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“Lo Nero Periglio”
Narrazioni cinematografiche della guerra nel Medioevo di Marco Merlo Medioevo: immagine e realtà Nell’immagine popolare del Medioevo persistono ancora gli echi della svalutazione umanistica e rinascimentale1. Eppure proprio la prima storiografia moderna del Medioevo – Charles du Fresne Signore di Cange, noto come Du Cange, Camille Falconet, Ludovico Antonio Muratori, Jean Baptiste de La Curne de Saint-Palaye – aveva fornito argomenti alla visione illuminista della società e del diritto, iniziando così a ribaltare la prospettiva di un Medioevo barbaro e incivile: Montesquieu in Francia e Mallet in Svizzera potevano quindi glorificare le “libertà dei Goti”, così come in Inghilterra, con la rivoluzione del 1640-1660, si poteva guardare all’ideologia della “costituzione mista” e del “parlamentarismo” con la lente del mito della “libertà dei sassoni”, portando addirittura Jonathan Swift a definire il Parlamento inglese come una saggia “istituzione gotica”. La ricerca ottocentesca ben si prestava alle esigenze politiche post napoleoniche: ovunque il Medioevo diveniva la radice storica e culturale dei popoli che nel XIX secolo cercavano la propria autonomia dal dominio straniero2. Ricerca storica ed esigenze politico-sociali si influenzavano a vicenda, anche nell’edizione di documenti. Dalla Grecia, dove venivano esaltati i fasti dell’impero bizantino, agli stati tedeschi, promotori dell’imponente raccolta dei Monumenta Germaniae Historica, passando per l’Italia, dove nascevano le società locali di Storia Patria, molte delle quali attive tutt’og1 Cfr. al riguardo Eugenio Garin, “Medio Evo e tempi bui: concetto e polemiche nella storia del pensiero dal XV al XVIII secolo”, in V. Branca (cur.), Concetto, storia, miti e immagini del Medioevo, Firenze, Sansoni, 1973, pp. 199-224. Renato Bordone, Lo specchio di Shalot. L’invenzione del Medioevo nella cultura dell’Ottocento, Napoli 1993.Jacques Le Goff, Il tempo continuo della storia, Roma-Bari, Laterza, 2014. 2 Nell’Inno di Mameli si citano Legnano, Vespri siciliani e Francesco Ferrucci.