Società Italiana di Storia Militare Quaderno 2015

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La cinepresa del Comandante. I film di guerra di Francesco De Robertis

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Un Ammiraglio per Cinecittà di Giuseppe Bonelli De Robertis non fu l’unico ufficiale di marina prestato al cinema. Anche l’ammiraglio Marc’Antonio Bragadin, suo coetaneo, contribuì, infatti, come soggettista e sceneggiatore a cinque film postbellici sul valore italiano nella guerra perduta. Nato nel 1906 a Roma, ma discendente dall’omonimo difensore di Famagosta e di un patriarca di Venezia, in guerra Bragadin era stato comandante di due squadriglie M.A.S. e poi impiegato al Comando Centrale delle Operazioni Navali. Negli anni Cinquanta fu poi lui il primo storico e apologeta del ruolo della R. Marina nel conflitto, non solo con vari libri e articoli propri, ma anche come consulente tecnico di altri autori, e come ospite in varie rievocazioni radiofoniche e televisive. Dal 1948 al 1953, sotto Pacciardi ministro della difesa, l’Italia entrò nella NATO, riebbe Trieste e realizzò con l’aiuto americano un ingente riarmo. Per favorire la rinascita dei valori patriottici e militari, il governo sostenne la produzione, soprattutto da parte di Carlo Ponti e Dino De Laurentis, di vari film volti a sottolineare il valore italiano nella guerra perduta21, e ovviamente come consulente, soggettista e sceneggiatore per quelli dedicati alla marina, fu scelto Bragadin. Il primo fu, nel 1953 (l’anno della legge truffa), I sette dell’Orsa Maggiore, in cui troviamo pure, con De Robertis e l’esordiente Ennio De Concini22, il già famoso scrittore fascista Giuseppe Berto. Il film, una coproduzione Ponti-De Laurentis e Valenti Film enfaticamente dedicata “Al Marinaio d’Italia e allo Eroismo quale espressione dei più alti valori spirituali dell’essere umano”, rievoca il forzamento della base inglese di Alessandria da parte dei nostri “maiali” 21 Marco Mondini, “Una guerra ancora nobile. Miti guerrieri nell’Italia dell’età posteroica (1945-61)”, in Storica N. 53, pp. 93-119: su Il cielo è rosso di Giuseppe Berto, v. p. 106. 22 In quarant’anni de Concini scrisse oltre 150 sceneggiature e come regista girò Gli ultimi giorni di Hitler con Alec Guinness.


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