breve storia per presentare la parola e discutiamo insieme in merito.
2 Giochiamo con la parola “CIAO”, mimando brevi scene di incontro e utilizzando sia il linguaggio verbale sia quello gestuale.
3 Su un foglio, facciamo stampare a ognuno la propria manina con la tempera del colore dell’incarnato; quindi, una volta asciutta, ritagliamo e fissiamo all’interno del nostro lapbook aperto, in alto a sinistra, e scriviamo vicino la parola “CIAO” (oppure guidiamo i più grandi a copiarla).
ABBRACCIO
Nel Paese dalle lunghe braccia, gli abitanti usano le loro braccia in tanti modi: alcuni le mettono intorno al collo come una sciarpa, altri le usano per potare gli alberi, altri ancora per raccogliere la frutta senza usare la scala.
Una mattina, un bambino vede arrivare i suoi amici e allarga le lunghissime braccia, gli amici fanno lo stesso e l’ABBRACCIO che si crea è speciale.
Da quel giorno, nel Paese dalle lunghe braccia ci si abbraccia molto più spesso... perché fa bene al cuore.
1 Partiamo dalla lettura della breve storia per presentare la parola e discutiamo insieme in merito.
2 Giochiamo con la parola “ABBRACCIO”, formando gruppi di quattro bambini che dovranno abbracciarsi per almeno venti secondi includendo tutti; gli altri che restano seduti avranno il compito di contare.
coordinamento MARTA BARTOLUCCI
redazione GIULIA EUSEBI
grafica e impaginazione
ESTER CICERONI , NICOLETTA MORONI , STEFANIA ROSSINI
copertina MAURO AQUILANTI
illustrazioni
FRANCESCA ASSIRELLI , MANOLA CAPRINI
coordinamento digitale PAOLO GIULIANI
redazione digitale GIULIO PIERACCINI
stampa
GRUPPO EDITORIALE RAFFAELLO
© 2023
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drammatizzazioni
TEATRO
Un percorso per offrire a bambine e bambini molteplici modi di fare teatro e di incrementare così la loro innata capacità del far finta.
ARTE CREATIVITà
Un percorso che prende avvio da stimoli ludici e artistici, per incoraggiare da più punti di vista lo sviluppo delle competenze non cognitive e la libertà espressiva.
CUORE emozioni
Un percorso di educazione emotiva per fissare buone pratiche relazionali e inclusive e stimolare lo sviluppo delle competenze relazionali.